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Autore: elleonora    05/03/2017    1 recensioni
Virginia, da poco laureata in psicologia, decide di trascorrere l'estate in compagnia dei suoi amici di sempre. Una sera in discoteca vede un ragazzo dagli occhi ipnotici che la stregano, ma purtroppo viene trascinato via da un amico. Riuscirà la dolce Virginia a rivedere quegli smeraldi che tanto l'hanno colpita? Ma soprattutto, lui si sarà accorto di lei?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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INASPETTATAMENTE_ cap.16



Suocere & Fiabe – Capitolo 16

 

 

24 Gennaio.
 
Ore 9:17
 
 
V’s POV.
 
 
«Arrivati…» un sussurro di una voce calma e dolce mi riporta alla realtà.
Alla dura realtà.
Alla realtà della mia emicrania.
Non è possibile stare così male.
Non è possibile che il mio mal di testa sia aumentato così tanto e così improvvisamente, anche perché avevo preso una pastiglia prima di uscire.
E in un momento siamo arrivati a casa. A casa mia.
Ma come ho fatto ad arrivare fin qui?
Forse hanno sperimentato il teletrasporto con me quest’oggi, anche se, non credo sia possibile.
Non ricordo il tragitto sull’autobus, ricordo solo di aver ringraziato quel meraviglioso ragazzo, gli ho anche chiesto se era effettivamente sicuro di portarmi a casa. Ce l’avrei sicuramente fatta ad arrivare fin qui da sola, ma non saprei dire quando e soprattutto in che stato. Ma… Giusto, c’è un enorme ma.
Qualcuno mi ha portata a casa.
Una sorta di angelo che ora è qui con me.
Virginia hai appena dato dell’angelo a Matteo.
Sì, forse sarebbe meglio santo.
Santo Matteo, suona anche bene e gli si addice perfettamente.
Mai nessun ragazzo si è prodigato in questo modo per me.
Mai nessuno ha fatto quello che lui ha fatto per me ora.
Virginia devi ammettere che quando hai mal di testa non è che ti diverti ad andare in giro...
Piccoli dettagli.
Ma per lui questo ed altro, soprattutto per come si sta comportando e si è comportato fino ad adesso.
Un ragazzo d’oro.
Davvero.
Marco l’ha tenuto nascosto troppo a lungo, prima o poi mi arrabbierò con lui.
 
Ok Virginia, basta pensare.
Alza la testa e dì qualcosa.
No, non voglio alzare la mia testa che è comodamente appoggiata alla spalla di Matteo.
Provo almeno, magari è passato.
No, pessima idea.
Rimango appoggiata qui che è meglio.
Stai sfruttando Matteo come se fosse una sorta di divano, lo sai vero?
 
«Grazie Matteo. Davvero grazie.» dico questo.
Non so che altro dire. O sto sognando o è tutto reale e questo ragazzo me lo sposo prima o poi.
«Non ti preoccupare. Dove sono le chiavi?» chiede lui con una voce morbida.
«Nella borsa. Ma non devi salire per forza. La biblioteca. Lo studio.»
Cosa diamine ho detto?
O forse farfugliato?
Odio il mal di testa, lo odio con tutta me stessa.
Cos’ho vaneggiato?
Non ricordo neanche quello che ho detto.
A parte cose sconnesse, ovviamente.
«La biblioteca può aspettare, non posso lasciarti qui…» dice lui serio.
Me lo sposo, posso?
Tipo adesso?
Sì?
«Rose sarebbe felice di saperlo.» biascico ancora, a voce bassa.
Sono decisamente convinta che mia madre appezzerebbe molto la galanteria di Matteo, anche l’aspetto fisico e il carattere, insomma è davvero meraviglioso questo ragazzo.
Devo sembrare piuttosto patetica…
Ma qui con lui sto bene, mal di testa a parte, sto davvero bene con lui.
Bene come mai non sano stata in vita mia.
Mettiamola così: è la prima volta che sto bene con il mal di testa, solo perché c’è lui.
 
«Posso prendere le chiavi?» sussurra lui al mio orecchio con una voce gentilissima.
«Sì certo, ecco.» dico facendo scendere la borsa dalla mia spalle «Cerca pure. Io sto qui appoggiata. La testa fa meno male così.» Il che è vero. A parte il mio farfugliamento inutile e sconclusionato. Da quando ho appoggiato la testa alla sua spalla sto leggermente meglio, ma non la devo muovere. Inoltre, sto anche rovinando la mattinata a questo povero santo.
«Mi spiace...» proseguo poco dopo. Sembro un disco rotto con la solita frase ripetuta ogni tanto.
«Non ti preoccupare. Ora, basta che mi dici a che piano andare e qual è la porta di casa tua e va tutto bene.» afferma con una voce molto rassicurante.
«Dio mio, potresti anche essere un ladro.» Merda, cos’ho detto? Gli ho dato del ladro? Quando mi passerà il mal di testa dovrò assolutamente cercare di chiedere perdono in ogni modo possibile. Ho addirittura alzato la testa dalla spalla e una fitta molto forte mi ha colpita, come se mi volesse punire per la cavolata appena uscita dalla mia bocca. «Ma un ladro troppo gentile… E poi ti conosco... Ecco. Abito al secondo piano.» Ok, forse ho recuperato per la figura di merda di prima, forse, almeno spero. Credo che potrei vincere senza alcun dubbio il premio “Goffaggine” dell’anno, oltre al premio “Stupida”.
Matteo ha cercato delicatamente le chiavi nella mia borsa, è stato davvero molto gentile. Forse aveva paura di invadere la mia privacy, o era semplicemente spaventato da quello che avrebbe potuto trovare nella mia borsa. Insomma, si sa che nella borsa di una donna ci sono delle cose molto personali e private, ed è una sorta di piccolo mondo. Ma lui è entrato pacificamente e dolcemente in questo piccolo mondo, e cosa più importante, è entrato anche nel mio di mondo, molto serenamente, in un modo così naturale e semplice che mi ha praticamente sconvolta.
 
Abbiamo preso l’ascensore e siamo saliti fino al piano del mio appartamento e io non ho più spostato la testa dalla sua spalla. Il contatto con lui mi ha rassicurata e tranquillizzata, credo che senza di lui non so come sarei potuta tornare a casa sana e salva, perché sì, un’emicrania così è davvero debilitante.
«La porta?» chiede piano.
«Quella a destra…» sussurro.
«Ottimo.» risponde lui dirigendosi alla porta di casa e mettendo le chiavi nella serratura.
«Eccoci…» dice aprendo la porta e bloccandosi fuori. Alzo la testa dalla spalla di Matteo ed entro in casa.
«Scusa ma, non entri?» chiedo io cercando di stare tranquilla. Chiaramente, tranquilla non sono. Chissà se accetterà di entrare, chissà se ha voglia di venire fisicamente a casa mia. Sarò pur all’antica, lo so, ma l’invito in casa è un qualcosa di speciale, sicuramente anche di strano. Ma questa volta non c’è nessun problema, è accaduto tutto in un modo così naturale e tranquillo, complice il mio mal di testa. Desidero molto che lui entri in casa. Voglio che entri e basta. Non ho intenzione di fare nulla di spettacolare tipo fuochi d’artificio o scintille sotto le lenzuola, desidero solo rimanere un po’ con lui.
«Non sapevo se tu volessi…» mi risponde lui e sembra quasi imbarazzato.
«Entra pure… E’ il minimo.» dico io cercando di dimostrare una sicurezza che non ho. Anche perché entrare in casa è il minimo sì, il minimo anche per rendermi la ragazza con il mal di testa più felice del mondo.
«Permesso.» dice lui facendo un passo in avanti ed entrando in casa mia.
Ok, Matteo è in casa mia.
E’ la realtà e non un sogno.
Lui è qui.
E’ fisicamente con tutte le sue molecole qui.
Datti una calmata Virginia, così fai aumentare il tuo mal di testa per nulla.
«Come stai?» chiede lui con aria preoccupata togliendosi il giubbotto.
Quasi vado in apnea trovandomelo così vicino, così bello, così irreale, così qui a casa mia.
«Mi metto una tuta e poi prendo qualcosa…» gli rispondo andando in camera mia.
Virginia hai tentato di sviare il discorso non rispondendo alla domanda di Matteo dicendo la prima cosa che ti viene in mente che è “mi metto una tuta”, ma sei seria? Ma davvero? Mi metto una tuta? Una tuta? Insomma il massimo dell’essere sexy con un ragazzo del suo calibro. Non potevo dirgli qualcosa tipo “Mi metto comoda?” e presentarti direttamente nuda? Sì certo, ci manca solo, con lui, nuda io, sono messa male con questo mal di testa. Ora però questa tuta me la devo mettere per forza, per lo meno è larga e blu, mi nasconde e sto comoda per davvero.
Ok Virginia, spogliati e mettiti la tuta, fai un respiro e torni di là. Da Matteo.
Matteo è di là.
Capitan Ovvio Virginia, muoviti.
Recupero il telefono e lo metto nella tasca della tuta.
«Posso sedermi sul divano?» chiede lui di là, per fortuna sono pronta e riappaio subito in sala.
«Sì certo. Scusa la tuta ma…» tento di spiegare stringendomi nelle spalle ma lui mi interrompe.
«Non ti preoccupare.» dice serio.
Davvero non mi devo preoccupare?
Dice davvero?
Evidentemente no. Fai una domanda intelligente ora.
«Vuoi vedere un film?» chiedo raggiungendolo sul divano e mi siedo vicino a lui.
Ultimamente hai delle idee pessime Virginia.
Lo so, lo so.
«No, leggo uno dei miei libri.» mi risponde lui tranquillo e facendo un sorriso da infarto.
«Merda…» sussurro quasi impercettibilmente. Ma ho davvero detto Merda. Non l’ho pensato vero? L’ho detto davvero. Insomma, come continuare ad essere una ragazza fine ed educata. Tuta e parolacce.
«Che c’è?» mi chiede quasi divertito.
L’ho detto davvero allora.
«Uh, scusa.» e diventa rossa come un’aragosta.
«Dimmi pure.» dice lui con una voce troppo armonica, troppo dolce, gli potrei dire qualsiasi cosa.
«Ho lasciato la pastiglia e il bicchiere d’acqua in cucina...» gli rispondo cercando di alzarmi dal divano per andare nella stanza a lato.
«Vado a prenderli io!» dice lui scattando in piedi.
Ok, ora scappa davvero dalla porta.
«Ma…»
«Niente ma.» dice tranquillo.
«Grazie, davvero io non so come ringraziarti.» dico sincera.
«Di nulla.» mi risponde sorridendo.
 
Matteo è sparito già da qualche minuto. L’idea che forse è scappato si fa ogni secondo più viva nella mia testa. Però… Ha lasciato qui il suo zaino. Sorrido da sola come un’ebete quando sento dei passi che stanno raggiungendo il divano. E sì, è lui per davvero e non è neanche scappato. Io nel mentre mi sono quasi sdraiata sul divano avvolta come un baco da seta da una copertina bianca.
«Scusami. Mi alzo subito.» sussurro io.
«No, rimani giù. Alzati solo per prendere questa.» dice avvicinandosi e mettendomi davanti pastiglia e bicchiere.
«Grazie.» sussurro ancora una volta. E sì, ringrazio, perché davvero, come è possibile tanta gentilezza e premura in una sola persona?
«Mi sono permesso di cercare il bagno e sono andato almeno a lavare le mani.» ammette quasi imbarazzato.
«Sì, hai fatto bene. Io… Io non te l’ho neanche chiesto. Scusami davvero.» gli rispondo mettendo la testa sul divano.
«Non ti preoccupare. Non stai bene. Dormi un po’.» consiglia lui.
Dormire? Adesso? Però, se io dormo lui se ne va, e io non voglio che se ne vada, anche se dormire al momento è la cosa che mi gioverebbe di più.
La cosa migliore da fare è chiedere direttamente a lui. «Tu… Rimani?»
«Se tu vuoi, sì.» risponde serio.
«Sì. Vieni qui?» dico spostandomi sul divano.
«Recupero un libro e arrivo.» dice tranquillo.
 
Dopo aver recuperato il libro, ho lasciato un po’ di spazio sul divano a Matteo. Lui si è seduto, sorridendo, sembrava la persona più tranquilla del mondo, e soprattutto sembrava per lui la cosa più naturale del mondo rimanere con me. Il fatto è che io sto davvero molto bene con lui, anche se non lo conosco ancora bene, avrà sicuramente degli scheletri nell’armadio come tutti.
Voglio stare con lui.
Mi piacerebbe davvero aprirmi come mai ho fatto prima con una persona.
Voglio essere felice.
Voglio stare con lui ora, adesso, sempre.
Chissà lui cosa ne pensa…
Anche se ora come ora è troppo presto, forse un po’ troppo prematuro avere queste idee con lui.
Dovrò fare tutto un passo alla volta, tranquillamente.
Subito dopo che Matteo si è accomodato sul divano, io ho sentito proprio la necessità di avvicinarmi a lui, come una sorta di cozza allo scoglio.
Imbarazzatissima e audace come non mai ho guardato Matteo negli occhi e gli ho chiesto «Posso appoggiare la testa lì?» indicando con una mano le sue cosce.
Credo di aver perso un paio di battiti cardiaci quando ha sorriso e mi ha risposto «E me lo chiedi anche?»
«Sì? Non voglio disturbare o essere un peso più di quanto io…»
Ma lui mi ha interrotto dicendo «Non sei nessun peso e non mi hai minimamente disturbato. Anzi, è un piacere essere qui, con te.»
«Da… Davvero?» ho biascicato inebetita più del normale.
«Vieni qui e riposati, non ti preoccupare. Veglierò io su di te, Virginia.» mi ha comunicato con un sorriso che mi ha fatto davvero sognare.
Mi sono chiesta perché avrei dovuto dormire anche se il mio sogno era lì, sveglio, vicino a me, ma ho preferito avvicinarmi ulteriormente a lui, sorridere, appoggiare la testa sulle sue gambe e chiudere gli occhi.
«Dimmi se ti do fastidio» ho sussurrato io.
«Riposati e basta.» ha risposto lui con un soffio.
 
Gli occhi alla fine si sono chiusi e ho cercato di rilassarmi completamente sulle gambe di Matteo. Prima di addormentarmi ho sentito una mano sfiorare i miei capelli e accarezzarli. Ho sorriso ad occhi chiusi e mi sono goduta quel dolcissimo contatto. Credo di non aver mai trovato un ragazzo con una tenerezza così infinita.
 
Sì, sono certa che veglierà lui su di me… E poco dopo sono sprofondata in un bellissimo sogno.
 
 
M’s POV.
 
 
Occhi chiusi, respiro lento e regolare, Virginia si è addormentata da un po’ sulle mie cosce. Non mi sono mosso di un centimetro da un po’ di tempo a questa parte, non volevo che si svegliasse proprio adesso che si era finalmente addormentata. Spero solo che con questo riposo il mal di testa le sia passato e che stia meglio.
Il libro che mi serviva per ripassare l’ho appoggiato al bracciolo del divano una ventina di minuti fa. Ho fatto solo finta di ripassare, lo so benissimo, ma avere Virginia qui vicino e addormentata mi provoca troppa distrazione. E’ una follia averla qui, così vicina e sfogliare un banale libro, è una follia non prestare attenzione a lei anche se sta dormendo. Non credevo di poter mai dire che una persona è interessante anche mentre dorme, eppure lei lo è.
 
Ho continuato come un perfetto idiota ad accarezzarle i capelli che sono incredibilmente morbidi.
Lei è così morbida, così bella, così… Perfetta?
Ed è la prima volta che io mi sento così. Così vulnerabile e chiaramente così pirla.
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
Merda, merda e merda.
C’è un qualcosa che vibra.
Il mio telefono, forse.
Controllo la tasca dei jeans ma la vibrazione non proviene da lì, assolutamente no.
Non è il mio telefono. Quindi, dovrebbe essere il suo cellulare?
Oh merda.
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
E’ il suo di telefono. Il cellulare di Virginia.
Dove ce l’ha? Posso rispondere? Devo rispondere?
Magari è solo uno squillo?
Ok Matteo, tranquillizzati e pensa a tutte le ipotesi.
Posso io, persona sconosciuta, rispondere al telefono di Virginia?
Posso permettermi di rispondere al suo telefono?
Dio mio, ovviamente no. Non posso.
Quindi? Faccio finta di nulla? Posso solo sperare che lei non si svegli.
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
Virginia si è mossa leggermente sulle mie gambe.
Non voglio che si svegli.
Basta, io rispondo al telefono.
Poi può insultarmi e non volermi vedere più ma non voglio che si svegli ora.
Sta male e ha bisogno di riposo.
Matteo, stai infrangendo la sua privacy.
Lo so e sono una brutta persona per questo ma non voglio che si svegli.
Nella tasca della sua tuta c’è un cellulare che continua a vibrare.
Cerco di muovermi pianissimo e con la mano sinistra afferro il telefono.
Virginia è tornata immobile sulle mie gambe.
Avvicino il telefono che continua a vibrare e leggo il mittente della telefonata: Madre.
Come invadere la sua privacy alla grande, in poche parole.
Parti subito alla grande Matteo, con la madre.
Un ottimo modo di merda per essere una persona orribile.
 
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
Bzzz bzzz bzzzzzzz.
 
Ok, mi faccio forza e rispondo a questo benedetto telefono.
Sarà la mia rovina, già lo so.
Con una voce bassissima avvicino il cellulare al mio orecchio e sussurro un «Pronto?»
«Virginia? Tesoro?» una voce squillante mi risponde dall’altro capo del telefono.
Super merda, non solo merda.
«Signora. Non sono… Virginia.»
Silenzio dall’altra parte della cornetta.
Matteo sai dire solo cose ovvie?
A meno che Virginia si sia trasformata in un uomo nelle ultime due ore, è ovvio che al telefono non fosse sua figlia.
Merda.
«Uh, allora devi assolutamente essere Matteo!» risponde lei.
«Ehm. Sì, sono io.» le rispondo sinceramente stupito e con la voce bassa.
«Allora forse puoi spiegarmi dov’è finita mia figlia e perché tu sussurri?»
«Signora…» inizio io ma vengo prontamente interrotto.
«Chiamami Rose, mi fai sentire vecchia!»
«Va bene, allora, Rose, vede, Virginia si è addormentata e aveva il mal di testa…» cerco di spiegare con voce calma. Ma non sono calmo, per niente, come minimo mi insulta, sono in casa sua, con sua figlia che dorme, e l’aggravante è che ho risposto al suo telefono come un completo imbecille violatore di privacy.
«Oh, molto bene. Aveva bisogno di dormire? Siete in casa?» chiede pratica.
«Sì sign... Rose. In casa vostra, l’ho accompagnata in casa e…» mi interrompe.
«Molto bene, Matteo. Hai fatto bene. Quella testona di Virginia per una volta mi ha ascoltata e si è fatta accompagnare a casa.»
«Alla fine sì.» ammetto sorridendo lievemente.
«Non vuole disturbare mai nessuno. Ma sono felice che tu ti sia imposto. Posso chiederti un favore Matteo?» aggiunge.
«Mi dica.» Adesso parte il cazziatone, me lo sento. E soprattutto sento di meritarmelo.
«Innanzitutto dammi del tu, te l’ho detto. Seconda cosa, potresti stare un po’ con Virginia questa mattina? Almeno finché dorme e si riprende. Io non posso proprio tornare a casa ora e non mi va di lasciare Virginia da sola…»
«Nessun problema.» dico io subito. Un favore che fa la madre di Virginia a me, non io a lei.
«Per ringraziarti verrai a cena da noi una volta. Magari anche con Marco e Alessandro.» propone lei.
«Non si disturbi, davvero. Rimango qui più che volentieri.» ammetto semplicemente. Ed è davvero così. Rimango qui finché Virginia vuole e ne ha bisogno.
«Va bene allora, ma ricordati il tu. Inoltre quei due verranno prima o poi. Puoi solo dire a Vi che l’ho chiamata per sapere come stava e che tu hai fatto solo bene a portarla a casa?»
«Sarà fatto.» e poi Virginia mi caccerà via di casa per invasione della privacy.
«Bravo ragazzo, a presto!»
«Buona giornata.» dico io prima di sentire il clic di chiusura della telefonata.
 
Oh, cazzo.
Respira Matteo.
Puoi respirare ora.
E’ stato peggio di scalare l’Everest con Messner.
Ho perso dei chili.
Smettila Matteo, hai solo chiacchierato con la tua futura suocera.
Futura suocera?
Sì, non mi dispiacerebbe avere la signora Rose come suocera.
Non mi sembra il caso di parlare di suocere ora.
Non sto ancora ufficialmente con Virginia e non so se mai mi vorrà, ma ho già messo in cantiere l’idea del matrimonio, però ho fatto i conti senza l’oste. Dopo che saprà che ho invaso la sua privacy mi ucciderà ed occulterà il mio cadavere.
Matteo, guarda le cose da un altro aspetto: hai appena parlato con la madre di Virginia ed è andata piuttosto bene, ti ha pure invitato a cena, con Marco e Alessandro, ma è pur sempre un invito.
Mah, vedremo.
Chissà come reagirà lei quando saprà della telefonata di sua madre. Glielo comunicherò per forza. Ma prima, innanzitutto spero che il mal di testa le sia passato, ho intenzione di farle il terzo grado a riguardo, di coccolarla ancora un po’, di parlarle, e di baciarla, ho bisogno di sentire le sue labbra sulle mie.
Inconsciamente avvicino la mia testa alla sua, inspiro a pieni polmoni il suo meraviglioso profumo, che è ossigeno puro e le deposito un bacio sulla nuca.
Torno con la schiena appoggiata sul divano, continuo ad accarezzare questa meraviglia addormentata.
Ho bisogno di sentirla vicino, ancora più vicino…
Abbasso la mia testa e mi porto vicino a lei.
Inspiro profondamente il suo profumo che mi inebria totalmente.
Deposito un altro bacio sulla sua nuca.
Ma la nuca non mi basta.
Voglio sentirla più vicina.
Voglio che sia mia.
Anche se sta dormendo e non lo può sapere.
Mia.
 
Avvicino le mie labbra alle sue e le lascio un bacio tra la guancia e la rima delle labbra.
Quanto è morbida e meravigliosa.
Prima di tornare nella mia posizione iniziale scorgo un meraviglioso occhio color cioccolato scuro che mi guarda e un sorriso sul suo volto…
 
Merda, ho appena svegliato Virginia.
 
E l’ho svegliata con un bacio.
Come il principe ne “La Bella Addormentata”.
 
Però devo ammettere che qui, l’addormentata non era solo bella, è semplicemente bellissima.
 
 
**
 
Buona sera e ben tornati a tutti, lettrici e lettori di “Inaspettatamente”. Eccomi qui finalmente, perdonate la lunga assenza ma purtroppo la vita vera ogni tanto si mette in mezzo e non ho tempo a sufficienza da dedicare alla scrittura. Cercherò per il futuro di essere più puntuale e non farvi aspettare troppo.
 
Spero che questo sedicesimo capitolo vi sia piaciuto, lo so, forse è piuttosto banale ma ci tenevo molto che si vedesse il punto di vista di Virginia, quello che lei pensa, quello che sente e com’è con Matteo. Credo sia stato un passo piuttosto fondamentale e piuttosto semplice per Virginia l’aver fatto entrare in casa sua e nella sua vita il meraviglioso Matteo. Ci tenevo e spero di aver trasmesso il tutto... Virginia si è completamente fidata ed affidata a Matteo.
 
Poi passo al secondo POV, quello di Matteo. Lui non ha voluto che Virginia si svegliasse, quindi ha risposto alla telefonata di Rose ed è stata anche una buona telefonata. Ha “conosciuto” anche se indirettamente la madre di Virginia e la vuole come suocera. Che ne dite? Vorreste anche voi avere una suocera come Rose? E poi… Virginia alla fine si è svegliata grazie a un suo bacio. Come se fosse una fiaba… Chissà come reagirà? Avete delle idee? Soprattutto chissà come reagirà dopo che Matteo le dirà della telefonata.
 
Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, grazie davvero.
Vi auguro una buonissima serata.
Un abbraccio.
 
E.

 

   
 
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