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Autore: HarleyHearts    26/02/2017    0 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 32
Capitolo 32
Soda all'uva.


Quando le arrivò la telefonata di Lyla, in cui le comunicò, tra un singhiozzo e l'altro, cosa fosse successo al loro migliore amico quella stessa mattina, corse a prendere la metro più vicina a casa sua per andare in ospedale.
Nonostante l'amica l'avesse rassicurata con una seconda telefonata, mentre era ancora in metro, dicendole che era andato tutto bene e che Robert non era più a rischio trasformazione, la texana non era riuscita a togliersi quella sgradevole sensazione all'altezza del cuore.
La paura che si prova, quando si viene a sapere che una persona cara ha avuto un incidente, è davvero indescrivibile ed inspiegabile. Solo chi ci è passato lo sa; gli altri non possono nemmeno lontanamente immaginarlo.
Impiegò una quindicina di minuti buoni, e dovette cambiare due linee, prima di arrivare a destinazione.
La struttura ospedaliera davanti a lei non le era mai sembrata così spaventosa e cupa in vita sua.
Varcò le porte scorrevoli, trattenendo involontariamente il respiro, e non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi alla gabbiola per chiedere dove andare, che riconobbe due volti noti non molto lontani da lei.
- Ciel! Chiappe di marmo! - li chiamò a voce alta, alzando una mano a mo' di saluto, ed attirando l'attenzione anche di due vecchie inservienti, che le lanciarono un'occhiata a metà tra lo scandalizzato e il divertito.
Vieri incassò la testa nelle spalle, pregando che si trattasse di un incubo, mentre il pediatra al suo fianco gli lanciava una rapida occhiata divertita.
Rebekka si rese conto solo quando si avvicinò a loro, che i due uomini reggevano tra le braccia dei panini e delle bevande.
- Ciao, Rebekka - la salutò educatamente Ciel, con un sorriso - Stiamo andando a portare da mangiare a mio fratello e Lyla. Ti unisci a noi? -
La ragazza annuì con la testa - Robert come sta? - chiese, preoccupata, al pediatra.
- Sta ancora dormendo. Lo hanno spostato in una delle camere libere nell'ala umana - le spiegò, mentre si incamminavano verso gli ascensori del piano terra - Tu hai già pranzato? Se vuoi posso andare a prenderti qualcosa al bar -
La gentilezza e la premurosità dell'uomo-lupo lasciarono la bionda notevolmente sorpresa, e la portarono a domandarsi se tutti gli Alpha fossero come lui, o se quella fosse solo una sua caratteristica.
Non era molto esperta in materia "Alpha" e questo non lo poteva proprio sapere, nonostante la sua natura e gli insegnamenti di sua nonna.
- No no, tranquillo. Ho già pranzato - mentì, scuotendo leggermente la testa, e stampandosi un ampio sorriso in volto.
In realtà si era completamente dimenticata di farlo e, quando Lyla le aveva telefonato, lo stomaco le si era chiuso.
Ciel sembrò crederle senza problemi, mentre Vieri non smetteva di osservarla con uno sguardo indecifrabile; e la cosa la metteva fortemente a disagio, anche se cercava di non darlo a vedere.
Quando sentì la mano della volpe sulla spalla sinistra, per poco non ebbe un infarto.
- Torniamo subito - disse lui, rivolto al dottore, prima di trascinarla via e borbottarle un - Tu ora vieni con me -
Sempre più confusa, la bella texana si lasciò trascinare via senza opporre, stranamente, la più che minima resistenza.
L'albino la portò, senza tante cerimonie, davanti ai distributori automatici. Frugò nelle tasche dei pantaloni scuri, tirò fuori una monetina, la inserì e digitò rapidamente un codice, sempre sotto lo sguardo confuso della bionda.
Era sul punto di uscirsene con una delle sue tipiche frasi alla Beki, quando Vieri fu più veloce di lei.
- So riconoscere quando uno mente - le disse duro, a mo' di rimprovero.
Si piegò appena sulle ginocchia, e quando ritornò su porse alla ragazza una lattina colorata.
- Sei libera di non mangiare niente, ma almeno bevi qualcosa di zuccherato per compensare -
Beki rimase sorpresa, e sgranò lievemente gli occhi scuri in risposta.
Passò lo sguardo prima sul viso impassibile dell'albino, poi sulla lattina che le stava ancora porgendo.
Titubante, la texana afferrò la bibita, stando ben attenta a non sfiorargli la mano, e biascicò un - Grazie -
- Di niente - rispose il Beta, con un tono leggermente meno duro.
O almeno, così sembrò alla ragazza.
Rebekka lanciò un'ultima occhiata alla lattina di soda all'uva, prima di aprirla dalla linguetta, con un ampio sorrisone in volto.
- Forse non sei così malaccio come pensavo, Chiappe di marmo. Se continui così finirò per credere che si celi un cuore d'oro, sotto quella coltre di muscoli tonici - lo provocò, inarcando un sopracciglio biondo, e con l'angolo della bocca tirato leggermente in su.
La volpe le schioccò un'occhiataccia.
- Tu invece ti riveli sempre più sfacciata e priva di ogni senso del pudore, biondina -
- Grazie! Lo prendo come un complimento - lo ringraziò, allargando maggiormente il sorriso divertito.
Vieri scosse un paio di volte la testa, rimasto senza parole, e si avviò verso gli ascensori insieme alla ragazza, il cui sorriso non accennava a scomparire.
Mentre sorseggiava la bibita zuccherina, Bekka continuava ad osservarlo con la coda dell'occhio scuro.
- Sai... - fu lei a rompere il silenzio, mentre Vieri chiamava l'ascensore - Continuo a pensare di averti già conosciuto, ma non riesco a ricordarmi dove - gli rivelò.
- Avrò un viso comune - liquidò lui la faccenda, facendo ridere di gusto la ragazza.
- Hai un viso comune esattamente come quello di Benedict Cumberbatch - ridacchiò, prendendo un altro sorso di soda - Sei quasi più gnocco di quell'uomo -
Vieri le lanciò un'altra occhiataccia.
- Che c'è? Ho detto "quasi" - si difese - Non volevo urtare la tua mascolinità. Voleva essere un complimento -
Lui si ritrovò a scuotere nuovamente la testa, e a tirare un lungo sospiro per l'esasperazione.
- Ma sei sempre così... -
- Bellissima? - provò Beki, sbattendo le lunghe ciglia chiare, ed appoggiando il dorso della mano contro il mento.
- Spudorata - concluse invece lui.
La maga fece finta di pensarci su un secondo.
- Sì, lo sono sempre - confermò - Mi piace definirmi "estremamente sincera" - affermò, con una scrollata di spalle, e una serenità che sconvolse ulteriormente l'uomo.
- Comunque, la vuoi sapere una cosa? - gli chiese poco dopo.
- Ho il terrore di dirti di sì -
Rebekka si lasciò scappare un'altra risatina, prima di prendere un'altro sorso dalla lattina.
- La soda all'uva è la mia preferita -
Dopo quella rivelazione, le porte dell'ascensore si aprirono davanti a loro, e Rebekka non potè notare gli occhi celesti di Vieri sgranarsi visibilmente.


Quando arrivarono a destinazione, la bionda texana riconobbe Ciel insieme a Lyla, intenta a bere un succo di frutta, mentre un terzo ragazzone continuava a fare avanti e indietro davanti ad una porta chiusa, come una fiera in gabbia.
Fu grazie all'evidente presenza di tatuaggi, e dalla corporatura per niente esile, che riuscì a riconoscerlo come Alberich.
La prima ad accorgersi della loro presenza fu Lyla, che scattò in piedi come una molla e corse verso di lei.
L'abbracciò di slancio, e si accorse immediatamente degli occhi ancora lucidi della corvina.
Rebekka la strinse maggiormente, le diede un paio di carezze sulla schiena e le sussurrò parole di conforto.
- Non si è ancora svegliato? -
Lyla scosse la testa, sciogliendo la stretta - Non ancora - sospirò - Prima ci avevano permesso di entrare nella camera, ma ci hanno fatto uscire quasi subito delle infermiere - e quello le spiegò l'umore, sempre più nero, dell'uomo tatuato.
Lo sentì borbottare qualcosa di indecifrabile, sicuramente qualche imprecazione contro quelle stesse infermiere, prima di avvicinarsi a loro.
- Se continui così farai un buco nel pavimento, ragazzone -  gli disse la bionda, con un piccolo sorriso ad incresparle le labbra - Avrei preferito conoscerti in circostanze differenti, ma la vita è una vecchia stronza acida. Non è mai carina con nessuno - commentò, scuotendo leggermente la testa, ed attirando l'attenzione di un confuso Alberich.
- Tu devi essere Rebekka - se ne uscì infine, con un piccolo sorriso - Robert mi ha parlato di te -
Il sorriso sul viso della bionda si allargò maggiormente - Anche lui mi ha parlato di te, e posso confermare che aveva ragione -
Si avvicinò al tatuatore e, prima di riprendere a parlare, lo osservò velocemente - Puoi fare un giro su te stesso? -
Evidentemente stranito, il corvino lanciò sguardi confusi ai presenti, non capendo dove volesse andare a parare la ragazza.
L'unico a mettersi una mano sul viso, temendo il peggio, fu Vieri.
- Tranquillo, non ti mangio - lo rassicurò la texana, con una risatina - Devi solo fare una piccola giravolta - e gli fece segno con il dito di girarsi.
Ancora titubante, il Gamma obbedì alla richiesta della maga, che nel mentre lo osservava con severo occhio critico.
- Sì sì. Aveva ragione - confermò, risoluta, annuendo con la testa ed incrociando le braccia sotto il seno.
- Attento, Chiappe di marmo, qua c'è qualcuno che rischia di rubarti il titolo - ridacchiò la bionda, in direzione della povera volpe.
Alberich si lasciò andare in una lunga risata, coinvolto da quella della bella texana.
Nel frattempo Lyla pensò che quei due, insieme, sarebbero potuti diventare un vero pericolo pubblico.
Molto probabilmente Robert avrebbe dato di matto.
Robert avrebbe dato sicuramente di matto.
- Mi piace questa ragazza -
Anche Ciel e Lyla scoppiarono definitivamente a ridere, ma vennero bloccati dal suono della porta che attirò l'attenzione di tutti.
Dalla camera di Rob uscì una vecchia infermiera, dalla pelle rugosa scura e dagli occhi piccoli e neri.
- Il ragazzo sta ancora dormendo, ma potete entrare. Mi raccomando: non fate troppo chiasso -
Alberich non la ascoltò nemmeno, e non appena gli fu permesso si fiondò nella camera.
Ciel si avvicinò alle ragazze, rimaste ancora fuori, e disse - Vado a far telefonare alla madre di Robert e alla sorella. Useremo la scusa dell'orso per ora... poi vedremo -
Le due annuirono con la testa, serie, prima di entrare nella camera con un dolore all'altezza del petto.
A metà tra il cuore e la bocca dello stomaco.



ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
Ehi ehi, belle personcine!
Come state? Cosa pensate del capitolino?
Lo so che è molto corto rispetto agli altri, ma essendo un capitolo di passaggio non volevo appesantirlo troppo. Come sempre semino i capitoli di piccoli indizi che, magari per ora significaranno poco per voi, ma fidatevi: hanno il loro perché ;)
Con i prossimi capitoli si partirà a bomba, e devo dire che sono molto emozionata >.< Manca davvero pochissimo e si aprirà finalmente il secondo arco narrativo di D. e qui... inizieranno i casini veri! Ma non voglio spoilerarvi altro su questo perchè sono malvagia :3 (neanche più di tanto... forse)
Fatemi sapere via commentino come credete che si evolverà la storia da questo momento in poi.
Adoro leggere le vostre teorie, ma questo dovreste già saperlo XD
Ah, una piccola cosa!
NON so quando aggiornerò d'ora in avanti fino a giugno. Ormai avrete già capito che le mie belle tabelline di marcia siano andate a farsi benedire da tempo, e non so veramente come gestirmi come si deve.
A me per prima spiace non poter postare con regolarità, ma mi trovo davvero in difficoltà.
Posso solo che chiedervi di pazientare ulteriormente.
Mi sono accorta che in molti hanno abbandonato la storia per questo motivo, e... mi spiace. Davvero molto.
Purtroppo io mi trovo in questa situazione al momento, e non voglio nemmeno stare a ripetere le mie motivazione perchè sto davvero diventando noiosa negli ultimi tempi ^-^'' ed io per prima so che sono sensate. Non è che non aggiorno perchè sono cattiva e voglio farvi un torto.
Cercherò comunque di fare del mio meglio, e di portarvi almeno un capitolo al mese.
Con questo vi saluto e vi mando tanti bacini zuccherosi
- Harley


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