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Autore: jarmione    07/03/2017    1 recensioni
SEGUITO DI KNIGHT REVENGE!!!
Michael si ritrova a dover combattere una battaglia contro se stesso, una battaglia personale per tenere al sicuro Amy.
Sin dall'inizio viene convocato dalla scuola della figlia e dovrà fare i conti con le autorità che intendono portargliela via.
Michael dovrà faticare parecchio per mantenere L'affidamento della bambina e non vederla sparire sotto i suoi occhi.
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Perdonatemi per il capitolo lungo, spero vi piaccia.

 

 

Michael non riuscì più a chiudere occhio quella notte.

Quando sognava Bonnie cercava sempre di rimanere intrappolato all'interno di quel ricordo e ogni volta che si svegliava non aveva più il coraggio di riaddormentarsi.

Bonnie per lei era tutto e rivedere anche solo per qualche istante la Amy bambina era anche meglio.

Quando fu l'alba, si vestì e decise che andare a correre sarebbe stata un idea migliore.

Fece cenno a KITT, che era rimasto nel parcheggio con i sensori attivi, di stare all'erta mentre lui usciva.

Iniziava già a fare caldo ma l'aria mattutina era salutare e c'era una brezza, che ogni tanto soffiava, leggera.

Per fortuna aveva deciso di mantenersi in forma negli ultimi anni, altrimenti la corsa lo avrebbe sfiancato.

Non avendo chissà quale arsenale nel suo guardaroba, dopotutto aveva passato la notte in una macchina e non aveva nient'altro che jeans, camicia e l'immancabile giacca.

Pessimo modo di fare jogging, ma meglio di niente.

Mentre correva si guardava attorno, ma non cercava Amy.

Cercava di distrarsi, di osservare il panorama.

L'unica cosa che ottenne era la visione di altre donne che correvano e, la maggior parte di loro, aveva i capelli castani come Bonnie e Amy, neanche a farlo apposta.

Si fermò e si appoggiò ad un muro, riprendendo fiato.

- E' una persecuzione - pensò – Qualcuno mi odia lassù -

cercò con lo sguardo un bar e appena lo vide vi si fiondò all'interno.

Un caffè lo avrebbe di certo aiutato.

Al diavolo la corsa, che era durata si e no venti minuti.

Si mise al bancone e attese.

Il bar era praticamente vuoto, c'era solo un povero disgraziato che avrebbe dovuto lavorare in ufficio, a giudicare dal completo giacca e cravatta e la ventiquattro ore.

Poveretto, rinchiuso dentro ad un ufficio.

Però, in fondo, Michael lo invidiava.

Forse era meglio se si dedicava alla vita da ufficio che come poliziotto.

Sempre in giro a rischiare la vita.

Da quando era alla Fondazione, poi, era anche peggio.

La nota positiva era KITT, almeno aveva qualcuno con cui parlare ed era sempre fuori.

Eppure quell'uomo aveva un aria più felice della sua.

Sorseggiò il suo caffè e decise di dedicarsi solo a quello.

Venne, però, interrotto da un tizio che si era seduto al suo fianco e lo osservava.

Con la coda dell'occhio, Michael fece lo stesso e lo riconobbe come uno degli uomini che lo accompagnò il giorno prima nel parcheggio assieme ad Austin.

Anche lui bevve un caffè e lo pagò, aggiungendo anche quelli per Michael.

“Appena hai finito raggiungimi qua fuori” e se ne andò.

Michael sbuffò.

La giornata non poteva cominciare nel modo peggiore.

Finito di bere, fece un cenno di saluto alla cameriera ed uscì.

“KITT rintracciami e seguici”

“Si Michael”

L'uomo di poco prima lo attendeva vicino ad un auto.

Lo fece salire, chiuse la portiera e si mise al posto di guida, partendo per la destinazione solo a lui nota.

La macchina era una semplice Cadillac, confortevole ma semplice.

Davanti a se, attaccato al sedile del guidatore, c'era un piccolo schermo.

L'uomo che guidava premette un bottone vicino al cambio e lo schermo si accese.

Apparve il signor Austin, un video registrato.

“Buongiorno signor Knight, spero abbia dormito bene” Michael alzò gli occhi al cielo e continuò ad ascoltare “perdoni per il modo in cui le è stato chiesto di seguire il mio uomo, mi auguro che almeno il caffè sia stato di suo gradimento”

-E questo come fa a sapere che ho preso il caffè?-

“La stiamo scortando a destinazione, dove le verrà spiegato con chi combatterà quest'oggi e dove potrà fruire di una colazione più adatta a lei, le consiglio il succo d'arancia”

Michael si sentiva preso in giro.

“Nel frattempo si goda il viaggio, che sarà breve” specificò “e le auguro una buona mattinata” il video si concluse.

Come buongiorno era veramente perfetto, essere trattato come un cretino.

Il viaggio in auto fu effettivamente breve.

Raggiunsero il porto, dove un aria salmastra penetrò nei polmoni di Michael.

Gli venne subito in mente i giorni alla spiaggia con Amy.

Era sicuramente una coincidenza, ma aveva comunque seri dubbi che lo stessero prendendo in giro.

Quando scese, trovò Austin che lo attendeva con un sorriso smagliante.

"Buongiorno signor Knight" lo salutò "mi auguro abbia passato una buona serata e una buonanotte"

Michael alzò le spalle "Non posso lamentarmi"

"Ottimo" rispose "e mi auguro che Nelson non l'abbia messa a disagio o altro"

Michael guardò l'uomo che l'aveva scortato fino a lì, Nelson.

Sorrise, in maniera abbastanza sarcastica, rispondendo, però, sinceramente "No, nulla di che, anzi è proprio un bravo ragazzo"

Anche se la sua faccia dava l'idea del contrario.

Non volle dire altro, magari il povero Nelson lavorava per Austin ma non sapeva nulla del traffico di droga, che Michael si rifiutava categoricamente di investigare, o se lo sapeva non ne era coinvolto.

Non per niente era rimasto senza sentire Devon dal giorno prima.

"Decisamente perfetto" ribadì Austin "ma prego, mi segua, c'è una colazione migliore che l'aspetta"

Lo segui all'interno di uno dei cantieri.

Al posto di trovare barche dismesse o cose simili, trovó degli spalti dove c'erano delle persone che pulivano.

C'era persino una tavolata lunga tutta la parete destra, con su ogni ben di Dio, compresa la colazione abbondante.

Sul fondo, dove c'era il secondo ingresso, vi era un furgone bianco.

Alcune persone lo stavano caricando

"Si serva signor Knight"

"Molto gentile" ne approfittò per prendere la spremuta di arancia "seguo il suo consiglio"

"Lei è un buon intenditore signor Knight"

L'orologio si Michael emise un lieve bip, che non sfuggì ad Austin.

KITT era arrivato.

"Chiedo perdono" si scusò Michael "di solito a quest'ora smetto il mio allenamento e l'orologio mi serve per ricordarmelo" pessima scusa, ma credibile "altrimenti andrei avanti troppo e la mia età è quello che è"

"Oh capisco, ma non si preoccupi, se ha bisogno di cure noi possiamo aiutarla"

"Su quel fronte sto bene, non vedo ospedali da almeno cinque anni, prelievo di sangue"

L'ultima volta che era entrato in ospedale era per dare l'ultimo saluto alla sua amata Bonnie.

"Allora meglio così no?" Disse Austin senza perdere il sorriso, che Michael considerò falso più di una banconota di cartapesta.

Poi lo squadrò da cima a fondo "Mi permette un consiglio signor Knight?"

"Sono tutto orecchie"

"Ha mai pensato ad un abbigliamento più comodo per i suoi combattimenti?"

Michael si guardò "Di solito jeans e camicia sono comodi per me"

"Non lo metto in dubbio, ma secondo me è meglio cambiarsi, almeno per queste occasioni"

Michael ci pensò un attimo.

Doveva entrare nella parte più che poteva e poi non poteva essere così male seguire i consigli di Austin in quel caso, quello della spremuta era stato ottimo.

"In effetti ha ragione, mi servirebbe un cambiamento"

"Molto bene, vada pure laggiù" indicò sue piccole porte "la sua è quella di sinistra, all'interno troverà ciò che le serve e tutte le informazioni sul suo sfidante"

Michael fece per andare ma bene subito fermato

"Un ultima cosa" dose Austin "quello di oggi, non è ciò che ha visto e fatto ieri sera, nell'attimo che noi troviamo qualcuno valido, lo comunichiamo subito agli altri nostri affiliati e, una volta pronti, si parte subito per il torneo" spiegò "e, per l'appunto, oggi parte il suo e quindi non mi deluda signor Knight, ho scommesso un mucchio di soldi su di lei"

Michael non sapeva se ringraziare o mandarlo al diavolo.

Andò nella porta che Austin gli aveva indicato e si chiuse dentro.

C'era una specie di barella e una sedia con sopra dei vestiti.

Era un pantalone da tuta nero e una maglietta senza maniche bianca.

Ai piedi della sedia un paio di converse nere.

A Michael venne da ridere, l'ultima volta che aveva indossato quelle scarpe era durante la sua permanenza alla scuola di polizia.

Poi aveva smesso di indossarle.

Salvo le scarpe e la maglietta, i pantaloni erano l'ultima cosa che voleva.

Aveva sempre amato i jeans e la tuta gli aveva sempre dato fastidio.

Però ammise che per i combattimenti erano forse l'ideale.

Qui non si trattava di criminali o altro da inseguire, si trattava di gente che combatteva sul serio.

Sbuffó e si cambiò.

Sulla barella c'era un foglio con i dati dello sfidante.

C'era persino una foto ma non si vedeva il volto.

Era coperto da una maschera a forma di teschio dagli occhi rossi.

-Inquietante- pensó Michael -e questo dovrebbe essere il mio sfidante?-

Il nome era Spacca Ossa

Ma tutto il resto era sconosciuto, sia il nome reale che l'età e il sesso.

Si sapeva solo l'altezza è il peso.

1,65 per 58 kg vestito.

Era uno scricciolo persino per una donna.

Come poteva combattere contro un elemento simile? Era più facile che gli avrebbe fatto male Michael che lui.

"KITT mi senti?"

"Forte e chiaro Michael"

"Com'è la situazione là fuori?"

Qualche secondo di silenzio "Qua fuori c'è un mucchio di gente elegante eh sta entrando nella fabbrica"

Gli spettatori 

"Altro?"

"Si Michael" rispose KITT "c'è un furgone bianco carico di droga che sta lasciando il retro"

Il carico di droga che Devon gli ha chiesto di trovare e investigare.

Non gli andava di pensarci, non gli interessava

"Prendi la targa e inviala a Devon, ci penseranno loro"

"Subito Michael" ed inviò il segnale.

"Ben fatto, io ho altro a cui pensare" si tolse l'orologio e lo mise accanto alla giacca, da cui poi prese la foto di Amy.

Sospiró.

-Ti troverò Amy- strinse al petto la foto -fosse l'ultima cosa che faccio-

Qualcuno bussò alla porta.

"Signor Knight" era Austin "posso entrare?"

"Si" mise via la foto e si preparò ad accogliere Austin

"Vedo che è già pronto, molto bene" sembrava fiero "si sente più comodo?"

"Comodo si, ma a mio agio già meno" rispose "ma non importa"

"Vedrà che tra poco non sentirà più fastidio" ammiccò "ha letto la scheda?" Riferito al foglio di Spacca Ossa

"Si l'ho letta e devo ammettere che non c'è molto su di lui, nemmeno le tecniche di combattimento"

"Purtroppo abbiamo solo queste informazioni e dobbiamo farcele bastare"

"Lo so" Michael rilesse ancora gli unici dati in suo possesso "doveva essere il più piccolo della classe"

Austin rise "Lei invece il più alto"

"Il secondo" lo corresse Michael "un certo Randy Black era cinque centimetri più di me"

"Mi piace il suo temperamento signor Knight" Austin gli diede qualche colpo sulla spalla, come ad incoraggiarlo "tra due minuti esca fuori, che avrà inizio la sua sfida"

Michael annuì e attese che Austin uscisse.

"Augurami buona fortuna"

"Sta attento Michael"

"Sta attento tu" ed uscì.

Le persone erano già in attesa di sangue.

Non erano neanche le nove del mattino e già volevano vedere morti sul ring.

Ma non avevano un lavoro o una famiglia?

"Signor Knight" Austin si avvicinò "adesso comincia la sua sfida, chiediamo scusa per l'orario ma al mattino la polizia non gira al porto e quindi possiamo fare il nostro torneo in santa pace" spiegò "mi raccomando, resti vivo"

"Ci conti" e si mise in mezzo alla fabbrica, in attesa dello sfidante.

Il giorno prima aveva imparato ad isolare le voci e gli schiamazzi dei tifosi e quindi era come se fosse solo.

Quando vide lo sfidante arrivare, non sapeva se mettersi a ridere.

Aveva addosso la stessa maschera che aveva visto in foto, un felpone verde militare largo tre volte la sua taglia, jeans neri che gli stavano su con una cintura ben stretta in vita e per concludere un pio di converse come quelle di Michael.

Per l'appunto, era alto 1,65 cm scarsi.

Povero ragazzo, che brutta fine aveva fatto.

Michael era così immerso nei suoi pensieri, che non aveva udito la campana che segnava l'inizio della sfida. 

Ricevette un colpo in pieno petto.

Ne ricevette altri, prima che di rendersi conto che doveva difendersi.

L'unica cosa che notò, era che i colpi gli venivano dati con parecchia forza ma in punti non vitali.

Punti dove non sarebbe morto nemmeno se gli sparavano.

Quando finalmente riuscì a difendersi, anche lui iniziò a colpire.

Avendo più forza di quel nano con cui combatteva, non gli era difficile farlo cadere o spingerlo lontano.

Ma aveva purtroppo timore di ucciderlo, essendo veramente piccolo, perciò decise di stare leggero.

Ma non gli fu difficile farlo finire fuori dall'arena.

Lo sfidante non emise neanche un suono o un gemito.

I tifosi gridarono e credevano già finita la sfida ma ancora non era conclusa.

Lo Spacca Ossa era in piedi e lo istigava per uscire fuori e farla finita.

Michael aveva lo sguardo basso ma lo segui e sua volta era seguito dai tifosi e da Austin.

Una volta fuori, il combattimento riprese ma Michael, che era stanco di far male a quel po ero disgraziato, cambiò strategia.

Cercò di farlo avvicinare al ponte e non appena di vicino, poté constatare il peso di 58 kg vestito.

Lo prese di peso e lo gettó in acqua concludendo definitivamente la sfida, durata esattamente un quarto d'ora, e facendo scatenare l'inferno fra i tifosi.

La maggior parte era a suo favore e solo pochi avevano scommesso sullo sfidante, che stava nuotando verso riva e voleva andarsene.

Senza togliersi la maschera.

A Michael venne curiosità ma si trattenne.

"Ben fatto Knight" Austin gli alzò il braccio "il Cavaliere vince!" Altre grida di approvazione da parte dei tifosi.

Michael sorrise e fece la sua scena da vincitore

"Vada a cambiarsi signor Knight, adesso ci sono altri che devono sfidarsi, non siamo gli unici"

-Ecco spiegato l'orario mattutino-

Rientró e andò nel suo spogliatoio e si cambiò.

Duravano poco gli incontri, credette che fossero fatti su misura ma poco gli importava.

Era comunque preoccupato per quello scricciolo che aveva appena buttato a mare.

Sperò di non avergli fatto troppo male, rabbia o meno, non voleva uccidere nessuno.

Quando finalmente riebbe in dosso i suoi abiti più comodi, non vide l'ora di andarsene.

Non appena si mise l'orologio, KITT lo chiamò

“Michael sei tutto intero?”

“Si KITT”

“Qualcuno si sta avvicinando e...”

“E..?”

attimi di silenzio

“Giudica tu stesso, ma sbrigati”

Non se lo fece ripetere due volte.

Michael uscì di corsa, salutando Austin con un lieve cenno del capo, raggiungendo il retro della fabbrica, dove KITT lo attendeva.

Vide anche lo Spacca Ossa, ancora fradicio e grondante, che si avvicinava a KITT, con l'intenzione di aprirlo.

“Ehi!” urlò Michael.

Il tizio mascherato lo notò e iniziò a correre.

“Michael fermo!”

Ma Michael non gli diede retta e continuò a seguire lo Spacca Ossa.

Il problema era che il tizio aveva i vestiti più grossi e bagnati e quindi la sua fuga era lenta.

Michael non ci mise molto a raggiungerlo.

Nell'attimo che lo prese, il ragazzo cercò di dimenarsi.

Essendo piccolo e bagnato, Michael faceva fatica a tenerlo fermo.

Non aveva altra scelta.

Lo atterrò e gli diede un colpo ben assestato sulla schiena, che levò il fiato al poveretto e lo stese a terra.

Era svenuto.

“E adesso vediamo chi sei...KITT raggiungimi”

si chinò e levò la maschera a forma di teschio dal volto dello Spacca Ossa.

Una lunga chioma castano chiara spuntò.

Labbra sottili, lineamenti aggraziati e a malapena sedici anni.

Michael spalancò la bocca, si sedette a terra e dai suoi occhi scesero due lacrime.

“Amy...”

  
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