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Autore: LanceTheWolf    20/02/2017    0 recensioni
Korra è tornata a combattere sul fronte del Regno della Terra, con lei alcuni dei compagni di sempre. Una figura sconosciuta è stata in grado di mettere sotto il suo controllo alcuni dei vecchi nemici del passato e questo comporta la necessità di schierare in battaglia vecchi e nuovi amici. A Città della Repubblica continuano le selezioni per i nuovi Furetti di Fuoco.
Genere: Azione, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Iroh, Korra, Lin Beifong, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Avatar: Storia dell’erede perduto'
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Cap. XXXIX: Attacco al treno
- Prima Parte -



Dove doveva andare quel treno e per quale motivo?
Questo Korra non era riuscita a saperlo, ma di una cosa era certa, sapeva dove si trovava ed era decisamente troppo grosso e ingombrante per poterlo spostare, sebbene il nemico avesse saputo da Suzume i loro intenti.
Sapevano che avrebbero attaccato?
Certo.
Pensavano davvero che tutto quello spiegamento di truppe e materiali non sarebbe stato individuato?
Certo che no.
Quindi in definitiva cambiava veramente poco.
Il nemico si aspettava comunque un loro attacco, averne avuto la certezza non indicava loro né il come né il quando.
Korra e i suoi uomini speravano nell’effetto sorpresa?
Sì, ma solo in parte, anche loro erano coscienti di essere attesi, l’unica differenza sarebbe stata che adesso i nemici, più consci dei loro intenti, avrebbero sicuramente aumentato le difese.
Chi sopraintendeva i lavori?
Loro non lo sapevano, ma le ultime informazioni arrivate da Azuma e Suzume dichiaravano che a capo delle operazioni riguardanti il treno di metallo c’era un pezzo grosso, quanto grosso non lo sapevano… Korra sperava il più grosso!
Sapeva da sola che sarebbe stata troppa grazia da parte degli spiriti, ma che male c’era a sognarlo?
Che male c’era a sperare di trovare ad attenderli proprio la causa di tutti i mali di quel regno e chiudere con lui tutto quel ciclo di brutture e barbarie?
Se così non fosse stato, pazienza. Avrebbero comunque tolto un’arma importante al nemico e… aveva notato da tempo che mentre i soldati di quel Fronte, una volta catturati, preferivano uccidersi più che parlare, quelli con le lustrine sulle maniche al contrario erano molto più legati alla loro vita e, dopo le prime incertezze, preferivano parlare. Questo valeva a dire che chiunque fosse stato il graduato importante lì presente ne avrebbero comunque tratto informazioni utili.
Quei pensieri ronzavano nella testa della ragazza mentre osservava quei soldati di guardia un po’ ‘troppo da vicino’… avrebbe detto Bolin.
Un ghignetto. Il suo amico non avrebbe tardato nell’arrivare per portarla indietro, ma era importante per lei poter vedere con i suoi occhi quello che accadeva nel punto che era stato fornito loro dai ragazzi infiltrati tra i ranghi nemici.
Quel capannone sui binari… enorme. Non poteva certo nascondere qualcosa di piccolo. Il via vai di uomini armati, le recinzioni di metallo che non permettevano che si potesse scorgere più all’interno di quanto già lei non facesse, se non… in forma spirituale… ed era proprio quella la carta che il Generale Iroh aveva consigliato di giocare.
Era concentrata su quel che vedeva, ma percepì ugualmente i suoi passi. Era arrabbiato, lo sapeva. Ma lei doveva essere lì, doveva farlo, doveva rimanere concentrata sulla missione o la sua mente, lo sapeva bene, sarebbe stata invasa dalla tristezza di tutti gli eventi accaduti e lei questo non poteva permetterselo.
-Ti avevo detto di non avvicinarti troppo. - Le arrivò la voce di Bolin.
Il ragazzo le si accucciò accanto. Korra sapeva di aver trovato un buon nascondiglio, ma…
-Quella specie di magazzino è pieno di dominatori del metallo. Credi davvero Korra che nessuno stia controllando il perimetro? -
-No, ma siamo ancora fuori dalla loro portata. -
-Non puoi dirlo con certezza, è un azzardo. Torniamo indietro. -
Lei annuì sul finire del ragazzo, commentando: -Loro non sono te. Stai tranquillo. -
Un sorriso sconsolato apparve in viso all’amico mentre posandole una mano sulla sua spalla le faceva ceno di muoversi.
Korra ubbidì senza discutere.

-Quindi è tutto pronto? - Domandava Lin a braccia conserte appoggiata contro il muro.
Iroh annuì in risposta preoccupato malgrado tutto.
-Tranquillo ragazzo! - Arrivò la voce di Bumi al principe della Nazione del fuoco accompagnata da una pesante pacca sulla spalla.
–Hai fatto un ottimo lavoro. - Intervenne il principe del nord, lapidario e senza alcuna inflessione nel tono.
Era vero, lo sapeva, come sapeva che non era più il tempo della modestia: la quasi totalità del piano era stata ideata da lui, ma quelle piccole leggerezze a cui Lin e Bumi avevano dovuto porre rimedio gli lasciavano ancora l’amaro in bocca. Lo stesso amaro che sentiva quando si soffermava a pensare sul non essere a conoscenza a cosa mirassero i loro nemici con la costruzione di quel treno. Per quanto ne sapeva poteva benissimo essere un semplice diversivo.
“No, no… non lo è. Non può esserlo!” Si disse, scuotendo il capo e accennando un sorriso al vecchio ammiraglio richiamato a servire l’Avatar.
Il dispiegamento ingente di forze, la quantità esorbitate di materia prima e di rifornimenti… no, tutto faceva pensare che quanto stavano costruendo in quel capannone era essenziale e non un semplice diversivo.
-Appena Jinora sarà qui, procederemo con la fase finale. - Disse Korra alzandosi per controllare meglio gli schemi cartacei posti sul tavolo davanti a lei. –Ci manca solo sapere cosa c’è all’interno e il gioco è fatto. -
Aveva uno sguardo talmente intenso poggiata con i palmi sul tavolo di legno e il capo chino… pensò Iroh, sperando di non aver dimenticato nessun piccolo particolare a cui il caso avrebbe potuto agganciarsi.
-Non mi piace l’idea di portar qui la giovane errante, ma è davvero l’unico modo per avvicinarsi senza essere visti. - Commentava Varrick.
Ancora Iroh si trovò ad annuire per poi aggiungere: -Appena avuto un quadro completo degli uomini presenti e dei mezzi che possono mettere in campo, procederemo. Mentre i nostri uomini si occuperanno delle truppe presenti distraendo il nemico, noi entreremo nel magazzino e rapiremo il graduato o i graduati presenti. Una volta raggiunto il nostro obbiettivo, procederemo con lo smembramento delle loro risorse come da programma. -
Korra alzando gli occhi di scatto e gettandoli in quelli dell’uomo che aveva appena parlato: -Potremmo azzerare i tempi di attesa se fossi io a entrare in forma spirituale e controllare il luogo. -
-Non se ne parla! - Intervenne Lin. –Abbiamo già discusso questo punto, Korra. Non sappiamo in cosa consistano le capacità dei membri del Loto Rosso che si sono uniti al movimento. Rischi di venir scoperta e che conoscano qualche diavoleria in grado di impedire al tuo spirito di ricongiungersi al corpo. Sei l’Avatar, un rischio del genere è inconcepibile. -
Korra si morse il labbro sedendosi. Un sospiro, mentre portando una mano alla fronte… -Quindi Jinora è sacrificabile, mentre io…- Un moto di rabbia la scosse come un fremito.
-Korra…- Chiamò con fare amorevole Bumi. –Sai che nessuno più di me vorrebbe Jinora al sicuro, ma sappiamo tutti che quanto detto da Lin corrisponde a verità. Perdere l’Avatar equivale a perdere la speranza. -
Iroh si sentì profondamente dispiaciuto mentre i due parlavano. Scorse con lo sguardo sui presenti: Bumi ora era accanto a Korra, entrambe le mani pesavano sulle spalle della ragazza. Varrick, come lui e il principe Desna, era seduto a quel tavolo. Lin era ancora appoggiata alla parete con il volto basso. Bolin accanto alla porta non aveva ancora aperto bocca.
Si soffermò un secondo sul ragazzone della terra: sembrava pensieroso, lo sguardo crucciato fisso su Korra. Poi d’improvviso… scostandosi con uno scatto di reni dallo stipite al quale era appoggiato, disse: -Bene. Visto che abbiamo finito, io andrei. –
“Finito?” Pensò esterrefatto, nessuno aveva messo la parole fine a quel discorso.
-Andare? Ma cosa stai dicendo? - Arrivò la voce di Varrick stupita quanto il suo pensiero. –Ti sembra davvero che abbiamo finito qui? -
-Si. Direi di sì. - Rispose l’altro senza perdersi a pensarci sopra accompagnano il suo dire con un’alzata di spalle.
-Dobbiamo ancora decidere chi effettivamente avrà l’incarico di entrare in quel capannone di metallo e chi resterà a tener il forte, per così dire. - Rispose l’uomo della tribù dell’acqua del sud.
-Uhm… - Mugugnò Bolin per poi aggiungere: - Dici di no, quindi…Vediamo… - Continuò alzando gli occhi al soffitto e ticchettandosi un dito sul mento. -Sappiamo già che saranno alcuni dei presenti… Io direi che, dopo questa fase piagnisteo, Korra opterà per lasciare te a casa, Varrick. Sei un tecnico non un combattente, sarebbe da pazzi portarti. - Tornando a guardarlo… -Io preferirei lasciare l’Avatar al sicuro, ma con Korra, si sa, questi discorsi è inutile anche solo pensarli! - Un sbuffare rassegnato per poi continuare: -Oltre te lei insisterà per lasciare Iroh e Desna a coordinare ognuno il suo esercito. Ma… dove il Generale del Nord non farà obbiezioni, il generale dell’Unione protesterà, e a buon motivo, che è preferibile sia Bumi a gestire l’esercito in quanto più navigato e bla bla bla… ma sappiamo tutti che è solo perché il piano è il suo e col cavolo, scusatemi il termine, se ne starà buono in disparte solo a dar ordini. Poi… -Infilandosi le mani nelle tasche e tornando a guardare il soffitto… -Bumi accetterà la cosa anche perché tra un dominatore del fuoco e Korra che discutono meglio non metterci mano se non te la vuoi ustionare. Lin verrà per forza, ovviamente. Perché? Perché io non mi muovo senza di lei... avete visto o no quanto mena quella donna? E… dato che Korra mi vuole in campo non potrà negarmelo; anche perché tutti i presenti sanno che avrei preferito infiltrare uno dei miei gruppi in quell’edificio e non solo perché più razionale e pratico, lasciando a sicuro alcune delle menti e delle persone più influenti del nostro secolo, ma soprattutto perché i miei ragazzi sono addestrati appositamente per compiere missioni del genere. Uhm…- una breve pausa sfilando una mano dalla tasca per andarsi a grattare la nuca... –Poi che altro?! Ah sì! A questo punto passerete a parlare del qualitativo e quantitativo degli uomini che serviranno per attaccare il grosso della truppa nemica, ma ovviamente potrete ben stimarlo solo successivamente aver ottenuto le stime su quell’avamposto da Jinora, quindi… un discorso del tutto inutile, ma che vi condurrà solamente ad accettare la mia proposta di mettere al comando degli squadroni scelti per l’attacco, qualunque essi siano, i miei uomini per coordinarli. Proposta che avvallerete non senza storcere il naso, ma che accetterete proprio perché ‘io’ ho accettato di lasciarvi tentare per l’ennesima volta un suicidio ‘evitabile’ addirittura accompagnandovi nel farlo... Mentre voi dovete ancora attendere per decidere chi mandare io so perfettamente chi dei miei è il più adatto a questo scopo. Detto questo, dimentico qualcosa o posso andare a dedicarmi ai miei ragazzi? Sapete, loro a breve dovranno andare in missione, non ho tempo da perdere con voi a fare i signori della guerra…- E così concluso e aperta la porta, uscì, lasciandoli lì basiti.
-Figlio di…- Stava per esordire Bumi, quando un gesto della mano di Korra lo interruppe.
-Inutile sprecarci fiato. - Disse Lin. –Sappiamo tutti che il suo discorso non fa una piega. -
Desna assentì alle parole del capo della polizia di Città della Repubblica.
-Già! - Ghigno Korra per poi annuire.
-E quindi? Che si fa? - Domandò Varrick.
-Semplice. – Tornò a prendere la parola Bumi, scostando una sedia e tornando a sedersi a quel tavolo. –Mettiamo per iscritto quanto deciso. Tanto per ricordarcelo una volta stimate le forze nemiche. -
Iroh, non commentò, infondo la versione del ragazzo era la più logica e attuabile possibile tra quelle che comprendevano la presenza dell’Avatar in quella missione e… la sua, ovviamente!
Un sorriso gli sfuggì dalle labbra.
-Era furioso! - Arrivò il tono piatto del Generale Desna.
“Furioso? Usare il termine furioso è limitativo, ‘Generale’.” Pensò Iroh.
Da quando il Fronte di Ribellione aveva spedito indietro Suzume, Bolin era intrattabile.
 
   
 
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