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Autore: Altair4    20/02/2017    0 recensioni
SEQUEL di “Storia di una Niana”.
Benvenuti nel mio mondo parallelo dove Marte non è più il pianeto rosso ma è diventato viola e dove le nostre tartarughe e gli alieni del pianeta Ni ne combineranno delle belle!
Grazie ad un portale inventato da Donatello, questa storia sarà ambientata anche sulla Terra… e ad un migliaio di anni-luce da noi, nella fascia di Orione.
Non mancheranno personaggi ben conosciuti e totalmente nuovi.
Storia ispirata principalmente alla mitica serie del 2003.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Raph era sdraiato nel suo letto, sentiva ancora rimbombare nella mente le parole di Alina, non si era mai sentito così
 
inadeguato in tutta la sua vita. Da settimane ormai tutto quello che faceva era allenarsi, mangiare, fare la ronda,
 
dormire e Lisad era diventata ancora più irraggiungibile. Raph era convinto che entrambe le ragazze avessero ragione a non volerlo, il
 
suo destino era stare da solo, forse anche i suoi fratelli sarebbero stati meglio senza di lui. Mentre rimuginava quei
 
pensieri negativi sentì bussare alla porta.
            -Leo vattene, non voglio sentire prediche!-
            -Non sono Leo sono Mikey, non sono venuto per farti la predica, volevo farti vedere una cosa carina-
            -Ah…sei tu…vieni-
Mikey entrò tutto allegro portando in braccio Hedgy e l’appoggiò sul letto.
            -E’ tanto che non vieni su, volevo fartela vedere… lei è Hedgy, quella che credevi fosse la mia ragazza, è una gattina mezza Niana e mezza terrestre –
            -Ricordo sì…è cresciuta dall’ultima volta che l’ho vista-
Hedgy con i suoi occhi grandi metallici guardò Raph e sentì quanto fosse triste, si avvicinò a lui e cominciò a strusciare il musino sulla mano del mutante.
            -Hedgy questo è mio fratello Raph, ti ricordi? -
            -Fratello…Raph…- disse la Vattina.
            -Ma…ha parlato!-
            -Te lo avevo detto che parlava, è molto intelligente come una bambina di due-tre anni-
 
Raph si era seduto sul letto e la Vattina si era accoccolata sulle sue gambe e si prendeva le carezze. Mikey sapeva che
 
al fratello forte e rude piacevano molto gli animali, tiravano fuori il suo lato tenero.
 
            -Ti va di raccontarmi cosa è successo? Non dici mai una parola…siamo preoccupati- Disse Mikey.
            -Cosa vuoi sapere? Che avevate ragione?-
            -No…voglio sapere come stai. Quando temevo che Isabel non mi avrebbe mai accettato, soffrivo molto, ho anche odiato essere una tartaruga…anche Leo potrebbe dirti la stessa cosa…ma lo sai, lui deve sempre apparire perfetto e forse non lo ammetterà mai-
            -Ha detto che sono un mostro e il pensiero di avermi baciato la faceva vomitare…-
            -E’ una brutta sensazione…la conosco…ma quindi non sei andato oltre il bacio con lei…-
            -Infatti non mi sono comportato male come credete voi…invece con quella Rebecca non ho ragionato, ero pure ubriaco e poi la conoscevo appena…Alina invece…stavo cominciando ad affezionarmi…-
            -Forse non avete avuto il tempo necessario, forse non era la persona giusta per te…e poi fin dall’inizio non sapeva chi eri…come lo ha scoperto?-
            -Mi ha fatto arrabbiare…io la tenevo distante perché non volevo che facesse qualcosa per cui si sarebbe pentita…le ho detto che avevo bisogno di tempo, ma lei non me lo ha dato…mi abbracciava, mi baciava di continuo…l’altra sera mi si era appiccicata addosso…le ho detto che non potevamo stare insieme…prima ha pensato fossi un malvivente e poi mi ha dato del pazzo …mi parlava come se fossi stato lo scemo del villaggio…non ci ho visto più ed ho spento il ciondolo… in quel momento sono arrivate le sue coinquiline…sentissi come strillavano!-
            -Eh sì ti capisco, le donne hanno quelle vocine aguzze!-
            -Non sono più uscito col ciondolo…non so come hai fatto tu con Isabel…forse sono io che sono sbagliato-
            -E’ vero che sei più brutto di me…ma non sei sbagliato…siamo molto diversi da loro, noi non abbiamo molta scelta. Non esistono tartarughe femmine mutate e siamo così abituati a vedere gli umani che a noi non fanno paura, ma per loro non è lo stesso…Isabel si riteneva un mostro…ricordi? Era rimasta gravemente ustionata…sapeva cosa vuol dire sentirsi diversi e non accettati…perfino i suoi genitori non ne sopportavano la vista senza mettersi a piangere…per questo ha saputo capirmi…anche se devo dire che quando mi ha incontrato la prima volta non si è spaventata molto…- Mikey chiuse gli occhi e ripensò a quando come un supereroe l’aveva afferrata al volo ed aveva impedito che si suicidasse.
            -Mikey…mi ci è voluto tanto tempo per capirlo…ma Isabel era speciale come poche sulla Terra…come Karai…-
            -Sì…era davvero speciale…non mi accadrà mai più qualcosa di così bello…-
            -Mikey non dire così…-
            -Dici che troverò una compagna speciale come Isabel in futuro?- Disse Mikey reprimendo un sorriso.
            -Mai perdere la speranza!-
            -Allora lo stesso vale per te!-
Quel furbacchione di Mikey gli aveva teso una trappola, voleva tirarlo su in tutti i modi anche a costo di essere scorretto, ma non ebbe la risposta che sperava.
            -Per te c’è speranza…ci sei riuscito una volta…perché non può ricapitare?…invece io non ne sono capace…-
            -No, non è così, a me non potrà ricapitare perché non voglio!-
 
Mikey aveva un tono serissimo e fissava Raph con determinazione, purtroppo la sofferenza per Isabel non era passata
 
del tutto e forse non l’avrebbe mai fatto.
 
Ci fu uno strano suono metallico ed Hedgy, che si era addormentata, fece un salto e contemporaneamente tirò fuori
 
gli aculei. Raph fu rapido a scansarla rotolando fuori dal letto.
            -Ma che diamine! Si vede che è una femmina Niana! Sono sempre piene di aculei-
            -E’ una chiamata sulla cintura, è Astrid da Marte…tu non ci crederai…ma sta arrivando sua madre con i nuovi prescelti e Frel! Devi assolutamente venire!-
            -Non sapevo stessero arrivando!-
            -Ci hanno contattato una decina di giorni fa quando sono entrati nel sistema solare. Vedessi Astrid com’è emozionata. Vieni dai! Te li vuole far conoscere tutti…e poi ci sono delle nuove Niane…anche se mi hanno detto che sono fredde più di Nied!-
            -Verrò per salutare Frel e conoscere la mamma di Astrid…andiamo-
            -Vieni Hedgy era solo la cintura, non è successo nulla!-
            -Solo…cintura…nulla … successo …-
            -Brava piccolina, seguici-
 
Tutti i Niani, le tartarughe e Karai erano sul prato davanti alla base a pianta ottagonale. Negli ultimi mesi l’edificio
 
era stato ampliato, c’era spazio per i nuovi arrivati. Ora le SL3D (Stampanti Laser 3D) erano talmente rapide che
 
potevano tirar su una città in un paio di mesi.
 
Una nave spaziale argentea apparve all’orizzonte violaceo, man mano che si avvicinava si delineavano le sua
 
componenti: una grossa capsula argentea a forma di uovo al centro e altre sette più piccole attaccate tutti intorno.
 
Prima di toccare il suolo le capsule si staccarono da quella principale ed “ammartarono” senza rumore. Nella navetta
 
più grande si aprì un foro ed una Niana in forma rettiliana con scaglie chiare ne uscì fuori. Astrid non aspettò un
 
secondo le corse incontro con le lacrime agli occhi.            
 
            -Mamma!-
            -Astrid! Amore mio!-
 
Le due Niane si abbracciarono commosse, sembravano due sorelle, la chirurgia di Yal aveva fatto miracoli. Da una
 
capsula vicina uscì Frel e guardò la scena con gli occhi lucidi. Mikey gli corse in contro e lo abbracciò.
 
            -Sei tornato! Lo sapevo che ci volevi bene! Ma sei in gran forma!! Caspita che muscoli ti sei fatto-        
 
Frel non era più la stessa persona di qualche anno prima, aveva ancora i suoi bei lineamenti ispanici, ma il suo fisico
 
era decisamente quello di un guerriero ed aveva un portamento più fiero.  Astrid lo vide e ne rimase colpita, gli andò
 
incontro e, appena fu libero dalla morsa di Mikey, lo abbracciò.
 
            -Sono così felice che tu sia tornato, hai deciso per una nuova vita, sei molto coraggioso- 
            -Questo lo devo a te Astrid…ti trovo benissimo…-
            -Grazie…anche tu stai davvero bene-
 
Poi tornò subito dalla madre, Frel la seguì con lo sguardo, ma fu presto distratto da Lisad, Beal, Nied e le altre due
 
tartarughe che gli andarono in contro festose. Dopo i saluti tra vecchi amici, tutti gli sguardi caddero su quella che
 
alla luce del sole sembrò un’opera d’arte vivente; Kerad uscì dal suo uovo in forma rettiliana, le sue scaglie di
 
cristallo proiettavano arcobaleni dovunque, guardò tutti freddamente e disse:
 
            -Sono Kerad 4, l’ingegnere del territorio, vedo che siete molto avanti con il lavoro me ne compiaccio-
 
Astrid la guardò cercando di non tradire il sentimento di diffidenza che aveva nei suoi confronti e le disse:
 
            -Piacere di conoscerti Kerad-
            -Piacere mio, numero 1, è vero quello che dicono… hai dei colori strani-
            -Spero si dicano anche cose buone di me…-
            -In realtà sapevo che non dovevi partecipare alla missione…-
            -Invece il Consiglio ha sbagliato e sono il numero 1, forse potrai chiamarmi Astrid se abbassi un po’ la cresta!-
 
La bella Niana non si aspettava un trattamento del genere, di solito tutti la riverivano, per cui ammutolì, ovviamente
 
senza mostrare espressione e restò il gelo dipinto sul suo viso di cristallo. Gli altri prescelti si avvicinarono ad Astrid
 
del tutto incuranti della reazione di Kerad e si presentarono seguendo la numerazione assegnatagli dal Consiglio
 
Scientifico.
 
            -Sono Gead 2 l’ingegnere. Astrid sei un degno numero 1, l’ho potuto constatare tramite la fusione con tua
madre e basta guardare l’opera impressionante che avete realizzato. Spero di poter partecipare a questa  missione e di poter parlare prima possibile di scienza con il terrestre Donnie- Gead era in forma umana, aveva i capelli color nocciola brillante, era perfetta come tutte le Niane, ma quelle belle parole erano state dette con voce di indifferenza.
Il Niano Ulil di aspetto caucasico come Gead, si guardò intorno, ma esattamente come gli altri non mostrò emozioni per l’incredibile ambiente marziano, semplicemente disse:
            -Sono Ulil 3 il geologo, vedo che avete fatto molto, ma so che potrò esservi ancora utile-
 
Fu la volta di Farad in veste umana, era una bellissima nera con una montagna di riccioli, fece una specie di inchino,
 
abbozzò un sorriso perché sapeva che sarebbe stato gradito e disse:
 
            -Sono Farad 5 la psichiatra e psicologa, sarò felice di aiutare come posso e so che apprezzerete le mie capacità nell’ambito delle arti marziali-
 
Si fece avanti Zarel anche lui senza scaglie, non passò certo inosservato per il suo bell’aspetto e i suo capelli biondi
 
da svedese, ma poi aprì bocca e la sua voce stridula ridimensionò la sua presentazione:
 
            -Il mio nome è Zarel 6 sono il medico e biologo, sarò ben lieto di affiancare la numero 1 e Nied 5 in laboratorio ed in sala operatoria-
 
Invece il soldato Tredil era in forma rettiliana ed aveva scaglie brune come Lisad, ma sotto era moro bello e prestante
 
come qualsiasi Niano creato in laboratorio.
 
            -Sono il soldato Tredil 7 mi hanno raccontato le vostre prodezze, sarò lieto di confrontarmi con Lisad, Beal e le tartarughe in qualsiasi momento. Apprezzo senza dubbio Astrid come numero 1, so che anche essa è una guerriera, questo le fa onore-
            -Molto bene prescelti siamo molto lieti di avervi qui, non potete nemmeno immaginare quanto. Ho visto che avete dei lineamenti prevalentemente caucasici e siete in numero minore rispetto alla passata spedizione- commentò Astrid. Gead chiese la parola:
            -Frel è arrivato prima del previsto, noi eravamo quelli più pronti, inoltre non è più importante avere caratteristiche umane ben definite ora che siamo su Marte-
            -Infatti adesso dobbiamo solo concentrarci sulla colonizzazione, la forma umana è un surplus. Vi farà piacere sapere inoltre che di recente abbiamo fornito agli scienziati Niani una formula matematica migliorata per far funzionare il Tartunnel a grandi distanze e stiamo aspettando dei riscontri.  Non è ancora sufficiente per un viaggio fino a Ni, ma la base potrebbe raggiungere un luogo più vicino a noi e potremmo provare a vedere se funziona da lì- disse Donnie.
            -Tutto questo è così incredibile… sono così orgogliosa di voi tutti Niani e terrestri…avete reso questo pianeta bellissimo, mi ricorda tantissimo Ni- disse Leiad, era così commossa che i nuovi prescelti si sentivano quasi in imbarazzo per lei, invece agli altri sembrò semplicemente una madre che rivedeva la figlia dopo anni.
            -Ma venite avanti, vogliamo mostrarvi le vostre stanze e la base marziana, al momento abbiamo un solo robot prototipo, vi scannerizzerà uno ad uno per inserirvi nel suo database, è lì all’entrata- disse Donnie che indicò Roby e nel mentre fissava incuriosito Leiad. La madre di Astrid era meno chiara della figlia ma per il resto le somigliava in modo impressionante, stranamente sembravano più sorelle che madre e figlia, la cosa non gli tornava affatto. Anche Mikey era incuriosito dalla mamma di Astrid ma non si trattenne certo da fare domande.
            -Mamma di Astrid sei giovanissima! Non me lo aspettavo, sembrate due sorelle, com’è possibile?-
            -E’a causa dell’ibernazione, come membro del Consiglio Scientifico ho passato molto tempo ibernata, ho vissuto veramente solo trentacinque anni, Astrid invece a causa della missione ne ha già vissuti ventitrè, ma ne ha passati almeno altri quattro in stasi-
 
Intanto la bella Kerad era silenziosa, era rimasta sconcertata dalla risposta di Astrid e nessuno le stava intorno come
 
le era capitato con gli scienziati della base di Ni. Si dovette accontentare dello sguardo insistente della tartaruga con
 
la bandana rossa che non la mollava un secondo, decise di rivolgergli parola ma non si ricordava più il suo nome.
 
            -Allora terrestre, anche tu vivi qui su Marte?-          
            -Il mio nome è Raphael ma puoi chiamarmi Raph. Non vivo qui, però capito spesso-
            -Vedo che sei armato, non amo molto la violenza, ma ho capito che purtroppo con voi terrestri serve…-
            -Mia cara anche con i Niani può servire…soprattutto se rompono le balle!- Disse Lisad che aveva notato subito l’interesse della Niana di cristallo per il suo ex e viceversa.
            -Diciamo che sarebbe meglio non ce ne fosse bisogno…ma a me viene molto bene… combattere, forse avrai modo di vedermi in azione, magari mentre mi esercito- disse Raph che non aveva gradito l’intervento di Lisad.
            -Con piacere Raph. Sei davvero un terrestre interessante…Lisad come mai hai sviluppato un atteggiamento così aggressivo? E’ stato l’allenamento da Niano preistorico che ti ha reso così?-
            -Come ti permetti! Sono un prescelto come te e la mia missione è andata a buon fine anche grazie a me, invece tu te ne vieni qui e trovi la pappa pronta! Puoi venire a fare la contadina grazie a noi!-
            -Non sono una semplice contadina, ho una laurea come ingegnere del territorio-
            -Su ragazze non litigate, siete entrambe delle prescelte…cosa volete di più?- Raph era in imbarazzo, non pensava affatto di poter interessare a quella Kerad, semplicemente era bella da vedere e non aveva distolto lo sguardo, questa era la sua colpa, Lisad doveva complicare tutto.
            -Non sto litigando, sto solo dicendo la realtà dei fatti- disse Kerad che in effetti non aveva cambiato il tono della sua voce di una virgola, mentre Lisad in confronto era un concerto di Stravinskij.
 
Nel mentre Gead, Ulil e Zarel sembravano due automi, seguivano gli altri senza parlare, Leo li osservava e pensava
 
che se i membri del Consiglio Scientifico gli avessero ordinato di buttarsi di sotto dalla scogliera lo avrebbero fatto
 
senza esitazione. Leo era convintissimo che non sarebbero sopravvissuti alle difficoltà che avrebbero incontrato sulla
 
Terra. Doveva essere grato ad Astrid e alla sua sensibilità, erano ormai passati quattro anni dal loro incontro sui tetti
 
di New York. Insieme erano riusciti a fare l’impossibile. Senza la loro amicizia adesso non ci sarebbe stata nessuna
 
speranza per il genere umano. Mentre Leo rimuginava, il gruppetto aveva raggiunto ormai la base. Il soldato Tredil
 
aveva attaccato bottone con quel gigante buono di Beal e programmavano un incontro amichevole nel dojo. Farad si
 
guardava attorno senza preoccuparsi di essere vista; la bella nera osservava tutte le espressioni dei visi ed ascoltava le
 
voci. Fu così che notò che i terrestri, nonostante avessero un orecchio meno acuto dei Niani, producevano molti più
 
toni diversi in una sola frase, anche se tutti loro parlavano un’unica lingua. Questa ricchezza di segnali faceva un
 
effetto strano su di lei, erano come una musica di suoni e gesti, voleva imparare ad interpretarne i significati, anche
 
quelli nascosti. La sua attenzione fu catturata in particolar modo dal più chiassoso di tutti: Mikey. La tartaruga in
 
arancio era molto festoso e cercava di parlare con tutti. Ad un certo punto cominciò a tempestare Ulil di domande ma
 
ottenne solo dei monosillabi.
 
            -Allora tu sei un geologo ho capito bene?-
            -Sì-
            -Saprai sicuramente che finimondo abbiamo fatto qui quattro anni fa!-
            -Sì-
            -Dice Astrid che abbiamo risvegliato il cuore di Marte…che senza quelle esplosioni adesso sarebbe un pianeta morto-
            -Sì-
            -Sai dire solo sì nella mia lingua?-
            -No!-
 
Farad si avvicinò e cercò di attirare l’attenzione del terrestre.
 
            -Perché fai tutte queste domande?-
            -Vi conosco da poco, non so niente di voi e poi non parlate molto, volevo incoraggiarvi, forse siete timidi-
            -Non siamo timidi e tu mostri un interesse esagerato per noi senza un motivo apparente-
            -Ma io sono così, sempre esagerato, però non cambio idea, siete timidi-
 
Farad lo fissava, stava cercando di elaborare i nuovi dati, questo terrestre si preoccupava per loro, doveva capire per
 
quale motivo anche se sembrava che nemmeno il terrestre ne fosse veramente conscio.
 
            -Vorrei che vi riposaste, faremo in seguito un giro della base e poi decideremo per  la fusione con calma, non c’è fretta… mamma posso parlarti in privato? E’ tanto che aspetto questo momento…- disse Astrid.
            -E’ lo stesso per me-
 
I prescelti si ritirarono nelle loro camere, nessuno commentò per l’insolita composizione delle mura della base,
 
sapevano che in futuro sarebbero stati informati sul suo funzionamento, sembravano non apprezzare la genialità di
 
tale costruzione.
 
Finalmente madre e figlia si trovarono da sole l’una di fronte all’altra:
 
            -Astrid somigli a tuo padre Sol…vorrei tanto che potesse conoscerti…-
 
Le accarezzò la guancia, era così pallida sua figlia ma bellissima.   
 
            -Sono già molto fortunata a poter conoscere te…i miei amici Niani non hanno avuto questa possibilità…-
            -Il Consiglio Scientifico è stato spietato con tutti voi…volevano rendervi insensibili… Yal ha cercato di farvi modificare meno possibile…dovrei averti comunicato immagini ed informazioni su di lui, spero che lo incontrerai molto presto-
            -Lo ricordo molto bene…poi tramite un dispositivo inventato da Donnie lo abbiamo contattato prima che arrivaste-
            -Quella tartaruga è sempre fonte di sorprese! Sarà utile comunicare con la base. Ma quindi siete informati sulla situazione-
            - Sappiamo tutto, siamo preparati a Keard, pensavo di leggerle le mente e condizionarla nel sonno-
            -Mi sembra saggio…ma torniamo a noi, sei pronta per fare la fusione e liberarmi?  Saremo in due contro la forza di Redol!-
 
Astrid mise le mani sulla tempie della madre e cominciò la fusione più incredibile che la sua mente potesse
 
realizzare. Fu inondata di nozioni di una vita, dall’amore per Sol, dalla sofferenza della sua solitudine ma anche
 
l’attaccamento a Yal che però non riusciva ad evolvere. Vide le sofferenze che sua madre aveva sofferto quando era
 
stata sottoposta alla chirurgia molecolare e poi all’improvviso incontrò un muro di gomma dove le sue capacità
 
rimbalzarono inspiegabilmente. Sentiva che la madre cercava di aprirsi, ma un qualcosa di molto potente non lo
 
permetteva e non permetteva a lei di entrare. Provò ancora e venne sbalzata fuori fino a riaprire gli occhi nel più
 
completo stupore.
 
            -Non ci riesco! Ho fallito!-
            -Non ti angosciare…sapevo che non potevi riuscirci alla prima, io stessa non ne sono capace, ma non dispero, ci riuscirai…quello che ho letto in te è stupefacente…vorrei parlare un po’ con il tuo Donnie…dov’è?-
            -Non vuoi riposare?-  
            -No…sono troppo felice per dormire…è molto carino il tuo genio in mezzo guscio…-
            -Lo penso anche io-
 
Si misero a ridere, poi Astrid la condusse nell’officina, Donnie era lì, era tornato nuovamente a lavoro.
 
            -Permetti un parola in privato Donnie?-
            -Sì certo, scusaci Astrid…-
 
Astrid li guardò con un po’ di sorpresa ma non disse una parola ed uscì dall’officina.
 
            -Volevo ringraziarti per aver aiutato prima di tutto mia figlia ed il mio popolo…ma credo che non esistano le parole per questo, per cui ti regalo qualcosa di mio a cui tengo veramente tanto, credo che servirà di più a te-
 
Leiad staccò dalla cintura un oggetto della grandezza di una torcia lo sfiorò e due lame laser color viola uscirono dai
 
lati.
 
            -Era di Sol, il nonno di Astrid, vorrei la tenessi tu. Ha una particolarità, all’interno c’è un cristallo Enerzon eterno come nella mia spada, è praticamente indistruttibile, quando ricaricato si rigenera in ogni sua parte, durerà per sempre-
            -Non posso accettare…-
            -Devi accettare, ti prego, insieme al mio benvenuto nella nostra famiglia, come voi avete accettato Astrid nella vostra-
            -Non so cosa dire…-
            -Non devi dire nulla…ho visto attraverso Astrid l’amore che c’è tra di voi…volevo dirti che non importa cosa accadrà, la vostra unione è la vostra forza-
 
Donnie non riusciva a capire cosa intendesse, non aveva nessun motivo per dubitare di questo, ma lo accettò lo stesso
 
come un buon consiglio. In realtà il pensiero che lo tormentava veramente era il mistero che aleggiava intorno a
 
Senza Nome/Leiad. Più che un pensiero logico era una sensazione, per cui sul momento non gli sembrò il caso di
 
discuterne. Prese in mano l’arma Niana e vide che la poteva roteare come il suo bo, era perfetta per lui.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
Finalmente il contatto! So che sono noiosa ma devo ricordare a voi lettori che Senza Nome e la leggendaria Leiad sono la stessa persona. Leiad era ritenuta la Niana più potente psichicamente di Ni, era stata mandata sulla Terra molti anni a dietro. Redol aveva tentato di farla fuori segretamente e tutti i Niani sapevano che era morta sulla Terra. In realtà era sopravvissuta ed era tornata su Nì facendosi passare per la sua stessa figlia e di Sol  col nome di Senza Nome. Yal per nascondere la vera identità di Leiad l’aveva sottoposta ad un’intervento di medicina molecolare (una roba che mi sono inventata io ovviamente). In pratica Yal aveva fuso il DNA di Leiad con quello di Sol perché avesse un aspetto diverso e risultasse la loro figlia ad un controllo genetico…del resto anche noi ereditiamo metà del nostro DNA da nostra madre e metà da nostro padre. Solo il cervello non era stato cambiato e Leiad ricordava chi fosse. Spero di non avervi confuso ulteriormente…
Chissà cosa ha in mente la Niana di cristallo Kerad, sarà davvero un pericolo?
Non perdetevi il prossimo capitolo!
 
Buona lettura
Altair
   
 
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