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Autore: BiancaBeili    28/02/2017    0 recensioni
Ginevra, una ragazza di soli 17 anni che cerca di crearsi un futuro in questo mondo che ormai non ha nulla più da dare ai giovani. Storie d'amore intrecciate, lei che cerca di capire se stessa. Basta leggere per capirne di più.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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“Allora ci vediamo tra un po’, massimo 20 minuti e mi vieni a prendere alla stazione ok?”
“Va bene amore, ci vediamo qui”
Il treno. Odiavo il treno. Odiavo star seduta in una posizione per ore con delle persone intorno che non ti lasciano respirare. Lo odiavo ma in quel momento lo amavo perché mi stava per portare dalla persona che amavo.
Guardai l’orologio ancora un’ultima volta, 20 minuti interminabili mi separavano da lui, dal suo odore e dalle sue mani. All’improvviso una voce avvertì i passeggeri di essere arrivati a Venezia S.Lucia ; scattai in piedi e presi la mia borsa piena di cose, dal finestrino iniziai a vedere la stazione e tante persone che aspettavano.
Mi misi vicino alla porta di uscita sperando di intravederlo ma il treno non permetteva un’ottima visuale, ero emozionata, ero impaziente di vederlo. Finalmente le porte del treno si aprirono, feci un respiro e scesi le scale per poi, con un salto, atterrare sulla terra.

“Finalmente, erano ore che non toccavo la terra sotto i miei piedi.”

Avevo le gambe indolenzite, iniziai a guardarmi attorno ma non vidi nessuno di familiare. Presi il cellulare iniziando a chiamare il mio ragazzo ma non rispondeva. Sbuffai e mi appoggiai ad una colonna buttando la borsa ai miei piedi. Cacciai dalle tasche il mio pacchetto di sigarette e ne presi una, con un lungo tiro la accesi e buttai fuori tutto il fumo.

“Questo non è il benvenuto che volevo-ovviamente- ma cercherò di aspettare e non innervosirmi. Capito? Non innervosirti!”

Finì velocemente la sigaretta e la buttai nell’opposito posacenere, sono una persona civile a Venezia eh?
All’improvviso sentì una voce chiamare il mio nome, mi girai di scatto e lo guardai. Eccolo là. Finalmente. Sorrisi prendendo la mia borsa e lo raggiunsi.

-Simoneee..- quasi urlai abbracciandolo e buttandogli le braccia al collo.
-Ginevra, eccoti finalmente.- Sbiascicò lui appoggiando le mani sui miei fianchi e stringendomi.

“Finalmente? Sono io che ti ho aspettato non tu!!!”

-Andiamo? Sono assonnata, non ce la facevo più a star seduta in quella macchina infernale..- Esclamai indicando il treno.
-Si, andiamo.. dobbiamo camminare tanto per arrivare in albergo- Disse prendendo la mia borsa e mettendola sulle sue spalle.

Iniziammo a camminare verso l’albergo da me tanto desiderato. Durante il percorso lo guardai, era basso, con due occhi color nocciola e una bocca molto lineare. Il suo fisico era pronunciato per il semplice motivo che era un militare e quindi doveva tenersi in forma.

-Ma ti sei incantata?- Mi richiamò alla realtà e io scossi la testa facendo uscire fuori tutti i miei pensieri.
-Nono, scusa.. pensavo a dove mi stai portando! Ci sono tutti alberi e la strada sembra non finire mai.- Dissi fermandomi e indicando il lungo viale che avevo davanti. Lo scenario non era tanto brutto, c’erano tanti alberi fioriti lungo quella strada che mi facevano pensare alla primavera, l’odore però era davvero nauseante quindi continuai a camminare allungando il passo e seguendo Simone.
-Quindi domani andremo a vedere l’appartamento?- Chiesi gesticolando e guardandolo.
-Si, ci faremo accompagnare da un mio amico. Dalle foto sembrava perfetto, una camera grande, un bagno, un soggiorno, corridoio, una cucina e posto auto.-
-Mh.. si ma dovrò decidere anche io.. – dissi frettolosamente.
Io e Simone ci conosciamo da ben 6 anni, l’ho conosciuto tramite un amico. 7 mesi fa ci siamo resi conto che tra noi non c’era una semplice amicizia ma di più, molto di più. Così stiamo organizzando il nostro futuro, finalmente me ne andrò dal mio paesino del Sud e farò una vita libera e senza pensieri. Io tra pochi mesi farò 18 anni, quindi devo aspettare il mio esame di stato per potermene andare ma oggi sono venuta fin qui per decidere la famosa casa che ci accoglierà –spero- per il resto della nostra vita.

-Siamo arrivati amore, ti piace?- domandò Simone sorridendo.
-Si, sembra accogliente, e poi sai benissimo che a me non interessa il posto e la vista… va benissimo un letto e un bagno.. – lo richiamai con la voce ricordandogli che io non ero di certo una principessa viziata.
Entrammo in albergo e l’uomo dietro al bancone ci sorrise.
-Buongiorno- disse Simone sfoggiando il suo sorriso più gentile, io rimasi dietro di lui a guardare la scena.
-Buongiorno signori, avete prenotato?- domandò invece l’uomo.
-Si, Santoro-
-Si, camera singola deluxe con pernottamento di 2 notti giusto?- domandò l’uomo rivolgendosi a Simone.
-Si,si-
Chiese i documenti ma non fece storie sui miei anni, dopo aver compiuto tutte le scartoffie ci accompagnò nella mia camera. Perché camera singola? Bhè, perché essendo un militare aveva l’obbligo di dormire in caserma.. Camera 202. Aprì la porta e guardai meglio la stanza.
-Niente male- Esclamai sedendomi finalmente sul letto e guardando Simone ancora in piedi sull’uscio della porta.
-Si è carina..anche se non era questo il trattamento che volevo per te.- Esclamò posando la borsa in un angolo della stanza e si fermò davanti a me con le mani sui suoi fianchi.

“Si stava per caso arrabbiando? Stava cercando di convincermi ad andare in un hotel a 5 stelle? Ma veramente?”

-Simone, saranno solo 2 notti non devo stare qui all’infinito. Mi sta bene così!- Mi impuntai per poi guardarlo. Non resistevo a quei 2 occhioni, non resistevo a lui. Gli sorrisi dandogli un leggero calcio sul ginocchio. Si catapultò su di me appoggiando le sue mani sul letto, mi guardò mordicchiandosi un labbro e mi sorrise.

-Ogni volta è sempre la stessa storia con te. Come devo fare?- Sussurrò sulle mie labbra che poco dopo si attaccarono alle sue. Era una sensazione bellissima, un brivido mi percorse la schiena e io scrollai le spalle cercando di mandarlo via. Gli accarezzai i capelli mente le nostre lingue continuavano a danzare. Ci staccammo e io strisciai fuori dalle sue grinfie.

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Salve a tutti. Ho deciso di portarvi questa storia che un po' mi appartiene, sperando che piaccia anche a voi.
Accetto critiche di ogni specie. Troverete questa storia anche su Wattpad.
-b-
 
  
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