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Autore: pi8f    24/02/2017    1 recensioni
Il vento. Un foglio. Una poesia. Una canzone. E due ragazzi che si rincorrono.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Carta canta cap.3

Carta canta

Tonight, baby girl, we'll have a party

A tutte le ragazze che nascondono un mondo dietro la maschera che il mondo le costringe a indossare per sopravvivere...

La lancetta era ancora una volta arrivata in cima al quadrante, e di nuovo si rituffava per un altro giro. Lexie la fissava intensamente, sperando forse di far scorrere più in fretta i minuti, ma il percorso di quella semplice stanghetta in grado di governare le nostre vite sembrava rallentare sempre più sotto il suo sguardo. Dentro di lei, era in corso un complicato subbuglio di emozioni: sensibile com'era, continuava a rivoltarsi in testa, battuta per battuta, il dialogo con il ragazzo alla bancarella dei libri, e si sentiva così in colpa per non aver avuto il coraggio di scusarsi come si deve con lui per come l'aveva trattata Libby. Era buffo, quel ragazzo; le era sembrato dolce anche quando voleva fare lo spaccone con la sua amica. Lexie era così: una bella persona che a causa della sua insicurezza coglieva questa bellezza solo negli altri, che molto spesso erano resi migliori proprio dalla luce che incontrarla accendeva su di loro. Tutti per lei erano degni della sua attenzione e del  suo affetto, perché ciascuno possedeva qualcosa che lo rendeva un essere speciale. Perciò, si colpevolizzava fin troppo facilmente quando le sembrava di non essere stata sufficientemente gentile e attenta nei confronti degli altri. Era sempre tutta tesa a cercare di essere una persona che rendesse felici gli altri; questo la stritolava anche in un rigido senso del dovere, che se da un lato la rendeva molto resistente alla fatica e all'impegno, dall'altro la rendeva fragilissima ai fallimenti e agli errori, totalmente umani e che per altro raramente aveva provato; per lei però "raramente" non era abbastanza, avrebbe preferito di gran lunga "mai" come avverbio di frequenza. Questa intransigenza verso se stessa, in quel momento in cui era già agitata per l'incontro della mattina, aggiungeva alla matassa di emozioni che le si agitava dentro anche delle fitte acute di senso di colpa, quando attraversava la sua mente il pensiero che non stava ascoltando una parola della lezione. Decise di cominciare da quelle per sbrogliare quella massa che le pesava dentro: con uno sforzo, spense la luce sul misterioso ragazzo dei libri e si concentrò sul suo dovere.

Fresco, esattezza e trasparenza. Proprio quello di cui aveva bisogno Lexie mentre appoggiava la fronte contro l'enorme vetrata della porta finestra ad arco del corridoio dell'ateneo. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quella sensazione. In quel momento del cristallo sentiva di avere soltanto la fragilità, mentre il mondo continuava a scagliarle contro sassolini. Sollevò a poco a poco le palpebre, in modo che i raggi di luce si facessero via via più intensi. Un sorriso schiuse le sue labbra: il sole inondava le foglie gialle che riempivano il giardino sotto di lei, sui rami degli alberi e ai loro piedi, creando un'atmosfera  soffusa e dorata. Lexie amava  l'autunno perché le dava la sensazione di vivere tutto il giorno in un tramonto, c'erano la stessa frizzantezza e la stessa dolcezza nell'aria, quelle che ti fanno percepire delle vibrazioni nell'aria, create da un equilibrio magico. Osservando di sotto, all'improvviso lo scorse: seduto su una panchina, in compagnia di altri due ragazzi che la ragazza non aveva mai visto prima, c'era il distratto compratore di libri, in attesa. Le gambe di Lexie furono più veloci della sua mente: prima di rendersene completamente conto, stava volando, la solita pila di libri stavolta più bassa e stretta al cuore, sui gradini dello scalone principale dell'ateneo; ma per quanto i piedi andassero veloci, non si libravano tanto leggeri quanto il suo cuore in quel momento.



"Non siamo stati qui abbastanza, Matty?" si decise finalmente a chiedere George, guardando il cielo attraverso la nuvola di fumo che aveva appena espirato.
Erano seduti su una panchina del campus universitario da dopo l'incontro con la ragazza del mistero.
"Non pensavo sarebbe stato così facile trovarla" fu l'unica risposta che ottenne dal suo migliore amico.
George si scambiò uno sguardo un po' preoccupato con Ross, che aprì le braccia, rassegnato.
"Neanche noi, ma ora che si fa? Non penso che tu voglia accontentarti di averla vista, giusto? Perché non l'hai fermata, allora? Non le hai chiesto neppure come si chiama, sai di lei sì e no quanto prima" rispose George con cautela, per non spezzare l'incantesimo in cui sembrava immerso il riccio; infatti, quest'ultimo si girò verso di lui con aria trasognata e un po' confusa.
"Be'... ora almeno le ho dato un volto, no? Non sarà difficile rincontrarla qui all'università, o anche se lo fosse, almeno non sarò tormentato dal pensiero che potrebbe nascondersi dietro uno qualsiasi dei volti delle persone che passano di qui in continuazione, senza che io sappia quale, giusto?".
George alzò le mani in segno di resa: "Hai ragione, meglio un volto senza nome che un nome senza volto. Dunque siamo ancora qui perché aspettiamo di vederla passare per fermarla?".
"Precisamente" replicò Matty, con un largo sorriso.
"Quindi, tu sai per certo che non è quella deliziosa ragazza che si avvicina timidamente a noi, come a volerci parlare?".
Era stata la voce di Ross a pronunciare quella frase, perché era stato l'unico a notare Lexie, che li osservava da qualche minuto senza decidersi a farsi avanti. Quando Matty la vide, d'un tratto si fece rossa e accennò un timido gesto di saluto, pensando a quanto le sarebbe piaciuto in quel momento sprofondare sotto il tappetto giallo e croccante su cui poggiavano i suoi piedi.
Il ragazzo le si avvicinò, sorridendole e cercando di metterla a suo agio: "Ehi" le disse, fermandosi davanti a lei.
"Ehi" replicò a sua volta con voce flebile Lexie. Poi si lanciò come un treno nella sua spiegazione; prese un gran respiro e: "Non so se ti ricordi ci siamo visti prima alle bancarelle con la mia amica e io ti volevo chiedere ancora scusa per come ti ha trattato cioè anche per come ti ho trattato io perché insomma avrei dovuto chiedere scusa subito invece di scappare via e quindi quando ti ho visto dalla finestra ho pensato di venire a chiederti scusa e oddio quante volte ho detto chiedere scusa però ecco...".
Pronunciata tutta d'un fiato, senza pause, questa frase confusa, Lexie si bloccò senza sapere cosa aggiungere e per maledire la sua dannata parlantina a mitraglietta.
Matty parlò con calma a quella ragazza così buffa, che gli ispirava tenerezza: "Meno male che ti sei fermata, non sapevo se sarei mai riuscito a risponderti". E Lexie diventò fucsia.
"Mi sembra di aver capito che vuoi chiedermi scusa, sbaglio?" scherzò. E ora Lexie era color vinaccia.
Poi si fece serio: "Certo che mi ricordo, è stato un incontro abbastanza indelebile, non trovi? Ma credimi, è stato piuttosto piacevole, al contrario di quanto tu possa pensare; infatti ero qui perché anche io volevo chiarire meglio, ma la tua amica è scappata via in un baleno". Mentre le parlava, le aveva afferrato una mano, e ormai la ragazza era viola.
"Ascolta... Lexie, giusto?". Lei annuì, abozzando un sorriso a labbra chiuse.
Proseguì: "Ok, Lexie. Io sono Matty. Stasera io e i miei amici diamo una festa a casa mia.Ti va di venire, e ovviamente di portare quel piccolo troll della tua amica? Giuro che non mordiamo, a differenza sua, e siamo anche piuttosto simpatici. Almeno, io; per quei due non mi sento di garantire". Finalmente la aveva fatta ridere; si sentiva orgoglioso. Le lanciò uno sguardo speranzoso.
"D'accordo, Matty. Ti prometto che anche Libby è simpatica, solo che deve volerlo, ed è piuttosto impulsiva. Ci saremo". Il ragazzo aveva sorriso, e si era voltato per andare via.
"Matty?" lo richiamò lei. "Non mi hai detto dove abiti" aggiunse arrossendo nuovamente. Improvvisamente le punte delle sue scarpe erano diventate interessantissime.
Matty le scrisse il suo indirizzo sul dorso della mano, facendola ridacchiare per il solletico.
Prima di lasciarlo andare, Lexie ebbe l'inusuale audacia di chiedergli: "Posso sapere che cosa ti ha spinto a volerci rivedere?".
La mano di Matty era corsa rapidamente alla tasca dove teneva la sua preziosa pagina, ma si fermò; non se la sentiva di rivelare subito il suo segreto, e pensava di doverlo fare prima di tutto con la legittima proprietaria del foglio. Così rispose: "Non lo so, il caratterino della tua amica mi ha colpito molto; non sono tanti quelli che riescono a mettermi soggezione".
Si separarono: Matty tornò alla panchina; Lexie, non appena fu fuori dalla sua visuale, si mise a correre a perdifiato, sorridendo da guancia a guancia.

"Giuro che non ti capisco, amico. Spendi un'intera mattinata in un campus alla ricerca di una ragazza, e appena un'altra ti mostra un po' di attenzione ne approfitti per parlarle, farle cambiare colore con la frequenza di un semaforo e poi scappare via? Si può sapere che vi siete detti?" disse George affannato, camminando a fianco dell'amico.
"E sopratutto, perché dopo essertene stato immobile su quella panchina per un'intera mattinata all'improvviso ti stai allenando per la maratona di New York?" gli fece eco Ross; i due, nonostante la lughezza chilometrica delle gambe, faticavano a tenere il passo con il loro basso amico.
Matty sorrise malizioso a entrambi, senza smettere di camminare: "Ogni cosa a suo tempo, ora dobbiamo preoccuparci di organizzare una festa per stasera".
George e Ross si rivolsero l'ennesimo sguardo rassegnato della mattinata, rinunciando a fare altre domande, forse preferendo non sapere.
Matty intanto con la mente galoppava ancora più veloce che con i piedi: "Sarà una serata da ricordare, ne sono sicuro".


F's spot

Ehi! Per farmi perdonare del fatto che sono sparita per più di un mese, ecco qui un altro aggiornamento poco dopo il capitolo precedente, ed è anche bello lungo. Sono felice, perché mi è tornata la voglia di portare avanti questa storia! Fatemi sapere se anche a voi sta piacendo, o anche se non vi sta piacendo, le critiche sono bene accette :) E la festa di Matty, sarà davvero così memorabile? Lo sapremo presto :) Al prossimo capitolo! F.

   
 
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