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Autore: OlicityAllTheWay    21/02/2017    0 recensioni
Una storia dal finale aperto perchè non so ancora se la continuerò :D
Ho preso spunto dalla nuova serie "Riverdale" che mi sta piacendo veramente un casino. Spero che la leggiate e che vi piaccia :D Fatemi sapere.
Un bacio :D
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A NEW “BODYGUARD”

 

Era mezzanotte e quarantacinque e Archie dormiva quando sentì il telefono squillare ripetutamente. Si allarmò subito anche perché chi poteva chiamarlo a quell’ora?

Allungò la mano verso il comodino e lo acchiappò notando che non era la prima chiamata persa: era la terza ed erano tutte da parte di Betty.

Lei era ancora arrabbiata con lui e se lo aveva chiamato tutte quelle volte, a quell’ora non poteva essere un buon segno.

 

La richiamò immediatamente e nel mentre si era già alzato e infilato il pantalone di una tuta.

<< Betty che succede? >> disse lui appena sentì che lei aveva risposto.

<< Archie >> disse semplicemente lei. La voce rotta dal pianto.

<< Dove sei? >>

<< Da Pop’s >> rispose Betty.

<< Arrivo >>.

Finì di vestirsi e uscì di casa correndo.

 

Arrivò da Pop’s dopo solo cinque minuti e la vide. Era seduta sulla panchina subito fuori dal locale. Piangeva e si teneva stretta le braccia.

Accelerò il passo e la raggiunse, sedendosi affianco a lei.

Tutto quello che Betty fece fu gettarsi su di lui e abbracciarlo forte piangendo ancora di più di prima.

Lui aspettò che lei si fu calmata prima di capire cosa fosse successo.

Aveva il trucco colato e i capelli leggermente spettinati.

<< Ehi, dimmi che è successo >>

<< Chuck… >> iniziò lei e Archie si irrigidì immediatamente al sentire quel nome.

Lei lo notò e si bloccò.

<< Chuck cosa Betty? >>

<< E’ passato a prendermi stasera, dovevamo andare a cena. Quando ho visto che non stava prendendo la strada per la tavola calda gli ho chiesto dove stessimo andando e lui mi ha detto che prima voleva portarmi in un posto: allo Sweetwater. >> si bloccò un attimo e poi continuò: << Lì abbiamo iniziato a baciarci ed era tutto normale, come al solito. Ma poi voleva spingersi…oltre e io non volevo. >> le costava tanto dire quelle cose: << ha insistito e insistito e alla fine si è arrabbiato, mi ha chiamato puttana viziata e mi ha colpito >>

Archie spalancò gli occhi e si alzò di scatto passandosi le mani tra i capelli rossi.

<< Stai scherzando, vero Betty? >> disse camminando avanti e indietro, come impazzito: << Non ci posso credere! Io lo ammazzo >>

Betty si alzò e lo raggiunse tenendolo fermo per le maniche.

<< Archie, guardami >> disse lei costringendolo a guardarla.

<< Mi ha chiesto subito scusa, ma quando ha visto che non volevo cedere alle sue suppliche mi ha detto che non mi lascerà in pace >> disse agitata: << Ho paura Archie. Ho bisogno del tuo aiuto >>.

Archie la strinse a sé: << Tutto quello che vuoi Betty >>.

Si tolse il giubbotto e lo mise sulle spalle di lei: << Andiamo a casa >>.

 

L’indomani era come se il tempo fosse tornato indietro: Betty era tornata nei suoi normali vestiti e stava andando a scuola a piedi insieme al suo vicino e amico.

Quella mattina faceva piuttosto caldo eppure Betty portava un cardigan a maniche lunghe.

<< Non hai caldo con quella giacchetta? >> chiese Archie guardando a sinistra e poi a destra prima di attraversare la strada.

Betty non rispose subito e guardò altrove per non incontrare i suoi occhi ai quali non sarebbe riuscita a mentire.

Lui la tenne delicatamente per un gomito: << Betty? >>

<< No, non ho caldo Archie >> disse lei, con un tono di voce stridulo e poco credibile. Quello che le usciva sempre quando mentiva.

Archie non si fece ingannare e prima che lei lo potesse bloccare gli tirò giù la manica destra. Quello che vide lo fece arrabbiare quanto – se non di più – la sera prima, quando aveva scoperto cosa Chuck le avesse fatto.

Le braccia di Betty erano ricoperte di segni rossi che si stavano trasformando in lividi e questi segni avevano una forma ben precisa: erano dita, come se qualcuno – anzi, non qualcuno, ma Chuck – l’avesse stretta con forza.

 

<< Perché non me lo hai detto? >> chiese lui.

<< Sì che te l’ho detto. Ieri sera, pensavo si fosse capito. >>

<< Avevo capito che avesse insistito ma non a questo punto Betty. Siamo vicino allo stupro >> sbottò lui.

Lei sbiancò in un attimo. Nel suo momento di rabbia verso Chuck si era dimenticato di ponderare le parole, eppure lo sapeva bene che con lei doveva stare attento ad ogni singola sillaba.

Lo stupro era il motivo per cui sua sorella era caduta in depressione, quasi impazzita e finita in un ospedale psichiatrico.

 

Archie si morse la lingua: << Betty, Betty. Scusa, non so cosa mi sia preso, ho parlato senza pensare >>.

Di sottecchi vide che Betty strinse i pugni. Non glielo aveva mai detto ma sapeva cosa faceva quando era arrabbiata. Se la prendeva con le proprie mani e mai con la persona che l’aveva fatta arrabbiare, un effetto collaterale della tirannia di Alice, sua madre. Lo aveva scoperto vedendo le piccolissime cicatrici sulle sue mani.

Velocemente gliele prese tra le sue, e questo sembrò calmarla.

<< Dai, andiamo a scuola. Oggi non ti posso e non ti voglio perdere di vista nemmeno un minuto >> disse Archie inclinando la testa di lato, cercando di distrarla da quello che era appena successo.

Lei annuì e si fece condurre da lui.

 

Appena arrivati a scuola Betty notò che Chuck era poggiato al suo armadietto. Oh no, la stava aspettando.

Strinse involontariamente il braccio di Archie che le disse prontamente: << Ci sono io. Non ti succederà nulla >>

Non appena erano abbastanza vicini Chuck esordì: << Ehi piccola. Che fine hai fatto ieri? >> stava parlando con lei ma non smetteva di guardare Archie.

Betty non rispose ma si sporse verso il proprio armadietto per prendere i libri della prima lezione.

Chuck si infastidì e sbatté forte una mano sull’armadietto.

<< Ti ho fatto una domanda! Rispondi >>

Archie decise di intervenire.

<< Forse non ha voglia di risponderti. E io non ho voglia di farti l’altro occhio nero. Quindi spostati >> disse con tono basso e minaccioso, un tono che non gli apparteneva ma che Betty trovò sexy per un momento.

Chuck si raddrizzò e guardò dritto negli occhi Archie. Stava per ribattere quando il coach apparve nel corridoio: << Non di nuovo signori. Filate in classe >> disse con un tono che non ammetteva repliche.

I ragazzi erano consapevoli che avrebbero potuto ricevere un solo avvertimento, al secondo si sarebbe trovati sospesi. E il primo lo avevano già bruciato qualche giorno prima.

Così Chuck girò sui tacchi e fece per andarsene, ma Archie lo trattenne per la manica, in maniera molto discreta per non farsi notare da nessuno, tanto meno dal coach: << Oh e un’altra cosa: stà lontano da lei. O la prossima volta non ti spaccherò solo il labbro e il sopracciglio. >>

Il ragazzo se ne andò e Archie si girò verso Betty che aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo: << Ehi tutto bene? >> le chiese.

<< Sì, grazie >> rispose abbassando lo sguardo e stringendo i libri al petto.

 

 

   
 
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