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Autore: AlekHiwatari14    26/02/2017    1 recensioni
[Servamp]
Parole, ricordi e pensieri di Lawless sul suo passato e l'amore provato per Ophelia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lawless Memories




Eccomi ad un passo dall'inferno.
Tutta questa situazione è così assurda.
Un custode, che per tenermi a bada, mi distrugge ogni qualvolta l'anima ricordandomi il mio passato.
Che destino crudele ho avuto!
L'unica cosa che mi consola è che almeno ho qualcosa che mi ricorda lei, la mia Ophelia.



Eccomi, nuovamente a rivivere quei sentimenti e quelle avventure su un palcoscenico dove il dolore è di casa.
L'amore che provo per lei è ancora forte dopo tanti anni e le lacrime non posso trattenere.
E' vero. Sono un vampiro e a coloro come me non è permesso piangere o mostrarsi deboli, ma lei è la mia debolezza. Lei è la mia pazzia. Lei è parte di me.
Immagini nella mia mente scorrono ed eccola lì, dinanzi a me.
Il mio cuore batte un po' più veloce nel vederla e sentire il suo tatto.
Avere un custode come Light, che rende i ricordi qualcosa di reale, che rivivi sulla tua stessa pelle, è qualcosa di grandioso perchè è come averla sempre accanto a me.
Il suo volto gioiale, la sua bellezza che mi lascia senza fiato ogni volta che la vedo e il suo carattere pazzo, pronto a fare qualsiasi cosa, mi fa sentire così vulnerabile.
Eccola, nei miei ricordi più profondi, dove i nostri momenti sono all'ordine del giorno. Il suo sorriso è anche il mio, così come la sua felicità. Mi sento protetto da lei. Protetto e amato incondizionabilmente, ma quell'amore è qualcosa di impossibile e dovevo comprenderlo già tempo fa, quando fui salvato da lei quella volta.
Essendo un Servamp, posso trasformarmi in riccio se vengo colpito dai raggi del sole.
Quel giorno, mi aggiravo per le strade di quel regno in cui ella apparteneva. L'errore più grande fu trovare l'ombra e mettermi lì dove un vecchio ubriaco mi vide trasformarmi nella mia versione umana. Chiamò le guardie e nel giro di pochi attimi fui circondato e legato.
Decisero di mettermi al sole e farmi morire come è consuetudine fare per i vampiri come me. Sentivo il fuoco del sole sempre più bollente sulla mia pelle da ricco in cui ero trasformato.
Sentivo che stava venendo la fine, ma non sapevo che quella fine aveva un nome e si chiamava Ophelia.
Quella giovane umana di poco più di otto anni si avvicinò a me, avvolgendo le sue mani sui miei aculei.
Ero spaventato e sapevo che volevano farmi del male così le trafissi le sue esili mani non curardomi di chi fosse.
Quando alzai gli occhi, incrociai i suoi lucidi è di un smeraldo splendente.



In quell'attimo, sentii il mio cuore palpitare ogni secondo sempre di più. Quella semplice bambina era la principessa di quel regno e mi liberò rendendomi suo custode agli occhi degli altri, anche se la realtà era ben diversa.
Io proteggevo lei dagli attacchi di coloro che la volevano distruggere, ma lei mi proteggeva dalla società e il mio cuore non potè far almeno di innamorarsi di lei.
Gli anni passarono e lei cresceva davanti ai miei occhi diventando la donna di cui non posso più fare almeno.



Quella donna ostinata e determinata. Talmente avara da far di tutto pur di realizzare il suo sogno, mettendo in discussione anche il nostro stesso cuore.
La nostra storia era qualcosa di dolce. Qualcosa che ai giorni d'oggi nessuno può immaginare visto che risale a più di 300 anni a dietro.
Raccogliere le mele per la popolazione, passeggiare mano nella mano nei boschi, raccogliere fiori, portarle l'abito durante le feste del palazzo, farmi lavare la schiena nel mio aspetto da riccio, gli abbracci e la catena del custode che ci legava, era qualcosa di inspiegabile.
Amavo terribilmente quella donna, proprio come la amo ancora tutt'oggi.
Eccola qui, nei miei ricordi di quando seppi del suo matrimonio.



Odiavo quella situazione. Vederla sposare con qualcuno solo per riunire i regni e far cessare la guerra era una pazzia, così le presi le mani e proposi di scappare con me.
Volevo proteggerla dalla pazzia degli umani, dalla guerra che incessantemente continuano a farsi inesorabilmente, ma ella si oppose.
Quel sogno che portava dentro era più forte e la spingeva nelle braccia di quell'uomo che non ero io. Quel sogno di vedere il suo regno in pace e di non vedere guerre. 
Voleva regnare ed essere simbolo di pace per la popolazione.
Qualcosa di nobile, sicuramente, ma non per me.
Quel gesto, quel matrimonio, fu la nostra rovina. 
Non perchè non potevo più starle accanto, anzi. I nostri incontri c'erano sempre. Ero pur sempre l'animale-riccio di compagnia della principessa e quindi non mi era impedito starle accanto avendo quelle sembianze, ma quell'unione fatta col regno vicino era solo una trappola.
Gli umani usano sempre pretesti assurdi e se non ci sono li creano pur di farsi guerra.
Condannarono Ophelia, che in quel matrimonio era diventata la regina dei due regni, per alto tradimento.
Non appena sentii quelle parole, corsi da lei e le presi nuovamente le mani dicendole nuovamente di scappare con me. Volevano ucciderla ed io non potevo permettere una pazzia del genere. L'amavo profondamente, anche più di me stesso.
Essendo il Servamp dell'avarizia tentai di plaggiarla. Le avrei dato tutto purchè sarebbe fuggita con me, ma lei mi guardò e mi disse quelle maledette parole.  Voleva la pace ed esserne il simbolo. Non le importava della sua vita.
Volevo ammazzare tutti. Sterminare l'intero regno così che lei si fosse salvata, ma lei me lo impedì. Non voleva che lo facessi. Voleva essere nobile fino alla fine ed io, non potevo far altro che accettarlo.
Avrei potuto portarla via di lì con la forza. Avrei potuto usare il mio carisma e ipnotizzarla per farle fare ciò che volevo, ma l'amavo così tanto che la lasciai andare.
Dopotutto quando uno ama è anche questo che fa. Lascia andare la persona che ama. La lascia fare le sue decisione e l'appoggia difendendola. Fu proprio questo quello che feci.
La lasciai seguire la strada che ella aveva deciso e che mi feriva profondamente.
Le lacrime non potevano non uscire dai miei occhi.



L'amore della mia vita, Ophelia, la mia Giulietta, aveva deciso di andarsene ed io, il suo Romeo, non potevo far altro che accettare quel destino così crudele.
Vedere l'esecuzione dinanzi ai miei occhi fu qualcosa di struggente.
Qualcosa in me si spezzò e compresi che nulla sarebbe stato più lo stesso.
Amare un umana è già un reato per uno della mia specie, ma vederla morire così, dinanzi ai propri occhi, ti manda il cuore in frantumi.
Ciò nonostante, non potevo far altro che mantenere vivo quel sogno che in lei ardeva e l'aveva portata a quel gesto atroce. Dovevo essere il custode di quel regno unito da quella donna che amavo profondamente e per ricordare quel suo sacrificio, i cittadini che la rispettavano fecero una statua di lei.
Il mio cuore gioì nel vedere il suo volto.
Non potevo far altro che proteggere quella statua e coloro che abitavano in quel regno, così mi misi lì accanto a quella statua. Non sembrava, ma tutta quella gioia  che avevo la mattina, mentre ero in sembianze di riccio, ed ero circondato da bambini che mi accarezzavano e raccontavano di me anche a distanza di più di 100 anni, diventava il mio dolore ogni sera, proprio come quel giorno in cui lei se ne andò.
Quella statua mi ricordava l'atroce gesto fatto, i miei mille rimpianti...
Mi rimproveravo allora, proprio come ora, che avrei dovuto prenderla con la forza e portarla via da lì senza il suo volere. 
Avrei dovuto salvarla da quella sorte e così le mie lacrime scendevano, proprio come scendono ancor adesso ripensando a quel momento in cui avrei potuto trascinarla via, magari mentre giaceva nel suo letto, ma come uno stupido l'ho lasciata andare. Come un uomo che ha scelto di morire, perchè pur essendo un vampiro ed essere immortale, questo triste destino mi ha ucciso dentro. 



Essere solo, senza di lei, senza più ricordi ne momenti da condividere mi distrugge l'anima ogni attimo.
Ancor peggio e ciò che accadde successivamente.
Ero abituato ormai a convivere con quel dolore e avere quel compito.
Mi faceva sentire guardiano del cuore della mia amata Ophelia. Come me, volevo che anche gli altri ricordassero eternamente di lei, anche se continuavo a piangere ogni sera, mi andava bene. Avevo pur sempre la sua figura e il suo ricordo diventato ormai, come voleva, simbolo di pace.
Peccato che venne quel maledetto giorno in cui la pazzia mi prese e mi fece diventare avaro di vendetta e di odio nei confronti degli umani e della società, ma sopratutto detestare profondamente mio fratello.
Essendo un Servamp, quello dell'avarizia, dovetti andare dai miei sei fratelli per una questione urgente riguardante il nostro padre creatore. Volevano mettere fine alla sua vita ed io mi opposi. Già avevo perso Ophelia a me cara e non volevo perdere altre persone. Comprendevo il motivo per cui avevano deciso di farlo. 
Aveva distrutto la nostra vita. In principio eravamo umani e a causa del nostro creatore che siamo costretti a subire questo dolore dell'eternità, perchè vivere vedendo coloro che ami morire, non è bello, anzi. Ti logora dentro.
Ciò nonostante, per quanto mi opponessi, la maggioranza decise sulla morte ed io tornai al regno di cui facevo parte.
Avevo il cuore a pezzi e l'unica cosa che poteva riempire di gioia il mio cuore dolorante era il volto della mia amata Ophelia, ma una volta lì non potè fare almeno di rimanere pietrificato.



La statua della mia donna era stata distrutta così come il regno di pace che aveva creato.
Vidi quella statua frantumarsi dinanzi ai miei occhi e quella scena mi portò all'esasperazione. Avevo perso tutto. La mia vita, la mia unica ragione rimasta per cui vivere era andata a puttane. Ero solo. Completamente solo. Niente regno, niente Ophelia e il mio cuore impazzì.
Presi quei frammenti della statua tra le mani, ma ormai tutto di lei era andato. 
In quell'istante due personalità sfociarono in me. Volevo qualcosa per cui vivere, ma volevo anche distruggere la felicità di tutti e tutti gli umani perchè se non fosse stato per loro e quell'assurda voglia di guerra, adesso non sarei qui e non sarei ciò che sono diventato. Il pazzo di nome Hyde, quel nome dato dal custode che mi martorizza ogni qualvolta tento di ammazzarlo, ma infondo se lo faccio è proprio per riassaporare questa sofferenza. 



Lui ha il potere di farmi rivivere tutti i momenti passati con lei. Può trascinarmi nel teatro del mio cuore e mostrarmi tutto ciò che ho fatto, ma ciò non lo rende di certo degno di vivere.
E' pur vero che rispetto agli altri umani è un essere angelico, ma non posso rispettarlo e dargli vita facile. 
Non è da me, sopratutto dopo ciò che è successo con la mia Ophelia.
Voglio pur sempre qualcosa che mi dica: 'ne posso fare almeno'. 
Sono strano. Lo ammetto. Non mi comprendo neanche io certe volte.
Probabilmente è la pazzia che porto dietro da anni. Ho ucciso troppe persone per quell'amore distrutto a cui ancor penso.
Odio amare. L'amore è un'arma atroce.
Mi ha distrutto l'anima e la ragione.
E' vero che sono adesso un vampiro più che mai, ma preferivo essere l'imbranato che correva nel regno e ne combinava di tutti i colori insieme alla sua Ophelia.
La amo ancora così tanto che non riesco a smettere di  farmi chiamare Lawless, nome che mi dette la mia Ophelia molto tempo fa.
Quel nome mi appartiene così come mi appartiene l'anima della mia amata.
So che indissolubilmente l'amor che provo non andrà via e perciò non mi resta che usare il mio nuovo custode per riportarla in vita ogni qualvolta ne ho bisogno. Lo so che è nella mia mente, ma anche lì mi va bene. 
Voglio sentirla, baciarle la guancia, accarezzarle il volto e toccare quei suoi lucenti capelli.
Voglio rivivere gli attimi passati con lei, anche se fanno così male, perchè la amo tremendamente.
La amo più della mia stessa vita e se ci fosse un modo per vivere nei miei stessi ricordi, allora lo farò.
Sarei capece di condannarmi alla noia sapendo ogni attimo di cui sto vivendo, ma sicuramente la mia vita avrebbe finalmente senso, perchè con me ci sarà lei, la mia amata Ophelia.
Vita, morte, dolore, passione... sono solo frammenti e tutta quell'agonia provata con la morte della mia amata, non avrebbe più senso, perchè saprei che il giorno dopo rivedrei incessantemente il suo volto insieme alle nostre mille avventure e il nostro amore sarebbe sempre vivo.
Perchè io, pur essendo un vampiro, continuo ad amarla e l'amerò finchè avrò vita.
"Ti amo...Ophelia..." Sussurro ricordando ancora una volta il volto di colei che ho amato ed amo ancora sperando che questa vita, così assurda, mi venga tolta un giorno e finalmente potrò raggiungerla, perchè lei è parte di me, proprio come io sono ancora tutt'ora parte di lei...



   
 
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