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Autore: Rumenna    21/02/2017    1 recensioni
[BOYS LOVE] Ivan studia disegno ed è innamorato di Tina. Tuttavia il suo look lascia molto a desiderare. Si farà consigliare dall'esperto Rosemund. Ma cosa potrebbe accadere se un consiglio dopo l'altro i due si avvicinassero sempre di più?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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«Giulio Lisbona.»
Giulio Lisbona? E chi è questo? Mai sentito… o forse sì.
«Il veterinario.»
«Eh?» Il veterinario?? Quello antipatico? Quel tipo altezzoso e sbruffone, che prende tutti per beoti solo perché non sono medici come lui? «M-m-ma aveva detto di avere una fidanzata!»
«Sì, l’ha detto… p-poi sai com’è, tra una chiacchiera e l’altra… ha buttato giù la maschera. Ha.. ha detto che la storia della fidanzata è tutta una copertura per la reputazione…»
«Per la reputazione…? Lo vedi? Lo vedi che è una persona falsa? Da uno così io me ne starei totalmente alla larga!» non posso crederci che stiamo parlando di quell’individuo! L’unico per cui avrei fatto carte false pur di vederlo lontano da Rose il più possibile! «E quand’è che avresti avuto il tempo di farci due chiacchiere?»
«È per Alastor... Alastor, naturalmente. Non sono così disperato da trovare ogni genere di scusa per parlare con qualcuno...»
«Appunto! Lascialo perdere uno così! Non hai visto com’è vanitoso? A quello basta uno schiocco di dita per avere tutta la gente che vuole ai suoi piedi: donne, uomini, madri, nonne e bambini! Che te ne fai di uno così?»
Ha scostato lo sguardo, imbarazzato ed imbronciato come un bambino che è stato appena sgridato. Forse sono stato troppo duro… anche se quel tipo non mi piace, non devo dimenticare che sono coinvolti i sentimenti del mio migliore amico... e lui ha sempre fatto tutto il possibile per aiutarmi con Tina… sarei davvero incorretto nei suoi confronti a mettergli i bastoni fra le ruote. Ho fatto un respiro profondo. Devo calmarmi adesso, devo pensare. Cosa posso fare per aiutarlo a fare bella figura? Non posso certo dare consigli sull’abbigliamento ad uno stilista… e nemmeno sull’atteggiamento, sono una persona così chiusa... non conosco nemmeno nessuna barzelletta da suggerirgli perché non ho proprio il senso dell’umorismo. «Sbottonati di più la camicia, se mostri la pelle sembrerai più accattivante, no?»
«…Eh?»
Mi ha guardato come se fossi impazzito. «T-ti sto dicendo che farò qualcosa per aiutarti, voglio darti anch’io dei consigli, proprio come fai tu con me tutte le volte!»
«M-mi stai dicendo che mi aiuterai?»
«Sì, sì! Certo! Quel Giulio non mi piace per niente, ma non posso non aiutarti!»
«G-grazie… »
«Facciamo una cosa, stasera teniamoci in contatto via messaggi sull’andamento della serata!»
«Sì.»
«Però sbottonati quella camicia, così sembrerai più figo!»
«Ho la cintura di sicurezza adesso, lo farò dopo.»
«Ma dopo potresti dimenticarti, fallo adesso!»
Mi sono tolto la cintura di sicurezza e avvicinato a lui.
«L-lascia stare, Ivan!»
Gli ho dato un colpo sul dorso della mano, facendogliela ritirare, poi ho liberato un’asola della camicia, sentendo il forte profumo alla vaniglia arrivarmi alle narici. Improvvisi colpi sulla portiera mi fanno sobbalzare: voltandomi a sinistra vedo un passante, un ragazzino idiota che mi sta fissando divertito con una faccia da ebete schiacciata sul finestrino. Oh, no! Chissà cos’avrà pensato di noi in questa posa equivoca!
«Spostati.» Con una manata, Rose mi fa balzare sul sedile del conducente, abbassando poi il finestrino.
«Ti servono indicazioni stradali o sei semplicemente un maleducato?»
Con un tono di voce minaccioso, Rose ha fatto scappare via quel ragazzino a gambe levate. Però, che colpo… ho avuto davvero il batticuore… temevo che qualcuno potesse pensare qualcosa di strano.
«Non mi sento molto a mio agio con questo bottone fuori posto...»
«Perché? Non è il momento di essere pignoli, serve per fare conquiste!»
Rose si è lasciato cadere sullo schienale sbuffando: «Speriamo.»
Quel suo “speriamo” mi ha rovinato l’umore. Rose è una persona così gentile, il pensiero che debba uscire con quel verme mi urta davvero… non poteva essere un allegro ragazzo  spontaneo? No, doveva essere il sapientino-reputazione-immacolata.
Lo squillo del telefono riesce a distrarmi: la chiamata in arrivo porta il nome “Tina”.
«È Tina! Che le dico?»
«Dille che stai arrivando, no?»
«S-sì! P-pronto? Tina?»
Rose mi segnala bisbigliando di mettere il vivavoce. «Ivan, buonasera! Ascolta, per quanto riguarda il nostro appuntamento di stasera…» «Un attimo!» Agitato provo a schiacciare il pulsante per il vivavoce, ma per errore chiudo la chiamata. Perfetto.
«Adesso cosa penserà di me? Che non voglio uscire con lei?? La mia Tina, no!»
«Richiamala, dai! Dev’essere proprio scema per non capire che hai sbagliato, no? O semplicemente deve avere l’agenda troppo piena…!»
«Oh insomma, vuoi proprio farmi passare una giornataccia oggi?»
«Okay, sto zitto…! Richiamala, su.»
L’ho richiamata, stavolta eseguendo i giusti passaggi per il vivavoce: «Tina! S-s-scusa per prima, mi è caduto il telefono di mano! Dimmi pure!»
«Volevo sapere se eri pronto a scatenarti al concerto!»
«Oh… ehm.. Sì! Certo! Naturalmente…Yeeey! S-senti, la bottiglia dello spumante devo portarla io?»
Rose si è messo una mano sulla fronte scuotendo la testa… Oh, no! Ovvio che dovevo portarla io, che domanda stupida!
«Ehm… veramente riguardo a questo… ma sì, portala pure! Però ti avverto che a me non piace molto bere… cioè, mi piace ma… tendo ad ubriacarmi in fretta e divento un’altra persona, quindi preferisco portare l’aranciata o qualcosa del genere!»
Il viso di Rose si è illuminato come un girasole, ma non riesco a capire cosa significhi.
«Oh… ehm…» Lo guardo incerto, mentre con il pollice e l’indice imita il gesto del bere, facendomi l’occhiolino e un okay. «…Certo! Non preoccuparti, porto io da bere per tutti e due! P-per tutti, volevo dire! Lapo e Maria sono già usciti?»
«Non lo so, l’incontro è in piazza, ma non ne so niente di quei due! Dici che dovrei cercare di farli mettere insieme?»
«Ehm… se ti va…» Non mi interessano per niente né Lapo e né Maria, ma se non le do corda la conversazione non prosegue. Rose intanto mi incita ad arrivare al nocciolo della questione: «Anche noi ci incontriamo in piazza?»
«Perché, vorresti incontrarmi un po’ prima da qualche altra parte?»
Rosemund mi segnala con vigore una risposta positiva: «S-sì, se non ti da fastidio… s-sai, potremmo non riuscire nemmeno ad incontrarci tra tanta gente…»
«Sei un po’ asociale, Ivan! Comunque mi sta bene, avevo giusto voglia di stare un po’ da sola con te senza Maria e Lapo tra i piedi!»
«A-allora siamo d’accordo...»
«E anche senza il tuo amico, Rosemund… ti sta sempre appiccicato come un’ombra! La scorsa volta volevo parlare un po’ di più con te alla sfilata, ma c’era sempre lui nei paraggi… »
Che momento imbarazzante… Ho finto una risatina al telefono, timoroso di scoprire che i miei sospetti sull’espressione di Rose in questo momento siano fondati: sta facendo dei gesti di sdegno litigando con il suo io interiore per non farsi sentire da Tina… che figuraccia.
«…Senti, non è che per caso Rosemund è innamorato di te?»
Ho avuto un tuffo al cuore, la mia faccia sta diventando caldissima e sono certo di aver cambiato colore almeno tre volte… ma che razza di situazione è mai questa? Perché capitano sempre a me? Perché? La mia esistenza ruota intorno ad una sola parola e domanda: “PERCHÉ” ?
«…N-n-no, che dici…?»
«No, eh? Scusa, è che mi è sembrato che fosse così… ogni volta che ci siamo incontrati, c’era sempre una strana atmosfera tra di voi e ogni volta sembrava guardarmi con fare minaccioso, come una gatta che vuole difendere i propri cuccioli… non so se hai capito cosa intendo… sembrava sempre come se volesse rispedirmi da dove ero arrivata!»
«Ah… N-n-no! M-ma che dici? Lui? No, sciocchezze! N-non lo farebbe mai…!» Davvero le è sembrato che l’atmosfera tra di noi fosse strana? Anche a lei? Prima ad Anna e adesso a Tina! Ma è assurdo! Sarà una cosa delle donne, che vedono cose che non stanno né in cielo né in terra, solo per poterci fantasticare sopra! Si sa che alle donne piace parlare di “amori proibiti” di tutti i generi!
«Perché no? Cosa ti dice che non lo farebbe mai? Si può benissimo fingere, per nascondere i propri sentimenti!»
“Anche adesso saresti felice se ti dicessi di amarti?”
“Sto scherzando, è ovvio che ne saresti contento! Sei il mio migliore amico!”
Perché mi vengono in mente tutte queste cose stupide adesso…? No, non è così! È tutto un grande malinteso! È un grande malinteso, eppure mi sento così agitato… non vorrei mai che fosse così, Rose è solo un amico per me.
«Tina, non esageriamo adesso! È tutta una nube senza fuoco! Solo perché è gay non significa che sia innamorato di me! Avrai anche tu degli amici maschi, o te li vuoi portare tutti a letto? Non credo, quindi non dire queste cose di lui!» Anche se è Tina, su cui ci ho sbavato su per mesi e mesi, anche se ho fatto di lei la mia musa ispiratrice, non permetterò a nessuno di parlare male di Rose o di fare allusioni di qualunque tipo su di lui.
«Ti chiedo scusa per aver parlato di lui in questo modo. Ma sappi anche, che non esiste fumo senza un fuoco, Ivan. Tu sei proprio sicuro di quello che dici? Sembri un po’ ingenuo…»
«Forse non lo sai ancora, ma Rose si è trovato un fidanzato, quindi quello che dici è infondato.»
«Oh… non lo sapevo, scusa. Allora questo cambia tutto, ho messo su dei ragionamenti senza motivo! Scusami ancora!»
«Va bene, non lo sapevi.»
«Già… ti sei arrabbiato con me?»
«…No, non sono arrabbiato, anche perché ci siamo chiariti. Per me le cose finiscono quando ci si chiarisce.»
«Lo sapevo che eri speciale, Ivan. Allora, ci vediamo più tardi al locale “Upload”, che ne dici?»
Oh… è lo stesso locale di quella volta… «Sì, va bene! Ci vediamo lì tra una ventina di minuti, d’accordo?»
«Certo! A dopo, Ivan!»
Che telefonata stancante… in tutti i sensi. Mi sono voltato verso Rose, che sta aprendo la portiera dell’auto. «D-dove vai?»
«Aspettami qui, arrivo subito!»
«…Okay.» Tina ha detto che sono speciale… eheh, vorrà dire che mentre aspetto che Rose ritorni fantasticherò su questa storia per un po’.
É ritornato dopo una decina di minuti con un paio di buste tra le mani, portando all’interno dell’auto una ventata d’aria fredda.
«Cos’hai comprato?»
«Equipaggiamento del campione! Ivan, questa è la tua grande serata!»
«Ehi, fino a poco fa era la “nostra”… mettiti anche tu in mezzo.»
«Va bene, la nostra! Allora, ecco tutto quello di cui hai bisogno!» Con un sorriso smagliante mi agita le buste davanti al viso. «Alcolici, preservativi… e i consigli di un buon amico!» Ha sbattuto gli occhi ripetutamente facendo un’espressione carina, nonostante tutto quello che ha detto mi lasci completamente esterrefatto.
«……»
«Perché quella faccia?»
«…Hai detto “preservativi”, Rose?»
«Certo, preservativi! Tina ha detto che non regge l’alcol, no? Allora devi sfruttare questa cosa a tuo vantaggio! I preservativi sono per evitare malattie e strani concepimenti!»
«…Ehm… “per evitare strane malattie e concepimenti”, vorrai dire…»
«No no, hai capito bene! Malattie e strani concepimenti! Non si può mai sapere cosa può venir fuori da una mantide ed un furetto!»
«…C-c-cioè, s-scusa… non puoi averlo detto davvero… tu vuoi che IO CON TINA…?»
«E con chi altro, con me? Non essere ridicolo!»
Ma perché dice queste cose equivoche? Come se non fossi già abbastanza stranito dalle cose che sta dicendo… oh, la mia faccia.. sembrerò un’aragosta vestita di viola! «S-scusa, ma… come potrei mai approfittarmi della situazione? E in maniera premeditata, per giunta!»
«Quella notte davanti al mio negozio eri bello che pronto a saltarle addosso, non vedo quale sia il problema adesso!»
«M-m-ma ero ubriaco anch’io!»
«Se pensi che ubriacarti ti aiuterà, fai pure! Mi ricordo che da ubriaco sei più da contatto fisico che da sobrio.»
Quando la smetterà di rivangare cose che mi fanno sentire in imbarazzo? Con quella sua faccia spontanea e tranquilla, mi fa irritare ancora di più!
«Se ti senti impacciato su come usarlo puoi leggere le istruzioni sul retro della confezione! E se non sai dove farlo, ti ricordo che hai sempre la macchina! Vedi? Hai tutto quello che ti serve: la donna, la protezione e il luogo! Facile, no?»
«S-s-sarà facile per te che sei esperto, ma non per me!»
«Esperto…? Beh, forse un po’… o forse no? Comunque è facile, dovrebbe essere la stessa cosa con le donne, no?»
Oh, quindi Rose non è mai stato con una donna… ma allora com’è possibile che da ragazzino sbavava sulla modella del giornaletto porno? Ci sono delle cose della sua vita che vorrei chiedergli, ma non so mai quando sia il momento migliore per farlo, così finisco sempre per rimandare. Ad oggi ancora non so come mai sia passato dalla modella al ragazzo freddo e insensibile, come mai si sia ritrovato a fare sesso davanti ad una telecamera, come mai sia finito in prigione durante gli anni della scuola, né perché ha smesso di fare il modello. Sono tutte cose che potrebbero metterlo in cattiva luce se le venissi a sapere, ma che non mi hanno impedito di volergli bene… non penso che sia un cattivo ragazzo nemmeno dopo averlo visto come picchia la gente. Forse sono io che sono sbagliato, che mi sono affezionato e che lo difendo a priori perché è mio amico, ma davvero non riesco a vederci del malvagio in lui, pur mettendomi d’impegno.
«S-scusa, non volevo ferirti nell’orgoglio, Ivan.»
«Eh?» Non sono stato attento.
«Tu non hai mai avuto nessuna, sono stato così indelicato… scusami.»
«Oh… n-non è che mi vergogni poi molto, ormai lo sai già… in-insomma! Cosa dovrei fare con Tina stasera? Dovrei? O non dovrei? Piuttosto… ci riuscirei?»
«Certo che ci riesci, alla sfilata hai tirato fuori le unghie, con tua madre hai tirato fuori le unghie, hai risposto a tono persino alla tua dea Tina! Non c’è niente che non puoi fare, Ivan: è tutto nella tua testa, devi solo trovare la spinta adatta a prendere l’iniziativa.»
«…S-se lo dici tu…»
«Tieni tutta la scatola, potresti essere imbranato e fare casini, meglio portare una scorta!»
«Ehi, Rose! Prendine un po’ anche per te, non mi fido di quello lì! Insisti per difendere me dalle malattie, ma quello che potrebbe averne è proprio quel cascamorto! Che ne sai con quante persone è stato? Gli ho già fatto il disegnino, quello è fin troppo cosciente di piacere alla gente!»
«Va bene, ne prendo uno. Lo metto qui, guarda.» Ha aperto la cerniera degli spiccioli, stracolma di centesimi… è proprio tirchio. «Troppo piena, lo metterò qui, dietro la foto di mamma Elaine!» Mi ha mostrato chiaramente dove e come ha riposto “lo scudo protettivo” con cura. «Sai, Ivan… c’è un favore che vorrei chiederti.»
Mi sta guardando con un’espressione seria. «D-dimmi.»
«Quando naturalmente ti sarai liberato di tutte le tue cose, dei tuoi impegni, del tuo tempo libero e tutto il resto… ehm… potresti fare un ritratto per me?»
«Vuoi che disegni te?» Sono stupito che voglia lasciarsi ritrarre… che sia per la fotografia o per la pittura, è pur sempre un compito da modello. Chissà se dentro di sé vuole tornare a farlo.
«N-no, non me. Mia madre. Mia madre Elaine.»
«Oh… certo. N-naturalmente non ti garantisco niente…!»
«Sciocchezze, sarai bravissimo come al solito.» mi ha sorriso, con gli occhi blu intenso che si ristringono, addolcendogli il viso dai lineamenti già delicati.
«Oh… faremo tardi, Ivan! Dobbiamo andare!»
«Oh… sì, hai ragione.»
«Però vai piano, mi raccomando!»
«…Sì vado piano, non preoccuparti.»
Con un ritardo di venti minuti, ho lasciato Rose davanti ad un locale che non ho mai visto prima: sembra che ci sia del movimento all’interno, si sente una musica assordante provenire dall’edificio.
«Non credevo frequentassi posti del genere…»
«Infatti questo posto non mi piace molto… ma è qui che ho appuntamento, non posso farci niente.» Rose dischiude la portiera, poi, mentre sta per scendere dall’auto, si volta nuovamente verso di me, con uno sguardo serio ed intenso, sorridendomi in maniera quasi malinconica:
«Comportati bene stasera. La prossima volta che ci vedremo sarà nell’anno nuovo, Ivan.»
«Hai ragione, sarà nell’anno nuovo…»
«Se questa serata darà i suoi frutti, l’anno prossimo saremo dei nuovi Ivan e Rosemund.»
«È vero...» Non capisco perché per fare un discorso stimolante debba farsi venire gli occhi lucidi in quella maniera… finirà per rattristare anche me.
«Buoni propositi per l’anno nuovo: diventare un amico migliore per te, Ivan.»
Un amico migliore di così… può esistere davvero? Io penso che Rose e la sua famiglia facciano già fin troppo per me. Ho scosso la testa, guardandolo negli occhi, cercando di rimanere concentrato su quello che devo dire senza venirne risucchiato: «S-spero… spero che ci avvicineremo ancora di più con il nuovo anno, Rose…» Vorrei che mi raccontasse di più della sua vita.
Improvvisamente mi tira verso di lui, abbracciandomi con affetto. Sento che le sue braccia sono forti, sento il calore provenire delle sue spalle, più larghe delle mie… e stavolta non odora di brandy, ma di vaniglia.
«Ivan, spero che la nostra amicizia duri per sempre. Lo voglio davvero con tutto me stesso…»
Anche io voglio che duri per sempre… so che può sembrare stupido pensare una cosa del genere, ma so che i veri amici, quelli che rimangono con te per tutta la vita, seppure siano un dono così raro e prezioso da essere destinati a poche persone sulla faccia della terra, esistono sul serio… e io voglio che Rose sia questo tipo di amico per me.
Si è allontanato velocemente, strofinandosi bruscamente l’occhio sinistro con il palmo della mano:
«Basta così, altrimenti sembrerò un po’ checca! Mandami tanti messaggi, mi raccomando!»
Checca lui? Se lui è checca c’è da capovolgere il mondo… perché si butta sempre giù in quella maniera quando si tratta di sé stesso? Basto già io per quella parte.
«S-sì, va bene! Divertiti e sii prudente!»
«Sarò prudente come un carro armato, te lo prometto!»
L’ho salutato energicamente con la mano mentre l’ho guardato allontanarsi, alto ed elegante come al solito, sparendo dalla mia vista entrando nel locale. Oggi è davvero emozionato, ha i nervi a fior di pelle. Oh, no! Sono in ritardo bestiale, accidenti! E già Rose era in ritardo, figuriamoci io! Tina mi darà buca stasera, lo sento!
Sono arrivato al locale Upload in estremo ritardo, la gente ha già iniziato a riempirlo e sarà un po’ difficile riuscire a trovare Tina qui in mezzo… oh, eccola!
É seduta al bancone con addosso un lungo vestito nero e i capelli raccolti: è davvero uno splendore, riconoscerei quella sagoma tra un milione di sagome. Dai Ivan, chi ben comincia è a metà dell’opera! Faccio un bel respiro e mi incammino verso di lei: «T-Tina, buonasera! S-scusa per il ritardo!»
Con le piccole spalle, mostrando il collo elegante, non riconosco il volte femminile che mi si è presentato davanti: il naso è aquilino, le labbra sottili, gli occhi chiari… non è Tina!
«Buonasera! Sei solo? Anch’io! Angelica, piacere!»
Ho sbagliato persona?! Che figura! Ma non devo dimenticare le buone maniere! «I-ivan…»
«Scusa, lui è con me!»
Una voce chiara e schietta mi arriva alle orecchie, una mano esile e gentile mi da una pacca sulla spalla: è Tina. I suoi lineamenti sono sensuali e la sua espressione è schietta e dominatrice: è davvero una fortuna poterla osservare da così vicino… stasera indossa una camicia a righe e dei jeans scuri, i lunghi capelli castani sono sciolti sulla schiena sensuale. Ha gli occhi che le brillano come al solito… deglutisco senza dare nell’occhio.
«Oh, scusa!»
«Ivan, non mi hai vista?»
Ho scosso la testa, imbarazzato. Ma com’è possibile che Tina si trovi sempre nei momenti meno opportuni? Chissà cosa pensa adesso di me, dopo che le ho risposto a tono e persino chiuso il telefono in faccia…
«Sei davvero elegantissimo, Ivan!»
«G-g-grazie…» Mi sento uno stupido vestito così, ho addosso un completo elegante, mentre lei è completamente casual… beh, avrei dovuto aspettarmelo, visto che andiamo ad un concerto in piazza e non ad un appuntamento galante come Rose e Mr. Reputazione immacolata… a proposito, chissà se si sono incontrati. Spero che si trovi a suo agio, Rose sembrava davvero teso, seppure con gli estranei sia solitamente spigliato e socievole.
«Sei arrivato in ritardo, c’era molto traffico, vero?»
«S-sì, davvero tanto…»
«Mi sa che non facciamo in tempo per il concerto se restiamo qui, dovremo parlare lungo la strada…»
«V-va bene.»
Abbiamo iniziato a passeggiare verso la piazza, stringo tra le mani la busta piena di spumante.
«Hai portato davvero un sacco di alcolici! Sei sicuro di riuscire a bere? L’ultima volta che ti ho visto bere non è andata proprio benissimo…»
Sono saltato sul posto, arrossendo violentemente, ricordando quella scena imbarazzante… ed il bacio: chissà se anche a Tina è venuto in mente… ho paura di saperlo, però devo farmi forza! Altrimenti non sarò in grado di andare fino in fondo se inizio a farmi problemi persino a guardarla in viso! Mi sono voltato verso il suo profilo dolce e femminile, che non sembra affatto turbato: Tina è davvero avanti rispetto a me, che mi vergogno persino per un bacio da ubriaco senza alcun valore. Quella fu davvero una notte da dimenticare… Tina vide solo il peggio di me, eppure restò a farmi compagnia fino alle tre del mattino. Dopo l’arrivo di Rose se ne andò a casa giustamente, aveva davvero freddo poverina… io invece passai la notte in macchina, con Rose... la prima di una lunga serie: è sempre stato molto gentile nell’ospitarmi a casa sua a qualunque orario. Ashley e Giulia mi dissero che lui non lasciava mai entrare nessuno in casa sua… mi chiedo se Mr. Responsabilità immacolata varcherà quella porta stanotte… spero che Alastor lo graffi dappertutto e che Piero non lo lasci dormire… anche se non credo dormiranno molto quei due… ho lasciato andare un pesante sospiro.
«Cos’hai?»
Distolto dai miei pensieri, mi volto verso Tina con un certo imbarazzo: ero così assorto nel mandare la malasorte a quel tipaccio che mi sono dimenticato di tutto ciò che mi è intorno! E per giunta ho pesino sbuffato come un toro! Oh, no! Adesso Tina penserà che la sua compagnia mi annoi! È sempre colpa di quel viscido lombricone mutaforma!
«N-niente, stavo pensando a… all’ultima volta che siamo stati qui insieme, Tina.»
«É stato divertente vederti sdraiato sul bancone a russare come un ghiro!» Tina ha rilasciato controvoglia la sua risata vivace e sonora. Ho russato…? Che figuraaa!! Va sempre peggio! «S-s-scusa! N-n-non ero in me, davvero! Anche per il bacio--» Oh no, mi è scappato! Non dovevo parlare di quel bacio maledetto!
«Bacio?» Mi ha guardato stranita, come se non sapesse a cosa mi sto riferendo. Ma come, non ricorda? Io che mi sono fatto tutti quei problemi e lei invece nemmeno si ricorda?
«Ah, sì! Adesso mi ricordo! Lascia perdere, quelle sono cose che succedono quando ci si ubriaca! Non ci avrai pensato su troppo, spero!»
Il mio appuntamento è appena iniziato eppure sento che finirà tra poco. «Eh… n-no, ovviamente… m-m-ma sai… ci tengo a scusarmi… anzi, scusa ancora!»
«Non dire idiozie, Ivan! A proposito di quella sera e di questa sera… non siamo davvero capaci di farci una serata tranquilla in quel locale! Che ne dici di riprovarci?»
«Eh?»
«Di ritornare un’altra volta, intendo! Il 4 di gennaio sarà il giorno del mio compleanno, che ne dici di incontrarci lì per bere qualcosa?»
«Oh…» Tina mi sta invitando alla sua festa di compleanno, è incredibile! «S-sì, v-va bene! Va bene, ci sto!»
«Allora è perfetto! Verrò vestita elegante, almeno non ti faccio fare la figura dello scemo come stasera! Scusa per non averti avvertito sull’abbigliamento, avrei dovuto immaginarmelo visto che sei un po’ fuori dal mondo…»
“Un po’ fuori dal mondo”? É un dispregiativo o cos’altro? L’ho guardata senza capire. Rendendosi conto di quello che ha detto, Tina ha fatto una smorfia stupita e colpevole con il viso.
   
 
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