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Autore: effy_14    06/03/2017    2 recensioni
Piccola premessa questa storia può essere vista come il seguito di "Io ci sono...", di cui consiglio la lettura, ma può essere anche letta a parte =)
"Pensieri troppo veloci le riempirono la mente e la rabbia crebbe tanto che quando fece per avvisare i compagni dell’imminente arrivo via mare della Marina non si accorse di aver urlato arrabbiata guardando male tutti."
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti!!Eccomi qui con un altra storia o come piace pensare a me: un altro pezzo del puzzle. Si perchè, anche se può essere tranquillamente essere letta a parte, il filo logico riconduce alla mia precedente fic "Io ci sono...".
In questa, in particolare, vi racconterò del ciondolo al quale Nami fa riferimento e del perchè è così importante. Al contempo però, darò altre informazione per le prossime storie =)
Spero che vi piaccia e vi ringrazio molto anche solo per essere arrivati a leggere fino a qui, visto che a momenti non capisco nemmeno io cosa dico XD
Buona lettura
Effy
 
Erano appena arrivati su una nuova isola e fortunatamente, da ciò che avevano sentito e letto sui vari libri che avevano in biblioteca, sarebbe dovuta essere un’isola tranquilla fatta da soli pescatori e senza basi della marina nei dintorni.
I gruppi si erano formati abbastanza facilmente: Sanji sarebbe andato a fare spesa per riempire la dispensa, Robin e Chopper avrebbero fatto un giro in biblioteca e poi in erboristeria, Usopp e Luffy neanche a dirlo erano partiti a razzo verso una qualsiasi locanda per potersi strafogare come matti. L’unico inconveniente era la collocazione dello spadaccino che, testardo, voleva andare da solo, sicuro delle sue doti orientative.
-Sentimi bene buzzurro non ho la minima voglia di venire a cercarti per tutta l’isola, quindi da bravo vai con Sanji e aiutalo con le provviste!-
-Io non prendo ordini da te mocciosa!!E poi non ci penso nemmeno a passare tutto il giorno insieme a quel sopracciglio a ricciolo. –
Un calcio stava per colpirlo alla testa, ma i suoi riflessi lo salvarono facendo iniziare una delle solite baruffe tra i due, sedata, come sempre, da due pugni ben assestati della navigatrice di bordo. Passò del tempo e, due risse e quattro pugni dopo, la situazione non era cambiata così la rossa, orami esasperata e rimasta sola con i due sulla nave aveva deciso di rinunciare e di incamminarsi furente verso il centro del paese urlando –Ah basta!! Tu vai a fare la spesa e tu fai come ti pare ma se non torni alla nave entro la partenza di stasera giuro che ti lascio qui.-
Stava per ghignare in faccia al cuoco quando si accorse che era rimasto solo sulla nave in quanto il biondo era subito corso dietro la navigatrice in un uragano di cuoricini.
Ringhiò infastidito e poi si diresse anche lui lunga la via principale.
Dopo una buona mezz’ora si ritrovò, per la terza volta, davanti alla stessa osteria. Sbuffo e si guardò nuovamente intorno, ma Nami non aveva detto che era piuttosto grande come isola??E quel famoso mercato locale?? Osservò nuovamente l’ingresso della “Taverna del marinaio”, anche il nome era troppo per bene per uno come lui. Provò a fare un altro giro ma da qualunque parte si girasse si ritrovava sempre li. Aveva troppa sete per pensare nuovamente al perché ci fosse solo un locale in tutta l’isola e decise di entrare.
Il locale, come sospettava, non era per pirati o poco di buono ma per persone comuni. Cercò di passare il più inosservato possibile e si mise al bancone. Frugò nella tasche  ne tiro fuori due banconote da 10.000Berry. Era stato bravo! Aveva tenuto ben nascosto dalle grinfie della strozzina di bordo quel piccolo tesoro che si era guadagnato con una serie di scommesse tra compagni di ciurma e ora voleva berseli tutti, letteralmente.
Ordinò una birra fresca al barista, stava per cominciare a bere quando l’uomo accanto a lui gli rivolse la parola – Tu non sei di qui vero ragazzo??- Scrutò il volto dell’uomo, basso e con due enormi baffi neri sotto il naso, non sembrava pericoloso. –Sono di passaggio.- L’uomo sorrise cordiale e continuò a parlare ignorando il suo tono secco  -Allora non conosci la nostra storia…-
 
Quell’individuo lo aveva tenuto incollato alla sedia quasi due ore a parlare, cioè lui parlava mentre lo spadaccino si limitava a rispondere a ringhi e sbuffi nel tentativo di farlo desistere senza dover creare scompiglio, ma quell’ometto non aveva mollato un attimo.
Si mise a passeggiare con l’intento di tornare alla nave per riprendere gli allenamenti approfittando dell’assenza dei suoi compagni, ma si ritrovò davanti alle bancarelle del famoso mercato tanto decantato dalla rossa. Leggermente stupito di come gli abitanti lo avessero allestito in sole due ore, visto che prima non c’era, decise che ci avrebbe fatto un giro. La fuga obbligata dalla locanda gli aveva lasciato ancora una banconota intatta in tasca, magari avrebbe trovato qualcosa per le sue spade.
Stava dando un occhio ad una bancarella di armi quando una voce conosciuta giunse alle sue orecchie –Cosa ne dice se abbassiamo ancora del 30% al già 50% di sconto il prezzo del vestito, mi dispiacerebbe davvero non poterlo indossare ad una serata di gala. –
Eccola li, Nami la gatta ladra, che, come era brava a fare stava spennando il poveretto di turno. Un senso di sollievo arrivò in lui, per una volta non era lui il “povero spennato”.
Si avvicinò, stando però a debita distanza per non farsi coinvolgere, l’ultima volta che l’aveva accompagnata per negozi lo aveva usato come arma di minaccia per i venditori.
Non ci sarebbe cascato ancora! Ma la fortuna quel giorno non girava dalla sua parte, questa infatti non appena lo vide lo agguantò subito al braccio trascinarselo quasi addosso.
-Caro ho trovato un vestito bellissimo, ma questo signore non vuole cedermelo ad un prezzo ragionevole. Sarebbe un vero peccato se io non riuscissi a metterlo al tuo famoso duello all’ultimo sangue in programma a breve vero?!?-
La vide assottigliare gli occhi verso il commesso a modi minaccia sull’ultima parte della frase che aveva appena recitato, sempre tenendoselo ben appiccicato addosso, e, come sempre, questo si impaurì vedendo le sue spade e il suo sguardo, che sicuramente in quel momento era tutto forchè amichevole, assecondando tremante la richiesta della rossa. Aveva vinto lei! Stava per ribattere qualcosa, ma la rossa gli lanciò lo stesso sguardo minaccioso usato poco prima che lo fece tremare internamente decidendo che forse era meglio assecondarla anche quella volta.
Concluso l’affare si allontanarono e continuarono a fare un giro tra i banchi avviandosi nella zona gioielli. Più avanzavano però più si accorgevano che tutte le bancarelle esponevano il medesimo ciondolo. Una Rosa dei venti con i punti cardinali segnati in lettere e un cuore di brillante al centro della stessa. Nami, generalmente attratta dalle cose brillanti, non sembrò particolarmente entusiasta di quel che vedeva, si erano di buona fattura, ma erano tutti uguali.
Stavano per uscire dalla via quando lo sguardo della ragazza venne catturato da un tavolo, cioè più che dal tavolo che conteneva gli stessi gioielli di tutti, da una scatola posta sul tavolo.
Fece segno a Zoro di seguirla e si avvicinò. Li, messo in una posizione come se la stesse guardando c’era un ciondolo, uguale agli altri all’apparenza ma con la differenza che questo era più piccolo e con al centro, a formare il cuore, un brillante verde e non rosso.
Rimase un minuto buono a fissarlo quasi ipnotizzata, finchè la voce di una donna non la riscosse. – Buon giorno signorina, posso aiutarla?-
Nami alzò gli occhi e si trovò davanti una donna di mezza età con un sorriso gentile che la stava guardando, sorrise a sua volta e rispose cortesemente – Buon giorno, vorrei conoscere il prezzo di quel ciondolo, quello con la pietra verde nel mezzo. –
La donna prese in mano il ciondolo guardandolo perplessa – Parla di questo? – ricevette un segno affermativo con la testa dalla ragazza, abbassò nuovamente lo sguardo e cominciò a parlare – Beh mi spiace signorina, ma questo non é in vendita. Vede questa scatola contiene i ciondoli che vanno riportati al produttore perché difettati. –
La rossa storse il naso non capendo bene di cosa stava parlando, a lei non sembrava difettato.
-Come si sarà accorta tutte le bancarelle hanno lo stesso identico articolo – iniziò a spiegare – questo è il simbolo della nostra isola e i fabbri presenti sul territorio lavorano le varie leghe seguendo sempre e solo questo stampo, pur essendo ognuno fatto artigianalmente. Molti forestieri vengono esclusivamente per questo prodotto. – Un sorriso orgoglioso si formò sul suo viso  - Solo che, essendo fatto uno per uno, a volte capita che non siano precisi e quindi dobbiamo riportarli indietro in quanto non rispettando lo standard degli altri e non sono vendibili. – ri-mostrò il ciondolo nella sua mano – Vede questo è più piccolo della media e il cuore al centro è verde anziché rosso come tutti gli altri, chissà cosa aveva in testa il vecchio Taki quando lo ha creato. –
Stava per rimetterlo nella scatola ma la mano della cartografa la bloccò – Non mi importa io voglio quello, quanto costa?? –
La donna la guardò sorpresa da quel gesto e con sorriso cordiale ritirò la mano da quella della rossa – In qualunque caso non potrei venderlo a lei vede la nostra storia.. –
Si fermò di colpo, girando la testa verso la fine della via. Delle casse erano state frantumante da qualcosa sparato a grande velocità, tipo proiettile causando un attimo di confusione in tutto il mercato. Zoro, che fino ad allora era rimasto in disparte ad ascoltare la conversazione tra compagna e la venditrice, si parò automaticamente davanti a Nami e mise subito mani alle spade.
Non appena il polverone creato dalla botta si abbassò quello che vide lo lasciò a bocca aperta: il cecchino e il capitano, con un cosciotto in bocca, erano a terra. Il primo visibilmente spaventato mentre l’altro con il solito sorriso spensierato.
- Ma si può sapere che cavolo combinate?? -
Si sentì spintonare e fece giusto in tempo a vedere un fulmine rosso dirigersi verso i due poveretti, tolse la posizione di guardia e aspettò li di gustarsi la scenata che la ragazza avrebbe sicuramente fatto.
 
- Nami!!Grazie al cielo, dobbiamo andare!!è tutta colpa sua!! - Un Usup, più tremolante del solito, rimossosi in piedi in un secondo, gesticolava tutto agitato, ma gli occhi furenti della cartografa erano diretti solo al capitano.
Questo, cipiglio tranquillo, cibo in bocca, si stava rialzando con calma spolverandosi i vestiti come se nulla fosse, come se non avessero appena rotto una dozzina di casse di legno. Stava per dare fiato a tutta la sua ira quando questo la precedette - Oh ci sei anche tu!Mi sa che ci siamo sbagliati..- che cosa voleva dire che avevano sbagliato, ma di che cavolo parlava quel baka. Nemmeno il tempo di formulare un frase di senso compiuto che si udirono del passi in lontananza e delle voci. -Fermatevi pirati, è la Marina che lo ordina!!- Nami sbiancò! Guardò nuovamente il capitano che, sorriso di vittoria, le disse un semplice - Visto te lo avevo detto che avevamo sbagliato!-
Trattenne a stento un pugno che premeva per abbattersi su quella testa vuota coperta solo da un cappello di paglia, non era il momento. Si voltò verso Zoro, rimasto alla bancarella dei gioielli, facendogli segno di raggiungerli per poter correre alla nave, sperando che li altri fossero già li.
Fortunatamente fu così, e non appena arrivati, salparono subito, riuscendo a sfuggire a quel gruppetto di soldati che, per grazie dei Kami, non avevano fatto in tempo a chiamare i soccorsi. Una volta che tutti ebbero tirato un sospiro di sollievo un orda di pugni invase la testa di tutti gli uomini della ciurma, Chopper escluso. Luffy e Usup per aver provocato quel disastro, Zoro per essersi perso almeno una decina di volte nonostante loro fossero proprio davanti a lui e il povero Sanji, l'unico a non lamentarsi per quelle "dolci carezze", per aver cercato di calmare la cartografa a suoi di nomignoli.
Nami guardò l’isola diventare sempre più piccola, si incupì, non era riuscita prendere il ciondolo del quale si era innamorata. Sospirò abbattuta e si avviò verso i suoi mandarini non accorgendosi degli occhi dello spadaccino che la osservavano mentre le mani in tasca stringevano un oggetto tanto prezioso quanto fragile.
 
   
 
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