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Autore: Im_Rave_Ross_16194    20/02/2017    2 recensioni
Questa storia è narrata in prima persona da Thea, e sarebbe una specie di pre-quel della mia storia "...so he took the wrong woman" che parla dell'Olicity.
Questo capitolo avrà una parte molto importante nella storia sull'Olicity, perciò sarei molto, ma molto felice di sapere cosa ne pensate :)
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Malcolm Marlyn, Moira Queen, Oliver Queen, Thea Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Bonsoir...
Eccomi con una One-shot per voi!
L'ho scritta di getto in tre ore :D
Dopo essere arrivata alla 2x23 he he...
Questo capitolo è una parte importante di
"...so he took the wrong woman"
la mia storia dedicata all'Olicity.
Questo è qualcosina di diverso, ma che ha un ruolo
importante nello sviluppo sucessivo della storia.
E' scritto in prima persona da Thea, e diciamo
che vi lascio un pò a bocca sciutta... ;)
Leggete e capirete...
Buona lettura, un besito :*
rave.

"the Letter..."

Arrivai in stazione con una misera valigia di vestiti, non mi preoccupavo di portarmi molto dietro, ho racattatato le prime cose che mi erano capitate a tiro, non avevo tempo di scegliere abiti da sera, da cocktail o da cerimonie presso il Verdant.          
Ero la titolare della discoteca più in voga di Starling City, ma abbandonavo tutto, tutto per non essera una piaga per mio fratello, l'unica persona che non è stata capace di versare neanche una lacrima alla morte di nostra madre.
Quella sera non me la dimenticherò mai...
L'urlo straziante che mi fece perdere la voce, mi perforò l'anima quando Slade Wilson le trafisse il cuore con un solo colpo.
Mia madre non era santa, ma era pur sempre mia madre, aveva fatto tutto quello che era in suo potere per proteggerci, ma non sapeva quanto fosse grande la minaccia di Slade.
La sua ingenuità la portò anche alla morte...
Ricordo che Slade disse una frase, rivolta a mio fratello che giaceva per terra disperato accanto al corpo inerme di mamma.
"Adesso me ne manca solo una!" pensai mi avrebbe ucciso, invece no, se ne andò lasciandoci soli.
"Oliver!" iniziai a urlare.
"OLIVER!" urlai sempre più forte versando tutte le lacrime che potevo.
"OLIVER!" continuai a urlare singhiozzando ogni lettera del suo nome.
"Lei è morta!" affermai disperata trascinandomi vicino al corpo di mia madre.
La guardai per un'ultima volta, le mie lacrime bagnarono anche le sue guancie, ma mio fratello non si mosse, aveva lo sguardo vuoto, perso, spento, gli scendevano lacrime solo dall'occhio sinistro, e finivano per terra, ma lui non accennava neanche di respirare.
Per un'istante ebbi paura che fosse svenuto, o nella peggiore delle ipotesi, morto per lo shok, ma poi tirò su con il naso e vidi che respirava.
"Oliver alzati!" gli ordinai con voce roca, ma lui non mi degnò neanche di uno sguardo, continuava a fissare negli occhi la mamma, come se stesse cercando di dirle qualcosa, qualcosa che neanche lui sapeva. 
A quel punto decisi di prendere in mano la situazione, dovevo essere forte, dovevo dimostrare di essere la figlia di Moira Queen.
Mi trascinai verso Oliver e frugai tra le sue tasche, con le mani legate sulla schiena era un pò difficile, ma riuscii a trovare il telefono cellulare.
Aprii la rubrica e chiamai il primo numero che mi si parò davanti.
"Pronto?!" rispose una voce femminile.
"Sono Thia, abbiamo bisogno di aiuto!" singhiozzai.
"Arriviamo subito!" chiuse la chiamata.
"Perchè hai chiamato Felicity?" ebbe finalmente la decenza di parlare.
"Non è che avevo molta scelta con le mani legate!" risposi in modo arrogante.
"Non dovevi chiamare nessuno!" rispose calmo, troppo calmo per i miei gusti.
"Ah, quindi pensavi di continuare a ignorarmi qui, mentre io mi dispero?! Penso proprio di no, signor Queen! Abbi almeno la decenza di versare lacrime vere!" 
"Pensi che io non soffra?" urlò balzando a sedere "pensi che io sia di ferro? senza cuore? Come pensi che io riesca a sopportare, solo per un'istante, vedere un'altro genitore venire ucciso?! EH?" continuava a urlarmi contro.
"Cosa pensavi? Che fratello senza cuore che ho! E' sempre facile per te, Thia! Nessuno si deve appoggiare a te, non hai doveri, e puoi fare quello che vuoi, ma sai una cosa?! Il mondo non è come tu l'hai sempre immaginato, se mamma non ti ha mostrato anche le parti più aboniveli della vita, tu non sai niente! Il mondo non è come alle elementari che disegnavi il sole e gli unicorni, questa è la vita reale, muoiono tutti prima o poi... " lo guardai attonita da quelle parole, lui soffriva più di me, mi ero dimenticata che lui ha visto anche nostro padre morire, mi ero dimenticata che lui ha perso anche Tommy, ero proprio egoista.
"Ragazzi, state bene?" domandò Felicity irrompendo nei 10 secondi di silenzio che si era creato dopo quelle parole.
"Ommiodio!" si mise le mani sulla bocca dopo che vide nostra madre per terra, morta.
"Mi dispiace..." sussurrò iniziando a piangere.
Mi si avvicinò e tagliò la corda che mi teneva stretti i polsi, dietro di lei vidi Diggle tagliare la corda a Oliver.
Felicity mi abbraciò forte, così forte che mi confortò per un secondo e mi liberò la mente.
"Domani partirai!" disse Oliver secco.
"Fai le valigie. Prenderai il treno di mattina presto, prima dell'alba. Ti darò tutto quello che ti serve, basta che te ne vai da qualche parte al sicuro." si alzò in piedi, ormai calmo.
Io e Felicity lo guardammo in modo strano.
"Stai bene?"gli domandò lei, alzandosi in piedi davanti a lui, ma egli non rispose, si limitò a guardarla intensamente, e lei reagì capendo cosa doveva fare.
Lo abbraciò, anche se mio fratello non era tipo da abbracci, ma quello di Felicity, per qualche strano motivo, non potè rifiutarlo.
Diggle mi diede una mano e mi accompagnò in macchina.
Mentre lasciavo i due ancora abbracciati, guardai un'ultima volta mia madre, ormai non ci sarebbe più stata.
Entrai in macchina, e la prima cosa che fui capace di dire era:
"Spero che lo renda felice!"
"Chi?" domandò Diggle confuso.
"Felicity!" risposi 
"Lei è brava a capire cosa manca... -continuai- sa di cosa Ollie ha bisogno, e lo completa. Mio fratello è stato per troppo tempo avvolto da oscurità e tristezza, lei potrebbe essere il suo spiraglio di luce." terminai.
"Lo penso anche io." rispose prima di svoltare al semaforo verso casa.
Mi precipitai in camera, presi la valigia e buttai dentro le quattro cose che mi sembravano più utili. Presi dei contanti dalla cassaforte e feci ritorno in macchina.
Avevo Diggle che mi aspettava pazientemente per portarmi alla stazione ferroviaria, e appena entrai in macchina,  partimmo.
"Oliver mi ha raccomandato di darti questa." mi porse una lettera.
"E tu potresti dare questa a Felicity?" gli porsi la mia busta color crema decorata con le mie iniziali.
"Certo." rispose con un sorriso cortese.
"Ovviamente, dille di non aprirla finchè non avrà qualche dubbio sui sentimenti di Ollie." cercai di fare un sorriso.
"Ma quando hai avuto il tempo di scrivere?" domandò Diggle curioso.
"Beh, non ho scritto un gran che..."
Arrivati alla stazione, Diggle mi prese la valigia e me la porse abbracciandomi.
"Stammi bene, Thea!"
"Anche tu." risposi sciogliendo l'abbraccio.
"Sicura che non vuoi che aspetti il treno con te?"
"Sicurissima!" risposi con un sorriso finto.
Entrai nel edificio e presi il biglietto, mancavano 15 minuti alla partenza per Central City, e poi Gotham City, perciò decisi di sedermi assieme agli altri passegeri in sala d'astetto.
Guardai il tabellone degli orari dopo 5 minuti, e c'era scritto che avrebbe fatto un ritardo di mezz'ora. Iniziai a preoccuparmi...
Dopo 20 minuti sentii una porta di vetro rompersi, e vidi subito quella maschera che tanto odiavo...
La gente iniziò a sparpagliarsi da tutte le parti, il vigile gli sparò due colpi di pistola, che non lo sfiorarono neanche. Arrivai alla porta d'uscita, ma era bloccata.
All'improvviso percepii una figura imponente alle mie spalle, che mi prese per il collo e mi sollevò da terra. 
Sentii due colpi di freccia che lo beccarono nella spalla destra e una terza freccia nella gamba sinistra, a quel punto mi lasciò cadere da per terra, e lo vidi..
Era lì con la sua insulsa maschera nera, era Il Mago.
L'uomo che prima mi stava strozzando era uno scagnozzo di Slade, indossava la stessa insulsa maschera arancione e nera.
"Chi sei tu?" gli domandò al Mago, prima che la freccia bomba che si era estratto dalla gamba, gli esplodesse in mano.
Si tolse la maschera e senza avviso disse:
"Sono suo padre!" rispose lasciandomi pietrificata da quelle parole.
"Rimani dietro di me!" mi ordinò girandosi di colpo per uccidere un'altro soldato di Slade, ma la sua freccia non gli fece nulla.
Iniziarono a combattere, e Malcom Merlin venne schiacciato sul muro, in svantaggio.
Non me ne importava nulla, per me potevano morire entrambi, lui aveva cercato di uccidere mio fratello, e anche me!
"Hai terminato le frecce!" gli disse l'avversario
"Ma tu no!" gli rispose Malcom togliendogli la freccia di prima e conficcandogliela di nuovo in testa.
Non si rialzò per qualche secondo, e mi spaventai... 
Mi avvicinai alla pistola che si trovava da per terra e la presi fra le mani.
A quel punto Malcom si rialzò.
Ero pronta, gliela puntai addosso senza pensarci nemmeno una volta, non mi importava se lui era il mio padre biologico, il mio padre è e sarebbe sempre stato Robert Queen!
"Se la vuoi usare devi prima togliere la sicura!" e lo feci, in modo impacciato, ma lo feci.
"Ti sparerò! Lo farò!
"Lo vedo nei tuoi occhi, i miei occhi! Sono come i miei, entrambi pieni di dolore e rabbia, perchè quelli che amavamo ci sono stati tolti... Ho perso il mio nome, mia moglie, Tommy..."
"Sta zitto!" urlai
"Tu sei tutto quello che mi è rimasto, Thea. E anche tu hai perso tutto. Ma hai ancora un padre!" non avevo intenzione di ascoltarlo, ogni parola che usciva dalla sua bocca era una menzogna, non meritava nulla, era un bastardo, un lurido bastardo, che per colpa sua Tommy morì!
"Ma tu, hai ancora..." non lo lasciai finire e gli sparai due colpi di pistola diritti nel cuore.
Al secondo colpo cadde a terra, e solo allora mi resi conto da cosa cercava di proteggermi Oliver.
Mi proteggeva dalla stessa oscurità che aveva avvolto anche lui, e che ora avrebbe avvolto anche me... il senso di colpa.

Feci qualche passo disperato, cercando di andare avanti quando sentii la sua voce.
"Thea!" pensai che il senso di colpa, ormai imminente, mi stava facendo dei brutti scherzi.
Mi si parò davanti mentre respiravo a fatica per lo spavento, cosa mi avrebbefatto adesso?
"Se vuoi uccidermi, fa presto." dissi non capendo neanche cosa avesse detto riguardo al proiettile che si era estratto dal giubottoanti proiettili.
"Ucciderti? Perchè? Perchè mi hai sparato? Sono contento che tu l'abbia fatto!"
Ma che razza di psicopatico è mai questo? pensai...
"Tu sei malato!"
"Forse, ma come lo spieghi che neanche un anno fa, tuo fratello mi aveva puntato, anche lui, una pistola contro?!"
"Tommy?" domandai
"Lui ha esitato, non aveva la forza necessaria a premere il grilletto, ma tu no Thea! Tu sei di ferro, tu sei realmente mia figlia, e non ne potrei essere più fiero!" a quelle parole mi venne da vomitare e me ne andai, Dio sà dove, bastava che non fossi nei paraggi di quel pazzo psicopatico.
"E' pericoloso lì fuori!" mi disse seguendomi.
"Meglio che qui con il mio pazzo psicopatico padre, che ho cercato di uccidere." dopo due passi, il cellulare della mia tasca destra squillò.
Guardai lo schermo, era Roy.
"Roy?"
"Sì, sono io. Volevo assicurarmi che tu stessi bene."
"Sto bene... sono alla stazione ferroviaria"
"Thea, ascoltami, non sei al sicuro lì, potresti, per favore, venire a casa mia?"
"Sarò lì, il prima che posso!"
"Ok, sta attenta..." e riattaccai.
"Chi era?! Roy?!" lo guardai estremamente sorpresa
"Sei mia figlia, non c'è molto che io non sappia di te. Interessante il fatto che torni da lui, nonostante tu stia cercando di scappare da tutte quelle menzogne. Se torni da lui, sarai come Moira e Oliver, ma tu sei diversa Thea."
"Tornerò! E se provi a seguirmi, ti sparerò di nuovo!" a quelle parole rimasi sorpresa del mio coraggio, della mia forza di ribellione e di quello che potevo fare.
Lasciai la stazione a passo felpato, ma quando mi girai per vedere se mi stava seguendo, lui non c'era più.
Era svanito...
   
 
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