Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: JEANPAGET    24/02/2017    8 recensioni
Ho visto l’anteprima del prossimo episodio: quei due secondi con la limousine rovesciata e... pam! Sono partita..
Nel consigliare a Oliver di cambiare auto perche’ quella porta sf.. a lui e ai suoi cari, eccovi un piccolo sclero dei miei.
Spero vi piaccia.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ps: alcune frasi le ho lasciate in inglese perche’ impossibile rendere lo stesso senso in italiano in un caso e nell’altro (il finale) la versione originale e’ perfetta cosi’.

 

Stavo lavorando ai miei computer come sempre. Il covo era deserto. Da sola lavoravo meglio alle mie ricerche. Quel bastardo di Prometheus non avrebbe avuto scampo. Adesso poi che Oliver era sotto impeachment con l’accusa di aver insabbiato il caso di Billy avevo moltiplicato gli sforzi. Dovevamo prendere quel maledetto assassino e presto.

Prestavo un orecchio distratto al notiziario, vedevo con la coda dell’occhio lo schermo acceso sintonizzato sul canale 9, era appena cominciato.

Avevo appena risposto all’ennesimo sms di Alena che mi pregava di non mollare e di proseguire quel che stavo facendo con Pandora quando le parole dello speaker del notiziario presero senso nella mia mente.

Abbiamo appena ricevuto notizia di un attentato sferrato al Sindaco Queen di ritorno dal tribunale. L’auto che lo trasportava e’ stata attaccata con armi da fuoco e si e’ impennata finendo capovolta sull’asfalto…

Attentato? Oliver !? No, non era possibile.

Mi alzai di scatto dalla sedia e mi avvicinai al monitor. Ma non dicevano niente di piu’, solo dell’attentato, che non si sapeva bene chi avesse sparato contro l’auto che usciva dal tunnel cittadino, solo che gli inviati stavano arrivando sul posto e che avrebbero aggiornato presto.

Ricordiamo che il sindaco e l’amministrazione Queen sono sotto inchiesta per sospetto insabbiamento nell’omicidio del detective della polizia William Malone e che Oliver Queen oggi ha deposto presso il Tribunale di Star City…

Stupidi avvoltoi di giornalisti! Proprio adesso dovevano ricordare la cosa? Oliver.. Oliver sara’ salvo? Non riuscivo a pensare ad altro che a lui.

Il nostro rapporto si era piuttosto raffreddato, poi da quando mi aveva affrontato perche’ avevo hackerato il pc di quella giornalista.. era davvero incazzato. Non l’avevo mai visto cosi’ arrabbiato. Per quella tizia poi. Non mi era mai piaciuta. E nemmeno a Thea. Cosi’ quando era venuta a chiedermi aiuto per hackerare il suo pc non ci avevo pensato neanche un secondo. E lui se l’era presa con noi due!

Ma non era quello il momento di rimuginare su quanto successo. Lui.. lui poteva essere ferito.. o peggio.

Accantonai subito quel pensiero e chiamai Thea al cellulare.

Anche lei era stata messa fuori gioco dal quell’impeachment e il Municipio era off limits per tutto lo staff mentre i giudici portavano avanti l’inchiesta. Si erano affidati al procuratore Chase, quello era in gamba: aveva tirato fuori Dig dalla prigione, erano in buone mani.

Thea rispose dopo parecchi squilli

“Felicity.. “ voce bassa, triste

“Thea! Ho appena saputo…Dove sei? Oliver?”

“Siamo all’ospedale centrale…”  

“Oliver? Oliver come sta?”

“Male.. Felicity lui.. e’ ferito gravemente!”

No, no… Dio, Oliver no! pensai

“Arrivo subito!” Chiusi il telefono malamente  e mi precipitai fuori senza neanche prendere il cappotto.

Non avevo mai corso cosi’ tanto con la mia Mini, il tachimetro non scese mai sotto i 100 Km.. in citta’.

Pensai pure di essere passata con il rosso a un incrocio perche’ avevo sentito strombazzare le auto impazzite ma non vedevo che la strada davanti a me, non vedevo l’ora di arrivare. E al diavolo le multe!

Il pensiero fisso .. Oliver.. dopo tutto quel che era successo … lui era … lui. Una parte di me non aveva mai smesso di amarlo, non avrebbe mai smesso di amarlo. Nonostante lo avessi lasciato, nonostante ci fossimo allontananti, nonostante la freddezza del nostro attuale rapporto lavorativo, nonostante la morte di Billy, nonostante lei.. nonostante tutto.

Ecco l’ospedale. Parcheggiai la Mini in seconda fila, pure storta. Non mi importava.

Correvo. Quella malefica rampa di accesso non sembrava finire mai. L’entrata piena di gente, di poliziotti, di giornalisti. Ci mancava pure tutto quel caos di gente.

Quando vidi Diggle che mi veniva incontro mi sentii sollevata.. e mi veniva da piangere.

“Dig, come sta!?”

Diggle scosse semplicemente la testa. “Vieni!” mi disse solamente.

Con un ascensore laterale di servizio, quasi nascosto, evitammo tutto il bailamme di gente che si affollava per sapere.

Lentamente arrivammo al piano.  Uscimmo nell’atrio. Vidi subito Thea che andava avanti e indietro davanti alla vetrata che dava sulla citta’, le braccia strette attorno a se’ come a farsi coraggio, l’espressione disperata.

“Thea!” L’abbracciai stretta. Le volevo bene come a una sorella.

“Felicity.. grazie di essere venuta. Non credo di potercela fare da sola”

“Tu non sei sola!” Le dissi. “ Ci sono io e Dig e ..” in quel momento si apri l’ascensore ed entrarono Curtis e Dinah, seguiti a ruota da Rene’ e Lance.

“E ci siamo tutti quanti, hai visto?”

Ci eravamo affollati tutti attorno a lei. Thea si sforzo’ di sorridere ma aveva gli occhi pieni di lacrime.

“Cosa sappiamo?” Il tono di Lance era perentorio,  da poliziotto. Com’era stato. Come era ancora nell’intimo.

“Non molto. La limousine e’ stata attaccata, si e’ ribaltata.. l’autista e’ morto.  E Oliver e’ ferito .. grave.”

Una lacrima scese dagli occhi di Thea.

“Lo stanno operando.”

Mi sforzai di non cedere alla disperazione. Le dissi.. mi dissi ”Lui e’ forte. E’ sopravvissuto a di peggio. Vedrai ce la fara’!”

I minuti passavano lentissimamente… divennero ore.. e non sapevamo nulla, non ci dicevano nulla.

Fortunatamente il piano dell’ospedale era stato isolato per precauzione. Impeachment o no Oliver era sempre il sindaco in carica, e la scorta stava facendo il suo lavoro.

Ad un certo punto sentimmo un rumore di tacchi che salivano le scale. Mi voltai istintivamente verso le scale a lato dell’ascensore e vidi.. lei.

Susan Williams. Cosa diavolo ci faceva qui? Mi ritrovai a pensare. E un secondo dopo mi diedi della stupida.

Certo che era li’, era la donna con cui Oliver usciva, con la quale aveva una relazione. Sarebbe stato strano il contrario.

Lei si fermo’, ansante per aver salito le scale, osservo’ tutto il nostro gruppo. A eccezione di me e di Thea non conosceva nessuno. Con Thea era apertamente ai ferri corti e il suo sguardo la sfioro’ solo di sfuggita. Con me aveva parlato solo quella volta alla festa di Natale in municipio. Punto’ decisa su di me.

“Cosa e’ successo?” Mi chiese.  Non sembrava agitata. Anzi, si sarebbe detto che era li’ per una intervista piu’ che per il fatto che l’uomo con il quale aveva una relazione fosse ferito.

Le dissi quel che sapevo, cioe’ quasi niente. Lei annui’, semplicemente. Composta, controllata. Quasi le invidiavo quel freddo contegno. Io mi sentivo … non sapevo neanche come mi sentivo.

Passo’ un’altra ora. Eravamo ancora tutti li nell’atrio. Ognuno immerso nei propri pensieri.

Poi finalmente uscirono i medici.

“Chi di voi e’ la signorina Queen?”

Thea si alzo’ subito.

“Dottore, mi dica.”

“Voi siete familiari?”

“Siamo amici!” Affermo’ Dig, deciso, col tono di chi non vuole sentire obiezioni.

Il dottore se ne accorse. Parlo’ a Thea

“Signorina, non le nascondo che suo fratello e’  grave. Ha un braccio ridotto male, era rimasto schiacciato nelle lamiere. Contusioni ovunque. Una commozione cerebrale piuttosto seria. E una larga ferita all’addome. Lo abbiamo operato ma ha perso parecchio sangue. La prognosi e’ riservata.”

“Posso vederlo?” Thea aveva dato voce al mio pensiero.

“Meglio lasciarlo tranquillo.”

“Dottore se la cavera’?”

Il medico rimase in silenzio

“Dottore, se la cavera’, vero?” stavolta fui io a parlare

“Le prossime 24 ore saranno critiche, signorina. Solo domani sapremo qualcosa di piu’ preciso. Noi abbiamo fatto il possibile. Adesso dipende dal suo fisico.”

 

 

I medici se ne andarono. Noi eravamo rimasti tutti in silenzio.

Thea crollo’ di schianto sulla poltroncina d’attesa. Io sedetti accanto a lei, le strinsi un braccio a farle coraggio. Coraggio che neanche io avevo. Un braccio ridotto male.. come avrebbe fatto con l’arco? Una ferita all’addome.. un’altra profonda cicatrice in quel corpo gia’ cosi segnato, martoriato… erano questi i pensieri che mi attraversavano la mente in quei momenti.

Poco a poco il gruppo si sciolse. Thea mando’ a casa piu’ o meno tutto il team, ringraziandoli per la vicinanza e la presenza ma che non potevano fare nulla li’. Li avrebbe avvisati tutti non appena avesse avuto notizie. Dig e i ragazzi se ne andarono. Lance brontolo’ qualche minuto ma se ne ando’ pure lui.

Thea non mi disse nulla. A Susan nemmeno. Motivi diversi. Identico risultato.

Rimanemmo li, noi tre. Io e Thea sedute vicine. Susan in piedi, stagliata contro la finestra. Era buio, ormai era scesa la notte su Star City.

Thea si allontano’ un momento. Doveva prendere aria. Riuscivo a capirla perfettamente. Pure io mi sentivo soffocare.

Rimanemmo cosi io e Susan. Da sole. Senza guardarci. Senza parlare. Io guardavo davanti a me e pensavo a lui. Cosi’ alto, cosi’ forte, cosi’ duro, cosi’ intransigente.  Ai suoi occhi. Alle sue mani. Al suo sorriso. Al suo cuore cosi’ oscuro e cosi’ pieno di luce.  A quanto significasse per me. A quanto avesse sempre significato per me.

Ad un uomo che sapeva stendere un nemico in un secondo ma che non sapeva difendersi dall’arma piu’ letale al mondo: l’amore, i sentimenti.

A quel che c’era stato fra noi, cosi’ bello e cosi’ fragile, annientato da una omissione. Al mio voler andare avanti con un altro. Al mio pretendere di averlo cancellato dal cuore.  Era stata tutta un’illusione. Adesso lo sapevo. Adesso che forse era troppo tardi.

“Come vi siete conosciuti tu e Oliver?” La voce di Susan mi fece sobbalzare.

“Come, scusi?”

“Ho chiesto come vi siete conosciuti?” Ripete’ Susan.  “Siete molto diversi...in tutto.”

Finsi di non capire l’insinuazione, una come me come poteva aver frequentato Oliver. Estrazioni sociali diverse. Ambienti di provenienza diversi. Indole diversa. Ma voleva davvero sapere una cosa del genere?

“Lavoravo nella Queen Consolidated, l’azienda di suo padre.” Risposi.

“Questo lo so. Quel che ti ho chiesto e’ diverso.  Come vi siete incontrati?”

Mi irritai subito.Le sembrava quello il momento di farmi quelle domande con Oliver che..

“Finira’ anche questo sull’articolo che sta scrivendo su di lui?” Misi le carte in tavola. Io sapevo.

Lei mi guardo’, seria. “No, e’ solo una mia curiosita’.”

Distolsi lo sguardo. Non ci credevo. Neanche per un milionesimo di secondo.

“Avanti Felicity, hai la mia parola”

Cosa dirle? Che avevo sempre avuto una cotta per lui anche se lo avevo visto solo in fotografia?

Che me l’era ritrovato nel mio cubicolo, bello e impossibile, con il suo meraviglioso sorriso, irraggiungibile per una come me?  Che mi aveva raccontato un sacco di balle ma che io avevo sentito da subito di potermi fidare di lui? Che si era rifugiato ferito sul sedile della mia macchina chiedendomi aiuto? Che da allora lo avevo affiancato in quella sua feroce lotta per risalire dall’inferno? Che lo avevo sempre amato anche se lo avevo lasciato? Cosa potevo raccontare a quella donna che non aveva scrupoli nel portarselo a letto per poi indagare su di lui? Cosa potevo dirle di quel nostro complicato meraviglioso amore che lei avesse potuto capire? Niente. E niente avrei detto.

“Quel che e’ stato fra me e Oliver e’ solo nostro. Da me non sapra’ niente, signora Williams.”

“Sei come sua sorella.. pronte a chiudere fuori chiunque dalla sua vita. non lo lasciate.. vivere.”

“Noi teniamo veramente a lui!”  Ecco, me l’aveva tirata fuori

“Tu pensi che io non tenga a lui?”

No! Quella sillaba esplose nella mia mente. Non risposi ma il mio silenzio fu egualmente eloquente

“I am his girlfriend!” Disse lei alzando la voce

“And I am his girl!!!” Ribattei io, alzandomi di scatto dalla poltroncina, i pugni chiusi per la collera.

“Non avete di meglio da fare che accampare diritti su Oliver mentre lotta per la vita?”

La triste voce di Thea mi riporto’ alla realta’. Aveva ragione, che diritto avevo di parlare cosi’? Oliver stava insieme a Susan, non a me. La mia collera svani’ in un lampo, per lasciare spazio a una profonda tristezza.

“Scusa Thea. Hai ragione.”

Susan non disse nulla. Non si scuso’. Ci volto’ le spalle. Sembrava aver realizzato qualcosa. Qualcosa che non le piaceva.

Le ore passavano lentamente. Thea si era addormentata sulla poltroncina. Io ero stanchissima ma non volevo arrendermi. E neanche Susan a quanto pareva. Si era seduta, un paio di posti distanti da me. Non parlavamo.

Quasi all’alba arrivo’ un dottore.

“Una di voi si chiama Felicity?”

Mi ero quasi assopita. A quella domanda mi raddrizzai subito. Anche Susan si era fatta vigile. Thea era distrutta invece. Dormiva.

“Sono io!” risposi

“Il sindaco ha la febbre alta, e’ agitato. E nel suo delirio continua a invocare il suo nome.”

“Oliver… “

“Venga con me, provi a calmarlo.”

Non degnai di uno sguardo Susan. Mi alzai subito e seguii immediatamente il medico.

Mi fece attraversare un paio di corridoio e si fermo’ davanti ad una stanza. Mi fece indossare gli indumenti sterili e poi mi fece entrare in una camera, pure sterile.

Il mio cuore si fermo’. In un letto che lo conteneva a stento era steso il mio amore. Il mio amore ferito. Aveva il braccio sinistro fasciato e steccato. Il petto fasciato che si intravvedeva dal lenzuolo ospedaliero. Potevo vedere il tatuaggio Bratva e le cicatrici.  Il volto tumefatto e rosso, sudato. Il suo mormorio convulso.. “Felicity… Felicity …”

Corsi verso di lui.

“Sono qui, Oliver sono qui.”

“Felicity..”

“Si, sono qui. Tranquillo, sono qui.”

Gli accarezzai i capelli arruffati madidi di sudore, la guancia sudata, la barba ispida. Da quanto tempo non lo toccavo cosi, non lo accarezzavo? Tanto, troppo. Ogni tanto lo toccavo di sfuggita con un dito, spesso canzonandolo. Mentre lui da quando ci eravamo lasciati non mi aveva piu’ toccato, come se si fosse proibito di farlo, come se sentisse di non aver diritto a farlo. E io invece avrei tanto voluto che lo avesse fatto. La spalla come faceva agli inizi. Le braccia. Le mani. Come si intrecciavano le nostre mani, fatte apposta per essere strette l’una dall’altra, la sua grande e calda, la mia piccola e delicata al confronto.

“Mi.. mi dispiace.”

“Di cosa Oliver?”

“Mi dispiace… Felicity… mi dispiace.”

“Oliver, non devi dispiacerti. Qualsiasi cosa, non devi dispiacerti.”

“L’ho.. ucciso…”

Parlava di Billy. Si sentiva responsabile. Ma era stato ingannato.

“No Oliver, no. Non l’hai ucciso tu. Prometheus ti ha ingannato. Io lo so.”

Non gliene avevo mai fatto una colpa. Anche lui era una vittima di Prometheus. Come il povero Billy.

“..ucciso… io… “

Delirava.. si agitava senza requie.. non era un bene per lui.. doveva stare calmo, lottare.

“Stai calmo, stai tranquillo. Devi stare fermo. Devi guarire.”

“Rovino…rovino la vita … tutti “

“Oliver no, non e’ vero..”

“Non volevo… farti male… mai”

“Lo so, Oliver. Lo so”

“Io.. faccio soffrire… Non importa.. quanto ami..”

“Oliver basta, ti prego. Non torturarti cosi’!”

“Meglio.. morire .. Felicity… “

No, questo non potevo sopportarlo! Lo abbracciai stretto, facendo attenzione alle fasciature, e gli parlai

“Amore mio, ascoltami! Si, sei il mio amore. Questo non e ‘ cambiato. Non cambiera’ mai. Ho bisogno di te.

Questa citta’ ha bisogno di te. Come sindaco e come Green Arrow. Non puoi mollare. Non mi puoi lasciare. Hai combattuto tanto. Sei sopravvissuto all’inferno, all’isola. Ora devi combattere per te, per questa citta’. Per la tua famiglia, per i tuoi  amici. Dobbiamo sconfiggere Prometheus.

“Prometheus…”

“Si dobbiamo sconfiggerlo. Ma senza di te non ce la possiamo fare. Lotta Oliver. Lotta! Tu sei forte. Tu sarai capace di batterlo. Io lo so. Ti scagionerai da tutte le accuse, Chase ti aiutera’. E io saro’ con te. Sempre. Al tuo fianco. Ho scelto di stare al tuo fianco. E continuo a scegliere di stare al tuo fianco. Anche se ami un’altra.”

“No.. Amore…”

Avevo sentito bene? O stava ancora delirando?

“Ho bisogno di te Oliver. Devi aiutarmi. Questa cosa di Pandora.. io lo so che non e’ giusta, ma.. mi devi aiutare amore mio!”

“Oliver combatti! Combatti per vivere! Torna da me. Torna da noi. Ti amo Oliver.”

E lo baciai, con tutta la forza che avevo, a lungo, indugiando sulle sue labbra secche.

Lo tenevo stretto al mio seno, a poco a poco si era calmato.

Il medico era entrato a controllare. Aveva sentito tutto? Non era importante in quel momento.

Gli ausculto’ il petto, gli senti il polso. Mi sorrise. “Si e’calmato, molto bene. “

“Posso stare qui con lui?”

“Purtroppo no. Ma la ringrazio. Senza di lei non si sarebbe calmato e non era un bene per lui essere cosi agitato.”

“Capisco.” No non capivo. Volevo stare li’. Ma non feci ulteriori commenti. Mi abbassai su di lui

“Ti amo Oliver. Anche se probabilmente non ricorderai nulla domani. Io ti amo. Sempre.” Mormorai

Uscii da quella stanza, dopo un ultimo abbraccio e un ultimo bacio.

Tornai nell’atrio. Susan non c’era piu’. Thea mi aspettava

“Allora?”

“Si e’ calmato. Il dottore dice che e’ un bene.”

Thea sospiro’ profondamente

“Grazie Felicity. L’hai salvato.”

“Chi io? No. Lui ha salvato me.”  e avevo ancora bisogno che mi salvasse.. dentro di me lo sapevo.

“Susan?” Chiesi

“Se n’e’ andata. Non l’ho fermata, meno la vedo meglio sto. Ma ha lasciato questo per te.”

Un biglietto ripiegato.

Lo aprii “Sei importante per lui, lo so. Ma io non rinuncero’ tanto facilmente.”

Appallottolai il biglietto nel palmo della mano. Thea mi guardo’ “E’ una minaccia? Mi aspetto di tutto da quella donna”

“No, Thea. Niente che non sapessi gia’.”

Quel che Susan Williams non sapeva era che nemmeno io avrei rinunciato a lui. Mai. Come lui stava combattendo per la sua vita e sarebbe tornato cosi io avrei combattuto per lui. Meritava di meglio di quella giornalista. Non mi sarei arresa, a costo della sua ira o del suo disprezzo. Lo amavo. Volevo che capisse che lei non era quella giusta per lui. Se era troppo tardi per noi, non volevo che fosse troppo tardi per lui. E se proprio era destino che commettesse quell’errore, sarei comunque rimasta al suo fianco. Perche’ come gli avevo detto un tempo quando mi diceva che mi voleva felice  ‘as long as you are in my life.. I am.”

 

E lo sapete che voglio vedere Oliver ferito prima di fine stagione, no?  :- )

Si, lo so che il procuratore Chase aka il Vigilante e’ quello che ha sparato (se ho visto bene) ma Felicity non lo sa e comunque ha davvero fatto un buon lavoro con Diggle.

Scritto di getto. Con la speranza che il prossimo episodio sia degno di questo nome visto che in quello di ieri Oliver incazzato con sorella e Felicity per via della Dragon Lady non si poteva sentire e vedere… pero’ almeno la scena Olicity e’ stata tesa e piena di feels. E dai, su belli, litigate di brutto e poi battezzate quel tavolo riunioni al covo con una bella scena hot (o il primo muro disponibile) che noi fans non ce la facciamo piu’!

Vi ho detto che era uno sclero… sopportatemi . Un bacio, alla prossima!

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: JEANPAGET