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Autore: Dragonfly_95    01/03/2017    4 recensioni
Emma è rimasta sola, dopo una serata in discoteca: la sua amica Greta l'ha lasciata sola. Qualcosa di terribile sta per accadere quella notte, tra i vicoli di un quartiere buio e malfamato. Ma poi arriva Tom...e tutto cambia. Sembra un angelo venuto a salvarla...ma se invece non fosse così? Emma non puo' averne la certezza. Ma non puo' far altro che fidarsi di lui.
-Non aver paura, tesoro…andiamocene forza. Vieni qui.
Tom l’afferrò delicatamente per un braccio, l’attirò a sé e la fece appoggiare sulla sua spalla. Emma non era nemmeno in grado di camminare, né di reggersi in piedi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La prima cosa che Emma aveva fatto dopo aver spedito quel messaggio a Tom, era stato chiamare Greta e Rachel. Aveva bisogno di loro, più che mai ora.
Non aveva dato troppe spiegazioni, ma aveva detto loro che era urgente.
Naturalmente entrambe le ragazze erano corse da lei subito dopo pranzo, non appena avevano potuto.
Proprio come la volta in cui si erano riunite intorno al tavolo della cucina per parlare della sera in discoteca, ora Emma, Greta e Rachel si trovavano nuovamente sedute lì, insieme.

Emma sputò fuori ogni cosa, ma questa volta, senza nemmeno un’ombra di tristezza.

Solo rabbia e delusione sgorgavano dalla sua voce, come un fiume in piena.

Sentiva il viso accaldato e le parole le si affollavano in bocca, una sopra l’altra.
Non riusciva più a trattenersi.
Emma non era mai stata una persona violenta, ma adesso aveva soltanto voglia di tirare un pugno contro il muro. Con tutta la forza che aveva. Non le importava se si fosse fratturata le nocche.
Voleva solo sfogare tutto quello che sentiva dentro.
Greta e Rachel avevano due facce sconvolte. Gli occhi spalancati e la bocca aperta: sembravano due maschere dell’orrore.

Emma non versò neppure una lacrima.

Per tutta la mattinata e tutto il pomeriggio, Tom aveva continuato a tartassarla di telefonate e messaggi.

Lei aveva semplicemente ignorato tutto e cancellato ogni sms.
Greta e Rachel erano rimaste lì con lei per tutto il giorno: era stata Emma a chiederglielo.
Aveva paura che Tom potesse presentarsi alla sua porta di punto in bianco e non sarebbe stata in grado di affrontarlo da sola, non ora almeno.
Ma soprattutto, Emma aveva paura di rimanere sola.
Quando rimani sola, la mente gioca sempre brutti scherzi. Era meglio tenerla distratta con un po’ di compagnia.
Verso l’ora di cena, fu Greta ad impossessarsi del cellulare di Emma.

-E’ tutto il giorno che rifiuti chiamate e cancelli messaggi. Lascia che lo faccia io per un po’.- le disse.

Rachel preparò qualcosa per cena, una specie di riso freddo con verdure, che Emma toccò appena con la forchetta, giusto per non far rimanere male le amiche.
Poi le ragazze si misero sul divano a guardare una commedia in TV.

-Non potrò mai ringraziarvi abbastanza ragazze. Davvero. Non so come avrei fatto senza di voi.- disse dolcemente Emma.
Era fortunata ad avere delle amiche così.

Rachel si accoccolò dolcemente sulle gambe di Emma, mentre Greta l’abbracciò teneramente.
Erano da poco passate le 22.00, quando Greta disse con un tono grave:

-Emy, c’è un messaggio in segreteria da parte di Tom. Dovresti ascoltarlo…-

Emma non la lasciò finire.

- Non voglio nemmeno sentirlo nominare. E non voglio ascoltare le sue parole.-

- Emy davvero…Ascolta.-

E senza aspettare una risposta, Greta fece partire velocemente il tasto ‘Play’.

Il messaggio durava solo qualche secondo. Ma fu sufficiente a sconvolgere le tre ragazze.

‘Emma, sono ancora io. Probabilmente non ascolterai neppure questo messaggio, ma devo dirti tutto. Tutto.
Vorrei poter parlare con te di persona, ma so che, ora come ora, sarai incazzata nera. E non ti biasimo.
Io sono innamorato di te, Emma.
Ma la cosa peggiore, è che non sono in grado di lasciare Eva.
Non so come fare. Ma so per certo che non posso pensare di vivere senza di te. Sì, sono un stronzo. Ne sono consapevole.
Tu hai cambiato la mia vita. E non lo dico tanto per dire. Ti sto aprendo il mio cuore, cercando di essere il più sincero possibile, e so che avrei dovuto farlo prima.
Sei una donna in gamba, gentile, bellissima.
Lascerò Eva, prima o poi. Perché so che, se mi sono innamorato di te mentre stavo insieme a lei, allora forse non l’amo poi così tanto come credo. Dammi solo del tempo.
Ma ti prego, non allontanarmi da te. Aspettami.
Non potrei sopportarlo.’


Il messaggio s’interrompeva giustamente, lasciando posto ad un ronzio fastidioso.

Emma aveva il cuore che le martellava nel petto, gli occhi fissi su un punto indefinito.
Mille emozioni contrastanti le si affollavano dentro.

Che diavolo stava dicendo?

Tom era uno stronzo.
 Il più grande stronzo che avesse mai conosciuto, travestito da angelo custode.

 Ma era stato di un'onestà impressionante e non era una cosa da nulla. Questo Emma lo apprezzava.
Lui le aveva appena fatto una specie di offerta: scegliere lui e aspettare i suoi tempi oppure andarsene.
Mentre Tom aveva pronunciato quelle parole, Emma non aveva avuto dubbi: che vada a farsi fottere, dannato Tom.
Ma poi una fitta le aveva colpito il cuore.
Lui le stava raccontando tutta la verità, ma soprattutto le stava dicendo che l'amava.
Che non aveva ancora lasciato Eva, ma che lo avrebbe fatto...per lei. Assurda la vita.

Aveva sempre creduto che lei, Eva, fosse in mezzo tra di loro. Ma la verità era ben diversa. La verità era che era Emma ad essere in mezzo a loro. Era sempre stata lei. Era lei ad essere l'altra, non Eva.
Lei non c'entrava nulla in tutta quella storia, anzi.

Probabilmente ne era totalmente all'oscuro e credeva ancora che il suo Tom fosse il ragazzo perfetto, innocente, fedele.
'È così amara la vita per noi donne ' Pensò tra sé Emma, provando una sorta di pietà per quella ragazza ingenua.
Ingenua quasi quanto lei.
Greta e Rachel se n'erano andate poco dopo la mezzanotte: Emma le aveva tranquillizzare dicendo loro che era tutto apposto e poteva passare la notte da sola senza problemi.
A dire la verità, voleva davvero restare sola per pensare a quelle parole gracchiate da una segreteria telefonica, ma immensamente profonde.
Rachel, con grande sorpresa di tutti, aveva detto di mandare Tom a quel paese, senza pensarci due volte.
Greta, d'altro canto, le aveva suggerito di dargli ancora un'opportunità e aspettare un po' per vedere se davvero avrebbe mantenuto la sua parola.
Le sue amiche erano totalmente in disaccordo, e questo non faceva altro che incrementare i dubbi di Emma.

La notte passò pesante e lenta.
Così come il giorno successivo.
E così come un'altra notte ancora.

Di Tom nessuna traccia.

Forse aveva capito che Emma aveva bisogno di spazio.
Oppure era scappato a gambe levate da quella situazione grottesca.
Emma era rimasta in uno stato d'intorpidimento per tutta la giornata. Aveva cercato di frugare nella sua mente, in cerca di una risposta soddisfacente, ma non c'era riuscita.
Il lunedì era arrivato in punta di piedi,senza fare rumore, ed Emma doveva ricominciare la settimana di lavoro.

-Buongiorno bambolina! Come mai così presto stamatti...Diavolo, sei uno straccio! Ma che è successo?- Nonostante il correttore è il fondotinta, Nina aveva notato subito le due occhiaie grigiastre sotto gli occhi stanchi e semi-chiusi di Emma.

Due notti insonni non potevano essere nascoste con un po' di trucco.

Il locale era ancora chiuso e gli altri camerieri dovevano ancora arrivare. Non appena Emma vide Nina, due lacrimoni caldi e pesanti le sgorgarono senza preavviso dagli occhi, rigandole il viso pallido.
Non sapeva il perché di questa reazione.
Era riuscita a trattenersi per due giorni. Ma ora, davanti allo sguardo preoccupato della vecchia Nina, Emma era un fiume in piena.
Corse verso di lei e l'abbracció senza pensarci due volte. Nina la stringeva forte a sé, accarezzandole dolcemente i capelli dorati.

- Oh tesoro. Parla con la vecchia Nina, sfogati. Ne hai bisogno.-

Ed Emma parlò.



 
*


 

-Devo confessarti anche io qualcosa, Emma.- disse Nina con un tono profondo, qualche secondo dopo la fine del lungo e triste monologo di Emma.
Non parlò per qualche istante. Emma non osò dire nulla: c'era un silenzio sacro, come quello che c'è in chiesa subito dopo la fine di una messa.

- Ho avuto una storia con un uomo sposato, molti anni fa.-

Nina pronunció con estrema chiarezza quella frase.

-...Siamo stati insieme per quasi 20 anni.-

Emma ebbe un sussulto per l'incredulità. Non avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile. Nina, la vecchia e premurosa Nina, un'amante di un uomo sposato per venti lunghi anni.

- Puoi dirmi quello che vuoi, Emma...che ero un'idiota, una puttana, una stupida. Ma furono gli anni più belli della mia vita. Non potrei mai rimpiangerli. Ci vedevamo poche volte alla settimana, soprattutto la sera. Non riuscivamo a staccarci l'uno dall'altra, io non potevo pensare di vivere una vita senza di lui. E lui mi amava davvero, Emma.- fece una pausa.

Emma intravide un velo di dolore sul viso di Nina.

- Ma non lasciò mai sua moglie per me.-

Ora gli occhi di Nina erano diventati lucidi e limpidi come una pozza d'acqua.
Emma pensò a qualcosa da dire, ma non le venne in mente nulla di sensato. Provava pena per lei e per sé stessa ora, e non esistevano parole adatte.

- Alla fine fui io a lasciarlo.- Nina riprese lentamente il suo racconto. - Non potevo più vivere così. Non mi bastava più. L'amore non sempre basta.-
Nina la guardava tristemente.

- Esistono amori malati, Emmina. Amori malsani, ma pur sempre amori. E alla fine la scelta è soltanto tua: o hai abbastanza forza per continuare ad accontentarti, o hai abbastanza forza per andartene via per sempre.-

Le lacrime di Nina scesero lentamente sulle sue guance. Quelle di Emma caddero piano, come una pioggia estiva. Per la prima volta da quando si conoscevano, Nina ed Emma piansero insieme.




 
*



 

La chiacchierata con Nina le aveva davvero fatto bene. Non si sentiva più sola al mondo. Emma uscì dal locale, sentendo l'aria frizzantina entrarle nei polmoni. Nonostante le proteste di Nina, Emma era voluta restare al lavoro: amava l'ambiente accogliente e familiare del bar e, inoltre, non aveva voglia di starsene a casa da sola. Quella mattina il cielo era particolarmente chiaro e azzurro. Il tepore primaverile strisciava piano tra le strade e i marciapiedi. Qualcuno era uscito per fare footing e qualche anziano era in giro, a passeggiare con il proprio cane.
Emma si chiese come sarebbe andata la sua vita da quel giorno in poi.
Si rese subito conto che spettava a lei scegliere. Era lei il capitano della nave ed ora aveva in mano il timone.
Cosa doveva fare?

Ma la vera domanda che si pose fu: 'Lo amo abbastanza da poterlo aspettare?'

Ora Emma sapeva la risposta.

E senza pensarci due volte, sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans e, con un tuffo al cuore, scrisse velocemente a Tom:

' Vediamoci stasera, al parco vicino casa mia. Ho la risposta che cerchi.'

E premette INVIO.



ANGOLO D'AUTORE.


Salve a tutti :) 
Questo è ufficialmente il penultimo capitolo! A brevissssimo (giuro) posterò l'ultimo capitolo che, ovviamente, rivelerà il finale della storia.
Scusatemi se vi lascio con un po' di suspance, ma era doveroso!
Aspetto i vostri pareri e le vostre ipotesi! 
Un abbraccio, 
Dragonfly_95


 
   
 
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