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Autore: Florestan    24/02/2017    1 recensioni
Rieccomi, come promesso, con una nuova storia con gli eroi “storici” della serie del ’78 insieme a nuovi personaggi che ho già introdotto nei miei due racconti precedenti. Questa lunga storia è infatti il seguito delle due precedenti “L’inverno della Regina” e “Intermezzo Tripartito”. Questa volta il nostro capitano si troverà ad affrontare una nuova (ma proveniente dal passato…) e terribile minaccia in grado di mutare drammaticamente le sorti dell’intero universo! Ma gli eventi legati a quest’oscuro ed incombente pericolo lo coinvolgeranno in prima persona in modo molto stringente, come potrete presto scoprire…e poi si spiegherà finalmente perché Esmeralda abbandonò sua figlia, la piccola Mayu, lasciandola sola con Harlock…
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Nuovo personaggio, Raflesia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                19. Lo strappo ricucito

 

 

 

 

Le ventiquattr'ore erano quasi scadute quando Raflesia e Tadashi, a bordo di uno space wolf, lasciarono l’Arcadia ed Ombra di morte alla volta della stazione artificiale dei meccanoidi. Indossavano entrambi uno dei più sofisticati proiettori olografici vanto della più avanzata tecnologia mazoniana. Con quei dispositivi le loro sembianze erano esattamente quelle di Maetel e di un giovane che doveva pressappoco ricordare un Tetsuro un po’ cresciuto. –Maetel ci ha fornito una precisa descrizione delle sue fattezze attuali, disse la regina riferendosi al ragazzo viaggiatore, -Con un po’ di fantasia aggiuntiva abbiamo potuto modellare questa proiezione, disse rivolta a Tadashi. –Però, così sembro un tizio con almeno dieci anni di meno, commentò lui. –Così deve sembrare, e soprattutto deve mascherare l’armamento che ci portiamo dietro, incluse le microtrasmittenti subspaziali audio e video che ci terranno costantemente in contatto con l’Arcadia, concluse lei.

In quel momento sulla radio di bordo risuonò la voce di Helmatia: -Maetel, Tetsuro! Dirigetevi presso il settore sud-ovest della stazione, segnalato da una luce blu lampeggiante. Arrivati in sua prossimità si aprirà una paratia che vi permetterà l’accesso ad un hangar, sbrigatevi e non tentate scherzi o a farne le spese saranno i vostri amici!

L’attracco procedette come stabilito e i due furono accolti da un plotone di soldati meccanoidi che li scortarono fin dentro i meandri di quel planetoide di acciaio. Dopo un lungo percorso per corridoi ed ascensori giunsero alfine di fronte ad una porta elettronica che al loro arrivo si aprì automaticamente intoducendoli in un più vasto ambiente.

Al centro di quel locale campeggiava una specie di torre illuminata da mille luci lampeggianti la cui struttura ricordava vagamente quella del computer dell’Arcadia.

-Finalmente! Dopo così tanto tempo riusciamo ad incontrarci!

La metanoide era comparsa improvvisamente andando loro incontro. Sfoderava il suo solito sorriso più perfido che mai ed impugnava una delle sue micidiali armi. –La mia vendetta si potrà compiere e nulla e nessuno potrà fermarmi!

-Tua sorella è morta da cavaliere in un combattimento leale! Le disse Raflesia-Maetel, -Ma tu non conosci il significato della parola lealtà, dimenticavo...

-Taci! Tu ed il tuo protetto tra poco morirete, ma non prima di aver assistito alla trasformazione dei vostri amici in macchine, e proprio ad opera della tua cara nipotina...In quel momento due potenti luci illuminarono i tavoli operatori dove giacevano legati Harlock ed Esmeralda.

-Maetel! Tetsuro! Perchè siete venuti, è una trappola! Urlò Esmeralda rivolta a quella che credeva sua sorella. –Maetel, come potevi pensare che quel demonio avrebbe rispettato un accordo! Disse il capitano.

-Ah, ma se è per questo, non avevo dubbi che non sarebbe mai stata ai patti, ma a volte l’apparenza inganna, non è vero Harlock, come su Faelder, ti ricordi? Gli rispose Raflesia.

-Beh, che storie sono queste, non siete qui per fare conversazione o ricordare i vostri trascorsi, adesso procediamo con l’operazione! Tagliò corto Helmatia.

-Non credo proprio, mia cara, hai voluto metterti contro una forza che tu non puoi conoscere e nemmeno immagini, la forza dell’amore che può legare due persone, che siano marito e moglie oppure madre e figlia...e soprattutto non hai considerato l’ira tremenda di una regina a cui sono stati toccati i propri cari!

-Ma che significa, che stai blaterando Maetel, la paura ti ha fatto uscire di senno? Adesso vedrai ti farò tornare io alla realtà...

-Non credo, le rispose la regina, -Ora!

In quel momento tutt’intorno incominciò a risuonare una strana melodia, sembrava provenire da ogni direzione, era come se ogni molecola di quel posto risuonasse al suono di quel singolare motivo.

-Che diavolo è? Cosa sono questi suoni? Non spererete di cavarvela con questi truc…chi!? Ma cosa mi suc-ce-de... Helmatia era sbiancata e si era portata le mani al petto, non riusciva a reggersi in piedi, barcollava e balbettava: - Questa mu-sica... sof-foco, mi sento man-ca-re...! L’aliena cadde prima in ginocchio continuando a lamentarsi fin quando i lamenti non divennero un indistinto rantolo al che finalmente si ritrovò sdraiata a terra come priva di vita, gli occhi sbarrati e gli arti tesi in una sorta di spasmo finale.

  –Che avete fatto alla mia alleata? Soldati meccanoidi, presto! Attaccate! La voce di Hardgear era a quel punto intervenuta al comando dei suoi armigeri meccanici ma Raflesia e Tadashi si erano già divisi ed avevano cominciato a sparare contro i nemici con delle potentissime pistole gravitazionali. I due avevano riacquistato le loro reali sembianze ed avevano iniziato un violentissimo scontro a fuoco con una decina di soldati meccanici. Parecchi di loro erano già a terra neutralizzati e, approfittando della situazione, Tadashi tentò di raggiungere e liberare gli amici. Un paio di colpi ben assestati di laser ionico spezzarono i legami che tenevano prigionieri i due pirati. Il giovane consegnò loro delle pistole e i due poterono così unirsi al violento combattimento.

-Folli! Non potrete mai vincerci, siamo troppi e le nostre forze sono illimitate! Il malefico supercomputer continuava ad impartire ordini ai suoi sudditi.

-Il computer! Urlò Harlock, -Dobbiamo distruggerlo! Raflesia ed Esmeralda indirizzarono il fuoco delle loro armi gravitazionali verso la diabolica macchina...I fasci però vennero subito deviati da un potentissimo campo di forza. –E’ inutile! Il campo di forza che lo circonda sembra impenetrabile!  Constatò la regina.

-Ne arrivano degli altri! Disse Tadashi mentre continuava a fare fuoco contro una moltitudine di meccanoidi che si stavano riversando all’interno del vasto ambiente. –Blocchiamo la porta elettronica, è blindata e sara difficile forzarla! Disse il capitano mentre tentava di raggiungere il quadro di controllo. Collegò lo speciale combinatore che aveva realizzato Yattaran e cercò di replicane il codice di chiusura. -Ecco! Ce l’ho fatta! La pesante porta blindata cominciò a chiudersi mentre alcuni soldati meccanici continuavano ad attraversarla. Finalmente si chiuse del tutto. –Hardgear la può riaprire facilmente, bisogna sigillarla! Mentre diceva ciò puntò una lancia al plasma verso la fessura che divideva le due paratie metalliche fondendole insieme in un unico blocco. –Questo ci darà un po’di respiro ma temo che non durerà molto...

-Ha, ha! Credete di potercela fare...poveri illusi! Esclamò la malvagia entità. -State a vedere!

Un attimo dopo il fondo della stanza iniziò a muoversi aprendo diversi vani nelle pareti laterali. Da quei vani uscirono quattro enormi creature artificiali alte quasi tre metri. Ognuna di queste possedeva una possente corazza protettiva e svariate armi integrate su tutti e quattro i loro arti. I loro occhi bionici brillavano di un rosso fuoco risaltando ancor più rispetto i loro corpi color antracite. –Vi presento i miei quattro più fedeli servitori fin dal tempo del pianeta Lamethal! Erano stati distrutti da Maetel ma io ho potuto recuperare anche le loro essenze e riportarli in vita! La cosa divertente è che ora non obbediscono direttamente a me ma alla nuova regina Andromeda Promethium! In quel momento dal fondo avanzò una figura in un abito scuro che si muoveva lentamente…-Mayu! Urlarono quasi in coro Harlock ed Esmeralda. La ragazza li fissò con un gelido sguardo inespressivo e poi sentenziò: -Arrendetevi ora prima che sia troppo tardi! Basta una sola mia parola e sarete morti, i miei servitori sono pronti a schiacciarvi come insetti!

-Mi ricordo di loro! Disse Esmeralda, -Sono praticamente invincibili, l’unico modo di fermarli è bloccare chi li comanda, ma in questo caso significherebbe…-Significherebbe ferire o peggio uccidere Mayu! Concluse per lei il capitano.

Nel frattempo Raflesia e Tadashi erano riusciti ad abbattere anche gli ultimi soldati e subito dopo la regina si era affrettata a legare strettamente il corpo paralizzato di Helmatia con dei legami di duridium bloccandole mani e piedi con delle catene dello stesso materiale. –Voglio essere sicura che non ci crei altri problemi, ora dobbiamo pensare a quei mostri! Disse rivolta al giovane.

-Tentiamo comunque un attacco! Disse il capitano puntando la sua pistola verso gli androidi e facendo fuoco. Esmeralda fece altrettanto, ma quasi subito i due si resero conto che gli scudi protettivi di quegli esseri erano potenti quanto quelli che proteggevano il computer.

-L’avete voluto voi! Gridò Mayu facendo un gesto della mano. Immediatamente i quattro Cyborg incominciarono ad avanzare lentamente verso i due pirati. Al loro si aggiunse anche il fuoco delle armi degli amici e per un attimo il bagliore accecante di quella terribile pioggia di energia nascose la visuale del campo. All’attenuarsi della luce abbagliante i quattro si accorsero che il loro attacco era stato del tutto fallimentare. Quegli esseri erano realmente inattaccabili e procedevano minacciosamente verso di loro avvolti da un’impenetrabile nuvola di energia!

 

 

                                                                          **

 

 

Il grande faro posto al centro della locomotiva nera e grigia illuminava una sezione dello spazio antistante al grande convoglio spaziale. Big One* con a bordo il Sirius Platoon era affiancato dagli altri due treni del Cepheus e dello Spica Platoon. Anche loro illuminavano con le loro luci una porzione di spazio che fino ad un attimo prima era immersa nell’oscurità cosmica.

-Qui sembra tutto normale...esclamò perplesso David grattandosi il mento...-Eppure queste sono le coordinate che ci hanno fornito riguardo al punto dove si è aperta la breccia dimensionale!

-Spica Platoon, siamo sicuri che sia il posto giusto? Chiese Manabu, tradendo un pizzico di preoccupazione.

-Assolutamente! Gli rispose Killian che era ospite a bordo del “Flameswallow” il treno delle ragazze dello Spica. –Ed io confermo che i nostri calcoli sono giusti! Questo è il luogo segnalato dai nostri strumenti, aggiunse il capitano Julia Reinhardt, comandante dello Spica Platoon.

-Non credo sia il caso di perdersi in inutili battibecchi proprio adesso! Intervenne a quel punto il comandante Lawrence del Cepheus Platoon. –Calma, calma! Fece il comandante Bulge,

 -Aspettiamo e vediamo! Pochi istanti dopo aver pronunziato queste parole, dinnanzi loro, a seguito di un lampo di luce accecante comparve un enorme vortice di color fucsia.

-Eccolo, è lui! Urlò Killian eccitato. -Tutti pronti ai loro posti! Comandò Bulge, -Prepariamoci ad una possibile invasione in uscita dalla breccia! Come previsto dal comandante del Sirius Platoon gli invasori alieni non si fecero attendere. Dalla breccia dimensionale emerse il muso di una di quelle scure e terribili navi spaziali la cui forma ricordava quella di strani insetti neri. –E’ indubbiamente una nave metanoide, disse Bulge, -Attiviamo immediatamente i proiettori multicampo per l’emissione della fatidica melodia e incrociamo le dita! Da entrambi i tre convogli gli speciali proiettori multicampo di cui erano appena stati dotati incominciarono ad emettere quella distorsione magnetica e gravitazionale che si sarebbe tradotta in un emissione acustica all’interno delle navi nemiche, o almeno così si sperava...-Ci siamo! Disse Killian, il segnale emesso dai tre proiettori dovrebbe superare la breccia e propagarsi oltre nell’universo parallelo per un vasto raggio, ma per sicurezza facciamo partire delle sonde che entreranno direttamente nel loro mondo e diffonderanno ulteriormente il campo di distorsione! Detto fatto tre sonde furono indirizzate all’imbocco dell’apertura dimensionale e scomparvero rapidamente inghiottite dal vortice. -Ecco! Sono dall’altra parte e stanno emettendo il segnale, nessuno sembra averle contrastate, buon segno!

-In effetti la nave che è sbucata fuori sembra essersi bloccata e non dà segni di attività, commento Manabu. –Proviamo a contattarli, disse il comandante Bulge. –Niente! Ho provato su tutte le frequenze standard, ma non vi è stato nessun cenno di risposta, disse Yuki Sexaroid. –Potrebbero essere effettivamente tutti fuori combattimento come previsto dall’effetto della melodia sul loro organismo...commentò Louise. –L’unica è verificare di persona! Disse a quel punto il comandante Lawrence, -Dobbiamo organizzare una spedizione esplorativa sulla nave nemica! Potremo così raccogliere informazioni preziose sul nemico e le loro navi. –Sono d’accordo! Aggiunse Bulge.

-Formiamo un gruppo congiunto che si rechi sulla nave metanoide!

Poco dopo un drappello di SDF composto da Manabu, David, Louise ed altri tre membri del Cepheus Platoon abbordava la nave metanoide. L’enorme struttura nera aveva un’aria sinistra resa ancor più inquietante dall’apparente assenza di segni di vita. Erano pratici di quel tipo di vascello poiché avevano avuto già a che fare con loro a suo tempo ed erano riusciti a penetrare in una di quelle misteriose navi ai tempi dell’invasione comandata dal cavaliere Twist Barrel.

Arrivati sul ponte principale si ritrovarono di fronte ad un terribile spettacolo: mentre quella musica continuava a risuonare per ogni angolo di quel vasto ambiente, centinaia di soldati metanoidi, caduti dalle loro postazioni di lavoro, giacevano a terra immobili, come morti, ma in realtà completamente paralizzati e privi di sensi e di coscienza. Anche sul ponte di comando trovarono diversi ufficiali e quello che ricordava un alto cavaliere, probabilmente il comandante della nave, tutti in quella stessa condizione di morte apparante. –Cerchiamo di scaricare più dati che possiamo dal loro computer! Fece David rivolto a Louise. I due si avvicinarono ad una consolle di comando e, dopo aver armeggiato un po’ con un piccolo terminale portatile, scaricarono rapidamente quello che interessava loro. –Sbrighiamoci! Disse Manabu, -Torniamo indietro e completiamo l’operazione!

Così fecero, e finalmente si apprestarono a terminare l’operazione che consisteva nel rimandare indietro quella nave attraverso il varco dimensionale per poi richiuderlo definitivamente.

Per far ciò, sotto la guida del team di meccanici del Big One, fu staccata una potente motrice che era stata trainata dal treno dello Spica e fu attaccata sul retro della nave aliena, dopodichè quest’ultima potè essere trainata indietro fino a sparire dentro la breccia. –Ecco fatto! Disse Killian, -Adesso tocca a me! Digitò rapidamente diversi codici sulla tastiera del suo computer da una postazione sul Flameswallow. Quasi simultaneamente, il tetto di uno dei vagoni di quel treno cominciò ad aprirsi mostrando uno strano apparato che ricordava una versione rimpicciolita del “buca mondo”, la macchina dimensionale scoperta e messa in funzione dal giovane a suo tempo.

-Questa nuova macchina è stata realizzata in una versione miniaturizzata ma assai più efficiente della prima, in questo caso il fascio modulato di microsingolarità servirà a richiudere definitivamente lo squarcio dimensionale apertosi in questa zona dell’universo! Mentre diceva ciò. Killian seguitò ad immettere una sequenza dopo l’altra sulla tastiera e, pochi istanti dopo, un potente fascio di luce azzurra partì da quel singolare imbuto andando ad interagire con la grande falla cosmica. I tre equipaggi poterono assistere in diretta all’incredibile fenomeno che stava accadendo davanti ai loro occhi: lentamente ma inesorabilmente la breccia incominciò a restringersi sempre di più sino a ridursi ad un minuscolo punto che infine scomparve del tutto in un lampo di luce rosa. –Evviva! Ce l’abbiamo fatta! Esclamarono in coro tutti. –Abbiamo ricucito lo strappo dimensionale e abbiamo collaudato con successo la nuova macchina messa a punto da i nostri compagni! Esclamò il comandante Bulge complimentandosi con Killian e le ragazze dello Spica. Persino Lawrence, solitamente avaro di complimenti, si espresse: -Bravi! Ottimo lavoro!

-Per questa volta la minaccia metanoide è stata ricacciata indietro e, finchè quel popolo non troverà un modo autonomo per attraversare le due dimensioni parallele, saremo al sicuro! Commentò Manabu. –Ora diamo la buona notizia al centro di controllo e ai nostri amici!

 

(*) Anche in questo capitolo ci sono precisi riferimenti alle serie e ai personaggi di “Galaxy Railways”

 

   
 
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