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Autore: Yugi95    27/02/2017    3 recensioni
Immaginate di scoprire che la realtà, in cui avete da sempre vissuto e conosciuto, non sia altro che una parte di un qualche cosa di più grande. Immaginate di scoprire un nuovo mondo di cui ignoravate persino l'esistenza e che adesso è lì, dinanzi a voi, pronto a rivelare i propri segreti. La Dimensione Magica nasconde un terribile segreto, una storia così scellerata che si è addirittura voluta dimenticare. Per Bloom e le sue amiche sarà quasi impossibile risolvere il mistero. Nuovi e vecchi nemici, provenienti dalle tenebre più profonde dell'universo magico, sono pronti a colpire e, questa volta, non ne risentirà solo il corpo ma anche l'anima. Tuttavia una luce, fioca e debole, brilla nell'oscurità. La luce racchiude l'unica speranza di salvezza, ma, per poter ardere, ha bisogno di essere alimentata dai venti dell'amicizia, della fiducia e dell'amore. La battaglia finale è alle porte e l'esito dello scontro deciderà non solo le sorti di Magix ma di tutti i mondi conosciuti.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winx
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Winx Club - Cassiopea's Chronicles'
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Capitolo XXIX – Il contrattacco del nemico
 

Non appena Acheron sollevò il suo braccio, la terra subì un forte smottamento. Le Winx, spaventate dal gesto del loro nemico, indietreggiarono leggermente, ma, continuando a tenersi per mano, cercarono di mantenere stabile la rete energetica. In quello stesso momento però dai piedi dello stregone si diramò una profonda crepa, che con incredibile rapidità si diresse verso l’esterno della gabbia di contenimento. A quel punto con un rumore sordo alle spalle della fata della tecnologia sbucò un’inquietante mano d’ombra. Tecna, presa alla sprovvista, fu afferrata per la vita e scaraventata contro un albero.
«Tecna!!» urlò Musa, correndo verso l’amica.
Poiché le due ragazze avevano lasciato le mani delle loro compagne, la rete si dissolse nel nulla e Acheron fu libero di attaccare. Subito dopo, infatti, l’uomo si alzò in volo e, concentrando la propria magia, creò tra le sue mani una sfera di energia rossa, che fu poi scagliata verso il basso. Bloom, Stella, Elizabeth e Roxy scansarono l’attacco per un soffio volando via. Quest’ultimo, non appena impattò al suolo, esplose fragorosamente generando un accecante bagliore. Le Winx, a causa di ciò, si coprirono come poterono il viso. L’intensissima luce durò per alcuni secondi, poi pian piano scemò. Bloom, allora, riaprì i propri occhi e, guardando verso, rimase scioccata da ciò che le si mostrò dinanzi. Il colpo di Acheron aveva creato una spaventosa voragine larga venti metri e profonda dieci. La Principessa di Domino, senza indugiare troppo, planò verso il basso e si ricongiunse con le sue amiche.
«Come state ragazze?» esordì la rossa, poggiando una mano sulla spalla di Roxy.
«Noi bene, ma Tecna…» si apprestò a rispondere Musa, ma la ragazza di Zenith la interruppe:
«…Tecna è ok».
«Sei sicura?» le domandò, preoccupata, Stella.
«Certo! Mai stata meglio» replicò la fata della tecnologia con ironia, mentre si asciugava con il dorso della mano un rivolo di sangue dalla bocca.
«Dobbiamo assolutamente fare qualcosa» esclamò Elizabeth, indicando lo stregone, che fluttuava tranquillo tra le nuvole, quasi avesse perso interesse nell’attaccarle.
«Elizabeth ha ragione. Se aspettiamo troppo tempo c’è il rischio che trovi un modo per scappare» intervenne Roxy con aria preoccupata
«Anch’io sono d’accordo con loro. Va fermato… adesso!» aggiunse, decisa, Musa, mentre si apprestava a spiccare il volo.
Tuttavia Tecna, afferrandola per un braccio, la costrinse a terra; poi, rivolgendosi alle sue amiche, con fare risoluto disse:
«Abbiamo bisogno di un piano! Non possiamo lanciarci all’attacco e sperare che tutto vada per il meglio. Avete visto cos’è stato appena in grado di fare?! Con una singola sfera energetica ha creato più danni di una bomba ad impulsi magici di classe A. Io neanche nei miei sogni più fantasiosi riesco ad immaginarmi degli attacchi così potenti».
«Cosa ci proponi di fare allora?» le chiese Stella in preda allo sconforto.
«È un avversario troppo forte per noi: dovremo giocare d’astuzia» sentenziò la fata della tecnologia, abbozzando un sorriso.
«Intendi dire che… …che dovremmo…» balbettò Bloom.
«…dovremmo nuovamente imprigionarlo nello Scrigno dell’infinito» concluse, sicura di sé, la ragazza di Zenith.
«Vieni qui genietto, fatti abbracciare» cinguettò la Principessa di Solaria, stringendo a sé l’amica.
Tecna, però, non rispose a quella dimostrazione d’affetto e, cercando di divincolarsi dalla morsa della bionda, sbuffò:
«A dopo… a dopo i ringraziamenti. Adesso occupiamoci di Acheron, forza passatemi lo Scrigno».
In quel preciso istante i luminosi sorrisi presenti sui volti delle altre Winx scomparvero, lasciando posto ad un’espressione confusa e amareggiata. Nella mente della fata della tecnologia, allora, s’insinuò un tremendo sospetto e, spostando rapidamente lo sguardo verso il cratere creato da Acheron, con voce tremula balbettò:
«Ragazze, dove… … …dove avete messo lo Scrigno dell’infinito?!».
«Noi… …noi… …noi pensavamo ce l’avessi tu» rispose Roxy in preda al panico.
«Io?! Come potevo averlo io, se sono stata attaccata per prima?» gracchiò l’altra, allargando le braccia.
«Un momento, se lo Scrigno non l’abbiamo noi e non ce l’hai tu… cosa diamine è successo?!» starnazzò la Principessa di Solaria.
«Io… credo di saperlo» biascicò Bloom, indicando il cratere ancora fumante.
«Non posso crederci: l’abbiamo lasciato lì per terra» si disperò la fata degli animali, mentre si colpiva più volte la testa con il pugno.
A quel punto le altre Winx si rivolsero piene di speranza verso Tecna e le supplicarono di trovare una nuova soluzione al problema. Purtroppo, però, la fata della tecnologia, poiché era appena sfumata l’unica idea utile che le fosse venuta in mente, fece spallucce lasciando le sue amiche alquanto basite. Intanto Acheron continuava a volare tra le verdastre nubi del cielo del Legendarium, assaporando la libertà appena riacquistata. Tuttavia, non appena si rese conto della discussione in atto tra le Winx, scese di quota e, schioccando le proprie dita, richiamò l’attenzione di quest’ultime. Le sei fate, accortesi della sua presenza, si voltarono di scatto e, cercando di non mostrare al nemico la loro immensa paura, si prepararono a combattere. Lo stregone, allora, rise di gusto e, indicando il centro del proprio petto, con voce di sfida disse:
«Cosa state aspettando Winx?! Il Medaglione è proprio qui, incastonato in questa gemma di contenimento. Perché non venite a prenderlo? Dopotutto siete state voi a sostenere che, qualsiasi scelta avessi fatto, avreste recuperato il “maltolto” o sbaglio? Avanti venite qui… venite ad affrontarmi».
Una volta che ebbe finito di parlare, Acheron allargò le proprie braccia verso l’esterno e, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio, aprì i palmi delle mani. Da questi scaturì una fitta nebbia rossastra che si condensò rapidamente dando vita a due affilati dischi energetici rotanti. Lo stregone, allora, abbozzando un tetro sorrisetto sul suo volto scavato, li lanciò contro le proprie avversarie. Le Winx, nonostante stessero prestando la massima attenzione, furono colte di sorpresa da quell’improvvisa offensiva. Di conseguenza gli affilati dischi energetici, sferzando l’aria circostante, furono evitati per un soffio dalle ragazze e, toccando il suolo, crearono delle profonde spaccature.
«È spaventoso!» esclamò Stella, ansimando a causa dello sforzo.
«Dobbiamo assolutamente fare qualcosa, non possiamo lascarlo vincere» sentenziò Musa con decisione.
«Tecna quanto tempo abbiamo?» chiese, all’improvviso, la Principessa di Domino, fluttuando verso l’amica.
«Più o meno dieci minuti» rispose la fata della tecnologia, mentre controllava il timer del proprio palmare.
La rossa, allora, fece segno alle sue amiche di avvicinarsi. Quest’ultime, noncuranti delle continue provocazioni da parte di Acheron, si disposero intorno alla loro leader e, prestando la massima attenzione, ascoltarono i suoi ordini:
«Ragazze non sarei mai voluta arrivare a questo, ma… se vogliamo riprenderci quel Medaglione, dovremo combattere. È vero… Acheron è molto forte, ma siamo in superiorità numerica: abbiamo un importante vantaggio e non dobbiamo sprecarlo. Per di più il nostro amico mi sembra fin troppo sicuro di sé, altrimenti non ci lascerebbe mai “confabulare” in questo modo. Sono sicura che si lascerà cogliere facilmente di sorpresa, non si aspetterebbe mai un’offensiva da parte nostra. Dopotutto crede di essere in vantaggio… di condurre lui il gioco e noi faremo in modo che continui a pensarlo».
«Cosa hai escogitato?» la interruppe, ansiosa, Elizabeth.
«Adesso vedrai!» replicò Bloom maliziosamente.
A quel punto la rossa, senza aggiungere altro, si librò in aria andandosi a posizionare dinanzi ad Acheron. Le altre Winx, non avendo ancora capito cosa avesse in mente, la guardarono esterrefatte; lo stregone al contrario assunse immediatamente un atteggiamento serio e si preparò allo scontro. Bloom, mantenendo il contatto visivo sul suo avversario, esclamò ad alta voce:
«Ragazze allontanatevi immediatamente da qui! Io lo terrò occupato in modo tale che avrete il tempo di scappare dal Legendarium…».
«Tecna… ma è per caso impazzita?!» mugugnò a denti stretti Stella nell’orecchio dell’amica.
«Shhh! Fa silenzio, devo capire cos’ha in mente» la zittì l’altra, portandosi l’indice alla bocca.
«…Non preoccupatevi per me. Non appena l’avrò sconfitto, troverò un modo per uscire dal libro. Dopotutto sapete bene che l’ho già battuto e il modo in cui ci sono riuscita. Sarà un gioco da ragazzi farlo una seconda volta».
«Ma cosa diamine stai dicendo?!» le urlò Musa, portandosi le mani ai lati della bocca per amplificare il suono.
«Avevi detto di avere un piano, ma se…» intervenne Elizabeth, ma fu prontamente interrotta da Tecna, la quale, poggiandole una mano sulla spalla, le disse:
«Andiamo! Non perdiamo altro tempo».
«Ma… ...ma... ...» balbettò, incredula, la fata degli elementi.
Tuttavia, a causa del rigido e impassibile sguardo dell’amica, la ragazza si rassegnò al volere di Bloom. Di conseguenza insieme alle altre Winx, sbigottite almeno quanto lei, si alzò in volo e si allontanò silenziosamente. La Principessa di Domino, invece, seguì con lo sguardo le proprie amiche, che ben presto scomparvero nella nebbia della steppa; poi, rivolgendosi al suo avversario, con tono di sfida esclamò:
«Bene, adesso a noi due!».
«La tua amica aveva ragione: devi essere impazzita se pensi di riuscire a sconfiggermi da sola» la canzonò lo Stregone.
«Acheron la tua troppa sicurezza ti ha già causato dei guai in passato, ti consiglio di non sottovalutarmi» replicò, acida, Bloom, mentre creava tra le sue mani una palla di fuoco.
A quell’affermazione l’uomo non riuscì a trattenere una risata di disprezzo nei confronti della giovane fata. Subito dopo, alzando il proprio braccio destro, sibilò:
«Hai ragione… meglio non commettere lo stesso errore».
Non appena ebbe terminato la frase, Acheron volò di scatto verso Bloom e in una frazione di secondo l’afferrò per il collo. La rossa, presa alla sprovvista, interruppe il proprio incantesimo e con le mani cercò disperatamente di far mollare la presa al proprio avversario. La stretta dello stregone, però, non diminuì, anzi divenne sempre più insostenibile. La ragazza, non riuscendo più a respirare, smise di divincolarsi e lasciò cadere le proprie braccia nel vuoto. Tuttavia Acheron, volendo protrarre il più a lungo possibile le sofferenze della Principessa di Domino, allentò la pressione e, abbozzando un ghigno malefico, la scagliò con tutta la propria forza verso il basso. La rossa, poiché ancora parzialmente incosciente, non ebbe la prontezza di sbattere le sue ali e, precipitando come un peso morto, impattò violentemente al suolo.
«Bloom… a quanto pare ti sbagliavi: non sei in grado di affrontarmi da sola» la schernì l’uomo con cattiveria, atterrando a pochi metri di distanza dalla ragazza.
La Custode della Fiamma del Drago, nonostante avesse riportato numerosi lividi e tagli a causa della caduta, riuscì a mettersi in ginocchio e con la bocca impastata di sangue mugugnò:
«Non darti troppe arie, devo ancora riscaldarmi».
«Oh… ma a questo posso rimediare io» replicò Acheron maliziosamente.
A quel punto lo stregone prese un profondo respiro gonfiando i propri polmoni, poi dopo alcuni secondi soffiò in direzione della ragazza. Dalla sua bocca, però, non uscì aria ma un gruppo di pericolosissime fiamme di colore rosso scuro, che accerchiarono Bloom. Quest’ultima, infastidita dal calore prodotto da quel fuoco magico anche a lei impossibile da controllare, cercò di coprirsi il volto con le mani. Acheron, allora, approfittando della distrazione della sua avversaria, si avventò nuovamente contro la Principessa di Domino e, non appena si trovò a pochi centimetri di distanza dal suo corpo, la colpì in pieno volto con una ginocchiata. La rossa fu spinta pericolosamente all’indietro verso il cerchio di fiamme. Tuttavia, nonostante il colpo le avesse rotto il naso e il fuoco le avesse ustionato gli avambracci, Bloom non si diede per vinta e, piroettando all’indietro, si rimise in piedi. Subito dopo, senza neanche concedere al proprio avversario il tempo di capire cosa stesse accadendo, sprigionò dai palmi delle proprie mani un vortice di fiamme, che investì Acheron. Quest’ultimo, sebbene avesse cercato di scansarsi, fu avvolto dal Fuoco del Drago della ragazza e, gridando per il dolore causato dalle continue scottature, si dimenò in preda al panico.
«Eccoti servito!» sibilò, senza fiato, la Principessa di Domino, mentre osservava con fare impassibile le sofferenze dell’uomo.
Ben presto però le atroci urla dello stregone si trasformarono in grasse risate. Bloom, spaventata da quell’atteggiamento incomprensibile, indietreggiò di un paio di metri e attese la prossima mossa dell’avversario. Quest’ultima non si fece attendere: Acheron, infatti, schioccando semplicemente le dita, fece scaturire dal nulla un potente e gelido vento, che estinse le fiamme create da Bloom; poi, quasi non avesse per nulla risentito dell’attacco, si alzò in volo e, incrociando le braccia, disse:
«I miei complimenti Bloom, non pensavo riuscissi a rialzarti dopo quel colpo. Spero solo che il tuo bel visino non ne abbia risentito troppo».
«Io e la mia faccia stiamo bene» replicò, sarcastica, la rossa, aggiungendo subito dopo con tono di sfida: «Avanti cosa aspetti ad attaccarmi. Non dirmi che l’incantesimo di prima ti ha spaventato».
«Non scherzare con me, ragazzina» ringhiò Acheron minacciosamente.
«Non sono mai stata così seria» sibilò Bloom con un filo di voce, spiegando le sue grandi ali colorate.
La Custode della Fiamma del Drago volò rapidamente verso lo stregone e, ricoprendo di fiamme scarlatte le proprie mani, cominciò a prenderlo a pugni. Acheron, sebbene avesse avuto inizialmente qualche difficoltà, schivò tutti gli attacchi della ragazza, poi, non appena ebbe l’occasione di contrattaccare, le assestò un unico pugno alla bocca dello stomaca. Bloom ansimò per il dolore e, portandosi entrambe le mani, sul ventre si piegò in avanti.
«Bloom cara sembri stanca, perché non ti riposi un po’?» la canzonò l’uomo, dandole una poderosa gomitata sulla schiena.
La giovane fata cadde nuovamente al suolo, ma questa volta non fu in grado di rialzarsi. Acheron, allora, la raggiunse e, tirandola su per il corpetto la costrinse a stare in piedi. Bloom era esausta, avrebbe tanto voluto chiudere gli occhi e lasciarsi andare… abbandonarsi alle tenebre. I continui strattoni da parte del nemico e il dolore causato dalle numerose ferite, però, non le davano pace. La ragazza, allora, non potendo fare altrimenti, alzò lo sguardo incrociando quello divertito dello stregone e, cercando di non venir meno nella voce, biascicò alcune parole di scherno:
«Da vicino sei ancora più brutto, mi chiedo come facesse ad amarti Juliet».
«Non azzardarti a pronunciare il suo nome! Non ne sei degna» le gridò, furioso, l’altro, dandole un pesante schiaffo.
«Abbiamo… abbiamo concetti diversi sulla dignità, amico mio» balbettò la rossa, abbozzando un sorriso sul suo volto tumefatto.
«Non posso darti torto, ma non credo tu sia nelle condizioni di poterne discutere adesso» replicò Acheron con voce pacata.
«Non sono una persona alla quale piace ragionare sulle cose come Tecna: io preferisco prenderle di petto» sibilò Bloom, sferrando subito dopo un potente pugno all’avversario.
Lo stregone, però, nonostante fosse stato colpito sulla guancia destra, rimase impassibile. La rossa, allora, cercò di assestargli un secondo “dritto” con l’altra mano, ma il suo tentativo fu vano. L’uomo, infatti, le bloccò il colpo e con un rapido movimento del polso rigirò il braccio della ragazza dietro la sua stessa schiena. Bloom, senza riuscire a capirne il modo, si ritrovò immobilizzata nella stretta morsa di Acheron: il quale con l’avambraccio sinistro le cingeva la gola, mentre con la mano destra le torceva pericolosamente un arto. Nonostante il dolore fosse lancinante, la Principessa di Domino cercò di non urlare e, stringendo i denti, continuò ad opporre resistenza. Lo stregone, però, era più che mai deciso a “piegare” fisicamente e psicologicamente la sua avversaria. Di conseguenza, serrando meglio la presa sul polso di Bloom, iniziò a spingere verso l’alto il braccio della ragazza portandolo all’altezza dell’attaccatura delle ali. Questa volta la rossa non riuscì a trattenere i propri strazianti lamenti, che si levarono acuti nel cielo. Acheron, estremamente soddisfatto del suo “operato”, rise per le sofferenze causate alla giovane fata; poi, avvicinando le proprie labbra all’orecchio di questa, con tono viscido bisbigliò:
«A quanto pare questa volta sono stato io ad avere la meglio. Sai, un po’ mi dispiace… credevo che mi sarei divertito di più. Avresti dovuto portare la tua Bacchetta Mythix, le possibilità di vittoria sarebbero state maggiori. Il potere di quegli oggetti non ha eguali e, nonostante tu e le tue amiche non ne conosciate appieno le capacità, vi sarebbero state molto utili. Tuttavia, nonostante ciò, non esistono scuse che possano giustificare la tua deludente performance. Dopotutto sei la Custode della Fiamma del Drago e non una semplice fata alle prime armi: sono proprio deluso. Chissà cosa avrebbe detto la tua predecessora: la mia vecchia amica con la quale imprigionai Ksendras. Credo che…».
«Che importanza ha?! Ormai lei non è più qui… è morta!» lo interruppe, sprezzate, Bloom, mentre cercava di divincolarsi dal suo “abbraccio” micidiale.
«Questa cosa ti è stata detta… o la pensi tu?» replicò lo stregone con fare malizioso.
«Ecco… …io… …io…» balbettò la Principessa di Domino, non sapendo cosa rispondere poiché nessuno né Arcadia né Camille le avevano mai fatto una simile confidenza.
«Come immaginavo!» sentenziò, soddisfatto, Acheron - «Effettivamente dal modo in cui ne parlavi prima avrei dovuto capirlo: tu e le tue amiche tendevate a “fare una distinzione”. Speravo sinceramente che almeno questa cosa vi fosse stata spiegata. Beh… mi dispiace per te, in fin dei conti quella storia ti riguardava in prima persona. Pazienza, d’altronde come si dice: occhio non vede, cuore non duole».
«Di cosa diamine stai parlando?! Spiegati!» ringhiò Bloom con ferocia, nonostante il dolore le stesse facendo perdere sempre più lucidità.
«Avresti dovuto chiederlo a coloro che ti hanno affidato questa missione suicida. Sono loro i responsabili di tutte le sofferenze della Dimensione Magica» esclamò l’altro.
«Se odi tanto queste persone, se pensi che ti sia stato fatto un torto perché… perché non le affronti?» gli chiese Bloom, cadendo sulle proprie ginocchia ormai esausta.
Acheron, allora, avendo capito che la sua avversaria avesse capitolato, la liberò dalla micidiale morsa e, osservandola con compassionevole disprezzo, le disse:
«Tu proprio non vuoi capire. Io non ho più alcun interesse nel vendicarmi dei miei ex-compagni, forse non l’ho mai neanche avuto. Cassiopea, la Dimensione Magica o quella della Fenice non sono mai rientrate nei miei piani: non ho mai voluto assoggettarle al mio volere. Il mio unico desiderio è quello di donare all’umanità un nuovo luogo dove vivere… una “terra promessa” priva di sofferenza e malvagità. Adesso che sono finalmente libero, sfrutterò il potere del Medaglione e della tua Fiamma del Drago per poter uscire dal Legendarium. In seguito recupererò tutte le Bacchette Mythix e grazie ad esse porterò a compimento la mia visione. Agli altri non resterà che accettare questo nuovo futuro e chiunque si opporrà… ne pagherà le conseguenze».
«Tu… … …tu sei pazzo!» sentenziò la rossa, mentre cercava inutilmente di sollevarsi da terra.
«Bloom, non sono certo in cerca della tua approvazione» replicò lo stregone con un ghigno.
Subito dopo l’uomo, piegandosi sulle ginocchia, afferrò la giovane fata per i suoi lunghi capelli rossi e, strattonandoli più volte, la costrinse a guardarlo dritto negli occhi. Il perlaceo viso di Bloom era ricoperto di sangue, terra e lividi, mentre meste lacrime le rigavano le guance. Acheron, immensamente divertito da quella situazione, cercò di pulire il volto dell’avversaria con il suo pollice, ma quest’ultima si ritrasse disgustata. Lo stregone, allora, aprì il palmo della propria mano e, concentrando tutte le sue energie, creò una piccola e compatta sfera grigia dai contorni rossi; poi con voce fintamente dolce e caritatevole si rivolse alla Principessa di Domino:
«Ora è tempo… di mettere fine alle tue sofferenze. Addio mia dolce e ingenua Bloom, spero solo che la vita che ti attende sia migliore di questa».
La giovane fata, ormai esausta a causa dello scontro, chiuse gli occhi e, cercando di trattenere i singhiozzi, svenne poco prima che l’attacco di Acheron la colpisse. Subito dopo si ritrovò in un luogo buio e desolato, privo di qualsiasi delimitazione spaziale. D’un tratto, però, una fioca luce comparve in quell’opprimente oscurità. Era una minuscola fiamma blu dalle sfumature nere, che faceva molta fatica a crepitare. Bloom la osservò con curiosità, percependo un’energia molto simile a quella della sua Fiamma del Drago ma allo stesso tempo diversa. D’un tratto la scintilla iniziò a modellarsi dandosi forma umana. In quei brevissimi istanti, inoltre, una marea di pensieri, sensazioni, ricordi e emozioni affollarono la mente della ragazza, la quale, quasi stesse assistendo alla proiezione di un film, li vide scorrere veloci davanti a sé. Non appena la piccola fiamma ebbe assunto il suo aspetto definitivo, però, tutto il resto scomparve. Dinanzi a lei, infatti, si manifestò un pallido ragazzo dai capelli neri, che la guardava tristemente negli occhi. A quel punto Bloom si chiese come mai proprio quella figura avesse così tanta importanza. Dopotutto conosceva le Winx da molto più tempo, aveva vissuto con loro fantastiche e indimenticabili avventure, che a suo parere avrebbero dovuto lasciare un segno indelebile. Tuttavia, nonostante ciò, l’unica cosa sulla quale riusciva a concentrarsi era la fisionomia di quel suo amico così strano e disadattato. La ragazza, allora, si sforzò con tutta sé stessa di “cancellare” ogni pensiero, ogni aspetto della sua vita… ogni emozione che lo riguardasse. Non voleva che in quegli ultimi momenti la sua mente e il suo animo fossero concentrati su quello che era poco più che un estraneo. Sapeva bene che prima di qualsiasi altra cosa venivano i suoi genitori, sua sorella, i suoi amici e soprattutto il suo amato Sky. Eppure l’immagine del ragazzo non ne voleva sapere di svanire nel nulla, lasciando spazio ad altre ben più importanti. Bloom, allora, rassegnatasi a quell’eventualità, cercò di avvicinarsi a quel riflesso al fine di capire il motivo della sua presenza. Poco dopo, però, quest’ultimo sembrò sfocarsi e allontanarsi sempre più. Non appena si rese conto della cosa, la Principessa di Domino iniziò a percepire una strana sensazione al petto, una sorta di vuoto… come se un qualcosa che prima fosse presente non ci fosse più. La rossa non riuscì a comprenderne il motivo, ma era più che mai decisa a non lasciarsi sfuggire quella specie di ricordo. Non voleva perderlo… sebbene fino a quel momento si fosse ostinata a pensare ad altro, capì di non poter fare a meno di lui.  Aveva paura: paura di non rivedere più quel suo amico tanto speciale… paura di non poterlo aiutare. Lui era lì a pochi metri di distanza… cercò di raggiungerlo ma invano: non riusciva ad avere la percezione del proprio corpo, non riusciva ad avvicinarsi. Allungò le braccia, o almeno credette di farlo, verso quel pallido volto velato da una profonda tristezza. Avrebbe tanto voluto poterlo toccare, stringere a sé. Non voleva morire… non voleva morire senza avergli parlato almeno un’ultima volta, senza avergli dimostrato quanto bene gli volesse. La Principessa di Domino sperò che quel suo amico venisse a salvarla, che la strappasse alle grinfie di Acheron e la portasse via… al sicuro. Cercò di richiamare la sua attenzione: urlò centinaia di volte il suo nome, ma la sua bocca non emise alcun suono. Intanto il volto del ragazzo dai capelli neri era ormai quasi del tutto scomparso e il buio era tornato a regnare incontrastato in quel luogo così surreale. Bloom, nonostante i precedenti tentativi fossero falliti, non si arrese e, aprendo di scatto i suoi grandi occhi blu, con le ultime energie gridò:
«Ti prego non andartene… Brendon!!!».
Questa volta la giovane fata percepì l’eco di quell’appello disperato rimbombare nella propria testa, seguito da un bagliore accecante e dall’acuto suono di una voce femminile:
«Raggio di pura luce!».
Acheron fu colpito in pieno petto dall’incantesimo di Stella e, non avendo alcun modo per difendersi, fu catapultato all’indietro. Tuttavia lo stregone non ebbe neanche il tempo di potersi rialzare da terra, che una seconda voce squarciò l’aria:
«Eco infinta!».
Questa volta l’incantesimo, proveniente dal basso, lo colpì dietro la schiena e conseguentemente lo sospinse verso l’alto. A quel punto Elizabeth sollevò contemporaneamente le proprie braccia facendo innalzare dal suolo due lingue di terra dandogli la forma di braccia giganti. Subito dopo la fata degli elementi giunse le mani in modo tale che quelle incantate facessero lo stesso, imprigionando Acheron in una stretta morsa. Tecna e Roxy, invece, volarono in direzione della Custode della Fiamma del Drago e l’aiutarono a riprendersi.
«Bloom, Bloom! Svegliati amica mia… svegliati!» esclamò la ragazza di Zenith, dandole dei colpetti sulla guancia.
«Tecna…» sibilò l’altra.
«Si?! Cosa c’è?» le chiese la fata della tecnologia, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime di gioia.
«La prossima… la prossima volta che mi viene un’idea, tu… dammi una botta in testa» rispose, sarcastica, l’altra, tossendo sangue.
«D’accordo» replicò Tecna con dolcezza, baciandola sulla fronte.
«Ohhh… Bloom mi hai fatto preoccupare tantissimo» singhiozzò Roxy, mentre l’abbracciava forte.
«Ahia, ahia, ahia!» gemette la rosa con un sorriso - «Anch’io sono contenta di rivederti, ma vacci piano».
«Ops… perdonami» disse la fata degli animali, asciugandosi gli angoli degli occhi.
In quello stesso momento arrivarono anche Musa, Elizabeth e Stella. Quest’ultima, visibilmente scossa e arrabbiata, si avvicinò minacciosamente a Bloom e, nonostante le condizioni della sua amica fossero già abbastanza gravi, le diede un sonoro schiaffo.
«Non azzardarti mai più!» tuonò la Principessa di Solaria - «Non azzardarti mai più a compiere una simile sciocchezza. Ma cosa diamine ti è saltato in mente?! Come potevi solo pensare di sfidare quel mostro da sola? Giuro che se ti azzardi una seconda volta a commettere una cosa del genere io… …io ti… …ti…».
Le urla di collera e rimprovero della ragazza si trasformarono dapprima in ripetuti singhiozzi e poi in un pianto liberatorio. La Custode della Fiamma del Drago, allora, facendosi aiutare da Tecna e Roxy si rimise in piedi e senza dire nulla abbracciò la sua amica. Quest’ultima ricambiò il gesto e bisbigliandole nell’orecchio le disse:
«Il tuo era proprio un piano del cavolo».
«Lo so! Fortuna che avete capito a cosa mi stessi riferendo» replicò, divertita, la Principessa di Domino.
«Beh… non è stato difficile» esclamò la fata della tecnologia, per poi aggiungere: «Dopo aver trascorso mesi ad allenarci in vista di questo momento, mi sembrava alquanto impossibile che di punto in bianco avessi deciso di vedertela da sola. Avevo intuito che doveva esserci sotto qualcosa e infatti… tutto mi è stato chiaro quando ti sei riferita al vostro precedente scontro. Non avevi alcun motivo di dire: “…e il modo in cui ci sono riuscita”, a meno che non volessi suggerirci di sconfiggere Acheron con…».
«…l’inganno! Sei stata davvero geniale, avventata ma geniale» la interruppe Musa, alzando due dita della mano in segno di vittoria.
«Ragazze, non vorrei sembrarvi la solita guastafeste, ma… non ce la faccio più!» mugugnò, sfinita, Elizabeth, mentre cercava di mantenere le due mani di terra ben strette attorno al corpo del loro nemico.
Quest’ultimo, infatti, nonostante la magia della fata degli elementi lo avesse completamente immobilizzato, non si era ancora arreso a quell’eventualità. Di conseguenza, facendo appello a tutte le sue energie, stava cercando di distruggere dall’interno quegli “arti” giganteschi. Le Winx, allora, consapevoli di avere i secondi contati, si alzarono in volo. Soltanto Bloom preferì rimanere a terra e aspettare che le sue amiche portassero a termine la missione. La Principessa di Domino, infatti, non era nelle condizioni di camminare né tanto meno di volare: gli attacchi di Acheron le avevano causato numerosi lividi e escoriazioni, diverse ustioni e la lussazione della spalla sinistra. Non appena le cinque fate si trovarono nuovamente faccia a faccia con il loro nemico, sorrisero soddisfatte; poi Tecna, prendendo la parola, esclamò:
«Acheron non vale la pena agitarsi: ormai è finita».
Subito dopo la ragazza di Zenith fece segno a Musa di recuperare il Medaglione del Custode della Fiamma della Fenice dal petto dello stregone. La fata della musica, allora, fluttuò verso l’uomo e, evitando di guardarlo in viso, si apprestò a rimuovere la gialla gemma ovale incastonata nella sua armatura. Tuttavia, non appena la ragazza toccò la superfice dell’oggetto, Acheron ghignò:
«Decido io quando scrivere la parola “fine” a questa storia”.
In quello stesso istante il corpo dello stregone si trasformò in un denso e spaventoso fumo grigio, che investì in pieno Musa. Quest’ultima, portandosi le mani alla gola, iniziò a respirare a fatica e, sentendosi sempre più debole, planò verso il basso. La cortina fumogena, però, continuò ad opprimerla permeando all’interno del naso e della bocca. Le altre Winx volarono verso di lei preoccupate e lo stesso fece Bloom. Tuttavia quando le ragazze la raggiunsero il fumo, che fino a pochi secondi prima rappresentava il loro avversario, era del tutto scomparso, mentre la fata della musica si era accasciata al suolo.
«Musa… come ti senti?! Musa!» gridò Roxy con voce sempre più preoccupata.
«Cos’è successo lì sopra? Dov’è Acheron?!» chiese la rossa a Tecna.
«Non lo so» sbuffò l’altra in preda al panico - «L’avevamo messo all’angolo, non poteva scappare. Non capisco cosa sia successo è diventato fumo, poi… …poi…».
«…poi ho preso il controllo del corpo della vostra amica» esclamò, all’improvviso, Musa, rialzandosi con un balzo.
Il suo tono di voce, però, era diverso, sembrava essere sovrapposto a quello di Acheron. Gli occhi della ragazza, inoltre, erano diventati di un colore giallo incandescente, mentre sul suo volto si era impresso un sorrisetto malvagio.
«Maledetto! Cos’hai fatto alla nostra amica?!» gli chiese Stella con rabbia, mentre si apprestava a colpirlo con il suo incantesimo più potente.
«Se fossi in te, ci penserei bene prima di attaccarmi» replicò, divertito, lo stregone, incrociando le braccia.
«Ha ragione! Potresti far del male a Musa e lui non ne risentirebbe» le spiegò Elizabeth, abbassando il braccio steso della sua amica.
«Dannazione!» imprecò la Principessa di Solaria, mordendosi il labbro.
«Tecna quanto tempo abbiamo?» le chiese, preoccupata, Roxy.
«È… è scaduto» sentenziò la fata della tecnologia con amarezza.
In quello stesso istante, infatti, il palmare della ragazza trillò per cinque volte di seguito; poi, così com’erano giunte all’interno del Legendarium, le sei fate, Acheron incluso, furono ritrasportate nel mondo reale. La convergenza magica, eseguita da Daphne, Flora, Aisha e Selina, aveva funzionato anche questa seconda volta. Le ragazze, infatti, si ritrovarono nuovamente nella Sala del Flusso Interrotto a pochi metri di distanza dalla tettoia, sotto la quale erano situate la Clessidra Frangiflusso e la porta di accesso. Gli Specialisti, i due presidi e le altre quattro fate, estremamente ansiosi di sapere come fosse andata la missione, corsero in direzione delle Winx. Tecna, però, sbarrò loro la strada e con tutta la voce che aveva in corpo urlò:
«Allontanatevi da qui: è pericoloso!».
Subito dopo dalla bocca e dal naso di Musa fuoriuscì del denso fumo grigio dai contorni rossastri, che in una manciata di secondi assunse l’aspetto di Acheron. Quest’ultimo, ridendo maniacalmente, allargò immediatamente le proprie braccia creando intorno a sé una rotante e luminosa sfera di scariche elettriche. Le ragazze e i loro fidanzati, ad eccezione di Brendon e delle Pixie che si trovavano ancora al di sotto della tettoia, furono colpiti in pieno dai potenti fulmini dello stregone. Anche Saladin e la Griffin, poiché presi alla sprovvista, rimasero gravemente feriti. Acheron, allora, dopo essersi guardato in torno con fare compiaciuto, si avviò verso il grande portone in legno della camera. Tuttavia, poco prima di raggiungere l’uscita, l’uomo fu colpito alla schiena da una sfera di energia color verde smeraldo.
«Tu non vai da nessuna parte!» ansimò una ragazza dai capelli verdi, reggendosi in piedi a fatica.
Lo stregone, estremamente arrabbiato, si girò di scatto, ma, una volta che ebbe realizzato chi si trovasse dinanzi a lui, esclamò divertito:
«Non mi aspettavo di trovarti qui… Selina. Noto con piacere che hai fatto progressi: quelle ali ti donano molto, sai?».
«Allontanati immediatamente dalla tettoia» gli ordinò l’ex-strega dei serpenti, mentre si apprestava a colpirlo una seconda volta.
«Mi dispiace ma non posso farlo: ho un lavoro da portare a termine» replicò Acheron con spavalderia.
«Allora non mi lascia latra scelta» sibilò, furiosa, Selina.
Dai palmi della ragazza si sprigionò una scarica elettrica, che si mosse rapidamente in direzione dello stregone. Quest’ultimo, però, senza neanche cercare di evitarla, aprì la propria mano e assorbì il colpo della sua avversaria.
«E questo lo definiresti un attacco… sei patetica» ghignò l’uomo, incrociando le braccia.
L’ex-strega dei serpenti, nonostante tremasse come una foglia, non si scoraggiò e, avvolgendo la mano destra con una corta lama energetica, si avventò contro Acheron. Questi, stancatosi dell’insistenza della sua vecchia alleata, sbuffò e, spostandosi velocemente di lato, evitò il suo affondo. In un secondo momento, approfittando dello stupore della ragazza, la colpì in pieno petto con un calcio e subito dopo le sferrò un pugno al fianco sinistro, incrinandole tre costole. Selina soffocò un urlo di dolore e cadde esamine a terra. Lo stregone, allora, rise di gusto e con tono di disprezzo le disse:
«Avresti fatto meglio a non sfidarmi, inutile farfallina. Non sei al mio livello, nessuno di voi lo è. Nonostante tu abbia ottenuto la “Potentia Draconis”, sei troppo debole e inesperta per poter rivaleggiare con me. Sai, non avrei mai immaginato che le Winx ti perdonassero e ti accogliessero nel loro gruppo. In fin dei conti due anni fa l’artefice di tutti quei danni fosti tu non io. Soltanto delle ingenue fatine come loro potrebbero credere in un tuo ravvedimento. Io, al contrario, ti conosco meglio di chiunque altro… forse anche meglio di te stessa. Sei sempre stata una sporca arrivista Selina: venderesti la tua stessa anima per una briciola di potere in più. Proprio per questo voglio offrirti un’ultima possibilità, dopotutto non posso fare tutto da solo. Quindi ti chiedo: vuoi tornare nuovamente dalla mia parte? Sei disposta a tradire le tue amiche e a completare ciò che hai lasciato in sospeso?».
«Mai! Preferisco morire piuttosto» biascicò la fata a denti stretti, cercando di farsi forza sulle braccia per alzarsi.
«E sia!» sentenziò, pacatamente, Acheron.
A quel punto l’uomo, cercando di concentrarsi il più che poté, alzò lentamente il braccio. L’ex-strega dei serpenti, allora, quasi fosse legata a dei fili invisibili, fu sollevata da terra e tenuta sospesa in aria a circa venti centimetri dal pavimento. Acheron le si avvicinò minaccioso e, borbottando alcune parole incomprensibili, avvicinò la propria mano destra al ventre della ragazza. D’un tratto, però, Brandon e Helia, poiché erano riusciti a riprendersi dal colpo subito, temendo per le sorti della loro amica, si avventarono su Acheron. Quest’ultimo, quasi fosse annoiato dalla continua resistenza di quei ragazzi, schioccò le dita facendo comparire dal nulla un pugno d’ombra, che li colpì in pieno. I due Specialisti ricaddero all’indietro e non ebbero più la forza di rialzarsi. Lo stregone si rivolse nuovamente a Selina e, sorridendole in modo maniacale, poggiò l’indice sul suo addome. Non appena fece ciò, il corpetto della sua armatura Bloomix iniziò a disgregarsi, lasciando scoperta la pelle sottostante. L’uomo, allora, mosse il proprio dito sul ventre della ragazza, disegnando quelle che sembravano delle lettere. L’ex-strega dei serpenti, man mano che Acheron continuava a “scrivere”, iniziò a sudare e a contorcersi in preda ad un inspiegabile sofferenza. Subito dopo sulla sua pancia comparve una “T” in stampatello dai contorni infuocati, poi una “R”, una “A” e le altre lettere che costituivano la parola “TRADITRICE”. Acheron, noncurante della sofferenza della sua vecchia alleata, continuò la sua opera divertendosi come non mai. Le urla di dolore di Selina diventarono sempre più acute e il loro eco si diffuse per tutta la Sala del Flusso Interrotto risvegliando le altre Winx, le quali ormai prive di forze non poterono fare altro che assistere impotenti a quello spettacolo straziante.
«Brendon devi fare qualcosa. La sta torturando!» piagnucolò Chatta, tirando su col naso.
«Ha ragione: aiuta Selina, al momento sei l’unico che possa farlo» dissero in coro le altre Pixies, terrorizzate da ciò che stava accadendo.
Il ragazzo, però, non replicò nulla e, barcollando all’indietro, si allontanò dalle sei fatine. C’era qualcosa che non andava, Brendon l’aveva percepito. Il suo stomaco era in subbuglio, mentre la sua testa gli scoppiava quasi stesse per aprirsi in due. Da quando era comparso Acheron Belial stava cercando di prendere disperatamente il controllo. Il ragazzo ricadde sulle ginocchia e, cingendosi con le proprie braccia, iniziò a dondolare avanti e indietro. Le Pixies, accortesi delle sue gravi condizione, fluttuarono verso di lui, poi Lockette con tono preoccupato gli chiese:
«Brendon cosa ti succede?! Ti senti male?».
L’altro continuò a non rispondere e, portandosi le mani alla testa, cercò di contenersi. Le urla disperate della sua amica, però, non faceva altro che farlo arrabbiare di più. Brendon avrebbe tanto voluto aiutarla, avrebbe voluto incenerire quel sadico stregone… ma non poteva, non era nelle condizioni di farlo. Per di più se avesse lasciato campo libero al demone, il suo segreto sarebbe stato scoperto e i suoi due compagni d’avventura ne avrebbero pagato le conseguenze. Tuttavia le richieste d’aiuto di Selina si fecero sempre più strazianti e acute: Acheron la stava marchiando come una bestia da macello. La voce di Belial era diventata insostenibile e ossessiva, il mostro voleva combattere e il ragazzo non se la sentiva più di trattenerlo. Erano trascorsi anni dall’ultima volta che aveva ceduto… dall’ultima volta che aveva permesso al suo demone di venire fuori. Brendon alzò lentamente la propria testa e si rivolse alle Pixies:
«Ragazze… per favore allontanatevi da me il più che potete».
«Brendon ma cosa dici?! Tu non stai bene» replicò Amore, mentre gli abbracciava il collo.
«Non preoccupatevi, tra un po’ starò meglio. Adesso però andate» concluse il ragazzo con un triste sorriso, separandosi dalla Pixie di Stella.
Le sei fatine, allora, seppur contro voglia, fecero come era stato loro detto. Brendon, rimasto ormai da solo, facendosi forza contro il muro della tettoia si rimise in piedi e ansimando come non mai disse:
«Hai vinto Belial è… è tutto tuo».
Subito dopo ci fu una fragorosa esplosione, che mandò in mille pezzi la tettoia di legno, seguita da un feroce urlo di rabbia.
 
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Note dell'autore: Ben ritrovati a tutti!!! Ammetto di aver abbondato con le scene di lotta e soprattutto con quelle “cruente” XS. Purtroppo, per quanto si dispiaciuto prima a me, non ho avuto altra scelta. Lo scontro con Acheron, infatti, mi serve come “banco di prova” per i futuri combattimenti della storia. Quest’ultimi, è meglio specificarlo fin da subito XD, saranno sempre più lunghi, grandi (nel senso coinvolgeranno molte più persone) e violenti. Come vi accennai tempo fa, avremo sempre più scene di duelli corpo a corpo, mentre la parte degli incantesimi farà da “contorno”… le sorprese però non mancheranno ;D. Tuttavia, poiché sono il primo a detestare la violenza ingiustificata, le parti più cruente degli scontri saranno davvero molto piccole e veloci. Ciononostante, qualora le scene presenti in questo capitolo vi abbiano disturbato, non fatevi problemi a farmelo sapere in modo tale da rendere le cose più “soft” :D. Sulla trama di questo aggiornamento ho davvero molto poco da dire, anche perché è costituito per la maggior parte da scontri XD. Di conseguenza mi limito a segnalarvi due particolari che potrebbero esservi sfuggiti ;D. Innanzitutto prestate molta attenzione alla seguente affermazione di Acheron: [tu e le tue amiche tendevate a “fare una distinzione”]. Non sto esagerando se vi dico che è importantissima :D. In secondo luogo analizzate a fondo tutto il passo dedicato a Bloom, mentre si trova in quella sorta di limbo tra la vita e la morte. I più attenti forse avranno già capito, ma a loro dico di non saltare subito a conclusioni affrettate: il capitolo 31 potrebbe mettervi in crisi e… a buon intenditore poche parole ahahahahahaha. Un ultimissimo appunto e poi ho finito, giuro XD. Come avrete certamente notato il capitolo de “Il Mondo oltre la finestra” non è uscito. Quindi volevo far sapere a chiunque di voi che leggesse anche lo spin-off che la storia è andata in pausa per motivi tecnici :D. I capitoli dello spin-off, infatti, devo procedere di pari passo con quelli della fanfiction principale e al momento le due storie sono un pelino sfalsate ahahahahahaha. Il tempo di rimetterle in pari e “Il mondo oltre la finestra” riprenderà ad uscire regolarmente ;D. Beh… penso non ci sia altro da dire. Come sempre un ringraziamento ai recensori, ai lettori silenziosi e uno in particolare a Winxclub che mi ha aggiunto agli autori preferiti XD. Arrivederci al prossimo capitolo :D :D :D.

Yugi95 
   
 
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