Anime & Manga > Tokyo Ghoul
Segui la storia  |       
Autore: Chemical Lady    20/02/2017    1 recensioni
[[ Spoiler su tutto Tokyo Ghoul :re - Presenza di personaggi OC nella storia ]]
La figura che troneggiava su di lei sembrava un angelo.
Distinta, si stagliava verso il cielo possente, spezzando il buio notturno con la sua bianca presenza. Il cappotto candido cadeva fino al terreno, immacolato ad eccezione di qualche piccola ma visibile goccia di sangue. Una costellazione vermiglia, spaventosa, che impregnava il tessuto sovrapponendosi ad altre più vecchie, marroni e rapprese, ad alta velocità.
Il volto, invece, pareva quello di un demone. Gli occhi dall'innaturale sclera nera spiavano impassibili e annoiati il solo superstite della squadra Hidaishi.
Riversa sul marciapiede, in una pozza della sua stessa urina, c'era una ragazza dai capelli neri, che spuntavano arruffati da sotto il casco della divisa antisommossa del CCG. Teneva gli occhi ambrati fissi su quelli del ghoul dalla maschera rossa, incapace di distoglierli.
Sto morendo , si diceva in una lenta litania. Sto morendo.
Aiko Masa, vent'anni sprecati a compiere scelte inutili, stava morendo.
[[ Quinx Squad center ]]
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo personaggio, Sasaki Haise, Sorpresa, Un po' tutti, Urie Kuki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
saboteur

僕は孤独さ  No Signal

Parte seconda: il caso Kamata

 

 

 

 

-Dovremmo farlo davvero, sai? Partire per Parigi, andarcene. Abbandonare tutto. Se non lo facciamo ora, finiremo come Orihara, come Osaki e come tuo padre. Come Shirazu. Io non voglio morire su un campo di battaglia prima di capire chi davvero voglio posso diventare.-

Urie si era convinto che la sua stessa mente stesse remando contro di lui perché, di tutti i momenti che lui e Masa avevano trascorso insieme in dieci mesi, quello era il solo in grado di distruggerlo completamente. Il ricordo della sua voce, dei suo occhi, del suo sorriso divertito, che pareva schernirlo con la dolcezza di un’amante. Erano tutte coltellate che lo paralizzavano in piedi come una statua, immobile in un dolore che non sapeva gestire. Cosa avrebbe fatto?

Come sarebbe andato avanti dopo questa ennesima perdita?

Non ne aveva idea e la sensazione di vuoto sotto ai piedi era destabilizzante tanto quanto la consapevolezza della perdita stessa.

Schiacciato dal peso titanico di quelle soffocanti domande, non aveva realizzato che al gruppetto già nutrito disposto di fronte al presidente, si era aggiunto anche Matsuri. Il rampollo dei Washuu aveva portato la documentazione che era stata richiesta e che ora suo padre e suo nonno stavano vagliando in silenzio. Sasaki si era spostato su un piccolo tavolo, al lato della stanza e stava rivedendo le deposizioni che i presenti avevano rilasciato. Nella stanza si poteva udire solo il frusciare dei fogli e qualche debole parola detta a mezza bocca dal direttore, ma niente di più. Riscuotendosi, Urie notò Matsuri. Notò anche che in piedi erano rimasti solo lui, Hirako, Arima e Suzuya. Gli altri erano stati lasciati andare, perché in fin dei conti, avevano perso gran parte dell’azione. Sotto lo sguardo indagatore del classe speciale Washuu, Urie non riuscì a non voltare il volto per sfuggirgli. Sentiva il suo disappunto, ma anche un apprensione che non avrebbe dovuto rivolgergli.

Quel sentimento di folle desiderio che lui stesso aveva provveduto ad alimentare come un fuoco ora lo metteva a disagio. Molto più di quanto mai avrebbe potuto immaginare.

Cercò di concentrarsi su altro, per non aggiungere un carico da novanta al peso che gravava sul suo petto, anche se in fondo Matsuri che poteva disapprovarlo non era nemmeno vagamente paragonabile al resto delle sue preoccupazioni. Non aveva fatto in tempo ad assicurarsi che Mutsuki stesse bene, per esempio. Non aveva voluto tirarlo in mezzo a quel casino e approcciarlo in quel momento avrebbe fatto sorgere delle domande. Senza contare che avrebbe voluto parlare di nuovo con il resto della squadra, come un vero leader. Quella notte, invece, non aveva fatto altro che guardarli seduti su quei divani, perplessi e vagamente spaventati per ciò che poteva essere successo.

Li aveva guardati uno ad uno e poi, cercando di ostentare non curanza, aveva detto che c’era stato un incidente alla sede centrale. Aveva blaterato qualcosa su Aogiri e poi aveva detto la sola cosa che davvero era importante riferire: “Masa è morta.” Poi aveva voltato le spalle al volto spiazzato di Higemaru, che lo aveva pregato di rimanere, di spiegare cosa era successo di preciso. Lo aveva implorato di dire loro il perché. Urie però non lo sapeva il perché. Aveva preso il poco di se stesso che ancora riusciva a rimanere insieme ed era andato a darsi una rinfrescata in vista della riunione straordinaria, lasciando Aura a fissare un punto imprecisato del pavimento e Saiko a piangere fra le braccia di Hsiao, anch’essa del tutto attonita nel suo mutismo.

Era stato uno sparo nella notte, una bomba che aveva squarciato la loro normalità. Stava per succedere di nuovo? Stava per squarciarsi di nuovo la loro vita?

Aveva affrontato la lacerante certezza che un’altra parte di sé sarebbe diventata irrecuperabile a muso duro, recandosi in quel posto e rimanendo in piedi per oltre un’ora e venti.

E nessuno si era ancora preso la briga di interpellarlo.

I superiori presenti avevano chiesto a Hirako di raccontare la sua versione e lui era stato incredibilmente preciso, anche troppo. Aveva ricevuto la chiamata, aveva  portato il suo culo fin lì e poi aveva ammazzato una persona. Quindi era andato a fare colazione con Arima per ‘calmarsi’. Un moto di rabbia lo aveva riscosso. Poi avevano chiesto ad Arima di confermare la deposizione del suo pupillo e si erano chiusi a scartabellare carte su carte.

Tutto questo è ridicolo. Vi odio tutti, dovevate morire voi. Non lei. Dovreste morire adesso. Dovrei uccidervi io.

«Primo livello Urie, dovrei farti una domanda.» Fu Sasaki a riconoscere la sua effettiva presenza. Lui si voltò a guardarlo girando solo il capo, facendogli capire che era in ascolto mentre i suoi occhi scivolavano sulle mani inguantate di rosso dell’ex leader dei Quinx.

Tu dovresti morire per primo, mostro. Hai lasciato tutto a me e io non so cosa fare.

«Ti ha interrogato il classe speciale Houji, vero?»  Urie annuì, non sprecando la sua voce per dare un’informazione che poteva tranquillamente leggere da solo nel foglio che teneva di fronte «Hai dichiarato di esserti recato sul posto perché hai avuto una sensazione? Cosa significa di preciso?»

Con la coda dell’occhio, Urie notò come tutti lo stessero fissando, in attesa «Non so come spiegarlo, associato alla classe speciale Sasaki. Semplicemente ho avuto un’intuizione che stesse per succedere qualcosa.»

«Come mai?»

Con tutta la calma del mondo, Urie inspirò «Perché Masa ha detto qualcosa che me lo ha fatto intuire, qualche giorno fa.»

«Sapevi quindi che l’agente di prima classe Masa aveva intenzione di avanzare una tale presa di posizione?»

Mi vuoi incastrare, maledetto stronzo?! «Certo che no, lo avrei impedito. La vita dei miei compagni vale molto di più di un’azione eroica.»

Haise non rispose, ma lo guardò esattamente come se non gli stesse credendo. Come se pensasse che Urie aveva usato una scusa di comodo e che lo conosceva. Che sapeva che non era così tanto altruista e in circostanze simili no, non lo era stato. Sasaki scarabocchiò un paio di parole al margine del documento, prima di sistemarsi gli occhiali da vista sul naso «Un ultima cosa.» gli fece sapere, senza guardarlo. Sembrava sul punto di dirgli che gli faceva schifo, che in fondo non lo aveva mai apprezzato e che lasciare a lui i Quinx era stato il più grande errore della sua vita, ma non lo disse. Fece di peggio «Masa ha chiesto il trasferimento di unità a tempo determinato. Nonostante ciò, è rimasta a vivere allo chateau, è corretto?»

Urie strinse i denti «Sì, esatto.»

«Perché voi due avevate una relazione pubblica? Per questo non si è trasferita nella sede adibita alla squadra Suzuya, nella tredicesima?»

Il ragazzo rimase in silenzio, senza parole. Poi, umettandosi il labbro inferiore con la lingua, trovò la forza per rispondere «Non comprendo la pertinenza di questa domanda.»

«Rispondi e basta, primo livello Urie.» lo ammonì severamente il direttore.

«Mi serve per avere un quadro definito della questione.» gli rispose Sasaki, cercando di ammorbidirsi. Il volto di Urie trasudava disprezzo, così l’altro dovette abbassare ancor di più i toni. «Siamo tutti stanchi e io non ti sto accusando di nulla» gli fece sapere brevemente, «Vogliamo tutti andare a dormire, quindi non farla difficile: avevate una relazione pubblica e per questo lei è rimasta allo chateau o no?»

Non aveva scelta. «Non era pubblica.»

«Ma era una relazione di qualche natura?»

«….Sì.»

Kuki si rifiutò di guardare i suoi superiori. Era il caposquadra dei Quinx e aveva una relazione con il suo vice. Il che era di per sé abbastanza sconveniente, se poi aggiunto al modo in cui le cose gli erano sfuggite di mano così in fretta e alla conseguente richiesta di trasferimento a tempo determinato di Aiko, il quadro non era per niente positivo per lui.

Mi meriterei la prigione. Mi meriterei molte cose.

Sasaki sembrava stesse facendo quanto in suo potere per far sembrare ogni sua azione come preterintenzionale o colpevole. «Per me possiamo anche finirla qui.» concluse alla fine proprio Haise, guardando verso la scrivania del presidente «Sono pronto ad aprire un’indagine, se mi verrà ordinato.»

L’avrebbero aperta eccome. Lo avrebbero fatto sicuramente anche senza l’ultima affermazione che uscì dalla bocca di Suzuya e che riuscì a raggelare la stanza, strappando il poco di colore dal volto di Hirako e lasciando senza parole l’intero clan Washuu. Persino Urie rimase immobile, con gli occhi leggermente sgranati sul piccolo uomo al suo fianco. Nessuno se lo aspettava, ma alcuni dettagli di quella notte avrebbero minato per sempre la fiducia che i vertici potevano avere nei confronti non solo del caposquadra dei Quinx, ma anche di un altro membro.

Alla fine di quella storia, se l’intuizione di Juuzou Suzuya si fosse rivelata vera, non sarebbe stata la testa di Urie Kuki a cadere.

«Le ultime parole di Aiko-chan sono importanti. Abara mi ha detto che anche se nessuno mi ha ancora interrogato, devo riferirle al presidente.»

 

Capitolo sette.

Haise non smetteva di osservare la ragazza del Re spostarsi con grazia e un sorriso caloroso da un tavolino all’altro. Teneva il mento appoggiato al palmo della mano, mentre la studiava discretamente, chiedendosi perché ogni qualvolta che l’aveva attorno, avvertiva una piacevole pressione alla bocca dello stomaco.

La sua vita era una continua altalena di emozioni, un rollercoaster di sentimenti discordanti e indecifrabili. Viveva sospeso fra il presente e il futuro, privato del passato. Avrebbe potuto trovarsi di fronte suo padre  o il suo migliore amico e non li avrebbe mai riconosciuti, eppure quella ragazza aveva smosso qualcosa nella sua mente che ora faticava a tornare al suo posto. Si era aperta una ferita profonda nelle sue convinzioni e la lacerante consapevolezza del sentirsi spaccato in due – una parte felice e una che si convinceva di esserlo- ogni tanto gravavano su di lui rendendogli difficile il sonno.

Grazie al cielo aveva i suoi ragazzi ad aiutarlo a distrarsi.

Bé, forse non era una fortuna, dopotutto.

«Perché non le chiedi di uscire, mamma?»

Saiko fece capolino nel suo campo visivo, facendogli sbattere le palpebre un paio di volte, non comprendendo quel che gli era appena stato detto «Uhm?»

«Alla cameriera. Perché invece di fissarla come un futuro stupratore seriale, semplicemente, non la inviti ad uscire? Magari non a prendere un caffè, però.»

Tutto il suo viso e fino alle orecchie si accesero di un rosso sgargiante per l’imbarazzo. Haise si raddrizzò in un colpo solo, fissando incredulo Yonebayashi che sorrideva sorniona di fronte a lui «Non potrei mai!» pigolò insicuro, prima di infossare il capo fra le spalle.

A compiere il danno ci pensò Shirazu «Perché no? Per caso non… Rientra nei tuoi gusti

In qualche strano modo, Sasaki divenne ancora più rosso, tanto che Mutsuki temette per la sua vita. Rischiava di accendersi per autocombustione, come un fiammifero «No! Sì! Non lo so! Shirazu, parliamo d’altro.»

Il caposquadra dei Quinx sorrise, convinto di essere nel giusto «Scopriamolo.» alzò una mano, attirando l’attenzione di Touka, mentre Sasaki e Mutsu si irrigidivano, lasciando invece piacevolmente divertita Saiko «Ciao Kirishima» le disse quando lei si fu fatta vicina.

«Volete un altro giro di caffè?»

«Per quello aspettiamo i due dispersi» le fece sapere Ginshi, mentre nessuno provava a fermarlo. «Senti, ti piacerebbe uscire con il mio capo?»

Haise passò dal rosso semaforo al bianco cadavere in tre secondi netti. Praticamente era di marmo a quel punto, quando la ragazza passò gli occhi su di lui, un po’ imbarazzata.

«Oh, mi dispiace» disse loro, seriamente mortificata «Ho il ragazzo.»

Silenzio.

Gli occhi di Sasaki scivolarono fino al bancone, dove il signor Yomo se ne stava serafico a fissarli.

«Peccato, sarà per la prossima volta» concluse pacifica Saiko, lasciando andare la povera malcapitata e sporgendosi per mettere la mano su quella di Haise «Non preoccuparti mamma, sei ancora bello e giovane. Troverai anche tu un principe azzurro che ti porti via sul suo cavallo bianco.»

«Grazie» fu la risposta sbrigativa di Sasaki, che ricambiò la stretta alla mano mentre riprendeva a respirare come un essere umano normale.

«Potrebbe essere il ragazzo con gli occhiali che spesso aiuta qui?» Tooru lo chiese con sincera curiosità, appoggiando un dito al mento, mentre Haise corrucciava la fronte. Non credeva di aver mai visto nessuno dietro al bancone, eccetto Yomo-san e Touka.

«Spero di no, è acido come il latte scaduto» le rispose Shirazu, giocherellando con una briciola sul ripiano del tavolino. Poi controllò l’ora «Masa e Urie sono ancora dispersi» constatò, sorridendo poi maliziosamente verso Saiko e Sasaki «Magari hanno usato quella scusa ridicola per rimanere soli e scopare.» sussurrò con tono cospiratorio, facendo sospira gravemente Mutsuki.

«Masa ha perso il badge» gli fece notare Haise, per la millesima volta da quando erano arrivati « Senza non supera i tornelli per entrare in ufficio.»

«E grazie a questa perdita Urie si è ritrovato con le braccia infilate fino al gomito nel cesto della biancheria sporca di Masa» gli fece notare sempre ammiccante Shirazu.

«Non sembrava felice della cosa» soppesò Tooru, appoggiandosi con il capo alle mani, mentre lanciava uno sguardo a Sasaki «Secondo me ha maggiori possibilità di vittoria Saiko, professore.»

Yonebayashi lo guardò con gli occhi a cuore «Oh Macchan! Ho sempre saputo che tifavi per me!»

«Guardate che la sfida è ancora aperta» fece presente Shirazu, senza scomporsi «Io so di avere la vittoria a portata di mano. Urie deve solo uscire dal tunnel dello sfigato verginello e cogliere l’occasione.»

«Non è educato scommettere sulla vita sessuale dei tuoi amici.» lo riprese Haise, con tono paterno, ottenendo come risposta uno sguardo di puro rimprovero.

«Tu che scommetti sui sentimenti saresti meglio, Sassan?»

L’altro lo guardò quasi offeso, arrivando addirittura ad appoggiarsi una mano sul petto, come per fargli capire quanto invece sperasse nel meglio «Io spero che trovino l’amore!»

«Buon per te mamma, anche io lo spero, ma non ci ho buttato dei soldi. Pensa se dovessero lasciarsi perché lui l’ha tradita. Starebbero malissimo entrambi» gli fece notare Saiko, con un velo delicato di malignità nella voce, mentre prendeva un sorso di latte macchiato, sporcandosi così il labbro superiore.

«Lei lo ha tradito» la corresse al volo Shirazu, con tono saccente «Non credo che Urie sappia nemmeno come è fatta una vagina. La prima volta che finiscono a letto uscirà dalla stanza con la faccia di chi ha avuto un’esperienza trascendentale e non parlerà per due giorni.»

«Almeno ce ne accorgeremo subito, no?»

«Accorgervi di cosa?» la voce di Urie li face saltare tutti sulla sedia. Lui e Masa erano sgattaiolati verso di loro in silenzio, cogliendoli in fallo ma perdendosi purtroppo tutto il discorso.

Panico.

Haise balbettò due parole mentre invece Mutsuki e Saiko riprendevano a bere le loro bevande per svicolare qualsivoglia domanda. Aiko, che in tre nanosecondi arrivò a capire di cosa si potesse trattare, aprì il trench sul petto per sfilarlo, non riuscendo a sorridere divertita.

Alla fine, per salvare capre e cavoli, Shirazu sparò la prima cosa che gli venne in mente «Se a Sasaki possono piacere le donne» spiattellò senza pudore, mentre Touka affiancava il tavolino dove si erano messi Masa e Urie per prendere le loro ordinazioni, godendosi la scena «Per questo abbiamo chiesto a Kirishima, ma lei è una così bella ragazza da avere reso molto fortunato un altro giovincello.»

«Mi dispiace di aver rovinato il vostro esperimento di antropologia sociale» disse la cameriera, prendendo la matita da dietro l’orecchio, per poi guardare i due appena arrivati «Cosa vi porto, agenti?»

«Un caffè senza zucchero e un cappuccino al ginseng» ordinò Kuki, senza nemmeno pensarci, visto che ormai in quel bar erano di casa.

Aiko si sporse verso di lei con un sorrisetto da bambina «E una fetta di torta al cioccolato.»

«Arrivano» rispose la cameriera, prima di lanciare un’occhiata risentita a Sasaki, che riuscì ad impallidire per l’ennesima volta, prima di sparire.

«Quindi» Masa appoggiò il cellulare sul tavolino, guardando il mentore dei Quinx «Ci siamo persi una bella figura di merda, ma ne abbiamo procurata una seconda. Un ottimo modo di affrontare la settimana lavorativa.»

«Hai trovato il badge?» chiese Shirazu, mentre Haise profondava il viso fra le braccia incrociate sul tavolino, brontolando qualcosa e permettendo a Mutsuki di passargli una mano sulle spalle, a mo’ di consolazione.

«Sì, era nel suo trench» rispose la mora indicando il partner, che roteò gli occhi «Lo aveva scambiato per il suo perché è ritardato.»

«La motivazione non fa una piega» commentò Shirazu «Ci avete comunque messo un sacco.»

«Il genio si è perso» fu la risposta masticata di Urie, mentre Masa alzava un sopracciglio, guardandolo esattamente come avrebbe guardato un deficiente. «Cosa c’è adesso? Io ti avevo detto di andare a destra.»

«Infatti siamo andati a destra» rilanciò lei immediatamente, dandogli a mala pena il tempo di finire la frase «E ci siamo persi grazie a te. Ti avevo detto che all’uscita della metropolitana era meglio chiedere a qualcuno e non andare a caso.»

«Abbiamo chiesto a un gruppo di ragazzini che si stavano facendo le canne» di nuovo, Urie usò il tono migliore per farle pesare la situazione «Che sono scappati senza dirci niente e buttando l’erba che tu hai intascato.»

«Si chiama sequestro.»

«Da quando siamo della narcotici?»

«Bambini vi prego, è lunedì mattina» Haise, che stava avendo solo dei desideri di morte, giusto per smettere di soffrire, portò le mani agli occhi. Se li strofinò per bene, prima di guardarli attentamente tutti e due «Da oggi affiancheremo il classe speciale Houji in un caso che sta andando avanti da diversi mesi, quindi mi servite lucidi e calmi. E non voglio sapere cosa ne farete dell’erba.»

«Io sì invece» si intromise Shirazu e Aiko gli strizzò l’occhiolino. Urie li guardò entrambi come se volesse picchiarli con il tavolino «Dai non fare il geloso, rimarrai sempre il preferito di Massan.»

«Non lo è mai stato» sbuffò in una mezza risata la mora, ringraziando Touka che aveva appena portato le loro ordinazioni.

Haise le sorrise, sperando di farsi perdonare, per poi arrendersi e cacciare fuori un fascicolo non appena la cameriera si fu allontana.

«Va bene ragazzi, qualche anticipazione su ciò che sentirete anche alla riunione.»

Tutti si fecero seri, avvicinando il capo per guardare il plico di fogli spesso che Sasaki teneva di fronte a sé.

«Il caso Kamata…»

 

 

«Kamata è un quartiere densamente popolato al centro dell’undicesima circoscrizione. A causa della sua posizione, è molto difficile mandare avanti le indagine, poiché delle quattro sedi dislocate dell’agenzia antighoul dell’undicesima, solo una resiste ai continui attacchi da parte dell’Aogiri, che la fa da padrona. Per questo motivo, lo smantellamento del clan Noburiko procede a rilento. Ci sono però stati dei vantaggi, dall’arrivo di Aogiri su questa zona. Il clan ha smesso di spacciare droga e gestire le trattative per l’importazione illegale di armi pesanti e da assalto e ha concentrato la sua attività in un giro di prostituzione piuttosto articolato. La nostra priorità è l’annientamento totale di questo clan di ghoul, di cui è rimasto ormai un solo esponente: un nipote del boss, ovvero Osho Noburiko. Se non ci sono domande, passerò ad illustrarvi i due attacchi che verranno rispettivamente sferrati a due location diverse a distanza di una settimana.»

Kousuke Houji passò gli occhi sottili su ognuno dei presenti, soffermandosi poi sulla mano alzata che svettava dal piccolo gruppetto di sedie che ospitava i Quinx.

«Mutsuki, dico bene?»

L’agente di terzo livello si alzò in piedi, facendo un piccolo e rispettoso inchino «Sì, classe speciale» rispose con garbo, prima di proseguire, incoraggiato da un cenno del capo dell’operazione «Mi chiedevo…. Se posso porre una domanda riguardo a questo giro di prostituzione.»

«Certamente, terzo livello.»

Tooru si morse il labbro inferiore, passando lo sguardo sulla cartina appesa alla parete, prima di parlare nuovamente «Di cosa si tratta di preciso? Donne umane?»

«No, in realtà no» rispose immediatamente l’uomo, infilando una mano in tasca e appoggiando l’altra sullo schienale della sedia di fronte a lui «Sono per lo più femmine ghoul, ma i clienti sono spesso umani.»

Shirazu lanciò un’occhiatina a Urie, che ricambiò freddamente, come per intimargli che se avesse detto una cazzata, sarebbe stata l’ultima.

Per fortuna non lo fece.

«Lo scopo di voi Quinx è solo quello di dare supporto durante questi attacchi» chiarì Houji, guardandoli tutti uno ad uno, prima di cercare gli occhi di Sasaki «Questo è un caso che mi sta molto a cuore, perché il clan Noburiko è nato nella quinta circoscrizione, la quale è sotto la mia responsabilità. Anche se hanno cercato di spostarsi, forse per riprendere i loro vecchi affari utilizzando il porto, sono ancora una mia preoccupazione. I Quinx avranno a disposizione tutto il materiale di indagine, ma a loro chiedo solo di aiutare nel lavoro sporco.»

«Lo faremo senz’altro, classe speciale.» Sasaki confermò la loro partecipazione e nell’ora e mezzo che seguì, Houji snocciolò loro ogni minimo dettaglio su ciò che sarebbero stati i due attacchi: modalità, orari e locazione geografica.

Quando anche l’ultima virgola venne recitata a dovere, il classe speciale li liberò, ringraziandoli per la collaborazione con quello che sembrava un pallido tentativo di sorriso e lasciandoli nelle mani di Akira.

Haise le si affiancò con un sorriso sulle labbra, pronto a dirle che era molto felice di poter lavorare gomito a gomito, ma lei era presa ad ascoltare ciò che i Quinx stavano dicendo. Quando colse il discorso, si pietrificò come un padre messo in ridicolo da una progenie ribelle.

«Non posso crederci che non ti sei mai fatto nemmeno una canna» stava dicendo Masa, con tutta la nonchalance del mondo, appoggiata a Shirazu che se ne stava seduto sul tavolo che aveva ospitato i loro superiori poco prima «Non hai mai fatto sesso, non hai mai fumato…. Cos’è che facevi di preciso all’accademia, scusa?»

Urie la guardò male, alzando gli occhi dalla sua copia del rapporto, piena di sbrigativi appunti e disegnini «Mi allenavo per diventare un ottimo investigatore. Tu, invece?»

«….Scopavo e fumavo!» tutti e tre gli altri esplosero a ridere di fronte a tanto candore. Masa invece sembrava solo allibita «Assurdo! Sei una persona così noiosa da farmi venire voglia di piangere! Ti sei perso un sacco di tappe importanti nella crescita e moltissime esperienze divertenti. Io e Takami, una volta, eravamo così fatti che abbiamo visto lo stesso foglio trasformarsi in un camaleonte, nello stesso momento e con gli stessi colori!»

«Persino io ho fumato, una volta» gli fece sapere Saiko, masticando una stecca di liquerizia rumorosamente «E io non avevo amici con cui farlo!»

«Chi non ci ha mai provato, andiamo. Eccetto Drama-kun, ovviamente»  continuò Shirazu, guardando con delusione profonda Urie.

Tooru prese un respiro «Anche io non facevo…. Molto, in accademia.»

Masa gli portò un braccio attorno alle spalle immediatamente «Ti apriremo un nuovo mondo, non temere. Tu sei recuperabile, Mutsu.»

«Lui no» aggiunse Shirazu, rischiando davvero di vedere la matita che Urie reggeva in mano conficcata in uno dei suoi occhi.

«Sono così mortificato» sussurrò Haise, con le mani sulla faccia, parlando al suo superiore, che smise quindi di origliare le conversazioni dei ragazzi.

«Per cosa? È un bene avere dei ragazzi così navigati in squadra» a sorpresa, l’associato alla classe speciale Mado sembrava molto divertito dalla situazione «Vorrei raccontarti cosa ho fatto io, in accademia, ma poi non mi guarderesti più in faccia.»

«…Meglio che non sappia nulla, allora.»

La bionda si concesse una piccola risata che le scrollò le spalle e le fece arricciare il naso, prima di appoggiare le mani sulle braccia dell’altro «Divertiti anche tu, Haise. Non sei ancora così vecchio da dover fare da madre.»

Perché nessuno si rivolgeva mai a lui come a un padre, ma tutti come a una madre? Sasaki se lo chiese, ma per risposta, le rubò un abbraccio. Poi si staccò in fretta per paura di ricevere una quinque in pancia «Ci proverò. Grazie per le spiegazioni di oggi, ti tengo aggiornata sul nostro schema di attacco per la retata.»

«Va bene, buona giornata allora.» Mado salutò  anche i ragazzi, che con calore le auguravano di rivedersi presto.

Sasaki batté quindi le mani per attirare la loro attenzione «Andiamo a pranzo» decretò con tono stanco, come se quella giornata fosse destinata a non finire mai «Decidete un posto ma state leggeri, oggi dobbiamo lavorare e non abbiamo tempo per il pisolino pomeridiano.»

Concluse guardando soprattutto Saiko. 

«Nessuna proposta vegetariana!» disse Masa, uscendo per prima dalla stanza sempre tenendo stretto Mutsuki e subito seguita da Saiko, che sosteneva che aveva voglia di Katsudon e che quindi dovevano trovare un buon locale che lo sapesse preparare a dovere.

«A me va bene qualsiasi cosa» disse Shirazu, mentre aspettava che Urie e Haise finissero di sistemare i documenti nelle loro cartelle. Si sporse col collo oltre la porta, cercando di vedere se le ragazze e Tooru fossero ancora in zona, per poi parlare al collega molto spicciolo «Quindi, cosa stai aspettando ancora? Una chiamata divina? Che ti piovano i preservativi in testa? Che me la scopi io? Fammi capire

Urie parve non cogliere molto e a dirla tutta, nemmeno Sasaki. Shirazu non poteva crederci che doveva ridursi così, sottolineando il soggetto e il verbo, perché quei due sembravano Spock in certe situazioni. Soprattutto quelle di natura intima.

«Masa» sillabò a Urie, alzando le mani e iniziando a gesticolare «Ti ricordi cosa ti ho detto in discoteca? Perché io me lo ricordo.»

«Chi l’avrebbe mai detto, visto quanto hai bevuto.»

«Cosa stai aspettando ad andarci a letto?» insistette Ginshi, sinceramente frustrato, manco fosse lui quello che non poteva fare sesso per chissà quale impedimento. Haise lo chiamò per rimproverarlo, ma non riuscì a fermarlo «Siete sempre insieme, sai addirittura come prende il caffè! Sai cosa significa, vero? Che il prossimo passo è quello. Non è difficile, lo giuro, devi solo sfilarti i pantaloni e sono sicuro che lei farà tutto il resto!»

«Ora basta, esci.» Sasaki iniziò a colpirlo con la sua tracolla, spingendolo verso la porta.

«Mi stai davvero picchiando con una borsa, Sassan?!»

«Esci!»

La porta si chiuse dietro al prima classe, che sembrò spossato da quella sorta di guerra fra nonne in fila alle poste. Passò una mano sulla fronte che si era leggermente imperlata di sudore e poi alzò deciso lo sguardo in quello di Urie, che per un attimo sentì dei brividi lungo la schiena. Non gli piaceva il modo in cui lo stava guardando.

«Urie, siediti. Dobbiamo parlare»

Oh no. Per favore, no.

«Dovremmo andare, ci aspettando per il pranzo.»

«Possono attenderci per cinque minuti.»

Non aveva vie di fuga. Urie si rimise seduto e in un attimo, Sasaki prese posto di fronte a lui, guardandolo imbarazzato. Se era Haise quello che partiva a disagio, l’esito di quella conversazione informale si sarebbe rivelato catastrofico.

Kuki si diede come obiettivo quello di rimanere impassibile.

«Non voglio indagare le relazioni interpersonali del mio team» iniziò come premessa il prima classe, invalidando tutte quelle belle parole con il resto del discorso «Però mi sento in dovere di prendermi cura di voi e del vostro benessere non solo mentale, ma anche fisico. Urie, il consenso è molto importante, soprattutto nelle prime relazioni affettive. Quindi ti pregherei di parlarmi se qualcosa dovesse diventare motivo di disagio.»

Il ragazzo alzò le sopracciglia, sorpreso «Credo che Masa sappia molto bene cosa fare. Non ha bisogno che tu faccia discorsi per proteggerla.»

«Infatti non parlo di Masa. Sto parlando di te. Che lei se la cava lo so benissimo.»

Esternamente, Urie non manifestò nessuna reazione eccetto un leggerissimo rossore sulle guance. Internamente, invece, era esploso con l’intensità di cento petardi cinesi. Rimase rigido come una tavola da surf su quella sedia, guardando l’altro vacuamente, come se in realtà non lo vedesse davvero.

Solo a quel punto Sasaki registrò che forse aveva esagerato e provò a raddrizzare il tiro.

«Sono felice che vi troviate in sintonia!» nel panico, iniziò a sua volta a gesticolare, in una quasi imitazione di ciò che aveva fatto poco prima Shirazu «Spero che questo non infici sul vostro lavoro, però mi fido di entrambi e so che non sarà così! Sono contento se avete una certa chimica, ma non deve essere per forza come dice Shirazu. Non deve essere per forza solo sesso, non credo che dovresti buttarti via così e a prescindere dalla scommessa, credo fermamente che tu dovresti pensare molto bene a cosa provi per Masa Aiko e fare quello che ti senti.»

Urie rimase fermo a una sola frase «Scommessa? Che scommessa?»

«…Del destino!»

«Sasaki…»

«Sei un ragazzo giovane ed è normale non aver ben chiaro cosa provi per un’altra persona, soprattutto se non hai mai sperimentato questi sentimenti prima di oggi. Se vuoi parlarne, io ci sono e sarei onorato di aiutarti in un momento così delicato. So che non sempre ci capiamo, ma per me sei una persona importante e voglio che tu sia felice. Sareste una bellissima coppia, il vostro legame è indubbio anche perché di solito ti comporti come uno stro…. Come una persona un po’ strana, eccentrica, invece da quando Aiko è arrivata tu-»

«Fermati, ti prego, preserva un minimo di dignità.» afferrandosi la radice del naso fra indice e pollice, Kuki chiuse momentaneamente gli occhi. Voleva ucciderlo così tanto, ficcandogli il kagune in gola e impedendogli di aggiungere altro. Quando tornò a fissarlo, Haise lo guardava contrito «Io non ho idea di cosa voi quattro malati di mente abbiate scommesso su me e Masa e non so nemmeno come lei lo abbia capito, ma ti dico quello che ho detto a lei quando me ne ha parlato: solo gli sfigati scommettono sulla vita degli altri invece di cercare di valorizzare un minimo la loro.»

Con uno scatto si alzò in piedi, afferrando il trench con una mano e la tracolla di pelle con l’altra «Tutto questo ti sembra professionale? Sei il nostro capo e ti concentri sulle nostre relazioni interpersonali, parlandone come una ragazzina a un pigiama party. Smettila di comportarti come se fossi mio padre o un mio amico, perché grazie a Dio non lo sei.», sfrecciando poi fuori dalla stanza e lasciando il leader a boccheggiare come un pesce rosso.

«…Ho fatto un guaio.»

 

 

Continua.

 

 

 

♠ Nda ♠

 

As always, ringrazio la mia coinquilina Maia per la betatura.

Lo scorso capitolo non ha riscosso molto successo, spero di rifarmi con questo nuovo caso.

Se non vi piacciono i capitoli divertenti non temete, ce ne saranno pochi.

 

A presto,

C.L.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Ghoul / Vai alla pagina dell'autore: Chemical Lady