Fumetti/Cartoni americani > Pucca
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Autore: HarleyHearts    24/02/2017    4 recensioni
Pucca ha lasciato il piccolo villaggio Sooga da 6 lunghi anni e ora, che è una giovane ragazza di 16 anni, ha deciso di ritornare a casa.
Ma tante cose durante la sua assenza sono cambiate. Loro sono cambiati e lei per prima è cambiata.
Il fuoco che divampava dentro di lei sembra essersi assopito, come il fuoco di una persona a lei cara.
Una figura misteriosa e oscura ha devastato dall'interno il "non-più-tanto-piccolo" villaggio Sooga.
Riuscirà Pucca a ritrovare se stessa e a riportare tutto alla "normalità" ?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Nuovo personaggio, Pucca
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11
Capitolo 11.
Racconti e rivelazioni (1).

Pucca odiava gli ospedali, con tutto il cuore.
Li considerava strutture spoglie e tristi, che sapevano di disinfettante, medicinali e soprattutto morte.
Non riusciva a fare pensieri felici stando lì dentro; era davvero più forte di lei.
La piccola giapponesina stava percorrendo, proprio in quel momento, un lungo e grigio corridoio, alla ricerca della camera 12B, sotto la fredda luce dei neon appesi al soffitto.
Non appena arrivò a destinazione, bussò lievemente con la mano chiusa a pugno, contro la superficie liscia della porta, e chiese con educazione - È permesso? -
Un brontolio incomprensibile le arrivò alle orecchie.
- Che ci fai qui, ragazzina? - le chiese, in maniera alquanto sgarbata, la voce dell'uomo dai folti baffi neri corvini.
- Se pensi che ringrazierò te e i tuoi ziii per aver chiamato un'ambulanza per il sottoscritto, hai capito male. Muji non ringrazia -
Pucca si fece avanti lentamente nella camera, e lanciò una lunga occhiata all'uomo, sdraiato sul letto ed avvolto da numerose bende e cerotti.
- Non sono qui per essere ringraziata, Muji - ribattè la piccola giapponesina - Sono qui per avere delle risposte -
L'uomo le diede un'altra occhiataccia.
- E credi davvero, così scioccamente, che io ti darò le risposte che tanto cerchi? Perchè mai dovrei farlo, sentiamo? - le domandò, piccato.
La corvina si fece strada nella camera, e si sedette sul bordo del letto vuoto vicino a quello del criminale.
- Perchè so che lo farai - rispose la ragazza, con molta sicurezza - Perchè Hideo ti ha fatto questo? -
L'uomo dai folti baffi sgranò gli occhi, e voltò il viso dalla parte opposta.
- Non sono affari che ti riguardano, ragazzina. Vattene via -
Pucca assottigliò i grandi occhi scuri - Invece sì. Voglio fermare quell'uomo, ma per farlo devo sapere di più sul suo conto -
La forte e roca risata di Muji non le permise di continuare a parlare in un primo momento, ma dopo poco lo sentì tossire e, con una smorfia di dolore in volto, lo vide toccarsi il fianco ferito con una mano.
- Sei completamente fuori di testa - ridacchiò sarcastico - E ora vattene. Dalle mie labbra non uscirà nemmeno mezza parola -
La voce dell'uomo non riuscì a scoraggiare minimamente la ragazza, che riprese a parlare come se niente fosse.
- Hideo ti ha ferito e ridotto in fin di vita, e c'è di sicuro un motivo dietro... Posso capire che sei restio a parlare Muji, ma se sei venuto fino al ristorante di mio padre un motivo ci deve essere. Se davvero non volessi parlarne per niente, non saresti venuto incosciamente a cercare aiuto da noi -
La ragazza si lasciò andare in un lieve sospiro - Voglio che Sooga ritorni quella di un tempo, ma finchè Hideo sarà qui a terrorizzarci non potremmo cambiare le cose -
- Mi ricordi molto Liang - se ne uscì all'improvviso il corvino, dopo averla osservata a lungo in silenzio - Anche lui disse una frase molto simile tanto tempo fa... - riflettè ad alta voce.
Muji scosse lievemente la testa, e con una mano prese a massaggiarsi i lunghi baffi neri.
- Nessuno può fermarlo, Pucca. È una battaglia persa in partenza, e finirai con il fare del male e te e a chi ti circonda, esattamente come tuo padre; rinuncia, ora che puoi - le consigliò, con fare stranamente stanco e mogio.
- Come mio padre? Che c'entra mio padre in tutto questo? - chiese confusa la giapponesina, ad occhi sbarrati.
Suo padre aveva avuto a che fare con Hideo?
Per quale assurdo motivo non ne aveva mai saputo niente?
- Come? Non sai niente? - chiese stupito l'uomo dai folti baffi - Tipico di Liang non dire mai un cazzo, e fare di testa sua. Quell'idiota... - scosse lievemente il capo - Se tuo padre non ti ha detto niente in tutti questi anni, non sarò di certo io ad aprire bocca. Certe cose spettano a lui dirtele, mi dispiace -
- Eri amico di mio padre? - chiese la corvina, ingenuamente.
Muji scoppiò nuovamente a ridere - Amici? Tsk. Che parola orribile sentono le mie povere orecchie - ridacchiò, roco - Io e Liang non siamo mai stati amici, ma siamo cresciuti insieme in questo villaggio -
Erano innumerevoli le cose che Pucca ignorava completamente sui suoi genitori, e sulla sua situazione familiare; ma come già detto dal criminale, spettava a loro l'arduo compito di spiegarle tutto.
- Vuoi davvero che ti racconti quello che so? -
La giapponesina annuì con energia.
- E sia! Ma sappi da subito che non sarà un racconto piacevole... -


- Cosa diavolo vuoi fare? - urlò quasi En, guardando allibito la propria ragazza.
- Non urlare, deficiente! I miei zii sono al piano di sotto, potrebbero sentirci! - gli bisbigliò in risposta Hinata, lanciandogli un'occhiataccia.
- Stai scherzando, spero? Hina, tua sorella se n'è andata! Dobbiamo dirlo ai tuoi zii -
La castana scosse la testa con decisione - Aspetta. Non voglio allarmarli per niente - disse - Andiamo; più tempo perdiamo, e peggio è - affermò, prendendolo saldamente per un polso e trascinandolo fuori dalla stanza.
- Ma dove? - riuscì a domandare il biondo, a fatica.
- A chiamare i rinforzi -

Hinata trascinò praticamente di peso il biondo, fino alla palestra del padre di Ching, sicura di trovarvici gli amici di sua sorella.
La sorpresa fu davvero molta quando trovò lì anche Garu.
Aveva sperato con tutto il cuore che sua sorella minore si trovasse con lui, e la consapevolezza di saperla completamente sola le fece molto male.
- Tu non eri con Pucca? - chiese En, a metà tra il confuso e l'allarmato, all'ex ninja.
Garu inarcò un sopracciglio, perplesso.
- L'ho lasciata a casa più di un'ora e mezza fa - li informò - Perchè? -
En ed Hinata si lanciarono degli rapidi sguardi, prima di rispondere alla domanda.
- Mia sorella è andata a ficcarsi in un guaio di dimensioni enormi - rivelò la castana.
- Cosa ha fatto? -chiese rapido il coreano, evidentemente spaventato.
Garu era davvero terrorizzato perchè, in cuor suo, già sapeva in quale follia era andata a ficcarsi la sua ragazza.
Ma nonostante la quasi più che certa consapevolezza che aveva, continuava a sperare, e pregare, di essersi sbagliato.
Purtroppo, come ben immaginava, non era così.
- È andata a cercare informazioni su Hideo. Vuole... andare a cercarlo, per mandarlo via da Sooga -
In quel momento l'ex ninja sentì il mondo crollargli addosso.
Gli sembrava tutto un bruttissimo e tremendo incubo, dal quale desiderava ardentemente svegliarsi da un momento all'altro.
- Cosa?! - squittì spaventata Ching, mentre Abyo lanciava un rapido sguardo allarmato al suo migliore amico.
- Spero stiate scherzando... - disse il figlio del capo della polizia, rivolto ai due nipponici.
- Lo vorremmo tanto - mormorò Hinata - Siamo venuti qui per chiedervi aiuto. Insieme magari riusciamo a fermarla prima che possa fare una sciocchezza -
- Dove è andata? - riuscì a domandare Garu, con un filo di voce, e bianco in viso come un lenzuolo.
- Non lo sappiamo con esattezza - rispose il biondo - Ci ha semplicemente lasciato un biglietto, con su scritto cosa era intenzionata a fare. Ha detto... che vuole raccogliere informazioni su quell'uomo -
L'ex-ninja se lo sentiva: era sul punto di svenire.
Per quale diavolo di motivo quella cretina non gli aveva dato ascolto?
Perchè era sempre così, dannatamente, testarda come un mulo?
"Perchè è Pucca" gli rispose una vocina impertinente nella testa.
Già.
Si era quasi dimenticato di chi stavano parlando.
- Io forse so dove può essere andata... - intervenne il corvino, con una vaga idea di dove fosse andata la sua ragazza - E se ho ragione, dobbiamo darci una mossa se vogliamo fermarla appena in tempo -


Muji si toccò, con aria alquanto cupa, i lunghi baffi scuri che, nonostante il loro aspetto malconcio, riuscivano a mantenere sempre un aspetto incredibilmente ben curato.
- Quelli che molti ignorano, qui a Sooga, o che si ostinano a non credere, è che Hideo non è apparso per la prima volta sei anni fa. Il suo primo arrivo al villaggio risale a molto prima, ed è molto più complicato di quello che può sembrare  - iniziò a raccontare il bandito - All'epoca, nonostante avessi solo quindici anni, e sul mio volto non ci fosse nemmeno il più che minimo accenno dei miei meravigliosi baffi, ero già riuscito ad accumulare una modesta fama come deliquente del posto. Quando Hideo arrivò qui, con la sua famiglia... non era, nella maniera più assoluta e nemmeno lontanamente simile, a quello che è poi diventato oggi. Era un rispettabile e nobile ninja giapponese, fedele alla sua rigida morale, e con un grande senso dell'onore come... -
- Garu - completò la frase, la piccola giapponesina, vedendo l'uomo annuire lievemente con la testa.
- Esattamente - confermò, con un sorriso amaro ad increspargli le labbra - È davvero assurdo come le persone siano capaci di mutare completamente, in pochissimo tempo -
Quello di Muji fu appena un sussurro, talmente lieve da far dubitare alla corvina di averlo veramente sentito o meno.
- In poco tempo riuscì a diventare uno dei prediletti di Master Soo; il suo ninja più fidato, e fedele come pochi. Questa situazione idilliaca durò pochissimo, purtroppo - sospirò l'uomo, andando a sustemarsi meglio sul letto, con una piccola smorfia per il dolore alla ferita.
- Non so dirti con precisione cosa successe tra quei due, ma il loro rapporto mutò drasticamente. Il fedele cane domestico del Maestro si era ribellato, mordendo la mano del padrone, abbandonando queste terre e la sua famiglia. Questo è tutto quello che so, e che posso raccontari, Pucca -
Pucca lo osservò confusa, ed aggrottò entrambe le sopracciglia scure.
C'erano delle parti della storia che non le erano per niente chiare, e poi...
Perchè Master Soo si era trattenuto dal raccontargli una cosa del genere, quando era andata a parlare con lui? Non lo capiva.
Davvero.
C'era qualcosa che le sfuggiva... ma cosa?
- Posso farti un'ultima domanda? -
- Se proprio devi, ragazzina -
- Dove sono i tuoi zombie? -
L'uomo esitò a rispondere.
- Se li è presi lui -


Salutato, e ringraziato a dovere il bandito dai folti baffi, Pucca uscì dall'ospedale con aria incredibilmente corrucciata e la testa affollata da mille pensieri.
Il quadro che circondava l'oscura figura di Hideo era ancora molto confuso, non chiaro, e lei necessitava altre risposte.
Altre informazioni a riguardo.
La giovane giapponesina era pronta a recarsi nuovamente a casa di Master Soo, quando sentì due forti e robuste braccia intrappolarla in una morsa ferrea.
Inutile fu scalciare ed urlare, poichè le fu premuto a forza sulla bocca un fazzoletto impregnato di narcotico, e tutto si fece velocemente buio.


- Mi dispiace molto ragazzi, ma io la piccola Pucca non l'ho proprio vista oggi. Che io sappia non è venuta qua di recente - disse sinceramente dispiaciuto Master Soo, mentre osservava i cinque ragazzi davanti a lui.
Garu serrò la mascella, e dovette mordersi la lingua per non farsi scappare un'imprecazione alquanto colorita e scurrile.
Aveva sbagliato!
Il suo era stato un enorme buco nell'acqua.
Accidenti!
- Vi vedo preoccupati. È successo qualcosa di grave? - domandò confusa la divinità, dando un'ulteriore occhiata ai visi pallidi dei giovini.
- È tornato -
Bastarono due parole, appena ringhiate dall'ex-ninja dai capelli neri, per far comprendere in parte all'uomo la gravità della situazione.
Il Master sbiancò lentamente - Pucca è andata a ficcarsi in qualcosa di molto più grande di lei, vero? -
- Non lo sappiamo con sicurezza - prese la parola Hinata - Mia sorella ha lasciato solo un bigliettino, dicendo che voleva trovare un modo per fermare Hideo; nient'altro -
L'uomo rimase un attimo in silenzio, non preoccupandosi minimamente di celare la sua evidente preoccupazione.
La situazione era persino peggio di quello che immaginava.
- Non è un bene... - borbottò, tra sè e sè, la divinità - Hideo è il tipo di uomo che odia quando... qualcuno inizia a mettere becco in situazioni che lo riguardino. Se quello che mi avete riferito corrisponde alla realtà, la piccola Pucca è andata a ficcarsi in un orribile guaio -
- Cosa possiamo fare? -
Con gli occhi rossi, ed una forte nota disperata nella voce, Hinata strinse i pugni fino a far diventare bianche le nocche.
- È mia sorella, e... Dio! Non ci posso nemmeno pensare! - iniziò a singhiozzare lievemente - È la mia unica sorella! Non posso nemmeno pensare ad una sua eventuale... morte - singhiozzò più forte, mentre anche gli occhi degli altri ragazzi si facevano pian piano più lucidi.
- Morte? - domandò allibito Master Soo - Pucca non rischia minimamente la morte per mano di Hideo -
Le teste dei presenti scattarono veloci.
Cosa?
- Ma... - intervenne timidamente Ching - Lei ha appena detto... -
- Maestro si sta prendendo gioco di noi, per caso? Sappiamo tutti quello che ha fatto quell'essere, e di cosa sia capace. Pucca rischierebbe per forza, se si dovesse imbattere in lui - ringhiò ferocemente Garu, facendo un passo in avanti per la foga.
Se non si era fatto il minimo scrupolo nell'uccidere centinaia di persone, che differenza faceva una in più?
Che differenza faceva Pucca, per uno come Hideo?
- Aspettate - li fermò il pelato, cupo in volto - Anche voi non sapete -
Non era una domanda, ma bensì una constatazione.
Perchè non sapevano.
Non avevano mai saputo niente.
- Non sappiamo... cosa? -


Il primo odore che arrivò alle narici di Pucca, e che la colpì in pieno volto come uno schiaffo, fu quello di incenso orientale.
Un odore ricercato, e non affatto comune.
Cosa era successo?
Dov'era l'odore di disinfettante e medicinali?
Quando aprì lentamente i grandi scuri, la seconda cosa che la colpì, fu il colore delle pareti.
Un dolce e luminoso beige dorato.
Un colore così calmo.
Un colore così... bello.
La stanza in cui si trovava era molto ampia, chiara, e ben illuminata da una fila di enormi monofore sulla parete davanti a lei.
C'erano pure una serie di divanetti imbottiti, uno sul quale era adagiata, ed alcuni cuscinoni ricamati sparsi un po' in giro.
Una stanza così bella.
Una stanza così solare.
Una stanza così... sconosciuta.
- Ben svegliata, nipotina carissima -



ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
Non vi dirò molto, ma preparatevi... il prossimo capitolo sarà una vera bomba ;)
Non avete visto ancora niente :3
Nel prossimo capitolo verrà spiegata, per bene, la storia di Hideo... stay tuned dolcini dolciosi!

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