Kunikida era sdraiato sul letto, gli occhi coperti
dall'avambraccio. Era esausto: ultimamente la sua vita era un
continuo correre, impedire alle persone di suicidarsi, lavorare,
impedire alle persone di suicidarsi, dormire e impedire, anche nel
sonno, alle persone di suicidarsi. E con persone si intende Dazai.
Per di più erano giorni che quest'individuo lo sfidava nelle cose
più improbabili, per non si sa esattamente quale motivo. La cosa più
strana, è che lui accettava ogni volta. Non ne conosceva esattamente
la ragione, si ripeteva che lo faceva solamente per impedire a questa
mina vagante di morire una volta per tutte, ma in cuor suo sapeva che
non era così.
“Kunikida-kuuuuun”
...Ecco, si parla del diavolo e
spunta sua maestà in persona. Kunikida sospirò e si mise seduto sul
letto, strofinandosi gli occhi con il dorso della mano. “Sì,
Dazai?” chiese, tastando sul comodino per cercare i suoi occhiali.
Senza nemmeno bussare, Dazai irruppe nella stanza, stringendo nelle
sue mani due coloratissimi rettangoli. “Ho la sfida di oggi,
Kunikida-kun, sempre se non hai paura di perdere” Dazai sorrise,
sventolando davanti agli occhi del biondo i due rettangoli.
L'irritazione di quest'ultimo si faceva sempre maggiore, era come se
Dazai stesse sventolando un telo rosso davanti ad un toro. “In cosa
consiste questa volta? Combattimento fra polli?”
“No, quello
è per settimana prossima!”
Kunikida avrebbe riso se non fosse
stato per l'incredibile serietà di Dazai in queste sfide: settimana
prossima ci sarebbe stato effettivamente un combattimento fra polli.
“...Allora? Di cosa si tratta?”
“Chiudi gli occhi!”
“...Dazai.”
“Andiamo, non è niente di pericoloso,
fidati di me!”
Nella testa di Kunikida stava già passando una
lista kilometrica di motivi per il quale non si dovrebbe
assolutamente fidare del suo partner, ma chiuse gli occhi:
stranamente, si fidava comunque ciecamente di lui.
Dazai sorrise
internamente nel vedere Kunikida obbedire alle sue parole e iniziò
ad aprire uno dei rettangoli colorati. Tolse dall'involucro il
rettangolo di un color rosa brillante e lo avvicinò alle labbra del
biondo, che ebbe un leggero sussulto. “Ora apri le labbra,
Kunikda-kun!”
Kunikida riuscì ad annusarne l'odore, prima che
Dazai ficcasse con violenza quell'oggetto dentro la sua bocca.
L'odore era leggermente fruttato.
“Ora mastica” disse Dazai,
mentre scartava il suo rettangolino.
Kunikida iniziò a masticare
lentamente, ancora sospettoso. Subito un dolce sapore di fragola
riempì la sua bocca. “...E' una gomma.” affermò Kunikida,
perplesso.
“Esatto! Sono felice tu l'abbia riconosciuta!”
esclamò l'altro, punzecchiandogli la guancia leggermente più grossa
per via della gomma da masticare. “La sfida di oggi consiste nel
fare il pallone più grande. E, modestamente, io sono un
campione.”
“...Perché sei una palla anche tu?”
“...Così
mi ferisci” disse drammaticamente Dazai, portandosi una mano sulla
fronte “Andiamo, non avrai davvero paura di perdere.”
Kunikida
alzò un sopracciglio e iniziò a masticare più velocemente. Quando
la gomma si era sufficientemente indurita, il biondo iniziò a fare
il primo pallone.
Più o meno.
Il suo primo pallone
assomigliava più a un piccolo girino senza vita. Questo ovviamente
causò una fragorosa risata e Kunikida non ci pensò due volte a
colpire Dazai in testa “Vediamo se tu sai fare di meglio, vediamo.”
disse Kunikida, curioso di vedere come il maniaco se la sarebbe
cavata. Dazai si infilò la gomma in bocca e iniziò a masticare,
guardando il partner occhialuto dritto negli occhi. Per quanto
stupido possa sembrare, Dazai adorava la tensione che si creava
durante queste sfide. Non che lo avrebbe mai ammesso.
Iniziò a
soffiare e il suo pallone lentamente prese forma, decisamente più
grande di quello del biondo.
“aioa, he fe me pae?” chiese
Dazai, facendo attenzione a non scoppiare accidentalmente il suo
pallone. Non era una delle sue creazioni migliori, ma bastava per
battere quello del partner.
“Mi pare tu abbia dei problemi a
parlare”
Dazai scoppiò il suo pallone e riperese a masticare
“Andiamo, ti offro un secondo tentativo!”
Kunikida lo squadrò
e provò nuovamente a creare un pallone più grande. Voleva solo far
sparire quel sorrisino soddisfatto dalla faccia di quel maniaco.
Miracolosamente, il pallone stava diventando sempre più grande
(con sommo piacere di Kunikida). Stava per raggiungere le dimensioni
di quello di Dazai quando all'improvviso scoppiò, ricoprendo il naso
del biondo in materiale gommoso rosa. Dazai non riuscì a resistere e
scoppiò nuovamente a ridere, guardando la faccia sconfitta e seria
di Kunikida.
Il biondo sospirò e iniziò a pulirsi il viso da
quella sostanza appiccicaticcia. “La prossima volta sfidiamoci a
chi mette in bocca più marshmallow, almeno mi sporco di meno.”
disse, cercando di togliere con un fazzoletto la gomma rimasta sulle
mani.
Non si era accorto, tuttavia, di un piccolo residuo di
gomma rosa rimasto sulla punta del naso. Dazai però sì.
“Rimani
un attimo fermo, Kunikida-kun” disse, avvicinandosi al partner. “Ti
è rimasto un pezzo di gomma sul naso.”
Senza permesso, prese
dalle mani di Kunikida il fazzoletto e iniziò a strofinare
dolcemente il naso del biondo, che stava vivendo questa situazione
con un misto di sorpresa e imbarazzo. Dazai spostò il fazzoletto e
si ritrovò a guardare negli occhi il partner. Lo sguardo era
sostenuto con la stessa intensità da Kunikida. Era come se
improvvisamente qualcuno li avesse stregati, non riuscivano a
staccare gli occhi l'uno dall'altro. Sarà stata la prossimità, o
semplicemente il gesto gentile di Dazai. Ma nella stanza calò il
silenzio.
Entrambi non riuscivano a muovere un muscolo.
Erano
intrappolati nella stessa tensione che Dazai era così intenzionato a
creare con queste sue mini sfide.
Paura
Curiosità.
Incertezza.
Desiderio?
Nessuno dei due si accorse di
essersi avvicinato all'altro, nessuno dei due si accorse del misero
centrimetro di distanza fra le loro labbra.
Il primo a riprendersi
e ad allontanarsi fu Dazai, anche se di malincuore. Lasciò il
fazzoletto fra le mani del partner e uscì dalla stanza senza dire
una parola, ancora sotto incantesimo.
Kunikida rimase in piedi in
camera, stringendo il fazzoletto.
Sorrise.
“Combattimento
fra polli, eh...?”
A/N:
Perdoname madre por mi vida Kunikidazai. Questa sarà una
collezione di one shot, perché ogni tanto su tumblr trovo delle
cosine carine con "immagina la tua otp" e ultimamente sto immaginando
sempre solo loro. Perdonate il disagio, li amo troppo.
Alla prossima,
-FW.