Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Florestan    03/03/2017    1 recensioni
Rieccomi, come promesso, con una nuova storia con gli eroi “storici” della serie del ’78 insieme a nuovi personaggi che ho già introdotto nei miei due racconti precedenti. Questa lunga storia è infatti il seguito delle due precedenti “L’inverno della Regina” e “Intermezzo Tripartito”. Questa volta il nostro capitano si troverà ad affrontare una nuova (ma proveniente dal passato…) e terribile minaccia in grado di mutare drammaticamente le sorti dell’intero universo! Ma gli eventi legati a quest’oscuro ed incombente pericolo lo coinvolgeranno in prima persona in modo molto stringente, come potrete presto scoprire…e poi si spiegherà finalmente perché Esmeralda abbandonò sua figlia, la piccola Mayu, lasciandola sola con Harlock…
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Nuovo personaggio, Raflesia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                  20. Scontro titanico

 

 

 

 

 

Harlock, Esmeralda, Raflesia e Tadashi ormai erano stati quasi raggiunti dalle quattro creature meccaniche che continuavano ad avanzare e a sparare nella loro direzione. Riuscivano a malapena a contrastare quel fuoco utilizzando dei parziali scudi protettivi, ma la loro energia era ormai al minimo, mentre quella degli avversari sembrava inesauribile.

-E pensare che io da piccolo ho sempre odiato i cartoni animati sui robot…Commentò ironicamente Tadashi.

-Mi dispiace ammetterlo, ma quando la sfera dei loro scudi sarà a contatto con la nostra, sarà la fine, e non vedo vie di uscita! Confessò drammaticamente il capitano. –Harlock, io ho notato una strana cosa! Gli rispose Tadashi, -La mira dei Cyborg pare volutamente imprecisa, non puntano mai in direzione delle nostre parti vitali, e non credo che sia un loro errore, bensì una scelta voluta…

-Mayu! Evidentemente è lei che fino all’ultimo inconsciamente non vuole farci del male! Forse un barlume della sua personalità è ancora presente in lei…

-Allora tocca a te amore mio! Disse la regina rivolgendosi al capitano. Ti ho portato una cosa nella speranza che ci fosse d’aiuto e forse è arrivato il momento di usarla! Mentre diceva ciò, usando la mano sinistra che non impugnava armi frugò in una piccola bisaccia che portava a tracolla e ne estrasse un piccolo oggetto dalla forma oblunga che porse al suo compagno. –Ma è la mia ocarina, la copia identica di quella che feci a Mayu tanti anni fa! Esclamò Harlock allibito. –Si è proprio quella, rispose Raflesia, -Mi sono permessa di recuperarla dal tuo alloggio con l’aiuto di Miime…ora è il momento che tu la usi, questa volta tocca a te suonarla nella speranza che ci riporti indietro la nostra principessa! Il capitano rimase per un attimo interdetto, ma si riprese subito riponendo la sua fedele cosmodragon per impugnare quel piccolo strumento musicale.

–Copritemi mentre provo ad avvicinarmi a Mayu! In quell’istante iniziò a soffiare nell’ocarina e le note di quel triste e malinconico motivo che la bambina di un tempo suonava continuamente incominciarono a diffondersi nell’ambiente, contemporaneamente Yattaran, che aveva seguito in diretta tutte le conversazioni dei suoi compagni, interruppe il propagarsi dell’arma musicale, oramai solo quella malinconica melodia risuonava in quel vasto ambiente disturbata solo dal rumore dei fasci laser…Harlock tentò di avvicinarsi alla ragazza che era rimasta ferma vicina all’angolo destro della sala. La fanciulla sembrava confusa e sorpresa dallo strano comportamento di quel nemico che le si avvicinava brandendo quella singolare arma. –Che vuoi fare!? Allontanati da me! Allontanati o ti farò incenerire! Disse ma la sua voce tremava… –Mayu, figlia adorata, lo so che in realtà ci sei e che non vuoi farci del male! Risvegliati! Reagisci a quella malefica entità che ti costringe e ti comanda! Torna da noi, ti ricordi la musica che suonavi per Harlock e che lui ora sta suonando per te? Ti ricordi, vero?

La voce di Raflesia era dolce e tranquilla, era la voce di una madre, una madre che tendeva la mano ad una figlia smarrita cercando di farle ritrovare la via perduta…

La fanciulla sembrò esitare un attimo, poi dopo un istante che parve un’eternità, fece come per spegnersi e le braccia le ricaddero lungo i fianchi come morte. In quel momento i cyborg cessarono il fuoco improvvisamente e si arrestarono di colpo nella loro avanzata.

-Mamma, papà..., incominciò a balbettare sbarrando gli occhi, -Siete proprio voi? -Non so più chi sono… cosa devo fare?! Vi prego aiutatemi voi, sono così confusa! Sento nella mia testa qualcosa che mi dice di fare delle cose orribili! Ma non voglio! Io voglio tornare da voi!

-Maledetti, la sto perdendo! State tentando di intromettervi nella sua mente, ma lei oramai mi appartiene, non vi permetterò mai di riportarla indietro! La rabbiosa voce di Hardgear ruppe quell’intenso momento.

-Aaah!!

Mayu cacciò un acuto grido portandosi le mani alla testa e chinandosi al suolo per l’intenso dolore che la stava attraversando in quel momento.

-Ho aumentato al massimo l’energia del controllo mentale, e anche se non riuscissi a recuperare il mio potere su di lei, la vostra bambina morirà!

-Aaagh!! La ragazza era a terra e si contorceva in spaventosi lamenti.

Il capitano smise di suonare ed insieme alla regina e ad Esmeralda tentarono di correre in soccorso alla loro figlia ma furono immediatamente bloccati dagli automi che avevano ripreso ad attaccarli comandati direttamente dal diabolico essere.

-Poveri illusi! Morirete tutti! Anche la vostra figlia morirà tra atroci dolori, pazienza tanto ormai il mio piano è inarrestabile e lei non mi servirà più! Ha, ha, ha…

-Ora basta, maledetto! Non ti permetterò più di fare del male alla mia bambina e ai miei amici! Ti pentirai amaramente di aver osato tanto!

-Chi sei! Come hai fatto ad inserirti nei miei circuiti! Non è possibile, nessun’ altra intelligenza artificiale può avere una simile potenza! Esclamò Hardgear stupefatto.

-E’ Tochiro!  Esclamò Tadashi, E’ riuscito ad inserirsi in quel computer!

-Sì, sono Tochiro, il padre naturale di Mayu, la mia essenza vitale è ormai da anni l’anima del computer dell’Arcadia, all’epoca non riuscisti ad inserirti nel mio sistema perché fummo capaci di una misura di contrasto, ma ora sarò io ad invadere i tuoi circuiti, il mio segnale è mille volte più potente del tuo e so dove andarmi ad inserire! Ti distruggerò progressivamente dall’interno, la tua memoria essenziale sarà finalmente cancellata e distrutta e di te non rimarrà neppure il remoto ricordo!

-E’ proprio Tochiro, è riuscito a far funzionare il suo trasmettitore di potenza! Disse Harlock.

-No, non è possibile, nessuno può tanto, io sono immortale! Mi opporrò con tutte le mie forze…non riuscirai a vincermi!

La malvagia entità tentò disperatamente di reagire scatenando un’immane lotta in cui i due computer si fronteggiarono l’uno contro l’altro. L’intera base spaziale venne scossa da tremendi boati e vibrazioni. I vari sistemi energetici e di sostegno sembravano fuori controllo, tutti gli operatori meccanici, inclusi quelli armati erano andati in tilt e giacevano inanimati come ammassi di ferraglia. Per pochi ma interminabili minuti tutto il planetoide artificiale si tramutò in un enorme flipper impazzito. Il malvagio supercomputer lottava come una bestia ferita tentando di opporre una rabbiosa quanto disperata resistenza all’attacco di Tochiro ma la potenza di quest’ultimo era chiaramente superiore e ben presto si capì che gli sforzi di Hardgear erano del tutto vani e che la sua energia stava man mano svanendo. A poco a poco tutte le luci sfavillanti che animavano la torre del computer incominciarono a spegnersi una ad una e la voce di qull’entità malefica, da forte ed imperiosa divenne sempre più debole e spaventata: -Le mie forze, le mie energie… le sto perdendo… la mia memoria si appanna! Ho paura, non voglio, vi prego non voglio morire…*

Alla fine anche l’ultima luce si spense ed un silenzio funebre, quasi irreale calò su tutta la base spaziale.

-E’ finita... mormorò Harlock che nel frattempo insieme alla regina e ad Esmeralda aveva raggiunto e soccorso Mayu. La fanciulla lentamente riprese i sensi ed aprì gli occhi. Finalmente, dopo tanto tempo, un sorriso ricomparve ad illuminare quel volto: -Ci siete tutti! Tutte le persone a me più care sono qui, venute a salvarmi! –Ci sono anch’io figliola! Disse Tochiro. A quel punto la ragazza non riuscì più a trattenere le lacrime e scoppiò in un sonoro pianto liberatorio.

Su, su, coraggio è tutto finito! In tre facevano a gara per abbracciare e consolare la loro figlia…

-Hei, voi! Quando avrete finito la vostra riunione di famiglia, pensate a liberarmi, vi conviene sbrigarvi perché i miei fratelli in questo momento staranno invadendo il vostro mondo e presto, come dite voi terrestri, saranno cavoli vostri!

-Mia cara Helmatia, vedo che ti sei ripresa..., ma che linguaggio! Quale caduta di stile per un nobile cavaliere della tua specie! Le rispose Harlock ridacchiando. –Mi dispiace comunicarti che il tentativo d’invasione portato avanti dai tuoi simili è stato da poco sventato e respinto indietro dagli eroici componenti della SDF, mi è stato appena comunicato dall’Arcadia...comunque avrai modo di farti raccontare personalmente da loro i dettagli dell’operazione poiché sta per raggiungerci il Sirius Platoon che avrà l’onore di prenderti in consegna. Credo che usufruirai presto dell’ospitalità del carcere speciale di Destiny per un periodo imprecisato...

-Maledetti! Ma non finisce qui, non crediate di liberarvi di me così facilmente! Ci rivedremo presto, e allora...da qui seguirono svariate imprecazioni in una lingua sconosciuta, idioma metanoide probabilmente...

-Le tapperei volentieri la bocca definitivamente, ma penso che lo smacco per questa ulteriore sconfitta sia per lei ben peggiore di una morte violenta! Disse Esmeralda rivolta al capitano.

-Credo proprio che tu abbia ragione! Le rispose lui sorridendo.

-Senti Franklyn, riprese lei, -In questa storia io ho fatto molte sciocchezze e me ne pento di cuore, col mio comportamento ho messo a rischio la vita di Mayu ed anche la vostra, pertanto sono pronta a pagarne le conseguenze e la giusta punizione che vorrete assegnarmi...se lo riterrai opportuno non interferirò più nella vita di tua figlia...

Harlock ebbe un lampo nel suo unico occhio ed afferrò strettamente le mani dell’amica: -Mayu è tua figlia ed ora tu hai finalmente la possibilità di essere la madre che lei non ha potuto avere. Tu non hai nessuna colpa se non quella di aver voluto recuperare quel diritto che ti era stato negato!

Gli occhi della piratessa si fecero lucidi, ma il capitano l’abbracciò strettamente soffocandole sul nascere le lacrime. –Siamo sempre stati una grande famiglia ed ora finalmente siamo tutti riuniti e nessuno potrà più dividerci. Il tuo falso destino da errante nell’universo può essere cambiato, basta volerlo! E adesso hai una ragione più che speciale per volerglisi oppore!

-Mamma! Harlock! In quel momento Mayu li aveva raggiunti e si era unita al loro abbraccio.

-Tesoro, una volta tornati sull’Arcadia, io Esmeralda e Raflesia ti scorteremo su Technologia e sotto la supervisione del dottor Zero ti faremo togliere finalmente quell’ordigno che hai ancora in testa. Hardgear è ormai morto e tu non hai più nulla da temere, ma la prudenza non è mai troppa! Tu ti fidi di noi, vero?

Mayu sbottò. –Come potrei non fidarmi! Siete ciò che ho di più caro al mondo, siete la mia famiglia!

-Bene, bene, qui si parla di famiglia, allora mi è concesso partecipare! Disse Raflesia che era sopraggiunta in quel momento.

-Non so se sarei mai capace ad abituarmi ad una vita semistanziale come hai fatto tu, Harlock, riprese la piratessa, -Ma se questo è il desiderio di Mayu, sono pronta a tutto! –Non voglio che tu rinunci alla tua natura di viaggiatrice! La interruppe la fanciulla, -Ormai posso decidere se trascorrere il mio tempo libero e le vacanze con te sulla Queen Emeraldas, e poi c’è sempre quel bellissimo pianoforte...-Piccola mia, non voglio più interferire con la tua vita, ma sappi che anch’io posso tentare di prendermi qualche lungo periodo di riposo sulla Terra, potrò così seguire i tuoi progressi musicali ed assistere ai tuoi concerti, e avrò finalmente modo di parlare con tuo padre sull’Arcadia, abbiamo così tante cose da dirci...sempre se Harlock e Raflesia non abbiano nulla in contrario...A quel punto la regina prese per mano Esmeralda: -Posso solo essere felice per Mayu che lei ti abbia ritrovato. Su Mazone il rapporto tra madre e figlia è sacro e per me è un onore che una principessa della stirpe reale di Lamethal faccia parte attiva della nostra famiglia. Sei una donna nobile e di grande coraggio, Esmeralda, ho visto crescere la nostra bambina e ritrovo in lei tutto il tuo carattere indomito e la tua purezza d’animo...La piratessa a quelle parole tradì di nuovo un moto di commozione, ma questa volta fu la figlia a trarla d’impaccio:

-Ora basta con tutti questi discorsi di stirpi reali e dinastie, a me non importa nulla di queste cose, io voglio solo stare con le persone a cui voglio bene!

Harlock rise: -Come al solito Mayu ci ha ricordato le uniche cose che contano, le ragioni del cuore!

….

 

Un’ora dopo l’intera compagnia insieme alla loro illustre prigioniera stava viaggiando alla volta di Ombra di Morte a bordo di due Space Wolf.

La seconda navetta li aveva raggiunti con Yattaran ed Ariel e i due, dopo una rapida ricognizione sul planetoide artificiale, servita a raccogliere dati utili dai pochi terminali ancora funzionanti, avevano aiutato Harlock, Esmeralda e la regina a sistemare diverse cariche esplosive nei punti nevralgici della stazione. Quando furono a distanza di sicurezza il vicecomandante ad un cenno del capitano premette il pulsante di un piccolo telecomando ed immediatamente l’oscurità del cosmo fu illuminata dall’intenso bagliore prodotto dalle cariche gravitazionali che stavano detonando.

-Adesso è proprio finita, disse Raflesia con un sospiro di sollievo.

L’unica che tradiva un profondo sconforto era ovviamente Helmatia che guardava il concludersi del suo ennesimo fallimento. Sorvegliata a vista da Ariel e Tadashi, non aveva più proferito parola da quando avevano lasciato la fortezza spaziale. Harlock ne ebbe quasi compassione: -Ti attende un triste destino di solitudine, così lontana dai tuoi simili…Le disse, -Non voglio la tua pietà! Gli rispose fieramente lei, -Sono pur sempre un cavaliere metanoide, sono stata addestrata ad ogni tipo di situazione critica e sono pronta a tutto, non mi preoccupa certo una banale prigionia, ma non siate così certi di tenermi rinchiusa a lungo! Disse mentre per un attimo le brillarono gli occhi.

 

 

(*) Evidente citazione da “2001: Odissea nello spazio” Di S. Kubrick…

 

 

   
 
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