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Autore: killian44peeta    25/02/2017    0 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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*N.d.a : é consigliato l'ascolto di una canzone chiamata :-End of me- degli Ashes Remain ... questo capitolo è il sogno/ricordo di Guy ...

Guy

Era una giornata di sole, gli uccelli cantavano vivaci e cinguettavano tra gli alberi.

Una giornata serena, del tipo che se ne vedono poche in inverno, così poche che ti dovresti sentire felice sapendo di aver la stupenda occasione di poterla trascorrere all' aria aperta.

Ma non tanto per me, che andavo alla ricerca di un futuro migliore.

Molte volte mi trovavo a chiedermi se stessi facendo la cosa giusta e anche se mi dicevo di sí, non ne ero mai del tutto certo.

Mi sentivo più in pace con me stesso ma non riuscivo a non ricadere in lunghe riflessioni senza fine.

Mancavano tre giorni di cammino per raggiungere la città di Brooks, poi avrei superato altre città, come Syon, piú ad est e avrei proceduto fino alla Montagna Sul Lago.

Dovevo arrivarci, avevo solo quello scopo, mi ero odiato abbastanza ed ero stufo, per una volta nella mia esistenza avrei cambiato tutto.

Era stato fin troppo subire gli sguardi accusatori dei miei genitori, era stato fin troppo non essere in grado di far prevalere la calma sul mio potere.

Troppo.

Quel che volevo ora, mi spingeva a tentare a tutti i costi.

Il fatto che stessi cercando di arrivare ad una meta, mi aveva allontanato dalla miseria dei miei parenti, più avrei avanzato e meglio era.

Sentivo le gocce di rugiada scendere dalle foglie e la luce del sole irradiare, brillando, facendo risplendere ogni cosa di surrealitá.

Questa era la vera bellezza...

Abbassai lo sguardo e scalciai, tranciando una radice in due.

Le erbacce strusciavano contro le mie caviglie, alcune di esse me le graffiavano, ma non ci facevo particolarmente caso, a meno che non ci fosse un qualche serpente velenoso non c'era alcun pericolo.

In questo fatto stavo piuttosto attento e, odiando i serpenti, facevo anche a meno di trovarmene uno davanti.

Velocizzai il passo, superando felci e arbusti.

Il mio cammino era durato molto tempo e con esso avevo sviluppato una particolare resistenza , mi si erano formati muscoli ben scolpiti, mi erano cresciuti i capelli, soprattutto nella frangia e mi ero alzato di parecchi centimetri.

Ogni giorno di più mi rendevo conto di come fosse strano non andare più dentro al granaio di famiglia, dove mi nascondevo per ore e ore, spostando fieno e pulendo le stalle, per poi salire le scale e guardarmi nello specchio al piano di sopra per cercare di notare qualche cambiamento.

Non ne avevo più bisogno adesso e quando cambiavo in qualcosa, non provavo piú quel sentimento di pura felicità e desiderio, che proveniva dalla speranza di vedere i miei almeno un po' soddisfatti dei miei cambiamenti, cosa che ovviamente non capitava mai, ma solo disorientamento.

Non avevo bisogno neppure di fare colazione e dormivo tranquillamente sui robusti rami degli alberi, per evitare i predatori e per essere sempre all' erta.

Mi ricordavo ben poco come fosse fatto un letto.

Continuai a camminare per molto tempo, finché, arrivato ad un salice piangente, decisi di fermarmi per riposare almeno un po', giusto il necessario per rimettermi in marcia appena mi fossi svegliato.

Passai lentamente sotto l' albero, osservando le sparse dita smeraldine che si abbassavano a cupola, facendo filtrare a sprazzi la luce del pomeriggio.

Rimasi sotto l' albero fino al mattino, cosa che riuscii a capire dal sole che faceva capolino tra le candide nuvole.

Quando ripresi il cammino, decisi di non fermarmi fino alla sera dopo, la pausa mi aveva restituito tutte le energie e potevo benissimo avanzare mangiando una parte delle provviste.

In parte avevo il corpo rattoppato e dolorante, dopo qualche attimo di fatica, camminai veloce e disinvolto, con l' intorpidimento che svaniva man mano.

Procedetti veloce e senza tregua, superando sentieri e pericoli vari.

Arrivata l' alba del giorno seguente, camminai il piú possibile, poi mi rifugiai su un albero particolarmente alto per riposarmi.

Ripartii verso mezzogiorno, dopo aver abbattuto una lepre e averla cotta e mangiata.

Ormai ero quasi giunto a Brooks...

Camminai ancora, con passo veloce e regolare, che procedeva quasi al ritmo del mio respiro.

Marciai a lungo anche il giorno dopo e quando fui alle porte di quell'enorme città, fui decisamente sollevato.

Avrei potuto osservare un altra città e allontanarmi ancora di piú da casa mia.

La città di Brooks era gremita di persone che, almeno all' apparenza, sembravano felici, allegre, gioiose, molte di esse che attraversavano le strade sorridendo e con aria spensierata parlavano del piú e del meno.

Mi tirai indietro il cappuccio e mi ordinai i capelli, mi erano finiti tutti in faccia e ostinatamente continuavano a voler sfuggire all' ordine.

Maldestramente, mentre camminavo, una ragazza mi venne addosso di corsa, facendomi cadere all' indietro.

La vidi un solo secondo prima che se ne ripartisse di corsa verso chissà dove.

Aveva i capelli azzurri mossi e occhi argentati, i suoi lineamenti erano lisci e la bocca era dello stesso colore di un bocciolo di rosa.

Indossava una maglia a maniche corte, bianca, con dei ricami verso l' ombelico, dei jeans blu sbiaditi e una borsa altrettanto blu appoggiata alla sua spalla.

Mi indignai particolarmente quando sparí senza scusarsi minimamente.

Che razza di comportamento era? Se n'era andata dopo avermi letteralmente ribaltato, mi era andata addosso e poi si era pure comportata da insolente.

Sbuffai e ricominciai ad avanzare, non c'era bisogno di abbassarsi al punto di obbligare le scuse e di andarla a cercare per farle una ramanzina.

Sarebbe stato da stupido e il mio Io interiore non si lasciava prendere troppo da certe stupidaggini, certo, se avessi voluto ci avrei messo veramente poco a farla mettere in ginocchio per chiedere perdono, ma era successo parecchie vite precedenti, quando non ero... me, quando ero il Buio e basta.

Non mi fregava di quella ragazzina, prima o poi avrebbe imparato la lezione da qualcun'altro e non volevo comportarmi da maestro schiavizzatore, non era nei miei attuali interessi, volevo solo superare la città di Syon e raggiungere la Montagna Sul Lago.

Era quello l' importante, il resto era secondario...

O almeno... quasi tutto il resto.

Ad un tratto, dopo essere ripartito e aver girato un po' qui e la per Brooks, studiando bene i dettagli che mi forniva ogni nuova strada, udii un urlo straziante che risuonó tra le pareti come un profondo rimbombo.

L' urlo mi fece impallidire.

Mi girai verso la direzione da cui mi era sembrato provenisse e mi venne un flash back di quando avevo aiutato la ragazza dai capelli marroni che stava venendo maltrattata.

"Non posso aiutare tutti..." pensai tra me e me prima che, seguita da un altro urlo che ghiacciava il sangue nelle vene, cambiassi completamente idea al riguardo e mi fiondassi verso dove proveniva il grido prolungato della ragazza.

Corsi per quelle che mi parvero ore, mentre cercavo la vera direzione e intanto la ragazza dai capelli marroni tornava e tornava ancora, mostrandosi come se fosse sprazzi di un tempo immemore.

Quando raggiunsi chi urlava ci rimasi spiazzato, era l'insolente giovane che mi era andata addosso di corsa senza neppure scusarsi... e intorno a lei c'erano dei Demoni.

Tutto ció non aveva un minimo di senso, perché una semplice umana era riuscita ad attirare l' attenzione di delle creature che cercavano magia ?

Per un attimo dubitai che fosse veramente umana, poi decisi di non pensarci.

Erano tutti in cerchio intorno alla ragazza.

Attivai il mio potere e in pochissimo tempo formai una freccia e un arco fatto di Buio.

Tirai e centrai in pieno uno dei Demoni, attirando perlopiù l' attenzione degli altri che si voltarono immediatamente.

Erano otto... o sette, visto che quello che avevo appena centrato era scoppiato come un vero e proprio palloncino, lasciando solo una nuvola nera che si sollevava sempre piú verso il cielo.

I sette Demoni mollarono la giovane e iniziarono ad avvicinarsi a me, parlando ogni tanto, sottovoce, dicendo parole cariche di ripudio, odio e disprezzo.

Creando un'altra freccia e prendendo bene la mira ne colpii un secondo.

Prendevo tempo, cercavo di capire se la ragazza stesse bene e se le energie mi permettessero di utilizzare la nebbia oscura.

Non volevo rischiare di perdere completamente le forze, se c'erano altri Demoni, sarei stato troppo stanco per batterli.

Feci un conto veloce, se utilizzavo i fulmini di buio me ne bastavano tre e non avrei sprecato alcuna energia, né avrei avuto bisogno di riposo.

"Meglio così " mi convinsi

Richiamai il mio potere, ormai lo sentivo nei fori della pelle a forza di usarlo.

Era come se ne fossi avvolto, ogni parte di me mostrava il possesso dell' Elemento in modo totale e soprattutto completo.

Scaricai un fulmine sui due demoni che mi si stavano per buttare addosso e appena vennero colpiti udii lo sfrigolio della loro essenza e la completa distruzione delle loro particelle.

Feci una veloce piroetta e ne lanciai subito un altro.

Di avversari me ne rimanevano due... solo due.

Ma entrambi erano addosso alla ragazza, uno la prendeva per un braccio e l' altro per il secondo, tenendone con la mano libera la mascella e il collo affusolato della giovane che si divincolava, gli occhi sbarrati e una paura feroce che la attanagliava.

Sentivo, concentrandomi per bene, le tenebre annidate nella sua mente, che la rendevano cieca davanti ad ogni tentativo di ragionamento.

-E ora ? Cosa credi di fare ?- disse con voce sibilante uno dei due demoni, dalla pelle color porpora e dagli occhi felini di un verde acceso, le cui ossa erano sporgenti in un tal modo che riuscivo persino a contarle.

-Se colpisci noi, uccidi lei- continuó l' altro.

Il secondo demone era altrettanto orribile, la pelle di un grigio scuro simile al colore di un masso, gli occhi cerchiati di nero con delle "x" sulle palpebre che sembravano cicatrizzate.

La ragazza riprese a divincolarsi, ma nulla poteva contro quei due, forti e robusti com'erano.

Continuai a richiamare il mio potere, lo sentivo percorrermi le vene, attraversando ogni singola parte del mio corpo, quasi fosse sangue.

Vibrava sotto la mia pelle, mi scorreva come linfa dentro ai capelli, mi oscurava la mente e gli occhi solo per poter scendere e salire a suo piacimento.

Non sapevo bene cosa fare, se non avesse funzionato il mio piano, probabilmente sarebbe morta.

Aspettai, in silenzio, non staccando lo sguardo dai due e dalla ragazza, poi, improvvisamente, fermai il mio potere, impedendogli di muoversi ancora.

-Bravo ragazzo, così ragioni- disse quello con la voce sibilante e dalle ossa sporgenti

Rimanemmo a fissarci per un po', anche loro parevano non sapere bene come sbloccare quella situazione di stallo, non volevano morire ma non volevano nemmeno lasciarsi scappare una preda che fino a poco prima avevano avuto tutta per loro.

E poi adesso c'ero pure io.

In me scorreva la forza dell' Elemento del Buio, non si sarebbero persi l' occasione di averlo.

Avrebbero tirato fuori un qualche piano, non del tutto ben architettato, probabilmente per ricatturare lei e stendermi, così d'avere entrambi.

-Se ci lasci andare vivi... non le faremo nulla di male-

Feci finta di pensarci su, ma in realtà non avevo alcuna intenzione di farmi abbindolare così facilmente, né volevo lasciare in vita quegli esseri per fare in modo che si preparassero meglio per un nuovo attacco.

-D'accordo- dissi

Quello dallo stesso colore dei sassi sorrise, un sorriso in cui lessi una finta tranquillità e un altrettanto finto tentativo di resa, poi egli si allontanó dalla ragazza.

Io tenevo d'occhio lui e lui me, seguivo ogni suo passo, ogni movimento e soprattutto, ogni sua espressione.

Anche l' altro Demone si distaccó e mentre camminavano al rallentatore, circumnavigandomi attorno, sentii come se ci fosse un orologio che scandiva i secondi che passavano.

Nella mia testa sentivo il ripetersi del 'tic toc' che batteva e in sottofondo la conta, i numeri che si susseguivano ad una lentezza frustrante.

"Tre..."

Un Demone, giunto all' uscita, cambió espressione, mutandola da normale ad una maliziosa cattiveria piena di odio e una sadica felicità.

"Due..."

L' altro cambió posizione, quasi fosse pronto a balzare

"Uno..."

Entrambi partirono all' attacco.

"Ora !"

Loro si buttarono contro di me, ma prima che mi raggiungessero, vennero colpiti contemporaneamente da una freccia.

Una freccia di buio scoccata da una mia copia fatta di oscurità, dietro la ragazza, che sembrava perfino più sorpresa delle facce smorte e distanti.

La stessa distanza che avevano i prossimi alla morte.

I due Demoni si trasformarono nelle ennesime nuvolette di fumo.

Tutto tacque mentre il resto del vapore si dissolveva, insieme alla copia di me stesso che si sciolse come cera e che passó sottoterra senza fare alcun buco, la attraversó come acqua, fino a sparire completamente dalla mia vista e andando fino alle profondità.

-Come hai fatto? Quando hai fatto la copia ?- chiese la giovane in un sussurro che aveva del tremolante.

-Ho fatto in modo che il mio potere mi attraversasse tutto il corpo, per trasportarne la forma e le capacità, poi l' ho lasciato andare tutto, così che potesse essere autonoma e in grado di prendere bene la mira, infine gli ho ordinato di colpire mantenendo una buona concentrazione- spiegai tranquillamente, prima di immobilizzarmi e rendermi conto di cosa avevo detto.

-No, aspetta...- sembró piú confusa di prima -Potere ?-

Avevo come parlato arabo per lei, anzi, se avessi conversato ad un muro dicendo quello che le avevo detto forse mi avrebbe capito di piú, non sapeva niente e io ero arrivato a dire una cosa simile proprio a lei !

A lei ! Lei che mi aveva buttato a terra di corsa e a cui certe cose non dovevano interessarle.

"Che idiota" mi dissi tra me e me, facendo uno sbuffo.

Sospirai e mi girai di scatto, iniziando a camminare.

Dopo essere avanzato di poco, sentii due braccia che mi si attaccavano al gomito, cosa che mi fece prendere un colpo.

Stavo per riattivare il mio potere quando notai che era la ragazza.

-Non puoi andartene !- disse, l' espressione disperata

-Sí che posso ! Perché non dovrei ?- domandai, fissandola in quegli occhi argentati che luccicavano appena

-Perché mi hai salvato !-

-Non é una motivazione!-sbottai

-Perché hanno tentato di uccidermi ?- cambió domanda all' improvviso

-E che ne so !-

-Devi saperlo. Mi hai salvata, no ?- ripeté, cosa che mi diede leggermente sui nervi

-Sí ma, scusa, non ne so il motivo, non so né chi sei né perché ti abbiano attaccato dei Demoni-

-Mi chiamo Silver, abito qui, ho quattordici anni, il mio colore preferito é il verde acqua, i miei sono entrambi in carcere per furto con scasso. Ecco. Ora mi conosci.-

Rimasi a bocca aperta dalla tranquillità con cui mi aveva detto tutto ciò-Ma che...? Senti, io sto cercando di andare in un posto particolare e non voglio alcun inutile presenza tra i piedi, mi saresti solo di intralcio-

-Ma io ? Se mi attaccano di nuovo ? E dove devi andare ?-

-Dove vado io sono affari miei, per il resto non so cosa dirti, qualunque cosa ma non seguirmi-

-Allora ti seguiró- ribatté lei

-Cosa ? No ! Stai scherzando per caso ? Mi hai ascoltato almeno? Ti ho detto che non voglio nessuno tra i piedi-

Me la scrollai di dosso e ripresi a camminare, velocizzando il passo, facendo la strada che avevo fatto per arrivare.

Quando mi girai, lei era ancora dietro di me e mi seguiva, sorridente.

-Vattene, non sei desiderata-

-E quindi? Io di certo non me ne andró, non ti staró tra i piedi, mi comporteró bene e saró una buona compagna di viaggio, per favore...-

-No!-

-Dai!-

Continuavo a camminare, cercando di scacciarla, senza riuscire minimamente, cosa che mi frustrò talmente tanto da farmi disperare.

-Smettila-

-No-

-Sí-

-No-

-Insomma!-

-Ti dico di no!-

-Perché?!-

-Perché no!-

-Per favore!-

-Mmmh.. no-

-Smettila-di-seguirmi!- dissi scorbuticamente, arrivando verso l' uscita della città

-Mi hai appena salvata, perché dovrei smettere?- ribatté Silver

-Non ho tempo di farti da badante, vai da qualcun'altro-

-E chi ?-

-Non so, uno sciamano, un mago, un arcangelo, hai una grande quantità di scelta-sbottai indispettito

Si era intestardita e non voleva decidersi a lasciarmi perdere, per quello che dovevo fare non avevo bisogno di una ragazzina che appena avesse scoperto la mia meta e il mio scopo, mi guardasse male quasi fossi un mostro.

E forse lo ero, un mostro.

-Ma non so dove trovarli!-controbatté disperata

Che dovevo fare ? In effetti in parte aveva ragione, dei Demoni potevano tentare di riattaccarla di nuovo in un batter di ciglia e stavolta riuscire nel loro intento, qualunque esso fosse.

Non potevo lasciarla da sola, ma non potevo sopportare il disprezzo di qualcun'altro,ancora una volta.

Nei miei quattordici anni non avevo avuto altro che odio e di odio io non ne volevo più sapere.

Se me ne fossi andato da solo non avrei avuto problemi.

E invece ora, questa qui mi stava facendo venire fin troppi dubbi.

Cercai di risolvere la situazione a modo mio, pensando a tutte le soluzioni possibili.

Non me ne venne in mente alcuna.

-Uffa, va bene, puoi seguirmi, ma sappi che ti sgancio al primo pub che incontriamo-

Avrei pensato a come risolvere questa "cosa" in modo definito.

Sapevo che accettando, probabilmente, avevo fatto una cosa giusta, ma in fondo in fondo l' idea di abbandonarla ad un pub con un qualsiasi mago o arcangelo non era male.

"Sí, questa forse é la soluzione, e forse si risolverá finalmente tutto..."

-Non ce n'é bisogno- un uomo si fece avanti, seguito da un ragazzo e da una ragazza.

L' uomo aveva i capelli verdi e gli occhi arancioni.

Il ragazzo dietro di lui li aveva rossi, gli occhi di un color smeraldo.

La ragazza invece...

Era tutta un altra storia.

I capelli bianchi, lunghi, le scivolavano giú per la schiena con una delicatezza che potevano parere seta.

Il suo viso era incorniciato da una frangia che era lasciata cadere di lato con un che di studiato e curato.

Le sue labbra erano vive, di un rosa tenue delicato e acceso nello stesso momento.

Aveva due occhi magnifici, ipnotici, tra viola e azzurro, probabilmente indaco,che erano fissi nei miei con una determinazione mai vista da parte di una qualsiasi ragazza e il fatto era che non riuscivo a distaccarmi da essi.

I nostri sguardi erano come incatenati, ma la prima a mollare fu lei, gli occhi che le si spostarono, fugaci e rapidi.

Era come se la purezza fosse stata messa sulla terra.

E sentivo dentro al petto il rumore sordo del mio cuore che sbalzava e batteva talmente tanto forte da farmelo percepire nella gola.

Cercai di continuare a respirare nonostante lei riuscisse a mozzarmi il fiato.

"...O forse peggioreranno solo le cose"

 

  
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