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Autore: MeinfridBlackforest    02/03/2017    0 recensioni
[Fumetti cartoni americani]
La Marvel negli anni 80 ha avuto una lunga storia di produzione di fumetti basata sui giocattoli.
Uno dei loro lavori arrivò con la ditta di giocattoli Tyco, che produceva principalmente Truck radiocomandati, ma dato che erano semplici modellini, non avevano una storia dietro.
Così crearono US 1, il primo supereroe camionista.
La seria uscì nel 83 e andò avanti per ben 12 numeri.
Dopo la conclusione della serie principale,il personaggio di US fece qualche cameo insieme a She-Hulk e Rocket Raccoon. Ricomparve nel 2010 in un Team-up insieme a Deadpool e nel 2011 lo si vede tra gli aspiranti babysitter per la figlia di Luke Cage e Jessica Jones.
Da allora non si è più saputo nulla.
Le storie originali di US erano veramente stupide, ma non erano cattive, anzi,erano divertenti e intrattenevano.
Quando ho scoperto questo personaggio mi sono detto: perché non riprenderlo e dargli una origine migliore?
Tenendo però quei pochi elementi per cui spiccava.
In poche parole dare vita al suo Reboot.
E qui ricominciano le avventure del supereroe più commerciale di sempre!
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Route 66, Territorio a nord dell’Arizona, distante dalla città di Kingman.
Il viaggio di Us, Hiro e Baymax continuava senza sosta, la storica route 66 li stava portando verso la prossima destinazione, senza sapere dove il dovere gli avrebbe portati.
Almeno questa era la situazione del giovane Hiro, che si era appisolato davanti alla console di comunicazione, stavolta era Us a sapere i dettagli e lasciava Hiro in balia di scoprirlo, cosa che dava molto fastidio al giovane.
“Us, stai guidando da ore, dove diavolo ci stiamo dirigendo?” chiese Hiro
“Lo scoprirai appena arriveremo a destinazione, abbi un po’ di pazienza” rispose Us
“A me sembra che stiamo guidando in mezzo al deserto, sicuro di star seguendo la strada giusta?”
“O andiamo Hiro, dove è il tuo spirito da camionista, arriveremo comunque a destinazione, non puoi goderti l’ignoto come tutti i comuni mortali?” chiese Us
“Io detesto l’ignoto, detesto andare in missione senza avere tutti i dettagli e odio a morte questa vita che facciamo da settimane” rispose Hiro
“Ma ti sei anche divertito, o sbaglio?”
“Si, ma cerca di capirmi, tu in un certo senso hai sempre sognato di guidare Truck per l’America, io invece sono passato nel giro di poche settimane da guidare un intero gruppo di eroi a vivere nel retro di un Truck”
E aggiunse “Scusa se non sono ancora riuscito ad abituarmi.”
“Non ne avrai bisogno, se la Hill non ci ha mentito manca poco alla fine del nostro lavoro, dopodiché potrai tornare nel tuo paese.” E aggiunse “Ti volevo chiedere, come ti hanno reclutato allo Shield?”
“Diciamo che ero interessato a un loro programma di lavoro così ho preso contatto con la Hill e mi ha accettato”
“E come l’hanno presa i tuoi amici supereroi?”
A quella frase il tono e lo sguardo di Hiro si riempirono di delusione e tristezza
“Bè…diciamo che non gli ho detto molto, mi sono lasciato dietro un video messaggio dove dicevo che partivo per un po’ di tempo e che lasciavo il comando alla mia vice, Honey Lemon, dato che tutta questa operazione è un segreto…non ho loro notizie da molto.”
Us gli mise una mano sulla spalla per consolare l’amico “Tranquillo, avrai modo di rivederli presto, tanto tra poco raggiungeremo la nostra penultima fermata”
“Ecco a proposito, dove diavolo stiamo andando!?”
“Io non te lo dico, Baymax lo sa, puoi provare a chiederlo a lui”
“Ehi Baymax, sai dove siamo diretti?”
Il robot si girò e rispose “Si”
“Me lo puoi dire?”
“No”
Dopo altri 15 minuti di strada, lo US1 si fermò e Hiro ebbe l’occasione di scendere, il sole batteva forte nel cielo e il ragazzo ne rimase accecato per un po’.
Dopo aver riguadagnato la vista si guardò intorno.
“Non riesco nemmeno a capire se gli edifici sono dei miraggi oppure no…che cavolo di posto è questo?”
“Un minimo di rispetto, Hiro” disse Us “Ti trovi a Peach Springs, una delle più belle cittadine della contea del Mohave.”
Hiro continuò a guardarsi intorno “Questo posto?”
“Già, adesso andiamo, il nostro contatto ci vuole incontrare alla tavola calda della città.”
“Perché quando c’è da svolgere una qualsiasi missione, la tua prima reazione è quella di incontrare tutti quanti in una tavola calda?”
Us si girò sorridendo “Ti ricordi” poi indica se stesso “Camionista, devo farti un disegno”
“No” disse Hiro infastidito
“Ecco, perciò continua a mantenere la maschera e andiamo dal nostro amico”
Us e Hiro continuarono a camminare fino a quando il ragazzo non venne distratto da qualcosa, o in quel caso da qualcuno.
Dall’altro lato della strada passava una ragazzina, era bionda con i capelli raccolti in una coda di cavallo, stava portando uno scatolone e dal frastuono sembravano pezzi di ferraglia, Us poi lo riportò alla realtà.
“Andiamo, tanto dovremmo rimanere in questa cittadina per un po’, se riusciamo a finire il lavoro in tempo potrai rimanere a guardare tutto quello che vuoi anche più tardi”
Hiro riprese a camminare e fra sé e sé disse “Mi manchi Honey”
Raggiunsero la tavola calda e si misero a sedere, in attesa d essere contattati, mentre ordinavano da bere Hiro chiese “Va bene, siamo arrivati qui, ora puoi dirmi che cosa consiste la nostra missione?”
“Per fartela breve, sembra che vicino alla riserva degli indiani Hualapai siano sparite delle persone”
“Ok, ma noi cosa c’entriamo, se è un caso di sparizione non dovrebbe occuparsene la polizia?” chiese Hiro
“Sembra che i rapimenti siano avvenuti di notte e che il colpevole, secondo i testimoni oculari sia una strana creatura”
“Una creatura?” chiese Hiro
“Già, la Hill ha ricevuto una richiesta di aiuto e ci ha lasciato anche qualche altro dettaglio” e aggiunse “A quanto pare, nella zona dei rapimenti c’è un vecchio laboratorio dello Shield che risale ai tempi del progetto Paperclip”
“Aspetta, non è quello dove gli americani hanno reclutato gli scienziati tedeschi dopo la seconda guerra mondiale?”
“Esattamente, sta di fatto che il laboratorio è stato poi dismesso dopo la fine della guerra fredda, e dai rapporti sembra che non stessero lavorando a nessuna super arma biologica.”
“Perciò la domanda è: Cosa cavolo ci fa una creatura del genere da quelle parti se non rientra nemmeno tra i progetti del laboratorio?”
“Bingo, la Hill sospetta che qualcuno si sia infiltrato dentro e che stia conducendo esperimenti non molto leciti, la nostra missione in poche parole è capire cosa stia succedendo”
“Come al solito”
Poco dopo arrivò un uomo al loro tavolo, era uno dei responsabili della riserva degli indiani Hualapai, non fu una chiacchierata molto lunga, dato che i nostri eroi sapeva già tutto ciò che c’era da sapere, la guida si limito a fargli strada per dove era avvenuto il crimine.
Il vento aveva cancellato molte tracce, ma dalle foto che avevano scattato si poteva capire che la creatura era molto alta e pesante.
“Baymax, credi di poter trovare qualche traccia?” chiese Hiro
“Si” Il robot volò sopra le loro teste e si mise a cercare, poi tornò a terra.
“Trovato niente” “No, qualcosa disturba le mie ricerche, credo che qualcuno stia schermando il laboratorio”
 “Allora…che suggerisci di fare?” chiese Hiro
“Non possiamo andare così alla ceca, Baymax non riesce a trovarlo, e la Hill non mi ha dato delle coordinate precise per il semplice fatto che qualcuno le ha cancellate dai server”
Us si mise a pensare poi disse “L’unica è aspettare che la creatura torni e appena la vediamo gli piantiamo una pallottola in testa, poi seguendo le tracce, troviamo anche il laboratorio, fino a quel momento, torniamo in città, aspettiamo la notte e ci prepariamo ad accoglierlo”
I nostri eroi tornarono in città e Hiro si mise subito a lavoro, costruì a Us una tuta di contenimento per evitare possibili contaminazioni e gli consegnò le armi che era riuscito a prendere allo Shield mentre Us era con la sua famiglia.
Tutto stava andando secondo le normali mansioni, fino a quando Hiro venne fermato da Us.
“Che significa che non posso venire con voi?”
“Quello che ho detto, Baymax pensa che questa missione sia troppo pericolosa persino per te e in oltre voglio riuscire a prenderlo di soppiatto, quindi non porterò lo US1 fin laggiù, ci penserà Baymax a portarmi in volo”
Hiro si innervosì e disse “Va bene, ora basta, IO riparo Baymax ogni volta che si danneggia, IO penso alla tua sicurezza e alla tua attrezzatura, sono un eroe maledizione, ho salvato il Giappone, ho stabilizzato la nostra linea temporale, sono stato anche nello spazio, maledizione!”
“Stavolta però è diverso, non è un operazione di sabotaggio o di furto dati, ci troveremo davanti a bestie immonde che bramano sangue, quella creatura potrebbe non essere sola, Baymax non potrà proteggerti continuamente e perdona la mia sfiducia ma dubito che il tuo corpicino possa fare qualcosa contro un esercito di quei mostri”
Hiro acconsentì alle richieste, anche se contro voglia, poi Baymax afferrò Us e prima di volare disse al ragazzo “Grazie Hiro, torneremo tra qualche ora”
“Controllerò i vostri parametri vitali” rispose Hiro
Dopodiché volarono via.
Hiro non aveva molta voglia di rimanere fermo a non fare nulla, anche perché si stava lamentando ancora di essere in mezzo al nulla, perciò si infilò il suo computer da polso e scese dallo US1.
Durante la sua passeggiata senti lo stesso rumore di ferraglia che aveva sentito quella mattina, veniva da un vecchio garage.
Hiro entrò dentro e vide la ragazza con la coda di cavallo lavorare su di un vecchio Motoruota.
“Stupida ferraglia che non sei altro, perché diavolo non ti accendi” e aggiunse “Ho collegato tutto, ho sostituito il sostituibile, maledizione!”
Hiro poi rivelò “Scusa” La ragazza si girò e vide Hiro
“Ciao” disse il ragazzo
“Ciao…mi hai sentita, vero?”
“Un po’”
“Scusa, è solo che non riesco a far ripartire questo rottame” La ragazza diede un calcio al Motoruota.
“Posso darti una mano se vuoi, ci so fare con le macchine” disse Hiro
“Vediamo che si può fare Hiro si avvicinò al Motoruota e gli diede un occhiata
“Fai pure, ma penso che sia ufficialmente da buttare, lo costruito da zero partendo da dei rottami, ma penso che fosse una cosa impossibile fin dall’inizio”
Dopo averlo detto da dietro partì lo scoppio di un motore, Hiro era riuscito ad accenderlo
La ragazza lo guardò stupita “Ma come ci sei riuscito? Io ci sto lavorando da mesi”
“È stato facile, la miscela per il motore era troppo grassa, i cavi erano collegati male e il giroscopio aveva bisogno di una smossa, dentro il Truck ho gli attrezzi per sistemarlo per bene, sempre se ti vada?”
Dopo aver lavorato al Motoruota, i due ragazzini andarono a bere una soda fuori dal garage.
“Grazie mille per l’aiuto” e aggiunse “Hai davvero un talento, mi chiamo Samantha Smith”
“Hiro Takachiho”
“Non ti ho mai visto da queste parti”
“Sono arrivato oggi insieme a un mio amico, stiamo percorrendo insieme la 66”
“Voi due da soli?”
“Diciamo che sono il suo meccanico”
“E ci credo, e lui adesso dove è?”
“Sta svolgendo un lavoretto per la città, dovrebbe tornare domani mattina”
“Capisco”
“Io in realtà sono sorpreso da te Samantha, escludendo la parte tecnica, sei riuscita a costruire un veicolo da zero, perché?”
“La prossima settimana ci sarà la fiera della città, volevo costruirne uno per il mio papà, lui sa guidare i Motoruota e ha promesso di insegnarmi un giorno”
Nel silenzio delle strade Hiro ebbe modo di pensare a come un coetaneo poteva passar e il tempo in una città come quella, se non inventandosi qualcosa come aveva fatto Samantha.
“Io però non capisco i tuoi concittadini”
“In che senso?”
“Perché continuano a vivere in una città fantasma, poco più a sud c’è la città di Kingman, non sarà Las Vegas, ma almeno non si troverebbero nel deserto”
Samantha lo guardò sorridendo e gli rispose “Mio padre dice che i cittadini di Peach Springs possiedono “Lo spirito della comunità”, almeno come dice lui”
“Lo spirito della comunità?”
“Come dicevi tu, questa città è in mezzo al deserto, fa talmente caldo che l’inverno quasi non esiste e un terzo della popolazione della città è composta dagli indiani Hualapai, i turisti vanno e vengono poche volte, ma la gente continua a rimanere nonostante tutto, perché questa è la loro città, non rimangono perché sono obbligati, rimangono perché vogliono.”
“Devo ammettere che non l’ho mai vista da questo punto di vista, ma è davvero bello quello che hai detto Samantha”
A un certo punto il computer da polso si illuminò, era un messaggio di Us e Baymax
“Hiro, abbiamo un problema, siamo riusciti a eliminare le creature, ma Baymax è danneggiato, mentre io…” il messaggio si interruppe poi ripartì “Devi chiedere aiuto, questo tipo è forte” si interruppe di nuovo e poi ripartì “Non riesco a ucciderlo, Hiro, chiama rinforzi!” il messaggio si interruppe definitivamente.
Hiro corse verso il Truck inseguito da Samantha, aprì il Container e si mise alla console per contattare la Hill.
“Avanti, avanti, rispondi, rispondi, rispondi!”
“Hiro, che cosa succede? Cosa è tutta questa roba?” chiese Samantha mentre saliva su Truck.
“Ti spiego dopo”
La Hill rispose alla chiamata
“Qui Maria Hill…Hiro, che sta succedendo? ”
“Direttrice, Us e Baymax sono in pericolo, hanno lanciato un S.O.S, ci servono rinforzi!”
“Al momento… non posso fare molto Hiro, mi dispiace.”
“Cosa!?”
“Le truppe sono stazione da un'altra parte per un compito altrettanto importante, e le più vicine ci metterebbero 3 ore ad arrivare.”
“Ma non è possibile, cosa è che può intrattenere così tanto tutto lo Shield?
“Informazioni riservate, ma forse ho la soluzione”
 “Che intende dire Direttrice Hill?”
“Che ti promuovo Hiro, ad agente sul campo”
Hiro si innervosì “Direttrice, mi perdoni…questa è la stronzata più grande che abbia mai sentito!”
“Stai mettendo in dubbio la mia autorità Hiro?”
“No, solamente la vostra obbiettività direttrice Hill”
“Cosa posso fare io da solo, quando ho accettato di lavorare per voi non erano questi i patti”
“Esattamente, hai accettato, hai accettato questo ruolo anche se sapevi che potevano accadere situazioni del genere, sempre in cambio dei miei servizi, perciò o accetti queste nuove regole oppure puoi dire addio al nostro accordo”
Hiro chinò la testa e la Hill disse “Ma non sono un agente, sono solamente un supporto tecnico con un Q.I grande come una casa.”
“Ed è proprio questo il punto, sei un genio giusto? Allora pensa qualcosa che possa aiutarti a semplificare il problema”
Hiro sentiva la pressione crescere poi la Hill gli parlò
“Puoi farcela Hiro, puoi salvarli, ti conosco e so che sei abbastanza sveglio e coraggioso per farlo, OK?”
“OK” rispose Hiro
“Ti manderò le truppe che hai richiesto, intanto cerca di prendere tempo, Passo e chiudo”
Hiro si accasciò a terra e Samantha gli andò vicino per aiutarlo
“Hiro, alzati”
“Che cavolo faccio adesso?!”
“Senti, non ho capito molto bene cosa sta succedendo, ma…”
“Esatto non lo sai, altrimenti saresti nel mio stesso stato”
“Quella donna ti ha detto di andare ad aiutare il tuo amico, cosa stai aspettando?”
Hiro la guardò infastidito “Samantha, il mio amico è un agente dello Shield addestrato, ha il Q.I di un genio ed è un combattente altrettanto specializzato, io…mica tanto tenendo incluso il fatto che il mio asso nella manica è sparito insieme a lui” e aggiunse “Non sono un guerriero, senza Baymax…con buon probabilità non sarei nemmeno un eroe”
Samantha gli diede uno schiaffo e gli disse “Non mi diventare un rammollito”
“Ok, forse non sei un combattente e non hai il tuo asso nella manica, ma ricordati cosa ti ha detto quella donna?”
“Si” rispose Hiro
“Bene, allora dimostralo, sei un genio, pensa a costruire qualcosa che possa aiutarti, hai gli strumenti e hai le capacità, pensa.”
Hiro si mise a pensare, poi guardò il Motoruota e lì gli si accese una lampadina.
“Samantha…io avrei un’idea, ma non so se ti piacerà.”
Intanto, in un laboratorio sotterraneo, Us stava riprendendo i sensi, si trovò bloccato su un letto pieghevole, con i polsi bloccati ai lati e mentre si dimenava vedeva dall’altra parte della stanza un Baymax a pezzi.
“Finalmente ti sei svegliato” disse una voce
“Chi ha parlato? Fatti vedere!” gridò Us
E dall’ombra comparve un ometto alquanto strano, indossava un camicie da laboratorio, degli occhiali tondi e aveva i capelli a scodella.
“Salve” disse l’uomo
“Chi sei e dove siamo?” chiese Us
“Piacere di conoscerti, io sono Malus, Dottor Karlin Malus.” E aggiunse “E ti trovi nel mio laboratorio”
“Intendi un laboratorio dello Shield, dove hai creato quelle cose che abbiamo abbattuto”
“Già, la cosa mi ha dato molto fastidio, ma in cambio ho trovato sia un nuovo soggetto per i miei test e della tecnologia niente male, quel robot ha davvero un grande potenziale, appena lo avrò rimontato vedrò di farne buon uso” e aggiunse “In quanto a te invece, mi divertirò a trasformarti”
Il dottore si allontanò e andò verso i suoi strumenti.
“Ok, ma prima vorrei sapere, come hai fatto a scoprire questo posto e soprattutto perché stai creando quelle cose?”
“Domande molto lecite, in primis: è stato facile, quando sono stato catturato dallo Shield ho avuto la fortuna di assistere a un incidente sul loro eliveivolo, così ho ucciso un membro del personale e mi sono confuso con l’equipaggio, la fortuna volle che facesse parte del servizio tecnico, così sono andato a ficcanasare nei vecchi registri, ho memorizzato le coordinate e poi le ho cancellate”
“E in secondo luogo: stavo facendo degli esperimenti per…” Us lo interruppe
“Aspetta, Malus…ora ricordo, tu sei quello psicopatico catturato da Captain America”
L’uomo di innervosì e andò a schiaffeggiare Us e gli gridò “Io non sono uno psicopatico, sono uno scienziato pazzo…c’è una gran bella differenza”
“Del tipo?”
“Che io sono autorizzato ad aprirti il torace mentre sei sveglio e vedere come funziona il tuo sistema polmonare”
“Appunto, uno psicopatico”
“Molto bene, non ho più voglia di fare esperimenti con te, vorrà dire che mi limiterò a tagliuzzarti, solo per vedere quanto ci metti a morire dissanguato”
Mentre Karlin si stava avvicinando a Us, da dentro le pareti si udì un rumore.
“Ehi, doc aspetta un minuto, cosa è questo rumore?”
Anche Karlin non capiva cosa stava succedendo, fino a quando la parete non cadde e ne uscì Hiro, in sella a un Motoruota modificato.
Sul veicolo erano posizionate ai lati, due spara raggi che colpirono Karlin e liberarono Us.
“Sono arrivati i rinforzi, Us”
“Hiro, che ci fai qui? E che cosa è quello?”
“Una cosa che ho preso in prestito a un amica e che ho modificato per l’occasione” poi aggiunse “Aspetta, dove è Baymax?”
Us indicò il tavolo e Hiro vide il suo amico a pezzi “O no, nononononono”
“Chi ti ha fatto questo!?”
Infondo alla sala si udì la voce di Karlin “Volevo studiarlo, è così che si fanno con gli esemplari rari come quello”
Hiro lo guardò con odio “Ti sei appena scavato la fossa”
Il ragazzo salì sul Motoruota e lo trasformò in una battlesuit, lanciandosi contro Karlin.
Lo scienziato però sembrava molto più forte del previsto, riuscendo a resistere ai colpi potenziati di Hiro.
“Ma che cosa sei?”
Il corpo di Karlin si modificò e mostrò i suoi poteri da ibrido Simbionte “Qualcosa di meno umano, ma anche qualcosa di più” e iniziò a rispondere ai colpi di Hiro.
Intanto Us andò a ispezionare il corpo smontato di Baymax, e iniziò ad aggeggiare con i circuiti.
Hiro si trovava in difficoltà, anche se i colpi ricevuti erano pochi, furono sufficienti per danneggiare gravemente la tuta.
“Lo devo ammettere, devi avere davvero un gran cervello ragazzino, peccato che sto per staccartelo”
Una delle celle di plexiglass lì accanto si aprì all’improvviso e ai piedi di Karlin arrivò uno strano congegno che esplose emettendo un grande frastuono, mandando in confusione lo scienziato.
“È debole Hiro, Colpiscilo e buttalo dentro la cella!”
Hiro non se lo fece ripetere due volte e colpì Karlin buttandolo dentro la cella di contenimento.
Us grazie ai suoi poteri riuscì a richiuderla subito dopo.
La battaglia era finita, Hiro uscì dalla tuta e andò verso Us.
“Stai bene?” chiese Us
“Si, ma tu invece e Baymax?”
“Ci ha attaccato quando avevo scaricato tutta l’arma, nemmeno Baymax ce la poteva fare da solo, mentre io sono svenuto dopo aver cercato di uccidere quel tipo colpendolo con il coltello” e aggiunse indicando Baymax “Ha combattuto fino alla fine, devi essere orgoglioso di lui”
“Lo sono sempre, ma non sono dispiaciuto per quello, cioè anche per quello, ma perché non so dove sia finita la sua scheda Back up, è un sistema di sicurezza, dovrebbe espellerla ogni volta che la sua struttura viene danneggiata irrimediabilmente”
“Intendi questa” Us tirò fuori la scheda “L’ho raccolta quando Karlin lo ha distrutto, la espulsa come prima cosa, me lo sentivo che era importante”
Il viso di Hiro si illuminò e abbracciò Us
“Molto bene amico” disse Us “Che ne dici adesso se ci riprendiamo Baymax, torniamo allo US1 e aspettiamo lo Shield per venire a ripulire?”
Hiro acconsentì, ma prima di potersene andare Karlin iniziò a parlare
“Aspetta un secondo, ehi tu, tizio biondo!”
“Che vuoi?”
“Il tuo cognome è Archer per caso?”
“Si, e con questo?”
Sul suo volto comparve un sorriso diabolico “Sei il fratello di Jeff, dico bene”
Sul volto di Us comparve una rabbia profonda, Hiro cercò di calmarlo, ma fu tutto inutile.
“Ok bastardo, parla, che centri tu con Jeff!?”
“Sono stato io a lavorare su di lui, direi uno dei miei esperimenti meglio finanziati e riusciti”
“Cosa cazzo gli hai fatto!? PARLA!”
“Hahaha, se solo sapessi”
In quel momento Us avrebbe voluto ammazzarlo, ma nella cella si aprirono i condotti di areazione e ne uscì un gas soporifero.
“Ma che diavolo?” Us si guardò intono per capire, e vide Hiro aggeggiare alla console.
“Cosa stai facendo?”
“Il mio lavoro, ti faccio risparmiare tempo”
“Ha fatto esperimenti su Jeff, devo sapere su cosa ha lavorato, potrebbe essere pericoloso”
“Jeff sta bene, lo Shield lo ha esaminato, non ha nulla, l’unica cosa che adesso dobbiamo fare è andare avanti”
“Si ma…”
“Abbiamo finito Us, per oggi abbiamo finito, tu sei a pezzi, io sono a pezzi, Baymax è letteralmente a pezzi, l’unica cosa che possiamo fare è ritirarci e lasciare tutto allo Shield”
Us accettò la cosa con riluttanza “Va bene”
La mattina seguente, ancora stanchi e confusi, Us, Hiro e i pezzi di Baymax salirono ancora e per un ultima volta sullo US1, oramai era giunto il momento di lasciarsi anche Peach Springs alle spalle e raggiungere Santa Monica, in California.
Stavolta Hiro non si trovava dietro nel Container, ma davanti, insieme a Us.
“Come è finita con quella ragazzina?”
“Samantha, non sono riuscito a salutarla, ma le ho lasciato il Motoruota, riparato e con le modifiche apportate”
“Pensi sia stato saggio lasciarle una tuta da combattimento?”
“Tanto a noi non serviva più, e se volessi potrei costruirne 10 con pezzi di recupero”
“Se lo dici tu…perdona la domanda Hiro” “Dimmi pure”
“C’è qualcosa che vorresti dirmi? Intendo, di molto importante che vorresti dirmi?” Hiro rimase in silenzio per pochi secondi e poi rispose “No Us.”
“Molto bene” e aggiunse “Hiro, volevo dirti che mi dispiace, ti ho sottovalutato molto, tu non sei solo un supporto tecnico, è che dimentico che pur essendo così giovane hai già compiuto imprese ben più grandi delle mie, ieri ti sei dimostrato all’altezza del tuo nome, sei davvero un eroe amico.”
Hiro gli sorrise “Grazie Us, significa molto per me.”
Oramai il loro viaggio stava per terminare, e in quell’ultima città, i due avevano capito che non erano più solo colleghi, forse erano diventati qualcosa di più, erano diventati fratelli.
“Ti dispiace se accendo la radio?” chiese Hiro
“Fai pure” rispose Us
Per finire in bellezza la radio stava trasmettendo “Behind The Clouds” di Brad Paisely.
Ma mentre i due amici proseguivano per la loro strada, dall’altra parte degli Stati Uniti, Maria Hill si trovava in una situazione spinosa.
Aveva mandato delle persone a sorvegliare la casa di Ed e Anne Wheelie, ma nessuno rispondeva alle chiamate, così mandò un'altra truppa, e ciò che videro fu orribile.
I corpi maciullati degli agenti, insieme a quelli di Ed e Anne.
Mentre molto lontano da Raleigh, Qualcuno da una cabina telefonica stava chiamando il nostro eroe, ma rispose solo la segreteria.
“Pronto, Us…sono io…Jeff.”
   
 
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