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Autore: TheStrangeCaseOfCass    26/02/2017    3 recensioni
Dal capitolo 3: "Scosse la testa, contrariata. Diamine, era lì per divertirsi o no? Via questi cavolo di pensieri, occupavano già troppe delle sue giornate. Doveva lasciarsi andare quella sera, divertirsi come non faceva da troppo tempo, o forse come non aveva mai fatto."
Dal capitolo 5: "Lzzy annuì, felice di non dover tagliare fuori dalla sua vita quella magica ragazza che vi era entrata così all'improvviso. Era sempre stata una persona molto espansiva, aperta alle nuove esperienze, in diciotto anni aveva stretto amicizia con centinaia di persone in tutto il mondo e sentiva in qualche modo una speciale affinità con la strega."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23

 
A detta di Codatorta, un badile e uno spazzolone grande quasi più di lei sarebbero stati i migliori amici di Aire. Al secondo giorno di lavori forzati, la ragazza aveva tutt’altra opinione. E il suo sorvegliante non le stava più simpatico, dato che cercava in continuazione ad attaccare bottone con lei. Detestava ammetterlo, ma la cosa le dava un senso di sicurezza: insomma, pulire le stalle dei draghi non è esattamente la cosa più sicura del mondo e avere uno Specialista del terzo anno attaccato come una gomma da masticare alla suola di una scarpa poteva fare comodo. Anche se con tutta probabilità quel fanfarone non avrebbe mosso un dito senza ricattarla con un appuntamento… e poi c’era quella sua insopportabile parlantina! Aire era stata tentata di mettersi dei tappi di cera nelle orecchie, ma poi aveva deciso che era meglio sopportare le chiacchiere esasperanti di Alec piuttosto che non sentire un drago ringhiare e diventare un arrosto di conseguenza. Quindi era lì a pulire le stalle dal letame col badile mentre Alec cercava di intavolare una discussione, apparentemente incurante dell’odore.
Seccato dall’impermeabilità della strega, Alec domandò:
- Hai intenzione di ignorarmi anche oggi? - Nessuna risposta. - Guarda che sto cercando di renderti il compito meno pesante streghetta. - continuò, con un tono di voce che rivelava la sua buona fede.
“Questo è troppo!” pensò Aire e, invece di far scivolare il contenuto della pala nella solita carriola, fece un giro completo su sé stessa e lo lanciò addosso al ragazzo, sporcandogli la linda divisa da primo della classe. L’espressione stupefatta e leggermente schifata di Alec furono un toccasana per la mora, ma non lo diede a vedere. Gli mostrò invece i polsi, adornati da un paio di bracciali che bloccavano i suoi poteri.
- Li vedi questi? - disse - In teoria servono a non farmi pulire questo posto con la magia, cosa inutile dato che quel tipo di incantesimi ha una durata limitata e lo sanno anche i bambini, ma in realtà devi ringraziare questi cosi se hai ancora un paio di gambe e una lingua, perché se potessi ti avrei già trasformato in qualcosa che striscia e tace!!! Mi hai incastrata, costretta a sopportare la tua compagnia e hai anche il coraggio di dire che cerchi di darmi una mano con le tue chiacchiere? Ma allora sei da psichiatria, altro che strizzacervelli! -
Per un istante Aire credette di aver ammutolito il ragazzo con la sua sfuriata, ma l’illusione durò assai poco.
- Sei diventata tutta rossa. - ridacchiò infatti Alec, al che la strega sospirò e, con un poco elegante “va’ al diavolo” tornò al suo lavoro. Alec non si perse d’animo.
- Sai, hai davvero un carattere interessante. Le ragazze che frequento di solito si fanno tagliare la lingua piuttosto che mandarmi a quel paese e non credo siano capaci di mettere insieme più di tre proposizioni alla volta. -
Per venti minuti buoni insistette su quanto Aire fosse intelligente, particolare e bella, senza ottenere alcun risultato visibile. Nella testa della strega, però, quei complimenti iniziavano ad attecchire, ma la ragazza non si permise di cedere.
“Aire! E’ solo un donnaiolo, ricordatelo” pensò, scansando il ragazzo per passare alla gabbia successiva. Era quasi tentata di chiudere dentro Alec, ma questo avrebbe potuto costarle un aumento della pena quindi respinse l’idea, per quanto allettante, e si limitò ad entrare nella gabbia di un drago enorme. Il pelo bianco e ispido che lo ricopriva metteva in risalto il rosso scuro delle ali membranose e delle orecchie. Il collo affusolato era ripiegato in modo che la grossa testa poggiasse sulle zampe, gli occhi chiusi in un sonno apparentemente profondo.
Alec mise per un attimo da parte il suo tono spensierato a favore di uno più preoccupato:
- Attenta con quel drago, ha un pessimo carattere. -
Dal momento che il bestione sembrava ignorarla completamente, Aire decise che Alec la stava solo prendendo in giro. Ripagandolo con la stessa moneta disse:
- Ehi Alirosse, hai sentito anche tu quel ronzio? Certo che queste zanzare sono grosse, eh? -
Quando finì di parlare diede una leggera pacca sulla pelle dura del drago. Questo non parve gradire tutta quella confidenza: ringhiò sommessamente e spalancò gli occhi di rubino. Essendo i draghi privi di pupilla, Aire intuì il loro movimento più che vederlo ma capì comunque quando il drago iniziò a fissarla.
- Ops. - sussurrò terrorizzata.
La paura le gelò il sangue. Doveva togliersi di lì prima che il drago la attaccasse, ma sapeva che non sarebbe mai riuscita a raggiungere la porta della gabbia e come se non bastasse non aveva modo di togliersi i bracciali. Il drago allungò il collo verso Aire, preparandosi a sputare fuoco. La ragazza chiuse gli occhi, pronta a diventare un enorme arrosto, ma la fiammata letale non arrivò. Ne sentiva il calore, ma questo sembrava girarle attorno. Aire riaprì gli occhi e vide Alec che, in perfetta posa da cavaliere, riparava entrambi col suo scudo. Non appena il torrente di fuoco si interruppe Alec tese una mano verso il drago, intimandogli di restare fermo. Un ringhio assordante fu tutto quel che ricevette in risposta e fu anche l’unico segnale del colpo di coda che il drago indirizzò al ragazzo. Alec saltò, schivando la coda che mancò per un soffio la strega dietro di lui.
- Ho detto: fermo! - ripetè, stavolta tendendo entrambe le mani verso il drago.
Quando questo si fece più indietro, tornando ad accovacciarsi, Alec sussurrò:
- Esci in fretta. -
Senza farselo ripetere due volte, Aire corse fuori dalla gabbia senza curarsi di recuperare i suoi attrezzi. Col cuore che batteva furiosamente si appoggiò ad una parete. Alec la affiancò.
- Stai bene? - le chiese mentre chiudeva il chiavistello.
- Sì. G-grazie. - rispose la strega.
- Per oggi basta eh? Tanto sono quasi le sei e dovresti comunque smettere fra poco. -
Non ci fu risposta, ma stavolta il ragazzo la capiva, con uno spavento del genere! Le prese una mano, al che Aire si girò di scatto verso di lui con uno sguardo che diceva “lasciami o ti uccido”. Alec rise.
- Che c’è, non vuoi neanche che ti tolga i bracciali? -
- Ah… sì. - disse Aire, le guance in fiamme, mentre Alec le liberava i polsi.
- Senti, ora che hai di nuovo i tuoi poteri, mi faresti un favore? Solo per ringraziarmi per il drago. -
Aire lo squadrò diffidente.
- Purchè non si tratti di baciarti, perché ti trasformerei in una biscia. -
Alec alzò le braccia in segno di resa.
- Ohoh, non osavo tanto visto quanto ti sto simpatico. No, solo… potresti far sparire questa macchia? Per favore, la signora della lavanderia mi detesta! -
Aire scoppiò a ridere.
- Non sono l’unica quindi. Ecco - e mosse la mano come per spolverare una superficie invisibile - la macchia è sparita. -
- Grazie, mi hai risparmiato una lunga ramanzina. “Signor Alec, dovrebbe avere più cura della sua uniforme!” e cose del genere. -
Risero insieme, poi Alec condusse Aire fuori dall’edificio.
- Voglio farti vedere una cosa. -
Curiosa, la ragazza lo seguì sulla terrazza ricoperta di morbido prato. Uno dei quattro fiumi artificiali che dalla scuola si gettavano nel vuoto scorreva ad un paio di metri da loro. Alec si fermò solo quando i suoi piedi furono sul bordo della terrazza.
- Vedi di non cadere di sotto o diranno che ti ho spinto. - commentò Aire facendolo sogghignare.
- Gentile da parte tua preoccuparti della mia salute. Volevo farti vedere Magix. Da qui si vede tutta la città. -
Aire smise di contare quanti millimetri ci fossero fra gli stivali di Alec e il vuoto e guardò l’orizzonte. Sotto di loro, la foresta di Selvafosca si estendeva a perdita d’occhio. La distesa di aghi si arrestava solo sulle rive del Lago di Roccaluce per poi riprendere sulla sponda opposta, diradarsi e lentamente lasciare spazio agli edifici della città. Le Montagne della Barriera erano solo sagome azzurrine contro l’orizzonte.
- E’ uno spettacolo, veramente. Riesco quasi a vedere casa mia. - sorrise Aire, rapita da quello spettacolo. Torre nuvola offriva un panorama molto più tetro e desolante, fatto di rocce aguzze e grigie e alberi tetri.
- Sul serio? -
- Sì, è una di quelle case a schiera, le vedi? - disse Aire indicandole col braccio - Lì, vicino alla bibliote… -
In quell’istante l’eco di un tremendo boato li raggiunse mentre parte del tetto della biblioteca di Magix veniva distrutta da un vortice di fiamme nerastre. I due ragazzi indietreggiarono istintivamente di qualche passo. Attesero per alcuni minuti nel silenzio più assoluto, poi Aire disse:
- Cosa sarà successo? -
Alec si voltò verso la ragazza e vide il terrore nelle sue pupille ristrette.
- L’ultima volta che è successo qualcosa del genere c’entravano tre streghe di nostra conoscenza. -
Aire scosse la testa.
- Questa volta no, credimi. -
- Come puoi esserne sicura? Le conosci forse? -
- No, non le conosco. - rispose semplicemente Aire, ma avrebbe voluto aggiungere che il suo istinto le suggeriva che le Trix erano completamente estranee a quello che stava accadendo.
 
§§
 
Anche ad Alfea si era sentito il boato e molte studentesse si erano affacciate alle finestre per vedere cosa stesse succedendo, comprese le Winx e le Trix.
- Riuscite a vedere qualcosa? - chiese Musa raggiungendo Bloom, Aisha e Stormy sul balcone.
- Macchè, questa scuola a ferro di cavallo copre praticamente tutto. Dalla parte del Lago non c’è niente. - rispose la strega.
Alle loro spalle arrivò Stella, appena scesa dalla boutique.
- Neanche da su si vede niente. - disse.
Flora si affacciò alla porta dell’appartamento, già spalancata.
- Dal corridoio si vede qualcosa, venite! -
Le altre erano già tutte accalcate intorno alle finestre nel tentativo di capire da dove provenisse la colonna di fumo che macchiava il cielo terso di Magix.
- Viene dalla città? - chiese Bloom strizzando gli occhi per vedere meglio.
Nessuna fece in tempo a rispondere perché l’ispettrice Griselda avanzava a passo di marcia nel corridoio, esortando le allieve a tornare nelle loro camere.
- Fra un’ora tutte in aula magna, per il momento tornate nelle vostre stanze e mantenete la calma. - Bloccò le Winx, che stavano per rientrare - Faragonda vi vuole nel suo ufficio. Tutte. -
- “Tutte” significa anche noi tre? - chiese Darcy perplessa.
- Esattamente signorina. - con questo Griselda le liquidò, tornando a svolgere il suo compito nel dormitorio.
Icy scrollò le spalle, come a dire che non potevano fare altro che obbedire, quindi si diressero in presidenza. Trovarono Faragonda seduta dietro la sua scrivania, con un’aria contrariata che non prometteva niente di buono.
- C’è qualcosa che dovreste dirmi? - chiese senza tanti preamboli.
Icy ebbe quasi un infarto, convinta che si riferisse a Lzzy, ma non disse niente. C’era la possibilità che Faragonda stesse parlando di tutt’altro e non aveva intenzione di cedere alla prima pressione.
La preside interpretò il silenzio generale come una richiesta di chiarimenti, quindi disse:
- Intendo, avete avuto degli avvertimenti di qualsiasi genere? -
- Avvertimenti riguardo a cosa? - domandò Bloom.
- Il boato che avete sentito proveniva dalla biblioteca di Magix. Il soffitto dell’ala est è diventato cenere e alcuni testimoni dicono di aver visto delle fiamme scure, quasi nere, prima che accadesse. Questo, purtroppo, non può che ricordarmi… -
- Valtor. - sussurrò Darcy sbiancando.
Ma non stava più guardando la preside. Le ragazze fissavano il cielo oltre la vetrata, un cielo ora coperto da nuvole scure che mettevano in risalto il viola del marchio di Valtor.
 
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Le nuvole avevano avvolto la valle improvvisamente, sorprendendo Alec e Aire.
- Splendido, ora anche questa. Andiamo, devo fare rapporto a Saladin e ho come la sensazione che il tuo rientro a Torrenuvola sarà posticipato. - commentò Alec avviandosi verso l’interno della scuola.
Ma la strega non lo seguì, aveva lo sguardo fisso su un simbolo viola che sembrava marchiare la scuola di Alfea.
- Lo sai cos’è quello? - chiese la ragazza - E’ il marchio di Valtor Alec, significa che è tornato! -
Le tremava la voce, tutti i ricordi del terremoto le si ripresentavano davanti agli occhi. Aire era così sconvolta che non oppose alcuna resistenza quando Alec la prese per mano, costringendola a correre con lui.
 
§§
 
Divertente. Non c’era altra parola per descrivere l’agitazione delle fate nel vedere la loro insulsa barriera cadere come brandelli di carta bruciata dopo un solo fulmine magico. Erano passati quasi quattro anni, ma sembravano non aver imparato niente.
Un gruppo di studentesse corse in cortile e Valtor riconobbe la chioma fiammante di Bloom. Un odio bruciante lo travolse. Era solo a causa di quella ragazza se il suo piano era fallito. Sua e delle tre streghe che lo avevano tradito e che ora affiancavano le fate che lo avevano sconfitto.
A terra, le ragazze si lanciarono uno sguardo d’intesa e si trasformarono tutte insieme, anche se le Trix impiegarono solo una manciata di secondi e furono costrette ad aspettare le Winx. Quindi si levarono in volo, fermandosi ad una decina di metri di distanza da Valtor.
Icy ebbe un tuffo al cuore. Non era cambiato di una virgola, gli stessi lineamenti duri, gli stessi capelli chiari, gli stessi occhi sottili e inespressivi che ricordava. Una volta aveva amato quegli occhi, ora non poteva che odiarli. Così come odiava quel sorriso appena increspato che rivolgeva al resto del mondo.
- Ti credevamo morto. - disse Darcy, lapidaria.
- Ho fatto in modo che fosse così. Non sembrate contente di rivedermi. -
- Ti sorprende? - chiese Stella con la sua solita ironia.
- Ad essere sincero, mi aspettavo che qualcuno conservasse un bel ricordo di me. Non è vero Icy? -
Come osava parlarle così? Lei gli aveva dato tutto senza ricevere niente in cambio se non delusioni e sconfitte!
- Quello è il peggior ricordo che ho di te a dire il vero. - disse la strega del ghiaccio riducendo gli occhi a due fessure.
Valtor sembrò divertito dalla sua risposta. O forse voleva solo mascherare il fastidio?
- Presto cambierai idea, credimi. Voi tre avete tradito la mia fiducia e quella delle Antenate e pagherete per questo. -
Icy sentì un brivido lungo la schiena, ma si sforzò di assumere un’ aria di scherno e di ridergli in faccia. Non era facile, doveva recitare alla perfezione per convincerlo di quello che stava per dire: era l’unica protezione che poteva offrire a Lzzy.
- Come credi di poterci punire, Valtor? Non abbiamo niente da perdere. -
- Forse non avete niente, ma senza dubbio avete qualcuno da perdere. Voi stesse in primis, ma non temete, voi non sarete che le ultime a morire. Prima toccherà a tutti coloro che amate. -
Sapeva, sapeva già tutto! Il sorriso di Icy si sgretolò mentre lei indietreggiava istintivamente. Valtor era stato nascosto per chissà quanto tempo, senza mai perderle di vista, aveva scelto il momento giusto per tornare ed eccolo lì, davanti a loro.
Stormy strinse i pugni e un fulmine puntò dritto contro lo stregone, accompagnato da un tuono che fece tremare i vetri di Alfea. Con grande disappunto della strega il fulmine non colpì mai il bersaglio e deviò a pochi centimetri da esso.
- Non oggi Stormy. ci sarà tempo per combattere, questo è solo un avvertimento. - disse Valtor per poi svanire insieme al suo marchio.
Icy avrebbe voluto urlare tutta la sua rabbia, chiudere gli occhi e riaprirli scoprendo che tutto attorno a lei era ricoperto dal ghiaccio, ma non poteva e non voleva dare a Valtor la soddisfazione di distruggerla. Flora le mise una mano sulla spalla.
- Icy… -
- Non. Chiederlo. Non chiedermi come sto Flora. Potrai farlo in camera, quando saremo sole. Ma se me lo chiedi adesso vado in pezzi, quindi non chiedermelo. -
La fata della natura ritirò la mano, spaventata dal tono grave della strega, lo stesso che era solita usare durante le loro battaglie.
- Che facciamo adesso? Diciamo a Faragonda del… - chiese Musa, subito interrotta da Bloom.
- No, le diremo solo che Valtor ha intenzione di uccidere noi e le Trix. -
Stormy fece per obiettare, ma poi dovette ammettere a sé stessa che era stata questa la promessa dello stregone. Le ragazze si abbassarono di quota, mentre Icy capiva finalmente quale fosse il pericolo che i suoi poteri le avevano annunciato il giorno prima.

Spazio dell'autrice
Chiedo umilmente scusa per il terribile ritardo, ma ho i miei motivi: uno è che grazie ai 23 giorni in cui la scuola a gennaio è stata chiusa, febbraio è stato un mese infernale. La seconda è che questo capitolo è il regalo di compleanno di un'amica, e non potevo certo farle il regalo in anticipo... auguri poliglotta! <3 
Abbiamo finalmente scoperto chi era la figura misteriosa. Valtor... darà molti, molti problemi, com'è suo solito. Chi vivrà vedrà ;)
Dunque, che altro? Ringrazio chi legge e/o recensisce e in particolare LittleGypsyPrincess che si è appena aggiunta alla banda. Hello lil Freak <3
Ok, pubblico sennò sto fino a mezzanotte pure oggi e domani mi sveglio a mezzogiorno (perchè domani ho ponte pur avendo perso un mese di scuola... non mi lamento perchè ci stanno spremendo come limoni e una pausa ci voleva, ma lo stesso non capisco XD).
See y'all :))
Cass

 
   
 
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