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Autore: CrisonMelancholy    01/03/2017    3 recensioni
Non c'era nessuna possibilità che Betty Cooper potesse passare inosservata.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La città era stata irrimediabilmente scossa dalla notizia della morte di Jason Blossom. Quella che si annunciava come un’estate mite e soleggiata, quella manciata di settimane che dividevano i ragazzi del penultimo anno dall'ultimo, i Senior dal mettere piede per la prima volta come matricole all'università, si era trasformata in un incubo per tutti. Ipocrisie svelate, insicurezze rinvigorite, tensione palpabile. Tutti incolpavano tutti, ma nessuno aveva idea di cosa fosse realmente successo. O almeno, quasi nessuno."

- Juggie? - La prima cosa che Jughead vide, non appena alzò lo sguardo dallo schermo polveroso del suo PC, fu la mano perfettamente curata di Betty Cooper che premeva leggermente sul sedile di fronte al suo.
- Ehi, Betty. - Lei sorrise, esercitando un po' più di pressione sul sedile .
Era una richiesta di permesso per unirsi a lui? Lui sorrise leggermente a sua volta e a quanto pare per lei fu l'invito a sedersi che aspettava.
- Che cosa stai facendo? -
- Scrivo di quanto sia ipocrita e falsa questa città alla luce di un avvenimento di tale portata. -  Jughead alzò leggermente lo sguardo.
Betty sembrava...Sorpresa? Spaventata? No. Betty conosceva bene il tipo di persona che aveva davanti, berretto compreso, e una risposta del genere non l'avrebbe stupita, solitamente.
Il suo sguardo era indecifrabile, o almeno lo fu per qualche secondo, ritornando poi a un mesto sorriso.
-  Bene, insomma, ti tieni impegnato. Lo faccio anch’io, sebbene sia l'ora di iniziare a fare i bagagli. -
- I bagagli? -
-  Il mio tirocinio... Tre settimane... Mia mamma che cerca di convincermi ad andare in una maniera per niente subdola?-  Jughead alzò leggermente gli angoli delle labbra emettendo un mezzo
sospiro.
-  Sai, in realtà ne ho bisogno. Di allontanarmi un po' da Riverdale, intendo. E con tutto quello che è successo, l'idea di fare le valigie e fuggire dalla follia comunitaria che è diventata questa città mi fa stare bene. -
- Già, ma lasci noi poveri mortali qui da soli. -
- Oh, Juggie. -  Betty si mosse, come se volesse sbuffare col corpo. Con un movimento fluido avanzò sulla poltroncina, fino a quasi far toccare le loro mani.
Lo fissò intensamente negli occhi per qualche secondo, sperando che lui cedesse, ma non c’era nessuna possibilità che questo accadesse.
- Ma cosa è successo con Archie? Lui non vuole spiegarmi. -
Jughead si voltò verso la vetrata alla sua destra. Il neon dell'insegna luminosa creava dei piccoli giochi di luce sul tavolo.
- Non lo so. Ha cancellato il nostro viaggio. Così, dal nulla, senza nessuna spiegazione. -
- Oh, cavolo. -
- Già. Non voglio parlarne, davvero. Organizzavamo tutto da... -
- Un anno. Lo so, Jug. C'ero anche io quando ne parlavate, sebbene a volte sarei potuta passare inosservata... -
Jughead la fissò. Guardò attentamente le microscopiche fossette sulle sue guance, l'attaccatura ben salda dei suoi capelli legati in una stretta coda di cavallo, il modo in cui il suo labbro superiore s'incurvava sotto il peso di meditazioni un po' tristi; guardò attentamente le sue ciglia, quasi potesse contarle una per una.
Non c'era nessuna possibilità che Betty Cooper potesse passare inosservata.
Invece Jughead sbuffò.
- Oh, per favore Betty. Lo so che lo sai. Semplicemente non capisco cosa sia potuto succedere. Comunque, adesso devo andare. -
Betty si morse leggermente una cuticola mentre il suo sguardo si spostò velocemente dalla vetrata agli occhi di Jughead.
- Hai ragione, è tardi. In teoria dovrei essere a casa tra... Venti minuti fa. - - Ti va di... Insomma. Ti accompagno a casa. -
- Oh, Juggie. Non c'è bisogno. –
- Probabilmente un terribile assassino è a piede libero. Un ragazzo della nostra  età risulta disperso. Mamma Cooper starà aspettando la sua adorata figliola alla finestra con un diavolo per capello. Credimi, avrai bisogno di
compagnia, che sia io, o una bottiglia da mezzo litro di vino. -
Betty rise alzandosi con calma dal sedile. Si stiracchiò leggermente e sistemò la borsa sulla spalla.
- Ok. Fammi prendere un frullato da portare a casa. -
***
Betty Cooper aveva dedicato molto tempo al perdersi in fantasie e congetture, mentre svolgeva il suo tirocinio.
L'ottanta percento dei suoi pensieri andavano a Riverdale, si chiedeva cosa si stesse perdendo.
Probabilmente molto poco, e probabilmente era vero, ma l'idea non la consolava.
Aveva essenzialmente due problemi che le stringevano la gola: l'amore, e la famiglia.
Non vedeva sua sorella da settimane, e la lontananza non aveva sicuramente aiutato sua mamma a sbottonarsi un po' di più riguardo questo grande segreto di Stato che era "L'affare Polly".
Per quanto riguardava l'amore, non sentiva Archie da almeno tre settimane, ed era stufa marcia.
Credeva di amarlo, e con Kevin avevano quasi pianificato un programma di attacco al suo ritorno, ma superata la fase della tristezza cosmica e raggiunta la mesta rassegnazione, realizzi che qualcosa si è spezzato.
Però anche solo nei panni di amico lasciava davvero a desiderare. Cosa stava facendo? Dov'era finito?
L'ultimo messaggio nella conversazione, solitario come uno di quei motel sulle superstrade aride nel Nevada era di Betty: "Dai, non faremo tardi. Salutiamoci prima che io parta!" E invece niente.
Ma qualcuno, oltre l'ovvio Kevin, aveva reso i suoi ultimi giorni a Riverdale  più piacevoli.
Jughead l'aveva accompagnata a casa qualche giorno prima della sua partenza, e il ricordo di quella sera, di come le loro spalle dondolassero l'una accanto all'altra, di come gli occhi di Jug guizzassero da un punto all'altro della faccia di Betty, come se cercassero qualcosa di importante, le era rimasto particolarmente impresso nella mente.
- No, davvero non hai mai visto Rebel without a cause? -  Jughead si era fermato con lo sguardo sbalordito.
-  Dai, Juggie, vuoi dire che la tua cultura cinematografica è perfetta? Avrai anche tu delle mancanze. -
- Sì, sono davvero disperato all'idea di non aver mai visto High School Musical! -
Betty rise tirandogli una leggera pacca.
- No, Betty. Sono serio. Domani. Twilight. Rebel without a cause. -
Betty esitò un momento. Era... Era un appuntamento? Conosceva Jug da anni, ma l'idea di passare due ore al buio accanto a lui l'aveva mandata stranamente nel pallone. "Betty, è uno dei tuoi migliori amici. Non fare l'idiota."
- Ok. Ci sto. Ma compri tu i popcorn. -  Jughead sorrise e continuò a camminare, dandole una piccola spallata.
Però non ebbero mai il tempo. Le cose con sua mamma si fecero complicate e il nervosismo era alla stelle.
Anche in questo caso, l'ultimo messaggio nella conversazione era di Betty: "Scusa Jug. Giornate da pazzi.
Mi sa che dobbiamo rimandare al mio ritorno. E' un problema? I pop corn li porto io." Nessuna risposta.
Betty aveva letto quel messaggio così tante volte che se solo gli schermi dei telefoni fossero stati sensibili come lettere di carta, il testo sarebbe diventato illeggibile. A ogni rilettura ipotizzava una nuova motivazione che avrebbe potuto trattenere Jug dal risponderle. Ma ormai le su settimane in quell’ufficio tutto sole e noia erano quasi giunti al termine, ed era arrivato il momento di tornare a Riverdale.
   
 
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