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Autore: Emmastory    20/02/2017    2 recensioni
Anche se il tempo continua a scorrere, le cose nell'un tempo bella e umile Aveiron sembrano non cambiare. La minaccia dei Ladri è ancora presente, e una tragedia ha ora scosso l'animo dei nostri amici. Come in molti hanno ormai capito, quest'assurda lotta non risparmia nessuno, e a seguito di un nobile sacrificio, la piccola ma coraggiosa Terra sembra caduta in battaglia, e avendo combattuto una miriade di metaforiche e reali battaglie, i nostri eroi sono ora decisi. Sanno bene che quest'assurda e sanguinosa guerra non ha ancora avuto fine, ma insieme, sono convinti che un giorno riusciranno a mettere la parola fine a questo scempio, fatto di sangue, dolore, fame, miseria e violenza. Così, fra lucenti scudi, affilate spade e indissolubili legami, una nuova avventura per la giovane Rain e il suo gruppo ha inizio. Nessuno oltre al tempo stesso sa cosa accadrà, ma come si suol dire, la speranza è sempre l'ultima a morire.
(Seguito di: Le cronache di Aveiron: Miriadi di battaglie)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Capitolo XII

Sulla via della ripresa

I giorni continuavano a passare, e seguendo uno schema ormai ripetitivo e preciso, Samira non mangiava. Aveva letteralmente smesso di farlo, nutrendosi poco, quanto bastasse per sopravvivere. Ad ogni modo, questa non fu l’unica cosa che notai. Difatti, mi resi conto che aveva perfino smesso di uscire dalla sua stanza, facendolo unicamente all’ora dei pasti, che lasciava quasi sempre completamente intatti. Guardandola, non le parlavo, ma esprimevo con il solo sguardo il mio dolore unito al mio disappunto. Mi preoccupavo davvero per lei, e lei lo sapevo, ma mantenendo il silenzio, si limitava a bere dell’acqua e accompagnare con questa le sue pillole, che incredibilmente, non scordava mai. “Cosa sono?” chiese Terra, dopo aver bevuto il suo latte addolcito con dello zucchero. “Pillole, amore. Vedi, Samira non sta bene, e le servono per riprendersi.” Le risposi, guardandola negli occhi e ponendole la questione in termini semplici e a lei comprensibili. “Come quelle che prendo per la tosse?” continuò poi, ponendomi quella semplice e innocente domanda. “Esatto piccola, ora va a giocare con Ned.” Risposi, completando quella frase con un suggerimento da lei accolto con entusiasmo. Non appena se ne fu andata, tornai a guardare la mia amica, vedendola non fare altro che fissare il pavimento. La sua inappetenza la stava distruggendo, e a quanto sembrava, il suo corpo pareva ora risentirne. “Samira.” Sussurrai, chiamandola per nome e sperando segretamente che riuscisse a comprendere ciò che avevo da dirle. Guardandomi per un singolo attimo, non fece che annuire, e solo allora, si decise a prendere qualche altro boccone. A quella vista, Soren sorrise, e poco tempo dopo, l’accompagnò nella loro stanza. Contrariamente a loro, mi ritirai nella mia, e sedendomi alla mia piccola scrivania, aggiornai il mio diario. Parte del nero inchiostro presente nella penna mi macchiò le mani, ma non ci badai. Finalmente, Samira sembrava aver afferrato il messaggio, e con lo scorrere del tempo, riempii tre intere pagine del mio diario. Chiudendolo, rividi il disegno di mia figlia, e in completo silenzio, poco prima di nasconderlo sotto al mio cuscino, sorrisi. Di lì a poco fu sera, poi notte, e andando finalmente a letto, mi sdraiai accanto al mio Stefan, ancora innamorato di me come nel giorno del nostro primo incontro. Data la mia stanchezza, mi addormentai quasi subito, cullata, oltre che dal bubolare dei gufi sui tetti delle case e dalla fresca brezza serale, anche dal battito di colui che amavo e sapevo di amare. Ad accompagnarmi ci fu anche una speranza, legata alla pronta e reale guarigione della mia grande amica Samira.
   
 
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