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Autore: Lady Samhain    07/03/2017    2 recensioni
Percival Graves ha seppellito la sua umanità da qualche parte tra i meandri della politica.
Non gli era sembrato un gran prezzo da pagare, un cuore in cambio di una carriera come la sua, peccato che dopo la visita di Grindelwald a New York tutto ciò che ha costruito sia crollato come un castello di carte.
La sua credibilità è irrimediabilmente compromessa ed ha una sola occasione per recuperare in parte il suo prestigio: una delicata missione diplomatica in Gran Bretagna per riportare negli Stati Uniti il ricercato Credence Barebone.
"-E allora cosa vorrebbe, signor Graves?-
Non poteva crederci! Doveva abbassarsi a chiedere un lavoro come l'ultimo novellino appena sfornato dall'accademia!
-Madama Presidente, le chiedo di affidarmi un ultimo incarico. Voglio la possibilità di ritirarmi dopo aver ricordato che ho servito lealmente questo paese-"
"Io voglio che lei vada nel Regno Unito, incontri il ragazzo e trovi una scusa, una qualsiasi, anche il più minimo motivo per ottenere la sua estradizione-"
//Campagna Pro Original Graves: se questa storia ti incuriosisce almeno un poco, aggiungi il tuo voto per inserirlo tra i personaggi principali//
//Titolo cambiato. Titolo precedente "Dalla sua parte"//
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Credence Barebone, Newt Scamander, Percival Graves, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
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Epilogo

L'ultimo incarico

***


Ritornare al Woolworth Building dopo tre mesi in Inghilterra aveva suscitato in Percival Graves troppi sentimenti diversi e contrastanti.

Graves sapeva riconoscere il senso di familiarità per l'edificio, il forte senso di appartenenza che era lo stesso di quando era stato reclutato per la prima volta come Auror, e poi riconosceva di provare molta amarezza per la certezza che non ci fosse più posto per lui in quel luogo.

Seraphina Picquery era già stata informata che lui era tornato da solo, e probabilmente per ripicca lo aveva convocato dopo le sette e mezzo di sera, all'orario di cui ci si occupa delle questioni secondarie dopo che quelle importanti hanno impegnato le ore migliori del giorno.

Graves sapeva bene che funzionava così, e per quanto il suo orgoglio si ribellasse all'idea che tre mesi del suo lavoro fossero trattati come materia di scarsa rilevanza, da un lato era grato del fatto che a quell'ora il Ministero fosse molto meno affollato che di giorno; gli risparmiava troppi sguardi interrogativi che lo scrutavano come se fosse tornato dall'oltretomba.

In effetti era quella l'impressione che doveva fare, perché prima era sparito per undici mesi, poi era brevemente riapparso ed infine era sparito di nuovo per altri tre.

Graves era certo che Seraphina Picquery avesse circoscritto l'oggetto della sua missione e che in pochissimi sapessero dove era andato ed a fare cosa.

Percorse i corridoi scortato da un giovane Auror in divisa che camminava in silenzio e rigido.

Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri e doveva avere discendenze nordeuropee, pensò Graves in astratto.

E probabilmente si stava chiedendo se lui fosse veramente lui.

Arrivato nell'anticamera dello studio presidenziale Graves si aspettava che l'Auror lo precedesse per aprire la porta ed introdurlo dalla Presidente, e invece il giovane lo invitò ad accomodarsi.

Lui era stato gentile, ma Graves sospettava che lasciarlo a fare anticamera fosse un altro modo per rimarcargli quanto fosse decaduto.

-Madama Presidente è impegnata?-

-Presumo di sì, signore. La chiameranno quando potrà riceverla-

-Capisco. Grazie-

Dovette aspettare mezz'ora prima di essere convocato dallo stesso Auror ed introdotto nello studio, dove Seraphina Picquery ordinò subito di lasciarli soli.

Lo invitò ad accomodarsi con tutta la fredda cortesia della calma prima della tempesta, e d'altra parte Graves non si era aspettato niente di meno.

Lui si accomodò su una delle due poltrone, invece la presidente rimase in piedi, esattamente come l'ultima volta che si erano visti.

-Mi scuserà se salto i convenevoli per arrivare subito al nocciolo della questione, signor Graves. Voglio sapere perché non ha riportato l'obscuriale negli Stati Uniti come le avevo chiesto di fare-

-Ho stilato un rapporto completo a riguardo-

Posò la cartella sulla scrivania e la spinse leggermente verso di lei, ma la strega si limitò a gettarle un'occhiata per tornare a concentrarsi su di lui.

Il messaggio era chiaro: le motivazioni ufficiali non la interessavano.

La Presidente si sedette alla scrivania ma Graves ebbe la netta impressione che lo facesse per fargli sentire più da vicino la sua disapprovazione piuttosto che per mettersi sullo stesso piano.

-Noi avevamo un accordo, signor Graves-

-Mi permetto di contraddirla, Madama Presidente. Noi avevamo posto le basi per un accordo. Io non ho rispettato la mia parte e adesso non pretendo certo che mi venga garantita la controparte-

Seraphina Picquery lo guardò contrariata. Molto contrariata.

-Non era un accordo personale. Era qualcosa che lei doveva fare per il suo paese-

-Ho fatto qualcosa per il mio paese. Ho impedito che si consumasse un'ingiustizia-

-Signor Graves!-

Non avrebbe mai immaginato che la controllatissima presidente del MACUSA potesse scattare e rimproverarlo come uno studente nell'ufficio del preside ad Ilvermorny.

-Madama Presidente- riprese lui cauto -La prego di fidarsi del mio giudizio un'ultima volta. Giustiziare Credence Barebone sarebbe stata un'azione di cui ci saremmo pentiti-

Lei lo guardò scettica.

-Fidarmi del suo giudizio? Molto bene. Io mi aspettavo un certo risultato. Mi spieghi perché questo risultato non c'è stato-

-Le ho già detto che ho riportato tutto nel rapporto-

-Il mio tempo ha un certo valore. Me lo spieghi lei- un gesto della bacchetta e la clessidra più piccola sulla scrivania si capovolse per lasciare scorrere la sabbia argentea all'interno -E lo faccia in non più di cinque minuti-

Si era arrabbiata e cercava di rimetterlo al suo posto.

Graves aveva fatto certi propositi di tolleranza prima di tornare al MACUSA, ma i buoni propositi avevano già cominciato ad incrinarsi dall'attesa in anticamera.

-Va bene, glielo spiegherò in sintesi. Da quello che ho potuto osservare, Credence è un soggetto del tutto innocuo e non c'era alcun motivo di chiedere la sua estradizione-

-Lei ha terminato in anticipo il periodo di valutazione. Ha deciso arbitrariamente di sospendere per motivazioni personali un incarico ufficiale. Spero che lei abbia una buona giustificazione per questo-

-Ci sono limiti di buonsenso che non si possono superare, Madama Presidente-

-Ha preso una decisione che non era sua personale come se lo fosse. Questo è un gradino sotto l'insubordinazione-

-Ho preso una decisione secondo il giuramento che ho fatto come Auror. Combattere il male e difendere gli innocenti-

-Conosco il giuramento degli Auror, signor Graves. E non posso considerare innocente un obscuriale che ha ucciso due persone e devastato una città-

-Ho le prove che all'epoca dei fatti il ragazzo non era responsabile delle sue azioni. Era come sotto la maledizione Imperius-

-Non è questo il punto, signor Graves-

-Lo so, Madama Presidente. So cosa si aspettava e so perché è scontenta per non averlo ottenuto. So di aver deluso le sue aspettative- la vide aprire bocca per dire qualcosa ma non glielo permise e continuò deliberatamente a parlare -Il fatto è, Madama Presidente, che Credence è un ragazzo che ha sofferto molto, che è sopravvissuto per miracolo e che adesso ha trovato una famiglia che lo ama. E rovinare la sua vita sarebbe un crimine di cui io non voglio rendermi complice-

Non avrebbe dovuto dirlo. Si era lasciato andare a sentimenti che avrebbe dovuto lasciare in anticamera.

Seraphina Picquery lo guardò attentamente.

Probabilmente si stava chiedendo se ci fossero le condizioni per dichiarare la sua valutazione nulla in quanto eseguita in condizioni di infermità mentale.

-Lei è sicuro di quello che dice?-

-Assolutamente. Madama Presidente, le assicuro che forzare ulteriormente le cose sarebbe stato un danno per il nostro paese ben peggiore che non riportare indietro il ragazzo-

-Quindi posso essere certa che l'obscuriale non sarà mai causa di incidenti diplomatici con la Gran Bretagna? Non vorrei affrontare la situazione del Ministro dalla Magia Britannico che mi accusa di aver lasciato un criminale sul loro territorio, né vorrei lasciare questo onere ai miei successori-

-Non succederà, Madama Presidente, glielo garantisco-

Lei lo squadrò a lungo. Graves sapeva che lo stava valutando alla ricerca di qualunque segno di squilibrio o di manipolazione, ma lui non aveva niente da nascondere, per cui non ebbe alcun problema a sostenere il suo sguardo.

-Potrei inviare altri Auror. Potrei fare pressioni sul Wizengamot in Gran Bretagna- Graves serrò la mascella, pronto ad un altro attacco -Ma non lo farò. In fondo credo che non ne valga la pena. Non metterò un'altra volta a rischio la credibilità del Dipartimento. Mi accontento del suo parere, signor Graves-

Finalmente lui riuscì a rilassare il pugno che aveva tenuto contratto tutto il tempo sotto la scrivania.

-Grazie per la fiducia, Madama Presidente-

Lei annuì. Fortunatamente Madame Picquery era anche una donna che sapeva riconoscere quando ritirarsi.

-Bene. Abbiamo chiuso questa questione. Adesso occupiamoci di lei, signor Graves-

Eh, già. Non si era certo aspettato di passarla liscia.

-Il suo rapporto sarà archiviato. Il motivo e l'esito della sua missione non saranno mai oggetto di dibattito in sede di assemblea e men che meno presso l'opinione pubblica. Lei è vincolato al segreto di stato, signor Graves. Ha capito?-

-Sì, naturalmente-

-Molto bene. E adesso, in considerazione della sua richiesta, sono costretta ad accettare le sue dimissioni-

Se ne era quasi dimenticato. E dire che ci aveva messo metà del viaggio di ritorno per scrivere la sua lettera di dimissioni.

-Certo, Madama Presidente. Solo un momento-

Si accorse che Seraphina Picquery stringeva la bacchetta mentre lui cercava nella tasca interna del cappotto.

Forse non si fidava di lui. Forse nessuno si sarebbe mai più fidato di lui.

Prese la lettera e la posò sopra la cartella di pelle che conteneva il rapporto.

La presidene lo guardò interrogativa.

-Le mie dimissioni, Madame Picquery- spiegò lui -Da tutti gli incarichi. Immediate ed irrevocabili-

Lei prese la pergamena, la aprì lentamente senza distogliere gli occhi da lui, e poi cominciò a leggere.

Graves non credeva che avrebbe mai visto Seraphina Picquery sorpresa, sempre che le sopracciglia eleganti leggermente arcuate potessero essere considerate un segno di sorpresa.

La strega era arrivata in fondo alla pagina, aveva riportato brevemente lo sguardo su di lui, e poi era tornata a rileggere la lettera.

Graves sapeva che le sue dimissioni sarebbero rimaste a lungo come record per la lettera più breve, ma davvero non si era sentito di prolungare intilmente quella situazione.

Era stato rapido, sincero e forse brutale.

Aveva sprecato una marea di brutte copie per poi consegnare quella di sole sette righe che Seraphina Picquery aveva tra le mani.

Graves ne conosceva ogni parola a memoria.

"Considerati i precedenti che mi hanno coinvolto, affinché la mia presenza non crei imbarazzo all'interno del Consiglio, affinché non venga minata la fiducia nei confronti dei vertici del Ministero, e affinché io sia il primo esempio dell'uguaglianza della giustizia all'interno della milizia degli Auror, io sottoscritto Percival Graves rassegno con effetto immediato le mie dimissioni da ogni incarico da me ricoperto all'interno del Magico Congresso degli Stati Uniti d'America"

-Lo ha fatto davvero-

Disse infine la Presidente con una punta di incredulità nella voce.

Forse si aspettava che lui la supplicasse, che pretendesse un altro ultimo incarico, qualsiasi cosa pur di non sparire nell'oblio che tanto temeva.

Graves non poté impedirsi di alzare le spalle in un gesto di rassegnazione.

-Mi sembra che sia la cosa migliore per tutti. Lo avrei fatto comunque, anche se avessi riportato Barebone negli Stati Uniti-

Lei lo scrutò ancora, e stavolta il suo sguardo era più morbido.

Lo guardò come per comprenderlo, non per giudicarlo.

-Lei sapeva che avrebbe potuto avere un ultimo riconoscimento del suo lavoro se avesse riportato l'obscuriale ad affrontare il processo, così invece... Si sta sacrificando per il ragazzo, signor Graves?-

Lui dovette sopprimere una risata.

Sì, in un certo senso, aveva ragione, ma non le avrebbe mai dato la soddisfazione di ammetterlo.

-Oh, no, la prego, non la metta in un modo così melodrammatico. Questo era il mio ultimo incarico. Sono onorato di averlo svolto al meglio delle mie possibilità-

-Capisco-

Ed era vero. Graves sapeva che la donna lo aveva capito e che forse segretamente cominciava ad essere d'accordo con lui.

-Lei è un uomo onesto ed uno dei migliori Auror che abbiamo mai avuto. Mi dispiace che le cose siano andate in questo modo-

Sapeva che era la cosa più simile ad una manifestazione di solidarietà che avrebbe mai avuto da lei, e le fu grato che gli stesse risparmiando ulteriori commenti.

-Sono i rischi del mestiere, Madama Presidente-

Lei lo guardò un momento come se volesse aggiunere qualcosa, ma all'ultimo momento ci ripensò.

Tempo di un battito di ciglia ed il suo bel viso era tornato algido e distaccato.

-Molto bene. La ringrazio per il lavoro che ha svolto. È tutto, signor Graves-

***

E adesso? Già, che avrebbe fatto adesso?

Restare a contemplare quel che restava della sua vita che scorreva via era una prospettiva intollerabile.

Non che il lavoro gli servisse per vivere, perché aveva un'eredità di famiglia non trascurabile, ma abbandonarsi all'inattività e alla malinconia... no!

No, doveva trovare il modo di impegnarsi.

Il problema era che lui amava veramente tanto il suo lavoro.

Era una parte integrante della sua vita, ed esserne privo era più o meno come vivere senza fuoco in inverno. Era inimmaginabile.

Come ogni volta, quando Graves non trovava una strada per il futuro, si fermava a riflettere sul passato.

Passò molte ore a rileggere i blocchi personali che teneva chiusi in cassaforte, ma più vedeva la sua vita passata scorrergli davanti più rischiava di sprofondare nella malinconia; in particolare affrontare il vuoto nelle annotazioni che corrispondeva al periodo in cui era stato imprigionato da Grindelwald gli costò uno sforzo maggiore del previsto.

Dovettero passare un paio di settimane prima di arrivare all'ultimo tacquino e rivivere quei burrascosi tre mesi che gli avevano cambiato la vita.

Rileggendosi si sentiva in colpa per come aveva giudicato Scamander, la Goldstein e Barebone.

Di lei aveva detto che era una persona con un istinto materno deviato, di Scamander che era un irresponsabile e che era un povero illuso perchè era convinto che a qualcuno potessero interessare le bestiacce da cui rischiava di essere mutilato; aveva liquidato come "un insensato spreco di tempo" il periodo che Scamander aveva impiegato a scivere il suo libro e la sua insistenza nel trovare un editore.

Si sentì in colpa per quello. Era stato presuntuoso.

Il fatto che lui non capisse la passione di Scamander per gli animali non significava necessariamente che fosse sbagliata.

Chissà, forse quel libro con le esperienze che raccontava avrebbe potuto essere davvero di aiuto a qualcuno.

Percival si bloccò in quel punto.

Un libro.

Esperienze.

Raccontare qualcosa affinchè qualcun altro imparasse.

Improvvisamente sapeva cosa voleva fare.

Vent'anni di esperienza come Auror potevano essere preziosi per altre persone, e quindi perché no?

Sarebbe stato il modo migliore per non sprecare la sua vita.

E magari avrebbe potuto scrivere il libro proprio come Scamander: mentre viaggiava.

Sarebbe stato interesante vedere altri posti, e soprattutto sarebbe stato meglio che stare sempre chiuso in casa a diventare il vecchio lunatico del vicinato.

Sì: cambiare aria per un po' di tempo gli sembrava la cosa migliore da fare, non appena avesse sistemato alcuni affari personali.

***

Qualche tempo dopo, a giugno inoltrato, ricevette una lettera.

Era di Credence, che lo informava di aver superato gli esami per il terzo e quarto anno e che si stava preparando per sostenere l'esame dei GUFO sei mesi dopo.

Aveva allegato una foto in cui si vedevano lui, Porpentina Goldstein e Newt Scamander che sorridevano e salutavano dietro una torta di compleanno.

Erano felici, e questo sarebbe bastato a Graves per essere contento di quello che aveva fatto, poi però arrivò al postscriptum e allora fu scosso da una vampata di indignazione.


"Ps: in valigia abbiamo un esemplare di viverna. È scontroso, cocciuto e praticamente inavvicinabile. L'ho chiamato Percival"


Come si permetteva quel moccioso?! Lui e la fissazione che gli aveva contagiato Scamander con i suoi animali!

Poi però immaginò la frase letta dalla voce di Credence, e allora non poté più restare arrabbiato.

In fondo pensò che sarebbe stato peggio se avessero dato il suo nome al compagno della femmina di Erumpent, ed era certo che, nonostante tutti i difetti che aveva elencato, Credence si stesse prendendo cura con affetto di quella nuova e probabilmente pericolosa creatura.

Graves sorrise, gli occhi che pizzicavano per qualcosa di dolceamaro.

"Sciocco, ingenuo, meraviglioso ragazzo".

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Nel Cerchio della Strega


Avete visto che Percival Graves è stato aggiunto alla lista dei personaggi principali?

Ecco, per festeggiare ho deciso di accelerare la revisione dell'ultimo capitolo e di pubblicarlo in anticipo.

Volevo avere l'occasione di scrivere ancora di Seraphina Picquery e cosa c'era di meglio che il momento in cui Graves torna a fare rapporto?

Questa parte della storia si conclude qui, ora è il momento dei ringraziamenti:


Grazie a tutte le persone che hanno messo questa storia tra le preferite, le seguite o le ricordate, grazie a chi ha seguito tutti i capitoli in silenzio e grazie a chi ha speso un po' di tempo per recensire.

Forse ci ritroveremo nel seguito di questa storia, se vi interesserà, per adesso un saluto ed un ultimo grazie a tutti voi.


Lady Shamain




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