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Autore: _ChocolateKookie_    06/03/2017    2 recensioni
Due persone che si detestano, e che si mettono i bastoni fra le ruote possono arrivare ad amarsi?
Lavorano entrambi nella stessa banca, ma un episodio li porterà a farsi la guerra.
Si evitano, ma saranno costretti a lavorare insieme.
****
-"Non avevi una presentazione che doveva iniziare circa...venti minuti fa?" chiede.
+"Cretino" parlai senza il mio volere, mi era uscita spontanea la cosa.
+"Non per farmi i fatti tuoi, ma tu come mai vieni a lavoro a quest'ora? Anche tu sei in ritardo" dico acida.
-"Oh...ho fatto colazione con una cliente e mi sono trattenuto più del previsto"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 9        CAPITOLO 9

    LOVE AT WORK

Quando arriviamo a Busan ormai è notte inoltrata, ovviamente io e JungKook durante il tragitto in macchina in una delle nostre conversazioni ci siamo ritrovati a litigare, ma non è una novità, litighiamo sempre per qualsiasi cosa. Una volta arrivati nella sua abitazione scendo dall'abitacolo e veniamo accolti da uno dei suoi maggiordomi.
"Benvenuti Signorino Jeon e Signorina Lee", ci accoglie con un sorriso stampato in volto.
"Buonasera" rispondiamo entrambi. Mi affretto ad osservare l'abitazione che si presenta ai miei occhi, non è molto diversa da quella del signor Kim, sembrano così identiche che potrei persino imbrogliarmi. Nel frattempo il maggiordomo prende le nostre valigie pronto per portarle all'interno dell'abitazione.

"La mia stanza è sempre nello stesso posto o l'avete spostata?" chiede JungKook al maggiordomo.
"Bè in verità abbiamo avuto dei problemi, e alcune stanze non possono essere occupate"
"Quindi la mia stanza non esiste più?" risponde diretto.
"No Signorino. Vi abbiamo preparato un'altra stanza ancor più bella però, e poi c'è da dire che nella sua vecchia stanza non entrava un letto matrimoniale".
"Come? Letto matrimoniale?" dico con un tono di voce un pò troppo elevato. Il maggiordomo posa subito lo sguardo su di me e persino JungKook che mi lancia un' occhiata a dir poco spaventosa.

"Signorino Jeon suo padre ha visto le foto sul giornale con la signorina Lee, e ha pensato di farvi mettere un letto matrimoniale in una camera più grande. Ci sono forse dei problemi per la signorina Lee?" chiede premuroso, e prima che io possa rispondere lo fa JungKook al mio posto.
"Assolutamente no, lei è felicissima di condividere la stanza con me, non è vero?" dice tirandosi a sè e afferrandomi per la vita.
"Certo sono entusiasta" fingo un sorriso forzato che a quanto pare riesce bene. Il maggiordomo ci accompagna nella nostra stanza, e scompare velocemente dopo aver poggiato le nostre valigie e averci augurato la buona notte.
"Vuoi restare sul ciglio della porta o ti decidi ad entrare?"
"Sto prendendo le giuste distanze che devono esserci tra di noi, e comunque sto entrando"
"Voglio ricordati che siamo in una stanza, per di più con un letto matrimoniale, non credo che ci possa essere molta distanza tra noi, anzi".

Decido di non rispondere per non offenderlo totalmente e osservo l'ambiente attorno a me. Nella stanza è presente uno di quei grandi lampadari attaccati al soffitto che emanano una luce immensa. La mobilia presente è molto antica, persino la parete è di un bianco candido, a fare da pendant è il parquet del medesimo colore.
"Ti piace?" domanda.
"E me lo chiedi? Sarà grande come la mia casa questa stanza. Tornando a noi, dobbiamo per forza condividere lo stesso letto?"
"Non ci sono alternative da come puoi vedere"
"Va bene, ma devi mantenere una certa distanza" ribatto.
"Io la manterrò, ma tu lo farai?". Ed ecco che si ripresenta con il suo tipico stile altezzoso.

"Lo sai che ti sto odiando?"
"Mh ne sono consapevole, mi piace farti innervosire!"
"Dove metto i vestiti?" dico aprendo la valigia.
"Puoi mettere tutto in quell'armadio" dice indicando con l'indice il guardaroba.

"Ti concedo di utilizzare il bagno per prima" dice, indicandomi la stanza, nel frattempo allenta leggermente la cravatta e sbottona il primo bottone. Non guardarlo Miyon, non guardarlo, mi ripeto più volte. Afferro il mio pigiama e mi precipito nel bagno. Una volta rientrata JungKook indossa già il pigiama, una semplice maglia a maniche corte che mette in mostra i suoi bicipiti muscolosi e i suoi pettorali risaltati ancor di più, e dei pantaloncini corti che mettono in mostra le sue gambe. Non dovrei affatto pensarlo, ma la mente è partita da sola, è così maledettamente sexy.

"Niente completino intimo sexy?" chiede ridacchiando.
"Me li risparmio per le occasioni speciali JungKook, e visto che questa non lo è non vedo il motivo per cui indossarlo"
"Bè magari poteva diventare un'occasione speciale".
"Smettila di fare il cretino e fai la persona seria". Mi dirigo verso il letto e m'infilo tra le coperte, JungKook scompare nel bagno e rientra poco dopo, si infila anche lui nel letto si appresta a spegnere la luce e ci ritroviamo schiena contro schiena.
"Buonanotte" dice.
"Buonanotte" rispondo, gli occhi si chiudono molto velocemente e vengo accolta dal sonno in un'istante.



***


Mi trovo in un letto morbido, sento una sensazione calda che mi riscalda ma non riesco a percepire per bene cos'è. Socchiudo a fatica una palpebra e poi apro l'altra, la luce mi impedisce di vedere del tutto, ma mi rendo subito conto di avere la testa sul petto di JungKook, sollevo di poco lo sguardo sperando che il tizio in questione stia ancora dormendo, ma invece di dormire è intento ad osservarmi con un ghigno stampato in faccia. Lo stavo praticamente abbracciando, e anche se non dovrei pensarlo, stavo benissimo.
"Ben svegliata Miyon, ma non doveva esserci una certa distanza tra noi?A me sembra che hai infranto la cosa".  Mi allontano subito arrivando al bordo del letto. "Io...tendo a fare cose strane nel letto" dico inventando la prima scusa plausibile.
"Cose strane?" dice facendo comparire uno dei suoi sorrisi maliziosi.
"Non è niente di quello che pensi tu va bene?! Tendo a parlare e ad abbracciare qualcuno senza accorgermene tutto qui"
"Oh!". Non so il motivo, ma quella sua risposta non mi piaceva proprio per niente. Mi metto a sedere sul letto e sposto le coperte. "Credo che andrò in bagno".
"Ti aspetto sotto!" lo sento dire poco dopo. Una volta pronta scendo le scale e incontro una signora, deduco sia la mamma di JungKook, vista l'eleganza dei suoi vestiti e degli accessori che indossa.

"Devi essere Miyon non è vero?" mi chiede.
"Si molto piacere, lei deve essere la madre di JungKook" porgo la mano in avanti e stringe con presa salda la mia.
"Si sono io" dice con un leggero sorriso.
"Stavo andando a fare colazione giusto?" chiede.
"Si"
"Bene allora faremo questo breve tratto insieme. Da quanto conosci mio figlio?" mi chiede.
"In realtà è da un bel pò di tempo che lavoriamo insieme, esattamente cinque anni"
"Quindi siete colleghi"
"Esattamente". Facciamo il nostro ingresso in sala e JungKook è già seduto a tavola.
"Vedo che vi siete già conosciute"
"Si" rispondo. Ci sediamo entrambe a tavola, ma la madre di JungKook scompare poco dopo lasciandoci soli.



***


La sera non tarda ad arrivare, così come la cena tanto attesa in questa casa. La servitù che va di qua e di là per aggiustare ogni minimo particolare, senza tralasciare nulla, mi sta girando la testa solo a guardarli. Ho indossato il vestito lungo per la gran serata. Sento qualcuno picchiettare sulla mia spalla e quando mi volto, vedo JungKook di fianco a me con due bicchieri con qualche bevanda all'interno. "Ti va di bere con me?" propone, porgendomi il bicchiere.
"In realtà stiamo già bevendo da quando siamo scesi e sto perdendo parte della mia lucidità" rispondo, afferrando ugualmente il calice.
"Sei in compagnia del sottoscritto, quindi non ti succederà nulla. Vieni ti porto a fare un giro fuori" dice trascinandomi con sè. Usciamo nel grande giardino illuminato dalle lampade, e percorriamo il piccolo viale fatto di pietruzze. Con il cielo notturno non si riesce a vedere un granchè a parte qualche cespuglio e qualche albero, ma inizia a fare decisamente più freddo rispetto a prima, un brivido percorre la mia schiena e JungKook si toglie la sua giacca per poggiarla sulle mie spalle, rimanendo con la sua sola camicia che gli sta a pennello, evidenziando ogni lineamento del suo corpo.

"Grazie, non era necessaria"
"Sono un gentiluomo no?" noto una piccola risata e si guarda un pò intorno. "Cavolo!" dice roteando gli occhi al cielo.
"Che c'è?".
"Ci sono delle ragazze, altre che mi perseguitano e stanno vedendo nella nostra direzione" dice spostando gli occhi sulle tizie in questione.
"E allora? Puoi semplicemente parlarci no?"

"No non è nelle mie intenzioni, devo escogitare un piano, e alla svelta" dice sussurrando. "Ho una grandissima idea, seguimi!" mi afferra per un polso portandomi vicino a un lampione, siamo in parte nell'oscurità della notte e in parte sotto a una gran luce. "Cosa vuoi fare?"
"Devi solo collaborare chiaro?" dice. Porta un braccio attorno alla mia vita e mi stringe a sè, ed ecco che mi ritrovo attaccata a lui. Lo vedo abbassarsi alla mia altezza e il suo viso farsi decisamente più vicino. Le sue labbra si poggiano sulle mie e una volta socchiusa la bocca la sua lingua mi invade. Circondo le mie braccia attorno alla sua schiena e continuiamo a baciarci ancora per un pò. Mi ripeto a me stessa che in realtà è solo una finzione e pensando a tale cosa mi rilasso un pò. Mi allontano io, visto che lui sembra molto trasportato dal momento e abbasso leggermente lo sguardo. "Abbiamo bevuto troppo!"

"Forse" dice mordendosi leggermente il labbro inferiore, che non passa inosservato ai miei occhi.
"Forse è meglio andare a dormire" dico togliendomi la sua giacca di dosso.
"Io resto ancora un pò"
"Buonanotte allora", mi volto all'istante per andare nella mia stanza, ma JungKook non ha intenzione di lasciarmi andare, mi afferra per un polso facendomi girare nella sua direzione e mi lascia un bacio sulla guancia. "Buonanotte" sposto lo sguardo altrove indietreggiando, sa che mi dà fastidio perchè continua a farlo? Torno ad incamminarmi per la stradina da cui siamo arrivati e giungo nella stanza.  




 
  
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