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Autore: Redferne    03/03/2017    10 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 25

 

 

 

 

CITTA’ SENZA LEGGE (SECONDA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Chi accidenti può essere?” Esclamò Laureen, sorpresa. “Non attendevo visite, stamattina. Scusami solo un secondo, Nick: vado a vedere.”

“Qualche nuovo scocciatore in arrivo, per caso?” Domandò la volpe, mentre faceva per alzarsi. “Aspetta, vengo con te.”

“Stà tranquillo: resta pure lì dove sei. Di solito gli scocciatori a cui ti riferisci non vanno a giro a far scorribande in pieno giorno. E soprattutto, non si presentano cortesemente con tanto di campanello.”

Laureen fece un rapido salto in cucina, poggiò il piatto vuoto sul lavello e si diresse a passo deciso verso la porta.

Dopo un triplice giro di chiave, la spalancò e...quasi sgranò gli occhi per lo stupore.

“Tom?! Che ci sei venuto a fare, qui?” Chiese vedendo il vecchio alce di fronte a lei, sull’uscio.

“Buongiorno anche a te, Laureen. Come va?” Rispose lui, quasi divertito dalla sua reazione.

“Non hai ancora risposto alla mia domanda. Non dovresti essere alle prese con il giro di ronda mattutino?”

“Già fatto, mia cara. Non che ci fosse molto da controllare. Come sempre, del resto. E a quanto sembra i ragazzi della cartiera se ne sono rimasti buoni buoni, ieri sera. Non ho ancora ricevuto alcuna segnalazione di danneggiamenti o feriti. Tu, piuttosto? A quest’ora dovresti già essere nel tuo bel negozietto?”

“Ho avuto un piccolo imprevisto. E ho chiesto a Nancy di andare un po' prima e di pensarci lei ad aprire, tanto ha le chiavi di scorta. E comunque, i fatti miei non ti riguardano.”

“Ci mancherebbe, Laureen. Però...sai come funziona, da queste parti. Tutti conoscono tutti. Quindi, quando accade qualcosa di insolito o arriva una faccia nuova, ci si accorge all’istante. Le chiacchiere volano, e la notizia finisce sulla bocca di chiunque. Ho sentito che hai un ospite, a quanto pare...”

“E allora?”

“Vorrei scambiare due parole con lui, se non ti dispiace.”

“In questo momento sta facendo colazione.”

“Fortunato...scommetto che gli stai facendo gustare le tue ottime frittelle...”

“Taglia corto, Tom.”concluse lei, secca. “Se ne vuoi una anche tu, non hai che da chiederlo.”

“Ti ringrazio, Laureen. Ma, vedi...con l’avanzare dell’età devo stare attento al colesterolo, ai grassi, all’apporto calorico, e ad altre scemenze del genere, se ci tengo a campare ancora un po' ed in perfetta salute, per giunta. Ma una tazza del tuo eccellente caffè...quella te la scrocco più che volentieri.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrarono in soggiorno.

“Parli del diavolo...disse Laureen rivolgendosi a Nick, che nel frattempo stava già osservando il nuovo arrivato con estrema curiosità.

“E spuntano le corna.” aggiunse l’alce, indicando il robusto e prominente palco che gli spuntava dalla sommità della testa con la punta dello zoccolo. “Beh, mai detto fu più appropriato, in una simile circostanza. Non trova anche lei, GIOVANOTTO?”

“Già, ha proprio ragione.” rispose Nick, sorridendo.

“Mi presento subito. Mi chiamo Tom Ricketts e come può facilmente intuire dall’uniforme che indosso, sono lo SCERIFFO di Haunted Creek.”

La volpe si alzò di scatto e gli andò in contro, stringendogli la mano.

“Molto piacere. Mi chiamo Wilde. Nicholas Wilde.”

“Piacere mio, giovanotto. Avrei qualche domanda da rivolgerle.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poco dopo, i due erano seduti entrambi al tavolo.

“Veniamo al dunque, sceriffo. Suppongo che sia qui per la rissa di ieri sera.” esordì Nick. “Ci tengo a precisare che hanno iniziato loro. Io sono intervenuto solo per difendere il mio amico.”

“Diciamo che il motivo é quello...” rispose Ricketts, con tono sibilino. “...ma non nel modo in cui lo intende lei. Oh...grazie, mia cara.”

Laureen, nel frattempo, aveva provveduto a portare altre due tazze di caffè nero, denso e fumante, insieme alla frittella numero nove per lo stomaco impaziente di Nick.

“Dunque, dicevamo...” proseguì Ricketts mentre prendeva la sua tazza e soffiava sulla superficie della bevanda, per farla raffreddare. “...per ciò che riguarda la colluttazione, le posso assicurare che non ha nulla da temere: si da il caso che mi trovassi anch’io nel locale, e che abbia assistito alla scena. So bene che le cose sono andate proprio come mi ha appena riferito.”

“Con tutto il rispetto, sceriffo: visto che era presente alla scena, avrebbe potuto anche prendersi la briga di intervenire.”

“Mi creda, giovanotto: ero proprio sul punto di farlo, poi ho visto che se l’é cavata benissimo da solo. Il che ci porta direttamente al nocciolo della questione. Lei mi sembra un tipo alquanto sveglio: avrà senz’altro notato che, anche in una cittadina all’apparenza tranquilla come la nostra, non mancano certo i problemi...”

“Devo correggerla, sceriffo. Non i problemi. IL PROBLEMA, semmai. E il nome che salta sempre fuori é quello di un certo CARRINGTON, a quanto ho potuto sentire.”

“Diamine!” Esclamò il vecchio alce, con voce entusiasta. “Lo sapevo di non essermi affatto sbagliato, sul suo conto. Comunque mi sembra un po' drastico, per quanto riguarda i giudizi...deve sapere che QUINCEY CARRINGTON, in fondo, é un bravo cittadino e uno stimato dirigente d’industria. La sua famiglia ha costruito un autentico impero dal niente, e ha dato lavoro ad un sacco di gente di questa valle e di quelle vicine. Inoltre, ha permesso lo sviluppo economico di questi posti: i suoi operai sono sempre venuti qui in città con un sacco di soldi da spendere ed hanno permesso a molti nostri compaesani di tirar su imprese e negozi tuttora ben avviati.”

“A me hanno raccontato una storia ben diversa.” replicò Nick. “Ho sentito di pestaggi, botte ed intimidazioni. E di gente ubriaca e violenta che va in giro a notte fonda a far danni e a devastare case, proprietà e terreni.”

“Beh...diciamo che anche i Carrington hanno dei difetti...come noi tutti, del resto. Nel loro caso, il difetto é di essere ricchi sfondati. E, come tutti i ricconi, hanno in testa principalmente due cose: il profitto ed il guadagno. E Quincey non fa certo eccezione. A lui importa che uno lavori sodo e si spacchi la schiena. E soprattutto, che non faccia e non si faccia troppe domande. Quando trova gente che soddisfa questi parametri, é più che disposto a non badare troppo ai suoi trascorsi o alla sua fedina penale, in cambio.”

“Immaginando il genere, non mi stupisce affatto. Ha semplicemente scoperto che ha più convenienza con gli avanzi di galera.”

“Sempre con questo tono lapidario, eh? Comunque sia, ha centrato di nuovo il punto. Gli ultimi tizi che ha assunto nella sua azienda lasciano un po' a desiderare, da quel punto di vista.”

“E delle condizioni da terzo mondo a cui costringe i suoi sottoposti che mi dice, eh?” Saltò su la volpe. “E dei veleni che riversa ogni giorno nel fiume? Ne vogliamo parlare, sceriffo?”

“Mi ascolti bene, giovanotto: quella é materia per chi si occupa dei diritti sul lavoro e della tutela ambientale. E se a loro le cose vanno bene così come stanno, io ho le mani legate. In quanto rappresentante della legge, il mio compito consiste nell’occuparmi dell’ordine pubblico e della sicurezza. Ma comincio ad essere troppo vecchio e stanco per questo mestiere, e non ce la faccio a star dietro a tutto quanto, ormai. Una zampa in più mi farebbe un gran comodo, mi creda. Perciò, avrei una proposta da farle.”

“Sentiamo.” fece Nick pur sapendo già, in cuor suo, in cosa consistesse.

“Sarò breve: che ne direbbe di diventare il mio AIUTANTE?”

“Direi che forse non mi ha guardato bene in faccia, sceriffo.”

“Che intende dire?”

“Non faccia il finto tonto con me, per favore. Credo che anche in questo posto conosciate bene la pessima reputazione di noi volpi...in generale, ci considerano animali infidi e disonesti per natura, nonché spregevoli ed inaffidabili per vocazione. Sempre pronti a sfruttare, ingannare e frodare chiunque, per il proprio tornaconto. Come pensa che la prenderebbero, i suoi concittadini?”

“Da dov’é che ha detto di venire, Wilde?”

“Non l’ho detto. Comunque, vengo da Zootropolis.”

“Buon Dio!” Disse Ricketts, accompagnando l’esclamazione con una sonora risata. “Mi ascolti: non ho idea di come la pensino giù a Zootropolis, riguardo alla sua specie. A dirla tutta, non so nemmeno come la pensi la gente di questo paese. E non che mi interessi la loro opinione, a onor del vero. Deve sapere che io mi definisco un tipo pragmatico, e amo giudicare gli individui in base a due cose: le loro azioni e le mie necessità.”

“Sentiamo, allora...cosa avrebbe visto, in me?”

“Che cosa ho visto, giovanotto? Diciamo che ho visto un tipo sveglio, che sa il fatto suo e che é capace di farsi rispettare. E, per di più, é dotato di un destro a dir poco formidabile. Una persona svelta sia di mano che di cervello. E, guarda caso, é proprio ciò di cui avrei un gran bisogno, in un momento come questo. Che mi dice, dunque? Vuole accettare la mia offerta oppure no?”

“Mi rincresce deluderla, sceriffo. Ma ho intenzione di andarmene domattina stessa. E, dopo aver ascoltato il suo discorso, credo che la voglia di partire sia considerevolmente aumentata. Non si offenda, ma ritengo che quando ci si accorge di aver messo piede dentro una polveriera in procinto di esplodere, la cosa più saggia da fare sia allontanarsi il prima possibile e mettere qualche miglio di distanza, giusto per stare sicuri. Non so se mi sono spiegato.”

“Si é spiegato benissimo, invece. E mi lasci aggiungere che non la biasimo di certo. Però mi ha stupito.”

“Davvero? E perché mai?”

“Dall’impressione che mi ero fatto sul suo conto avrei giurato che accettasse senza pensarci due volte. Mi sembrava il classico genere di persona che non tollera le ingiustizie, qualunque esse siano.”

“Difatti é proprio così.” precisò Nick. “Ma quando le ingiustizie cominciano a diventare troppe, e troppo gravi, si finisce con il perdere la voglia di lottare. Capita a chiunque, prima o poi.”

“Beh…mi dispiace, Wilde. Ma almeno potrò dire di averci provato.”

Ricketts si alzò dalla sedia.

“Ok, credo che sia ora di tornarmene al mio lavoro.” aggiunse. “In quanto a lei, giovanotto, é stato comunque un piacere. Buona ripartenza, allora.”

“Piacere mio, sceriffo.”

“Grazie del caffè, Laureen.” concluse poi il vecchio alce, rivolgendosi alla padrona di casa.

“Non c’é di che. Ti accompagno.” rispose lei, agguantando la tazza vuota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Mi sembri deluso, Tom.”

“Non so che dirti, Laureen...mi sembrava di aver visto qualcosa in lui, nel suo sguardo...o forse sono solo io che mi sto aggrappando a qualunque speranza disponibile.”

“Non puoi fartene un cruccio. Così come non puoi pretendere che un tizio venuto da chissà dove si prenda carico delle sorti della nostra comunità. Cerca di metterti nei suoi panni… é un forestiero, non sa nulla di come vadano le cose, qui...e la cosa più sensata che possa fare é di non rimanere coinvolto in una faccenda che non lo riguarda minimamente.”

“Già, credo proprio che tu abbia ragione, mia cara.”

“Te l’ho già detto mille volte, Tom: non siamo in un film. Qui non arriva LO STRANIERO SENZA NOME a levarti le castagne dal fuoco. La vuoi capire o no, una buona volta?”

“Vedrò di farmene una ragione. Ora me ne vado in ufficio. Grazie di tutto e buona giornata, Laureen.”

“Quando vedi Magdalene, salutala da parte mia.” raccomandò lei.

“Lo farò, come al solito...e come al solito non ricambierà il saluto. Dovresti saperlo, ormai.”

“Pazienza.” rispose lei, sospirando e facendo spallucce. “ E come hai detto tu poco fa, no? Per lo meno, continuo a provarci. Non posso fare altro.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel pomeriggio Nick fece un giro in paese e si recò dapprima nell’emporio di Laureen, dove fece provviste per il viaggio e conobbe la sua socia in affari Nancy, una genetta simpatica ed alquanto ciarliera. Successivamente raggiunse il Sunken Hope di Tobey, dove si fece un buon bicchiere e scambiò due chiacchiere con Finnick ed il proprietario, mettendoli entrambi al corrente della sua intenzione di partire. Di fronte all’evidente delusione del suo ex-compare dovuta alla fatale notizia, gli promise di fare ritorno la sera stessa per un’ultima bevuta prima dei saluti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sole era calato da poco.

Nick era seduto in veranda, dopo aver gustato una frugale ma squisita cenetta ad opera di Laureen. Tra non molto lo attendeva l’appuntamento con Finnick e, mentre rimandava di minuto in minuto il momento di alzarsi dalla sedia, cercava di godersi il più possibile il buio ed il silenzio che lo circondavano, interrotti solo dal gradevole frinire dei grilli.

L’attimo successivo sopraggiunse un altro suono a spezzare quell’incantesimo, improvviso ed inaspettato.

L’eco della sirena di autoambulanza.

Qualche minuto dopo, il telefono di casa squillò.

 

E’ proprio vero, pensò. Le notizie viaggiano davvero veloci, da queste parti, a differenza di tutto il resto. Scommetto che tra pochi istanti tutti quanti sapranno vita, morte e miracoli del malcapitato di turno.

 

Ma, al trillo successivo, un funesto pensiero gli attraversò la mente, insieme ad una frase che non avrebbe mai voluto ricordare.

La frase mille e mille volte maledetta da cui era iniziato tutto il recente disastro.

 

Telefonata inattesa, occhio alla sorpresa.

 

Aveva già assistito ad una scena simile.

D’istinto si alzò dalla sedia ed entrò nel soggiorno, giusto in tempo per vedere Laureen alzare la cornetta.

“Pronto, Mary? Si, ma cosa...COME? Oh, cielo...ma come é successo? E...e come sta, ora? Si, si...ti ringrazio, fammi sapere, se ci sono novità...ciao, Mary, e grazie ancora.”

Laureen staccò il ricevitore dall’orecchio e lo rimise al suo posto, con lentezza esasperante.

“Cosa...cosa é accaduto?” chiese Nick.

“Tom, lo sceriffo...ha avuto un incidente.” disse lei, voltandosi nella sua direzione. “E’ uscito fuori strada con la sua auto mentre faceva ritorno a casa. E’...é ferito piuttosto seriamente, ma non é grave, stando a quanto dicono...”

Nick rimase immobile, in silenzio. Poi, aggiunse soltanto:

“Per caso ti ha anche detto dove lo hanno portato?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Come al solito, i miei propositi di pubblicarlo entro domenica scorsa sono andati a farsi benedire...meglio che stia zitto, la prossima volta!

Anche in questo capitolo ne succedono di ogni...staremo a vedere come finirà!

Angolo di Quark: la Genetta é un piccolo mammifero carnivoro che si trova anche in Europa, tra Francia e Spagna. E’ prevalentemente selvatico, ma pensate che alcuni lo allevano persino come animaletto domestico!

Tornando all’episodio precedente, ringrazio salamander92, Plando, LittleCarrot, MizukiZukishima28, Freez shad per le recensioni e DeniseCecilia per la doppia recensione, nonché hera85 per le recensioni dei capitoli 10 e 11.

E, come sempe, ringrazio chiunque leggerà la storia e vorrà lasciare un parere o un commento.

Ne approfitto per salutare nami92 che é finalmente tornata con un nuovo (splendido) capitolo della sua raccolta.

Non mi rimane molto da dire, se non...ci vediamo presto con la terza ed ultima parte!

Alla prossima,

 

 

 

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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