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Autore: perseus_jackson_x    24/02/2017    2 recensioni
AU!YurixOtabek
Otabek incontra Yuri il 31 di dicembre ad una festa.
Il biondo lo bacia... ma non gli dice il proprio nome.
Sarebbe finita lì, su quel palco, se sua sorella non avesse avuto la brillante idea di trovare il suo principe azzurro, o meglio dire: il suo cenerentolo.
dal capitolo primo:
'«Come si chiama?» domandò sua sorella. Il ragazzo, che stava sorridendo, smise immediatamente… alla fine non aveva detto il suo nome!
«Non te l’ha detto?» Otabek scosse la testa e Inkar rise.
«Non preoccuparti, l’agente segreto 00Kar troverà il tuo cinderello» il ghigno malefico che si era formato sul volto di Inkar spaventò il ragazzo, il quale poi disse: «Cinderello? ».
«Cinder-hell-yeah»
«Cinder-hell-no» Otabek scosse la testa, sua sorella non si sarebbe fermata finché non avrebbe trovato il bel tenebroso.'
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DI QUELLA CHE PARLA TROPPO
Ehilà, fandom di YOI, è davvero un piacere interagire con voi.
E’ la prima storia che scrivo per questo anime, sono davvero entusiasta.
Ho alcune cose da dire: ho dovuto modificare alcune cose, ad esempio Yurio ha 19 anni (non potevo farlo ubriacare a 15 anni, sigh); Yuri ne ha 21, Victor 23 e Otabek 20; vanno tutti nella stessa università, ma frequentano corsi diversi — come potrete vedere più avanti; Otabek ha una sorella, di nome Inkar (adottata quando era molto piccola dai genitori dal nostro bel kazako) che è la quintessenza della pazzia.
Questo è quello che dovevo dire… vi lascio alla storia.

—Alessia.

 

 

 

 

 

 

                                                 CINDER-HELL-NO

 

 

LA NOTTE DEL 31 DICEMBRE

 

 

 

 


Yuri aveva bevuto e tanto anche. Lo si poteva capire perché aveva cercato di baciare JJ; lo si poteva capire perché una volta rifiutato -da Isabel, non dal ragazzo- aveva deciso di andare a ballare, e lui odiava ballare; aveva agguantato uno sconosciuto e aveva incominciato a strusciarsi contro. Yuri Plisetsky era oggettivamente sbronzo.Dall’altro lato della stanza, totalmente sobrio, un Otabek Altin ammirava ammaliato il ragazzo dark dalle movenze estremamente sensuali. Lo vedeva sorridere, ma non un semplice sorriso. Vedeva quelle labbra stendersi, divenire fini, mentre i suoi occhi brillavano di audacia e di divertimento. Oh, quegli occhi! Non riusciva a catturarne completamente il colore, così lontano, ma li vedeva così grandi e profondi.
«Che osservi, Beky?» una voce proveniente da dietro riportò Otabek alla realtà. La voce apparteneva a sua sorella Inkar, così diversa fisicamente da lui. Lei possedeva una lunga chioma rossa, lui dei banali capelli bruni. Lei con i suoi splenditi occhi verdi, lui con degli stupidi occhi scuri. Lei così bella, così passionale e così viva e lui… be’ così lui.
Otabek portò di nuovo lo sguardo su quel bel ragazzo tenebroso, era ancora lì.
«Nulla, Inka» allora la sorella seguì lo sguardo del fratello, portandolo su Yuri e sul ragazzo con cui stava ballando.
«Sembra piacergli la musica… e tu sai cantare» parlò la rossa, ricevendo un’occhiataccia da parte del fratello, il quale non avrebbe mai potuto cantare in pubblico.
«Si stanno baciando» mentì la ragazza, Otabek guardò di nuovo i ragazzi che stavano semplicemente ballando.
«Non so cosa cantare, non posso semplicemente andare lì e inventarmi qualcosa… » il kazako, nervoso, si mordicchiava il labbro inferiore.
«Oh, ma mio caro Beka, io so già cosa canterai»

 

 


Mezzora dopo, Otabek  aveva finalmente trovato il coraggio e Inkar… be’ Inkar stava semplicemente pomiciano con il dj. 
Le luci spente spaventarono i ragazzi che subito incominciarono a mormorare. Yuri, però, aveva visto due ragazzi salire sul palchetto dove si trovava la console del dj. Aspettava impaziente, non sapeva neanche il perché, una loro mossa. 
Un unico faro bianco illuminò Otabek e subito la musica partì.
«I wake up every evening with a big smile on my face, and it never feels out of place» il ritmo non era male, ci si poteva ballare sopra e i giovani della festa sembrarono gradire la sua voce.
«Ehi, continuiamo a ballare?» il biondo russo guardò male quel ragazzo.. Jace, Jack… non ricordava neanche il nome. Il povero sventurato venne liquidato, Yuri ascoltava compiaciuto la sua canzone preferita cantata da quelle belle labbra, chiedendosi che sapore avessero.
«When you see my face, hope it gives you hell.
Hope it gives you hell» il kazako guardava nella direzione di Yuri, pensando di trovare il tizio moro di prima. E invece notò con molto piacere che il bel tenebroso -così lo aveva denominato- era solo e lo guardava. 
«When you hear this song
I hope that it will treat you well
You can sing along
I hope that it puts you through hell» finita la canzone il pubblico esplose in mille applausi, tutti tranne il bel tenebroso… be’ perché lui non c’era più. Otabek sentì una strana sensazione che gli bloccava il respiro; desolato sospirò, ma non si diede per vinto.
Otabek allungava il collo per cercarlo ma, ora che erano tornati tutti a ballare confusionariamente, non riusciva proprio a trovarlo.
«Cercavi qualcuno?» non aveva sentito nessuno avvicinarsi, ma si diede dello stupido perché nessuno avrebbe sentito nulla con quella musica se non la musica stessa.
Si girò e trovò il bel tenebroso proprio dinanzi a lui, fece per indietreggiare ma dietro di lui c’era solo il vuoto, chiuse gli occhi pronto a cadere; Yuri prontamente lo afferrò per la vita, attirandolo a sé, i loro visi lontani poco più di cinque centimetri.
«Faccio così tanta paura?» la domanda avrebbe dovuto sembrare ironica, ma la mente annebbiata del moro non lo recepì. 
«No, no. Mi hai solo sorpreso!» Otabek si staccò, nervoso, dalla presa del moretto. I suoi occhi, poté finalmente capire, erano di un verde davvero chiaro che sembravano smeraldi.
Il biondo rise, Otabek lo osservò incantato. Decise che non avrebbe più dimenticato quel suono cristallino, che era arrivato dritto al suo cuore; decise che lo avrebbe portato dentro la propria memoria; anche se non avesse deciso lui, dicerto il suo corpo lo avrebbe fatto involontariamente, lo sapeva. Quello che Otabek, però, non sapeva è che Yuri non avrebbe riso se non fosse stato ubriaco. In realtà se fosse stato sobrio non avrebbe ballato con il tipo di prima, perché non avrebbe provato a baciare JJ. Insomma, l’alcool rendeva Yuri più libero anche se non propriamente lo rendeva meno lucido.
«3, 2, 1!» tutti urlarono felici per l’anno nuovo, poi subito calò il silenzio segno che stavano tutti baciando qualcuno, come da tradizione.
«Io… ehm… » il moretto non poté terminare la frase perché Yuri era già sulle sue labbra, con le mani sulle sue gote, assaggiando quell’epidermide così liscia e morbida. Il kazako inizialmente aveva avuto il buon senso di cercare di allontanare il ragazzo, ma quando quest’ultimo si lamentò della sua resistenza si lasciò completamente andare.
«Mi chiamo Otabek » disse una volta separatosi, il respiro affannato e le guance rosate donavano un’aria così peccaminosa ad uno Yuri così innocente.
«Bene, Beka, io sono… » non gli fu possibile terminare la frase che due ragazzi arrivarono, uno albino e uno moro.
«TU! Ti abbiamo cercato per tutta la serata, non puoi capire quanto siamo stati preoccupati» fu il moro a parlare, sputando fuori parole così velocemente che sembrò un razzo. L’albino dietro restava in silenzio, ma aveva lo sguardo posato su Yuri come volesse ammazzarlo.
«Andiamo ora, se tuo nonno lo venisse a sapere… ce lo aveva detto che non dovevamo portarti. Sei ancora troppo piccolo » ora era l’albino a parlare, sembrava ancora arrabbiato, ma allo stesso tempo quelle parole erano state pronunciate con una strana quiete.
«Ah, ora ti comporti come un adulto, Victor? Bene! Benissimo! Ipocrita, sei solo questo.» poi Yuri si rivolse al moro, sospirando e infine disse: «è stato un piacere fare la tua conoscenza, Beka… e scusa per il siparietto, i miei babysitter sono efficienti con il loro lavoro, come puoi vedere» il biondo esitò ma poi gli lasciò un bacio sulla guancia destra, lasciandolo ancora più confuso di prima. 
Lo vide camminare via con i suoi due amici, Otabek andò a sfiorarsi le labbra e sorrise.
«Allora? Ho visto che è andata piuttosto bene con Man In Black» alle sue spalle arrivò sua sorella, il rossetto rosso leggermente sbavato.
«E’ andata abbastanza bene… credo, cioè mi ha baciato ma era mezzanotte ed è una tradizione, quindi… » il ragazzo sospirò pensando al bel tenebroso.
«Come si chiama?» domandò sua sorella. Otabek, che stava sorridendo, smise immediatamente… alla fine non aveva detto il suo nome!
«Non te l’ha detto?» Otabek scosse la testa e Inkar rise.
«Non preoccuparti, l’agente segreto 00Kar troverà il tuo cinderello» il ghigno malefico che si era formato sul volto di Inkar spaventò il ragazzo, il quale poi disse: «Cinderello? ».     
«Cinder-hell-yeah»
«Cinder-hell-no» Otabek scosse la testa, sua sorella non si sarebbe fermata finché non avrebbe trovato il bel tenebroso.

 

 

 

   
 
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