Film > Animali fantastici e dove trovarli
Segui la storia  |       
Autore: Lady Samhain    02/03/2017    1 recensioni
Percival Graves ha seppellito la sua umanità da qualche parte tra i meandri della politica.
Non gli era sembrato un gran prezzo da pagare, un cuore in cambio di una carriera come la sua, peccato che dopo la visita di Grindelwald a New York tutto ciò che ha costruito sia crollato come un castello di carte.
La sua credibilità è irrimediabilmente compromessa ed ha una sola occasione per recuperare in parte il suo prestigio: una delicata missione diplomatica in Gran Bretagna per riportare negli Stati Uniti il ricercato Credence Barebone.
"-E allora cosa vorrebbe, signor Graves?-
Non poteva crederci! Doveva abbassarsi a chiedere un lavoro come l'ultimo novellino appena sfornato dall'accademia!
-Madama Presidente, le chiedo di affidarmi un ultimo incarico. Voglio la possibilità di ritirarmi dopo aver ricordato che ho servito lealmente questo paese-"
"Io voglio che lei vada nel Regno Unito, incontri il ragazzo e trovi una scusa, una qualsiasi, anche il più minimo motivo per ottenere la sua estradizione-"
//Campagna Pro Original Graves: se questa storia ti incuriosisce almeno un poco, aggiungi il tuo voto per inserirlo tra i personaggi principali//
//Titolo cambiato. Titolo precedente "Dalla sua parte"//
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Credence Barebone, Newt Scamander, Percival Graves, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11

Scorpioni gemelli

***

Graves aveva scelto per quell'incontro un terreno neutro.

Né casa Scamander né (ovviamente) il suo allogio.

Per trovare spazi aperti e viali alberati non c'era bisogno di arrivare a Kensington, bastava il parco di Crawley; anche se Graves doveva ammettere che era strano sedersi su una panchina in un tranquillo pomeriggio di inizio aprile con il suo "prigioniero".

-Non credevo che avresti mai chiesto spontaneamente di rivedermi-

Dato che il suo incarico ufficiale era terminato, Graves non vedeva ragione di dare del lei ad un ragazzo che poteva essere suo figlio; non aveva più motivo di mantenere a tutti i costi le distanze.

-Devo confessare che la tua richiesta mi incuriosisce. Posso chiederti il motivo?-

-Non lo so bene nemmeno io. Forse vorrei solo avere l'occasione di parlare con lei da uomo a uomo. Vorrei sapere qualcosa di vero sul suo conto-

-Non sarebbe opportuno-

-Invece sì! Lei sa tutto di me, io invece mi sono scontrato ogni giorno con una maschera. Per favore. Ne ho abbastanza di persone con il volto di Percival Graves che mi mentono-

Dannazione! Quel ragazzo era pericoloso! Riusciva ad arrivare con una facilità impressionante a cose che avrebbero dovuto restare celate.

-Cosa speri di sentire? Potrei dirti cose che non ti piaceranno-

-Ci ho già fatto l'abitudine, non si preoccupi. Per me sarebbe molto importante avere la verità, per quanto possa essere brutta-

-Ci sono cose che non potrei dirti neanche se volessi. Segreti di stato, capisci?-

-Certo, capisco. Se non potrà rispondermi me lo dica sinceramente. Preferisco questo che un'altra bugia. Siamo d'accordo?-

Graves soppesò attentamente la proposta.

Da una parte non gli piaceva perché avrebbe voluto dire scoprirsi più di quanto facesse normalmente, ma dall'altra parte la corda di cuore di drago insisteva sul fatto che quel ragazzo avesse una sacrosanta ragione.

Sospirò e lo guardò negli occhi castani.

Accidenti! Stabilire un contatto visivo era stata una pessima idea perché nei suoi occhi c'era un bisogno di sincerità che colpì Graves più a fondo di quanto avrebbe voluto, lo stesso bisogno di sincerità che in fondo aveva anche lui.

-Va bene. Cosa vuoi sapere?-

Fu l'inizio della fine. Oppure un inizio diverso da tutti quelli che Graves aveva avuto.

Credence gli fece domande su cosa avesse pensato veramente in momenti ben precisi.

Ad esempio quando gli aveva fatto la fattura urticante, quando gli aveva lasciato il giorno libero per occuparsi di Tina, oppure quando lo aveva schiantato.

Graves rispose sinceramente a tutto.

Erano cose di cui non andava fiero, e nonostante tutto spiegarle a voce alta lo faceva sentire meglio.

Era come scriverle. Dava loro dei contorni definiti.

Non erano cose belle né da dire per lui né da sentirsi dire per il ragazzo, ma lasciarle nell'indefinito sarebbe stato peggio.

La cosa veramente strana era che si erano feriti a vicenda in quei tre mesi, e per quanto Graves odiasse esporsi e farsi vedere debole, provava un senso di sollievo nello spiegarsi a Credence.

Così forse il ragazzo lo avrebbe considerato meno un mostro di cinismo.

-E quindi, non capisco perché lei era tanto deciso a riportarmi negli Stati Uniti-

-A te sembrerà un motivo assurdo perché è lontanissimo dalla realtà in cui vivi. Vedi, Scamander ti ha nascosto al Ministero e ti ha portato fuori dal paese di nascosto per proteggerti, perché ti voleva bene. È un sentimento nobile e Newton Scamander è una bravissima persona, ma non è questo il punto-

-E allora qual'è?-

-I sentimenti, ragazzo. Lui ti ha voluto bene, ma se il metro per applicare la giustizia fosse il sentimento personale, allora nessun criminale dovrebbe essere mai punito in nome di qualcuno che lo ama. E allora sarebbe giusto anche l'estremo opposto, cioè lasciare che anche l'odio si intrometta nella giustizia. Se giustificassi Scamander e la Goldstein per aver agito per amore, dovrei giustificare allo stesso modo anche tutti i maghi che so che hanno compiuto crimini per vendetta. Ti rendi conto che non può funzionare così, non è vero?-

Credence rimase in silenzio a lungo e Graves lo lasciò in pace in modo che potesse assimilare ciò che aveva appena sentito.

-Però lei non mi sta riportando negli Stati Uniti-

-Evidentemente no-

-Perché? Non sta mancando al suo dovere?-

-Il mio dovere era accertarmi se tu fossi un pericolo o no. Non lo sei-

-Se lo fossi stato?-

-Saresti già in cella ad aspettare il processo. O sepolto se avessi opposto resistenza. Sì, anche a costo di dare un dolore alle persone che ti hanno voluto bene. Perché quando c'è in gioco la sicurezza di una città i sentimenti sono l'ultima cosa da tenere in considerazione. So che ti sembro disumano, ma è così-

Era la pura verità. Magari era brutta, spietata e dolorosa, ma era la verità.

Credence annuì con aria assente, più a sé stesso che a lui.

-Una volta lei mi ha chiesto se sapevo che lavoro mi sarebbe piaciuto fare, ricorda? Bé, non credo che potrò mai fare l'Auror-

Graves non fu per niente sorpreso.

-Dipenderà da te. Dipenderà da quanto di te stesso sarai disposto a sacrificare-

-Lei ha sacrificato molto, signor Graves?-

Qualcosa gli punse il cuore a tradimento. Quel moccioso non voleva fare l'Auror, ma ci sarebbe riuscito maledettamente bene.

-Io... io non...-

-Non importa. Non deve rispondermi per forza, ricorda? Basta che non mi dica una bugia, però-

Graves fece un respiro profondo. Quanto aveva sacrificato per costruire una vita come la sua? Quanto aveva perso nel momento in cui Grindelwald l'aveva rubata e poi distrutta?

-Non è una domanda semplice- rispose cauto -Con il mio lavoro ho sarificato tanto, ma ho anche avuto tanto, per cui non saprei dirti se i sacrifici che ho fatto sono stati veri sacrifici. Volevo qualcosa ed ero disposto a dare per ottenerla. Immagino che tirando le somme non possa lamentarmi-

Stavolta rimase lui in silenzio a rimuginare, un dolore sordo all'altezza dello sterno come ogni volta che pensava a Grindelwald che si impossessava della sua vita, la distruggeva e gliela restituiva come un giocattolo rotto.

-Signor Graves? Avrà dei problemi se non mi riporta indietro?-

Problemi? Oh, certo! Ne avrebbe avuti una montagna, di problemi, tanti da bastagli per altre due vite, probabilmente.

Ma non era il caso di scaricare un macigno come quello sulle spalle di un ragazzo di vent'anni.

-Non lo so. Oh, e va bene! Niente bugie, giusto? Ne avrei avuti lo stesso, tu non sei l'unico né il più importante dei miei problemi. Ma se può consolarti, non mi interessa-

-Perché? Perché dovrebbe rischiare qualcosa per colpa mia?-

-Perché so che sto facendo la cosa giusta-

-Ma...-

-Non preoccuparti per me, ragazzo. So riconocere quando vale la pena di fare un sacrificio in più-

Lui abbassò lo sguardo.

Sapeva essere molto serio quando serviva, e Graves non trovava per niente spiacevole la sua compagnia.

Ed in fondo era contento di stare facendo quella strana chiacchierata.

-Grazie, signor Graves-

-Non devi ringraziarmi. Io sto facendo solo il mio dovere. Te l'ho detto: se tu fossi stato un pericolo non avrei esitato ad eliminarti personalmente, ma dato che so che non lo sei, è mio dovere impiegare lo stesso impegno per proteggerti-

Anche se stavano in silenzio lui non provava il desiderio di andarsene.

Era un contatto umano sincero appena sbocciato, ed era molto migliore di tanti altri che avesse avuto nella sua vita.

C'era qualcosa in quel ragazzo che lo calmava.

Credence si girò verso di lui e Graves si rese conto solo in quel momento che aveva continuato a fissarlo.

-Scusa. Una vecchia abitudine da Auror che non mi toglierò mai-

Disse in fretta e distogliendo lo sguardo.

-Posso sapere a cosa pensava?-

Per la prima volta Graves lasciò trapelare un accenno di sorriso.

-Pensavo che in fondo come persona non sei per niente male-

-Posso dire lo stesso di lei, a questo punto-

-Attento, ragazzo. Non ti ho dato tutta questa confidenza-

-Faccia un altro rapporto allora-

In un altra situazione Graves si sarebbe offeso a morte, ma in quel momento fu come se tutta la tenzione che aveva accumulato fosse stata infranta da uno scherzo.

Cominciò a ridere piano, con le spalle che sobbalzavano appena, ma finì a ridere apertamente.

Accanto a lui Credence rideva allo stesso modo, ma di un riso meno amaro, tutto di gioventù e speranza.

-Sei una persona straordinaria, Credence. Una persona che può fare grandi cose. E pretendo che tu le faccia, hai capito?-

-Farò del mio meglio, signore. E lei provi a ridere di più. La fa sembrare meno inquietante, lo sa?-

-Grazie per avermi informato-

-No, davvero, non volevo offenderla. Intendo dire che se lei permettesse alle persone di conoscere chi è davvero Percival Graves, si sorprenderebbe di quanti potrebbero apprezzarlo-

Graves scosse la testa.

Era obbligato a pensarlo una volta di più: sciocco, ingenuo, meraviglioso ragazzo.

-Ora ho bisogno di farti io una domanda, posso?-

-Sì, certo-

-Io vorrei sapere se Grindelwald, quando aveva preso il mio aspetto, ti ha fatto soffrire molto. Per favore. Non posso fare a meno di sentirmene personalmente responsabile, come per tutto ciò che ha fatto fingendo di essere me-

Credence gli mise una mano sulla spalla.

-È tutto a posto, signor Graves, davvero-

-No. No, io sono stato sincero con te, adesso ti chiedo di esserlo con me-

Credence si mosse a disagio, e Graves cominciava a pensare di ritirare la domanda quando il ragazzo cominciò a parlare.

-Grindelwald mi ha spezzato il cuore. Letteralmente. Per me lui era tutto. E quando mi ha detto "Ho finito con te" è stato peggio di tutte le volte che Mary Lou mi aveva frustato. Avrei potuto morire solo per il dolore e infatti mi sono strappato. È stato allora che l'obscurus ha distrutto New York-

Graves serrò la mascella. Sì, lo sapeva, ma sentirlo raccontare in quel modo era diverso. Era peggio.

Fino a quel momento aveva accuratamente evitato di indagare su che rapporti ci fossero stati tra il ragazzo ed il suo falso alter ego, ma lo aveva fatto per proteggere sé stesso.

Forse Credence meritava qualcosa di più.

Gli prese una mano tra le sue. Era impacciato perché non era bituato ai contatti umani, ma sentiva che in quel momento ce n'era bisogno.

-Posso fare qualcosa per rimediare?-

Credence scosse la testa ma senza ritirare la mano dalla sua.

-La ringrazio, ma non credo che nessuno possa fare niente. Newt dice che ci è passato prima di me e che l'unica cosa che può aiutarmi è il tempo-

Non si aspettava di vedere il viso del ragazzo accendersi di una luce tenue.

-Ma forse dovrei essergli grato. Vede, signor Graves, io ho sofferto a causa di Grindelwald, ma grazie a lui ho anche incontrato le persone giuste. Se non ci fosse stato lui, io non avrei mai incontrato i miei genitori-

Graves non sapeva cosa rispondere. Quel ragazzo era davvero straordinario, se riusciva a concentrarsi su una cosa buona piuttosto che su pensieri negativi dopo tutto quello che aveva passato.

Decise che era di nuovo il suo turno: Credence gli aveva lasciato libero accesso ad emozioni profonde, adesso gli sembrava giusto fare lo stesso per fare pari.

-Credence. Ti ricordi le spille a forma di scorpione di cui abbiamo parlato qualche settimana fa?-

Prese dalla tasca interna della giacca una piccola scatola di legno laccato in nero e con intarsi in oro.

La aprì davanti a lui e lo vide sussultare quando riconobbe all'interno gli scorpioni di metallo scuro.

-Hanno una caratteristica singolare, sai? Gli scorpioni fanno schioccare le chele quando si trovano in presenza di un veleno. Molto utile, specie in certi ambienti quando chi ti offre da bere potrebbe farlo per ucciderti-

Credence lo ascoltava attento, aspettando paziente che lui finisse di girare attorno all'argomento e dicesse quello che veramente voleva dire.

-Vedi, queste non sono solo un gioiello. Sono un'eredità di famiglia. Fabricate ai tempi in cui l'Europa riscopriva la passione per l'antico egitto. Il mio prozio le fece forgiare proprio in Egitto, le regalò a suo fratello e da cento anni sono nella famiglia Graves. E... ed io... io ci tenevo molto. Non dimenticherò mai il momento in cui Grindelwald me le ha strappate dalla gola. Credo sia stato esattemente in quel momento che ho capito che aveva rubato la mia identità-

Credence gli posò una mano sul braccio e strinse leggermente.

Non gli disse niente ma quel contatto era incredibilmente confortante; gli dava l'esatta percezione di non essere solo, di non essere giudicato per la sua debolezza. Fu questo a spingerlo a continuare.

-Io non riesco più a metterle. Il ricordo è intollerabile. Forse ho bisogno di tempo come te, ma ora come ora, ogni volta che tento di appuntarle sul colletto sento le sue mani sulla gola. Per questo continuo a portarle in tasca. Forse mi illudo che averle sempre addosso faccia prevalere l'abitudine sul ricordo, ma fino ad ora non ha funzionato, come puoi vedere-

Tacque imbarazzato. Non sapeva perché aveva detto quelle cose.

Per Morgana, non era lui che ormai aveva più di quarant'anni a dover cercare sostegno in un ragazzo che avrebbe potuto essere suo figlio!

-Mi dispiace, signor Graves-

C'era tanta comprensione nella voce di Credence che quasi quasi ciò che aveva detto gli sembrava meno brutto.

Improvvisamente ebbe un'idea.

-Tienile tu-

-Cosa? Oh, no, signor Graves, davvero, non posso...-

-Ti prego!-

Accidenti. Non avrebbe mai pensato di arrivare a supplicare.

Si schiarì la gola per riacquistare un minimo di contegno, ma non fece altro che aumentare l'imbarazzo.

"Oh, al diavolo! Tanto vale, ormai!"

-Credence, vorrei davvero che le tenessi tu. Io so che non avrei più il coraggio di metterle perché mi farebbero sempre rivivere quei momenti. Dovrebbero passare ad un Graves della generazione successiva, ma io sono l'ultimo con questo cognome... ed io non ho famiglia. Ma se avessi figli e somigliassero a te sarei fiero di loro, perciò...-

Non credeva che si sarebbe mai trovato a corto di parole o in difficoltà, ma fortunatamente Credence lo salvò dall'imbarazzo.

-Le metterò in occasioni importanti. Per il diploma. Al battesimo di mio fratello. Magari al mio matrimonio, se mi sposerò-

Graves tirò un sospiro di sollievo.

Quel ragazzo era davvero straordinario.

Rimasero ancora un po' di tempo insieme, semplicemente seduti uno accanto all'altro, ad assimilare quello che avevano imparato in un pomeriggio in cui avevano veramente parlato per la prima volta.

Il sole era ormai calato ad ovest dietro le cime degli alberi, e Venere cominciava a brillare, prima gemma sul manto della notte.

Era quasi il momento di separarsi ed a Graves dispiaceva.

Provava una gran malinconia al pensiero di separarsi da Credence, dopo che aveva fatto tanto per farlo soffrire e tanto poco per aiutarlo.

Ma ormai era così, ed in fondo Graves sapeva che era giusto.

-Si è fatto tardi. I tuoi genitori potrebbero preoccuparsi-

Gli disse piano.

-Sì, ha ragione. Dovrei tornare a casa-

Ma non accennò a muoversi.

Graves provò una malinconia ancora più profonda, ma il pensiero che forse in fondo anche lui potesse mancare al ragazzo stemperava la malinconia con una punta di dolcezza.

Si alzò lui per primo, e solo allora Credence si convinse.

Tornarono a casa in silenzio perché ormai a quel punto le parole erano di troppo.

Graves notò che Credence teneva una mano in tasca ed era pronto a giurare che stesse tenendo la custodia delle spille.

Il pensiero lo fece sorridere ma anche gli chiuse la gola con un nodo di emozione.

Non ritenne opportuno accompagnarlo fino a casa perché non voleva interferire oltre con la vita degli altri due maghi, per questo, arrivati all'ultimo angolo, Graves lo fermò.

Non c'era bisogno di precisare che si stavano salutando per l'ultima volta.

-Mi raccomando, Credence. Tu hai un talento straordinario ed hai una famiglia che ti ama. Sono doni preziosi. Cerca di trarne il meglio-

Non si aspettava che il ragazzo lo abbracciasse.

Era decisamente insolito.

Graves aveva dimenticato come fosse un abbraccio perché era una vita che non sentiva un'altra persona così vicina, e poi... come aveva fatto a non accorgersi prima che Credence era così alto?

Era inaspettatamente piacevole: la pressione contro lo sterno calmava i battiti del suo cuore e lo aiutava a controllare il respiro.

Gli sembrava che il peso che si portava sempre nel petto fosse un po' più sopportabile.

Ricambiò con un certo impaccio ma strinse a sua volta Credence, tanto ormai non doveva più preoccuparsi di cosa scrivere in un rapporto.

In fondo alla corda di cuore di drago c'era quella fibra che desidrava un contatto come quello.

Comprensione, empatia, sostegno, erano cose a cui lui si era ritenuto superiore, e invece scopriva di averne bisogno. E cosa ancora più strana, scopriva di saperne dare a sua volta.

Non avrebbe mai ammesso a voce alta di desiderare il meglio per quel ragazzo, ma poteva pensarlo e sperare che lui lo capisse ugualmete grazie a quel deprecabile eccesso di emotività che lo contraddistingueva.

-Ha ragione Newt: ci sono creature che hanno bisogno del contatto fisico-

Gli disse Credence prima di lasciarlo andare.

-Mi stai trattando come uno dei tuoi animali?-

Lui gli rispose con un sorriso velato di malinconia.

-L'uomo è solo un animale troppo complicato-

"Eh, già... è una filosofia di famiglia, la vostra"

-Detesto doverlo ammettere ma hai ragione tu. Adesso vai a casa. Già non sto troppo simpatico a tua madre. Sì: so che più di una volta ha avuto la tentazione di affatturarmi-

Credence tentò di trattenere una risata ma senza troppa convinzione.

-Grazie di tutto, signor Graves. E se tornerà in Gran Bretagna me lo faccia sapere-

Un altro colpo di malinconia a tradimento.

-Lo farò. E tu scrivimi quando sarà nato il bambino. Ed anche quando arriverai ai MAGO-

-Certo. Bé... allora addio?-

-Arrivederci, Credence. Non possiamo sapere cosa il destino ha in serbo per noi-

Si strinsero la mano un'ultima volta e poi si separarono.

Credence prese la strada per tornare a casa sua, l'Auror invece dopo pochi passi si fermò e si voltò a guardarlo.

Era strano provare affetto per qualcuno che conosceva da poco tempo, ma Credence era davvero una persona speciale.

Graves si strinse nel cappotto quando l'aria più fredda della sera gli si insinuò sotto la sciarpa.

Mentre guardava Credence che si allontanava, si rese conto che stava bene.

Seraphina Picquery non avrebbe accolto bene il suo ritorno, in Dipartimento le chiacchiere sulla sua assenza prolungata si sarebbero sprecate ed il suo futuro era incerto, eppure la consapevolezza di aver dato a quel ragazzo la possibilità di vivere la sua vita lo faceva stare bene a dispetto di tutto.

Quando Credence svoltò l'angolo, Graves decise che anche per lui era ora di rientrare.

Si accorse che stava sorridendo. Aveva ancora il calore di un abbraccio attorno al torace.

Forse, dopotutto, quella fibra disobediente nella corda di cuore di drago non era debole; era solo umana.

________________________________________________________________________________________________________________


Nel Cerchio della Strega


Bene, ci siamo arrivati: penultimo capitolo di questa parte della serie.

Grazie a Frelia che ha aggiunto la storia tra le seguite e le preferite, oltre ad aver messo tra le seguite anche "Se vuoi", la prima storia della serie, e GRAZIE alla santa NiniveDee7 che è presente con una recensione in ogni capitolo.

Spero che la storia stia piacendo anche ai lettori silenziosi. C'è un biscotto anche per voi * Passa con un vassoio *


Lady Shamain


Ps: stavolta non ho trovato fanart adatte con Graves, quindi vi saluto con un po' di family fluff




Image and video hosting by TinyPic
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Animali fantastici e dove trovarli / Vai alla pagina dell'autore: Lady Samhain