Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: ladyerinfraser    27/02/2017    2 recensioni
[dal testo] "Otabek, a diciannove anni, aveva scoperto il peso dell’essere innamorato di qualcuno, del sentirsi attirato da quella persona sotto ogni punto di vista e in modo irrimediabile. E il dolore lacerante di non essere ricambiato."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
JUST LET IT OUT
 
 
 
I gesti sono più forti delle parole, Otabek lo sapeva bene.
Lui, un lupo solitario, non poteva non comprenderne la potenza inespressa.
Riusciva a capire, in pochi movimenti, le emozioni di chi aveva davanti e si adattava di conseguenza.
Il tono di voce piatto, le spalle dritte, la stretta di mano veloce, il modo in cui gli occhi del russo guardavano altrove.
 
Perché mi stai allontanando?
 
Non era così che sarebbe dovuta andare tra loro.
A dirla tutta, neanche lui sapeva come sarebbe dovuta andare o se addirittura ci fosse mai stato qualcosa.
Sapeva solo che Yuri lo stava allontanando, quella sera, al banquet d’apertura dei Quattro Continenti in Corea, dopo mesi fatti solo di messaggi e videochiamate.
Vederlo da vicino, poterlo guardare negli occhi era tutto ciò che voleva.
O almeno così credeva.
L’aveva sognato tante volte, il momento in cui si sarebbero rivisti.
Gli occhi si sarebbero illuminati, i loro corpi sarebbero stati scossi da un brivido ed entrambi avrebbero sorriso beffardamente all’altro, un sorriso seguito poi da un leggero cenno del capo.
Un saluto che sarebbe potuto passare per un segno di rispetto per l’avversario, ma che in realtà nascondeva tante notti insonni passate a spogliarsi a chilometri di distanza, e non solo mentalmente.
L’immagine del corpo nudo ed etereo di Yuri erano impresse nella sua mente, e dovette chiudere gli occhi un attimo per assaporare quel momento, per bearsi di quel ricordo.
Poi espirò e riprese il controllo della sua mente, nonostante il suo cuore continuasse a battere all’impazzata.
Lo sentì ridere, e non riuscì a non voltarsi.
Ma Yuri non fece lo stesso.
Per tre minuti interi, Otabek era rimasto seduto su un divanetto all’ingresso, il cellulare all’altezza del viso, in modo che non si capisse chi in realtà stava guardando. E per tre minuti interi, il biondo non si era mai voltato nella sua direzione.
Neanche uno sguardo veloce, neanche un sospiro.
Era come se si fosse dimenticato di lui, come se tutte quelle parole che gli aveva sussurrato attraverso un monitor non le avesse mai pronunciate.
 
 
      - Vorrei poterti sentire contro di me. Vorrei potermi stringere a te e urlare il tuo nome.
      - Non voglio che urli il mio nome.- rispose Otabek,mentre le guance si arrossavano sempre di più.
      - Allora lo sussurrerò piano…- sentenziò Yuri, avvicinandosi alla videocamera del computer come se fosse un gatto. Si sedette di nuovo, prendendo il suo membro con la mano destra, mentre con quella sinistra scendeva sempre più giù, in modo calcolato e sensuale.
       Sapeva che lo stava facendo impazzire, lo sapeva, così come Otabek sapeva che non sarebbe riuscito a resistere ancora per molto solo guardandolo attraverso un monitor.
      - Be…ka…-  un ghigno soddisfatto sul volto, mentre lo sperma gli colava, lento, sulla mano.
 
 
Quella voce così forte, così sensuale, Otabek avrebbe voluto sentirla vicino in quel momento.
Si era dovuto rinchiudere in bagno, l’erezione troppo evidente sotto i pantaloni.
 
Cos’è cambiato?
 
Non riusciva a darsi una risposta.
Mentre con una mano si liberava di quell’imprevisto, con l’altra scorreva i suoi messaggi, pensando di essersi perso qualcosa, qualche passaggio, qualche frase a cui non aveva dato troppa considerazione, ma nulla.
Non riusciva neanche a capire come si era ridotto in quel modo, a masturbarsi in un bagno durante una cena di galà mentre pensava ad un ragazzo che, probabilmente, non lo considerava importante nella sua vita.
Otabek, a diciannove anni, aveva scoperto il peso dell’essere innamorato di qualcuno, del sentirsi attirato da quella persona sotto ogni punto di vista e in modo irrimediabile.
E il dolore lacerante di non essere ricambiato.
Una lacrima di frustrazione gli solcò la guancia, gli occhi chiusi mentre si rilassava con le spalle contro il muro, il fiato corto.
Ma non poteva fingere di essere qualcosa che non era.
E mentre il suo cuore si arrendeva, la sua mente sapeva che avrebbe trovato un modo per raggiungerlo.
 
L’occasione si presentò quella sera stessa.
Conosceva gli orari e le abitudini di Yuri, e sapeva che sarebbe tornato nella sua stanza prima del previsto e da solo.
Lo vide uscire dall’ascensore, una ciocca di capelli biondi davanti l'occhio sinistro, il passo stanco.
Sorrideva però, e scuoteva la testa, come quando un ricordo divertente torna improvvisamente alla mente.
Non vide Otabek quando gli passò davanti, appoggiato com’era ad una colonna di marmo.
Sentì solo tirarsi per un braccio all’indietro, e non fece neanche in tempo ad emettere un suono.
Si ritrovò stretto in un abbraccio da cui, per qualche motivo, non voleva divincolarsi.
Un sorriso rassegnato si dipinse sul suo volto.
Non lo aveva degnato per tutta la sera di uno sguardo, era riuscito a dimenticarsene alzando un po’ un gomito senza farsi vedere, ma sapeva che prima o poi sarebbe successo. In fondo sarebbero stati cinque giorni nella stessa competizione, nello stesso palazzetto, nello stesso hotel.
 
Come potevi anche solo sperare di evitarlo?
 
Con la testa contro suo petto, sentiva il cuore di Otabek battere così veloce che sembrava stesse per scoppiare. Spalancò gli occhi, quando si accorse che il suo di cuore andava alla stessa velocità.
Bruscamente Yuri si liberò dalla presa e gli diede le spalle, ma non riuscì a fare neanche un passo.
Otabek lo stava ora abbracciando da dietro, facendogli pressione sul petto con le braccia per fare in modo che appoggiasse la schiena contro di lui, per averlo più vicino.
Non sapeva cosa lo teneva immobile, cosa gli impedisse di reagire di nuovo.
Probabilmente era il braccio destro che lo teneva fermo circondandogli la vita mentre la mano sinistra gli carezzava il collo, facendogli involontariamente alzare il mento. Lo sentiva sospirare dietro di sé, mentre raccoglieva i pensieri.
- Perché?-
Non servivano altre parole, e un brivido corse lungo la schiena di Yuri. La presa aumentò leggermente.
Le labbra di Otabek così vicine al suo orecchio, il suo respiro irregolare.
Non aveva una risposta.
Non sapeva perché si era comportato in quel modo per tutta la sera.
 
Paura?
 
Probabilmente si trattava di vari tipi di paura: la paura per la gara, la paura di rivederlo di nuovo, la paura di dover affrontare nella realtà quelle emozioni che teneva sempre imbottigliate e che lasciava uscire solo nel momento in cui erano soli, nel buio soffuso della sua stanza a Mosca, a chilometri di distanza l’uno dall’altro.
Era più facile così per lui, era più facile concentrarsi.
- Perché è meglio così.-
Freddo. Tagliente.
Yuri sapeva che non stava parlando con Victor, sapeva che non doveva provare a farsi capire.
Sperava che Otabek mollasse la presa, che lo lasciasse andare.
Voleva liberarsi al più presto del suo profumo, di quella sensazione che gli mozzava il fiato, di quelle lacrime che ora riempivano i suoi occhi.
Ma così non fu.
Ciò che il moro fece fu stringerlo ancora di più a sé e iniziare a giocare con le sue labbra. il pollice scorreva avanti e indietro, senza fretta ma non in modo leggero. Sentiva crescere in lui l'urgenza di comunicargli ciò che in realtà avrebbe voluto veramente da Yuri sin da quando l’aveva riviisto, che, a sua volta, chiuse gli occhi e abbandonò la sua testa contro la spalla di Otabek.
- Beka, io…-
Yuri non riuscì a finire la frase e fu lui stesso a chiudere maggiormente il bacino per sentire l’erezione dell’altro contro di lui, la punta della lingua che sfiorava le sue dita calde.
Era proprio quello che voleva evitare: perdere il controllo.
Sentirsi vulnerabile.
Ma era così bello e speciale sentirsi vulnerabile con lui, grazie a lui e per lui.
- Vieni con me?- gli chiese Otabek, girandosi quel tanto che bastava e incontrando i verdi occhi lucidi di Yuri.
Era una domanda che non aveva bisogno di una risposta.
 
  
I'd love you, I'd please you,
I'd tell you that I'd never leave you
and love you 'til the end of time
if you were in these arms tonight.




Image and video hosting by TinyPic
 
Writer's corner:
Chi mi ha ispirato questa one-shot è l'autrice di questa fantastica fanart!
http://sussuko.tumblr.com/post/157740038915/otayuri%E7%9A%84%E5%A4%96%E3%82%8C%E3%82%B9%E3%83%9F%E3%83%9E%E3%82%BB%E3%83%B3
Spero vi sia piaciuta,
 e, anche in caso la risposta sia negativa, lasciatemi una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate. Accetto sia i commenti positivi sia, soprattutto, le critiche.
Grazie ancora <3

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: ladyerinfraser