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Autore: samy_97_    19/02/2017    1 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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                  I Will Always Find You

 

 

 

8. Dice il saggio: non smettere mai di sperare che le cose migliorino, almeno avrai qualcosa da fare durante il giorno.

 

Sono terribilmente consapevole di come certe cose siano estremamente difficili da capire sino a quando non ci vai addosso e ti rompi il naso. Per esempio: chi l’avrebbe mai detto che il Grande Principe di Tutte le Galassie avrebbe ricambiato il mio amore? Oppure, nessuno avrebbe mai immaginato che la Sango della mia epoca, la composta e saggia Sango, avrebbe dato di matto per la nuova assenza di Sesshomaru, che aveva costretto Kagura a chiamare nuovamente come supplente la professoressa Nakayama. La mia amica mi aveva pregata con parole sconnesse di fare tornare a casa Sesshomaru, finché Miroku non aveva preso in mano la situazione -e il cellulare- e ci aveva spiegato come la sua Sanguccia quel giorno fosse uscita dalla classe decisamente incazzata dal modo assolutamente zuccheroso e sconclusionato di spiegare la storia della Nakayama. Aveva anche aggiunto che voci di corridoio giuravano che la ragazza avesse corretto un paio di volte la professoressa, prima di risponderle indietro e uscire dalla classe. Tuttavia, Miroku non sapeva se dare credito o no a quelle voci e Sango, in quel momento, era troppo nervosa per parlarne.

Un altro esempio era da ricondurre alle ultime ore: l’allenamento con Sesshomaru super-incazzoso proposto da quell’idiota di mio fratello e approvato con gioia dal mio.. ragazzo. Era stato un suicidio volontario, premeditato e accolto a braccia aperte.

Proprio un gran colpo.

-Ehm… sorellina?- mi sussurra Inuyasha, trattenendosi dallo smuovermi con un bastoncino per testare se sono morta.

-Cazzo vuoi?- balbetto io, mentre mi giro dolorosamente su un fianco e fisso gli occhioni chiari e spalancati di Inucchan.

-Sembri uno zombie.- mi dice l’Inuyasha di questo tempo, mentre si ingozza ben poco elegantemente di riso.

-Mi ha tolto le parole di bocca.-

Io ringhio piano. -Peccato che non ti sia venuta via anche la lingua, fratellino.- sbotto, sperando che recepisca il messaggio vattene-e-non-rompermi-i-coglioni.

Inucchan scoppia a ridere. -Touchè!-

-Oh, my dearie, my poor unfortunate soul!- dice Kacchan divertita, avvicinandosi a me e imitando piuttosto bene Ursula, la strega del mare de La Sirenetta.

Io tento di alzare un sopracciglio, anche se quel solo misero movimento mi fa male. E non sto scherzando. -Kagome, sai quando quella donna mi inquieti. Non fare così, ti prego.-

-I can help you. Have we got a deal?- ghigna divertita, guardandomi dall’alto. Io storco il naso, decidendo di stare al gioco.

-Cosa vuoi?-

-I’m not asking much, my dearie. Just...- Io mi alzo a sedere e mi porto fintamente terrorizzata le mani alla gola. -canta una canzone.- conclude, facendomi l’occhiolino.

Alzo un sopracciglio. -Quale?-

-Questa.- dice, probabilmente riferendosi a quella che Ursula canta nel film della Disney.

-Scordatelo! Non sono così brava.- dico, incrociando le braccia sotto il seno, divertita da quel piccolo teatrino: è questo che adoro di Kagome. Lei è capace di farmi ridere, divertirmi e farmi cambiare umore in qualsiasi momento. O quasi.

-Per piacereeeeeeeee!- esclama, facendomi gli occhietti dolci.

-No.- dico, alzandomi in piedi con l’aiuto di Kacchan e avvicinandomi a Sango per farmi passare la mia porzione della cena. -E comunque tu non hai specificato che canzone: quindi, posso decidere io.-

La mia amica si imbroncia e si guarda un attimo in giro, sorridendo imbarazzata nel rendersi conto che quasi nessuno dei nostri compagni ha capito una cippa lippa di quello che ci siamo dette: le loro occhiate sono inequivocabili.

Miiii, che sbatta! Non si può più manco imitare Ursula!

Alzo gli occhi al cielo, pensando a una canzone decente, che non mi facesse risultare stonata come un violino scordato.

-Ho trovato!- esclamo, ingoiando l’ultimo boccone di riso.

Kacchan si avvicina e mi guarda piena di aspettativa, mentre io inizio a crearmi in testa il ritmo.

 

“I let it fall, my heart,

And as it fell you rose to claim it.

It was dark and I was over,

Until you kissed my lips and you saved me.

 

My hands, they were strong,

but my knees were far too weak,

To stand in your arms without falling to your feet,

 

But there’s a side to you that I never knew, never knew.

All the things you'd say, they where never true, never true,

And the games you'd play, you would always win, always win.

 

But I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt while I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name!

 

When I lay with you

I could stay there, Close my eyes,

feel you here forever,

You and me together, nothing is better!

 

Cause there’s a side to you that I never knew, never knew,

All the things you'd say they where never true, never true,

And the games you'd play, you would always win, always win.

 

But I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt while I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name!

I set fire to the rain

and I threw us into the flames

well it felt something died

Cause I knew that was the last time, the last time!

 

Sometimes I wake up by the door,

that heart you caught must be waiting for ya.

Even now when we're already over

I can’t help myself from looking for ya

 

I set fire to the rain,

Watched it pour as I touched your face,

well it burnt when I cried,

Cause I heard it screaming out your name, your name

I set fire to the rain,

and I threw us into the flames

Cause I knew that that was the last time, the last time!”

 

Termino la canzone, la mia preferita in assoluto, e mi arrischio a lanciare un’occhiatina a Maru: chissà se ricorda che gliel’ho cantata mentre aveva la febbre. Il mio ragazzo mi lancia un’occhiata indecifrabile, quindi non sono certa della risposta, ma d’altronde, è difficile leggerlo. Santo Nicolas Cage, potresti dare a Sesshomaru un po’ della tua formidabile capacità di estraniare i sentimenti?

-Oooh, sei così brava, Ayame cara!- esclama Sango, mentre mi rivolge un sorriso. Rin si alza in piedi e mi salta letteralmente in braccio, facendomi gemere: tutti i muscoli del mio corpo si sono ribellati nello stesso momento.

Dannato Principino Fluffluoso!

-Rin, tesoro… potresti alzarti?- domando e la piccola fa un saltino all’indietro, mentre storce la bocca dispiaciuta.

-Scusa, Aya-chan.- sussurra, rannicchiandosi di fianco al  fuocherello improvvisato e sbadigliando vistosamente: oggi è stata una giornata particolarmente dura per la bambina.

Io le accarezzo lentamente i capelli e poi la copro con un delle coperte di Kagome: così starà al caldo anche quando il fuoco si spegnerà.

-Ayame.- mi chiama ad un certo punto Sesshomaru, dalla sua postazione scostata dal gruppo, come al suo solito.

Io non posso fare a meno di fare un sospiro insofferente mentre mi alzo da terra, con il solo desiderio di seguire l’esempio di Rin e dormire almeno dieci ore di filata. Oh, quanto mi manca il mio confortevole lettino con le lenzuola azzurre…!

-… dovresti sentirti fortunata, ragazzina insolente, di avere il Grande Principe Sesshomaru come maestro e…-

-Taci Jaken, ti supplico: non ho la forza per sopportare i tuoi blablabla stasera.- dico, superandolo e lasciandolo a blablablare da solo. -Dimmi, Sesshomaru.-

-Potrai allenarti anche per tutta la vita, ma finché non imparerai ad attingere ai due diversi poteri non arriverai da nessuna parte.-

Io annuisco. -Cosa mi consigli?-

Sesshomaru mi guarda qualche secondo. -Siediti.- mi ordina perentorio, senza immaginare -o forse immaginando e ignorando il tutto volontariamente- che il mio corpo, più che sedermi, mi inviti a buttarmi a terra come un sacco di patate e dormire sino a domani mattina. Se non di più.

In ogni caso faccio come mi dice. -E adesso?- domando, chiudendo gli occhi.

-Arrangiati.-

 

-D’accordo. Incoccate la freccia e prendete la mira. Così.- ci mostra Kagome, incoccando la freccia nel suo arco e scoccandola nel centro preciso dell’albero che abbiamo usato come bersaglio provvisorio. Come bersaglio mobile, Kacchan ha proposto con forza Inucchan e sono certa che la smania che ha di fargliela pagare per le sue bugie sarà sufficiente a farla migliorare in fretta. Tuttavia, non sono certa che mio fratello sia d’accordo.

-Attenta!- grida ad un tratto Kacchan, mentre la sua freccia parte senza preavviso, diretta senza ombra di dubbio verso la nostra insegnante.

Kagome ha la prontezza di spirito di abbassarsi, un secondo prima che la freccia passi a tutta velocità sul punto in cui un secondo prima c’era la sua testa. Faccio un sospiro di sollievo e guardo la mia amica che è sbiancata.

-Se volevi ucciderla, Kacchan, dovevi trovare un metodo meno visibile.-

Lei mi lancia un’occhiataccia, prima di precipitarsi da Kagome. -Oddio, mi dispiace tantissimo! Sono così stupida, accidenti a me! Stai bene?-

Kagome si alza e annuisce. -Sono cose che capitano.- dice, girandosi per verificare la posizione della freccia. -Ottima mira, comunque.-

Kacchan scoppia a ridere, sollevata, e io alzo gli occhi al cielo, girandomi verso gli altri per far cenno a loro che è tutto ok: le maledizioni di Inuyasha verso la mia amica erano state piuttosto inquietanti.

Sospiro sollevata: al contrario di ogni mia rosea aspettativa, le due Kagome hanno fatto presto amicizia; è con Inucchan che la mia amica non ha ancora fatto pace, ma sono piuttosto fiduciosa che mio fratello stia ideando qualche piano per riconquistarla.

Mentre mi volto nuovamente verso le mie amiche, incrocio per caso lo sguardo di Sesshomaru e ricevo una di quelle occhiatacce da Guinness dei Primati. Il suo risentimento, più elevato del solito, arriva direttamente da ieri sera: dopo la sua esaustiva risposta, la mia stanchezza sommata all’attacco di nervi che mi aveva fatto venire, ha fatto si che gli rispondessi male.

Non so se Sesshomaru abbia capito il reale significato di “Grazie al cazzo, eh!”, ma il tono era di certo inequivocabile e, considerando che Sesshomaru ha una pazienza nettamente inferiore al mio ragazzo, sono certa di dover ringraziare il fatto di avere tutte le ossa integre. Probabilmente vuole vendicarsi al prossimo allenamento.

-Ayame?- mi chiama Kagome ad un certo punto, distogliendomi dai miei pensieri. -Perché tu e Sesshomaru vi state guardando in.. cagnesco?-

-Beh, Kagome, stiamo facendo una specie di lotta. Hai presente marchiare il territorio..? Ecco, non che io lo faccia nel senso reale del termine, ma diciamo che adesso abbiamo capito chi comanda.- le rispondo, facendole inarcare una sopracciglia.

Mi riporto davanti all’albero, cercando di concentrarmi.

Oh, eccome se si è capito chi comanda!

Date il benvenuto a Sesshomaru Taisho, sommo Signore delle Occhiatacce e del Digrignamento dei Denti, nonché Conte dei Monosillabi.

Tuttavia, sono un passo più avanti dal farmi rispettare da Sesshomaru: insomma, il fatto che non mi uccida e che abbia accettato di allenarmi è facilmente riconducibile al fatto che ho salvato Rin ben due volte e che sono la compagna del suo sé futuro, ma ho tutta l’intenzione di guadagnarmi il suo rispetto come ho fatto con il mio Maru. Anche se sono convinta che saranno dolori, e non per modo di dire.

Scocchiamo qualche altra freccia, poi Sesshomaru decide che è ora di avviarci e noi non possiamo fare altro che obbedirgli.

Non riesco a capire dove vuole andare a parare: dopotutto, non abbiamo nessuna meta precisa, quindi tanto vale fermarci e aspettare che Kyosuke arrivi da noi, farlo a fettine di lupastro e farci dire con la forza quando saremmo potuti tornare a casa. Insomma, mi sembra un piano abbastanza semplice, o no?

Probabilmente no.

Faccio spallucce e mi vado a sedere pacificamente su Ah-Uhn, ignorando tutti gli altri miei compagni di viaggio. Dopotutto, il consiglio di ieri sera di Sesshomaru, per quanto bastardo, non era così sbagliato: forse sedermi e pensare mi sarebbe servito per capire come attingere separatamente ai miei due poteri. D’altronde, solo io posso sapere come fare.

Dunque: potere spirituale e potere demoniaco, leggermente intrecciati, ma facilissimi da sciogliere. Ok, e adesso?

Rimango parecchio tempo in quella posizione, cercando di capire quale potrebbe essere la mossa successiva, ma non arrivo a nessuna soluzione soddisfacente.

Sfortunatamente -questa giornata non è iniziata molto bene e sono ragionevolmente convinta che finirà ancora peggio- ad un tratto sento Kyosuke che si dirige velocemente nella nostra direzione. Scendo da Ah-Uhn appena in tempo per vederlo spuntare all’orizzonte.

Non tengo il conto di quante maledizioni gli lancio nel giro di mezzo minuto, ma sono spiacevolmente sorpresa di vederlo arrivare vivo davanti a noi.

 

 

 

Angolino dell’autrice: Eccomi con un nuovo capitolo, gente! Dunque, il viaggio dei nostri ragazzi prosegue, non senza delle novità: l’allenamento di Ayame e Sesshomaru è stato parecchio duro e la mezzodemone è esausta; inoltre, qui ho voluto inserire un piccolo spaccato del rapporto tra le due Kagome che, come vedete, non è per nulla male: anzi, sono diventate molto amiche sin da subito. Il piccolo discorso comico che Kacchan ha fatto ad Ayame è ovviamente preso dalla versione in lingua inglese de La Sirenetta e sono le parole che Ursula rivolge ad Ariel prima di proporle di darle le gambe in cambio della sua voce; invece, la canzone che canta Aya-chan è Set fire to the rain di Adele, tra l’altro titolo della prima fic.

Non ho altro da dire, se non che spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Un abbraccio e a presto :*

Sami

  
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