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Autore: dolcecarmensita    26/02/2017    1 recensioni
Serena ha ventotto anni. Vive tranquillamente con i genitori e il suo gatto Biagio. Si divide tra la gestione della sua libreria e quella molto più difficile delle sue amiche. Ma un giorno tutto potrebbe cambiare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PROLOGO
-Vuoi tu Concetta prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Claudio per amarlo, onorarlo e rispettarlo in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?-
Mi sta venendo da ridere. Il sacerdote non li conosce per niente. Sicuramente non li separerà la morte: nel giro di pochi anni saranno talmente pieni di corna e impegnati a litigare furiosamente che correranno dall’avvocato per avviare la separazione.
No decisamente non è il mio matrimonio.
Ho chiuso con l’amore dopo la mia ultima relazione finita male. Vivevo da un anno con il mio fidanzato. Le mie amiche mi avevano sempre avvisato che c’era poco da fidarsi con un tipo come quello. Io stupida ho sempre creduto a tutte le sue scuse e le sue improvvise riunioni serali. Finché un pomeriggio ha avuto la brillante idea di portare in casa nostra la sua ultima conquista. A dire il vero quella volta non sarei neanche dovuta essere a Napoli. Ero partita qualche giorno prima per Roma, dove si trovava Martina la mia migliore amica per aiutarla con gli scatoloni del suo ritorno nella nostra città. Terminammo in fretta e così decidemmo di tornare subito a casa. Chiaramente non ritenni necessario avvisare Fabio, è così che si chiama il lurido traditore seriale, ed è stato lui a fare la sorpresa a me. Entrata nell’appartamento avevo sentito degli strani rumori provenire dalla camera da letto dove scoprii con disgusto che si stava svolgendo un vero e proprio incontro acrobatico. Non avrei mai immaginato che due corpi potessero intrecciarsi in quel modo. Ne fui anche un po’ sorpresa perché con me era sempre stato come dire abbastanza tradizionale e alcune volte un tantino noioso. Così aspettai che terminassero e quando finalmente si accorsero di me, afferrai lei per le extension e la trascinai fuori di casa e a lui lanciai una valanga di insulti e ogni genere di oggetto mi capitasse tra le mani. In seguito raccolsi l’essenziale, uscii sul pianerottolo e in lacrime telefonai mio padre che subito corse a prendermi per riportarmi a casa. I due giorni successivi furono davvero orribili. Avevo spento il cellulare e uscivo a malapena dalla mia camera. I miei genitori poverini non sapevano più come farmi riprendere dal mio penoso stato. Avevano anche tentato di far tornare mio fratello da Milano con la speranza che almeno lui riuscisse a sollevarmi, ma poi decisero di telefonare Martina. Appena arrivata in camera mia, spalancò le finestre, mi trascinò giù dal letto fino in bagno e mi chiuse nella doccia. Rimasi sotto il getto dell’acqua bollente per alcuni minuti ripensando a tutte le volte che le sue mani e le sue labbra mi avevano sfiorato dopo le sue infinite scappatelle. Iniziai a strofinarmi così forte nel tentativo di cancellare il suo passaggio. Una volta finito mi sembrò di aver ripreso una forma quasi decente e decisi che era arrivato il momento di fare la mia comparsa in cucina e con grande stupore di mia madre e di Martina iniziai a preparare dolci di ogni tipo. Mi chiedo ancora se una di loro abbia pensato di chiamare i vigili del fuoco o un esorcista perché ovviamente qualcosa andò storto. Sentimmo un botto provenire dal forno e dopo averlo aperto, iniziò a schizzare impasto ovunque nella stanza. Da quel giorno ho deciso per il bene di tutti di non preparare più dolci ma soprattutto di chiudere con il genere maschile fatta eccezione per mio padre e il mio bellissimo gatto d’ufficio Biagio tutto grigio e bianco. Biagio si è presentato a casa mia una mattina di un anno fa dopo aver capito che la mia condizione di zitella non sarebbe mai finita. Dopo questo breve racconto mi chiedo cosa ci faccia qui alle quattro e mezzo di questo caldissimo pomeriggio d’inizio agosto. Si sta sciogliendo tutto il trucco e sento che anche il mio cervello sta per evaporare. Ah si ora ricordo è il matrimonio della mia piccola cara cuginetta che ha deciso di sposarsi con quaranta gradi all’ombra e dalla faccia degli altri invitati credo di non essere la sola a soffrire in questo modo. Devo ammettere che la location mi piace molto. Ci troviamo in una tenuta e la cerimonia religiosa si sta svolgendo in giardino. Le damigelle hanno sparso fiori bianchi e rosa ovunque e sto iniziando a temere un’invasione di api e vespe. Sono impaziente di entrare nella sala del ricevimento dove spero vivamente di poter iniziare a respirare di nuovo.
Come se non bastasse mia madre non fa altro che tormentarmi, da quando ha saputo di questo matrimonio, con la storia che dopo due anni dovrei essermi ripresa e dovrei cercarmi un uomo data la veneranda età di 28 anni e darle un paio di nipotini che occuperanno le sue giornate una volta che sarà in pensione. Le mie amiche Martina e Irene devono essersi messe d’accordo con lei perché ultimamente mi ripetono ogni giorno che non posso vivere solo per il mio lavoro, per la mia libreria e che dovrei iniziare a prendere spunto dai tanti romanzi rosa che adoro leggere.
Finalmente il rito religioso è terminato. Spero che gli sposi non ci facciano attendere molto per le foto.
Apro la mia pochette e controllo il cellulare. Ho dei messaggi, sono proprio le mie amiche sul nostro gruppo whatsapp chiamato in modo molto originale SIM, come le nostre iniziali.
Irene: Serena dai raccontaci com’è la sposa? E gli invitati? C’è qualche amico dello sposo che possa interessarti?
Martina: Ma io non voglio sapere della sposa. Hai incontrato qualcuno carino?
Rispondo subito: Ragazze tutto bene tranne il caldo, sto soffocando. La sposa è bellissima. Con una cugina come me non poteva essere altrimenti.
Irene: Vedo che sei modesta.
Io: Martina calmati. Sai molto bene che io non mi sposerò mai e poi mai. Sapete anche che mi sposerei solo se arrivasse David Gandy in ginocchio con un diamante enorme.
Martina: E tu cara Serena, ricordati che anch’io la pensavo così e poi ho deciso di dare una possibilità al mio amorino Emanuele e tra qualche anno ci sposeremo, avremo un bambino che sarà tuo genero.
Alzo gli occhi al cielo e rispondo: Tu sei completamente pazza. Scordatelo! Mai e poi mai!
 
 


***
Salve a tutti!
Dopo aver letto tante storie su questo sito e numerosi libri, due persone mi hanno finalmente convinto a scrivere qualcosa di mio. Sicuramente ci saranno degli errori ma io accetto tutte le critiche e i consigli. Alla prossima! 
 
 
  
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