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Autore: MajoWriter    20/02/2017    0 recensioni
Un uomo ed un ragazzo. Una profonda rivalità che da anni li contraddistingue. È ora della resa dei conti. Chi vincerà?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«E così sei tornato per sfidarmi…. non ti è bastata l’ultima volta?» disse sorridendo uno strano uomo. Era seduto su di un trono rosso con delle sfumature dorati ai bordi. La luce illuminava solamente lui ed il suo trono: tutto intorno era buio. Sembrava come se ci fosse il vuoto. Un vuoto cosmico. Faceva freddo, un freddo glaciale.

Davanti all’uomo vi era un ragazzo dall’aspetto normale: capelli medio-lunghi neri e mossi, sguardo stanco, di chi ne aveva passate tante, ma determinato ad andare avanti e a lottare per ciò in cui crede. Un fisico asciutto, né troppo forte né troppo debole. Sembrava in forma, malgrado la sua espressione facesse intendere il contrario.

Non si udiva nessun suono in quella “stanza”. Silenzio. Un silenzio di tomba. Si poteva sentire il pulsare del sangue nelle vene dei due individui.

«Ti ho fatto una  domanda… non ti è bastata l’ultima volta?» ripeté l’uomo con tono adirato.

Il ragazzo lo fissò con i suoi occhi scuri senza dire una parola. L’uomo allora scattò in piedi ed agitò la mano in direzione del ragazzo.

«Hero, non costringermi a ricordarti del perché non puoi sconfiggermi!» sbraitò l’uomo tenendo sempre teso il braccio contro il ragazzo.

Hero, istintivamente, si portò entrambe le mani all’altezza del cuore. 

L’uomo sorrise: «Allora te lo ricordi…. ma una ripassata non può che giovarti!»

L’uomo strinse la sua mano destra a pugno, facendo ansimare Hero. Era come se gli mancasse l’aria. Sentiva il petto esplodergli.

Tum tum…. tum tum… tum tum….

“Cosa sono questi battiti? E perché sento un dolore così forte al petto?” si domandò Hero.

L’uomo ritrasse il pugno ed ecco che, dalla camicia di Hero, uscì…. un cuore, senza però danneggiarne la stoffa. Era come se quel cuore fosse un fantasma che potesse attraversare le pareti.

«Lo riconosci Hero? Questo è il tuo cuore. Te lo ricordi vero?». L’uomo aveva attratto a se quel cuore ed ora lo stava tenendo nella sua mano sinistra, fluttuante sul suo palmo. Era un cuore nero, come la pece, pieno di cicatrici e di micro-fratture da cui fuoriusciva un liquido che, un tempo, era di un colore rosso acceso. Ora è solamente uno sporco liquido putrefatto tendente al nero.

«Guardalo Hero, guarda il tuo stesso cuore. Lo vedi? Lo sai perché è così nero? Ti ricordi cosa successe l’ultima volta?» sbraitò l’uomo. I suoi occhi rossi erano adirati e fissi sul povero ragazzo.

Hero abbassò la testa e cominciò a tremare. Si strinse nelle sue braccia e cadde in ginocchio. Dei ricordi cominciarono a balenare nella sua testa. L’immagine confusa e sfocata di una ragazza in lontananza. Lui che cerca di raggiungerla, ma senza riuscirci. Una corsa a perdifiato. Una caduta. E un’altra. E un’altra ancora. Sangue. Dolore. Lui che non si arrende e che si rimette in piedi. Una fitta allo stomaco. Altro dolore. La corsa che riprende. La ragazza è ancora lontana. Non riesce a raggiungerla. Un’altra caduta. Crampi alle gambe. Un dolore insostenibile. A fatica riesce comunque a rialzarsi. Prosegue la sua corsa, a velocità molto ridotta. La ragazza si allontana sempre di più. Un mare di rovi si staglia davanti a lui. Senza pensarci su, si butta in quella foresta di spine. Graffi. Sangue. Dolore, tanto dolore. I rovi si aggrovigliano alle gambe, alle braccia, al petto. Urla di dolore e di rabbia. Una caduta. L’ultima. Il corpo di Hero rimane immobile tra i rovi, grondando sangue. Il suo viso rivolto a quella ragazza, oramai scomparsa. Lacrime, tante lacrime. Il dolore che provava dentro superava e copriva quello fisico. Infine un urlo, pieno di rabbia e di frustrazione.

I ricordi svanirono e Hero tornò in se. Alzò lo sguardo e vide l’uomo che lo fissava ghignando. Spostò poi lo sguardo verso il suo cuore. Quella visione lo fece titubare e si chiese se non fosse il caso di tornare sui suoi passi.

«Dovresti tornare sui tuoi passi, sì. Scordati di questa cosa, scordati di provare ad essere felice. Continua a rendere felici gli altri, ma a te non è permesso di essere felice» tuonò l’uomo.

Hero, a quelle parole, non poté più stare zitto e disse una sola, semplice parola

«Perché?!»

Quella domanda risuonò in tutta la sala.

«Perché così ho deciso» ribatté l’uomo.

«Ma… NON È GIUSTO!» replicò Hero.

«TACI, INSULSO MORTALE!» alle parole dell’uomo, tutta la sala tremò ed un vento gelido spirò in direzione di Hero. Lui però rimase impassibile, con gli occhi rigonfi di lacrime di rabbia.

«Sei stato scelto dopo un’attenta analisi. Vedi, caro il mio Hero, il tuo è uno dei cuori più puri che avessi mai visto. Un cuore disposto a tutto per le persone che ama. Ho quindi voluto testarlo: ‘chissà cosa accadrebbe se la cosa che più desidera gli si palesasse davanti agli occhi?’ ho pensato. Volevo testare la tua DETERMINAZIONE». Prese un profondo respiro e poi continuò. «Tu lo sapevi però. Sapevi benissimo che non potevi vincere contro di me, ma hai voluto tentare lo stesso. Perché quella cosa era troppo importante per te. Era come una ragione di vita, senza la quale saresti morto…. metaforicamente parlando, ahahah»

«NON PRENDERTI GIOCO DEI MIEI SENTIMENTI!» urlò Hero.

L’uomo cambiò subito espressione. Con una strana forza mise in ginocchio il ragazzo e si avvicinò lentamente a lui. Quando fu a pochi passi dal suo viso, gli porse il suo cuore in modo che potesse osservarlo più da vicino.

«Lo vedi? Noti qualcosa di strano?»

Il ragazzo si avvicinò per vedere meglio e vide un puntino rosso.

«Vedo… un puntino rosso al centro del mio cuore»

«Non un puntino caro Hero, ma una fiamma. Una piccola fiammella che pian piano sta crescendo, diventando sempre più grande e forte. Come forse avrai capito, questa è la fiamma della passione, dell’amore, della speranza. Tu ora stai provando quello stesso sentimento che, anni fa, ti ha devastato. Sei di nuovo qui per combattere per esso. Per farti travolgere da esso. Per stare finalmente in pace con te stesso e con il mondo. Beh… SCORDATELO! Te l’ho già detto, non sei destinato ad essere felice Hero. Non credi sia meglio estinguere questa fiammella, prima che possa fare danni?»

Hero alzò lo sguardo verso quell’uomo. Lo fissò con tutto l’odio che potesse avere in corpo. Aprì la bocca e disse con un filo di voce:

«Sono stati anni duri. Anni pieni di disperazione. Anni in cui non sapevo se ce l’avrei fatta. Anni in cui ho dubitato di tutto ma, più di ogni altra cosa, ho dubitato di me stesso. Mille problemi, mille paranoie. Non sapevo nemmeno se avrei trovato più la forza di amare… Ma ora questa fiammella è il simbolo della mia speranza. Questa fiammella dovrà ardere e rinvigorire il mio cuore consumato dall’odio e dalla tristezza. Questa volta non mi arrenderò. Questa volta lotterò fino alla fine. Lotterò per la mia vita. Lotterò per il mio futuro. Lotterò… per la mia felicità. PERCHE’ IO LA MERITO!»

Con uno scatto, Hero afferrò il suo cuore e si allontanò dall’uomo. I due si scrutarono. Erano faccia a faccia, separati solo da un paio di metri. Hero teneva stretto tra le mani il suo cuore che, per l’emozione e la determinazione, stava pulsando incessantemente. La fiamma al suo interno era vivace e stava bruciando con energia.

«… molto bene. Se è questo che vuoi, ti accontento subito»

L’uomo schioccò le dita e, tutto intorno, divenne un enorme prato verde. Non c’erano alberi, ma solamente fiori e non fiori qualsiasi, ma girasoli. Un campo pieno zeppo di girasoli, una distesa quasi infinita. In cielo splendeva un bellissimo e caldo sole che irradiava tutta quella distesa di erba e fiori. Tuttavia, i girasoli non erano diretti verso il sole, bensì erano chinati a terra, come se fosse notte.

«Bene, siamo pronti per sfidarci. Questa sarà la nostra ultima battaglia. Se vincerai, potrai essere felice. Ma se perderai… preparati alla disperazione eterna» disse l’uomo sogghignando.

«Non mi fai paura, sono maturato in questi anni e ho nuove frecce al mio arco. Non sono più solo!». Dopo aver pronunciato quelle parole, una piccola sfera si manifestò alle spalle di Hero. Era di un colore bianco luminosissimo e girava molto velocemente su se stessa oltre che intorno al ragazzo.

«Uhm, interessante» disse l’uomo senza battere ciglio. Alzò una mano ed una spirale di petali di ciliegio si manifestò dietro di lui. I petali si posarono come a formare una figura umanoide.

«Oggi è proprio una bella giornata….»

«I fiori sbocciano….»

«Gli uccelli cinguettano….»

«È in giornate come queste che i mortali come te dovrebbero….»

«PERDERSI NELLA PIU’ CUPA DISPERAZIONE!»

Dopo aver pronunciato quelle parole, l’uomo scomparve di colpo.

I petali alle sue spalle cominciarono a cadere uno ad uno, rivelando al loro interno una ragazza. Hero rimase spiazzato nel vederla. Improvvisamente i girasoli si girarono tutti verso la misteriosa ragazza, quasi come fossero attratti da lei.

«Le regole sono semplici: dovrai baciarmi. Se riuscirai a baciarmi, potremmo vivere insieme, felici e contenti, per l’eternità. Potrai provare tutte le volte che vorrai, finché non sarai più in grado di alzarti. Se, prima della tua resa, non sarai stato in grado di baciarmi, avrai perso e la tua anima sarà dannata in eterno» disse quella misteriosa ragazza con tono freddo.

Hero deglutì. Doveva aspettarselo uno scherzo simile, ma quell’uomo riusciva sempre a sbalordirlo.

“Ci siamo…. a noi due Grande D.!”

   
 
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