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Autore: rocchi68    23/02/2017    1 recensioni
Quello era l’ultimo anno prima della maturità.
Era passato tanto tempo da quel giorno eppure quando si avvicinava quel periodo, lui si sentiva molto peggio del solito.
Tutto era tornato apposto, ma quella calda giornata estiva gli aveva causato una profonda frattura.
Il che era un vero peccato, considerando il passato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Scott, Trent
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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“Vuoi entrare?” Gli chiese, quando giunsero alla sua villetta.
“Non serve.”
“Ascolta Scott, domani a che ora devo venire per la lezione?”
L’indomani sarebbe stato il primo giorno di riposo del week-end e quindi avrebbero passato buona parte del loro tempo insieme.
“Verso le 10.”
“Non vuoi salutare Flash?”
“Lascialo tranquillo. Ci vediamo domani.”
“Certo.”
La ragazza entrò quindi nella sua bella villa, mentre lui s’incamminava lentamente verso la sua abitazione.
Peccato che lui non avesse fatto i conti con Dawn.
Quella foto le era rimasta impressa nella mente e ricordava abbastanza bene la figura dei genitori del suo amico.
Infatti, quando fu sicura che il ragazzo era già lontano, lei uscì di nuovo e si avviò al bivio.
Girò quindi nella direzione opposta e iniziò l’irta salita che la separava dalla fattoria.
Suonò alcune volte al campanello e ad aprirle venne una giovane donna sui 30.
“Chi è lei?” Chiese subito, notando Dawn con il fiatone dovuto alla corsa che aveva appena fatto.
“La casa Riddle?”
“Sì.”
“La famiglia di Scott Riddle?” Ripeté per maggiore sicurezza.
“Mio fratello.”
“Sono venuta qui perché sono una sua compagna di classe.”
Non ci fu nemmeno bisogno di invitarla a entrare che Alberta la prese per un braccio e la fece subito passare.
“Come sta?” Le chiese subito, mentre anche i genitori si accomodavano vicino al tavolo.
“Abbastanza bene.”
“E a scuola?” Intervenne il padre, mentre la consorte prendeva dal frigo qualcosa da bere.
“Molto bravo.”
“E la fidanzata?” Chiese di nuovo Alberta.
“Credo sia single.”
“Lasciate parlare un po’ la signorina prima di tartassarla di domande.” Brontolò la donna più anziana che per tutto il tempo era rimasta in silenzio.
“Come vi ho detto sono un’amica di vostro figlio e vorrei sapere il perché è così strano.”
“Non ti ha detto nulla?” Chiese Alberta, guardandola fissa negli occhi.
“Mi ha detto solo che c’è una storia che un giorno mi racconterà.”
“Dicci la verità…lo ami, vero?” Borbottò il padre che aveva capito qualcosa del suo strano comportamento.
Mai nessuna ragazza era andata a fare loro visita in quegli anni e nemmeno quelle che si professavano grandi amiche del diretto interessato.
“Non lo so.”
“Inutile negare. Sei la prima ragazza che viene a chiederci di lui e se fossi solo un’amica, non saresti venuta qui. Tu vuoi essere qualcosa in più per lui.” Riprese l’uomo, mentre anche le altre due donne annuivano convinte.
“Se non si apre però è difficile anche per te.” Prese parola Alberta, facendola annuire.
“Vorrei solo capire cosa gli è successo.”
“Vuoi sapere solo questo o tutta la storia?” Riprese il padre.
“Mi basterebbe poco per aprirlo.”
“Lo ami?” Borbottò di nuovo la madre.
“E questo cosa centra?”
“Rispondi. Lo ami o la fai per pietà?” Chiese di nuovo Alberta, mentre Dawn arrossiva appena.
Non sapeva se quello fosse amore, ma gli indizi che aveva raccolto sembravano confluire tutti su quella verità.
Era stata felice quando lo aveva visto.
Si era sentita protetta quando l’aveva aiutata con Trent.
Si sentiva apprezzata quando riceveva i suoi complimenti, nonostante il tipo complicato che aveva davanti.
Restava colpita quando lui metteva sempre la felicità sua e degli altri prima di ogni cosa.
E senza dubbio ammirava molto i suoi preziosi consigli nelle lezioni d’autodifesa.
Non l’aveva mai ammesso a nessuno, ma da quando si erano salutati alle medie, lei senza di lui non era mai stata più in pace.
Sognava in segreto di rivederlo, di riabbracciarlo e di diventare qualcosa in più di una semplice amica.
Per lei, Scott era sempre presente ed era giunto il momento di ricambiare il favore.
“Non so nemmeno io cosa provo.”
“Prova a pensare all’ultimo momento che avete vissuto insieme e avrai la risposta.” Riprese la donna più anziana.
“Mi stava aiutando e mi piaceva.” Borbottò lei in preda alla vergogna.
“Credo tu sia innamorata.” Ripeté l’uomo.
“Sì.”
“E se conosco mio fratello anche lui deve provare qualcosa per te.”
“Mi potete raccontare il perché è così misterioso?” Chiese di nuovo, soffermandosi sulla sorella.
“Non posso sapere se riguarda o meno una certa faccenda, ma è da quasi 9 anni che non lo vediamo più.”
“Così tanto?”
“Sì.” Borbottò il vecchio.
“Ma perché si comporta così?”
“Noi possiamo solo dirti che riguarda suo fratello, ma il resto te lo deve raccontare lui.”
“Credete che me lo dirà?” Chiese, rivolgendosi sempre alle donne della famiglia.
“Anche se è complicato, lui si fida di te e ti dirà la verità. Posso darti un consiglio? Se non ti vuole dire nulla, devi metterlo con le spalle al muro.” Intervenne il vecchio.
“Non appena saprò qualcosa…verrò a farvi visita.” Disse poco prima d’uscire.
Ritrovatasi in strada con il vento fresco a scompigliarle i capelli, ripensò a quelle poche parole che aveva ottenuto.
Suo fratello?
Scott si era isolato per un motivo che riguarda il fratello.
Questo era un buon inizio e se si fosse giocata bene le sue carte avrebbe ottenuto facilmente una risposta.
Voleva solo sapere cosa gli era successo e non era sua intenzione rigirare il coltello nella piaga.
Non ne sarebbe mai stata capace, ma Scott doveva svuotarsi di quel peso.
Solo così avrebbe potuto passare un periodo di tranquillità, senza rimorsi e senza essere schiacciato continuamente da quel peso.
 
L’indomani, puntuale come un orologio svizzero, lei era già dentro il suo appartamento, ma non aveva intenzione di allenarsi.
Non subito almeno.
Appena entrata si era cambiata subito d’abito con una maglietta che Scott aveva tirato fuori qualche minuto prima, ma dopo essersi posizionata in un punto tranquillo della stanza si era come fermata.
“Qualcosa non va?” Le chiese subito, leggermente preoccupato per quel cambio d’umore.
Era entrata allegra come al solito e dopo qualche minuto sembrava che stesse per andare ad un funerale.
Un clima pesante che non era affatto ideale per un allenamento intensivo.
Infatti lui l’aveva subito capito e si era seduto comodamente, aspettando che si scomponesse e tornasse com’era in principio.
“Devo raccontarti un segreto.” Riprese bisbigliando.
“E di cosa hai paura? Dimmelo, ti ascolto.”
“Vorrei dirtelo in un orecchio.”
Il rosso non riusciva proprio a capire cosa fosse quel repentino cambio d’umore.
E pensare che stava studiando Psicologia proprio per comprendere le persone che lo circondavano.
“Avanti.” Borbottò, alzandosi dalla sedia e ponendosi a poca distanza dalla ragazza.
Non capiva che bisogno ci fosse a mantenere tutta quella segretezza.
Nessuno li avrebbe potuti sentire, ma per evitare ogni problema, decise di accontentarla.
Lo faceva solo per lei e perché voleva rivedere i suoi occhi.
Quegli occhi: lo stavano stregando di nuovo e non riusciva a dirle di no.
Era da qualche ora che ripensava sempre a lei, anche quando dormiva non riusciva a togliersela dalla testa.
Quello sguardo carico di dolcezza lo aveva sconfitto.
A pochi centimetri dal suo volto e in attesa che lei spiccicasse parola.
Stava aspettando che lei le dicesse di questo segreto e non si aspettava un simile gesto.
Non appena le fu vicino, lei prese il suo volto e lo baciò senza pensarci.
Lei lo amava e non le importava nulla della sua reazione.
Non sentì nessuno segno di allontanamento e anzi dopo qualche attimo stava approfondendo quel delicato contatto.
Aveva sempre desiderato una donna che non fosse né bella, né brutta, ma quell’angelo che lo stava baciando era quanto di più bello potesse desiderare.
Fu quando si staccò che la vide.
Dopo quel bacio era ancora più bella e non appena riprese fiato, si fiondò di nuovo su quelle calde labbra.
Troppo tempo era passato da quando l’aveva desiderata e nessuno poteva rovinare il loro amore.
Si sentiva come in Paradiso e se quello era un sogno sperava che durasse per l’eternità.
Restarono attaccati per alcuni interminabili istanti, saziandosi l’uno delle labbra dell’altro.
“Credo che per oggi la lezione sia meglio saltarla.” Propose divertito il rosso, mentre risistemava i pochi mobili del suo appartamento.
“Domani.”
“Certo.”
“Ancora.” Riprese, tirandolo a sé e baciandolo di nuovo.
Scott finalmente si sentiva felice.
Aveva aspettato anni per trovare la sua metà e non aveva nessuna intenzione di mandarla al diavolo.
Finalmente a distanza di tanto tempo era la prima cosa bella che gli era capitata.
Prima di allora giudicava l’incontro con Duncan e con gli altri come una benedizione, ma questo era anche meglio.
“Mi ami?” Le chiese, mentre lei annuiva, attingendo di nuovo dalle labbra invitanti del ragazzo.
“E tu?” Chiese, staccandosi e aspettando la sua risposta.
“Un bacio credo sia la risposta migliore.”
Il tempo non passava affatto e i due si stavano beando di quell’intenso momento di pace.
Si baciavano come se non si vedessero da un eternità e avevano trovato anche il tempo per passare tutta la giornata insieme.
Tante ore costellate da attenzioni per l’altro e tanti baci bollenti che riempivano il tutto.
Fu solo verso le 16 che Dawn si ricordò del motivo principale della sua visita, ma non sapeva come porgli quella domanda.
Temeva che considerasse quei baci come una sorta di anticipo per il suo segreto ed era giunta al punto di credere che lui potesse considerare tutto ciò come il frutto di un complotto.
Un complotto che lei aveva organizzato alle sue spalle e che serviva solo a stabilizzarlo.
Eppure si sentiva in dovere di farlo e voleva alleggerire ancora di più il rosso.
“Scott posso farti una domanda?”
“Chiedimi pure tutto quello che desideri.” Rispose subito con un sorriso, avvicinandosi per cercare un bacio, ma restando deluso dal suo blocco con una mano.
“Mi ameresti anche se la domanda non ti piacesse?”
“Certo.”
“Quale sarebbe il segreto che nascondi?”
Per un breve istante si era come spento e non sapeva come continuare.
“Segreto?”
“So che riguarda tuo fratello.”
Abbassò istintivamente il capo come se si aspettasse qualcos’altro.
“Puoi dirmi la verità perché ti amo e se resti in silenzio mi fai molto male.” Borbottò, sperando di sbloccarlo del tutto.
“Mio fratello…l’ho quasi ucciso.”




Angolo autore: Son di corsa.

Ryuk: Come sempre.

Non ho avuto il tempo di rileggere il capitolo, anche se ricordo che qui dovrebbe venir fuori la verità.
Scott è cambiato a causa del fratello.

Ryuk: È cambiato perchè ha fatto qualcosa al fratello.

Già.
Lunedì prossimo ultimo capitolo e poi inizieremo con un nuovo progettino.
Giovedì prossimo ovviamente se ricordo d'annotarlo.
Altrimenti son guai.

Ryuk: Me ne ricorderò.
   
 
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