Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Lunemy    25/02/2017    5 recensioni
«Inuyasha è colpa mia? Qualcuno avrà scoperto il collegamento tra i due mondi per colpa mia, e ora ci spia con i microchip! vi ho messo tutti in pericolo, ti ho messo in pericolo. Alla fine non appartengo a questo mondo... e la mia presenza fa solo danno a voi, a te... sempre problemi ti causo...» mormorò lei, sentendosi in colpa, non si era mai posta il dubbio che qualcuno potesse osservare i suoi movimenti e scoprire qualcosa…che stupida era stata!
«Non dire stupidaggini. Non è colpa tua... Io ringrazio il cielo sempre, perché ho te ogni giorno, al mio fianco. E sarei disposto a rifare la guerra contro Naraku, se fosse necessario, per rimanere insieme. Risolveremo anche questa situazione…» disse guardandola con gli occhi dorati pieni d'amore.
«Tu vali tutte le guerre della mia vita Kagome. Perché tu sei la mia pace.» concluse lui, stringendola forte a se.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Vi chiedo perdono per questo mio mostruoso ritardo! ecco l'ultimo capitolo... fatemi sapere cosa ne pensate! vi lascio alla storia! un bacio!  
 
Lunemy  
 
Capitolo 15
Senza Ombre
 
 
Sango trovò Kagome, Inuyasha, Rin e Sesshomaru vicini al pozzo.
Tutti loro si guardavano increduli.
Sango notò che la sua migliore amica stringeva tra le braccia qualcosa, come una scatolina, ma non ci badò, corse verso di lei e la travolse stringendola a sè felice.
 
«Oh Kagome! sei qui, sei qui! mi sei mancata così tanto! Stai bene?» chiese Sango apprensiva, guardandola. Kagome annuì subito, notando che la sua cara amica aveva il viso sconvolto.
 
Miroku, Shippo e Kohaku si avvicinarono a loro, li abbracciarono e chiesero cosa era successo. Kagome guadò Rin.
 
«Sai abbiamo tanto tempo. Perché non andiamo nella capanna di Kaede e beviamo uno dei suoi infusi benefici? Ne abbiamo proprio bisogno!» disse Rin felice di stringersi a un forte e colorito Sesshomaru: il cambio epocale aveva sortito il suo effetto. Stava alla grande. Sesshomaru accarezzò il viso di Rin, azione che non sfuggi all’occhio geloso di Kohaku, che non disse nulla per non rovinare quell’aria di festa, ma pensò già irritato che dovevano essere messe in chiaro diverse cose… Rin era la sua fidanzata e non accettava certi atteggiamenti.
 
 I quattro tornati dal futuro raccontarono a Kohaku, Sango, Miroku, Shippo e all’anziana Kaede chi era l’artefice di tutti quei problemi con i demoni scimmia e dello sbalzo temporale. Rimasero tutti sbigottiti sentendo dove la follia aveva portato Hojo. Aveva usato il sangue congelato di Kagome per aprire il portale ed era riuscito a impiantare spie microchip per comandare i demoni scimmia. Era un ragazzo spaventosamente geniale. Raccontarono anche della spada di Sesshomaru, spiegando dunque la presenza di lui e del rapimento di Rin e Kagome nel mondo moderno (e il quel punto Kohaku trasalì, guardando preoccupato Rin). Kaede rimase sbigottita per la trasformazione di Kagome, causata dal bambino che aveva in grembo (e che aveva permesso loro di salvarsi).
 
«Deve essere un entità molto potente, se riesce a prendere il sopravvento sul corpo di una sacerdotessa forte come te. Anzi, forse proprio l’unione dei vostri poteri ha creato qualcuno di più potente. Più forte di voi due» disse l’anziana pensando all’insolito evento raccontatogli. Kagome e Inuyasha si guardarono orgogliosi. Il loro piccolo era già un grande!
Presero la tisana rilassante, ma Sesshomaru, già allo stremo della sopportazione, si alzò scocciato senza dir nulla -rifiutando la bevanda- e uscì fuori dalla dimora di Kaede. Odiava quella gente, anche se Rin glieli aveva resi più sopportabili.
Rin sorrise imbarazzata a mò di scusa per il gesto poco educato del marito e lo seguì fuori. Non si rese conto di essere seguita da un sospettoso Kohaku, fino a quando lui, dietro di lei, tossì vistosamente.
 
Rin si fermò di colpo imbarazzata: davanti a sé aveva le spalle di suo marito, dietro Kohaku e a quest’ultimo doveva una spiegazione.
 
«Kohaku…» mormorò Rin vergognandosi, voltandosi verso di lui. «Ti devo una spiegazione… ecco…» si bloccò, non riuscì a terminare.
 
Kohaku la guardava interrogativo e sempre più preoccupato. Cosa era successo? Ma forse, pensò amaramente, quell’atteggiamento affettuoso di Sesshomaru, tra l’altro raro, non era immotivato… ma… no non era possibile… non era lontanamente accettabile! Lui si era innamorato di lei? No! Era impossibile.
 
«Non dirmelo. Non. Dirmelo. Stai zitta.» le disse zittendola, e si rivolse a Sesshomaru. «Tu, bestia che non sei altro, ti avevo detto che l’avrei sposata una volta che tornata qui. E lo farò. Non mi importa se cambi idea come cambi la tua pelliccia, ma lei è mia»
 
Una risata fredda riempì l’aria. Sesshomaru si voltò per degnarlo di uno sguardo sprezzante.
 
«Forse sei tu che non hai capito che la tua fidanzata è ora mia moglie. La mia donna, la mia compagna, la futura madre dei miei figli. È mia. E nessuno potrà mai portarmela mia.» disse lui con occhi gelidi che facevano paura. Continuò: «Essendo Rin la moglie del più grande demone cane, ciò la pone ad un livello sociale superiore a tuo. Dunque nessuno zittisce la mia donna. Ti lascio in vita solo per l’affetto che, mio malgrado, mia moglie ha per te, e per averle salvato la vita tempo fa. Ma non ti perdonerò un'altra villania nei suoi confronti e tanto meno dei miei.» terminò Sesshomaru. Dopo di che spostò lo sguardo su sua moglie, era uno sguardo travolgente e intenso. A cui Rin rispose con un dolce sorriso.
 
Kohaku era sbigottito, arrabbiato, geloso… se l’era sposata? Ma mah… sentiva la rabbia salire quando…
 
«Kohaku» lo richiamò Rin, con voce colpevole. Lui la guardò male, lei continuò: «Probabilmente quello che sto per dire lo trovi stupido e inutile, ma io… davvero ti voglio bene e te ne ho voluto. E ti ringrazio, per tutto quello che hai fatto per me, per essermi stato vicino, e per avermi voluto bene. Ti ringrazio… e capisco se mi mandi a quel paese ora. Capisco la tua rabbia e frustrazione. Ti senti preso in giro, infondo ero la tua fidanzata, e mi ritrovi sposata con un altro… dopo tutto lo sconforto e paura che avrai provato per la mia sorte ignota. Ti chiedo perdono, ma non c’era modo di avvisarti. Ho scelto la gioia della mia vita, spero che un giorno potrai capire e perdonarmi… Ti auguro una vita felice.» disse Rin con voce rotta. Le faceva male dirgli addio. Ma doveva tagliare i ponti con Kohaku, per rispetto a Sesshomaru e per lo sterminatore stesso. Si sarebbe rifatto una vita, ora che aveva tutto chiaro.
 
Kohaku non le rispose. Le diede le spalle per non farle vedere le sue lacrime. L’amava…la voleva… ma non era più sua.
 
«Non posso perdonare il mio assassino. Non adesso.» riuscì a dire cupo lui, scappando veloce verso la foresta lì vicino. Rin spalancò gli occhi spaventata…
 
«Sesshomaru, oddio non farà una stupidata? Non si farà del male?» chiese sgomenta.
 
«No. Ha troppo rispetto per la seconda vita che gli è stata donata.» rispose con sicurezza il demone cane. Rin si tranquillizzò, ma il senso di colpa imperava in lei. L’aveva fatto soffrire. Ma non poteva fare altro…
 
«Anche se non vorrei, so che soffri per lui. Ma stai tranquilla, si riprenderà. Stai parlando di colui che è tornato da una quasi morte, potremmo dire. Se è riuscito a superare quel problema psicologico figurati se non supera un rifiuto in amore.» disse Sesshomaru, consolandola sul suo ex pretendente, suo malgrado. L’amava proprio. Si avvicinò a sua moglie posandole una mano sulla spalla. Rin lo guardò grata, rincuorata in parte, ma…
 
«Problema “psicologico?” Una parola futuristica è fuoriuscita dalla tua bocca?» disse lei ridacchiando leggermente. Il demone cane più potente al mondo che parlava di problemi “psicologi” lì, era proprio strano.
 
Lui alzò gli occhi al cielo.
 
«Vorrei avere un'altra cosa in bocca.» le disse lui improvvisamente serio stringendola a se. «Le tue labbra» sussurrò baciandola con vigore.
 
 
***
 
 
Finito di raccontare la storia ai loro amici, Kagome e Inuyasha andarono nella loro dimora. Kagome era particolarmente stanca, fuggire con un pancione era particolarmente faticoso, e aveva bisogno di riposare, ma prima di farlo -mentre Inuyasha era fuori a procurare la legna per scaldare la casa- posizionò la cornicetta d’argento con l’immagine dei suoi parenti su una mensolina. Prese la scatolina che le aveva consegnato la madre e l’aprì. Vi erano tantissimi medicinali oltre a siringhe, cerotti, garze e disinfettante. Kagome spostò questi e ritrovò un foglio piegato. Lo aprì:
 
Bambina mia,
se leggi queste righe significa che è arrivato il momento di dirci addio in fretta e furia. Sappi che mi mancherai tantissimo, ma vivrò tranquilla sapendoti felice. Ciò che purtroppo non vedrò sarà il visetto del mio nipotino, e questo lo rimpiango. Vorrei tanto aver avuto la possibilità di conoscerlo. Ma il mio periodo temporale non lo permette. Lo amerò lo stesso a distanza di anni e spazio, così come continuerò ad amare te e quell’irruento adorabile di mio genero. Piccola mia, nonno e Sota ti mandano tutto il loro amore e sappi che sostengono la tua scelta. Pregherò sempre per voi.
Vivi felice e senza ripianti.
Ti ameremo per sempre.
Mamma” 
 
Leggendo queste righe Kagome scoppiò a piangere. Versò tantissime lacrime tanto che tornato Inuyasha un’ora dopo -carico di legna in spalla- entrando in casa ne sentì l’odore, nonostante lei avesse fatto di tutto, lavandosi il viso e fingendo allegria, pur di non farglielo notare.
 
«Kagome ti amo, e non ripagherò mai abbastanza il tuo sacrificio» disse lui, facendo cadere a terra la legna e abbracciandola.
 
«Ti amo, ti amo più di tutto e tutti.» rispose lei, felice e angosciata nello stesso tempo.
 
***
 
QUARANT’ANNI DOPO - MONDO MODERNO
 
L’anziana signora Higurashi sistemava le piantine che aveva posizionato nel tempio, che un tempo aveva ospitato il pozzo magico.
Dopo che sua figlia era fuggita alla sua follia, Hojo, non si era dato pace: aveva scavato nel tempio senza sosta per giorni, pur di trovare il passaggio ormai chiuso, fino a quando la signora Higurashi non era riuscita a cacciarlo dalla sua proprietà con l’aiuto di un avvocato, che sotto minaccia di una causa, l’aveva allontanato. La signora Higurashi seppe successivamente che Hojo non si era dato mai pace per aver perso Kagome, creando diversi disagi a lavoro, e che per questo era stato degradato e rinchiuso in una casa di cura psichiatrica.
 
La signora Higurashi guardò all’interno del tempio: ora al suo posto vi era solo terra. La signora Higurashi passava ore in quel posto, soprattutto da quando il nonno era morto e Sota si era sposato. Si sentiva più vicina alla sua amata figlia così. Si chiedeva spesso come stesse, e come era il suo nipotino.
Quella mattina aveva posato gli strumenti da giardinaggio a terra, vicino al luogo in cui sorgeva il pozzo, e nell’andare a riprendere gli strumenti notò una scatola familiare come riemergere dalla terra... ma la riconobbe! era la scatolina dei medicinali che aveva dato a sua figlia quarant’anni fa! Come era possibile? Ma... non è che per caso le era caduta prima di tornare nell’epoca Sengoku, quarant’anni fa? Angosciata la prese lentamente, come le permettevano i suoi ottant’anni. L’aprì sconsolata, sicura di ritrovare ciò che lei stessa aveva messo, quando invece la ritrovò piena di antiche pergamene piegate. Stupita prese queste pergamene e le aprì. Erano… dei disegni ben fatti, raffiguranti prati e… Kagome! la sua bambina in abiti antichi! Aprì le altre pergamene intrepida, ed ecco altre immagini disegnate sempre meglio, Inuyasha in casa decisamente meno giovane da come lo ricordava, vicino al fuoco… riconobbe sullo sfondo del disegno un seggiolino rovinato e sgualcito, ma appartenente al mondo moderno… era quello che aveva comprato lei! Aprì altre pergamene, ed ecco rappresentato un ragazzo bellissimo con gli occhi dorati e capelli bianchi neve, era simile a Inuyasha… ma non lo era… era quindi il suo nipotino? Aprì un'altra pergamena e in questa vi erano cinque persone rappresentate: Inuyasha, Kagome, il suo nipotino… e altri due bambini, simili al primo. Aprì poi l’ultima pergamena che non era un disegno, ma una lettera.
 
Ciao Nonna,
Sono Sota Inoua Taisho, il tuo nipotino.
Se ti è arrivata questa lettera significa che la mia idea era giusta: il pozzo in qualche modo (in modalità minore), funziona ancora, dopo un blocco di qualche anno! Anche se non so perché! I disegni che hai visto, sono tutti ritratti di famiglia realizzati da me. Ho ritrovato per caso la lettera che tu quarant’anni fa scrivesti a mamma, prima che lei si trasferisse qui definitivamente (mi hanno raccontato tutto quello che successe). Mamma e papà stanno bene, papà non fa mancare nulla a mamma e si amano anche troppo! (povere le mie orecchie canine certe notti!) Grazie a lei io e i miei fratelli -si hai avuto due altri nipotini: Inoy e Yashy- sappiamo leggere e scrivere e spesso mamma ci racconta della sua infanzia futuristica. Incredibile!
 
Ho letto nella tua lettera che avresti tanto voluto conoscermi! Ed eccomi nonna, ho quarant’anni, ancora sono molto giovane per il mio stato di mezzodemone, sono come nel periodo dell’adolescenza nella vita umana. Papà ha donato tempo fa, a costo della sua preziosa spada, una vita prolungata a mamma con un particolare e antico incantesimo, in modo che lei avesse una prospettiva di vita demoniaca e non umana, anche se questo ha portato mamma a perdere i suoi poteri. Con l’andare del tempo si è detta contenta di ciò, poiché il potere spirituale richiedeva una grande responsabilità al villaggio. Inoy e Yashy hanno rispettivamente trent’anni e vent’anni. Viviamo vicino al villaggio di zia Sango e zio Miroku. Purtroppo Zio Miroku è morto poco tempo fa di vecchiaia e mamma ne ha sofferto molto, papà anche, ma non l ha fatto notare. La signora Kaede è morta quando io aveva un anno, ne ho solo sentito parlare, ma non ho ricordi di lei naturalmente. Mamma adesso trascorre le giornate creando, con l’aiuto di papà, infusi di erbe mediche e ha creato dei ricettari di questi che consegna a tutti (insegnando a queste persone anche a leggere) perché tutti si devono saper curare, dice! Zio Kohaku non si è mai sposato invece, non ho mai capito perchè, e non è mica brutto! Zio Ghiacciolo Sesshomaru era molto gentile con me e i miei fratelli tempo fa, fino a quando non siamo cresciuti fisicamente. Dice che ora assomigliamo troppo a papà e non gli siamo più simpatici.  Sua moglie, Zia Rin, ora aspetta un quinto bambino! Avremo un altro cuginetto. Zio Sesshomaru per donare la vita demoniaca a Zia Rin ha sacrificato un suo braccio. Anche se non ho capito bene perché proprio il braccio. Zio Shippo lo vedo ogni tanto, vive nella tribù dei demoni volpe ed è tanto simpatico!
Nonna io non ho detto nulla a mamma di questo mio tentativo di mandati una lettera, per paura che non andasse a buon fine e la illudessi.
Sappi che ti pensa spesso, e abbraccia la vostra foto. Lo so che porto il nome di mio Zio umano Sota, salutamelo e spero che sia bello come me! Nonostante non ti conosco nonna, sappi che ti voglio bene e te ne vogliono anche i miei fratelli, questo grazie ai racconti di mamma e papà che non hanno mai smesso di amarti e raccontarti.
Il tuo nipotino
 
Sota”
 
 
La signora Higurashi commossa, strinse a sé incredula quella preziosa lettera. La sua bambina era felice, avrebbe vissuto a lungo e i suoi nipoti la amavano, pur non conoscendola. Sorrise, uscendo dal tempio, felice di avere quei ritratti. Li avrebbe incorniciarti e appesi vicino alle foto dei suoi altri due nipotini, i figli di Sota. 
   
 
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