Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Yuuki_Alison    26/02/2017    0 recensioni
Cosa succederebbe se per caso incontraste un angelo appena caduto dal cielo? E se costui è in fuga dall'armata celeste, avreste il coraggio di portarlo a casa con voi?
Un casino dopo l'altro s'intreccerà in un'atmosfera di amore, di intrighi e di sorprese inaspettate.
Nuovi incontri faranno sì che la vita dei protagonisti venga complicata notevolmente.
Dal testo:
"Un ragazzo dal viso gentile e dalla corporatura esile, giaceva sulla sabbia umida mentre le onde bagnavano quelle piume così candide e pure da emettere quasi luce. Tremante e sbiancata in volto, la ragazza si avvicinò e guardandolo meglio si accorse delle ferite presenti sul suo viso. Si chinò su di lui e, preoccupata, lo scosse leggermente con la mano."
Buona lettura!
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6. Pensieri contrastanti. 






L'ultima cosa che ricordò fu il forte morso del mascherato a fargli perdere i sensi poi, di nuovo la vista annebbiata e i sensi cedere contemporaneamente. Le palpebre si alzarono a fatica e la prima cosa che riuscì a scorgere fu il lettino dove giaceva. Braccia, gambe, ventre e perfino collo erano legati da delle cinghie in cuoio che riuscivano a immobilizzarlo. La seconda cosa, invece, fu un enorme ago infilato nel braccio sinistro a prelevargli del sangue. Colto dal panico, iniziò ad agitarsi, l'ago a conficcarsi ancora più in profondità. Il mascherato apparì alle sue spalle e gli andò prontamente vicino, bloccandogli la fronte sul cuscino.

<< Hey hey! Non c'è bisogno di agitarti, sto solo prelevando del sangue. >> disse con fredda calma al caduto. Sangue nero come la pece a scorrere nel tubicino. 

<< Perché lo stai facendo?! Chi diavolo sei veramente?! >> chiese Azhiel, agitandosi ancora di più. La rabbia e la paura a farlo ribollire.

<< Sta tranquillo, questo sangue servirà per qualcosa di utile. >> rispose passando due polpastrelli gelidi intorno all'ago conficcato nel braccio. << E devo ammettere che prima non era neanche male. >> continuò, leccandosi le labbra e ricordando il sapore di quella linfa vitale in bocca. 

<< Ho capito, sono solo un tuo tornaconto personale. Volevi far credere di avermi salvato! >> realizzò il caduto, digrignando appena i denti. Un senso di colpa lo pervase, il fratello aveva ragione. Anche se era arrabbiato con lui non poteva negare che il mascherato non fosse quel che credeva. 

<< Se vuoi essere qualcos'altro, per me va bene. >> ridacchiò sarcastico, scompigliandogli i capelli e accarezzandogli il viso subito dopo. << Sei come un gattino indifeso, Azhiel. Proprio... un tenero gattino indifeso. >> constatò per poi scendere sul suo volto e osservarlo. 

Azhiel scostò il viso da un lato, il solo contatto visivo lo infastidiva. Si era preso gioco di lui, facendogli credere di essere lì solo per aiutarlo. Il Diavolo travestito da angelo, un finto angelo dai capelli castani e dagli occhi verdi fino ad essere divini per lo splendore. Quell'angelo che lo guardava con un finto sguardo innocente mentre toglieva con delicatezza l'ago dalla vena e disinfettava il piccolo foro creatosi. Quello stesso angelo che gli stava facendo ingurgitare un'altra anima e che poco si curò dell'urlo disperato del caduto e della sensazione terribile che quel liquido peggiore dell'acido gli causasse. Il suo sguardo divino e le sue labbra incrinate in un sorriso maligno furono le ultime cose che vide prima di cadere in un sonno innaturale causato dalla mancanza di sangue. Probabilmente, prima di quella, aveva riempito molte altre sacche.





Erano le sei e mezzo del mattino quando il piccolo gatto bianco salì sullo stomaco di una Ginevra dormiente e premette la zampetta contro il suo naso per svegliarla. La ragazza aprì gli occhi pigramente e sbuffò quando vide il gatto, sapendo che si sarebbe dovuta alzare per andare a scuola. Prese il gattino in braccio e andò a fare colazione. La notte precedente non era riuscita a dormire per via di Azhiel ma, sapere che almeno era vivo, la rincuorava. Le sei ore fortunatamente passarono in fretta e quando finalmente uscì, tentò di non perdersi nell'ingombro di macchine e persone. Quando fu sulla strada per casa, una figura nera in lontananza catturò la sua attenzione. Presentava un lungo mantello nero e una maschera a solo metà volto. La giovane si bloccò e lasciò cadere la cartella a terra ma, al passaggio di un'auto che coprì la visuale, la figura del mascherato sparì. Ebbe un sussulto quando l'affiancò Seheiah nella sua divisa, lo sguardo preoccupato in direzione dell'avvistamento di quell'uomo. 

<< E' lui che  trattiene Azhiel. >> disse con sguardo gelido.

La ragazza si limitò a non rispondere e, per tutto il tragitto verso casa in cui Seheiah l'accompagnò, regnò un silenzio fastidioso. Una volta tornati, Ginevra si sedette sul letto e guardò il maggiore camminare avanti e dietro con le mani dietro la schiena. Lo sguardo perso in mille pensieri e la preoccupazione verso il minore sempre crescente. 

<< Ginevra, ho come il brutto presentimento che il mascherato ti abbia preso di mira, perciò, dovrò sorvegliarti più spesso. Ecco, porta questo sempre con te. In caso di bisogno, verrò. >> propose, per poi darle un ciondolo a forma di testa di gatto.

Guardò in modo strano il ciondolo e il maggiore arrossì leggermente.
<< Sì, se te lo stessi chiedendo, mi piacciono i gatti! >> affermò, voltando la testa di lato. 





Il mascherato sedette su una delle poltrone in pelle in attesa che il caduto si svegliasse da quel sonno che persisteva ormai da ore. Picchiettò i polpastrelli nervosamente mentre decantò il cognac. Azhiel dormiva beato tra le calde coperte e questo non fece che far imbestialire ancora di più l'uomo. Si alzò sbuffando e dopo aver bevuto un abbondante sorso, posò il calice sul tavolino. Si avvicinò al ragazzo e passò delicatamente due dita sul profilo della sua guancia sinistra, contemplando la sua bellezza. Scese sul suo collo e vi posò un piccolo bacio casto, proprio sulla giugulare. 

<< La bella addormentata ha bisogno del suo principe... >> sussurrò accennando un ghigno e prese tra le mani il viso addormentato.

Scese lentamente e posò le labbra sulle sue, socchiudendo appena gli occhi. Nello stesso momento Azhiel aprì leggermente le palpebre e, quando vide la figura del mascherato china su di lui, sgranò gli occhi e soffocò un mormorio contro le sue labbra. Appena riprese la lucidità, gli sferrò una forte ginocchiata sullo stomaco e l'uomo indietreggiò stringendosi l'addome tra le braccia, digrignando i denti. 

<< Oh, ma guarda un po'. La principessa si è svegliata dalla maledizione. Aspetta... ci sei ancora dentro fino al collo. >> disse con sdegno l'uomo mentre Azhiel si passò una mano sulla bocca, guardandolo scioccato. << Cosa c'è? Volevi un bacio più profondo? >> chiese sarcastico, notando la sua espressione disgustata. 

Azhiel arrossì leggermente e lo guardò male; l'umiliazione stava diventando insopportabile. Una sensazione di calore che partì dal cuore lo invase quando il mascherato gli alzò il viso con una mano, un braccio ancora a trattenere l'addome. Il caduto lo scrutò, lo sguardo perso nei suoi smeraldi e il mascherato a fissarlo con un sorriso maligno mentre avvicinò sempre di più il viso a quello gentile dell'angelo. 

<< Lasciatelo dire, stai meglio così che con quei capelli biondi... >> constatò, accarezzandogli i soffici capelli corvini. Le perle d'oceano colme di tristezza e delusione. << Di sicuro quella tale Ginevra non avrà fatto difficoltà a innamorarsi del tuo bell'aspetto. Sai, l'ho vista proprio stamattina all'uscita da scuola. Sembra una banale umana, non credevo fossi così scarso di gusto. >> lo provocò, sogghignando. 

Azhiel aggrottò le sopracciglia, gli occhi pervasi da un'improvvisa rabbia e i denti digrignati. Prese l'uomo dal colletto e lo strinse, emettendo un grugnito animalesco. Un'aurea violacea lo circondò, facendo fluttuare i capelli per la potenza. 

<< NON OSARE TOCCARLA! >> tuonò per poi sferrargli un pugno che lo scaraventò contro il muro. La voce alternata da una tonalità normale a una più grave, inumana. 

Il caduto respirò affannosamente, pronto a rifiondarsi sul mascherato ma s'interruppe quando quest'ultimo iniziò a ridere, portandosi l'avambraccio sul viso. 

<< Non pensavo fossi così vulnerabile, caduto. Addirittura andare in escandescenza per aver parlato di quell'umana? Sai ... questa è una grave debolezza che potrebbe portarti alla morte in combattimento. Non essere così avventato. >> smise di ridere e ritornò su i suoi passi a fatica, passandosi una mano tra i capelli. 

<< Non ho bisogno dei tuoi falsi consigli, mascherato. >> rispose, guardandolo male. L'uomo sospirò.

<< Lo faccio solo per il tuo bene, sai quanto tenga alla tua incolumità. >> continuò, guardandolo sarcastico.

<< Semmai, quanto tieni al mio sangue. Cosa ci fai? Ancora non me l'hai detto. >> chiese il caduto. 

<< Sei proprio così ostinato, huh? >> alzò una mano e mosse le dita verso di sé. Il calice del cognac che aveva lasciato sul tavolino si alzò e fluttuò verso di lui, posandosi in mano. Sorseggiò un po' del distillato e lo guardò sogghignante con la coda dell'occhio. Azhiel sgranò gli occhi e strinse i denti.

<< Sapevo che non eri umano! >> esclamò incredulo.

<< Non che sia qualcosa che ti riguarda ma hai insistito tanto. Hai capito a cosa serve adesso il tuo sangue? Fare riti è molto più semplice se il sangue è quello di un'entità ex-pura. >> continuò, ridacchiando appena. 

<< Se fossi in te non riderei così tanto. >> una voce roca fece voltare entrambi, era quella di Seheiah che si era intrufolato in casa. 

Azhiel lo guardò sorpreso mentre sospirò per lo stupore. Sussurrò il nome del fratello e vide in lui una speranza, un'occasione per poter andar via dalle grinfie del mascherato. Poi, però, ripensò al suo tradimento. 

<< Costui è uno dei più potenti stregoni conosciuti e segnalati al paradiso per l'evocazione di demoni di un certo rango. Quest'essere è stato il responsabile di innumerevoli tragedie nel mondo terreno, per non parlare di tutti i demoni che ha liberato dai sigilli del paradiso! E' un nostro nemico e oltre a lui ve ne sono altri che tentano di appropriarsi del sangue di neo-caduti. In altre parole ti sta proteggendo da altri stregoni solo per poter prelevare il sangue e usarlo a suoi scopi. >> Affermò il maggiore, guardando Azhiel dritto negli occhi. 

Il mascherato iniziò a ridere di gusto e gironzolò un po' per l'enorme salotto, sedendosi poi su una poltrona e accavallando le gambe. 

<< Sei venuto qui pur sapendo che il tuo fratellino ti odia. Hai un bel coraggio, o se proprio vogliamo usare il termine corretto, hai una bella faccia tosta. Per di più dovresti ringraziarmi, lo sto proteggendo comunque da chi al mio posto lo avrebbe ridotto in poltiglia e poi usato per i suoi scopi. Ma forse, non hai sentito la sua opinione. Azhiel è d'accordo con tutto questo, non è così? >> chiese rivolgendosi al giovane. 

Il caduto annuì e abbassò lo sguardo, non riuscendo a guardare il maggiore negli occhi. Era troppo arrabbiato per ciò che gli era successo e anche se gli dispiaceva acconsentire al mascherato, doveva. Seheiah lo guardò incredulo prima di corrucciare le sopracciglia; sapeva nel profondo che qualcosa non andava e che Azhiel non era perfettamente sincero. Avanzò verso il mascherato fino a porsi davanti alla sua figura seduta e si piegò leggermente in modo da sussurrargli.

<< Non avverto il paradiso solo perché se ti catturassero, farebbero del male al caduto. Ma non preoccuparti, ci rivedremo presto. >> si rialzò, lanciandogli un'occhiataccia. 

Questa volta non si sarebbe avvicinato ad Azhiel, si limitò soltanto a uscire dalla porta d'ingresso con uno sguardo gelido e severo. Appena non avvertì più la sua presenza, il caduto fu pronto a rifiondarsi sul mascherato che però creò prontamente uno scudo invisibile che bloccò il giovane. Azhiel lo guardò confuso e furioso allo stesso momento mentre l'uomo scosse la testa lentamente. 

<< Non sei contento che abbia detto quelle cose a tuo fratello? Dopotutto provi un forte rancore per lui, non è così? >> si limitò a chiedere, sogghignando.

<< Hai ragione... è davvero la miglior cosa se comincia a odiarmi. >> rispose mentre sbuffò. 

<< Esatto Azhiel, lo è. >> 

Le poche ore di luce rimaste trascorsero in fretta e, nel cuore della notte, finalmente Azhiel si addormentò. Il mascherato sgattaiolò con passo felpato nella sua camera, posta nella semi-ombra della luce lunare, e si piazzò al suo fianco, posando le mani un po' al di sopra del suo capo. Iniziò a muovere le dita come se stesse manovrando una marionetta mentre i suoi occhi verdi divennero fluorescenti.





Azhiel si ritrovava legato a una sedia, incapace di muoversi davanti al pubblico che pian piano si schiarì. Umani e angeli osservavano la sua figura dall'alto in basso con uno sguardo derisorio e sogghignando sadicamente. Dalla folla si fece largo una giovane donna umana, la donna di cui si era inizialmente innamorato ma che l'aveva rifiutato, condannandolo. Si avvicinò e lo guardò con finto sguardo dispiaciuto mentre i suoi lunghi capelli blu scuro fluttuarono sulle note di una piccola brezza. Gli afferrò il viso e si avvicinò pericolosamente, sorridendo subito dopo in modo dolce e posando le labbra sulle sue. Il caduto sgranò gli occhi, la donna che prima aveva amato lo stava baciando. Non appena si staccò, però, si posò una mano sulla fronte e iniziò a ridere d'incredulità. 

<< Mi fai pena adesso proprio come in passato, Azhiel. Non sei cambiato per niente. >> disse la donna. Subito dopo gli alzò il mento con l'indice e assottigliò lo sguardo, squadrandolo. << Guarda, tutti coloro che amavi ti hanno voltato le spalle. Che vita inutile deve essere la tua. >> continuò. 

La folla continuò a guardarlo e a schernirlo. Ridere e ridere sul suo animo già fin troppo ferito era devastante. 

<< Che persona spregevole! >> esclamò Ginevra, continuando a ridere.
<< Veramente un essere inutile. >> continuò il fratello, stringendo a sé la ragazza.
<< E' meglio che stia dove non da fastidio a nessuno, ovvero il più lontano possibile! >> disse un altro angelo presente.
<< E' solo un peso, alla fine. >>
<< E' sempre stato così fastidioso. >> 

Al sentire quelle parole, un nuovo sentimento lo pervase e si fuse con la rabbia: la delusione. Crebbe sempre più nel suo animo finché non sprigionò quell'aurea violacea che aveva avuto modo di sperimentare quando il mascherato parlò della giovane umana. Una forza crescente aumentò il suo potere e con un urlo esasperato, ruppe le corde che lo tenevano legato alla sedia. Il suo corpo a fluttuare nell'aria pallida, gli occhi totalmente neri rivolti alla folla e i denti digrignati. Calde lacrime del medesimo colore della pece a scendere sulla pelle diafana e a insozzarla con la sua impurità. 

<< NESSUNO DI VOI E' DEGNO DI TRATTARMI COSI'! >> urlò con così tanta rabbia che tutte le entità presenti vennero spazzate via e si trasformarono in delle piccole sfere di luce che si smaterializzarono. 

Non appena tutti furono spariti, il pavimento sottostante si ruppe come se fosse uno specchio e Azhiel cadde nuovamente, atterrando nella gelida acqua del mare illuminata dalla luce della luna. Si rialzò imprecando e vide la figura del mascherato sorridergli gentilmente e guardarlo in maniera comprensiva. Gli porse una mano e sospirò.

<< Segui me, io ci sarò sempre, qualunque cosa ti accada. >> promise, il mascherato. 

Azhiel sgranò gli occhi e poi, fu di nuovo luce. 






Il ragazzo sobbalzò sul letto, respirando a fiatoni. Era la seconda volta che sognava qualcosa di strano e, se c'era qualcosa che l'aveva colpito, era la gentilezza del mascherato. Doveva assolutamente parlargli perciò, scese dal letto e si diresse in salotto dove l'avrebbe sicuramente trovato. Difatti era lì a sorseggiare il suo cognac, intento a leggere un libro.

<< Posso... parlarti? >> chiese il caduto un po' esitante. 

<< Dimmi pure. >> annuì il mascherato.

<< Tu mi stai veramente proteggendo dagli altri? >> domandò, aggrottando le sopracciglia.

<< Hai qualche dubbio? Non mi sembra io ti stia trattando male, gli altri ti avrebbero già ucciso per evitare problemi con il paradiso. >> rispose, posando il libro e il calice sul tavolino al fianco del divano.

<< Perciò sei l'unica persona che mi rimane di cui possa fidarmi... >> disse ad alta voce quando in realtà quello doveva solo essere un pensiero. Appena se ne accorse, arrossì leggermente. Il mascherato ridacchiò, avvicinandosi al caduto.

<< Se proprio vuoi saperlo, sì. Sono l'unica persona rimasta di cui puoi fidarti. Azhiel... io ti proteggerò sempre, qualunque cosa accada. >> continuò prima di stringerlo forte a sé e di lasciargli un bacio sul collo.

Il caduto ricambiò l'abbraccio e affondò il viso sulla sua spalla, sentendosi pervadere da quel calore che ormai non sentiva più da tempo, quel calore chiamato famiglia. 

Io ti proteggerò sempre, qualunque cosa accada, ti sarò sempre vicino perché per me sei più che importante, Azhiel. 






Angolino autrice: Salve a tutti! Sono tornata con un nuovo aggiornamento, spero vi piaccia! Azhiel è davvero tenero e ingenuo seppur la sua natura sia tutt'altro che ingenua *coff coff*. 
Comunque, mentre scrivevo l'ultima scena (quella in cui Azhiel parla con il mascherato in modo del tutto amichevole) stavo ascoltando "Glassy Sky", un'OST di Tokyo Ghoul e devo ammettere che ho avuto i brividi, si abbina perfettamente alla scena. Fate la prova! ^w^ Inoltre perdonate eventuali errori grammaticali. Gradirei una piccola recensione per sapere se vi piace l'andamento della storia, pareri e critiche costruttive, dopotutto a voi non costa nulla ma per me, sapere che la storia piace, è una grande cosa. Al prossimo aggiornamento! <3  

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Yuuki_Alison