Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jasmine_dreamer    26/02/2017    1 recensioni
"La finisci di starmi addosso? Mi perseguiti da settembre, quando l'anno scorso non conoscevi neanche il mio nome!" disse Alexia.
"L'anno scorso eri un cesso, poi non so cosa sia successo!" rispose Parker.
"Si chiamano tette. Ecco cos'è successo, quando ti crescono le tette improvvisamente diventi figa."
Lui rise: "Guarda che le tette non c'entrano, contribuiscono, ma non sono loro la causa del tuo cambiamento. Quando ti ho vista ho pensato che eri una favola."
Sul sorriso di Alex comparve un sorriso dolce e pensò a quanto fosse carino Parker. Poi si ricordò che era Parker e disse: "Non mi compri con due parole in croce, sai?"
"Oh che strano, sembrava di si."
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Alex, il pranzo è pronto." disse Nick.
"Non ho fame."
"Sono quattro giorni che non tocchi cibo."
"Mangerò uno yogurt più tardi. Te lo prometto." disse lei sorridendogli.
Nicholas annuì e chiuse la porta.
"Scusa fratellone." sussurrò con le lacrime agli occhi.
Nick la sentì e, dopo aver pranzato, andò nella sua camera.
Compose il numero e la chiamò.
"Pronto?"
"Ciao Maty. Stasera o domani vedrò Nancy e le dirò che è finita, che non voglio partire domani."
"Ma non pensi che Alex potrebbe sentirsi in colpa?"
"Non è colpa sua, ma di Parker.. sono quattro giorni che non mangia nulla e non fa altro che starsene lì a guardare la TV o ascoltare la musica."
"Sì, non risponde neanche ai miei messaggi. E quando lo fa mi risponde che non ha voglia di uscire."
"Dobbiamo fare qualcosa."
"Stasera è capodanno, provo a venire lì e a convincerla. Provo con la nostra arma segreta?"
"Sì." 
"Ok, saremo lì tra venti minuti."
"Ciao Maty."
Riattaccarono.
Dopo venti minuti, il campanello suonò.
Nick andò ad aprire: "Alex è nella sua stanza."
"Lo immaginavo." fece Matilde.
Nicholas bussò alla sua porta: "Piccola peste, ci sono visite!"
"Dì a Matilde che non ho voglia di vedere nessuno."
"Ma non sono Matilde."
"Ohw, Jamie." 
Alex si tolse le cuffie: "Non immaginavo fossi tu. Siediti."
"Come stai?"
"Bene, ci sono rimasta un po' male ma nulla di più."
"Guarda che con me puoi parlare, sai?" sorrise. Com'era bella quando sorrideva.
"Sì, lo so."
"Stasera è capodanno, sarai con noi vero?"
"Non so.."
"Dai ci divertiremo, non puoi stare qui a logorarti l'anima.. sei troppo bella per stare male."
Alex sorrise: "Ohw, Jamie."
Lei ricambiò il sorriso.
"Potrei sentirmi offesa visto che hai ascoltato lei e non me, ma farò finta di niente per questa volta!" esordì Matilde.
"Me lo sentivo che c'eri anche tu!" rise Alex: "Nicholas, lo so che hai sentito tutta la conversazione!"
"Beccato in pieno!" esclamò Nick entrando.
"Come puoi vedere hai tante persone che ti vogliono bene." fece Jamie.
"Sì, ho visto, e sinceramente non mi aspettavo tutto questo interessamento da parte vostra. Escluso mio fratello ovviamente, lui ha assistito a tutti i momenti peggiori."
"Hai sentito Parker?" chiese Matilde.
"Ha provato a chiamarmi qualche volta ma gli ho detto che non potevo parlare al telefono perché avevo altre cose da fare. Ci siamo scambiati qualche messaggio, ma con lui ora è il polo nord."
"Ha sbagliato."
"Il punto è che non posso avercela neanche con lui perché effettivamente tra di noi non c'era niente."
"Lo hanno capito tutti che vi piacete." disse Jamie.
"Piacevate. L'unico motivo che mi fa stare ancora un po' così è Jaqueline, è lei che mi ha ferita di più. Non tanto Parker, ma... Jaqueline. Perché proprio con lei, poi?"
"Perché era ubriaco, secondo me se non lo fosse stato non ci sarebbe andato."
"La verità è che voleva solo portarmi a letto, quindi è un bene che sia finito tutto ancor prima di iniziare."
"Ma se così fosse, non so se ti starebbe stato vicino come ha fatto... Insomma, ha chiesto aiuto anche a me, e mi sembrava sincero quando diceva che tu gli piacevi sul serio." disse Matilde sconcertata.
Alexia sorrise amareggiata: "Evidentemente è un bravo attore. Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di piacergli sul serio, non avrei dovuto dimenticarmi che è Parker, e che quelli come lui non cambieranno mai."

Alexia prese le chiavi.
"Posso guidare io?" 
"No!" tuonò Jessica.
"Eh dai, mamma! Ho la patente da sei mesi ormai."
"Guiderà tuo fratelllo, tesoro. Divertiti!"
"Non guiderò mai la macchina di mamma! Che poi perché non andiamo con la tua?"
"Perché stasera la mia la usa mamma, deve andare da zia Laurel, e sai che la mia consuma meno rispetto alla sua."
"Okay." 
Arrivarono davanti al ristorante dove gli altri avevano prenotato.
"Ci sarà anche Parker stasera?"
"Sì, è probabile."
"Fa' attenzione, ti chiamo dopo per farti gli auguri e ti dico a che ora passerò a prenderti. Non bere troppo."
"Sì, che palle che sei."
"Ciao piccola peste!" disse ridendo.
"Ciao!" rise a sua volta.
Aveva un vestito nero, poco sopra il ginocchio, scarpe con tacco 12, collant nero, coprispalle rigorosamente dello stesso colore, così come la pochette.
Si fece coraggio consapevole del fatto che quella sera ci sarebbe stato anche Parker.
Quando entrò, lui la vide subito rimanendone estasiato, proprio come tutti gli altri.
"Wow!" disse Parker quando lei fu abbastanza vicina da sentirlo.
"Ciao ragazzi!" 
Salutò tutti con un bacio sulla guancia.
Si mise a sedere alla sinistra di Jamie e alla destra di Travis.
Si curò di non mettersi abbastanza vicina a Parker, così da non doverci comunicare se non lo stretto indispensabile.
C'erano Jamie, Matilde, Jackson, Travis, Michael, Parker, Jane e Rj quella sera.
Tutti facevano coppia tranne lei, Parker e Jamie.
Parker passò tutta la sera a guardarla e a sentirsi un vero coglione per quanto fatto.
Di tanto in tanto lei gli faceva qualche sorriso per pura educazione, i suoi occhi erano freddi, non lo guardavano più nello stesso modo.
Era come se all'improvviso tutto quello che avevano passato fosse sparito, non significasse più nulla.
Ma quando lui la guardava, non sapeva come potesse essere così tanto fredda, non se ne capacitava, lui l'avrebbe amata comunque.
Lui l'avrebbe amata lo stesso, in qualunque caso, in qualunque circostanza.
Lui l'avrebbe amata davvero.
Tagliava la carne, e intanto pensava a quanto potesse essere grande il sentimento che provava nei confronti di quella ragazzina, ma quanto l'aveva ferita per farla divenire così apatica?
Non aveva dolore, nè delusione, non c'era tristezza nei suoi occhi... freddezza, indifferenza. Ecco cosa esprimevano i suoi occhi quando guardava verso di lui.
Come se fossero due completi estranei.
Ma quando vieni ferito da qualcuno a cui tieni, non è proprio questa l'impressione che vuoi dare?
Che non te ne frega più nulla, che non ti interessa più ciò che quella persona fa nella sua vita.
"Terra chiama Parker!" urlò Jane.
"Sì, dimmi scusa."
"Finalmente, è due ore che ti chiamo! Mi passeresti il sale per favore?"
Glielo porse.
Poi si girò a guardare Alex... ma era sparita.

"Potresti darmi l'accendino?" chiese a Matilde.
"Cosa provi ora che sei qui con lui?"disse rimettendo l'accendino in tasca.
"Non è facile, ma sto cercando di fare quella a cui non frega niente."
"Aspetta, sta arrivando."
"Alex, io devo parlarti." fece Parker.
"Dimmi." disse lei sorridendo.
"Da soli non si può?"
"Non vedo che problema c'è se Matilde sente."
Lui esitò per qualche istante, ma poi decise di parlare: "Ho sbagliato a farmi Jaqueline, ma ero ubriaco e ti giuro che se non lo fossi stato..." 
Alex lo interruppe: "Parker, non c'è bisogno che ti giustifichi. Tra me e te non c'è nulla, siamo amici!" 
Sorrise, spense la sigaretta ed entrò, lasciando Parker sconcertato.
"Brava, ottima mossa!" fece Matilde.
Alexia rise, ma guardò indietro con occhi tristi prima di tornare a sedersi.
Mentre Parker rimase lì per una dozzina di minuti prima di rientrare.
Era sconcertato, Alex aveva detto che non gli importava nulla.
Quando rientrò tutti si alzarono e andarono a pagare il conto.
"In macchina con me chi c'é?" chiese Parker.
"Io, Jamie e Matilde." rispose Alex.
"Vabene."
Quando arrivarono in centro, il concerto di Capodanno era già iniziato.
Dopo pochi istanti  iniziò il conto alla rovescia.
"Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno... Buon anno!" strillarono tutti.
Le band stapparono lo spumate lanciandolo sulla folla e bevendolo direttamente dalla bottiglia.
Alexia si girò verso Parker, bagnata fradicia e sorridente: "Tanti auguri, amico mio!" urlò.

Nancy continuava a chiamarlo, ma Nick faceva finta di non sentirlo.
"Dovresti risponderle." fece Christian.
"Ci andrò domani, le avevo detto che non ci saremmo visti oggi."
"Sì, ma almeno falle gli auguri."
"Prima devo farli a mia sorella." 
"Allora, vuoi lasciarla?" 
"Sì, non lascerò Alex per lei."
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jasmine_dreamer