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Autore: Yssis    24/02/2017    0 recensioni
"Fra una settimana, per mezzo di un’operazione, tornerò a vedere. So che Makishima renderà il conto alla rovescia qualcosa di indimenticabile, perciò ho intenzione di tenere aggiornato questo diario; perché un essere umano può vivere senza memoria, ma io non posso vivere senza la memoria di quello che sono con lui.
Che il tempo si occupi del conto alla rovescia, il computer penserà alla memoria. Quando tutto questo sarà finito, non ci sarà più tempo per rinvangare il passato, probabilmente a nessuno nemmeno interesserà. Meglio così, non sono mai stato bravo con le parole."

Dando voce a Choe, compagno e alleato di Makishima, parlo di una storia di fiducia e di sentimenti che crescono. Siamo ancora lontani dagli eventi raccontati dall’anime, siamo ancora lontani dagli attentati e dai sabotaggi. Eppure il Sibyl System ha già cominciato a muoversi e le vite di questi due uomini, così diverse e ambigue, s’intrecciano in un reciproco desiderio di affetto e sostegno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Choe Gu-Sung, Shogo Makishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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January 27th, 2108

Io e Makishima conviviamo da alcuni mesi. Sembra che con il passare del tempo si senta più a suo agio... Prima non era così. Ne sono sicuro.
“Padrone, non dovete avere paura. L’isola è piena di questi sussurri, di dolci suoni, rumori, armonie, che non fanno alcun male, anzi dilettano.”
Deve apparire molto carismatico. Almeno, lui dice così, io non l’ho mai visto in volto. Ma, sinceramente, basta ascoltarlo per farsi un’idea di che tipo sia.
“Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge!”

In pomeriggi simili, quando nessuno esce e lui comincia ad esercitarsi nella lettura di grandi poeti, io non riesco a non ascoltarlo.
“A proposito di dolci sussurri, mi prepareresti una cioccolata, Choe?”
La sua voce, non modulata da alcun timbro particolare, mi destabilizza. Batto alla tastiera, non lo inganno.
“Una cioccolata? Perché dovrei?”

“Mi andrebbe.” Immagino che stia sorridendo. Immagino il suo sorriso, penso alle statue dell’arte classica: bianche, imperscrutabili.
“Non so se abbiamo da prepararla…” Provo ad opporre resistenza.
“Oh sì che ce l’abbiamo, sono andato io a fare la spesa l’ultima volta e l’ho presa.” Spiega candidamente.
“Non sono sicuro di saper fare la cioccolata.” E non intendo di alzarmi dal divano, ma questo non lo dico.

“Sei un ingeniere informatico, non c’è nulla che tu non possa fare.” Quando dice così, sono tentato di credergli davvero. Poi penso che sono solo un handicappato che ha imparato a memoria i tasti del pc - l’unico motivo per cui non ho abbandonato il lavoro… Ah, e ho in casa un aspirante drammaturgo, attore, letterato, filosofo capriccioso. Allora non gli credo più.
“Se viene male te la bevi tutta da solo, chiaro?”
“Cristallino” Risponde, riprendendo a leggere.

Arrivato in cucina cerco con il dorso della mano il punto per aprire lo sportello: sono abbastanza alto da non dover mettermi in punta di piedi, con le dita pigio tutte le confezioni, cercando quella di cartone della cioccolata. La trovo chiusa, penso che sia questa: da solo Shogo non se l’è aperta di sicuro.
Con le dita saggio il punto dove aprire la busta, sento della polvere cadere e mi porto un dito alle labbra: almeno ho la sicurezza che sia cacao. Apro il frigo cercando il latte, mi taglio con una lattina rimasta aperta: chiudo il frigo con un colpo secco, sono già nervoso. Non trovo la manopola per accendere i fornelli, la trovo quando passo un dito sulla fiamma. Sospiro, con l’altra mano mi allungo per raggiungere il rubinetto: un colpo e il latte comincia a scivolare verso il pavimento.
Sento dei passi alle mie spalle, un altro sospiro.  E’ Makishima che raccoglie il cartone e versa il latte restante nel pentolino sul fuoco. Non sono sicuro che stia guardando me.
“Io credo che gli esseri umani acquisiscano valore solo quando agiscono secondo il proprio libero arbitrio. La prossima volta che ti chiedo una cosa che non vuoi fare, Choe, mandami al diavolo. Ti verrà molto meglio.”

 

[497 parole]

:: Angolo Autrice ::
Eccomi qui!
Questo è il secondo capitolo – l’intento è di pubblicarne uno a settimana, ma nel caso il contest lo richiedesse velocizzerò i tempi. Ad ogni modo, cominciamo ad entrare nella storia: i personaggi interagiscono finalmente e non sentiamo solo Choe che si riferisce a Makishima. Le citazioni di quest’ultimo sono tutte di Shakespeare, l’anime mi è andato incontro e io l’ho assecondato volentieri <3 Non so quanto risultino evidenti le mie difficoltà nel gestire i movimenti di Choe: ci sono un sacco di cose che si danno per scontate, quando si può vederle. Questo non accade a Gu-Sung, per cui ho cercato di descrivere le difficoltà appunto incontrate nel compiere movimenti molto semplici, quotidiani direi. Ad ogni modo non è stato semplice, spero che mi possiate dire come vi è sembrato!
La cioccolata calda era un tema troppo tenero per non cercare di provare a metterlo in questa raccolta… E sinceramente non resistivo all’idea di rendere Makishima da subito capriccioso e “poeticoo”, nel suo “soccorrere” il conquilino!
Bene, mi sembra di aver detto tutto, ringrazio nuovamente Lady_Dragon e mia sorella per avermi sopportato supportato e a tutti gli eventuali lettori e recensori <3

  
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