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Autore: moreofsilence    23/02/2017    0 recensioni
Brenda Collins è una diciassettenne che di normale ha ben poco. Figlia di una italiana e un americano, ha vissuto fin troppo per i suoi anni.
È per questo che è forte, matura, spesso acida, non si fida di nessuno, ha passato la sua infanzia aiutando sua madre ad uscire dalla depressione causata dalla morte del padre.
Odia il romanticismo, vede l'amore come qualcosa di effimero e inutile.
Ma cosa succederebbe se nella sua scuola si trasferisse un ragazzo, bello, arrogante, falsamente superficiale, che come lei ha un gran vuoto dentro? Si sa, all'inizio due caratteri forti tendono a scontrarsi, e poi?
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"Lo sai che in sole cinque parole mi hai insultato sei volte, Collins?"
Continua con un ghigno stampato sul viso.
"Io non sarei tanto ironica fossi in te, Bianchi. Tu non lo sai, ma essere idiota non è un difetto, è un vero e proprio crimine. Dovresti sentirti in colpa con il mondo per contribuire così tanto a peggiorarlo."
Sorrido diabolica, la mascella irrigidita, le sopracciglia contratte e lo sguardo feroce, a volermi sbranare.
Cos'è, gradasso dei miei stivali, ci stiamo alterando?
Occhio per occhio, dente per dente. Sbagli a provocarmi.
Stai facendo lo stronzo con la stronza sbagliata, Luca Bianchi.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Un uomo.
Sto rincorrendo un uomo.
Dalla mia angolazione riesco soltanto a vedere i suoi capelli scuri, a causa dell'ombra degli alberi che ci sovrasta non riesco a vederne bene i tratti. I capelli sono molto lunghi, gli toccano le spalle robuste, sembrano morbidi, vorrei toccarli, ma ora sto pensando ad altro, devo raggiungerlo.
Siamo su un grande prato, intorno a noi ci sono soltanto alberi e arbusti, si sente soltanto il rumore dei nostri passi che continuano a velocizzarsi e a rincorrersi, si odono anche i motivetti di alcuni merli canterini oltre i nostri respiri affannati che sembrano quasi sincronizzati.
Dove sono?
Fa così caldo, il sole continua a battere sulle nostre teste, ma nessuno, nè io nè lui, abbiamo intenzione di fermarci.
Un passo, due passi, tre passi, più veloce...
Sono quasi ad un passo da lui, allungo la piccola mano per afferrare la stoffa della sua T-shirt blu, per vedere chi è questo misterioso uomo che mi pare di conoscere da una vita.
Riesco appena a sfiogliargli il braccio che... sento un acutissimo dolore alla testa e alla spalla.
Cavolo! Apro gli occhi di scatto, risvegliandomi improvvisamente nel migliore dei modi.

Certo, chi non desidererebbe destarsi da un raro sogno, invece che da un incubo, completamente spiaccicata sul freddo e comodo pavimento, metà materasso compreso addosso, con le urla frastornanti di tua madre nelle orecchie, che ti strilla che questo sarà un delizioso e bellissimo primo giorno di scuola?
-Brenda, cosa è successo? Ho sentito un rumore.- Mi massaggio la nuca. Merda, mi uscirà sicuramente un bernoccolo!
-Niente mamma, smettila di starnazzare come un'oca! Ci sento.- Dico cercando di alzarmi, togliendomi le lenzuola di dosso e quasi ce la faccio, se non fosse che la mia fortuna è uguale al coseno di 90 (zero) e il mio pigiama lungo quanto le mie gambe al cubo. Mi ritrovo con la faccia sul letto e le gambe all'aria. Ottimo, almeno la destinazione non è stata il pavimento.
Mi rialzo velocemente, facendo attenzione stavolta.

-Brenda!- La mia mammina nevrotica spalanca la porta della mia camera e in meno di un millisecondo posso letteralmente vederle i bellissimi occhi azzurri fuori dalle orbite.
-Brenda! Cosa diavolo hai combinato qui?! Perchè non sei ancora pronta? Tra un quarto d'ora devi trovarti a scuola.-
Continua a farmi la predica e a fare domande come sempre, mentre io la ignoro e sbuffo già stufa dei suoi sermoni.

In modo molto sciatto mi dirigo verso il bagno.
-Brenda! Sto parlando con te! E non sbuffare! Non puoi arrivare in ritardo il primo giorno di scuola!
Sì che posso, mamma.

-Brenda Nicole Collins! Tu non mi stai ascoltando
. Oh! Che gran scoperta!
-Certo che ti sto ascoltando, mamma, ora, se magari la smettessi di urlare e perseguitarmi, e mi lasciassi in pace, riuscirei a prepararmi.- le sorrido più falsamente possibile per farle capire che non deve più rompere le cosiddette.
Non mi va di trattarla male ma lei ce la mette davvero tutta per farmi innervosire, anche perché non sono mai stata una tipa paziente, ancor meno se oggi ricomincia quell'incubo che tutti cercano, oratoriamente parlando, di addolcire chiamandolo 'scuola'.
Io sono davvero felice di rivederla finalmente così rompiscatole dopo tanto tempo, davvero.
Mia madre è una donna forte, lo è sempre stata, forse la più forte e tosta che abbia conosciuto nella mia breve vita, non per niente cinque mesi fa ha finalmente ripreso in mano la sua vita e, soprattutto ciò che l'aiuta a distrarsi e a realizzarsi: la sua carriera da avvocato.
Ed ecco perchè ieri sera ho dovuto partecipare a quella scocciatura. Ma non è niente se poi vedo sorridere l'unica persona anzi, una delle due persone a cui tengo sul serio su questo mondo.
Non voglio pensare all'altra, non devo pensarci.

Mi chiudo in bagno, appoggiando le mani sul lavandino, e guardandomi allo specchio.
Dannazione! Sono un disastro!
Io sono sempre un disastro, ma oggi più degli altri giorni.
Forse perchè eri talmente entusiasta di tornare a scuola, che sei andata a letto alle quattro di stamattina.
Già, molto entusiasta...
I miei grandi occhi nocciola sono davvero gonfi, ho delle borsone proprio sotto essi, i capelli rossi crespi e mossi sono un emerito casino, possibile che ogni singola fibra se ne vada a spasso a cavoli suoi?
Sinceramente non m'importa nulla nel mostrarmi in questo modo, non ci tengo affatto a curare il mio aspetto fisico, anzi il più delle volte arrivo a scuola come mi sono svegliata e quindi come uno zombie, ma odio così tanto i miei capelli che basta vedere loro per svegliarmi con il verso sbagliato e passare la giornata in ugual modo.
Mi lavo la faccia, mi vesto velocemente, con jeans e una felpa maschile, adoro le magliette maschili, sono molto più comode di quelle femminili e poi sono molto più nel mio stile sfasato.
Ripenso allo strano sogno che ho fatto, ultimamente lo faccio spesso, e ogni volta quando sto per scoprire il volto dell'uomo mi sveglio.
Meglio svegliarsi così, che inzuppata di sudore come mi capita da ormai troppo tempo...
Scendo le scale, ancora non mentalmente pronta per ricominciare la tortura.

*** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** ***

Appena arrivata, corro più velocemente possibile verso il gran cancello d'ingresso rosso arrugginito, leggendo dopo due mesi di vacanza il cartello 'Liceo scientifico statale Galileo Galilei'. E la solita faccia severa stampata del grande scienziato che mi guarda come a dire: "Scappa finchè sei in tempo."
Ah! Come vorrei ascoltare il tuo consiglio.

Carino da parte tua parlare telepaticamente con la faccia di uno morto quattro secoli fa.

Taci.
Non c'è nessuno nel cortile, segno che è davvero tardi.
Guardo l'orologio sul mio polso che segna le otto e quindici, quando la prima campanella suona alle otto.
Merda! Ho fatto davvero tardi!
Ma ormai sono famosa per i miei super ritardi.
Le mie gambe sembrano aver preso vita propria, perchè continuano a correre a vanvera.
Fortunatamente o sfortunatamente nei corridoi non incontro nessuno, sono spariti anche i bidelli, wow! E ora come trovo la mia classe? Ma poi, qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè cavolo devono far emigrare le classi ogni anno, per far cosa? Nuove conoscenze con i muri secolari che stanno andando a pezzi?
Continuo a camminare, leggendo i nomi delle classi, cercando la mia, sperando che non l'abbiano spostata al secondo piano.
Ed invece per una volta la fortuna sembra essere dalla mia parte. III B.
Eccola. E invece canto vittoria troppo presto.
Non busso neppure, spalanco letteralmente la porta per la fretta e neppure la richiudo.
Sento improvvisamente un silenzio tombale, perchè cazzo stanno tutti zitti ora? Hanno visto un fantasma?
No, uno zombie.

Un attimo e mi rendo conto del perchè.
Cerco infatti con lo sguardo Sara, la mia unica e fedele amica, ma nulla, non la trovo, e anzi, non trovo nessuna faccia familiare tra i vari soggetti presenti.
Cavolo, non sapevo fossero stati tutti bocciati!
A mano a mano che poggio lo sguardo sui ragazzi un dubbio sempre più reale si fa spazio nella mia mente, finchè non arrivo a guardare proprio la persona da cui sento arrivare una gran energia negativa.

Sgrano gli occhi, davanti a me con un gesso in mano, gli occhiali tondi stile anni '80 abbassati sulla punta del suo naso aquilino e storpio, c'è proprio lei, soprannominata moglie di Dracula, vicepreside di questa scuola nonchè professoressa più conosciuta dell'intero istituto per la sua severità sul il rispetto e le regole, e la sua capacità di incutere paura e timore sui suoi alunni, essendo anche una gran rompicoglioni.

La De Angelis mi sta guardando con quei suoi occhi biforcuti più freddamente e spaventosamente che mai mentre in classe incombe ancora il silenzio.
Faccio un passo indietro, mi volto per andarmene, ma la sua voce stridula rovina i miei piani.
Chiudo gli occhi pregando tutti i santi di mia conoscenza che menomale sono pochi e mi rigiro verso di lei con gli occhi di tutti puntati addosso.

-Chi sarebbe lei, signorina? E di che classe è?- Chiede allungando ancor più il collo verso la mia direzione.
Crede davvero di farmi paura così?

-Sono Brenda, Brenda Collins, della quarta B.- Rispondo prontamente.

Eh già! La mia mente questa mattina ha deciso di fare un passo nel passato, quando ero in terzo.
Stupida, stupidissima testa!
-E le pare ora questa di arrivare a scuola, signorina Collins?- Mi chiede alzando di mezzo tono la voce.
-Veramente io...
Cavolo, le cose si stanno mettendo male.

-Veramente cosa, Collins?- Dice non facendomi finire. -Non solo arriva in ritardo il primo giorno di scuola, ma poi disturba volutamente anche le lezioni in una classe che non è la sua!

Volutamente?! Secondo questa psicopatica io farei volutamente queste figure di merda per dare fastidio a lei, che fino a tre minuti fa non sapevo neppure esistere realmente?
Cerco di aprir bocca, ma lei continua a muovere la sua come se io non ci fossi.
-Dovrei sbatterla fuori e rispedirla a casa per oggi, ma sono troppo compassionevole e, dal momento che oggi è il rientro a scuola dalle vacanze...-
E bla, bla, bla.
Già non la sopporto!
Inizia a fare un noiosissimo discorso a tutta la sua classe sul rispetto delle regole e degli altri nella vita, mentre a me sta salendo una gran voglia di prenderla a schiaffi.

Mi sta solo facendo perdere tempo, non bastano la sua strigliata e quella di mia madre, quando arriverò in classe dovrò sopportarne una terza.

-Scusi professoressa ma, nonostante mi farebbe moltissimo piacere restare ad ascoltare le sue critiche, dovrei tornare in classe.- Finalmente si rende conto che sono ancora qui, si gira verso di me e mi sembra di veder la sua espressione mutare in una ancora più incazzata.
-Lei, impertinente! E così che dà il buon esempio ai suoi compagni più piccoli? Non vede che sto facendo un discorso serio?! Oramai sta andando tutto a rotoli, tutti questi giovani maleducati!- Poi si rivolge di nuovo alla classe.
-Badate bene a non comportarvi in questo modo, l'educazione è la cosa più importante, chiaro?!

Tutti annuiscono frettolosamente, come bestioline imapaurite, ma cosa gli fa questa? Li tortura con qualche attrezzo del Medioevo?
E poi cosa avrei detto di tanto maleducato?!
Se non faccio subito qualcosa 'sta pazza sicuramente chiamerà mia madre o, come minimo mi farà rimandare.
-Mi scusi, prof, ma non credo di averle mancato di rispetto, volevo solo dirle che, intrattenendomi ancora in sua piacevolissima compagnia, sto perdendo molto tempo che invece dovrei spendere nella mia classe.

Vediamo se lo capisce così gentilmente.
-Mi sta dicendo che questa è una perdita di tempo?!- Mi chiede imperterrita lei.
Ma questa qui non sta bene o lo fa apposta a voler trovare sempre l'ago nel pagliaio?
Non ce la faccio più e scoppio.

-No! Le sto dicendo che dal momento che si pagano le tasse per stare qui, preferirei fruttare questi momenti nella mia classe invece che con queste lezioncine che ho sentito milioni di volte e, per quanto riguarda i suoi alunni, può smetterla di spaventarli come il gatto con il topo, dal momento che è una professoressa e non un bel gatto.- Concludo marcando il bel.

Cazzo! Porca puttana! Ora sì che sono nella merda!
Ora in aula regna il silenzio, mentre vedo il colore del suo viso passare da rosa a bianco a viola a rosso per tornare al bianco.

-In presidenza! Subito!- dice urlando furiosa.

Io non me lo faccio ripetere due volte ed esco dalla classe.
Il mio anno scolastico è più che rovinato, ora sì che avrei motivo di uccidermi.
Stupida lingua che non riesce a starsi zitta!
Ottimo passo mettersi la De Angelis contro, bravissima Brenda.
Non l'avevo mai vista così da vicino, tutti si lamentano di lei, avevo sentito che era una vera strega, ma non mi aspettavo così tanto. Fortuna che non sono sua alunna!
Maledetta zitella in astinenza!

Do un calcio forte al muro, non molto femminile e forse troppo forte dato che meno di un secondo dopo sento un dolore lancinante al piede.
-Muro bastardo!- Impreco a bassa voce tra me e me. I guai però non sembrano essere finiti dato che sento qualcuno di passaggio scoppiare a ridere.
Bene! Bella figura di merda, Brenda, complimente!
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo davvero bello con i capelli scombinati e gli occhi verdi che mi guarda divertito.
Lo guardo meglio, indossa un jeans strappato, una maglia aderente che lascia intravedere i muscoli alquanto definiti, ma non troppo, le spalle larghe che risaltano dal giacchettino di pelle...
Mi pare di averlo già visto da qualche parte, provo a scavare nella memoria ma non ricordo, finchè non sento la sua voce suadente. Sgrano gli occhi incredula, mentre lui continua ghignare.

-Chi si rivede, la rossa bugiarda.
Io voglio saperlo una volta per tutte!
Che cosa ho fatto di male?!
Menomale che non ho mai ucciso nessuno.
All'inizio non l'ho riconosciuto, in effetti ieri sera con il buio non era ben visibile in tutta la sua 'bellezza', ma da quanto ho capito ieri questo qui è uno di quei bellocci idioti e palloni gonfiati che si credono superiori agli altri.
Questi si chiamano pregiudizi, Brenda, e tu li odi.
Nessun pregiudizio, coscienza, il tempo mi darà ragione anzi, il tempo non mi darà niente, dal momento che con questo tizio non voglio spendere neppure un millisecondo della mia vita.
-Cos'è, rossa, il gatto ti ha mangiato la lingua?-

-No, ai gatti non piace la mia lingua, ma a quanto pare a loro piace molto il cervello degli idioti, si spiagherebbe finalmente perchè a te, e a molti tuoi simili, manca- Dico acida, per vendicarmi del bugiarda, ma a lui ciò che dico sembra non fare nessun effetto.

-Stai provocando il primo giorno di scuola uno sconosciuto, rossa? Perchè non credo ti convenga.- ribatte arrogante.
Questo sta iniziando a darmi davvero sui nervi!
E io non sono da meno, dato che non riesco a chiudermi la bocca e girare i tacchi.

-Non uno sconosciuto, ma un idiota che ieri mi ha dato della bambina, quando mi pare che anche tu abbia la mia stessa età per stare qui.-
-Sembro più uomo, lo so.- ammicca.

Faccio una smorfia del tutto involontaria.
-Sembri più un asino, ti mancano solo le sembianze.-
Serra la mascella e i tratti del suo viso s'irrigidiscono improvvisamente.
Ora è lui a guardarmi in cagnesco e io ne sorrido mentalmente soddisfatta.
Allora anche lui non è molto accomodante alle offese!
Senza aggiungere altro, mi volto diretta in presidenza, ignorandolo completamente e anche lui fa lo stesso.

*** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** ***

-E com'è? Amichevole il preside?- Sbuffo.
Sono stata 'soltanto' mezz'ora trattenuta in presidenza ed ora eccomi qui a passeggiare nella breve pausa con la mia seconda persecuzione giornaliera dopo mia madre, Sara.
Mi giro verso di lei, guardandola male.
-Smettila, è la prima volta che finisco in presidenza il primo giorno di scuola. In più stamattina invece che davanti ad un uomo anziano pacato e ragionevole, mi pareva di stare davanti ad un'arzilla vecchietta in calore.

Sara scoppia a ridere e io mi lascio trascinare, seguendola.
Per fortuna, quando sto con lei le risate non mancano.
L'ho conosciuta il primo giorno delle superiori e devo ammettere che inizialmente mi stava molto antipatica, come d'altronde mi sta antipatico la maggior parte di esseri umani su questo mondo, più particolarmente della mia scuola, ancor più particolarmente della mia classe di pecore e bufali.
In quattro anni mi sono avvicinata soltanto a lei, o meglio lei ha cercato di avvicinarsi a me. Non so ancora perchè, ma lei voleva essere a tutti i costi mia amica quando la mia ferita era bella fresca e non avevo neanche voglia di svegliarmi la mattina, brutto quando hai solo quattordici anni, e un giorno rompi l'altro pure, io non sono tanto paziente ed eccoci qua.

Forse siamo diventate amiche perchè siamo entrambe molto ostinate.
O forse perchè lei è stata l'unica capace di abbattere il mio muro pieno di fortezze. Lei sa di mio padre, come quasi tutti qui dentro.

-E posso sapere perchè sei finita lì? Sapevo che prima o poi ci saresti andata, ma il primo giorno!- Faccio spallucce, in effetti non è la prima volta che faccio visita di cortesia all'egregio signor preside Marchetti.
-No- rispondo semplicemente.
-E perchè no?- chiede sorpresa e un po' dispiaciuta.
Faccio spallucce.
-Credimi, ti sto risparmiando rottura di gola per troppe risate

. Sgrana gli occhi -Cosa hai fatto?!
-Ti dico solo che c'entra la De Angelis.- Sbarra gli occhi.
-Cazzo! Ti sei messa contro quella strega!
Annuisco.
-Ora cambiamo discorso- Alza le mani in segno di resa e sorride, mentre vedo molti ragazzi girarsi a guardarla e a commentare.

Solita routine.
Sara, con il suo viso angelico, occhi azzurri e capelli biondi, e il suo bellissimo sorriso, strega quotidianamente milioni di cuori.
A lei, al contrario mio, piace molto avere attenzioni da parte dell'altro sesso.
È bella, brava, piuttosto intelligente, e non si veste come una barbona come la sottoscritta.
Mentre lei è assai socievole, io faccio di tutto per mantenermi a debita distanza dalla gente, affatto per timidezza perchè, diciamolo, se io sono timida, allora i maschi non hanno i popolari gioiellini di famiglia, anche se devo dire che ad alcuni mancano, e per 'alcuni' intendo molti, moltissimi, comunque non sono timida, semplicemente mi piace stare sola, sono una tipa piuttosto solitaria, diciamo che preferisco la musica alle persone.
-Allora, non mi hai ancora detto com'è andata la festa di ieri.-
Non so perchè, ma appena collego 'festa' a 'ieri', mi viene in mente il ghigno di quel ragazzo odioso e fastidioso e l'incotro di prima.
Ma proprio in questa scuola doveva venire! E poi non l'ho mai visto prima, perchè tutto d'un colpo come mi giro c'è lui?
Le brutte coincidenze della vita!

-Come doveva andare? Di merda, come sempre!- sbotto facendo trapelare il mio nervosismo.
-Dimmi tu qualcosa! Cos'hai fatto in queste settimane?- chiedo, anche se in realtà non mi interessa molto, per cambiare argomento.
Vedo i suoi occhi brillare.
Cavolo! Non avrei dovuto farlo! Quando fa quella faccia è perchè deve raccontare qualcosa di molto, molto lungo.

-Non puoi capire cosa mi è successo! Due sere fa ero al Cosmo e l'ho incontrato!- dice tutta eccitata.
Il Cosmo è un locale, che di notte si trasforma in night club, pieno di miei coetanei ubriachi o drogati, ma c'è chi lì va anche per divertirsi con gli amici semplicemente ballando, ma non credo che questa ultima categoria ne includa molti.
Roteo gli occhi, consapevole della persona a cui si riferisce il pronome 'lo'.
-No, non lo dire, non voglio saperlo.- borbotto ed è la verità, è appena cominciato l'anno, non può iniziare già da adesso.
-Marco Ferrari!- strilla.
Ecco, l'ha detto, il nome di quell'idiota patentato.
Marco Ferrari, alias 'sono-figo-solo-io-baciatemi-le-scarpe-e-anche-qualche-altra-cosa', nonchè mio compagno di classe e tra i ragazzi più conosciuti e desiderati della scuola, e... l'ho già detto idiota? È il ragazzo di cui la mia amica si è infatuata da ormai un anno, come molte altre.
Sul serio, ancora non capisco perchè a lei, così simpatica, bella e, non posso non dirlo, rompipalle (per alcuni è una qualità), piaccia tanto, okay, è carino, ha la battutina da scimmione acchiappa femmine sempre pronta, ma poi niente di più, la sostanza manca.
-Lo sai che odio quel tipo, e tutto ciò che lo riguarda.- dico secca.

-Lo so, ma cerca di fare uno sforzo per me- continua -ma il fatto è che con lui non c'era il solito gruppetto di ragazzi e galline- e a quest'ultima parola accenna sprezzante.

-Ma un ragazzo che non ho mai visto prima-
-Partendo dal presupposto che di quell'idiota non mi potrebbe fregar di meno, mi spiegheresti, gentilmente, cosa c'è di così anomalo ed entusiasmante nel fatto che stava con un ragazzo?-
Mi fermo un secondo facendo finta di rifletterci, anche se un dubbio ce l'ho.
-A meno che, dopo anni a prendere in giro ragazzi gay e simili, non lo sia anche lui e, nella sua mente distorta abbia cercato di tenerlo nascosto così.- sorrido malefica -In questo caso, avrei un motivo in più per disprezzarlo e prenderlo a schiaffi.

Ah! non ho detto che il rubacuori, anzi rubavagine, è una sottospecie di bulletto ritardato.
Sara alza gli occhi al cielo, eppure dovrebbe aver capito il disprezzo che provo per quel tipo.

-La smetti di far girare in quella testolina queste stupidaggini? Secondo te, se fosse omosessuale ora sarei così entusiasta?-
Alzo un sopracciglio scettica.
-Addirittura entusiasta?
-Certo, ma tu non mi fai finire il discorso, ovvio che capisci male.
Ancora non ha capito che quando c'è il nome Marco Ferrari in mezzo penso sempre male.

-E allora finisci!

-Ti dicevo che con lui c'era un ragazzo, ma non un semplice ragazzo, un vero esempio di bellezza perfetta scultorea maschile.
-E ti ha fatto dimenticare finalmente Ferrari?
Non ci credo neanche io, ma chiunque è meglio di lui.
-No! Certo che no! Semplicemente era davvero bello, il fatto è che non l'ho mai visto prima, ma ho saputo che... è suo cugino! E si è appena trasferito! Credimi se ti dico che l'ho scambiato per un dio greco, davvero, aveva un fisico statuario, alto, magro, niente da invidiare a Marco-
Okay, qui le cose si aggravano. Se Sara, quella che conosco da tre anni e da uno innamorata di Marco, dice così è perchè sul serio questo tipo è bello.

Non che mi importi, semplicemente non so perchè ma ho un brutto presentimento.
Infondo, se è cugino di Ferrari, è un nuovo idiota da sopportare. Speriamo sia di passaggio.

-Ah!- lancia un urletto improvviso che mi fa letteralmente saltare in aria, per poi mandarle un'occhiataccia.
-Oh! Scusa! Solo che mi sono ricordata di dirti una cosa stratosferica!- dice sprizzando gioia da tutti i pori, ora sì che mi sto preoccupando!
-Che cosa?- dico non particolarmente esaltata.
-Sabato sera Giorgia dà una festa a casa sua di inizio anno!
Oh no! So già dove vuole andare a parare.
-Scordatelo!- affermo sicura- Sai che odio le feste ancora peggio se è di un'oca giuliva.
Se non si fosse capito, la cara Giorgia in questione mi sta altamente lì sopra, non perchè sia una barbie semivestita che fa di tutto per attirare l'attenzione, neppure perchè non si fa problemi a classificare tutti gli individui umani di sesso maschile, più semplicemente perché la sua testa è vuota, letteralmente, non per niente se l'è fatta, e non so se se la fa ancora, con Ferrari.
-Ma dai! È solo una festa, e poi non usciamo da tanto insieme. Ti prometto che ci divertiremo!- mi prega facendo una faccetta da cagnolino abbandonato.

Ecco perchè non credo nelle promesse!
-Mi conosci da abbastanza per sapere che quella faccia non mi incanta, e al massimo tu ti divertirai, non io. Ma poi, non la dovresti odiare quella Giorgia, che tiene sempre bello caldo il letto di quel babbuino di Ferrari.

Mi accorgo troppo tardi di averne sparata una grossa, troppo grossa.
Vedo il viso di Sara incupirsi e iniziare a fissare il pavimento.
-Grazie per avermelo ricordato, sai, sei sempre molto sensibile!

Faccio spallucce, un altro mio difetto o pregio, non lo so, è l'insensibilità. A volte ferisce le persone, altre serve per non farti ferire.In questo caso per ricordarle di che genere di persona è cotta.

Appena ritorniamo in classe dopo la lunga passeggiata, neppure riesco a metterci un piede dentro che vado a sbattere contro qualcuno, talmente forte, che salto in un millisecondo all'indietro e quasi sento il naso sgretolarsi.
-Merda!- sbraito massaggiandomelo, chi cazzo è il coglione che si impala sulla soglia seminascosta della classe, rischiando di mandare le persone al pronto soccorso?!
-Vedo che dopo tre anni non hai ancora imparato le buone maniere, Collins.-
Mi ci vuole un attimo per sincronizzare la voce fastidiosa della persona che cerco di non uccidere da esattamente 1095 giorni della mia vita e dovrò provare a non farlo per altri 730.
Ardua impresa.
-Ferrari, coglione!- dico a denti stretti, con una mano ancora sul naso dolorante.
Ed eccolo qui, uno degli esempi che più mi ha portato a capire la psiche infantile, frivola e viziata maschile. La stessa stupida persona di cui Sara pochi momenti fa stava parlando come se fosse la persona più bella e migliore del mondo.

Faccio una smorfia del tutto involontaria.
-E così che si saluta un vecchio amico?- dice ammiccando.

-Al massimo sei vecchio, ma non un mio amico!-
-È un non piacere anche per me.-
Continua con quello sguardo capace di stendere file di ragazze.
Ma ancora non ha capito che con me non attacca questo idiota? O crede che in questi due mesi il mio cervello si sia andato a fare una bella vacanza lontano da me, come il suo?
-Oh, Serena, giusto?- si rivolge poi alla mia amica.

Vedo con la coda dell'occhio Sara dietro di me impietrirsi e poi rispondere balbettando.
Come fa questo essere, che non si ricorda neppure il suo nome, a piacerle?!
-No, S-Sara...

Lui le sorride mentre lei si pietrifica ancora di più, sono quasi sicura che sa l'effetto che ha su di lei, ma ovviamente a lui le brave ragazze durature non interessano, quasi ho il dubbio che stia ammiccando apposta per far innervosire me, anzi leviamo il dubbio, ci metterei le mani sul fuoco.

-Non posso dire la stessa cosa di te, Ferrari, dal momento che la tua faccia da sola è capace di urtarmi e rovinarmi la giornata.- intervengo fredda.
Come non lo sopporto, lui e i fighetti che se la credono come lui, tutto fumo e niente arrosto.
Capaci di abbattere milioni di cuori e, soprattutto, di letti, ma quando si arriva a fare un discorso serio ecco che parte il mutismo delle capre.

Lui intanto mi guarda male.
-Collins, speravo che questi due mesi ti fossero serviti a scioglierti, invece a quanto vedo sei la solita figa di legno.-
Neppure finisce di dirlo che scatto davanti a lui come una molla.
-Cosa cazzo hai detto, idiota?!-
Lo sto letteralmente trucidando con lo sguardo, mentre lui continua a fare quel sorrisetto infantile da testa vuota che si ritrova, mentre molti si avviccinano e ci circondano per fare i guardoni.

-Ho solo detto che potresti smetterla di fare il ghiacciolo acidello, Collins, eppure sai come si dice: rossa di capelli...-

Sara mi guarda facendomi segno di calmarmi, sa come la situazione potrebbe degenerare, sa come sono, sa che ha ragione ad essere preoccupata perchè non lo faccio finire di parlare che mi avvicino a lui, quasi a sputargli in un occhio e lo farei pure, se non fossimo a scuola.

-Mi hai rotto le palle, capito?! Stronzo babbuino! Ma chi ti credi di essere eh? Solo perchè hai un bel faccino e una testa di cazzo malfunzionante al posto del cervello non vuol dire che possa prendere tutti per il culo! Limitato del cazzo!- sento borbottii intorno a me.
Non me ne pento affatto anzi, anche se sono stata un tantino, solo un tantino volgare, meglio mettere le cose in chiaro dall'inizio dell'anno.

E poi questo fatto non lo reggo!
Come si azzardano le persone a dare della poco di buono ad una solo per trovare argomento di discussione o, ancora peggio, per metterla in cattiva luce?
E dovevi per forza dare spettacolo?
Ci mancava solo mezza scuola a ficcanasare! Un altro scopo della mia vita è non attirare l'attenzione, e devo dire che anche questo sta andando a buon fine...

Tengo ancora lo sguardo fiera alto su di lui, aspettando la sua mossa, che non tarda ad arrivare.
Mi sento afferrare per un braccio che inizia a stringere sempre più forte.
-Questa me la paghi, Collins!- ringhia, mentre tutti si ammutoliscono.
-Oh, poverino! Ti sto rovinando la reputazione eh?- dico derisoria, mentre lui stringe ancora di più il braccio facendomi quasi male, anzi senza il quasi, ma non mi lascio scappare nemmeno un lamento di dolore, sono troppo orgogliosa.
Davvero io sto perdendo tempo litigando con una persona di così basso valore?
-Ferrari, te lo dirò soltanto una volta: lasciami il braccio, ora!- scandisco bene, mentre la sua espressione muta in una sghemba e consapevole: ti ho in pugno.
Io davvero odio, odio il fatto di non avere la stessa forza fisica di un ragazzo, dannazione! A questo punto 'sto babbuino si ritroverebbe a salutare le talpe sotto terra.
Un'altra cosa che mi fa rabbia è che nessuno interviene.
Maledizione! Hanno così paura di questo tutto muscoli e niente cervello?
La risposta ovviamente è sì.
Ci fissiamo fulminandoci ancora qualche secondo, ma proprio quando sto per dargli un bel calcio lì dove non batte sole, qualcuno interviene.
-Lasciala, Marco.- sia io che lui ci giriamo in contemporanea verso il proprietario della voca, sorpresi.
Io perchè qualcuno si è fatto avanti dando un ordine al babbuino, ma specialmente perchè so a chi appartiene la voce e i due smeraldi fissi sul coglione mi danno conferma.

L'idiota di ieri sera e di stamattina!

   
 
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