Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: nanamiart    20/02/2017    3 recensioni
Sono trascorsi ottantaquattro anni, e ancora sento l'odore della vernice fresca… i servizi di porcellana non erano mai stati usati, nessuno aveva mai dormito tra quelle lenzuola. Il Titanic era chiamato la nave dei sogni... e lo era, lo era davvero. In tutti questi anni, credo di non aver mai parlato di lui. Tutto ciò che c’è da sapere è che è esistito un uomo di nome Levi Ackerman e mi ha salvato in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non ho foto di lui, vive soltanto nei miei ricordi.
[ErenxLevi♥]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il cuore dell’oceano

 

Avevo appena compiuto diciassette anni ma, nonostante fossi nel fiore degli anni, non ero affatto felice della mia vita. Agli occhi degli altri, tuttavia, tutto ciò che mi riguardava era invidiabile: ero ricco ed appartenevo ad una famiglia di buon nome. Come se non bastasse, devo ammettere di essere stato un giovanotto affascinante, ufficialmente fidanzato con la ragazza più bella della mia città, la signorina Mikasa. Io non l’amavo, affatto… come del resto non amavo qualsiasi aspetto della mia esistenza. Ogni secondo passato tra i membri dell’alta società era per me una tortura e, dentro di me, urlavo.

Ma su quella nave, nell’aprile del 1912, trovai il coraggio di vivere un sogno e quel sogno portava il nome di Levi Ackerman. Aveva poco più di vent’anni e non credo di averlo mai visto senza una sigaretta in bocca. Parlava molto di rado e quando lo faceva finiva quasi sempre per insultare il suo interlocutore. Passava la maggior parte del suo tempo a fare schizzi su un blocchetto di fogli bianchi legati da numerosi anellini. Amavo guardare le espressioni che si susseguivano sul suo volto quando disegnava. Inarcava le sopracciglia quando i suoi personaggi gioivano, le rilassava quando erano tristi o malinconici. Posso giurare, però, di averlo anche visto sorridere mentre colorava di nero i capelli di una giovane donna. Avrei tanto voluto sapere la storia della prostituta del suo disegno, ma ahimè, temo di non essere più in tempo per chiederglielo.

Sono ormai anziano e di tanto in tanto la mia memoria gioca brutti scherzi, ma se c’è una cosa che non dimenticherò mai è il preciso momento in cui mi sono innamorato di lui. Gli è bastato distrarsi ed essere in sovrappensiero per conquistare ogni singola parte di me. Ha alzato lo sguardo dal suo foglio per qualche secondo e, quasi sicuramente per errore, mi ha guardato. Ho visto i suoi occhi color notte abbandonare per un attimo quell’espressione severa che avevano di solito. Si è sistemato il colletto della camicia che indossava sotto il gilet bordeaux, si è acceso una sigaretta e ha ricominciato il suo disegno da capo. Una scintilla si è accesa nel mio petto, in quel preciso istante.

Il giorno dopo, Levi Ackerman mi salvò per la prima volta. Ero deciso a porre fine alla mia esistenza, tanto ero stanco e disperato della vita che conducevo. Non avevo alcuna intenzione di sposare Mikasa, volevo evadere da quel mondo che per me era diventato ormai una prigione. A Levi è bastata qualche parola per aprire la mia gabbia, quando io in tanti anni avevo provato a forzarne la serratura, invano. Fissavo l’oceano nero e me stavo aggrappato alla ringhiera, deciso a buttarmi. Levi si è avvicinato, ha cominciato a togliersi le scarpe e mi ha detto che se l’avessi fatto, lui sarebbe stato costretto a seguirmi. Io ero ostinato ed orgoglioso ed ho finto davanti a lui di voler portare avanti il tutto, ma non avevo la minima intenzione di privare il mondo di Levi Ackerman. L’unico motivo per cui non mi sono buttato, è stato per osservare quale posto nella mia vita l’universo gli avesse riservato.

Non mi sono innamorato di lui sono una volta, sapete? No… ogni volta che Levi mi guardava o mi rivolgeva la parola, io mi scoprivo innamorato di lui un po’ più di prima. Mi ha fatto scoprire un mondo di cui io ignoravo l’esistenza. Mi ha raccontato di come lui provasse, nei suoi disegni, a catturare i momenti più semplici della vita solo per lasciarli immutabili nel tempo. È stato allora che gli ho proposto di fare un mio ritratto.

Nonostante fosse inizialmente sorpreso, Levi ha accettato. Giacevo nudo sul divano della mia camera, con addosso solamente il cuore dell’oceano. Era un gioiello appartenente alla mia famiglia da generazioni e pensai che quello fosse il momento perfetto per indossarlo. Fu il momento più eccitante della mia vita, sentivo le mie guance andare a fuoco mentre Levi osservava ogni dettaglio del mio corpo per riprodurlo sulla carta. Posso giurare di aver visto i suoi occhi brillare.

Quella notte abbiamo fatto l’amore per la prima volta. Ho assaporato le sue labbra calde e morbide e quella che era cominciata come una scintilla nel mio petto è diventata, in una sola notte, una fiamma ardente di passione. Levi accarezzava e baciava ogni centimetro del mio corpo come se fossi un prezioso diamante di cui prendersi cura. Per la prima volta, nella mia vita, quella notte ho desiderato poter essere soltanto me stesso per il resto dei miei giorni. Ho stretto il corpo di Levi tra le mie braccia come se potessi tenerlo incatenato a me per sempre, ma tutte le mie forze non furono sufficienti e il gelo me lo strappò dalle mani.

Sì, quella stessa notte ho perso Levi. Immersi nell’acqua gelida, mi teneva la mano facendomi promettere che almeno io mi sarei salvato. Mi aveva ceduto il posto su una porta galleggiante e quella fu solo un’altra delle infinite volte in cui capii di essere follemente innamorato di lui.  Quella notte feci l’errore di addormentarmi e non vidi la luce sparire dai suoi immensi occhi blu. Non vidi la sua anima abbandonare questo mondo e darmi l’ultimo bacio. La parte migliore di me se n’era andata. Lo amai anche in quell’istante. Guardai il suo corpo senza vita scivolare nelle profondità del mare e pensai che lì avrebbe trovato il suo posto. Sì, sarebbe stato proprio lui il cuore dell’oceano.

 

   
 
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