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Autore: Helariyel_Mew    01/03/2017    0 recensioni
Voltandomi rimasi sorpresa nel notare che Batman aveva un’espressione che non avevo mai visto prima: tranquilla e con un sorriso abbozzato mentre era immobile, mentre mi fissava.
- Tu sì che sei strano. Cosa significa quella faccia da pesce lesso all’improvviso? Dopo ieri notte hai addirittura voglia di sorridere? - [...]
- Allora.. cosa significa tutto questo? Ti presenti a casa mia, alle due del mattino, con una faccia da imbecille e soprattutto sparando frasi senza senso e… ottimiste. Avanti, che succede? -
Bruce avvicinò lentamente il suo viso al mio, poi, all’improvviso, dal mantello prese e mi porse una rosa. Una rosa rossa come il sangue, così rossa che sembrava liquida.
- Buon San Valentino, Selina. –
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Selina Kyle aka Catwoman
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Un tuono.
Quel maledetto rumore assordante mi svegliò di colpo.
L’orologio segnava le 2:00 del mattino e il sonno era sparito del tutto; decisi di mangiare qualcosa.
Mi alzai dal letto dirigendomi verso la cucina mentre i gatti si strusciavano delicatamente attorno alle mie caviglie. Il dolore mi distrasse e mi tastai il polso; il souvenir della notte prima faceva ancora molto male. Le fusa dei miei mici, però, alleviavano il vuoto che quel dolore mi lasciava. Almeno superficialmente.
Misi a bollire dell’acqua per preparare del tè, illudendomi che una tisana calda e qualche biscotto potessero tranquillizzarmi.
D’improvviso sentii un rumore di lenti passi alle mie spalle, sbuffai.
- Bruce. -
Voltandomi rimasi sorpresa nel notare che Batman aveva un’espressione che non avevo mai visto prima: tranquilla e con un sorriso abbozzato mentre era immobile, mentre mi fissava.
- Tu sì che sei strano. Cosa significa quella faccia da pesce lesso all’improvviso? Dopo ieri notte hai addirittura voglia di sorridere? -
- Be’, Selina, è solo che stavolta ho deciso di passare sopra le tue frecciatine e i tuoi sguardi di sufficienza. Sei salva, no? Gotham, la nostra Gotham, è salva. -
Alzai un sopracciglio. Aveva un tono che non gli avevo mai sentito usare prima.
- Che succede? Non sembri tu. -
Scostai un ciuffo di capelli dalla fronte, poi dissi:
- Allora.. cosa significa tutto questo? Ti presenti a casa mia, alle due del mattino, con una faccia da imbecille e soprattutto sparando frasi senza senso e… ottimiste. Avanti, che succede? -
Bruce avvicinò lentamente il suo viso al mio, poi, all’improvviso, dal mantello prese e mi porse una rosa. Una rosa rossa come il sangue, così rossa che sembrava liquida.
- Buon San Valentino, Selina. –
Alzai lo sguardo verso di lui, che era leggermente chinato verso di me. Ad un tratto la sua espressione si contorse in un ghigno: gli occhi erano verdi, i denti sporchi di sangue, un sorriso rosso era disegnato sulle sue labbra e su gran parte delle guance.
La rosa spruzzò dell’acqua dal centro, facendo scoppiare quel mostro che vagamente somigliava a Batman in una risata che mi congelò le arterie.
Poi mi svegliai.
San Valentino mi mette i brividi molto più di tutti gli psicopatici di questa città. Ci mancavano solo gli incubi adesso.
Pensai, fissando le lenzuola scomposte.
Mi stropicciai un occhio con la mano; uno dei miei gatti, il più piccolo, mi guardava inclinando la testa da una parte con aria interrogativa.
- La mamma sta bene. -
Dissi accarezzandolo e sorridendogli, mettendomi seduta.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra per prendere un po’ d’aria.
D’un tratto una figura comparì ad un millimetro dal mio naso.
- Cazzo! - Esclamai indietreggiando.
Poi misi a fuoco: il cavaliere oscuro si stava arrampicando sul davanzale della mia finestra.
- Scusa. Volevo solo sapere come stai. -
Disse gentilmente, e serio come al solito, entrando in casa. La sua solita austera attitudine, devo dire, mi rassicurò.
- Potresti entrare dalla porta, ogni tanto. Magari bussare. Comunque sto bene.-
- Posso controllare il polso? - Disse indicandolo.
- Non ce n’è alcun bisogno, sto benissimo.-
Dissi portandolo dietro la schiena.
Lui, con un movimento fulmineo ma delicato, mi alzò la manica della vestaglia e cominciò ad osservare e a tastare il polso.
Aveva una macchia nera-bluastra di almeno dieci o quindici centimetri, e non riuscivo a muoverlo. Sulla parte superiore c’era della carne mancante che formava il disegno di un sorriso rosso lucido e cremisi, e la ferita si stava infettando.
- Già, vedo. – Disse con aria sarcastica, prendendo qualcosa da uno scompartimento nel suo avambraccio.
- Non è che avresti un Bat-pigiamone anche per me? Sembra tornare sempre utile.-
Non mi rispose. Cominciò a disinfettarmi e nessuno dei due disse più nulla, a parte qualche mugolio da parte mia ogni tanto, finché non ebbe finito la fasciatura in maniera impeccabile.
- Potevo farlo anche da sola.-
-Ma non l’hai fatto.-
Disse senza mai rivolgermi direttamente lo sguardo. Ricompose gli oggetti nel suo bat-scompartimento e si aggiustò il bat-mantello con i suoi soliti bat-gesti bat-eleganti.
- Potrei rimanere con te, se vuoi. –
Disse ad un tratto, prendendomi completamente alla sprovvista. Notai persino un velo di rossore sulle sue guance.
- Ti ho vista mentre dormivi, ti dimenavi... piangevi.-
Guardai per terra senza sapere cosa dire, poi lo guardai.
-Che fai, mi guardi mentre dormi?-
Dissi, sorridendo da un lato.
- Selina, sono serio.-
-Lo sei sempre.-
Riabbassai lo sguardo cambiando espressione, poi ci fu un attimo di silenzio. Inspirai ed espirai profondamente, poi lo guardai negli occhi.
- Bruce... sai che questo non porta a niente. Non facciamo altro che avvicinarci e respingerci continuamente. Non voglio finire per distruggerci a vicenda, io... non ce la faccio. Non ce la faccio a continuare così. -
-Non è questo. Non sono venuto qui per complicare le cose, ma solo per assicurarmi che tu stia bene.-
-Questo rende le cose complicate.-
-Non è mai stato facile.-
Mi strinsi nelle spalle, poi mi voltai e feci qualche passo.
-Dovresti andare via.-
Poi successe una cosa. Qualcosa di talmente inaspettato che non aveva mai trovato compimento nemmeno nelle mie fantasie più remote.
Si tolse la maschera gettandola a terra e si avvicinò a me, poi mi resi conto che le sue braccia si stavano avvolgendo attorno al mio corpo. Delicatamente appoggiò la testa sulla mia spalla e cominciò ad accarezzarmi lentamente le braccia.
L’unico movimento che si percepiva dal mio corpo era un rivoletto lucente che pian piano cominciò a scorrere lungo la mia guancia.
Non mi aveva mai abbracciato prima. Non in quel modo, non per affetto.
Non ci eravamo mai abbracciati prima.
Erano passati anni dall’ultima volta che qualcuno mi avesse abbracciato.
Dopo un tempo che sembrò infinito, si allontanò delicatamente e, senza dire una parola, scomparve via dalla finestra.
Come può un’emozione renderti così viva e così vuota allo stesso tempo?
Avrei solo voluto il coraggio di chiedergli di restare con me, di restare tutta la notte a sentire le sue mani che lentamente si muovevano sulla mia pelle.
Avrei solo voluto rimanere immersa nel silenzio più totale delle nostre emozioni e dei nostri sguardi eloquenti.
Avrei voluto rimanere a fissare il suo volto scoperto, il suo spigoloso, ruvido e perfetto viso.
Avrei voluto toccarlo con la punta delle dita e pungermi con la sua barba incolta, pungermi con la paura che quel momento potesse finire.
Avrei voluto che quel brivido del suo sguardo sul mio corpo non smettesse mai di attraversarmi la schiena.
Restai ferma a fissare il pavimento con le braccia incrociate, incapace di muovermi.
La mia vita non sarebbe mai diventata normale o tranquilla, e questo lo sapevo bene.
Come sapevo bene anche che la paura non mi avrebbe abbandonata mai. Ed era quello che mi teneva in vita.
Buon San Valentino a noi, Bruce
   
 
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