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Autore: IamNotPrinceHamlet    28/02/2017    0 recensioni
Seattle, 1990. Angela Pacifico, detta Angie, è una quasi 18enne italoamericana, appassionata di film, musica e cartoni animati. Timida e imbranata, sopravvive grazie a cinismo e ironia, che non risparmia nemmeno a sé stessa. Si trasferisce nell'Emerald City per frequentare il college, ma l'incontro con una ragazza apparentemente molto diversa da lei le cambia la vita: si ritrova catapultata nel bel mezzo della scena musicale più interessante, eterogenea e folle del momento, ma soprattutto trova nuovi bizzarri amici. E non solo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ehi! Ma che caz-” il rammollito si alza con fare spavaldo, come se fosse pronto a fare rissa con chiunque lo abbia innaffiato. Stai pure seduto, bello, tanto non ci crede nessuno! E comunque le ali gli si abbassano magicamente non appena si ritrova di fronte la sua ragazza. 

“Buona sera, pezzo di merda” non ho mai visto Mel così incazzata. No, diciamo che non l'ho mai vista incazzata in generale, mai prima di averle inavvertitamente detto della piccola dimenticanza di Mike. Senza volerlo ho scatenato una furia e non è detto che sia un male, anzi.

“Melanie! Cosa… che ci fai qui? Non mi hai richiamato e pensavo non venissi…” la sua ragazza lo battezza con un cocktail e lo insulta e lui neanche chiede spiegazioni, è solo sorpreso di vederla. Questo rapporto era destinato a naufragare comunque, indipendentemente dal mio intervento.

“Non ti ho richiamato perché non volevo sentire la tua stupida voce!”

“Ah. Ok. Però adesso la stai sentendo comunque, perciò…” io non capisco se questo ci è o ci fa.

“Sta’ zitto coglione”

“Ciao ragazzi, ciao Eddie!” mi inserisco in una pausa del botta e risposta e colgo l'occasione per salutare, anche se la mia manina che fa ciao non riesce a catturare l'attenzione del tavolo, che è ovviamente tutta per i due litiganti. Eddie mi rivolge una semi-occhiata storta, per poi tornare a seguire il battibecco senza rispondermi. Accanto a lui c'è anche un tizio che non ho mai visto, boh. Per il momento mi sa che dobbiamo rimandare le presentazioni.

“E adesso? Non dici niente? Perché non parli?” Mel lo incalza guardandolo in cagnesco.

“Ma se me l'hai detto tu di tacere”

“Dio quanto mi fai incazzare!”

“Aspetta, c'è qualcosa che non va?” che?! Ma noooo, cosa te lo fa pensare?!

“Qualcosa che non va… vuole sapere se c'è qualcosa che non va!” la ragazza si volta verso di me per condividere la sua incredulità “Diglielo tu cosa c'è che non va!”

A quel punto la combriccola finalmente si accorge anche della mia presenza, dato che tutti si girano verso di me, in attesa di risposte come il loro amico. Le facce sono tutte perplesse, mi appaiono tutte diverse ma somiglianti in alcuni tratti distintivi mentre le scorro una ad una: bocca aperta, sguardo confuso, imbarazzo. Ma è solo quando arrivo a squadrare il volto di Meg che mi rendo conto che i miei piani rischiano di non funzionare: primo perché è una strafiga da paura che riesce ad esserlo anche con una cazzo di camicetta a quadri abbottonata fin sopra il collo e un paio di shorts di jeans, mentre io ho girato per negozi tutto il pomeriggio per trovare i pantaloni di pelle più stretti che siano mai stati inventati, per i quali ho dovuto modificare la mia stessa respirazione, e un top nero di tulle in cui la già pochissima stoffa è più che trasparente, eccezion fatta per due puntini invisibili che coprono giusto i capezzoli; per non parlare delle torture subite da parte di Melanie prima di uscire, che mi faceva i capelli mentre sclerava contro quel deficiente del suo ragazzo e me ne avrà strappati praticamente tre quarti. E tutto questo per cosa? Per rimediare commenti disgustosi da un paio di perdenti al bar? Per non parlare di Eddie e della sua incapacità di dare la benché minima soddisfazione: che tu sia nuda o col montgomery per lui è lo stesso. Vuoi vedere che alla fine ha ragione quella lì a uscire in tuta e chi s'è visto s'è visto! No, va beh, io non capisco, non ce la faccio, come cazzo fai a uscire il sabato sera in tuta? Non l'ho mai messa neanche in palestra la tuta, non la metterei nemmeno se fossi bloccata in casa, non riesco a pensare a un indumento più mortificante. Ok che nel caso di Angie è meglio nascondere, ma così… significa non avere neanche un briciolo di amor proprio. Ma poi è sempre la stessa, la laverà ogni tanto?

Il secondo motivo per cui ho paura che tutto vada a puttane è la presenza stessa di Meg: insomma, non è detto che dopo aver assistito al probabile putiferio la biondina torni tra le braccia del chitarrista da strapazzo. Voglio dire, potrebbe anche prenderla male. Meglio non rischiare.

“Beh, ecco, non mi sembra il caso di intromettermi, sono cose vostre… private… anzi, non è meglio se andate a discuterne da un'altra pa-” le metto una mano sulla spalla e la invito gentilmente ad allontanarsi con la sua sottospecie di ragazzo, ma lei nemmeno mi considera, se non per scansarmi, e torna a parlare con lui.

“C'è che sei uno stronzo insensibile e che ti sei divertito a prendermi per il culo per mesi, facendomi ridere dietro da tutti i tuoi amici” Mel abbaia la sua rabbia e fulmina l'intera tavolata, che resta inizialmente bloccata in un pesantissimo silenzio, per poi iniziare a rumoreggiare.

“Ma no, perché?” mormora Laura quasi temendo di parlare troppo forte.

“Chi ti ha preso per il culo?” le fa eco il suo ragazzo.

“Perché dovremmo ridere di te?” aggiunge Angie.

“Non ho mai riso di te, mi sei anche simpatica” Chris ci mette anche del suo.

“Io non ho mai riso, proprio mai nella vita, non so come si fa” Stone deve fare le sue battute del cazzo anche in questi momenti.

“Io non ho mai riso di te, non ti ho mai vista prima d'ora” il misterioso baffuto non riesce a tacere, sarà un amico di Stone.

Gli altri si limitano a farfugliare cose a caso scuotendo la testa increduli, compresa Meg fotunatamente, non oso immaginare cosa accadrebbe se aprisse la bocca in questo momento. Anzi, immaginiamolo: Mel la eliminerebbe dalla faccia della terra? Magari!

“Di che cazzo stai parlando, amore? Che ti sei fumata? E, soprattutto, me ne hai portata un po’?” Mike che non sa di essere vicino alla fine ha pure il coraggio di ironizzare.

“Adesso da quant'è che stiamo insieme, Mike? Eh? Quanto?” Mel fa un bel respiro e poi prosegue, fingendo di non aver sentito né la parola amore né la battuta di McCready, non perché non abbia intenzione di insultarlo, ma piuttosto perché vuole arrivare subito al punto e farlo come si deve.

“Si sarà scordato un anniversario?” domanda il tizio che non conosco a Eddie, tutt'altro che sottovoce, mentre il cantante alza le spalle perplesso.

“Ma che anniversario? Stanno insieme da un paio di mesi…” Laura si affretta a spiegare, con un tono un po’ più pacato, ma perfettamente udibile.

“Da un paio di mesi, per l'appunto!” Mike risponde indicando Laura che gli ha suggerito la risposta “Perché?”

“Ecco, due mesi buttati nel cesso! Ma la colpa è mia, sono io l'idiota, così idiota da pensare ci tenessi veramente”

“Ma… ma io ci tengo, lo sai!”

“Certo, immagino. Ci tieni così tanto che nel frattempo vai ancora a letto con la tua ex”

A questo punto, gli sguardi di tutti, sconosciuto a parte, si spostano come lampi su Meg, che sembra accorgersene in leggero ritardo.

“Che? Perché guardate me? Starà parlando di un'altra ex, io non-”

“No no, carina, sto parlando proprio di te!”

“Eheh cosa?! Ma guarda che ti sbagli, ti sbagli di grosso” Meg ribatte sprezzante raddrizzandosi sulla sedia, mentre Mr X si gira a chiedere qualcosa a Eddie, probabilmente non conosce bene le dinamiche del gruppo e non sa che Meg e Mike stavano insieme.

“E’ vero, Mel, guarda che tra me e Meg non c'è più niente” conferma il malcapitato, ancora gocciolante di gin lemon.

“Non c'è più niente eh? Perché, invece prima cosa c'è stato?”

“Prima? Prima quando? Non ti ho tradito con lei, te lo giuro” a questo punto l'interesse non è più limitato al tavolo dei ragazzi, anche gli sconosciuti attorno a noi si stanno appassionando alla vicenda.

“Ma prima di metterti con me ci sei stato, no?”

“Beh, sì… ma che significa? Siamo alla gelosia retroattiva adesso?” Meg risponde a tono al posto di Mike e non sa quanto pericoloso sia il suo giocare col fuoco.

“Zitta troia”

“CHE COSA CAZZO HAI DETTO?” Meg si alza e quasi ribalta sedia e tavolo, ci vogliono Jeff e Chris insieme per trattenerla e farla sedere di nuovo.

“Mel, non ti sembra di esagerare? Stai facendo un cazzo di casino per niente, Meg è solo un'amica, non c'è niente sotto”

“Ah non c'è niente sotto? E allora se non hai niente da nascondere perché non mi hai detto che era la tua ex?” le mani di Mel sono chiuse a pugno e impuntate sui fianchi, praticamente la stessa posizione che assume un istante più tardi Meg, dopo essersi alzata di nuovo facendo tremare il tavolo.

“COSA?!” tuona la bionda.

“Ehm… in che senso? Non te l'ho detto? Beh, ma tu lo sapevi… lo sapevi, giusto?”

“E come cazzo avrei fatto a saperlo se nessuno me l'ha detto?! Non me l'hai detto tu e non me l'ha detto nessuno di questi stronzi” Mel indica gli stronzi seduti con un cenno del capo senza togliere gli occhi di dosso da Mike, il capellone sconosciuto si guarda attorno e ridacchia.

“Avrei dovuto prendere i popcorn al bar” commenta mentre Stone lo guarda e annuisce e Angie li redarguisce sottovoce entrambi.

“Stai dicendo che tu non lo sapevi?” Meg si avvicina di qualche passo alla mia amica e il suo atteggiamento è più arrendevole, almeno nei confronti di lei, perché l'occhiata che lancia a Mike è di puro odio.

Cazzo.

“Certo che non lo sapevo, non fare la finta tonta!”

“Ma se la prima volta che ci siamo visti tutti e tre, al Crocodile, hai detto che era proprio una bella coincidenza o una cosa così…”

“La coincidenza era che la sorella del mio capo conoscesse il tizio che avevo iniziato a frequentare, tutto qua! Ignoravo il resto”

“Adesso capisco perché ti comportavi così! Io pensavo ti comportassi da amicona per fare la superiore. E quel tuo modo di sbattermi sempre in faccia il fatto che stavi con Mike, pensavo lo facessi apposta!”

“Ma figurati, io non sapevo un cazzo! Pensavo fossi una sua amica come gli altri. Anche tu fai sempre l'amicona comunque…” Mel sembra ammansirsi per un attimo, ma senza abbassare la guardia.

“Per forza! Per fare buon viso a cattivo gioco! E poi non volevo pensassi me ne fregasse ancora qualcosa di Mike”

“Ehm io comunque sarei qui” Mike si sente un po’ messo da parte nella conversazione e non sa che farebbe meglio a ringraziare il cielo per questa momentanea distrazione delle due.

“Purtroppo” “E chi se ne frega!” rispondono assieme le due.

“Io… io pensavo lo sapessi, lavori da suo fratello, sono anche stato al concessionario con Meg un paio di volte, quando stavamo ancora assieme”

“Io non mi ricordo di avervi mai visti assieme, magari non c'ero! Ciò non toglie che avresti dovuto accennarlo almeno una volta, anche per sbaglio”

“Assieme? Guarda che ti sbagli, noi non siamo mai stati assieme, Mikey. Cara Melanie, spezzo una lancia a favore del coglione qui presente,” Meg comincia il suo show e McCready non può far altro che rimettersi a sedere e aspettare che la bufera passi, sperando sia veloce “perché ha agito solo in buona fede: non ti ha detto che sono la sua ex perché non mi considera tale, visto che non mi ha mai vista come la sua ragazza, ma solo come una con cui spassarsela ogni tanto”

“Meg…” il povero malcapitato ci prova a protestare, ma ora è tra due fuochi, farebbe meglio a stare zitto e basta.

“Se non ci credi chiedilo a Eddie. Eddie, che ti ha detto quella sera Mike quando gli hai chiesto di me? Quando gli hai detto ‘simpatica la tua ragazza’? Eh? Dai, diglielo!”

“Ma veramente… ecco… non ricordo le parole esatte…” borbotta Eddie mentre si analizza le unghie con attenzione.

“Te lo dico io: gli ha detto che non ero la sua ragazza, figuriamoci, ero solo una tipa con cui si divertiva. Che è poi il motivo per cui l'ho mandato affanculo”

“Davvero? Che stronzo!” risponde Melanie, che a questo punto sembra aver messo da parte il fastidio per la ragazza, per concentrarlo tutto unicamente su Mike.

“Già… quindi non ti stupire se non ti ha parlato di me, insomma, non sono certo degna di essere menzionata. Anzi, probabilmente si vergognava, vero Mike?”

“Sai benissimo che non è così, ma a questo punto qualsiasi cosa dicessi sarebbe perfettamente inutile, giusto?” lo sveglione dice la prima cosa intelligente della serata.

“Dai ragazzi, non fate così, è stato solo un malinteso. Insomma, neanche noi abbiamo mai detto nulla a Melanie, ma non l'abbiamo fatto certo per cattiveria, pensavamo fosse una cosa risaputa, vero?” Cornell si alza in piedi e cerca di calmare gli animi, ottenendo risposte affermative da tutto il tavolo.

“Sì, ma lui è il mio ragazzo e Meg è nel suo gruppo di amici, amici con cui esce abitualmente. Susan come la prenderebbe se venisse a sapere che vedi continuamente la tua ex? E soprattutto, se lo venisse a sapere da altri?”

“Rispondo io: male, malissimo. Ma farebbe più male a lui, stanne certa” Susan si sente chiamata in causa e risponde con un sorriso solo apparentemente tranquillo che inchioda il suo ragazzo nuovamente alla sedia.

“Che coglione… e io che per tutto questo tempo non sapevo se fossi pazza o solo presuntuosa, visto come ti comportavi con me” continua Meg incrociando le braccia.

“Io ero ignara di tutto! Eppure… a volte c'era qualcosa, percepivo qualcosa di strano nei miei confronti, ma pensavo fosse solo la classica reazione alla mia esuberanza… Scusa se ti ho fatta incazzare senza accorgermene” Melanie sancisce definitivamente la pace con Meg e io ho paura che le due arrivino addirittura a coalizzarsi.

“Nah, figurati, mica è colpa tua! Scusami tu se non ho mai accennato alla cosa tra me e lui, onestamente non volevo immischiarmi nei vostri affari”

“Non pensarci neanche, tu non hai nessuna colpa, al contrario di qualcun altro” Mel si rivolge di nuovo in cagnesco al suo, boh, ragazzo? Ex ragazzo? Propenderei ormai più per la seconda. E questo va bene, quello che non va bene è che adesso è un ex ancora più ex anche per Meg, che a questo punto ci avrà messo dozzine di croci sopra. E se Meg non torna con Mike resta single e se resta single Eddie potrebbe decidere di provarci, oltretutto senza alcun tipo di sensi di colpa nei confronti di McCready. Insomma, sono nella merda. E tutto per colpa di questo cretino. Non poteva mollarla con una scusa a caso come fanno tutti?

“Facciamo così: andiamo a berci sopra, non c'è miglior modo di risolvere le questioni” Meg mette un braccio attorno alla spalla della mia amica e le torna il sorriso.

“Ok, ci sto. Però offro io!”

“Non ci pensare neanche! Tocca a me”

“Va beh, paghiamo un po’ per uno e tagliamo la testa al toro”

“Sei un genio”

“Grazie. E ti avviso che non ho intenzione di tornare a casa sobria”

“Nemmeno io, stai tranquilla, tanto poi prendiamo un taxi”

“Come un taxi? Non torni con me?” domanda Angie timidamente.

“Già, e non dimenticare il falò a Discovery Park” aggiunge Jeff.

“Tranquilla Angie, ci vediamo a casa. Comunque… nah, onestamente non mi va di prendere freddo. E poi ho proprio bisogno di cambiare aria… non voglio offendere nessuno, ma preferisco non vedere nessuna delle vostre facce, almeno per un po'” Meg si allontana con Melanie e proprio sul finale mi ridà speranza. Vuole cambiare giro per un po’, quindi non vuole vedere neanche Eddie. Sono ancora in pista!

 

Il gelo è calato sulla tavolata e anche i curiosi attorno a noi restano a fissarci un po’ interdetti prima di tornare ai fatti loro. A questo punto tutta la gang pende dalle labbra di Mike in attesa di un commento, una reazione, qualsiasi cosa.

“Certo che anche tu, Mike, cazzo” Jeff è il primo a dire qualcosa, visto il silenzio del diretto interessato.

“Ma che volete? Ero convinto lo sapesse! Io sarò un signor nessuno, ma tutti conoscono Meg” bofonchia McCready.

“Non mi sembra il momento più adatto per fare la vittima, Mike” sentenzia Kim che è stato zitto finora.

“No, infatti, mica sono una vittima io! Sono il colpevole! E’ tutta colpa mia e soltanto mia, vero Violet?” Mike parla ai suoi amici per poi girarsi di scatto verso di me.

“Io? Che c'entro io?” mi guardo attorno fingendo di cadere dal pero.

“Sei contenta adesso? Gran bel piano!” insiste lui e se non lo faccio tacere immediatamente questo stronzo è capace di raccontare tutto.

“Piano? Non so di cosa stai parlando? E non ti offendere, ma quello che fai tu non influisce minimamente sulla mia felicità, sai che mi importa”

“Ne sei sicura?”

“Sicurissima. E comunque se ci tenevi che le cose funzionassero avresti potuto benissimo organizzarti con un tuo piano”

“Mi sa che mi manca un pezzo di trama” commenta lo sconosciuto guardando alternativamente me e Mike.

“Se è per questo manca anche a noi” replica Chris. Se questo imbecille si lascia scappare qualcosa proprio con Gazzettino Cornell entro domattina lo saprà tutta Seattle. L'essermi alleata con un perdente di certo non farebbe del bene alla mia reputazione.

“Non c'è nessuna trama, semplicemente Mike non mi è mai stato troppo simpatico per come trattava la mia amica e non gliel'ho mai nascosto”

“Oh sì, certo, tu sei quella schietta che parla sempre chiaro, senza sotterfugi…” McCready si alza e si avvicina al vicino bancone del bar e solo ora prende un mazzetto di tovaglioli di carta per asciugarsi.

“Cosa vorresti dire?” gli chiedo sbadigliando, e non per finta, quando torna dalle mie parti.

“Ah niente, non serve che ti dica niente, io. Ci penserà qualcun altro e se dovesse succedere stasera resterei volentieri a vedere la tua faccia in quel momento… se solo non mi fosse venuta questa improvvisa voglia di farmi un giro. Altrove. Ciao ragazzi! Ci vediamo alla galleria, forse”

“Dai Mikey, non fare lo stronzo, dove vai?!” Jeff cerca di richiamare il suo amico col suo solito tono garbato.

“Hai fatto una cazzata, ok, ma ti vogliamo bene lo stesso.” ribadisce Stone “E poi ci servi nella band”

“Che poi, cazzata… una cazzatina, non è neanche così grave!” Chris scuote la testa e ridacchia, almeno finché non incrocia di nuovo lo sguardo della sua fidanzata.

“Non sto mollando la band, ma preferisco sparire per un po’ per elaborare questa…. cazzatina, ok? Ciao” Mike si volta e se ne va, fra le proteste dei suoi amici.

“Ma sì, dai, lasciatelo tranquillo a sbollire un po’, vedrete che poi tutto si aggiusta” aggiunge l'uomo senza nome e a questo punto io non resisto. E poi, considerato il casino appena successo, ritengo sia mio preciso dovere alleggerire l'atmosfera.

“E comunque, ciao! Tu chi sei? Non ti ho mai visto prima” allungo la mano verso lo sconosciuto, che mi guarda in maniera indecifrabile.

“Io sono Ray, piacere” si passa la sigaretta da una mano all'altra e stringe la mia brevemente.

“E’ il papà di Angie!” aggiunge Laura con un entusiasmo sinceramente immotivato.

“Oh davvero? E’ un piacere conoscerla…”

“Dammi del tu, per favore”

“Ok! E’ un piacere conoscerti, Angie è una cara ragazza” la guardo mentre sorride imbarazzata e in fondo è vero, non mi ha mai dato fastidio, anzi, mi ha pure dato un paio di dritte su Eddie. Poi va beh, ciò non toglie che la trovo noiosa e patetica, il classico stereotipo della sfigata intellettualoide che fa finta di essere cinica per darsi un tono, e poi eccola, la bambina, che esce e si potra dietro il papà!

“Lo so, lo so, e il merito è ovviamente tutto mio! Tu invece sei…?”

“Ah già, giusto! Eheh che maleducata. Io sono Violet, la ragazza di Eddie”

“CHE?!” al posto del suo solito vocione, Eddie si produce in un acuto inedito.

“Piacere di ehm conoscerti, Violet” Ray guarda Eddie, poi me, poi ancora Eddie.

“Non è vero, perché devi dire così?” mi domanda occhiblu con aria esasperata.

“Ahahah ma dai, non prendertela, stavo scherzando!”

“Quindi è o non è la sua ragazza?” domanda Ray a Stone, ma credo che la vecchiaia si stia impadronendo del padre di Angie perché quello che voleva essere sottovoce è anche stavolta chiarissimo.

“No, non lo sono…” rispondo io nello stesso momento in cui Stone fa di no con la testa “ancora

L'ultima precisazione non deve piacere troppo a Eddie, infatti si alza e ha tutta l'aria di volersi allontanare dalla tavolata, che lo guarda forse pensando di stare per assistere a un nuovo show. Eddie effettivamente si allontana, ma, senza guardarmi neanche in faccia, mi prende per un braccio e mi porta con sé ovunque abbia intenzione di andare. Io ovviamente non oppongo resistenza.

 

Eddie si ferma proprio davanti ai bagni, poi si gira verso di me e finalmente mi degna di uno sguardo, anche se piuttosto accigliato.

“Io avrei pensato a un posticino più romantico per imboscarci, ma va beh” faccio per abbracciarlo, ma non c'è verso.

“Violet, pensavo di essere stato chiaro l'ultima volta”

“L'ultima volta… già… Quand'è stata l'ultima volta? E’ una vita che non ci vediamo” gli ricordo tenendo il broncio.

“E ci sarà un motivo, no?”

“Ah ah. Comunque perché mi respingi? Io volevo solo consolarti, da amica”

“Sì, certo, come no”

“Sei sempre così prevenuto nei miei confronti…”

“Chissà come mai? E comunque, conosolarmi per che cosa? Io sto benissimo”

“Per la faccenda di Meg. Magari puoi darla a bere agli altri, ma io so come te la stai passando davvero, io ti conosco”

“Meg? Che c'entra Meg?”

“C'entra, c'entra. Certo che è proprio un peccato, proprio adesso che potevi avere qualche chance, lei non vuole più vedere nessuno”

“Tu non hai capito proprio niente”

“Oh! Siete qui? Ehm, scusate, devo solo…andare…” una voce fastidiosa ci interrompe e non poteva che essere l'imbranata.

“Carina la borsa! Dove l'hai presa? La voglio anch'io” blocco Angie mentre va verso la porta del bagno delle donne.

“Grazie… beh, me l'hanno regalata, non saprei dirti”

“La voglio prendere alla mia nipotina, gliene avevo regalata una a forma di cono gelato, ma l'ha mangiucchiata tutta con quei quattro dentini che si ritrova!”

“Se vuoi mi informo, comunque ora, ehm, vado” Angie indica la toilette e ci si infila velocemente.

“Perché devi fare così?” mi chiede Eddie guardandomi in cagnesco.

“Fare cosa?”

“La stronza”

“Perché? Uffa che ho fatto adesso?!” gli chiedo sbuffando.

“Tua sorella ha un maschio, non hai nessuna nipote”

“Ma sì, dai, era una battuta”

“Una battuta del cazzo. Le hai dato della bambina”

“Madonna, quanto sei pesante, stavo solo scherzando! Ok, quando esce le chiedo scusa, va bene?” capisco che è una sua amica, ma non pensavo fosse intoccabile. Devo stare attenta e continuare a trattenermi dalle cattiverie. Comunque non era neanche una cattiveria vera e propria, era solo una piccolissima innocente presa per il culo. D'altronde, se vai in giro con una borsa a forma di macchina fotografica te lo dovresti anche aspettare, no?

“E comunque sei totalmente fuori strada con Meg” Eddie cambia argomento e finalmente torna su un tema che mi interessa.

“Eddie, guarda che non sono stupida, l'ho capito che è lei la tipa che ti piace”

“Ahahahah tu non hai capito un cazzo!” Eddie praticamente scoppia a ridermi in faccia e la sua espressione passa improvvisamente dall'imbrionciato al divertito. Quasi non sembra una reazione isterica.

“Oh certo, scusa, non è lei! E’ questa fantomatica sconosciuta che io non ho mai visto! Ovvio!”

“Eheheh ok, ti ho detto una piccola bugia: l'hai già vista e la conosci, ma non è Meg”

“Come scusa?” credo di non aver capito bene.

“Non è Meg”

“No?” sta dicendo che ho fatto tutto questo casino con Mel e Mike senza motivo?

“No” sembra sincero. Cazzo.

“E allora chi è?” chi è la puttana?

“Perché dovrei dirtelo? Così puoi organizzare qualche altro piano dei tuoi anche contro di lei?” azzarda lui e ci ha preso in pieno.

“Piano? Che piano? Non starai a sentire i deliri di Mike?”

“Ma forse se te lo dicessi la pianteresti di scocciarmi e te ne faresti una ragione” continua grattandosi il mento, in posa da pensatore.

“Sì, esatto! E’ per quello che lo voglio sapere, finché non lo so è difficile per me voltare pagina, capisci?” muoviti e tira fuori questo cazzo di nome.

“Non lo so…”

“Oddio, Laura?! La ragazza del tuo amico!”

“Ma figurati, le ragazze degli amici sono sacre!”

“Allora è Grace! Tecnicamente non sta ancora con Stone, quindi…”

“Non è Grace. E’ una persona che è qui stasera”

Istintivamente rivolgo lo sguardo al lontano tavolo degli amici di Eddie, l'unica tipa rimasta, a parte Laura, è Susan e se vale quello che ha appena detto sulle fidanzate degli amici dobbiamo escludere anche lei. Chi cazzo è? A meno che…

“Hai detto una persona… cazzo, non dirmi che sei gay?! Anche se questo onestamente spiegherebbe tutto…”

“Certo, siccome non ti voglio… Violet, non ci sarebbe nulla di male, ma no, non sono gay. La persona è una ragazza” risponde e io a quel punto esploro con la massima attenzione la porzione del locale visibile dai cessi.

“Allora chi è? La tipa della galleria? E’ qui? Non l'ho vista”

“Non è lei, è una ragazza che hai visto e con cui hai parlato” insiste e mi guarda come se fossi deficiente, ma io onestamente non ci arrivo.

“Melanie?” cazzo, sarebbe un colpo di scena bello grosso!

“Cristo, no Violet, no! Possibile che non ci arrivi? Sei arrivata da pochi minuti, non hai di certo parlato con duecento persone!”

“La barista?” chiedo dopo aver ponderato a lungo.

“NO!”

“E allora chi è? Dimmelo e basta, no?!”

“E’ ANGIE! ANGIE! MI PIACE ANGIE! SARAI L'UNICA A SEATTLE A NON AVER CAPITO CHE HO UNA COTTA PER LEI” mi urla in faccia, così forte che quasi mi spettina, e io resto interdetta per un attimo.

“Angie?”

“Sì! Oh, mi sento meglio ora che te l'ho detto. Ora che ci penso, sei la prima persona a cui lo dico in assoluto… è una bellissima sensazione” Eddie sorride compiaciuto e io sono ancora confusa.

“Ma… Angie chi?” gli chiedo, brancolando ancora nel buio.

“Come Angie chi? Angie! Quella che hai preso per il culo cinque minuti fa!” ribatte indicando la porta del bagno e finalmente nel mio cervello si accende la luce.

“ANGIE?!” ringhio proprio nel momento in cui la stronzetta esce dal bagno.

“Sì, e allora?”

“Eccomi… ehm, parlavate di me?” l'obesa di merda si avvicina a noi e nel momento in cui li vedo uno accanto all'altro è come se qualcuno mi premesse un altro cazzo di interruttore nel cervello. Un interruttore molto particolare, visto e considerato che comincio a ridere. Ma non in modo normale, a parte all'inizio. Sulle prime la risata è piuttosto sommessa, ma si trasforma subito in una serie di latrati sconnessi, intervallati solo da altrettanto rumorose riprese di fiato.

“E’ tutto ok?” chiede Angie, rivolgendosi prima a me e poi al suo bello, e la cosa non fa altro che farmi ridere ancora più sguaiatamente, facendomi guadagnare occhiate perplesse dall'andirivieni di persone da e verso il bagno.

“Mi sa di no” commenta Eddie alzando le spalle e io ci provo a fermarmi e restare seria per un attimo, ansimando nel tentativo, ma poi Angie apre ancora la bocca.

“Hai preso qualcosa?” mi chiede e io esplodo di nuovo.

Scuoto la testa e mi avvicino al tavolo dei perdenti, dove avevo lasciato la mia borsa, sempre ridendo. Interrompono qualsiasi conversazione stessero avendo non appena mi individuano, non so se visivamente o dalle mie risate, dopodiché vanno in fissa su di me e non mi staccano gli occhi di dosso mentre recupero la borsetta.

“Violet? Stai bene?” quell'angioletto di Laura è la prima a parlare.

Io annuisco senza smettere di ridere e mentre mi allontano faccio in tempo a sentire lo scambio di battute tra Stone e Ray.

“Ma… le vostre uscite sono sempre così?”

“Nah, in realtà questa è sottotono rispetto al solito, non è successo niente”

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“Allora ci andiamo o no a questo cazzo di falò?” il bassista ha appena salutato con un cenno e un occhiolino una riccia che non si perde mai un nostro concerto, per poi rivolgersi a me “Betty e le sue amiche ci sono sicuro”

“Ma dove vuoi andare con questo rottame umano?” rispondo indicando Jerry, chino sul tavolo, con le braccia a proteggergli la testa da forse una mezz'ora.

“Io non vado da nessuna parte” borbotta il nostro da sotto i capelli.

“Ahahah certo che, scusami ma, lasciatelo dire, sei proprio sfigato amico!” Starr, che ha davvero un istinto innato per tirare su le persone, dà un paio di pacche sulla schiena al chitarrista, che si limita a muovere le mani in maniera scomposta per farlo smettere, senza degnarsi di mostrarci la sua faccia da culo.

“In effetti… in mezzo a tutta la gente del Rock Candy… dovevi proprio imbatterti nel padre di Angie!” commenta Layne, che se non altro sembra avere un po’ di pietà per Cantrell.

Anch'io ne ho, capisco che ultimamente non gliene vada una giusta, però non può neanche continuare ad autocommiserarsi.

“Te l'avevo detto io di non andarci, ma tu no, fai sempre tutto di testa tua” glielo avevo detto di venire con noi qui all'Ok Hotel, invece ha preferito andare a spiare Angie che va avanti con la sua vita senza di lui, mentre lui proprio non ce la fa. O non ce la vuole fare.

“E’ proprio da quando ho smesso di fare tutto di testa mia e ho iniziato ad ascoltare te che sono iniziati i miei problemi” Jerry alza brevemente la testa per ringhiarmi contro, per poi tornare ad accasciarsi sul tavolo.

Io scuoto la testa e mi concentro sul mio drink, mentre Layne cerca di tirarlo su con argomenti più efficaci.

“Dai, non è così grave… Insomma, mica gli hai detto che stavi parlando della figlia. E non credo che Angie glielo dirà mai, perché dovrebbe?”

“Ma infatti, figurati, per quello stai tranquillo, non lo verrà mai a sapere!” si accoda anche Mike.

“Dite?” chiede la voce dall'oltretomba.

“Angie non l'ha detto ai suoi amici, figuriamoci se lo va a raccontare al padre” aggiungo io per rassicurarlo ulteriormente.

“Avete ragione, non ho nulla da temere” Jerry si risolleva e si toglie i capelli dalla faccia.

“A meno che non sia il padre di Angie a dire qualcosa alla figlia, allora sì che saresti nella merda” Starr ha tanti pregi, ma fra questi non c'è la capacità di comprendere quando è il caso di aprire bocca e quando è invece più opportuno tacere.

“Oh cazzo” Jerry è di nuovo a faccia in giù sul tavolo, che ora prende pure a pugni.

“Ehi ciao Mikey!” Layne saluta qualcuno e in pochi secondi vedo apparire McCready, il suo aspetto quello di uno che ha avuto giorni migliori, che si siede con noi.

“Che cos'ha?” domanda indicando ciò che resta di Cantrell.

“Pensa di aver fatto la figura di merda del secolo” risponde Starr.

“Penso?” protesta Jerry.

“Seriamente, non credo che il padre le dirà qualcosa: perché dovrebbe parlarle delle disavventure amorose di uno che per quanto ne sa lui è soltanto un conoscente di Angie?” cerco di mettere ordine in questo casino dando delle risposte razionali alle ansie irrazionali di Jerry e sembra funzionare, visto che si risolleva dal tavolo.

“Già, perché dovrebbe dirglielo?” si domanda lui guardando nel vuoto.

“Hai incontrato il padre di Angie?” chiede Mike e Jerry annuisce titubante.

“Hai parlato di te e Angie col padre di Angie?” McCready chiede conferma e io sono piuttosto stupito.

“Tu lo sai?” gli domando e subito dopo mi fa eco anche il diretto interessato.

“Come fai a saperlo?”

“L'ho saputo da Meg. Quando ancora mi parlava”

“Beh, mi pare che l'ascia di guerra sia stata seppellita ormai, no?” interviene Layne con tono scherzoso.

“E’ stata appena dissotterrata: ho combinato un casino” risponde il chitarrista e l'atmosfera torna ad essere pesante. Ma che cazzo è stasera? Sta diventando il ritrovo dei cuori spezzati!

“Hai raccontato al padre di Meg di quante corna hai fatto alla figlia?” Starr chiede sarcasticamente, guadagnandosi un'occhiata di disprezzo da parte di Cantrell.

“No, peggio”

A questo punto ha inizio la riunione degli sfigati anonimi e Mike ci racconta la sua disavventura di poco fa al Rock Candy con Meg e Mel. Meg e Mel, cazzo, se l'è scelte pure col nome simile.

“Va beh, ma tu davi per scontato lo sapesse, non hai mica detto bugie, hai solo… dimenticato di dire una parte di verità” sentenzia Starr, scagionando il suo omonimo.

“Ma Mel mi ha chiesto un sacco di volte delle mie ex e io gliene ho parlato, ma ho sempre evitato di parlare di Meg… non perché volessi nasconderglielo, ma… boh, neanche lo so perché, forse perché comunque è una persona che ancora frequento. Comunque non era voluto. E ora penserà che invece l'ho fatto apposta”

“Ma tu spiegaglielo. Cioè, non ora, ora sarà incazzata nera, lascia che si calmi un attimo, poi prova a parlare con lei” a quanto pare oggi non posso proprio dismetterli i panni dello psicologo.

“Sì, ma lei chi?” domanda lo sfigato numero due della serata e io lo guardo perplesso per un attimo.

“In che senso, lei chi?” chiede Cantrell, perché probabilmente non ci ha capito un cazzo nemmeno lui, e non mi stupisco visto che è anche mezzo sbronzo.

“Con chi parlo? Con chi devo chiarire? Con Mel o con Meg?”

“Ah! Beh, quello devi saperlo tu” risponde Layne alzando le braccia.

“E invece non lo so, cioè, a volte mi sembra di avere le idee chiarissime, ma poi un attimo dopo tornano i dubbi”

“Ragazzi, con tutto il rispetto, qua mi sembra il muro del pianto, io me ne vado al falò e farei altrettanto se fossi in voi” Starr col suo solito tatto si alza sbuffando.

“Meg ha detto che non ci sarebbe andata, ma se poi cambia idea? E se ci sono tutte e due? Non posso rischiare, io passo” Mike rifiuta categoricamente.

“Angie ci va al falò?” chiede subito Jerry.

“Penso proprio di sì” risponde il suo compagno di sfighe.

“Allora col cazzo che ci vengo, scusa amico”

“Certo che siete proprio due palle al piede! Va beh, Sean, Layne, andiamo e lasciamo questi due a piangersi addosso”

“Mmm non so, non mi va tanto, ho già fatto tardi ieri, mi faccio un'altra birra e poi vado a casa” anche Layne rinuncia, poi si alza e va al bar.

“Va beh, allora andatevene affanculo. Cos'è, vuoi paccare anche tu?” Starr mi guarda con sfida.

“Non ti scaldare, io ci vengo, ma più tardi, adesso è ancora presto!” onestamente pensavo di rimanere qui, ma visto che c'è Layne ci penserà lui a fare da balia a questi due.

“Comunque non sono le corna” Jerry se ne esce con questa frase, così, dal nulla.

“Cosa?”

“Non sono le corna il problema. Cioè, anche, ma non è la cosa più grave che gli ho detto”

“Ma di chi stai parlando?” chiede Starr accendendosi una sigaretta.

“Del padre di Angie, di che cazzo vuoi che stia parlando?!”

“Ma che ne so, stavamo parlando del falò e tu tiri fuori ‘sta cosa così, a cazzo!” beh stavolta il nostro Mike non ha tutti i torti.

“E quale sarebbe la cosa grave?” domanda l'altro Mike, quello triste.

“Oh Cristo” in un baleno la faccia di Jerry è di nuovo spalmata sul tavolo e ci mettiamo un quarto d'ora per tirarlo su di nuovo.

“Dai, Jerry, che gli hai detto?” lo sprona Layne, nel frattempo tornato al tavolo con una birra per sé e una per Mike.

“Ma infatti, cosa mai gli avrai detto!” ribadisco.

“Non ti vergognerai dei tuoi amici! Guarda che noi ci aspettiamo già il peggio da te, non c'è pericolo di scandalizzarci” Starr riesce nell'incredibile impresa di far ridere Mike McCready, mentre Jerry è ancora lontano da quel traguardo.

“Gli ho parlato… di sesso”

“Di sesso? Come di sesso?” chiede Layne preso in contropiede.

“Del sesso… tra me e Angie”

“Cosa? Ma ti sei ammattito?!” la reazione di Starr è quella più sorprendente.

“Avevi detto che ti aspettavi il peggio!”

“Sì, ma qua rasentiamo il ridicolo. Lasciamo stare che era il padre di Angie, perché tu non lo sapevi… Ma cazzo, parli col primo sconosciuto al bar e gli racconti delle scopate con la tua ex?!”

“Ero brillo! Parlavo di lei e ci ripensavo… Poi è saltato fuori il discorso del forse scopavi in giro perché lei non te la dava abbastanza e lì sono partito a ruota libera…”

“E va beh, gli hai raccontato che scopavi con la tua ex, e allora? Tutti scopano, non credo sia rimasto scioccato” minimizzo io.

“Quindi te la dava abbastanza o no?” chiede Starr e io non ho mai voluto strangolarlo così tanto da quando lo conosco, e me ne ha dati un sacco di motivi sin da subito, quando non ero ancora nella band e uscivo con sua sorella e lui faceva in modo di seguirci ovunque per non lasciarci mai da soli.

“Fatti i cazzi tuoi!”

“Ma come?! Lo racconti agli estranei e non ai tuoi migliori amici?” ribatte lui fingendosi offeso.

“Comunque vista la reazione, direi di sì” commenta McCready, che probabilmente si è ripreso un attimo una volta visto che c'è qualcun altro che sta peggio di lui. Mal comune mezzo gaudio, no?

“Sì, infatti, me la dava spesso e volentieri, ok? Ed era anche molto brava! Siete contenti?”

“Io no, non ci tenevo a saperlo” risponde Layne apparentemente imbarazzato.

“Io sì, per te, almeno ci hai guadagnato qualcosa da questa storia”

“Mike, giuro che se non la pianti ti spacco la faccia” Jerry minaccia il bassista.

“Ahah ma dai, che palle, non si può neanche scherzare adesso!”

“Scherza con qualcun altro”

“Sai che cazzo me ne frega di quanto scopavi con Angie, se non altro almeno adesso capisco perché ci stavi assieme”

“Mike, dacci un taglio” lo ammonisco e lui sbuffa.

“Ok, scusa Jerry, non volevo urtare la tua sensibilità, ti chiedo perdono”

“Va bene, ma ora basta”

“Comunque ha ragione Sean, non gli hai detto chissà che cosa, andavi a letto con la tua ragazza, e allora? E, a maggior ragione, non mi dà l'idea di un argomento di cui andrebbe a discutere con la figlia subito dopo” Layne interviene per cercare di riportare Jerry alla ragione e per prevenire qualsiasi altra battuta fuori luogo del nostro bassista scarsamente empatico.

“Vero, avete ragione, non devo preoccuparmi”

“Ecco”

“Non è successo niente”

“Esatto”

“Cioè, è successo, ma gli unici testimoni della figura di merda in questione siamo io e lui, che non è nemmeno consapevole del fatto che fosse una figura di merda, e probabilmente non ci incontreremo mai più e nessuno dei due nominerà più l'altro in nessuna conversazione”

“Oh! Finalmente cominci a ragionare. Non è successo niente, punto” lo incita Starr.

“Ma sono riuscito a far incazzare di nuovo Angie, pur non facendo niente” continua Jerry con un'espressione desolata.

“Perché? Che ti ha detto?” domanda Mike a cui non pare vero di dimenticare le sue sfighe e concentrarsi su quelle del suo collega.

“Non mi ha detto niente, figuriamoci! Sono scappato subito dopo che è arrivata e non ci siamo rivolti la parola, ma mi è bastata la sua faccia quando mi ha visto al bar col padre”

“Va beh, che vuol dire, la faccia schifata la farà a priori ogni volta che ti vede, di base è già incazzata con te, non è che puoi peggiorare ulteriormente la situazione” forse in questo caso non sono stato molto delicato e ho preso in prestito un po’ di stile di Mike Starr, ma è la verità.

“Almeno non di molto” aggiunge McCready.

“Diciamo pure che peggio di così è impossibile” rincara la dose il bassista spegnendo la sua sigaretta nel posacenere preso in prestito dal tavolo accanto.

“Ok, ma se pensasse che l'ho fatto apposta? Ad andare a parlare con suo padre?”

“E perché avresti dovuto farlo? Per suicidarti?” chiedo perplesso.

“Appunto. E poi che cazzo te ne frega di cosa pensa, Jerry! Non hai capito che te la devi togliere dalla testa? Non sappiamo più in che lingua dirtelo” lo rimprovera Starr accendendosi subito un’altra sigaretta e soffiando il fumo in faccia al chitarrista.

“Ma sì, lo so, non sono mica deficiente! Angie ha chiuso con me e pensa giustamente che io sia uno stronzo, ma non voglio pensi che io sia così stronzo. Così stronzo da divertirmi a torturarla e a metterla in imbarazzo apposta, fra… boh… pantaloni calati, attacchi di gelosia immotivati, contagi di malattie veneree imbarazzanti, racconti di quanto è brava a succhiarlo e regali inopportuni che finiscono nella spazzatura e chi più ne ha più ne metta. Come se lasciarmi non fosse bastato e fosse necessario, che so, espatriare per evitare che io la ferisca in qualche modo” Jerry si lancia in uno sfogo concitato rivolgendosi a nessuno di noi in particolare, ma fissando il fondo del suo bicchiere vuoto ormai da tempo, da cui subito dopo cerca di ottenere ancora qualche goccia inesistente di birra.

“E ovviamente gli esempi che hai fatto sono solo esempi generici che non hanno realmente a che fare col tuo caso, giusto?” chiede McCready forse un po’ scioccato.

“Ti prego, dicci che non hanno a che fare col tuo caso… a parte quando ti sei calato i pantaloni e te lo sei tirato fuori davanti a lei, perché a quel triste spettacolo ho assistito anch'io personalmente” lo incalza Starr, dopo che Jerry si era limitato a guardare McCready senza rispondergli.

Jerry continua a tacere e la sua non risposta è eloquente e fa calare il silenzio sul nostro tavolo. Un silenzio precario però.

“Sei una cazzo di catastrofe ambulante, Jerry” dichiara Layne, dopo che una cameriera ha portato via i bicchieri vuoti dal tavolo, scatenando involontariamente le risate di Starr, ma anche un po’ le mie, trattenute finora a stento.

“Non c'è un cazzo da ridere, stronzi!”

“Hai ragione, no, hai ragione, scusa scusa!” cerco di recuperare asciugandomi le lacrime.

“Io provo ad aprirmi coi miei amici e voi ridete, poi non lamentatevi che non vi racconto un cazzo” borbotta Cantrell col broncio più lungo che abbia mai visto.

“No, ma infatti, è colpa nostra. D'ora in poi non raccontarci più niente, ti prego, non aprirti mai più!” risponde Starr tra una risata e l'altra.

“Su questo ci puoi giurare”

“Dai, però devi ammettere che anche tu rideresti se si trattasse di qualcun altro” osserva McCready, che non si sta rotolando dalle risate come noi, però non nasconde un sorrisetto beffardo.

“Oh sì, certo, soprattutto se si trattasse di questi due.” risponde indicandoci, per poi continuare con un ghigno inquietante “Oppure se vuoi mi faccio una risata sul fatto che Melanie è di nuovo single, anzi, mi daresti il suo numero? AH-AH-AH”

“Touché” Mike si dichiara sconfitto senza clamori, ma solo con un'alzata di spalle.

“Ma ora basta, dai, chiudiamo quest'argomento del cazzo, parliamo di cose serie” sentenzia Starr con una sonora manata sul tavolo per riportarci tutti all'ordine.

“Finalmente, era ora” annuisce Cantrell, che probabilmente ripone troppa fiducia nel nostro bassista.

“Parliamo delle abilità di Angie” e io lo sapevo che non ci dovevamo fidare.

“Chiudi. Quella. Cazzo. Di. Bocca.”

“Cosa che a lei non dicevi mai” Starr rincara la dose e non riusciamo a non esplodere di nuovo in una risata collettiva.

“MA IO TI AMMAZZO” Jerry si alza in piedi e, non trovando nessun oggetto contundente a portata di mano, brandisce le chiavi della macchina prese dalla tasca.

“L'ho sempre sostenuto che le tipe non tanto belle hanno una marcia in più”

“TI SCANNO COME UN MAIALE”

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“Ma ci si può venire di notte in questo parco?” domanda mia figlia, che cammina accanto a me reggendo la torcia che stiamo condividendo con Eddie e Stone.

“Certo, che domande. E l'unico motivo per cui siamo entrati da un buco in una rete, anziché da un ingresso principale, è perché volevamo rendere l'esperienza più pittoresca per Ray” risponde Stone mentre avanziamo lungo quella che, da strada di campagna piuttosto ampia, si è lentamente ridotta a sentiero insinuandosi nel bosco.

“Oh. Quindi stiamo facendo una cosa… illegale?! Angie, domani fai le valigie e torni a casa, lontana da questi delinquenti” dico serissimo, poco prima di sentire un rumore di piedi che inciampano e se non vedessi che la luce della torcia resta ferma e salda nell'illuminare il sentiero e la vegetazione circostante, penserei che il ruzzolone sia proprio di mia figlia.

“Cazzo”

“Attento Jeffrey, che se rotoli giù dal sentiero sono cazzi per tutti, andiamo giù come birilli!” scherza Stone all'indirizzo del suo compare, in un altro gruppetto alle nostre spalle, e mi chiedo da quanto tempo si conoscano, dato che, da quel poco che ho visto, questi due si punzecchiano come marito e moglie.

“Non sono caduto, ma se dovesse succedere starò attento e mi impegnerò a prendere la mira esclusivamente su di te”

“Ora capisco perché avevate detto abbigliamento comodo.” commenta Angie con la voce vagamente tremante, non so se per il freddo o per un pizzico di paura “E in certi punti il sentiero è ghiacciato”

Effettivamente il posto è assolutamente affascinante e ringrazio il cielo di aver portato con me un flash adatto per poter scattare delle foto in questo contesto, però non mi sembra il luogo ideale per una festicciola notturna nel mese di gennaio.

“Stai attenta anche tu” le dico circondandole le spalle con un braccio.

“Lo so, lo so, neanch'io voglio ricreare la scena di Indiana Jones inseguito dal masso rotolante ne I predatori dell'arca perduta

“Scema” sento che Eddie accompagna il suo commento seccato con una specie di pacca o spintone, che per fortuna è leggero e non dà avvio alla scena appena descritta.

Poco più avanti, lungo il percorso, ci imbattiamo in una serie di scalini, segno che ci stiamo avvicinando sempre più alla spiaggia. Il rumore delle onde, la fredda brezza, la musica e il chiacchiericcio di chi è arrivato al falò prima di noi ne sono ulteriori segnali.

“Siamo quasi arrivati?” chiede mia figlia speranzosa, quando una serie di gradini finisce e la stradina si allarga in un piccolo spiazzo con due panchine in legno.

“Era così impaziente anche nelle gite da bambina, Ray?” mi chiede Christopher dal terzo gruppetto con torcia che ci precede.

“Sempre”

“Comunque se questi cespugli di lamponi non fossero così alti vedresti già la spiaggia alla tua sinistra, godendo di uno splendido panorama” continua il ragazzo, sedendosi sullo schienale di una delle panchine.

“More” mi intrometto io.

“Eh?”

“Sono more, non lamponi” conferma Angie avvicinando la torcia al cespuglio.

“Come fai a dirlo? Non ci sono i frutti…” chiede la ragazza di Jeff, quando anche il terzo gruppetto si ferma nello spiazzo.

“Le piante di lamponi non sono così alte,” risponde la mia bambina indicando i rami che supereranno i due metri “al massimo sono come me quando fioriscono”

“E le spine delle more sono più dure” aggiungo io.

“Non sapevo te ne intendessi di piante” Eddie si avvicina a mia figlia per esaminare con lei i rami del cespuglio, diciamo così.

“Già, chi l'avrebbe mai detto! Dopotutto viene solo dalle montagne…” ironizza Stone salendo in piedi sulla seconda panchina, tentando di guardare oltre l'alta barriera di piante.

“Ahah distinguere more e lamponi fa di me un'esperta?”

“Perché ci siamo fermati qui? Dai, muoviamoci, o arriviamo domani mattina” Matt, se non erro, il biondino che da quanto ho capito suona nel gruppo di Chris, ci esorta a riprendere il cammino e non ha tutti i torti.

“In quel caso eviteremmo di infrangere leggi, visto che il parco apre alle quattro e mezza del mattino” commenta Stone saltando giù dalla panchina.

Ripartiamo e, dopo qualche altro minuto di bosco fitto e di scalini, la vegetazione lungo il bordo della stradina comincia ad abbassarsi e diradarsi, concedendoci finalmente la tanto promessa vista mozzafiato, ma privandoci anche di una barriera naturale tra noi e il vento. Mi fermo a scattare un paio di foto veloci, senza bloccare la comitiva, ma senza perderli di vista per non rimanere indietro da solo. Quando raggiungo di nuovo mia figlia e faccio per abbracciarla ancora mi accorgo che il mio braccio è stato sostituito da quello di quel furbetto di Eddie. Appena ci 'scontriamo’ alle spalle di Angie, entrambi lasciamo istantaneamente cadere le braccia e mentre io lo guardo divertito, lui fissa gli occhi per terra e si infila le mani in tasca. Angie sembra non notare niente, molto più intenta a tirarsi su il cappuccio per ripararsi dalla corrente proveniente dal mare. Non posso fare a meno di sentirmi vagamente fuori luogo, qui a rovinare la festa di Eddie, nonché i suoi maldestri tentativi di approccio, che con l'aiuto del cielo stellato ed eccezionalmente limpido, della luna riflessa sul mare e del pretesto del freddo, in mia assenza forse potrebbero anche funzionare.

“Per fortuna Violet non è venuta, si sarebbe ammazzata a scendere con quei tacchi” commenta la ragazza di Jeff.

“O peggio, avrebbe chiesto a Eddie di portarla giù in braccio. A proposito, si può sapere cosa le hai detto?” chiede Stone, credo per la ventesima volta nel corso della serata.

“Ma niente, che non sono interessato e di lasciarmi stare” risponde l'amico, più o meno come le diciannove volte precedenti.

“E perché se n'è andata via ridendo?” insiste.

“Boh, si vede che l'ha presa bene.” risponde, per poi cambiare frettolosamente argomento “Guardate, dovrebbe essere quello”

Seguendo con lo sguardo la linea immaginaria che parte dall'indice di Eddie, io e gli altri scorgiamo delle luci poco distanti, un fuoco apparentemente più grande dietro gli alberi e altri più piccoli più vicini alla spiaggia, e dovrebbe trattarsi proprio della festa a cui stiamo andando, a meno che altri ragazzi della zona non abbiano avuto la stessa idea scellerata. Ora che la meta è vicina affrettiamo il passo, istintivamente, senza che nessuno dica agli altri di farlo.

“Quello lì in fondo cos'è? Un faro?” domanda Angie sollevandosi un po’ la sciarpa sulla bocca.

“Sì, è il faro di Westpoint. E attorno ci sono gli edifici della base” risponde prontamente Jeff, che quasi corre stretto alla sua ragazza.

“Base? Che base?” chiede ancora lei incuriosita.

“La base militare”

“BASE MILITARE?!” urla rallentando e privandomi del tutto di quel poco d'udito che mi era rimasto all'orecchio destro.

“Sì, perché?”

“Stiamo andando a fare una festa clandestina attaccati al culo dei militari?!” esclama lei sconvolta.

“Ahahahah ma è una base in disuso, saranno vent'anni che non c'è più” la tranquillizza Jeff, e indirettamente tranquillizza anche me.

“Ah ok, per un attimo ho pensato di avere degli amici deficienti”

“Ora ci stanno la Guardia Costiera e la Marina” aggiunge Stone.

“Mi correggo: SIETE DEFICIENTI”

 

“Allora, che ne pensate?” Stone si rivolge a noi suoi compagni di torcia, quando arriviamo alla spiaggia sferzata dal vento, probabilmente perché siamo gli unici tre a non conoscere il luogo.

“Questo posto è fantastico” risponde Eddie, gli occhi fissi sulle onde scure.

“Certo, anche se sicuramente sarà più fantastico in estate, di giorno” borbotta Angie con la faccia affondata nella sciarpa.

“Oh in estate siamo sempre qui. Qui, a Gas Works Park o Kerry Park. Oppure ad Alki” precisa Jeff, appena sedutosi su uno dei tanti tronchi d'albero sulla spiaggia, accanto a uno dei fuocherelli.

“E perché cavolo non mi ci avete portato d'estate anziché oggi?”

“Perché non ti conoscevamo, non sapevamo se potevamo fidarci o no. Questo è uno dei nostri posti segreti” risponde Stone, allungando le mani verso il fuoco per scaldarsi.

“Ma se conoscete mio padre solo da qualche ora e ce lo avete portato” puntualizza mia figlia, mentre osserva il fuoco come se volesse buttarcisi dentro per scaldarsi, per poi limitarsi a sedersi accanto a Jeff, seguita a ruota da Eddie.

“E’ diverso, tuo padre è un figo” ribatte tranquillamente lo stronzetto prima di allontanarsi verso gli alberi.

Sulla spiaggia ci saranno una ventina di persone a parte noi, credo qualcuno in più dove c'è il falò più grande, ma da qui non si vede, lo si intuisce più che altro dal rumore delle voci e della musica. Mi viene messa in mano una bottiglia di birra, da cui prendo un sorso, prima di allontanarmi per cercare di rimediare qualche scatto del panorama. Il vento pungente ha avuto il merito di rischiarare il cielo, cosa che non deve essere molto comune qui nella piovosa Seattle, e gli edifici bianchi di cui parlava prima Jeff sembrano brillare di luce propria nel buio della notte, come la sabbia stessa della spiaggia, chiazzata qua e là di sassi, terra, sassolini e tronchi d'albero. I fuocherelli e il fumo che si alza da essi rende il tutto ancora più suggestivo. Quando torno indietro, vedo che poche persone sono rimaste sulla spiaggia e che la nostra prima postazione è occupata solo da Jeff e dalla sua ragazza, intenti a baciarsi, cosa che dovrebbe spingermi a girare al largo e concedergli la loro privacy. Ma è un'immagine così involontariamente fotogenica. E poi lì c'è ancora la mia birra. La luce del flash scolla le labbra e la pausa degli innamorati mi permette di recuperare la bottiglia senza sembrare un maniaco. Mi dirigo verso il luogo del falò principale, una piccola radura in mezzo agli alberi strategicamente riparata dal vento da una grossa formazione rocciosa che sembra riprodurre in scala la forma a punta del promontorio che ho appena fotografato. C'è un boombox che suona i Sonic Youth da una parte, mentre altri ragazzi laggiù stanno strimpellando qualcosa alla chitarra. La gente attorno al fuoco ha delle coperte sulle gambe e dei sacchetti di patatine e snack vari in mano, tra questi scorgo anche mia figlia e colui con cui prevedibilmente sta dividendo la sua copertina.

“Vedo che vi siete sistemati bene” nel momento stesso in cui sorprendo il gruppetto alle spalle vedo mia figlia allungare la mano furtivamente verso Eddie, che fa lo stesso con Matt, che ripete lo stesso gesto con l'altro ragazzo, Kim, come se si passassero qualcosa a catena per farlo sparire. E io non sono certo nato ieri.

“Eeehi, hai fatto belle foto?” mia figlia che cerca di dissimulare è uno degli spettacoli più divertenti cui assistere nella vita.

“Sì. Ora me lo fate fare un tiro?”

“Oh certo” risponde rubando a Eddie la comune sigaretta che ha in mano e porgendomela.

“Non quella, l'altra”

“Quale altra?”

“La canna”

“Canna? Che canna?” chiede mia figlia stupita.

“Non so di cosa stai parlando, Ray” conferma Eddie, che fa decisamente più schifo di mia figlia a mentire.

“Canne? Noi non ci facciamo le canne” ribadisce anche Cornell, che avrà più controllo nel tono di voce, ma con quel viso resto ancora più diabolico dai riflessi del fuoco non è per un cazzo credibile.

“Sì, va beh, qualsiasi cosa sia, mi fate fare un tiro o no?”

La canna fa mestamente il percorso di prima a ritroso, saltando solo l'ultima tappa e passando direttamente dalle dita di Eddie alle mie. Faccio un tiro modesto, per avere un'idea di cosa fumano questi qua, mentre prendo posto accanto alla mia bambina e le frego un po’ di coperta, giusto per dare ancora un po’ fastidio a Eddie, non perché non mi piaccia, anzi, ma solo per divertirmi. L'erba sembra fortina, mi limito a un altro paio di tiri piccoli e poi porgo la canna a Angie.

“Che ci devo fare?”

“Secondo te? Scrivere?”

“Io non fumo”

“Seh, come no. Dai, prendi”

“E’ vero”

“Ti do una notizia: avvolgere i mozziconi nel domopak non li elimina dalla faccia della terra. Sono almeno un paio d'anni che te le fai”

“Ma papà!”

“Angie, mi meraviglio di te! Ci dai un grande dolore” Stone si lancia in un'interpretazione magistrale del padre che io non sono.

“Va bene, ok. Ma solo ogni tanto” ammette imbarazzata.

“Lo so, tranquilla” la rassereno, facendo un altro piccolo tiro e avvicinandole di nuovo la canna sotto il naso.

“Ma non posso farlo… così”

“Così come?” chiedo perplesso.

“Così… con te”

“Perché no?”

“Perché sei mio padre!”

“E allora? Proprio per questo, non mi perderei per niente al mondo l'opportunità di fumare con mia figlia. Coraggio”

Lo so che Angie si sta vergognando come una ladra perché è sempre così riservata su tutto sia con me che con sua madre e perché tutti ci stanno guardando, ma so anche che è un'occasione più unica che rara. Per il nostro legame, ovviamente, mica per la canna in sé, voglio dire, potremmo anche passarci una coscia di pollo per quanto mi riguarda. Angelina, senza parlare, finalmente accetta la mia offerta e si concede un paio di tiri, scatenando applausi e cori di approvazione da parte dei suoi amici, prima di passare la canna di nuovo a Eddie.

“Ecco, sei contento ora? Hai soddisfatto il tuo sogno di padre hippie?” mi domanda sarcasticamente.

“Genitori hippie, ne so qualcosa. Ti sono vicino, Angie, e una volta tanto non sono ironico!” Stone le piazza una pacca sulla spalla, mentre Eddie passa la canna proprio a lui “Faccio giusto un tiro adesso poi basta, visto che poi tocca a me portarvi tutti a casa”

Io e Eddie siamo arrivati con la macchina di Angie, Chris con Matt e la sua ragazza, gli altri invece metà con Stone e metà con Jeff. Jeff ha già anticipato che andrà via presto perché domattina deve lavorare, offrendomi tra l'altro il passaggio per tornare in albergo, visto che anch'io domani dovrò svegliarmi a un orario decente per partire.

“Sei l'autista sobrio designato?” gli chiedo e sapere che ce n'è uno mi rassicura, anche se so che posso fidarmi della mia piccina.

“Sì, ma mi sono autodesignato da solo, anche perché in un posto del genere non ho intenzione di mettere la mia vita nelle mani di questi beoni e fattoni” spiega tirando giù il cappuccio ad Angie per scherzo.

“Anch'io basta, infatti” replica quando Stone le ripassa la canna, rifiutandola.

“Tranquilla, poi in caso ci sono io” il prode cavaliere Eddie si offre volontario per riportare la donzella a casa sana e salva, chi l'avrebbe mai detto!

“Ci sono anch'io, con le canne ho smesso già da un bel pezzo” si aggiunge anche la fidanzata di Chris, che poi ho scoperto essere anche la manager del suo gruppo e di altri. Anche del ragazzo con cui ho parlato prima al locale… come si chiamava? Ah sì, Jerry. Susan è una donna adulta e anche gli altri amici di Angie non sono più ragazzini e devo dire che mi sento più tranquillo nel saperla con gente più grande, non perché gli adulti siano meno cazzoni, ma molto spesso le cazzate più grosse le hanno già fatte e se le sono buttate alle spalle.

“Mi fa piacere sentire queste cose, sarete pure dei beoni fattoni, ma avete la testa sulle spalle”

“Allora ci affidi tua figlia? Perché è questo, no? Che sei venuto a fare. Insomma, tutta questa scena del padre moderno era un test per vedere se ti puoi fidare a lasciarla qui a Seattle, o sbaglio?” la battuta è in stile Stone, ma è Jeff a pronunciarla non appena ci raggiunge. Evidentemente questi due sono talmente in simbiosi da potersi anche scambiare le parti.

“Cazzo, mi avete scoperto. Sì, la metto nelle vostre mani”

“Io non mi metto nelle mani di nessuno!” protesta lei ridendo, mentre Matt ammazza la canna e butta ciò che ne resta nel falò.

Restiamo in silenzio a osservare il fuoco per un po’, felici e pensierosi allo stesso tempo.

“Comunque, se proprio non ve la sentite, non mettetevi alla guida. Piuttosto dormite qui fino a mattina, è un gran posto” affermo dopo un po’, con la voce di Kim Gordon come sottofondo, senza distogliere lo sguardo dal fuoco e in quel momento Angie mi prende la mano e me la stringe, forte, sotto la coperta, non vista da nessuno, senza bisogno di dire niente, perché sa perfettamente a cosa sto pensando in questo momento…

“Sì certo, il posto ideale per dormire se vuoi fare colazione con una polmonite” la battuta stile Stone stavolta è pronunciata dal suo legittimo proprietario.

 

La festa continua, scatto un sacco di foto, faccio la conoscenza di altre persone e non mi sorprende scoprire che sono quasi tutti musicisti. A quanto pare in questa città la musica è nell'aria, nell'acquedotto, nel suolo, forse pure nel depuratore qua vicino. Mi fermo un po’ a parlare con questi ragazzi, parte anche una specie di jam, che include persino me alla chitarra gentilmente prestata da uno di loro, su vari pezzi di Neil Young. Li saluto quando sento approssimarsi la sottile linea di confine tra la piccola parentesi godibile con un tizio più grande e il vecchio invadente che vuol fare il giovane a tutti i costi. Mi riavvicino al falò e vedo che la maggior parte dei ragazzi non c'è più: mia figlia è seduta dov'era prima insieme alla fidanzata di Jeff, mentre gli altri sono apparentemente impegnati in una sorta di gara di arrampicata su un grosso albero poco lontano, che sembra quasi appoggiato alla roccia. Faccio una foto alle ragazze, che stranamente non sarà mossa perché Angie è così presa nel parlare con l'amica che non si è accorta del mio scatto, per fortuna. A un certo punto, Laura tira fuori qualcosa dalla sua borsa, subito capisco che si tratta di uno specchietto, che cerca di direzionare in modo da potersi osservare meglio alla luce del fuoco. In quello stesso istante, Jeff, che forse è il momentaneo vincitore della gara di scalata, si avvicina correndo e prende la sua ragazza di peso, dirigendosi verso la spiaggia e fingendo per scherzo di volerla buttare a mare. Laura protesta dimenandosi e Angie segue i due con lo sguardo sorridendo. Poco dopo nota qualcosa a terra e la raccoglie: è lo specchietto di poco fa. Mi sento una specie di spia, come se stessi rubando un momento intimo, seppur innocuo, di mia figlia, che non sa di esser vista, soprattutto quando riconosco perfettamente l’istante in cui vede la sua immagine riflessa. Lo capisco perché il sorriso, rimasto a colorare il suo viso dopo il gioco scherzoso dei suoi amici, svanisce improvvisamente, lasciando il posto a un espressione… triste. Non mi viene in mente termine più adatto. Quella che vedo è la ragazza più triste che si sia mai guardata allo specchio, ma la cosa davvero triste per me è la consapevolezza di non poter fare nulla per cambiare quell’espressione. Non ho mai voluto dominare mia figlia, non sono un padre padrone, credo di non averle mai dato un ordine in tutta la mia vita, né di averle vietato qualcosa, tranne quella volta… ma semmai ci fossero situazioni in cui vorrei avere il controllo su di lei, questa sarebbe una di quelle.

“Sei bellissima” le dico sedendomi accanto a lei, quando ha già richiuso lo specchietto per poi metterselo in tasca.

“Ti sei fatto un'altra canna coi tuoi nuovi amici, vero?” mi chiede indicando con un cenno i ragazzi con cui ho suonato prima.

“Sei molto più bella di lei” la mia mano le stringe la spalla, almeno tenta di farlo attraverso il giaccone.

“Scherzi, Laura è uno schianto! Non dirlo a Jeff o non ti riaccompagnerà mai in albergo e ti lascerà a morire nei boschi per ripicca”

“Sei più bella di tua madre” insisto prendendole il mento tra le mani e costringendola a guardarmi negli occhi, assicurandomi nel contempo che nessuno ci stia vedendo o ascoltando nei paraggi.

“Allora sarà la mamma ad abbandonarti nei boschi, senza neanche una pagnotta da sbriciolare per ritrovare la strada di casa”

“Non parlo di Janis… parlo di tua madre… quella vera

“Janis è la mia vera madre” ribatte lei guardandomi negli occhi, parlando seriamente per la prima volta da quando sono qui, per la prima volta da mesi in realtà.

“Sai cosa voglio dire”

Madre biologica, credo che il termine corretto sia questo” ribatte tornando subito nella parte di Angie la distaccata.

“Sei molto, molto più bella di quella che ti ha messa al mondo” ribadisco.

“Eheh scusa se fatico a crederci, visto che essere bella era il suo mestiere

“Non basta avere un bell'aspetto per essere delle belle persone. Tu sei una bella persona, fuori e dentro, e spero che stare qui, fra tutte queste altre belle persone che ti vogliono bene, riesca a fartelo capire meglio di quanto non abbiamo fatto io e tua madre, quella che non ti ha partorito”

“Cioè quella vera” aggiunge lei con un sorriso, tornando a guardare il fuoco.

“Già” la copio e mi lascio ipnotizzare dalle fiamme, appoggiando la testa sulla spalla.

“Che gran momento padre e figlia, dici che è stato merito del fumo?” ovviamente non distruggere l'emozione non sarebbe stato da lei.

“Sicuramente!” esclamo tirandomi su e facendole cadere la sciarpa nel movimento.

La toglie per rimettersela bene e mentre lo fa scorgo qualcosa che luccica al suo collo.

“Cos'è questa? E’ nuova?” le chiedo prendendo il ciondolo tra le mani.

“Sì, è più o meno nuova, me l'hanno regalata” risponde lei irrigidendosi di colpo, per poi affrettarsi a ricoprirsi con la sciarpa.

Qui gatta ci cova.

“E chi te l'ha regalata?”

“E’ di Meg, è una collana che mi ha regalato Meg per il compleanno” risponde e mentre lo fa vedo Eddie, che ci stava raggiungendo, bloccarsi a pochissimi passi da noi e rivolgere uno sguardo strano a mia figlia.

Qualcosa mi dice che il regalo è suo. Dai, Eddie, non rimanerci male, ormai dovresti conoscerla: è più facile condividere col papà una canna, piuttosto che una confidenza su un ragazzo, specialmente se le piace come le piaci tu.

“Ehi Eddie, chi ha vinto?” gli chiedo.

“Io… credo”

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“Rispiegami perché Grace non è venuta” visto che Jeff se n'è andato, portandosi via anche Ray oltre che Laura, Cornell ha deciso di prenderne il posto come mio torturatore personale.

“Perché aveva un appuntamento… con un ragazzo!” esclama in stato chiaramente alterato Angie. La stessa che davanti al padre si vergognava a farsi vedere con una canna in mano, mentre da quando è andato via si è attaccata alla riserva delle birre.

“Un ragazzo che non è Stone, vuoi dire?”

“Esatto!” Angie fa per alzarsi in piedi, ma barcolla vistosamente e cadrebbe nel fuoco di testa se non ci fosse Eddie ad acchiapparla e tenerla stretta. Eh che sacrificio, ma qualcuno deve pur farlo, vero Eddie?

“Se siete convinti che me ne freghi qualcosa continuate pure col vostro spettacolino, eh. Ma vi avviso che state sprecando fiato” premo il tastino laterale dell'orologio per illuminarne il display: sono le 3:30. Nessun appuntamento si protrae fino a quest'ora. E comunque poteva passare dopo. Poteva anche portarselo dietro questo tipo, io di problemi non ne ho, sarà lei che se ne fa. Se ha trovato uno abbastanza folle da passare sopra alla questione della sedia dadaista e stare zitto pur di farsela, beh, buon per lei. Io non riesco a tacere, non riesco a ignorare le sue stranezze, magari non sono grosse, ma sono tante e sono assurde. Invece probabilmente il tizio con cui è uscita stasera neanche le nota, nemmeno le vede, non le vuole vedere, per lui è una ragazza qualsiasi, una come le altre, una tranquilla con cui farsi cena+cinemino+scopata, non una folle con due acquari senza pesci al posto delle finestre. Non li vede nemmeno gli acquari, né il post it sulla sedia, né il punto e virgola, né i peluches. Non capisce chi ha di fronte, non capisce un cazzo di niente. Ma questi non sono affari miei, dopo tutto.

“Mark? Ti sembra l'ora di presentarti a una festa?” l'occasione di cambiare argomento mi si presenta sottoforma del mio ex compagno di band, che vedo avvicinarsi lentamente dal sentiero.

“Gossard! Dovresti saperlo che questo è l'orario ideale, presentarsi a una festa prima delle 3 è da borghesi” non sono mai stato così felice di vedere Arm da quando abbiamo sciolto i Green River.

“Carino il cappellino… o è un profilattico all'arancia? Mi sa che non hai levato bene l'aria dal serbatoio però” osservo indicando il suo sgargiante berretto di lana, che ha sulla sommità una specie di protuberanza inspiegabile.

“Sapevo che non l'avresti apprezzato come si merita, dopotutto è Jeff quello esperto di cappelli. O di qualsiasi altra cosa che non sia se stesso.” ribatte col suo sorriso diagonale e io gli voglio bene, insomma, abbiamo condiviso i palchi per anni e siamo amici, ma un po’ di rivalità e di punzecchiamento c'è ed è anche giusto che ci sia, fino a un certo punto “Ah ma c'è anche Idaho. Ciao Idaho!”

“Ciao tizio che chiama la gente come il posto da cui proviene! Sei fortunato che non sono nata in quella città gallese che ha il nome più lungo del mondo… com'era… Llanfairqualcosa” risponde Angie insolitamente in vena di chiacchierare, cosa che non stupisce noi che l'abbiamo già vista brilla, ma sorprende molto Eddie, che la osserva chiaramente affascinato e terrorizzato allo stesso tempo.

“In realtà la paternità di Idaho come soprannome è di Kurt, io ne faccio solo umilmente uso” replica Arm portandosi una mano al petto e accennando un inchino.

“Cobain? Dovevo immaginarlo, una cosa così fantasiosa non poteva essere partorita dalla mente di uno che si fa chiamare come un arto”

“O come un verbo!” aggiungo io.

“O come un'arma!” continua Angie.

“O come una parte di un giradischi” di nuovo io.

“Cos'è? Sono arrivato nel bel mezzo di un vostro processo creativo? Pensavo che ormai avessi smesso di scrivere canzoni in questa maniera, Stone”

“Infatti ora prediligono la tecnica del cadavere squisito” spiega l'ubriacona, mentre Arm le si accomoda accanto, rubando una birra dalla nostra scorta.

“Una band surrealista? E io che pensavo scriveste le frasi su pezzetti di carta e le mescolaste in un cappello di Jeff per poi tirarle fuori a caso”

“No, in realtà il cadavere è quello di Stone, dopo la quindicesima modifica su un accordo. Gli altri lo ammazzano e ci scrivono su una canzone”

“E poi? Risorge ogni volta dalle sue ceneri come la fenice?”

“Magari, la fenice rinasce ogni cinquecento anni” ribatte la nana, ridendosela con Mark alle mie spalle.

“Quindi adesso so quale sarà la data di uscita dell'album dei… com'è che vi chiamate?”

“Mookie Blaylock” risponde Angie praticamente scandendo ogni singola lettera, forse anche quelle che non ci sono.

“Ma stiamo per cambiare nome” precisa Eddie che forse senza neanche accorgersene, anzi senza forse, si è avvicinato di più alla puffa nel momento in cui Arm le si è seduto vicino. Ma sono io che noto tutto o il resto del mondo che è stordito?

“Utilizzeranno il cadavere squisito anche per trovare il nome della band” prosegue Angie annuendo a se stessa.

Cadavere squisito mi sembra già di per sé un nome perfetto” Arm si leva il suo cappellino agghiacciante, cercando poi di mettere ordine fra i suoi capelli ingestibili, ancor meno domabili in mezzo al vento.

“Quindi adesso so come si chiamerà il prossimo album dei Mudhoney” Angie fa il verso alla battuta di Mark di prima e la cosa non gli sfugge.

“Copiare le battute degli altri rivoltandogliele contro è un metodo decisamente sorpassato per vincere un dibattito”

“Pensavo che per vincere un dibattito con te bastasse un po’ di braccio di ferro”

“Ehi, voi due, o la piantate o vi prendete una stanza!” Cornell irrompe con poca delicatezza nel battibecco e il modo in cui lo fa, o meglio, le parole che usa non devono piacere molto a Eddie, che si produce nella risatina più falsa che io abbia mai udito.

“Non mi pare il caso, qualcuno finirebbe in galera” replica Angelina, puntando il collo della sua bottiglia di birra sul naso di Arm.

“Ma non eri maggiorenne? Almeno, questo è quello che Stone ha fatto pubblicare su tutti i giornali dello stato qualche mese fa” Mark strizza l'occhio a Angie, mossa che sicuramente piace ancora meno a Vedder.

“Appunto, diventando maggiorenne sono diventata anche penalmente perseguibile nell'eventualità in cui commettessi un omicidio” il sorriso diabolico di Angie si riflette in quello compiaciuto di Mark.

“Sei sicura di essere amica di questa gente? Mi sembri troppo intelligente per questi tizi”

“E cercare di vincere un dibattito fingendo di farlo vincere all'altra persona mi sembra una mossa troppo prevedibile per un musicista alternativo” stoccata finale di Angie che vince su tutti i fronti.

“Ahahah no, non faccio finta, giuro, hai vinto tu, mi inchino di fronte alla tua superiorità!” Mark alza le mani, per poi far tintinnare la sua birra contro quella di Angela in una specie di brindisi della sconfitta, prima di alzarsi “Vado a cercare la rivincita con qualcun altro, buona continuazione”

 

Il confronto con Mark, o forse l'alcol, ha consumato molte delle energie di Angie, che al momento giace accasciata su Eddie, che sicuramente non si sta lamentando, anzi, sta lì ad abbracciarsela, mentre si gode il fuoco e scribacchia qualcosa su un quadernetto. Ma come cazzo fa a scrivere al buio?

“Cosa stai guardando?” Kim mi spaventa a morte, sbucando da dietro un cespuglio a tradimento.

“CRISTO SANTO… da dove sei uscito? Mi hai fatto venire un infarto!”

“Ero andato a pisciare, scusa se non ho pensato a lanciare un segnale di avvertimento”

“Che succede?” Chris e Matt si avvicinano attirati probabilmente dalle mie urla.

“Niente, Stone mi ha scambiato per un puma o un altro animale feroce. Comunque che guardi?”

“Nulla di che, solo i piccioncini del giorno”

“Cioè?” Gazzettino Cornell ovviamente è impaziente di conoscere le novità.

“Ti do un indizio. Una è un'adolescente alcolizzata e l'altro è un surfista in esilio.

“Eddie… e Angie?!” Chris sembra cadere dalle nuvole.

“La cosa non mi meraviglia, li vedo spesso assieme” Matt è più coi piedi per terra.

“E Cantrell?” chiede Thayil, stranamente interessato al gossip.

“Cantrell è stato spodestato da Riccioli d'Oro e archiviato per sempre” spiego molto diplomaticamente.

“Effettivamente, prima era culo e camicia con Jerry, adesso non si cagano di striscio” ammette Cornell.

“Però uno dei due si deve svegliare, o potrebbero andare avanti con questa storia degli innamorati segreti per anni” sbuffo levandomi un po’ di sabbia dagli stivali.

“Scommetto dieci dollari che si fa avanti prima lei” dichiara Kim dopo un lungo istante di ponderazione.

“Nah, io dico prima Eddie” rilancia Chris.

“Anch'io prima Eddie” si accoda anche Matt.

“Prima Eddie anche per me, Angie non saprebbe distinguere un'avance da un'ingiunzione di pagamento”

 

“Certo che la bocca di Mark Arm è veramente grande” commenta Puffa Alcolista mentre risale il sentiero sulle spalle di Vedder. Per fortuna c'è lui, io non ce la farei a sollevarla e gli altri non li vedo molto in forma. Senza Vedder avremmo finito per dormire in spiaggia come suggerito da Ray. Simpatico Ray, non mi dispiace, sarà che assomiglia a mio padre, specialmente nell'affibbiare nomi del cazzo alla prole.

“Eccome, Mark Arm è la bocca più grande di Seattle, fattelo dire da Jeff!” rispondo sghignazzando.

“Quel ragazzo è sempre stato un chiacchierone” afferma Cornell.

“Senti chi parla!” urliamo praticamente tutti in coro.

“No, non intendevo metaforicamente. Voglio dire, ha una bocca grande, nel senso dell'apertura boccale” biascica la ragazza, pur essendo in grado di pronunciare apertura boccale in maniera impeccabile.

“Beh, sì, credo di sì” Matt risponde al chiacchiericcio nonsense di Angie.

“Ha proprio una bella bocca, delle belle labbra.” giuro di aver sentito Vedder mettere un piede in fallo e semi-inciampare proprio in questo momento, non me lo sto inventando “Dovrebbe chiamarsi Mark Mouth anziché Arm”

“Se è per questo, potrebbe chiamarsi anche Mark Nose viste le dimensioni” scherzo io cercando di tenere la torcia dritta senza farmi distrarre dalla tragedia alcolica-amorosa che si sta svolgendo in questo momento alle mie spalle.

“Vero! Anche il naso!” Angie alza la testa, che finora teneva accasciata dietro alla spalla sinistra di Vedder, e si agita tanto da sbilanciarlo leggermente.

“Sta’ buona, tu e i tuoi ormoncini!” la ammonisco mentre gli altri tre se la ridono.

“Va bene,” Angie abbassa di nuovo la testa e si lascia trasportare da Eddie “comunque mi piacciono gli uomini col naso grande. E con la bocca grande”

Se le mani di Eddie non fossero impegnate a reggere Angie per le gambe, credo che se le porterebbe immediatamente sulla faccia per prendere tutte le misure. A giudicare dall'espressione, si sta trattenendo a fatica.

“Ok, chi si assume il duro compito di convincerla che questa conversazione è effettivamente avvenuta quando sarà sobria? Io no” proseguo nel cammino finché non mi accorgo che gli altri si sono fermati. Mi volto e puntandogli contro la torcia li vedo fermi, fissi a guardarmi.

“Che c'è?” chiedo confuso.

“Già, che succede? Perché siamo fermi? Voglio andare a casa…” si lagna Angie, risollevando la testa in maniera più composta stavolta.

“Bocca grande e naso lungo eh?” Cornell mi guarda e incrocia le braccia, poi guarda Angie, poi di nuovo me, poi ancora Angie, e anche gli altri seguono questo percorso di sguardi, almeno finché lei non capisce che cosa stanno pensando.

“Oh buon dio, no! Per carità!” protesta, con l'aria di chi sta per vomitare, cosa che sarebbe anche comprensibile visto il suo incontro quasi ravvicinato col coma etilico.

“Ehi, cosa sarebbe quella faccia schifata? Perché?”

“Stone, non fare finta di offenderti perché non ho una cotta per te. Non c'è neanche mio padre a darti man forte”

“Non sono offeso, carina, ma il fatto che tu non sia perdutamente innamorata del sottoscritto non ti autorizza a guardarmi come si guarda una montagna di calzini puzzolenti. Di Jeff Ament”

“Jeff Jeff Jeff… ma possibile che ce l'hai sempre in bocca?” Angie si lagna senza capire di aver fatto una battuta volgare involontaria, ma punto la torcia sui miei compari come si farebbe con un'arma, minacciandoli tacitamente perché non facciano commenti.

“In quella bocca così grande poi” borbotta Matt, provocando risate sommesse che faccio finta di non sentire.

“Chissà se a Grace piace la bocca grande…” continua Cornell e io sarei tentato di indicargli la strada sbagliata e farli precipitare giù in qualche dirupo.

Arriviamo alle macchine dopo un cammino che, nonostante tutto, mi è sembrato più breve rispetto all'andata. Strano, dovrebbe essere il contrario, visto che eravamo in salita e più stanchi e sfatti. L'accordo è che noi quattro seguiremo Eddie, che guiderà la macchina di Angie fino a casa di lei, dove scaricheremo anche Cornell, Matt e Kim, che per fare prima dormirà da loro, dopodiché porterò a casa Eddie prima di tornarmene al mio appartamento. Mentre metto in moto non posso fare a meno di notare Vedder esattamente di fronte a noi che, una volta sistemata Angie sul sedile con tanto di cintura, fa il giro della micro-macchina, si siede, sistema probabilmente il sedile e mentre regola lo specchietto retrovisore fa delle evidenti boccacce specchiandosi.

E io che pensavo fosse un ragazzo sano di mente. E forse lo era, prima di incontrare Angie. E noi.

  
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