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Autore: kiss the night    26/02/2017    1 recensioni
Rin continua i suoi allenamenti in Australia, sperando di poter partecipare alle Olimpiadi che in quell'anno si terranno in Giappone. Per fare questo è stato costretto a raffreddare i rapporti con gli amici di sempre, compreso Haru.
Ricevuta la fatidica chiamata, il ragazzo si reca di corsa a Tokyo dove scopre che le cose sono parecchio cambiate rispetto a come si ricordava.
Pairing principale- HaruRin
Genere: Angst, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Haru era lì, davanti ai suoi occhi, nella sala dove si stava ritrovando la nazionale di nuoto... perché?
Rin era conscio di conoscere la risposta a quel quesito, ma era talmente stranito da ciò che faticò ad uscire dalla bolla di stupore che si era creato e gli occhi dell'altro, che continuavano a fissarlo, non erano assolutamente d'aiuto.
Si riscosse solo nel momento in cui sentì una voce chiamare il suo nome. Ren, che stava di fianco a lui, cercava di attirare la sua attenzione, lo sguardo stranito di uno che non riesce ad afferrare la situazione.

 

“Matsuoka, va tutto bene?”

 

“Sì... credo di sì.”

 

Una volta tornato alla realtà, cercò di capire ciò che il dirigente stava dicendo ad Haru, ma parlava a voce troppo bassa perché riuscisse a sentirlo, così concentrò nuovamente la sua attenzione sull'altro ragazzo. Non era minimamente cambiato, neanche nell'atteggiamento visto che fissava l'uomo come se fosse arrivato da chissà quale pianeta, lo stesso sguardo che indirizzava a tutti. Solo in pochi potevano dire di aver visto Haru con uno sguardo diverso da quello freddo e inanimato, forse solo lui e gli altri ragazzi della Iwatobi. Non era una persona facile da capire, molto spesso sembrava non provare nessun tipo di emozione positiva, ma Rin sapeva che Haru era esattamente l'opposto; dietro quello sguardo freddo e distaccato si nascondeva un animo sensibile e ardente.
Ad interrompere il nuovo fiume di pensieri che riempiva la sua testa ci pensò il signor Tanaka che, distolto l'attenzione da Haru, stava parlando con loro.

 

“Ragazzi, abbiamo finalmente con noi l'ultimo componente della squadra maschile. Con somma gioia vi presento il nostro nuovo acquisto, anche lui alla sua prima esperienza in nazionale, Nanase Haruka, 20 anni e uno dei migliori nuotatori di stile libero di tutto il paese.”

 

Nonostante lo avesse immaginato, per Rin quella fu la conferma; lui e Haru erano nuovamente nella stessa squadra. Era entusiasta di questa notizia e non poté fare a meno di sorridere, percorrendo l'intera stanza con lo sguardo nella speranza di attirare l'attenzione di Haru, che sembrava fare il possibile per evitarlo.
Il signor Tanaka, però, interruppe i suoi tentativi.

 

“Bene, visto che siamo tutti, credo sia arrivato il momento di cominciare questa riunione. Sedetevi pure dove volete.”

 

Rin inconsciamente, cercò di avvicinarsi il più possibile ad Haru, ma questo sembrò intuire le sue intenzione e si sedette vicino a Tanaka, dall'altro lato della stanza, mentre lui fu avvicinato da Ren che gli fece segno di andare vicino a lui.
Nonostante fosse un po' preoccupato dal comportamento di Haru decise non pensarci e di dedicarsi completamente alla riunione, conscio che dopo ci sarebbe stata sicuramente l'occasione di parlare con lui... e anche se non ci fosse stata avrebbe fatto in modo di ottenere la sua attenzione.

Lanciò quindi un ultimo sguardo in direzione di Haru; notò che finalmente il ragazzo lo stava fissando a suo volta e, anche se per pochi secondi, poté tuffarsi nuovamente in quegli occhi azzurri come l'acqua, che però non erano più caldi come due anni prima ma, anzi, erano tornati ad essere glaciali come quando erano bambini. Un brivido percorse la sua schiena fino a che Haru non distolse lo sguardo, concentratosi sulle parole del loro dirigente. Anche Rin si costrinse, alla fine, a fare lo stesso, nonostante una brutta sensazione gli attanagliasse la gola.

 

******

 

La riunione passò veloce. Vennero date solo delle prime indicazioni su come e quando si sarebbero svolti i primi allenamenti in preparazione alle vere e proprie gare di qualificazione, che sarebbero durati circa due mesi. Rin scoprì proprio lì che questi non si sarebbero tenuti a Tokyo, come aveva immaginato, ma in una piccola cittadina nell' Okkaido, una zona adattata appositamente dalla federazione per la preparazione di gare internazionali. Sarebbero partiti tutti il mese successivo e dovevano sbrigare i vari impegni in quel frangente di tempo, in modo da potersi concertare completamente sugli allenamenti.

Terminata la riunione tutti si alzarono, salutandosi velocemente, consapevoli che si sarebbero dovuti rivedere una settimana prima della partenza per un breve incontro, in cui sarebbero state date tutte le informazione su i mesi futuri.
Rin, che fino quel momento aveva deciso di evitare qualsisia contatto anche solo visivo con Haru per non rischiare di distarsi, rivolse verso di lui la sua attenzione nella speranza di poterci parlare.
Il ragazzo però era già alla porta e sembrava non vedesse l'ora di andarsene; aveva salutato velocemente gli altri e si era diretto con grandi falcate verso la porta senza degnarlo di uno sguardo e, nonostante Rin si sentisse ferito da questo gesto, cercò di imitarlo scusandosi per la fretta, inventandosi un appuntamento che non aveva. Voleva raggiungere Haru prima che sparisse dall'edificio, aveva bisogno di capire a cosa fosse dovuto quel comportamento, essendo arrivato alla conclusione che anche le telefonate che gli aveva fatto erano state evitate di proposito.

Corse fuori dalla stanza ma Haru non era più nel corridoio, quindi si diresse velocemente verso l'ascensore, riuscendo a bloccare con un piede le porte che si stavano chiudendo. Anche se per un attimo il ragazzo sperava di trovarsi davanti Haruka, dovette scontrarsi presto con la realtà; infatti dentro quell'ascensore c'erano solo due distinti signori che lo salutarono con gentilezza, dell'altro nessuna traccia. Un po' sconfortato Rin passo quel minuto, che per lui sembrava infinito, a sperare che Haru fosse ancora nella struttura; aveva la necessità di parlare con lui non solo per capire cosa fosse successo, infatti gli anni passati lontani gli erano ripiombati addosso come macigni. Aveva sempre saputo che fra tutti gli amici lui era quello a cui pensava di più quando era in Australia, quello di cui parlava continuamente tanto che Michael diceva di conoscerlo perfettamente senza averlo mai incontrato, ma vederselo davanti aveva sbloccato qualcos'altro. Era stato stupido a tagliarlo fuori così, lui aveva bisogno di Haru, voleva nuotare ancora con lui e in quei pochi attimi in cui i loro sguardi si erano incontrati in quella stanza, aveva avuto la sensazione che per l'altro non fosse più così.
Non appena le porte dell'ascensore si aprirono, Rin scattò velocemente, dirigendosi vero la porta della struttura, guardandosi in torno per vedere se Haru fosse ancora lì dentro, ma di lui nessuna traccia. Un brivido gli percorse la schiena non appena ebbe contatto con l'aria fresca di Tokyo in primavera; si rese conto solo in quel momento che con tutto il trambusto si era dimenticato la giacca nel salone; si dette mentalmente dell'idiota ma sapeva che prima di risalire doveva assolutamente trovarlo. Si fermò sul marciapiede e voltandosi verso la zona dei taxi, lo vide fermo, vicino alla strada mentre uno dei veicoli si stava avvicinando al ragazzo.

Rin scattò subito; doveva fermarlo prima che salisse sull'auto, immaginava che Haru avrebbe continuato a ignorare le sue chiamate e non poteva aspettare ancora per capire cosa gli fosse successo, per quale motivo i muri che con tanta fatica avevano abbattuto, adesso sembravano tornati più forti che mai, tanto da aver allontanato anche Makoto.
Corse a perdifiato, fino ad arrivare a un paio di metri di distanza per poi richiamare la sua attenzione.

 

“Haru... Haru aspetta!”

 

Haruka si voltò nella sua direzione, i loro occhi si incatenarono di nuovo e Rin potette scorgerci dentro sorpresa e agitazione. Tutto durò poco perché, dopo un primo momento, l'altro assunse la sua solita aria indifferente, quella che per anni l'aveva fatto disperare.

 

“Haru, te ne stavi davvero andando via senza salutarmi?”

 

Il ragazzo non rispose, ma non smise di fissarlo fino a quando Rin non decise di avvicinarsi di più, solo in quel moneto abbasso la testa, borbottando qualcosa che l'altro non riuscì a capire.
Nonostante la spavalderia che aveva dimostrato fino a quel momento, quando si trovò l'altro a poco più di un metro, Rin non sapeva più che dire; Haru continuava a guardare la strada, ignorandolo completamente. Perché si comportava così? Sembrava arrabbiato e non riusciva a capire cosa lo avesse indispettito così tanto. Ok, si era fatto sentire poco, ma neanche lui lo aveva cercato più di tanto, sopratutto nell'ultimo anno...

 

“Perché?”

 

Rin lo sussurrò appena, doveva essere un pensiero ma, a quanto pare, non era riuscito a trattenersi. Sperò che non lo avesse sentito, ma lo sguardo freddo di Haru che si era nuovamente incatenato al suo, non gli fece avere dubbi. Nei suoi occhi adesso però c'era una scintilla strana, che gli ricordò il loro litigio ai regionali di tre anni fa, la prima volta in cui lo aveva visto veramente arrabbiato.
Con un gesto della mano fece capire al tassista di aspettare e si avvio verso Rin.

 

“Ciao.”

 

Si era avvicinato molto, ma invece di guardarlo in faccia stava fissando il marciapiede. Fu Rin a prendere la parola, notando che Haru non sembrava intenzionato a dire altro.


“Haru, non immagini quanto sia stato felice di rivederti proprio qui. Ho cercato di chiamarti appena ho saputo la notizia ma tu non hai mai risposto. Ci tenevo a fartelo sapere... ma non mi sarei mai aspettato di trovarti...”

 

“Chi mai si sarebbe immaginato che entrassi in nazionale in così poco tempo, vero?”

 

Rin rimase a bocca aperta, con la frase a metà. Adesso Haru lo stava guardando e anche se aveva parlato in modo calmo, nel suo sguardo c'era rabbia. Cercò di rispondere, senza far percepire all'altro il suo sgomento.

 

“Ma no... Haru non volevo certo dire quello! Sai... che ti ho sempre ammirato e ti ho sempre spronato proprio perché sapevo che appartenevi a questo mondo, hai frainteso le mie parole.”

 

“In ogni caso non devi scusarti... e mi spiace se non ti ho risposto, ma sai anche tu che non sono mai stato un grande fan dei telefonini, infatti me lo sono dimenticato ad Osaka.”

 

Haru era sempre stato bravo a nascondere le cose, ma non lo era altrettanto nel mentire. Rin fece finta di niente, evitando di concentrarsi su quella chiara bugia e sull'atteggiamento pacato che, era sicuro, celasse qualcosa di completamente diverso.

 

“Oh, già avrei dovuto immaginarmelo... tu e la tecnologia non siete mi andati d'accordo. Allora è vero che adesso abiti ad Osaka, Gou mi aveva accennato qualcosa.”

 

Haru era tornato a fissare il taxi che lo stava aspettando, facendo chiaramente intendere all'altro che aveva fretta. Nonostante questo gli rispose.

 

“Sì, adesso vivo lì e nuoto in un buon club.”

 

“Con il tuo talento non poteva andare diversamente... nuoti sempre e solo “free” ?”

 

Torno a fissarlo per un secondo, adesso quella mal celata rabbia non era più così nascosta, cosa che fece indietreggiare Rin, senza che ne capisse il motivo. Haru non disse una parola, fino a che non si incamminò verso il taxi, rispondendo qualcosa di incomprensibile, seguito poi da un borbottio.

 

“Sono in ritardo, devo vedermi con Makoto.”

 

“Haru aspetta!”

 

Haruka salì quindi sul taxi senza neanche voltarsi, lasciando un pietrificato Rin, che fissava l'auto andare via con troppi pensieri per la testa che avevano solo il risultato di confonderlo ancora di più.

Rimase immobile per dei minuti che sembravano ore, con il cervello in continuo movimento per cercare di dare una spiegazione a tutta quella situazione, compresa l'assurda conversazione di poco prima.
Haru non era un tipo di molte parole, quello era chiaro, ma nel suo sguardo c'era rabbia e Rin non riusciva a capirne il motivo,in più le sue risposte sembravano completamente fuori contesto e se ce l'avevano erano fuori dalla sua comprensione.

I suoi pensierini furono interrotti da una voce che lo stava chiamando. Con estrema lentezza si volto, in direzione della voce e vide Ren corrergli incontro.

 

“Matsuoka! Per fortuna sei sempre qui, ti sei dimenticato la giacca.”

 

Il ragazzo aveva il fiatone e nella mano destra stringeva la sua giacca; beh, per fortuna qualcuno era più attento di lui. Sorrise a Ren e lo ringraziò.

 

“Grazie mille, non mi ero proprio accorto di essere uscito senza.”

 

“Figurati, non è nulla. Sei uscito così di corsa dalla stanza che pensavo di non riuscire a restituirtela in tempo. Va tutto bene?”

 

Il giovane lo stava guardando con aria sorpresa, ripensandoci per tutti doveva essere stata una scena strana, vederlo scappare di corsa senza un apparente motivo. Bene, cominciare con una figura di merda era esattamente ciò che voleva

 

“Sì, tranquillo, era solo che volevo... parlare con...”

 

“Haruka Nanase? Lo immaginavo visto che gli sei corso dietro. Per caso vi conoscete? Se non mi sbaglio lui nuota per un club di Osaka.”

 

Rin sbuffò. Non aveva molta voglia di parlare di Haru con una persona che, per quanto gli fosse simpatica, conosceva appena. Però si era praticamente fregato con le sue mani.

 

“Abitavamo nella stessa città e nuotavamo insieme da ragazzi... si può dire che siamo amici, ma era un po' che non ci vedevamo. Non sapevo che sarebbe stato qui.”

 

Sapeva perfettamente di aver celato diverse verità e sminuito molto il loro rapporto, ma non gli sembrava il momento di essere troppo preciso, per adesso era più che sufficiente. Ren, però doveva aver percepito nel suo tono un po' di nervosismo, decidendo quindi di non insistere troppo.

 

“Oh, fantastico... credo. Beh, io adesso vado, ci vediamo.”

 

Il ragazzo diede la giacca al proprietario e corse via. Rin lo salutò, senza capire troppo la sua reazione. Probabilmente si era spaventato per l'espressione dura e scostante che aveva assunto dopo lo scambio di battute con Haruka, ma non poteva farci molto; quando era agitato o nervoso la parte arrogante prendeva il sopravvento proprio come quando era adolescente, anche se non era sua intenzione mostrarla.

In pochi secondi prese due decisioni importanti; tiro fuori dalla tasca dei jeans il cellulare e inviò un a mail a Makoto, aveva bisogno di sapere se quell'appuntamento fosse vero o solo un invenzione per poter scappare e subito dopo compose un numero ben conosciuto. Aveva bisogno di chiarirsi le idee e per farlo doveva parlare con l'unica persona che poteva essergli d'aiuto.
Rispose al terzo squillo.

 

“Sono Rin, hai del tempo libero? Ho assolutamente bisogno di parlarti... Ok, mandami l'indirizzo per e-mail, io prendo il primo taxi. Ci vediamo.”

 

Rin chiuse la chiamata e corse verso la fermata dei taxi, salendo nell'abitacolo della vettura che si era appena fermata e mostrando al conducente l'indirizzo che aveva appena ricevuto.


Note:

Piccola premessa; mi scuso per questo ritardo enorme questa volta oltre alla vita in se, si era messa di mezzo anche il simpaticissimo blocco dello scrittore che mi ha portato a scrivere questo capitolo in un tempo assurdamente lungo. Fortunatamente mi sono un po sbloccata e mentre aspettavo di finire questo mi sono portata avanti con il quinto capitolo che è quasi finito e per il momento scorre bene. La maggior parte dei problemi sono dati da Haru che mi risulta complicatino da scrivere (spero di non essere andato troppo OOC, ma purtroppo visto il cambiamento che deve subire qui credo sia inevitabile che un pochino lo sia).
Parlando del capitolo in se abbiamo finalmente questo primo incontro... lo so, è brevissimo ma non preoccupatevi che le cose cambieranno ;) 
Tralasciando la stranezza di Haru (vedi sopra), Rin si sta facendo una quantità di seghe mentali non indifferente. Devo ammettere che Rin me lo sono sempre immaginata come un tipo più istintivo che riflessivo, ma in una situazione come questa immagino che anche lui inizierebbe a farsi svariate domande... e secondo me si è sempre fatto un sacco di seghe mentali su Haruka (giuro, la pseudo-battuta sconcia non era voluta sul momento), anche durante l'anime stesso.
Come ho detto il mio terrore più grande è scendere nell'OOC quando scrivo questo genere di storie, spero quindi di non averlo fatto ma rileggendola mi rendo conto che forse Rin è troppo "calmo" rispetto all'originale (va detto che mi sono rivista la prima stagione per abbattere il blocco e lì era mooolto incazzoso), fatemi sapere cosa ne pensate.
Detto questo, nella speranza di aggiornare tra due settimane, visto che una settimana adesso mi è molto stretta, ringrazio tutte le persone che hanno letto e anche Momoko89 e Ursula-la per avermi dato un loro parere che è sempre apprezzatissimo <3
Chiudo queste note che come al solito sono lunghissime (quanto parlo?)
See you soon

KissTheNight

   
 
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