Secondo
Capitolo
Stiles era
ancora
leggermente irritato dai commenti di quel finto gigolò che
aveva ben pensato
che infastidirlo fosse una buona idea. E nonostante somigliasse a uno
zombie,
doveva pure vestirsi e pettinarsi per andare alla festa di Lydia e
Jackson.
«Allison».
Stiles
guardava con un sopracciglio innalzato Scott che bussava con
delicatezza alla
porta chiusa del bagno. «Se arriviamo in ritardo Lydia ci
ammazza».
«Arrivo!
Voi intanto
scendete. Io mi metto le scarpe e vi raggiungo».
La Jeep era
parcheggiata a diverse decine di metri di distanza – non
avevano un garage e
nemmeno un posto auto – perciò dovettero camminare
per qualche minuto prima di
raggiungere la macchina.
«Stiles,
sicuro che
vada tutto bene? Mi sembri di cattivo umore». Con le mani in
tasca e le spalle
alte, e il petto che faceva male a causa del freddo, Stiles si
girò verso il
suo amico.
«Ma
sì! Solo uno a cui
ho scritto ieri quando ero ubriaco e che mi ha fatto
incazzare».
«Ma
mica quello del
volantino?».
«Sì…».
§§§
Nonostante il
suo umore
Stiles doveva ammettere che la festa non era poi così
orrenda e che sembrava
che tutti si stessero divertendo.
«Andiamo
a cercare
Lydia», propose Allison.
«Eccola
là», disse dopo
essersi guardato intorno.
Lei e Jackson
stavano
parlando con un gruppetto di ragazzi che non conosceva, non che fosse
difficile
visto quante persone erano presenti.
Stiles rimase
leggermente indietro quando vide la figura massiccia di un bellissimo
ragazzo
con gli occhi verdi che, imbronciato, guardava gli altri che stavano
ridendo.
La camicia bianca che indossava e la cravatta leggermente allentata
erano un
attentato alla vita di Stiles, che deglutì rumorosamente
quando sentì anche la
sua voce.
«Cazzo…».
Con due
falcate raggiunse Allison e Scott che stavano già salutando
Lydia e Jackson.
«Stilinski,
oggi non hai
nessun palo da abbracciare?», lo derise Jackson. Stiles si
girò verso Scott,
lanciandogli un’occhiata da facciamo
i
conti dopo e mimando con le labbra traditore.
«Ma
quanto sei
spiritoso!».
«Bella
festa, Lyds». Le
fece l’occhiolino e poi si girò verso i tre che
non conosceva.
«Comunque
io sono
Stiles, piacere». Parlò con tutti ma tese la mano
soltanto al moro dagli occhi
verdi per cui si era già preso una bella cotta.
Derek, che
intanto
aveva steso la mano verso quel ragazzo carino che non aveva mai visto
prima, si
era immobilizzato di colpo e aveva abbassato la mano.
«Stiles?».
Stiles lo
guardò
stranito.
«Beh,
sì, è il mio
nome. Cioè il mio vero nome è un altro, ma
è impronunciabile», disse con voce
imbarazzata. Si sentiva in soggezione di fronte agli occhi verdi di
quel Dio
greco sceso in terra.
«Stiles…».
Derek stava
mormorando, lasciando il ragazzo di fronte a sé ancora
più perplesso.
«Sì,
lo so è un nome
strano». Stava continuando a giustificarsi e non sapeva bene
per cosa. Nel
dubbio stava parlando a vanvera come suo solito.
Derek si
riscosse e
puntò gli occhi su quelli ambrati dell’altro.
«Io
sono Derek». Derek si
concentrò sull’espressione dell’altro:
lo guardò prima confuso, poi sgranò gli
occhi e la consapevolezza arrivò. Derek capì
dallo sguardo di Stiles che anche
lui aveva capito.
«Tu
sei Derek! Quel
Derek!».
«E tu
sei Stiles, quel
Stiles».
Intanto i loro
amici
avevano messo a tacere le loro chiacchiere e li stavano guardando
sbigottiti.
La prima a
prendere la
parola fu Lydia che tirò il suo migliore amico per un gomito
per fargli
distogliere lo sguardo da Derek.
«Mi
volete spiegare che
sta succedendo?». Stiles si portò il braccio alla
nuca, grattandosi
imbarazzato. Aveva veramente dato del disperato a uno come Derek? Anzi,
gli
aveva davvero proposto di andare a letto con lui?
«Ehm…»,
si schiarì la
gola. «Hai presente lo stronzo del volantino? Quello di cui
ci siamo
vendicati?». Lydia assottigliò lo sguardo e poi
sgranò a sua volta gli occhi.
«Non
ci credo!».
«No,
aspetta», esclamò
Erica. «Tu sei quello che gli ha proposto di fare sesso ieri
sera?». Stiles
arrossì come un peperone, Jackson scoppiò a
ridere e Boyd guardò tutti
indifferenti.
Stiles e Derek
erano
imbarazzati, si stavano scrutando di nascosto – neanche tanto
di nascosto, dato
che erano palesi – senza dire una parola mentre i loro amici
se la stavano
ridendo.
«Piacere,
io sono
Erica, una delle responsabili del misfatto di ieri e lui è
Isaac, mio complice»,
disse indicando il ragazzo biondo che se la stava ridendo in disparte.
«Quest’altro invece è il mio ragazzo,
Boyd». La ragazza stava continuando a
ridacchiare non riuscendo a trattenersi.
«Piacere,
io sono
Stiles, la tua vittima». Anche Stiles era divertito, anche se
comunque
l’imbarazzo nel suo sguardo prevaleva.
«Ti
prego, non iniziare
anche tu a farci sentire in colpa ché questo qui»,
disse indicando Derek che
intanto aveva messo il muso, «oggi ci ha fatto una scenata
delle sue. Dovevi
vedere quanto era ridicolo». Derek alzò gli occhi
al cielo in maniera teatrale
emettendo un leggero sbuffo.
«Erica,
lo sai che-».
«Sì
sì, Derek, adesso
non ricominciare».
«Posso
immaginare come
ha reagito, non ti preoccupare». Stiles disse queste parole
guardando con aria
di sfida Derek. Bellissimo ragazzo, sì, ma nulla gli avrebbe
fatto dimenticare
l’affronto subito quel pomeriggio.
Derek di rimando
gli
rivolse uno sguardo inceneritore.
«Ragazzi,
calma. Siete
alla mia festa e voglio che vi divertiate». Lydia come sempre
riportò l’ordine
con il suo tono autoritario.
I due ragazzi si
lanciarono un ultimo sguardo di sfida prima di voltarsi ognuno dalla
parte
opposta all’altro, come i due adulti che erano.
Stiles venne
seguito da
Scott che non aveva capito benissimo che cosa fosse successo, mentre
Allison
era rimasta a spettegolare con Lydia ed Erica.
«Amico,
si può sapere
che cosa ti è successo?». Stiles si
fermò a guardarlo dubbioso. «In tutti
questi anni di amicizia non ti ho mai visto così imbarazzato
davanti a
qualcuno. Non hai nemmeno parlato troppo a vanvera». Stiles
si sedette sul
divano nero di Lydia, abbandonandosi sul poggiatesta.
«Gli
ho proposto di
fare sesso con me, Scott. E poi l’ho mandato a quel paese.
Ripetutamente».
«E ti
piace». Una voce
femminile lo fece sobbalzare, e per lo spavento si portò una
mano al petto,
sgualcendosi la camicia. La sua unica camicia stirata, ci teneva a
precisare.
«Lydia,
mi farai venire
un infarto. Ma ti sembra il modo?». La ragazza lo
ignorò e gli si sedette
accanto, alla sua destra, imitata da Allison che invece prese posto
alla sua
sinistra.
«Quindi…
cosa hai
intenzione di fare per conquistarlo?». Il ragazzo
sbatté le palpebre accigliato.
No, no e no. Non avrebbe fatto il loro gioco. Nient’affatto.
«Niente.
E voi non
v’immischiate». Alzandosi puntò
l’indice contro le due, guardandole con fare
minaccioso.
Certo che lui e
Derek
una cosa ce l’avevano in comune: gli amici invadenti.
Per farsi
coraggio, e
dimenticare la figura non proprio bellissima che aveva fatto, Stiles si
diresse
verso il banco degli alcolici, giurando tuttavia di non bere
più di una birra.
Non voleva fare la stessa fine del giorno prima, non con Derek presente
alla
festa almeno.
E a proposito di
Derek,
adesso che ci pensava… lui la foto profilo non
l’aveva ancora cambiata!
Forse, se voleva
veramente avere una chance con lui, avrebbe fatto meglio a farlo.
Stiles,
[28.02.17
22:32]
Comunque, tanto per dire, ho cambiato la foto profilo. Contento?
Stiles si
sentiva uno
stupido a scrivergli in quel momento, ma mezza birra non lo
incoraggiava
abbastanza per farlo andare a parlargli faccia a faccia.
Derek, [28.02.17
22:36]
Non l'avevi ancora fatto?
Derek, [28.02.17
22:37]
E perché mi stai scrivendo quando siamo nella stessa stanza?
Stiles,
[28.02.17
22:37]
Guarda che se continui così la rimetto!
Stiles,
[28.02.17
22:38]
Perché se Jackson ci vedesse parlare mi prenderebbe in giro
a vita.
Lo sapeva che la
scusa
non reggeva ma cosa poteva dire?
“Sei
troppo figo e non
so come comportarmi perché ti ho dato del disperato quando
– a questo punto – il
disperato sono io?”
Derek, [28.02.17
22:40]
Non ti conviene. Ricorda, siamo nella stessa stanza.
“Stiles!
Forza e
coraggio! Flirtare non è così difficile e se non
gli piacciono gli uomini
pazienza, una figura in più che vuoi che sia?”.
Cercò
di incoraggiarsi
prima di digitare la risposta.
Stiles,
[28.02.17
22:42]
E cosa mi faresti, sentiamo?
Derek, [28.02.17
22:42]
Ti strapperei la gola, con i miei denti.
Un brivido di
eccitazione gli fece raddrizzare la schiena. Voleva giocare? Lui non si
sarebbe
di certo tirato indietro, complice anche l'alcool che cominciava a fare
effetto.
Stiles,
[28.02.17
22:47]
E che sei, un lupo?
Derek emise un
piccolo
ringhio involontario. Perché tutti a dirgli che sembra un
lupo?
Stiles,
[28.02.17
22:48]
Mi sembra quasi di sentirti ringhiare...
In
quell’esatto momento
sentì una presenza dietro di lui e una mano appoggiarsi
sulla sua spalla.
Inutile dire che sussultò e si voltò di scatto.
«Amico,
ma ti sembra il
modo?».
Derek si
limitò a
guardarlo inarcando un sopracciglio.
«E ora
perché stai
facendo questa cosa inquietante con le sopracciglia? Parla come le
persone
normali!».
Derek allora
decise che
inarcare anche l’altro sopracciglio fosse molto maturo.
Stiles provò a fare
altrettanto ma l’unica cosa che gli riuscì fu
aggrottare la fronte. Cavolo se
era difficile padroneggiare le sopracciglia, ma come faceva quel finto
gigolò?
Era molto perplesso il ragazzo.
«Sei
ridicolo». E
lui era Derek, pertanto dire più di due
parole gli risultava faticoso.
«E tu
sei disumano».
Stava guardando ancora sospettosamente le sopracciglia
dell’altro.
Intanto anche lo
sguardo di Derek si era fatto sospettoso non appena si era posato sul
bicchiere
che Stiles teneva in mano.
«Non
starai per ridurti
come ieri, vero?».
«Ma mi
hai preso per un
ubriacone per caso?».
«Chiedevo,
non c’è
bisogno di prendersela». Derek alzò le mani di
fronte allo sguardo offeso
dell’altro.
“A
quanto pare la
bellezza è la sua unica qualità”,
pensò Stiles bevendo un lungo sorso di birra.
Così, per ripicca e per fargli
vedere
che lui l'alcool lo reggeva benissimo.
«E tu
non bevi niente?».
Con un cenno del capo indicò le sue mani vuote.
«Dobbiamo
assolutamente
rimediare». Prese un altro bicchiere di birra dal tavolo
– di quelli grandi e
rossi – e lo passò a Derek.
«Forza,
alla goccia».
Le sopracciglia di Derek si mossero contemporaneamente in un unico
movimento:
verso l'alto – mentre cercavano di capire cosa Stiles volesse
– e nuovamente
verso il basso, contrite, quando avevano capito quello che i gesti di
Stiles
volevano dirgli.
E Stiles? Stiles
pensò
di morire sul posto. Non sapeva se per la ridicolaggine di Derek o
perché,
nonostante tutto, gli piaceva anche così. Nel dubbio
finì la sua birra.
«Comunque
buona fortuna
con gli amici, sono quasi peggio dei miei»,
scherzò cercando di far cambiare
espressione all'altro e di dire qualsiasi cosa pur di non rimanere nel
silenzio. E perché non voleva farsi scappare
l’occasione di parlargli. “È
così
bello”, pensò guardandolo adorante. “Non
può essere così terribile di carattere
come è sembrato a lui… no?”
«Non
infierire». E nel
dire questo alzò gli occhi al cielo per poi bere un sorso
della bevanda.
«Sicuramente ho avuto la mia vendetta». Oddio,
cos’era quel ghigno? Sembrava
che lo facesse apposta ad attentare agli ormoni di Stiles.
«Ehm.
Qual- quale
sarebbe?». Si sentiva la gola secca e anche deglutire faceva
male. Derek lo
aveva stregato completamente, anche con i suoi modi bruschi e le sue
sopracciglia parlanti.
«E
come avresti fatto?».
Continuando a parlare cominciò a camminare verso un
divanetto libero, sperando
con tutto il cuore che Derek lo seguisse. L'appartamento di Lydia e
Jackson era
due volte quello di Stiles, perciò anche se gli invitati
erano numerosi vi
erano diversi posti a sedere.
Derek
schioccò la
lingua contro il palato, ma decise comunque di seguire Stiles per la
casa di
Jackson che, per la sicurezza con cui si muoveva, sembrava conoscere
molto
meglio di lui.
Appoggiò
il bicchiere
di birra sul bracciolo del divano e si sedette accanto a Stiles.
«Abbiamo
fatto una
sorta di processo: io ero contemporaneamente avvocato e vittima, Erica
e Isaac
erano gli imputati mentre Boyd era il giudice». Stiles rimase
muto davanti alla
serietà delle sue parole. Quel ragazzo, quello che parlava
con le sopracciglia
ed era perennemente imbronciato, si era veramente lasciato trasportare
in una
stupidaggine simile?
«O mio
Dio». La risata
di Stiles infastidì leggermente Derek, che tuttavia
cercò di non darlo troppo a
vedere. «Nemmeno io e Scott siamo mai arrivati a
tanto». Si era contorto su se
stesso abbracciandosi la pancia, e il sopracciglio destro di Derek
schizzò
all’insù. No davvero, ma cosa c’era di
così divertente?
«Lo
trovi spiritoso?».
Stiles rise ancora di più.
Offeso, Derek
finì in un
solo sorso la sua birra e fece per alzarsi, ma fu fermato
immediatamente da
Stiles che lo prese per mano e lo trascinò nuovamente
giù accanto a sé.
«Dai
che scherzavo, non
fare il lupo scorbutico».
«Scorbutico?
Lupo?».
«Okay
okay, scherzavo».
La sua risata però non contribuì a togliere
quell’espressione irritata dal
volto di Derek.
Nonostante
ciò Derek
decise di rimanere lì, non aveva altro da fare e i suoi
amici erano tutti a
coppie. Supponeva che anche Stiles fosse nella stessa condizione.
«Quindi…».
Stiles stava
disperatamente cercando qualcosa da dire. «Come è
che conosci Lydia e Jackson?».
Ora che ci
pensava era
strano che non lo avesse mai visto prima di allora, ed
era certo di non averlo mai visto, non avrebbe mai
dimenticato
un ragazzo così. Lydia
inoltre non
gliene aveva mai parlato prima, e questo era ancora più
strano.
«Ho
conosciuto Jackson
al college, abbiamo parecchi corsi in comune. Mentre, Lydia
l’ho vista solo
altre due volte credo».
Ora era tutto un
po’
più chiaro: Derek conosce Jackson, e conosce Lydia di
conseguenza ma non così
bene ed è per questo che la rossa non ne ha mai parlato a
Stiles. Bene, perché
altrimenti Stiles era intenzionato a parlare seriamente con Lydia.
Conosceva
uno così, che
evidentemente era il
suo tipo e non glielo presentava? E andava in giro a dire che era la
sua
migliore amica... mah!
«Io
invece conosco
Jackson e Lydia dalle superiori, così come Scott e Allison.
Io e Scott siamo
amici da una vita, poi lui si è fidanzato con Allison. E
Lydia è diventata la
miglior amica della ragazza del mio migliore amico. Ah, e lei stava con
quel
coglione di Jackson».
«Sì,
ma non volevo sapere
la storia della tua vita». Stiles lo spinse leggermente con
un gesto scherzoso,
approfittando in realtà per toccargli il torace muscoloso.
Interiormente
stava
urlando, esteriormente andava a fuoco.
«Tutto
bene? Sei un
poco rosso».
«Più
che bene». Quel
sorrisino inquietante non rassicurava affatto Derek. Beh, non poteva
certo
leggere nel pensiero, e “Fortunatamente”, si disse
Stiles mentalmente. Il problema era
che ora sentiva
l’impellente bisogno di allungare la mano e verificare ancora
la consistenza di
quei muscoli, per amore della scienza, non per altro. E in tutto questo
l’alcool che stava liberando i suoi freni inibitori non
contribuiva
sicuramente.
Derek
adocchiò il
bicchiere nella mano di Stiles.
«Non
credi che sia
meglio smettere?», disse accennando al bicchiere ormai quasi
vuoto.
Stiles si
indignò di
fronte al suo tono.
«Ma tu
devi sempre
giudicare? E poi per chi mi hai preso, credi che stia tutto il giorno a
bere?».
Ora il rossore era dovuto all’irritazione.
«Non
volevo insinuare
nulla, sei tu che sei partito in quarta». Derek lo stava
guardando stranito.
Eppure non credeva di aver detto chissà che tanto da
offenderlo.
«Sei
bello, non lo
metto in dubbio». Se Stiles fosse stato completamente lucido
si sarebbe morso
la lingua a sangue pur di non ammetterlo ad alta voce.
«Però ti piace giudicare
le persone, ti piace sentirti superiore. Sì, è
vero, ieri sera mi sono ubriacato.
E sì, oggi sto bevendo. Ma se tu non l’avessi
ancora notato, Derek, siamo ad
una festa e io voglio divertirmi. Ho bocciato un esame per il quale ho
studiato
mesi e mesi, avrò il sacrosanto diritto di consolarmi
nell’alcool?». Alla presa
di posizione di Stiles, Derek non seppe come rispondere. E non
perché lo
intimoriva o altro, ma perché nella foga del momento il
ragazzo gli si era
avvicinato sempre di più, stendendosi quasi completamente su
di lui.
«Stiles!».
Quasi
ringhiò ma il castano non sembrava ascoltarlo, continuando a
blaterare su
quanto lui avesse la puzza sotto al naso e su quanto avrebbe dovuto
darsi una
regolata.
«Stiles»,
riprovò. «Ti
sei seduto sopra di me». E questa volta lo prese per le
spalle, alzandolo quasi
di peso e allontanandolo da sé.
«E che
sei repellente
ai vergini? Che avrò mai fatto di tanto
scabroso?». Stiles stava esagerando, ne
era assolutamente consapevole, e non sapeva nemmeno lui spiegarsi il
perché del
suo comportamento.
Lo stava
aggredendo
senza alcun motivo ma nello stesso tempo voleva baciarlo fino a
consumargli
quelle labbra provocanti e quei denti da coniglio tanto adorabili.
Intanto Derek
non
sapeva come gestire quel ragazzino che sembrava aver perso
definitivamente il
suo filtro cervello-bocca, e stava continuando a sproloquiare su
verginità,
maleducazione, repellenza per poi parlare delle molecole idrofobe che
rifuggono
all’acqua perché: «Derek, tu sei come le
molecole idrofobiche mentre io sono
l’acqua: tu mi rifuggi. Anzi, tu stai alle molecole
idrofobiche come io sto
all’acqua, ecco sì. O era il contrario? Oh,
insomma hai capito, no?». E no,
Derek non riusciva a seguire il suo ragionamento, soprattutto quando
arrivò a
parlare di verginità e di Artemide, la dea della caccia.
In tutto questo
Stiles
non riusciva a stare fermo e, per quanto Derek lo allontanasse ogni
volta, gli
si avvicinava fino a salirgli sulle gambe.
Insomma,
arrivò il
momento in cui Derek decise che non poteva sopportare oltre. Intravide
quel suo
amico, Scott, tra i ragazzi che stavano ballando nel centro della
stanza. Si
scrollò Stiles di dosso e andò a prenderlo,
strappandolo dalle mani di quella
che credeva fosse la sua ragazza, per poi portarlo dal suo amico.
«Prenditelo
e portatelo
a casa». Senza dire altro lo lasciò lì
insieme a quel ragazzino che stava
mormorando cose a caso e che pareva sempre più stanco.
Con un mal di testa allucinante decise che era ora di tornare a casa.
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Sourwolf&Volpino
Con una velocità disarmante ecco a voi il secondo capitolo di questa long!Per quanto mi riguarda non sono mai arrivata oltre il terzo
quindi per me sarà un grande traguardo xD
Cosa ne pensate dell'incontro tra Stiles e Derek?
Stiles, poverino, è un po' astemio e anche un bicchiere di troppo lo fa disinibire xD
Grazie per aver letto!
Alina Alboran (ancora non ci credo che mi hanno cambiato nick ❤️)
Allora, piaciuto l'incontro alla festa?
Sì sì, lo sappiamo che è molto cliché però non volevamo fare la storia
in cui si parlano per messaggi senza mai incontrarsi...
volevamo qualcosa di diverso u.u
Anche voi pensate che Stiles sia un ubriacone? XD
Spero che la storia continui a piacervi!
Stranger
Mille e più volte grazie a tutti coloro che ci rendono contente leggendo silenziosamente la storia, mettendola nelle categorie di efp e chi ci recensisce! Grazie, perché ci mettete ancora più voglia di scrivere!❤️
Abbiamo una proposta da farvi!
Se c'è qualcosa, una scena, un dialogo, che vi piacerebbe leggere ma che ancora non avete trovato in nessuna storia, e pensate che qui ci starebbe bene... beh, proponete! Se sarà possibile, se è pertinente con la trama, cercheremo di metterle tutte e ovviamente vi diamo i crediti!
Che ne dite? A noi sembrava una cosa carina!
Quindi, proponete e faremo del nostro meglio!❤️
Pooooi... volevamo dirvi un'altra cosa! Se volete potete mandarci la richiesta di amicizia su Facebook! Trovate i bottoncini social nel nostro profilo Sterlocked, in ogni caso su fb siamo Alina Alboran e Jamie Nikiforov❤️
Dopo queste note chilometriche che speriamo qualcuno abbia letto (xD), vi salutiamo!
A presto!
Sterlocked