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Autore: love_in_liberty    19/02/2017    0 recensioni
"Ho solo un padre e costui è il più pericoloso criminale di New York. Colui che ha distrutto migliaia di vite tra cui una la più importante. Sarà anche colui che non perdonerò mai."
- Gaia Cooper
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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IL PRIMO GIORNO

«Hai solo 10 minuti per prepararti. Trovi lenti a contatto, parrucca e vestiti nel vano adiacente. Lì ti aspetta l’agente Jones che ti trasformerà completamente.»

Avevo appena aperto gli occhi quando una figura apparve magicamente di fronte al mio letto. Era un ragazzo abbastanza robusto, molto probabilmente un 25enne, munito di barba folta, occhi color nocciola e capelli ricci color miele. Il suo viso traspariva serietà e la divisa verde pistacchio che indossava non lo negava affatto.

«Buongiorno anche a te, posso almeno avere il piacere di conoscerla?»

«Agente Brown, Nik Brown. Mi occuperò di te per tutta la settimana. Vorrei solo avvisarti che qui non accettiamo sarcasmo.»

«Quanta serietà. Sono anch’io un’agente?»

«Tu sei un caso speciale, anche se per noi sarai fin da subito l’agente Cooper, se sopravvivi ovviamente.»

Era al quanto terrificante vedere un ghigno sulla sua faccia eppure sapevo che come me aveva un passato, altrimenti ora non sarebbe così duro e di certo non sarebbe qui.

«Non avevi detto che qui non si accetta sarcasmo?»

«Come già detto, tu sei un caso a parte. Ti aspetto vicino al recinto per iniziare gli allenamenti. Se vai oltre i 15 minuti vedrai il mio lato peggiore»

"Come se adesso mi avesse mostrato il suo lato migliore.” pensai tra me e me per non litigare con quell’uomo. Se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle e riuscii finalmente ad alzarmi.

Era il mio primo giorno alla Discovery Harley, una specie di accademia per me, accessibile solo su “invito”. Diedi un frettoloso sguardo alla stanza a cui ero stata assegnata, l’A4. Appena arrivata mi fecero fare tre controlli diversi all’ingresso e mi diedero una mappa dell’istituto. I dormitori erano formati da quattro settori specifici, ognuno dei quali aveva dieci stanze. Non riuscivo a trovare le parole giuste per descrivere l’aria respirata. Era un misto di vaniglia e mandorla.

Mi osservai rapidamente allo specchio e mi diressi al bagno per farmi una breve doccia. Una volta uscita il mio corpo finalmente stava respirando, dopo tanto tempo. Era la cosa che preferivo fare appena arrivata in un nuovo posto perché sin da piccola viaggiavo tanto. Misi i vestiti del giorno prima e feci quanto chiesto dall’agente recandomi dall’agente Jones, una splendida ragazza dai lunghi capelli color caramello, occhi neutri e corpo snello.


«Benvenuta, io sono Ashley Jones.»

«Oooookay, mi aspettavo un altro spilungone che mi urlasse contro ma a quanto pare mi sbagliavo.»

«Sei stata assegnata a Brown?»

«Si.»

«Immagino, passerai una settimana davvero dura con lui.»

«Potresti spiegarmi come funzionano le cose qui?»

«Allora, come ben sai sei stata scelta da noi per uno scopo preciso ma per far parte della nostra squadra dovrai dividere la tua vita a metà. Tranquilla, questo non sarà un problema dato che vivrai qui. Per far ciò dovrai ogni giorno combattere il crimine mascherandoti, ovvero non mostrandoti per chi sei davvero. A questo ci penserò io. Sappiamo che ce la farai, buona fortuna.»

«Grazie, da dove inizio?»

«Siediti, mi occuperò io di te»


 

-

 

«Sei pronta, puoi guardarti allo specchio.»

“Mi ha completamente cambiata. Dai lunghissimi capelli biondi e dagli occhi azzurri che avevo, ora sono diventata una ramata dagli occhi rossi. Qui sembro io l'assassino. Con qualche filo di trucco è riuscita a rendermi irriconoscibilmente bella.”

«Indossa sempre questo cappello e quegli occhiali da sole sul tavolo.»

«Ma se devo indossare gli occhiali da sole perché mi hai fatto mettere le lenti?»

«Per darti un po’ di look.» disse con un sorriso a 32 denti stampato sul volto.

«Tu sei moolto strana.»

«Fai ciò che ti ho detto, metti questa tuta blu e dirigiti dall’agente Brown.»
Indossai i due accessori assieme alla tuta ricevuta e mi diressi al recinto dove trovai Brown al quanto nervoso.

«Sei in ritardo.»

«Non ho un orologio purtroppo.»

«Tieni» disse porgendomi il suo orologio.

«Tu come farai?»

«Ne ho un altro all’altro polso.»

In una solo giornata quella era l’ennesima cosa di lui che non mi sorprendeva affatto.

«Grazie, allora, cosa devo fare?»

«Questa settimana ti allenerai tutti i giorni duramente perciò per iniziare lavoreremo sulla difesa personale, sull’uso delle armi, sul combattimento corpo a corpo e sulle tecniche di guida. Anche qualche lezione di primo soccorso è in programma. Tieni»

Mi diede un foglio con tutti gli orari che lessi rapidamente. Alle 6 di mattina sarei dovuta alzarmi e alle 10 di sera sarei dovuta andare a dormire. Avrei seguito ogni giorno lezioni sulle armi da fuoco, oggi avrei migliorato le tecniche di difesa, domani le tecniche di guida, dopodomani avrei seguito una lezione di primo soccorso, giovedì, venerdì e sabato avrei utilizzato per la prima volta delle armi e domenica avrei avuto la giornata libera per tornare alla mia vita normale.

«Prima di iniziare però vai dall’agente Lee situato nella stanza B2, proprio all’inizio del corridoio principale.»

«Grazie?!»

«VAI.»

«Va bene, va bene.»

Mi diressi dall’agente indicato che iniziò a farmi un vero e proprio interrogatorio intento ad appuntarsi tutto sul PC, uno stupendo Mac. La prima cosa che notai di lui furono i suoi capelli color cenere e i suoi occhi color ghiaccio. Il suo viso era ricoperto da magnifiche lentiggine e il suo corpo era pieno di muscoli. “Davvero un bel ragazzo pensai” senza curarmi del fatto che fossi fidanzata.

«Nome?»

«Gaia»

«Cognome?»

«Cooper»

«Data di nascita?»

«26 giugno 1998»

«Luogo di nascita?»

«Italia»

«Sii più precisa.»

«Ancona»

«Genitori?»

«Orfana»

«Ma non saresti tu la figlia di Alfred Cooper, il più pericoloso criminale di tutta New York?»

Gli lanciai uno sguardo glaciale e comprese subito la situazione tralasciando quella domanda.

«Perché sei qui?»

«Perché mi avete voi posto l’invito.»

«Allora perché hai accettato?»


«Per distruggere mio padre.»


«Hai le idee abbastanza chiare a quanto pare.»

«Certo, ma per tutti sono orfana. Okay?»

«Tranquilla, da me non uscirà neanche una parola a riguardo.»

«Qui sanno tutti la mia storia?»

«Solo io e il capo.»

«Chi è il capo?»

«Colui che ti ha “invitato”, lo conoscerai a breve.»

«Va bene, posso andare?»

«Certo, comunque piacere. Damian Lee»

«Gaia Cooper»

Ci stringemmo la mano, è davvero carino con me. Sento che di lui posso fidarmi.

«Ora vai, ci vedremo a pranzo.»

«Dove si pranza?»

«Dalla porta principale conta altre tre stanze sulla sinistra e troverai la mensa.»

«Grazie mille, a dopo»

“Ormai è arrivata l’ora di allenarmi, meglio non far aspettare l’agente Brown altrimenti dovrò vedere il suo lato peggiore” pensai sorridendo, prima di congedarmi da quel posto.




Angolo Autrice:
Ma ciao ragazzi,
penso che nessuno di voi mi conosca perché è la prima volta che scrivo una storia tutta mia ma ho avuto l'ispirazione durante un sogno e ho deciso di scriverla e pubblicarla.
Ho le idee abbastanza chiare su come deve svilupparsi la storia perciò penso che il prossimo capitolo uscirà a breve. Non pubblicherò la storia solo su questo sito per far si che la conoscano in tanti.
Vi saluto e...alla prossima!
   
 
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