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Autore: Emmastory    01/03/2017    3 recensioni
Anche se il tempo continua a scorrere, le cose nell'un tempo bella e umile Aveiron sembrano non cambiare. La minaccia dei Ladri è ancora presente, e una tragedia ha ora scosso l'animo dei nostri amici. Come in molti hanno ormai capito, quest'assurda lotta non risparmia nessuno, e a seguito di un nobile sacrificio, la piccola ma coraggiosa Terra sembra caduta in battaglia, e avendo combattuto una miriade di metaforiche e reali battaglie, i nostri eroi sono ora decisi. Sanno bene che quest'assurda e sanguinosa guerra non ha ancora avuto fine, ma insieme, sono convinti che un giorno riusciranno a mettere la parola fine a questo scempio, fatto di sangue, dolore, fame, miseria e violenza. Così, fra lucenti scudi, affilate spade e indissolubili legami, una nuova avventura per la giovane Rain e il suo gruppo ha inizio. Nessuno oltre al tempo stesso sa cosa accadrà, ma come si suol dire, la speranza è sempre l'ultima a morire.
(Seguito di: Le cronache di Aveiron: Miriadi di battaglie)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Capitolo XV

Primordi di una lotta

Il vento soffia, il sole splende, ed io sospiro. Un’intera settimana è scomparsa, e intorno a me è tutto calmo, troppo calmo. L’attuale situazione mi insospettisce non poco, e rivolgendo a Stefan una veloce occhiata d’intesa, lo vedo farsi più vicino. Stringendomi a sé, posa la mano sulla tasca del mio vestito, unico luogo dove, per ogni evenienza, tengo la daga datami in dono da Lady Fatima. Stranamente, ricordo ancora il modo in cui si era comportata di fronte all’altra donna, Lady Bianca, arrivando quasi ad inchinarsi di fronte a lei in segno di rispetto. Che si conoscessero? Che l’una fosse superiore all’altra? Non lo sapevo, e non potevo saperlo, ma nonostante tutto, me lo chiedevo incessantemente. “Perché sei nervosa?” mi chiese Terra, rompendo il silenzio creatosi nel salotto di casa. Ferma e inerme, non parlavo, limitandomi a fissare il cielo infinito, e le sue parole mi scivolarono addosso con estrema facilità. “Mamma? Mamma? Tutto bene?” chiese, chiamandomi per ben due volte, nel tentativo di attirare la mia attenzione. “S-Sì piccola, la mamma è solo stanca, proprio come hai detto tu.” Fu Stefan a risponderle, abbassandosi al suo livello e posandole una mano sulla spalla. “Ma sta bene, vero?” continuò poi, quasi volendo sincerarsi del mio stato di salute fisica e mentale. “Certo, non preoccuparti.” Replicò suo padre, sorridendo debolmente. “Perfino Ned crede di no.” Disse poi, dopo una piccola pausa di silenzio. “Allora parlaci, e diglielo tu stessa.” Continuò Stefan, sempre cercando di rassicurarla. “L’ho fatto, ma dice che dobbiamo stare attenti.” Fu la sua risposta, data con la solita voce dolce e sottile che sapeva di possedere. “Attenti? Attenti a cosa?” le chiese Rachel, che da poco si era unita a noi in quello spazioso salotto. “Ned crede che Loro siano qui.” Rispose, parlando in maniera estremamente seria. “Cosa? Biascicai, sperando segretamente che non riuscisse a sentirmi. Per pura fortuna, fu proprio così, ma le parole di una persona da lei diversa mi fecero gelare il sangue. “La bambina ha ragione.” Disse quella voce, cogliendomi alla sprovvista. Voltandomi nella direzione da cui proveniva, scoprii che apparteneva a Lady Fatima. “È così da quando sono arrivati. Non posseggono il dono della magia, ma è come se al loro arrivo tutto cambiasse.” Chiarì, in tono serio e solenne al tempo stesso. “Crede che…” azzardò Rachel, trascinando le parole e finendo preda dell’insicurezza. “Attaccheranno, Rachel e presto.” Fu la sua risposta, semplice e a dir poco lapidaria. A sentire quelle parole, Rachel la guardò negli occhi, e animata dalla paura, le si fece più vicina. Non appena lo fu abbastanza da toccarla, ci provò, ma venne ignorata. Stando a ciò che vidi, pensai che avesse solo bisogno d’affetto, che data la situazione, le venne negato. Parlando con me stessa, mi chiesi perché, non trovando risposte, ma solo dubbi. Sapevo bene che si amavano, ma a quanto sembrava, la Leader non era solita dimostrarlo. Forse non se la sentiva, forse non voleva, o forse credeva che non fosse davvero il momento, ma qualunque fosse la ragione, provai pena per Rachel. Confesso che se fossi stata al posto della sua amata, l’avrei perlomeno accolta fra le mie braccia, e non lasciata lì a soffrire in silenzio. Non proferendo parola, la guardai soltanto, e di lì a poco, qualcosa accadde. Quasi pentendosi del suo precedente gesto, Lady Fatima si avvicinò a Rachel, e solo allora, sfiorò appena le sue labbra per poi abbracciarla. Il loro fu un bacio veloce e quasi inesistente, ma che parve bastare a quella povera ragazza. In fin dei conti, ne era innamorata, ed ero sicura che il sentimento fosse pienamente ricambiato. Non mostrato apertamente, ma ricambiato. Ad essere sincera, comprendevo perfettamente il comportamento della Leader. La conoscevo, e sapevo che era una donna forte, ma anche che alle volte il lato più freddo e distaccato del suo carattere aveva la meglio, proprio come in questo caso. In altri termini, Lady Fatima non lo ammetteva, ma era davvero preoccupata. Aveva già perso Rachel una volta, e non avrebbe permesso che accadesse una seconda. Avvalendosi di ogni suo potere, l’avrebbe protetta, pur non potendo scongiurare i primordi di una nuova e ardua lotta.
   
 
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