Questi
personaggi non
sono miei ma appartengono a Masami Kurumada e Shiori Teshirogi. Questa
storia è
stata scritta senza scopo di lucro.
Alla mia amica di sempre R.B ….
Un bubbolìo
lontano. . .
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.
G.
Pascoli
Cara sorella,
qui
da me è notte.
È
notte tra le strade di ghiaia e sotto i menti delle tegole.
Vedi la notte passeggiare
sulle impronte fossili dei carretti.
C’è la notte marchiata su ogni foglia
d’albero e sulle radici gonfie.
Nella
mia stanza , ingiallita da qualche lume, pennelli , fogli e tubetti di
tempera
ed olio stanno sparpagliati sulla scrivania di legno.
Ascolto il bruciore che brulica tra le costole e i fianchi perché ripenso alle tue lettere di tristezza e incredulità.
Il
mare che sbatte sugli scogli copre di frastuoni ogni voce di gabbiano
proviente dall’Egeo…sembra difficile unire le mani
oltre queste distese
di sale che cambia colore
per ogni capriccio di nuvola.
Sappiamo,
Sasha, che significa trovarsi colti di sorpresa da un acquazzone.
È successo
quando quel misterioso guerriero greco ti condusse via dal nostro
orfanotrofio…In
quegli istanti di mutamento, non si afferra la realtà.
È un tempo che scorre sotto
il naso, sulle dita, sopra la testa, lo sentiamo battere forte contro
di noi ma
non gli vogliamo dare corda. Alla fine , piano piano, siamo costretti a
fissarlo diritto negli occhi.
Senti
il trono che scotta e il Santuario , che dovrebbe
essere rifugio, è una grande scatola
di marmo in cui noti spazi vuoti tra le colonne e coni
d’ombra.
Bisogna
essere pronti allo stravolgimento…però
è facile parlare. Un
pugno non lo si incassa mai bene. L’unico modo è
aspettare che quel rumore
acuto diventi un formicolio sopportabile…
Vorrei
tenerti stretta tra le braccia, toglierti uno per volta i granelli di
cenere
che incendiano gli occhi . Quando da bambina non dormivi per la paura
del temporale
o degli incubi , inventavamo un sacco di storie fantastiche e strambe
assieme a
Tenma. Ricordi? Lui faceva lo scemo, cercando
di imitare un eroe strafottente, e
noi o ridevamo oppure ti lamentavi dicendo
che la sua interpretazione non andava bene.
Ecco piccola Sasha, non abbiamo che i braccialetti di fiori che ci regalasti. Sono sottili eppure non si slegano mai dai polsi. Quei petali che guardo , ogni volta che mi sveglio solo, penso siano i riflessi dei tuoi capelli solidificati in pietre preziose.
Amo aggiungere il verde nei dipinti: immagino che mi salti fuori da qualunque albero sulla riva di un fiume.
Così
, come ho promesso a Tenma , voglio donarti il più bello dei
paesaggi in modo
che tu riconosca ogni tinta: da quelle più scure a quelle
più chiare.
Un po’ vedrai nubi, un po’ vedrai sereno e sole.
Tra rovine che parranno grigie
e palazzi antichi splendenti, ci sarò io a porgere la mano a
lasciarti entrare
, anche con la mente ,nel tempio delle mie pitture.
Chissà
se troverò la maniera di affiggere schizzi anche in
cielo…per ora basta che i
miei pensieri siano dentro te e che, ovunque io sia, riuscirai a
scorgere le
piccole strade che continuerò a tracciare con la matita.
Se i fogli su cui lavoro voleranno via ne prenderò altri ancora e ti disegnerò sentieri all’infinito.
Con
immenso affetto
Aron
volevo
scrivere da tempo qualcosa sui protagonisti di Lost Canvas ^^ ma questa
piccola
one-shot ha , personalmente, un valore affettivo…mi sono
immedesimata nei
sentimenti di Aron verso la sorella minore Sasha desiderando
trasmettere
quest’empatia e questa atmosfera anche a voi…Mi
auguro di essere rimasta fedele
a questi dolci personaggi e di aver reso credibilmente ( anche
attraverso un
linguaggio di prosa poetica) l’interiorità del
protagonista…