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Autore: ClosingEyes_    27/02/2017    2 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai con un mal di testa così forte da farmi venire quasi la nausea.
-Quanto ho dormito?-.
-Diciamo da ieri pomeriggio fino a stamattina-.
Cosa?! Ho dormito praticamente quasi un giorno, ecco il perché del mal di testa allora.
-Ho fame-.
-Ti ho preparato la colazione infatti-.
Davanti a me, un vassoio pieno di prelibatezze per la colazione: marmellata all'albicocca, cornetti, spremuta d'arancia, caffè e qualche vitamina in compressa, tanto per cambiare.
-Tu hai fatto colazione?-.
-Si, giusto qualcosa-.
Era strano, aveva il volto ancora stanco, ma nonostante ciò si notava che era sereno.
-Sesshomaru tutto bene?-.
No che non andava bene, lo sapevo benissimo perchè, lui era ancora scosso dalla sua morte, per lui era importante saperlo se era davvero morta.
-Si, va tutto bene-.
-Vuoi andare da lei, non è così?-.
Mi si fermò quasi a mezzo battito, il mio cuore ormai stanco ma rassegnato, non potevo cancellare ciò che c'era stato, il legame che li aveva uniti, come diceva Inuyasha.
Sarei stata sempre la numero due, anche se mi avesse trattato da principessa.
-Voglio sapere solo se è realmente morta-.
-Puoi andare-.
Mi guardò sorpreso ed io accennai un timido sorriso, tentando di sorridere quanto più riuscivo a tenere piegate le labbra in una smorfia di finta gioia.
-Partirò domani allora-.
Anche se la fitta nel petto continuò ad espandersi, respinsi le mie lacrime , dovevo rimanere ferma nella mia posizione fino alla fine.
 -Va bene-.
-Non vorresti, vero?-.
Certo che non vorrei, preferirei piuttosto che lui stesse con me, fra le mie braccia, nel letto, insieme.
-Non potresti non farlo, sei troppo orgoglioso e fermo per starti a quello che ti dicono gli altri. Cosa vuoi che ti dica Sesshomaru, fa quello che ti senti di fare-.
Dolente o meno, mi alzai dal letto, ricominciando la mia vita, di nuovo, aprendo l'armadio e frugando per qualcosa di fattibile da mettere.
-Dove vai?-.
-Da mia sorella-.
Mi chiusi nel bagno, guardandomi allo specchio: il mio viso era un terreno da dopoguerra, non più in fiore , ormai arido e secco, privo di possibilità di ripresa.
-Forza e coraggio Rin-.
Mi buttai sotto la doccia, provocandomi stupidamente dei tremendi bruciori lungo le ferite.
Mi morsi la mano, per non urlare dal dolore, strizzando gli occhi e facendo mischiare le mie lacrime con l'acqua della doccia.
-Io non mi riconosco più-.
Fra l'acqua  bollente e il sapone , soffrivo come una pazza, ma mi feci forza come al solito, facendo il più presto possibile.
Mi asciugai i capelli, legandoli in uno chignon morbido, facendo ricadere i capelli morbidi sul viso e lasciando libera la frangia.
Mi medicai le ferite con le garze, restando un po' impressionata da quei tagli.
-Assurdo come io possa essermi ridotta così -.
Indossai un maglione ampio, con un jeans e gli stivaletti comodi, un po' di trucco , giacca lunga e via, a coprire le occhiaie con gli occhiali da sole.
-Scendo-.
Chiusi la porta alle spalle, senza neanche sentire una risposta da Sesshomaru, ma figuriamoci se lui risponde.
-Un momento, come ci arrivo da Kagome?-.
Mi guardai intorno, ma ci fermate di bus o metro non vi era traccia , dovevo andare più verso il centro.
Incominciai a camminare, sentendo già i dolori nelle gambe per colpa dei tagli, ma non mi fermai e proseguì verso la fermata della metro.
-Pronto Kagome?-.
-Rin dimmi, come stai?-.
-Meglio, sto venendo da te, per parlare-.
Per buoni cinque secondi rimase in silenzio, non sapeva cosa dire.
-Cosa è successo?-.
-Sesshomaru-.
Chiusi la telefonata, mettendo il cellulare in borsa e prendendo la metro giusto  in tempo prima che si chiudessero le porte.
Inciampai non appena entrai nella metro, cadendo addosso a qualcuno.
-Oddio mi scusi!-.
-Signorina tutto bene? Si è fatta male?-.
Alzai lo sguardo, trovandomi fra le braccia di un bellissimo, attraente, intrigante sconosciuto.
-Ah ehm ecco io..-.
-Sicuro che sta bene?-.
Mi mancavano le parole in gola: un giovane con i capelli lunghi neri, legati da una treccia perfettamente ordinata, con due occhi neri come la pece, stupendi, con una strana stella a quattro punte viola, simile ad un rompo, sulla fronte.
-S..si io sto benissimo, piuttosto mi scusi se le sono caduta addosso-.
-Mi dia del tu, piacere sono Bankotsu Hotawa, spero non si sia fatta male-.
Come faccio a farmi male fra le tue braccia che sembrano essere il miglior cuscino su cui abbia sbattuto.
-Nono per fortuna, piacere io sono Rin Futokami, grazie per avermi "sostenuta"-.
Il suo sorriso si inarcò leggermente, eppure non riuscivo a staccare i miei occhi da quella bellissima espressione sul suo viso.
-Ah lei è la fidanzata di Sesshomaru No Taisho-.
Già, di Sesshomaru, mi conoscevano solo per questo, ma dopotutto cosa pretendevo, mica ero famosa come Kagome.
-Si, ma preferisco essere conosciuta come indipendente-.
Il suo sguardo si incuriosì leggermente, ma non aprì bocca poiché la fermata arrivò in un attimo e dovette scappare.
-Scusi devo scendere, ma prenda il mio numero, ecco questo è il mio bigliettino. Le devo un caffè, arrivederci-.
Scappò quasi volando, lasciandomi con questo bigliettino fra le mani e la faccia da ebete, ma riuscì a strapparmi un sorriso per la sua goffaggine.
Stupida, non potevo pensare ad un altro ragazzo, io amavo Sesshomaru, però..
No Rin, sei fidanzata, non fare sciocchezze, tu non lo chiamerai!.
Scesi alla mia fermata, camminando come una bambina spersa per la stazione, pensando a quello strano incontro eppure abbastanza suggestivo.
-Adoro prendere la metro-.
Corsi da Kagome , arrivando da lei con il fiatone.
-Arrivo arrivo, un secondo-.
Sentì Kagome urlare in prossimità della porta, aprendola e trovandosi una me con un sorriso stampato in faccia.
-Perché quella faccia?-.
-Devo parlarti!-.
La spinsi dentro, andando subito in cucina a parlarle di ciò che era successo pochi minuti fa.
-Ho incontrato un super figo in metro, non hai idea!-.
-Rin hai un fidanzato!-.
-Che vuole partire per cercare una morta, bel fidanzato!-.
Kagome rimase spiazzata, quasi non crebbe alle mie parole, sbarrò gli occhi, restando sconvolta.
-E quindi questo bel fusto?-.
-Si chiama Bankotsu Hotawa-.
-COSA?!-.
Mi urlò quasi nelle orecchie, lasciandomi quasi sorda, perché tanta agitazione per quel ragazzo, forse lo conosceva.
-Ehm..si-.
-Ma ti rendi conto che io ci ho provato per anni per avere il suo numero e tu invece lo hai in cinque secondi cadendogli fra le braccia?!-.
-Non urlare, ci sentirà Inuyasha!-.
-Sono scioccata, no vabbè ma come hai fatto!-.
-Ma non lo so!-.
-È un milionario, possiede quattro aziende di scarpe, fabbrica scarpe  anche per Chanel, Cavalli, Prada!-.
Quindi io mi sono lasciata sfuggire un paio di scarpe gratis? Ma sono o non sono una grande idiota.
-Davvero? Allora lo chiamerò!-.
-Ricorda che hai un ragazzo!-.
-Si Kagome, lo so, piuttosto non trovo il senso a rincorrere una morta, non fa altro che ferirmi-.
-Inuyasha ti ha spiegato perché è così-.
-Già, a sto punto che vada, io vedo questo Bankotsu se vuole un caffè-.
Kagome mi strappò il cellulare da mano, lanciandolo sopra al piano della cucina e mettendosi in mezzo fra me e il mio probabile appuntamento con quel figo.
-Rin non posso permetterlo, non sei così-.
-Ho bisogno di attenzioni Kagome-.
-Non da lui-.
Aveva ragione, le uniche attenzioni di cui avevo bisogno erano quelle di Sesshomaru, ma lui me ne dava talmente poche che sembrava gli erano d'obbligo.
Il mio cellulare squillò, era Sesshomaru, sicuramente voleva sapere che fine avevi fatto.
-Rispondi tu, io non voglio sentirlo-.
Kagome mi guardò incrociando le braccia, lasciando squillare il cellulare, ma non ebbi intenzione di rispondere, tanto da far staccare la chiamata da sola, si meritava questo.
-Sai che arriverà qui in meno di due minuti?-.
-Sciocchezze-.
Quanto avrei voluto che Kagome non avesse ragione: Sesshomaru bussò alla porta come un forsennato, facendosi aprire e venne verso di me con rabbia, era davvero nero.
-Dimmi, da quando il cellulare non lo hai ?-.
-Da quando non voglio parlarti-.
-Vi lascio soli, ehehe-.
Kagome sparì all'istante, facendomi l'occhiolino dietro le spalle di Sesshomaru, avvisandomi che dovevo stare attenta con quella lingua lunga che mi ritrovavo.
-Hai addosso un odore di un maschio-.
Dimenticavo il dettaglio che lui percepiva  praticamente ogni odore  diverso dal suo.
-Si, in metro sono caduta addosso ad un ragazzo senza volerlo-.
-Che ragazzo?-.
-Se proprio vuoi saperlo, si chiama Bankotsu Hotawa e mi ha dato anche il suo numero!- 
Maledetta lingua lunga che mi ritrovo, maledizione!.
Sesshomaru rimase immobile, con le mani nelle tasche del pantalone, la camicia perfettamente chiusa e la cravatta sistemata davvero bene, il pantalone a sigaretta che gli stava divinamente, il suo fisico stava bene con tutto.
Sembrava innocuo, in realtà era solo un provvisorio stato prima di prendermi e sbattermi sul piano della cucina, con rabbia.
-Ricordati che sei mia-.
-Ricordati che rincorrere i morti non ti porterà da nessuna parte-.
-È una questione che non ti riguarda-.
-Ah no? Se sono la tua ragazza mi riguarda eccome!-.
Le sue mani salivano i miei fianchi,ma stavolta non avevo nessuna intenzione di cedere, infatti ,contro mia grande voglia, lo spinsi via da me, mettendomi di fronte a lui con la mia solita faccia tosta.
-Smettila Rin-.
-Smettila tu Sesshomaru! Se sei il mio fidanzato non dovresti pensare a quella Kagura-.
-Io voglio solo capire se è viva o meno-.
-E allora io prenderò appuntamento con Bankotsu, non aspettarmi sveglio, non tornerò a casa-.
-Non ti permettere-.
Mi prese il volto fra le mani , bloccandomi quasi con forza la mascella e baciandomi con avidità e rabbia, distruggendomi quasi.
Lo spinsi via, cacciando una forza che non pensavo di possedere, scappando fuori al balcone in lacrime.
Mi aveva fatto del male, lui che mi aveva promesso di non ferirmi, di trattarmi come una principessa.
Sentì le sue mani sulle mie spalle e tentai di scostarmi ma con vani risultati, mi aveva quasi bloccata.
Mi strinse a se dolcemente, accarezzandomi i capelli e passando le sue dita sulle mie labbra stanche e ferite.
-Perdonami Rin-.
-Vattene-.
Non se lo fece ripetere due volte, percepì il suo corpo voltarsi, lasciandomi sola con me stessa.
Ma io non ero completamente sola.
Basta, avrei chiamato Bankotsu, dopotutto che male fa prendersi un aperitivo con lui, è stato così gentile con me.
-Ma si, ora lo chiamo-.
Bastò uno squillo per farlo rispondere, quasi sembrò che se lo aspettava quella chiamata.
-Ero sicuro che mi avrebbe chiamato-.
Come è sicuro di se, sarà che forse è cosciente di essere un bel uomo.
-S..si ecco volevo accettare il suo invito per prendersi un caffè, è ancora valido?-.
Sentì una piccola risata e subito pensai che mi stesse prendendo in giro.
-Certo, che dice se le offro il pranzo, tra un po' stacco-.
Il mio cuore sobbalzò di gioia, era la prima dopo tanto che mi sentivo così considerata.
-Volentieri, dove ci incontriamo?-.
-Fra mezz'oretta a Central Park, il mio ufficio è li-.
Pochi soldi insomma, beato lui.
-Sarò puntuale!-.
-A dopo, Rin-.
Chiuse la chiamata, lasciandomi interdetta, ma stranamente e pericolosamente felice.
Stavo facendo la cosa giusta? Perché mi sentivo così tremendamente in torto, però io non stavo facendo nulla di male, stavo ricevendo le attenzioni che invece Sesshomaru dava ad una morta.
-Kagome io scendo-.
-Dove vai?-.
-A prendermi un pranzo gratis-.
Presi la borsa al volo, scappando verso la metro, non volevo perdere neanche un secondo.
Ci voleva precisamente mezz'ora per arrivare a Central Park,non potevo fare tardi al mio secondo " primo appuntamento", tralasciando come stavo conciata.
Ma cosa dico, la situazione mi sta sfuggendo di mano, per quanto odiassi Sesshomaru in quel momento, sapevo benissimo che la mia unica gioia era solo lui.
-Che faccio adesso, lo chiamo oppure vediamo stasera che succede?-.
Ormai la frittata era fatta, non potevo tirarmi indietro.
-Che sarà mai, è solo un pranzo-.

Scesi alla mia fermata, guardandomi intorno alla ricerca
Di Bankotsu, trovandolo stupita vicino all'ingresso della stazione, ancora con la borsa del lavoro, un piccolo sorriso sulle labbra e una mano tesa verso di me.
-Signorina Rin, puntualissima-.
-Non volevo farla aspettare-.
Accolsi la sua mano, porgendogli la mia, subito sentì una scossa nel mio corpo e le mie gote si fecero immediatamente rosse.
-Rin, la imbarazzo?-.
-N..no non si preoccupi, mi succede spesso quando vedo...-.
Quando vedo ragazzi belli come te, mi sembra ovvio, ma non potevo dirglielo, soprattutto perché lui conosceva Sesshomaru.
-Quando vede cosa?-.
-Nulla, non ci faccia caso, vivo un po' nelle nuvole-.
Mi sono data della stupida da sola, ma almeno sono uscita da una situazione scomoda, una delle tante in cui mi ero appena cacciata.
Mi porse il braccio, il quale accettai volentieri, adagiandoci il mio, sembravamo una coppia, mi faceva ridere, dicendo cose assurde, come se non avesse vergogna di far uscire anche il suo lato dolce.
Sesshomaru non era per nulla tipo da queste cose, al massimo quando uscivamo pensavamo sempre al dopo, certo sapeva darmi tanto, ma adesso tutti stava cambiando.
-Sembra che lei non rida così tanto da tempo, Rin-.
-Lei ha ragione Bankotsu-.
-Mi dica, il Signor Sesshomaru la fa ridere?-.
Quando vuole lui, quando non siamo in pubblico.
-Non spesso-.
-La donna si conquista facendola ridere, strano-.
Quindi allora lui ci stava provando.
Mi portò in un bellissimo ristorante al centro della città, uno di quei posti da spendere milioni anche solo per il caffè.
-Non posso farla pagare tanto, mi dispiace-.
-Accetti e basta-.
Questa frase me la disse anche Sesshomaru, prima di partire, prima che cominciasse tutto.
Ecco, avevo i sensi di colpa a mille, perché stavo facendo questo, non era giusto, io non volevo ferirlo, non volevo tradirlo.
-Credo noi stiamo sbagliando, io ho un fidanzato e questo non è giusto-.
-Signorina non si preoccupi, non ho cattive intenzioni-.
-Lo so, ma ..-.
Mi squillò il cellulare e , purtroppo, non potè fare a meno di rispondere.
-Sesshomaru cosa vuoi?-.
-Sei a pranzo fuori con lui, vero?-.
Ma come diamine poteva saperlo, c'era una telecamera?.
-Come lo sai?-.
-Ti ha portato in un posto dove conosco tutti, a che gioco stai giocando Rin?-.
Bella domanda, proprio a niente, non volevo fare nessun gioco, volevo solo godermi il pranzo con Bankotsu, mi bastava quello.
-Niente, voglio godermi un pranzo-.
Chiusi la chiamata, prendendo un lungo respiro e preparandomi alla sua furia, dopotutto lo ha voluto lui.
-Allora Rin, so che avete avuto degli scontri con Naraku, non è così?-.
Come faceva a saperlo, ora davvero non stavo capendo più nulla, sapeva della guerra con Naraku.
-S..si, come fa a saperlo?-.
Posò il suo calice di vino, guardandomi intensamente negli occhi, con sguardo persuasivo.
-Io facevo parte dei suoi scagnozzi, poi decisi di mettere la testa a posto e diventare una persona migliore-.
-Devo crederle?-.
-Beh, credo di sì-.
Eppure diceva la verità.
Il pranzo fu abbastanza tranquillo e anche divertente, Bankotsu doveva rispondere a delle telefonate importanti ma non faceva altro che fare smorfie a telefono per farmi ridere, mi ha fatto piangere dalle risate.
Gentilmente pagò il pranzo e mi accompagnò a casa con la sua Lamborghini nera, sfrecciando per New York come faceva Sesshomaru.
-Allora siamo arrivati-.
-Si, la ringrazio per il pranzo e per avermi portato a casa-.
-Si figuri, alla prossima-.
-Ehm riguardo a questo, credo che per rispetto di Sesshomaru non dovremmo uscire da soli, grazie lo stesso-.
Gli diedi un bacio sulla guancia e scappai fuori dalla macchina, correndo verso il cancello di casa.
Salì le scale con un dannato peso sul petto, con la paura che Sesshomaru potesse odiarmi, lasciarmi o pensare che io lo avessi tradito.
La serratura di casa, mai come allora non avrei voluto aprirla, ma, facendo un lungo respiro, mi feci coraggio, facendo scattare la chiave nella toppa.
-Sesshomaru?-.
Chiusi la porta, andando verso lo studio, ero sicura che fosse lì.
-Hai finito di farti vedere con quel soggetto?-.
Il solito scorbutico, prevenuto, insopportabile Sesshomaru.
-Hai finito di rincorrere la morta?-.
-Rin, non posso non andare-.
-Allora portami con te-.
-Devo parlare con la sua famiglia, sono tutti demoni, non puoi venire-.
-Forse un altro pranzo me lo faccio con Bankotsu-.
-Rin smettila!!-.
Sesshomaru sbattò le mani sul tavolo, alzando lo sguardo furioso verso di me: i suoi occhi erano un mare di fuoco, i miei invece erano quelli di un cerbiatto impaurito davanti al cacciatore.
Ma il mio corpo si mosse da solo.
-Io, non riuscirei a baciare nessuno che non sia tu, non riuscirei a fare l'amore con nessuno che non sia tu, possibile che tu non lo capisca?-.
Ero di fronte a lui, poggiando le mie labbra sulle sue, incrociando le mani dietro al suo collo per tirarlo ancora di più a me.
-Capisci quanto ti amo?-.
-Non saresti uscita con Bankotsu allora-.
-L'ho fatto perchè tu ami Kagura, anche se non vuoi ammetterlo. Io ho visto la tua lacrima quando hai scoperto che era morta, io vedo e capisco gli occhi-.
Il silenzio in quella stanza mi uccise, ma ero cosciente che forse quella era la pura e semplice verità.
-Io voglio solo vedere come sta-.
-Sarò sempre la numero due, ti prego quando parti non salutarmi, vattene via senza dirmi nulla e non dirmi quando torni-.
Non volevo sapere nulla di lui, avrebbe fatto meno male.
-Va bene-.
Mi allontanai da lui, chiudendomi nel bagno con la testa fra le mani, angosciata, distrutta,  con un cuore
ormai a pezzi.
Ma non potevo dargliela vinta, non potevo lasciarlo andare senza dirgli
ciò che stavo provando: aprì la porta, trovandomelo davanti e, con una rabbia infinita, lo riempì di frasi fra le lacrime.
-Tu non hai idea di come sto, non lo sai!-.
-Invece lo so-.
-No tu non lo sai, maledizione. Mi stai uccidendo, tu in realtà ami lei e mi hai preso in giro!-.
-Rin non è vero-.
-Sai cosa ti dico?! Vuoi sposarmi non è così? Allora scegli, o me o lei, io non voglio stare con una persona che vuole avere entrambe le cose!-.
-Rin..-.
Mi strinse fra le sue braccia, poggiando il suo mento sulla mia testa, passandomi la mano fra i capelli per farmi rilassare.
-Sei l'unica donna che amo-.
Alzai lo sguardo, incrociando il suo fermo e serio, quindi mi issai sulle punte e lo baciai, anche se la mia rabbia era troppa, ma avevo bisogno di lui.
-Ti amo Sesshomaru-.
Lasciai che le sue braccia mi coccolassero ancora un po', prima di vederlo sparire da quella casa, a cercare qualcosa che in realtà non c'era più, allontanandosi da chi invece c'era.
-Tornerò presto-.
-Fa che sia un presto che duri davvero poco, per favore-.
Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra, ancora uno, prima di uscire di casa , facendo sparire il suo profumo dalla mia pelle.
-Siamo di nuovo da soli, Chris-.
Già mi mancava, avrei voluto seguirlo anche stavolta, ma sapevo che era impossibile per me.
Le tende della finestra danzavano con il vento, lasciando entrare una leggera brezza, scompigliandomi i capelli.
Una carezza data dal vento, in un addio che in realtà ancora non ho pronunciato.
-Sesshomaru, non lasciarmi-.
Parole sussurrate, chissà se mai arriveranno a lui.





-Bankotsu allora? Come è andata?-.
-Ha abboccato all'amo, ora devo solo allontanare il cagnolino da lei-.
-Cercherà Kagura, direi che il piano sta funzionando-.
-Juromaru non sottovalutate il demone cane, sa essere davvero imprevedibile-.
-Kageromaru fa silenzio-.
-Lasciate fare a me, sono abbastanza capace di farla invaghire e poi arriveremo alla sacerdotessa-.
-Bankotsu, non deludermi, già Naraku ha fatto la sua fine, non farti uccidere anche tu-.
-Ci vuole ben altro per uccidermi, devo dire che come bocconcino Rin è appetitosa-.
-Già, cosa darei per assaggiarla-.
-Juromaru, concentrati-.





Mi venne un brivido lungo la schiena, sará per il freddo, ma mi misi sotto le coperte , con Chris accanto a me e la televisione a farci compagnia.
Misurai la febbre per scrupolo e il termometro segnò 38, bene, come avevo fatto a farmi venire la febbre.
Chiamai Kagome, avvisandola della mia condizione e in meno di un'oretta venne da me, piena di farmaci appena comprati in farmacia e una valigia per restare da me chissà quanto tempo.
-Se ne va Sesshomaru e ti ammali-.
-Vorrei che tornasse, ho un brutto presentimento-.
-Rin va tutto bene-.
Non ne ero molto convinta in realtà.
Mi squillò il cellulare e mai come allora ero contenta di leggere che Sesshomaru mi stava chiamando.
-Pronto Sesshomaru?Etciù-.
-Rin, perchè questa voce raffreddata?-.
-Ehm, mi sono ammalata, ho la febbre a 38, Kagome è con me-.
-Rin..-.
Adoravo sentire il mio nome pronunciato dalla sua bellissima voce, era la mia tachipirina in quel momento.
-Come va la ricerca della morta?-.
-In realtà è viva-.
Se prima avevo mal di testa per la febbre, ora lo avevo anche per ciò che aveva detto Sesshomaru.
-Bene, allora torna no?-.
-Non ancora, ho altro da fare-.
-Fai con calma eh, tanto io sto morendo qui-.
-Smettila Rin, tornerò presto-.
-Va bene, riposo adesso-.
In realtà avevo la necessità di parlare con Kagome.
-A dopo Rin-.
Chiuse la chiamata, lasciandomi a mezz'aria, con il fiato sospeso.
-Kagome ecco vorrei parlarti di una cosa-.
-Dimmi Rin-.
-Ecco vedi, è una settimana che Sesshomaru è fuori città e come ben tu sai è una settimana che non facciamo nulla e..-.
-Rin cosa vuoi dire?-.
-Beh io so che non posso avere figli, ma sai io ho un ritardo...-.
-COSA?! SEI INCINTA?!-.
-Non urlare Kagome!-.
Lo sapevo che non dovevo parlare con lei, ora inizierà con quei suoi soliti discorsi sui miracoli e sulla volontà divina.
-Sesshomaru lo sa?-.
-Non deve saperlo perciò cuciti la bocca!-.
-Nessuno lo deve sapere?-.
-Nessuno!-.
Dovevo ancora fare accertamenti, non ero sicura al cento percento, dopotutto quella dea mi aveva messo davanti ad una scelta e io ho scelto di non avere figli, come era possibile.
-Se sei incinta è un miracolo!-.
Appunto.




   
 
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