Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    27/02/2017    6 recensioni
Piccole scene rubate dalla vita di sette giovani trainee che aspirano a diventare idol.
◊È un torneo di sopravvivenza dove solo i vincitori vanno avanti◊
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Dal cap VIII. #pizza
[…]Oltre gli schiamazzi degli attori, si sente solo il respiro pesante di Taehyung e quello di Yoongi, assieme agli sbuffi intermittenti di Jungkook, che ogni tanto lascia ciondolare la testa per poi risvegliarsi all’improvviso, guadagnandosi un’occhiata divertita e intenerita da parte di Jimin.
«Ragazzi, io ho fame».
In quel momento, le teste di tutti – tranne quella di Yoongi – si voltano contemporaneamente verso il criminale che ha osato pronunciare una frase tanto sconsiderata. Sono le undici e mezza di notte, hanno già consumato i loro panini qualche ora prima, perché mai uscirsene con un’affermazione che ha dell’utopico?
A parlare è stato Taehyung e Jimin ancora non si capacita di come abbia fatto a svegliarsi, mettere in moto i neuroni, captare gli stimoli del proprio stomaco e convertirli in parole nel giro di un secondo.
[…]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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VII. Comporre








 
 
Forse è troppo presto per provare, lo sa che ancora non possiede le capacità necessarie, dopotutto la sua specialità è sempre stata solo ed esclusivamente la danza, no?
Jimin riguarda i caratteri che ha scritto su quel foglio, cercando di trovare una melodia che doni loro la vita, ma quel passaggio sembra ancora più difficile del precedente. Sono parole semplici, dedicate ad una persona di cui si sente la mancanza; niente frasi astruse o parole difficili da articolare, dopotutto è così che si inizia, inutile puntare troppo in alto.
«Che cos’è?» Taehyung gli sfila abilmente il pezzo di carta da sotto il naso, ignorando le lamentele di Jimin, il quale cerca di riappropriarsi del suo prezioso lavoro, invano.
Mentre ignora gli improperi dell’amico, Taehyung sussurra a bassa voce quelle parole, leggendole più per se stesso che per altro, provocando il disappunto di Jimin, il quale gli ordina di restituirgli immediatamente il foglio, mal celando anche una punta di imbarazzo nella voce.
L’altro obbedisce e alza le spalle. «Lo hai scritto tu?» Tutto pensava, meno che quei caratteri nascondessero in realtà un tentativo impacciato di abbozzare una canzone. Ora, Taehyung si sente piuttosto in colpa per aver invaso in quel modo la privacy dell’amico; d’altronde non ci sono mai stati segreti tra loro, ma il periodo del training è una fase delicata e Jimin a volte è meno espansivo del solito.
Jimin annuisce in modo distratto, sedendosi nuovamente al tavolo dove ha passato le ultime tre ore del pomeriggio. In quel momento, la voglia di gettare nel secchio tutto quanto è più forte che mai.
«Perché non la mostri a Namjoon hyung o a Yoongi hyung? Magari sapranno darti un consiglio».
Il tono di Taehyung si è fatto improvvisamente fermo e Jimin ormai sa come fronteggiare gli improvvisi sbalzi d’umore del compagno. Quando si tratta di questioni inerenti alla loro futura – ma, purtroppo, ancora molto incerta – carriera da idol, persino Taehyung irrigidisce i muscoli e mostra quel lato di sé che rivela la personalità forte e responsabile di cui è dotato. Taehyung è sempre stato molto generoso, Jimin ricorda bene le volte in cui ha messo gli altri prima di sé stesso, e non sa cosa siano i peli sulla lingua, perciò è sicuro che non gli sta raccontando bugie solo per farlo contento.
«Vuoi che mostri questa roba agli hyungs? Davvero, Taehyung?» Comunque, sempre meglio accertarsene.
Il coetaneo sfoggia un’espressione più rilassata non appena Jimin gli porge la domanda. «L’hai scritta tu, no? Se ti ci sei impegnato, non ci vedo niente di male. Quando qualcosa non ti soddisfa, ci metti poco a liberartene. Invece quel foglio era ancora là…». E tu eri lì a contemplarlo. Quindi ci tieni. Taehyung conclude il pensiero della sua testa e Jimin fa lo stesso nella propria. L’aver trascorso buona parte dell’adolescenza insieme ha fatto sì che le parole diventassero superflue e l’empatia suggerisse loro ciò che le corde vocali spesso non cacciavano fuori.
Jimin guarda Taehyung, poi torna a scrutare dubbioso gli hangul che lui stesso ha riversato sul supporto cartaceo. Non sembrano poi così male ai suoi occhi, eppure non sa se ha davvero il coraggio per mostrarli a qualcuno che di certo è molto più preparato di lui, in quel campo. Ma se continuerà a temere l’errore, come potrà imparare dai propri sbagli?
Fa leva sulle ginocchia e lascia il proprio posto al tavolino del soggiorno. Non dice niente a Taehyung, tanto non serve, l’amico sa già che lo sta mentalmente ringraziando per averlo convinto a provare. Si dirige a passo incerto verso la camera da letto che condividono; dà un’occhiata oltre l’intricato labirinto d’inferriate e scorge Yoongi stravaccato sul proprio materasso, gli occhi semichiusi e le cuffie calate sulle orecchie. Prima di giungere a destinazione passa accanto al letto di Jungkook, gli solleva un braccio che il più piccolo ha lasciato penzoloni sul pavimento e gli rimbocca il lenzuolo, dato che il maknae ha l’abitudine di dormire scoperto e senza pantaloni del pigiama perfino ad inverno inoltrato. E poi ha pure il coraggio di lamentarsi se starnutisce, la mattina dopo.
«Jimin, ti serve qualcosa?»
La voce di Yoongi arriva un poco soffusa dall’angolo opposto della stanza. «Sono dieci minuti che stai lì impalato».
Jimin si sbriga ad annuire e, armandosi di tutta la buona volontà, consegna il fatidico foglietto allo hyung.
«Che cos’è?» chiede Yoongi, prima di prenderlo.
«Una strofa che ho scritto io, hyung. Vorrei sapere cosa ne pensi».
Yoongi deve inclinare un poco la testa per leggere il labiale di Jimin, dato che il suddetto ha tenuto il capo basso per tutto il tempo. Il più grande solleva un sopracciglio, poi si alza a sedere, poggiando i piedi scalzi sulla moquette. L’espressione concentrata che dedica alla lettura di quelle poche frasi fa entrare Jimin ancora più in ansia; Yoongi non regala spesso sorrisi se non ce n’è veramente motivo, eppure la serietà che si legge sul suo volto normalmente, non può essere paragonata nemmeno alla lontana a quella che piega le sue rughe d'espressione quando è intento a scrivere o leggere musica.
«E questa la chiami canzone?»
Jimin sente chiaramente il proprio cuore saltargli nel petto, scontrandosi violentemente con la cassa toracica.
«Jimin, sembra la ninna nanna che mi cantava mia zia».
Il tono di Yoongi non è arrabbiato, forse non lo sta nemmeno rimproverando: Jimin riprende il foglietto, a corto di parole. Non che si aspettasse un giudizio positivo, ma addirittura una bocciatura su tutta la linea?
«Non c’è armonia in quelle frasi, non ci sei tu lì dentro».
«Sì che ci sono, hyung».
«No, non ci sei. C’è quello che credi che la gente vuole da te».
Jimin apre la bocca, poi la richiude senza emettere alcun suono. Rilegge il testo, alla ricerca del senso mancante.
«Lavoraci qualche giorno, poi me la riporti».
Eppure Yoongi gli sta dando una seconda possibilità. «Allora non è proprio da buttare, hyung». Jimin è insicuro ma sa essere anche un ragazzo sveglio e un buon osservatore.
Yoongi si sdraia nuovamente sul letto, recuperando le cuffie. «Il mio primo tentativo era decisamente peggiore di quello» sono infatti le ultime parole dello hyung, che Jimin accoglie con un sorriso appena accennato e con una nuova speranza che gli illumina le iridi scure.




 
 




















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Dovrebbe essere un aneddoto successo veramente; non so come nè quando, ovvio. Ho lasciato tutto alla mia immaginazione, come sempre: spero tanto abbiate apprezzato! <3
Grazie a chi ha iniziato a seguire la storia e a chi l'ha inserita nelle varie categorie. Grazie anche alle anime pie che recensiscono ad ogni capitolo. Mi rendete tanto felice! T_T

Alla prossima,

Vavi
 
 
  
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