I Will Always Find You
8. Dice il
saggio: non smettere mai di sperare che le cose migliorino, almeno avrai
qualcosa da fare durante il giorno.
Sono terribilmente
consapevole di come certe cose siano estremamente difficili da capire sino a
quando non ci vai addosso e ti rompi il naso. Per esempio: chi l’avrebbe mai
detto che il Grande Principe di Tutte le Galassie avrebbe ricambiato il mio
amore? Oppure, nessuno avrebbe mai immaginato che la Sango
della mia epoca, la composta e saggia Sango, avrebbe
dato di matto per la nuova assenza di Sesshomaru, che aveva costretto Kagura a chiamare nuovamente come supplente la
professoressa Nakayama. La mia amica mi aveva pregata
con parole sconnesse di fare tornare a casa Sesshomaru, finché Miroku non aveva preso in mano la situazione -e il
cellulare- e ci aveva spiegato come la sua Sanguccia
quel giorno fosse uscita dalla classe decisamente incazzata dal modo assolutamente zuccheroso e sconclusionato di
spiegare la storia della Nakayama. Aveva anche
aggiunto che voci di corridoio giuravano che la ragazza avesse corretto un paio
di volte la professoressa, prima di risponderle indietro e uscire dalla classe.
Tuttavia, Miroku non sapeva se dare credito o no a
quelle voci e Sango, in quel momento, era troppo
nervosa per parlarne.
Un altro esempio
era da ricondurre alle ultime ore: l’allenamento con Sesshomaru super-incazzoso
proposto da quell’idiota di mio fratello e approvato con gioia dal mio.. ragazzo. Era stato un
suicidio volontario, premeditato e accolto a braccia aperte.
Proprio un gran colpo.
-Ehm… sorellina?- mi sussurra Inuyasha,
trattenendosi dallo smuovermi con un bastoncino per testare se sono morta.
-Cazzo vuoi?- balbetto io, mentre mi giro dolorosamente su un
fianco e fisso gli occhioni chiari e spalancati di Inucchan.
-Sembri uno zombie.- mi dice l’Inuyasha di
questo tempo, mentre si ingozza ben poco elegantemente di riso.
-Mi ha tolto le
parole di bocca.-
Io ringhio piano.
-Peccato che non ti sia venuta via anche la lingua, fratellino.- sbotto, sperando che
recepisca il messaggio vattene-e-non-rompermi-i-coglioni.
Inucchan scoppia a ridere. -Touchè!-
-Oh, my dearie, my
poor unfortunate soul!- dice Kacchan divertita, avvicinandosi a me e imitando
piuttosto bene Ursula, la strega del mare de La Sirenetta.
Io tento di alzare
un sopracciglio, anche se quel solo misero movimento mi fa male. E non sto
scherzando. -Kagome, sai quando quella donna mi inquieti. Non fare così, ti prego.-
-I can help you. Have we
got a deal?- ghigna
divertita, guardandomi dall’alto. Io storco il naso, decidendo di stare al
gioco.
-Cosa vuoi?-
-I’m not asking much, my dearie. Just...- Io mi alzo a sedere e mi porto
fintamente terrorizzata le mani alla gola. -canta una canzone.-
conclude, facendomi l’occhiolino.
Alzo un
sopracciglio. -Quale?-
-Questa.- dice, probabilmente riferendosi a quella che Ursula
canta nel film della Disney.
-Scordatelo! Non
sono così brava.-
dico, incrociando le braccia sotto il seno, divertita da quel piccolo teatrino:
è questo che adoro di Kagome. Lei è capace di farmi ridere, divertirmi e farmi
cambiare umore in qualsiasi momento. O quasi.
-Per piacereeeeeeeee!-
esclama, facendomi gli occhietti dolci.
-No.- dico,
alzandomi in piedi con l’aiuto di Kacchan e avvicinandomi a Sango
per farmi passare la mia porzione della cena. -E comunque tu non hai
specificato che canzone: quindi, posso decidere io.-
La mia amica si
imbroncia e si guarda un attimo in giro, sorridendo imbarazzata nel rendersi
conto che quasi nessuno dei nostri compagni ha capito una cippa
lippa di quello che ci siamo dette: le loro occhiate sono inequivocabili.
Miiii, che sbatta! Non si può più manco imitare Ursula!
Alzo gli occhi al
cielo, pensando a una canzone decente, che non mi facesse risultare stonata
come un violino scordato.
-Ho trovato!- esclamo, ingoiando l’ultimo boccone di riso.
Kacchan si avvicina
e mi guarda piena di aspettativa, mentre io inizio a crearmi in testa il ritmo.
“I let it fall, my heart,
And as it fell you rose to claim
it.
It was dark and I was over,
Until you kissed
my lips and you saved me.
My hands, they were strong,
but my knees were far too weak,
To stand in your arms without
falling to your feet,
But there’s a side to you that I
never knew, never knew.
All the things you'd say, they where never true,
never true,
And the games you'd play, you
would always win, always win.
But I set fire to the rain,
Watched it pour as I touched
your face,
well it burnt while I cried,
Cause I heard it screaming out
your name, your name!
When I lay with you
I could stay there, Close my eyes,
feel you here forever,
You and me together, nothing
is better!
Cause there’s a side to you
that I never knew, never knew,
All the things you'd say they where never true, never true,
And the games you'd play, you
would always win, always win.
But I set fire to the rain,
Watched it pour as I touched
your face,
well it burnt while I cried,
Cause I heard it screaming out
your name, your name!
I set fire to the rain
and I threw us into the flames
well it felt something died
Cause I knew that was the last
time, the last time!
Sometimes I wake up by the
door,
that heart you caught must be
waiting for ya.
Even now when we're already over
I can’t
help myself from looking for ya
I set fire to the rain,
Watched it pour as I touched
your face,
well it burnt when I cried,
Cause I heard it screaming out
your name, your name
I set fire to the rain,
and I threw us into the flames
Cause I knew that that was the
last time, the last time!”
Termino la
canzone, la mia preferita in assoluto, e mi arrischio a lanciare un’occhiatina a
Maru: chissà se ricorda che gliel’ho cantata mentre
aveva la febbre. Il mio ragazzo mi lancia un’occhiata indecifrabile, quindi non
sono certa della risposta, ma d’altronde, è difficile leggerlo. Santo Nicolas
Cage, potresti dare a Sesshomaru un po’ della tua formidabile capacità di
estraniare i sentimenti?
-Oooh, sei così brava, Ayame cara!-
esclama Sango, mentre mi rivolge un sorriso. Rin si alza in piedi e mi salta letteralmente in braccio,
facendomi gemere: tutti i muscoli del mio corpo si sono ribellati nello stesso
momento.
Dannato Principino
Fluffluoso!
-Rin, tesoro… potresti alzarti?-
domando e la piccola fa un saltino all’indietro, mentre storce la bocca
dispiaciuta.
-Scusa, Aya-chan.- sussurra, rannicchiandosi di fianco al fuocherello improvvisato e sbadigliando
vistosamente: oggi è stata una giornata particolarmente dura per la bambina.
Io le accarezzo
lentamente i capelli e poi la copro con un delle coperte di Kagome: così starà
al caldo anche quando il fuoco si spegnerà.
-Ayame.- mi chiama ad un certo punto Sesshomaru, dalla sua
postazione scostata dal gruppo, come al suo solito.
Io non posso fare
a meno di fare un sospiro insofferente mentre mi alzo da terra, con il solo
desiderio di seguire l’esempio di Rin e dormire
almeno dieci ore di filata. Oh, quanto mi manca il mio confortevole lettino con
le lenzuola azzurre…!
-… dovresti
sentirti fortunata, ragazzina insolente, di avere il Grande Principe Sesshomaru
come maestro e…-
-Taci Jaken, ti supplico: non ho la forza per sopportare i tuoi blablabla stasera.- dico, superandolo e lasciandolo a blablablare da solo. -Dimmi, Sesshomaru.-
-Potrai allenarti
anche per tutta la vita, ma finché non imparerai ad attingere ai due diversi
poteri non arriverai da nessuna parte.-
Io annuisco. -Cosa
mi consigli?-
Sesshomaru mi
guarda qualche secondo. -Siediti.- mi ordina
perentorio, senza immaginare -o forse immaginando e ignorando il tutto
volontariamente- che il mio corpo, più che sedermi, mi inviti a buttarmi a
terra come un sacco di patate e dormire sino a domani mattina. Se non di più.
In ogni caso
faccio come mi dice. -E adesso?- domando, chiudendo
gli occhi.
-Arrangiati.-
-D’accordo.
Incoccate la freccia e prendete la mira. Così.- ci
mostra Kagome, incoccando la freccia nel suo arco e scoccandola nel centro
preciso dell’albero che abbiamo usato come bersaglio provvisorio. Come
bersaglio mobile, Kacchan ha proposto con forza Inucchan
e sono certa che la smania che ha di fargliela pagare per le sue bugie sarà
sufficiente a farla migliorare in fretta. Tuttavia, non sono certa che mio
fratello sia d’accordo.
-Attenta!- grida ad un tratto Kacchan, mentre la sua freccia
parte senza preavviso, diretta senza ombra di dubbio verso la nostra
insegnante.
Kagome ha la
prontezza di spirito di abbassarsi, un secondo prima che la freccia passi a
tutta velocità sul punto in cui un secondo prima c’era la sua testa. Faccio un
sospiro di sollievo e guardo la mia amica che è sbiancata.
-Se volevi
ucciderla, Kacchan, dovevi trovare un metodo meno visibile.-
Lei mi lancia
un’occhiataccia, prima di precipitarsi da Kagome. -Oddio, mi dispiace
tantissimo! Sono così stupida, accidenti a me! Stai bene?-
Kagome si alza e
annuisce. -Sono cose che capitano.- dice, girandosi
per verificare la posizione della freccia. -Ottima mira, comunque.-
Kacchan scoppia a
ridere, sollevata, e io alzo gli occhi al cielo, girandomi verso gli altri per
far cenno a loro che è tutto ok: le maledizioni di Inuyasha
verso la mia amica erano state piuttosto inquietanti.
Sospiro sollevata:
al contrario di ogni mia rosea aspettativa, le due Kagome hanno fatto presto
amicizia; è con Inucchan che la mia amica non ha
ancora fatto pace, ma sono piuttosto fiduciosa che mio fratello stia ideando
qualche piano per riconquistarla.
Mentre mi volto
nuovamente verso le mie amiche, incrocio per caso lo sguardo di Sesshomaru e
ricevo una di quelle occhiatacce da Guinness dei Primati. Il suo risentimento,
più elevato del solito, arriva direttamente da ieri sera: dopo la sua esaustiva
risposta, la mia stanchezza sommata all’attacco di nervi che mi aveva fatto
venire, ha fatto si che gli rispondessi male.
Non so se
Sesshomaru abbia capito il reale significato di “Grazie al cazzo, eh!”, ma il
tono era di certo inequivocabile e, considerando che Sesshomaru ha una pazienza
nettamente inferiore al mio ragazzo, sono certa di dover ringraziare il fatto
di avere tutte le ossa integre. Probabilmente vuole vendicarsi al prossimo
allenamento.
-Ayame?- mi chiama Kagome ad un certo punto, distogliendomi
dai miei pensieri. -Perché tu e Sesshomaru vi state guardando in.. cagnesco?-
-Beh, Kagome,
stiamo facendo una specie di lotta. Hai presente marchiare il territorio..? Ecco, non che io lo faccia nel senso reale del
termine, ma diciamo che adesso abbiamo capito chi comanda.-
le rispondo, facendole inarcare una sopracciglia.
Mi riporto davanti
all’albero, cercando di concentrarmi.
Oh, eccome se si è capito chi comanda!
…
Date il benvenuto
a Sesshomaru Taisho, sommo Signore delle Occhiatacce
e del Digrignamento dei Denti, nonché Conte dei Monosillabi.
Tuttavia, sono un
passo più avanti dal farmi rispettare da Sesshomaru: insomma, il fatto che non
mi uccida e che abbia accettato di allenarmi è facilmente riconducibile al
fatto che ho salvato Rin ben due volte e che sono la
compagna del suo sé futuro, ma ho tutta l’intenzione di guadagnarmi il suo
rispetto come ho fatto con il mio Maru. Anche se sono
convinta che saranno dolori, e non per modo di dire.
Scocchiamo qualche
altra freccia, poi Sesshomaru decide che è ora di avviarci e noi non possiamo
fare altro che obbedirgli.
Non riesco a
capire dove vuole andare a parare: dopotutto, non abbiamo nessuna meta precisa,
quindi tanto vale fermarci e aspettare che Kyosuke arrivi da noi, farlo a
fettine di lupastro e farci dire con la forza quando
saremmo potuti tornare a casa. Insomma, mi sembra un piano abbastanza semplice,
o no?
Probabilmente no.
Faccio spallucce e
mi vado a sedere pacificamente su Ah-Uhn, ignorando tutti gli altri miei
compagni di viaggio. Dopotutto, il consiglio di ieri sera di Sesshomaru, per
quanto bastardo, non era così sbagliato: forse sedermi e pensare mi sarebbe
servito per capire come attingere separatamente ai miei due poteri. D’altronde,
solo io posso sapere come fare.
Dunque: potere
spirituale e potere demoniaco, leggermente intrecciati, ma facilissimi da
sciogliere. Ok, e adesso?
Rimango parecchio
tempo in quella posizione, cercando di capire quale potrebbe essere la mossa
successiva, ma non arrivo a nessuna soluzione soddisfacente.
Sfortunatamente
-questa giornata non è iniziata molto bene e sono ragionevolmente convinta che
finirà ancora peggio- ad un tratto sento Kyosuke che si dirige velocemente
nella nostra direzione. Scendo da Ah-Uhn appena in tempo per vederlo spuntare
all’orizzonte.
Non tengo il conto
di quante maledizioni gli lancio nel giro di mezzo minuto, ma sono
spiacevolmente sorpresa di vederlo arrivare vivo davanti a noi.
Angolino dell’autrice: Eccomi con un nuovo capitolo, gente!
Dunque, il viaggio dei nostri ragazzi prosegue, non senza delle novità: l’allenamento
di Ayame e Sesshomaru è stato parecchio duro e la mezzodemone è esausta;
inoltre, qui ho voluto inserire un piccolo spaccato del rapporto tra le due
Kagome che, come vedete, non è per nulla male: anzi, sono diventate molto
amiche sin da subito. Il piccolo discorso comico che Kacchan ha fatto ad Ayame
è ovviamente preso dalla versione in lingua inglese de La Sirenetta e sono le parole che Ursula rivolge ad Ariel prima di
proporle di darle le gambe in cambio della sua voce; invece, la canzone che canta
Aya-chan è Set fire to the rain
di Adele, tra l’altro titolo della prima fic.
Non ho altro da
dire, se non che spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un abbraccio e a presto :*
Sami